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2 mag 2024

Piove...piove...

 




da Pinterest

Sono nate le cincie







 bardo-lusevera-news/dintorni etc...: Il nido della cincia bigia / niezdo male senice

:ùmio vecchio blog

 A Zavarh/Villanova delle grotte una piccola cincia gialla ha fatto il nido nella cassetta della posta: ha messo uno strato di muschio,fil...

Sono nate forse 4 cincie-senice nella cassetta della posta!!!



La cinciallegra nidifica nelle cavità protette degli alberi, dei muri e nelle cassette-nido, costruendo il nido con muschi, peli e piume.
Depone le uova (normalmente 8-15) tra Aprile e Maggio. Lisce, bianche con piccole macchie rosso scuro, sono covate dalla femmina per circa 15 giorni. I piccoli vengono accuditi da entrambi i genitori per circa 20-30 giorni dalla dischiusa.







le cincie accudiscono i piccoli


La cinciallegra

La cinciallegra che ti piace tanto
intreccia voli sopra i melograni
sfidando quella luna mattutina
appesa in cielo come un frutto acerbo.

Adesso sembra che danzi per te
mostrando il bianco e nero della coda,
giallo batuffolo nell'aria fredda.
Non sa che sei lontana, che mi manchi:
le lascerò del pane tra le pietre.

da Assolo di poesia



1 mag 2024

PRIMO MAGGIO QUALE FESTA?

VIGNETTA DI MAURO BIANI

 Primo Maggio,ma quale festa?

I giovani italiani per lavorare devono andare all'estero.

La costituzione italiana dice che l'Italia è fondata sul lavoro.

Tanti lavoratori partono da casa e non tornano più perchè muoiono sul lavoro!

Non è possibile continuare così...

Abbiamo un morto ogni 3 ore,non è possibile.

Le princpali cause degli infortuni

mancata  preparazione

inciampi

scivolamenti

cadute

troppe ore di lavoro

stanchezza fisica e mentale...

Gli odori dei mestieri


 Io so gli odori dei mestieri:

di noce moscata sanno i droghieri,
sa d’olio la tuta dell’operaio,
di farina il fornaio,
sanno di terra i contadini,
di vernice gli imbianchini,
sul camice bianco del dottore
di medicine c’e’ un buon odore.
I fannulloni, strano però
non sanno di nulla e puzzano un po’.
Gianni Rodari

30 apr 2024

Prvi maj - Primo maggio a Trieste/Trst

 



Io e i miei genitori allo stadio/stadion di Trieste nel 1953

BUON PRIMO MAGGIO-ŽIVEL PRVI MAJ

 

Quadro di Pellizza da Volpedo

La Festa del lavoro o Festa dei lavoratori viene celebrata il 1º maggio di ogni anno in molti paesi del mondo, per ricordare tutte le lotte per i diritti dei lavoratori, originariamente nate per la riduzione della giornata lavorativa.

Storia

Le prime origini, nell'Illinois

La festa dei lavoratori affonda le sue radici in un periodo di significative e frequenti manifestazioni per i diritti degli operai delle fabbriche durante la Rivoluzione industriale negli Stati Uniti d'America, guidate dall'Associazione dell'Ordine dei Cavalieri del Lavoro americano, i Knights of Labor.

Nel 1866, fu approvata a Chicago, in Illinois, la prima legge delle otto ore lavorative giornaliere, legge che entrò in vigore soltanto l'anno dopo, il 1º maggio 1867, giorno nel quale fu organizzata un'importante manifestazione, con almeno diecimila partecipanti.

La notizia giunse anche in Europa, dove nei primi giorni di settembre 1864 era nata a Londra la "Prima Internazionale", ovvero l'Associazione internazionale dei lavoratori, molto vicina ai primi movimenti socialisti e marxisti dell'epoca.

Le otto ore lavorative

La conquista delle otto ore lavorative, iniziata il 1º maggio 1867 soltanto nello stato dell'Illinois, ebbe una successiva espansione lenta e graduale in tutto il territorio statunitense. Ancora nel 1882, nella città di New York, fu organizzata una importante protesta il 5 settembre, mentre due anni dopo, nel 1884, in un'analoga manifestazione americana, gli stessi Knights of Labor approvarono una risoluzione affinché l'evento di protesta avesse una ricorrenza annuale, senza però proporre ancora una data ufficiale[1] nell'Illinois.

La rivolta di Chicago e il 1º Maggio


Il 1º Maggio 1886, in occasione del 19º anniversario dell'entrata in vigore della legge dell'Illinois sulle otto ore lavorative, fu deciso dalla Federation of Organized Trades and Labour Unions come il giorno di scadenza limite per estendere tale legge in tutto il territorio americano, pena l'astensione dal lavoro, con uno sciopero generale a oltranza[2].

In quel giorno, anche Chicago partecipò allo sciopero generale, in particolare la fabbrica di mietitrici McCormick. La polizia, chiamata a reprimere l'assembramento, sparò sui manifestanti, uccidendone due e ferendone diversi altri. Per protestare contro la brutalità delle forze dell'ordine, gli anarchici locali organizzarono una manifestazione da tenersi nell'Haymarket Square, la piazza che normalmente ospitava il mercato delle macchine agricole. Questi fatti ebbero il loro culmine il 4 maggio, quando da una traversa fu lanciata una bomba che provocò la morte di sei poliziotti e il ferimento di una cinquantina. A quel punto la polizia sparò sui manifestanti. Nessuno ha mai saputo né il numero delle vittime né chi sia stato a lanciare la bomba. Fu il primo attentato alla dinamite nella storia degli Stati Uniti.

Il 20 agosto 1887 fu emessa la sentenza del tribunale: August Spies, Michael Schwab, Samuel Fielden, Albert R. Parsons, Adolph Fischer, George Engel e Louis Lingg furono condannati a morte (in seguito a pressioni internazionali la condanna a morte di Fielden e Schwab fu commutata in ergastolo; il cancelliere Otto von Bismarck proibì tutte le manifestazioni in favore degli accusati di Haymarket); Oscar W. Neebe a reclusione per 15 anni. Otto uomini vennero condannati per essere anarchici, e sette di loro condannati a morte.

L'11 novembre 1887, i condannati furono tutti impiccati a Chicago. Le ultime parole pronunciate furono:

  • Spies: «Salute, verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più forte delle voci che oggi soffocate con la morte!»
  • Fischer: «Hoch die Anarchie!» (Viva l'anarchia!)
  • Engel: «Urrà per l'anarchia!»
  • Parsons, la cui agonia fu terribile, riuscì appena a parlare, perché il boia strinse immediatamente il cappio e fece cadere la trappola. Le sue ultime parole furono queste: «Fate sentire la voce del popolo!»

La data del 1º maggio si diffonde nel mondo

Nel 1887, l'allora presidente degli Stati Uniti d'AmericaGrover Cleveland, ritenne che il giorno 1º maggio avrebbe potuto costituire un'opportunità per commemorare i sanguinosi episodi di Chicago. Successivamente, temendo che la commemorazione potesse rafforzare eccessivamente il nascente socialismo, spostò l'oggetto della festività sull'antica Organizzazione dei Cavalieri del Lavoro. Tuttavia, già pochi giorni dopo il sacrificio dei cosiddetti Martiri di Chicago, gli stessi lavoratori della città statunitense tennero un'imponente manifestazione a lutto, prova che le idee socialiste non erano affatto morte.

Le notizie degli eventi tragici di Chicago si estesero anche in altri stati di tutto il continente americano, per poi estendersi anche in Europa. La data del 1º maggio fu adottata ad esempio in Canada, soltanto nel 1894, sebbene il concetto di festa del lavoro sia in questo caso riferita a precedenti marce di lavoratori tenutesi a Toronto e Ottawa nel 1872.

Al Congresso Internazionale di Parigi del 1889, che diede il via alla Seconda Internazionale, il giorno 1º maggio fu dichiarato ufficialmente come la Festa Internazionale dei Lavoratori, e fu adottata da molti paesi nel mondo.
Dall'altra parte dell'emisfero terrestre, come ad esempio in Australia, la commemorazione ricorda la "Festa delle Otto Ore" (lavorative). Tuttavia, nella zona del Queensland, se inizialmente si usava celebrarla sempre il giorno 1º maggio, in epoche più recenti e anche in altre zone australiane si usa farla cadere il primo lunedì di maggio, oppure di marzo, ma anche ottobre.

La commemorazione fu poi ripresa anche dal mondo cattolico: il 1º maggio 1955papa Pio XII istituì per tutta la Chiesa cattolica la festa di San Giuseppe lavoratore, perché tale data potesse essere condivisa a pieno titolo anche dai lavoratori cattolici.[3]

La Festa dei lavoratori in Italia

Manifestazione a Roma nel 1891

In Italia, non appena si diffuse la notizia dell'esecuzione degli esponenti anarchici di Chicago nel 1888, il popolo livornese si rivoltò prima contro le navi statunitensi ancorate nel porto, e poi contro la Questura della stessa città, dove si diceva che si fosse rifugiato il console degli Stati Uniti. Nel 1919 la FIOM riuscì a firmare con la Confederazione degli industriali un accordo per la riduzione d'orario a otto ore giornaliere e 48 settimanali (l’accordo prevedeva, tra l’altro, il riconoscimento delle Commissioni interne e la loro istituzione in ogni fabbrica; la nomina di una Commissione per il miglioramento della legislazione sociale e di un’altra per studiare la riforma delle paghe e del carovita).

La decisione in Europa in merito alla festività del 1º maggio, ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889, fu ratificata in Italia soltanto due anni dopo. La rivista La Rivendicazione, pubblicata a Forlì, cominciava così l'articolo Per primo maggio, uscito il 26 aprile 1890: «Il primo maggio è come parola magica che corre di bocca in bocca, che rallegra gli animi di tutti i lavoratori del mondo, è parola d'ordine che si scambia fra quanti si interessano al proprio miglioramento».[4].

Tra le prime documentazioni filmate della festa in Italia, il produttore cinematografico Cataldo Balducci presenta il documentario Grandiosa manifestazione per il primo maggio 1913 ad Andria (indetta dalle classi operaie) che riprende la festa in sette quadri, e si può – così – vedere il corteo che percorre le strade affollate della Città: gli uomini, tutti con il cappello, seguono la banda che suona, con alcune bandiere.

Sotto il fascismo

Durante il ventennio fascista, dal 1923 la celebrazione della festa del lavoro fu anticipata al 21 aprile, in coincidenza con il Natale di Roma, divenendo per la prima volta giorno festivo; tutti gli accordi stabiliti tra industriali e operai per la «giornata di vacanza» per il 1º maggio dovevano essere applicati al 21 aprile.[5]

Nel 1946, al termine della Seconda guerra mondiale, la celebrazione fu poi riportata al 1º maggio ed elencata tra i giorni festivi;[6] la ricorrenza fu inserita stabilmente tra le festività dal 1949.[7]

La strage di Portella della Ginestra

Lo stesso argomento in dettaglio: Strage di Portella della Ginestra.

Il 1º maggio 1947 la ricorrenza venne funestata dall'eccidio di Portella della Ginestra (PA), nella quale la banda criminale di Salvatore Giuliano sparò su un corteo di circa duemila lavoratori in festa, uccidendone quattordici (di cui undici sul momento) e ferendone una cinquantina. Alcune fonti[senza fonte] sostengono che tale sparatoria sarebbe stata organizzata dai servizi segreti statunitensi, con lo scopo di condizionare le successive elezioni politiche, che avrebbero potuto vedere una vittoria del Fronte di sinistra, inviso agli Stati Uniti.

Il "concertone" di San Giovanni in Laterano e a Taranto


 

Dal 1990, i sindacati confederali CGILCISL e UIL, in collaborazione con il comune di Roma, hanno istituito un grande concerto per celebrare il primo maggio, rivolto soprattutto ai giovani: la manifestazione si tiene a Roma, in piazza di San Giovanni in Laterano, dal pomeriggio alla notte, con la partecipazione di molti gruppi musicali e cantanti, ed è seguita da centinaia di migliaia di persone, oltre a essere trasmessa in diretta televisiva dalla Rai.

A partire dal 2013 viene annualmente organizzato un concerto anche a Taranto, che essendo in concomitanza con quello a Roma, è quindi definito controconcerto. L'evento viene organizzato dal Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti di Taranto, con la direzione artistica di Michele RiondinoRoy Paci e Antonio Diodato, e si tiene nel parco archeologico delle mura greche[9]. Il concertone Libero e Pensante prevede la partecipazione di numerosi artisti, a titolo gratuito, assieme ad importanti interventi di associazioni e comitati, con attività di denuncia e lotta per i diritti umani, dell'ambiente e, logicamente, dei lavoratori.[10]

da wikipedia


La Festa dei lavoratori nel mondo

Celebrazioni per il Primo maggio a Mosca nel 2016.

Nei seguenti paesi la Festa dei lavoratori è festa ufficiale nazionale. In alcuni paesi, come nei Paesi Bassi e Danimarca, non è festa ufficiale nonostante esistano alcune celebrazioni in occasione del Primo maggio.

fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Festa_dei_lavoratori

29 apr 2024

SINFOROSA CASTORO: Addio a Gus


SINFOROSA CASTORO: Addio a Gus: Un altro amico di rete ci ha lasciati.  Dopo Frank Spada , Vincenzo Iacoponi,    Tomaso Scarpel,   Robby Roby , Alberto Cane, anche Gus ha...
Che la terra ti sia lieve,hai  raggiunto la tua cara Bruna!

Proverbio


 Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei Vita Nei Campi
“Se al plûf il prin di mai blave no si fai” ovvero, Se piove il primo di maggio non si fa granoturco

27 apr 2024

proverbio friulano


 Cui che l'ha bon vin a ćāse nol va ta l'ostarie.


Chi ha il buon vino a casa, non va in osteria.

Buon weekend

 fonte  https://marijakes.blogspot.com/2024/04/zahradni-inspirace-stare-kolo.html?sc=1714151270396#c4504946381634135867

Sperando in giornate più tiepide la bicicletta è pronta.BUON WEEKEND!

 

26 apr 2024

27 APRILE FESTA NAZIONALE IN SLOVENIA

 


Fino all’indipendenza, raggiunta nel 1991, questo giorno veniva definito “Giorno del Fronte di Liberazione” (Dan osvobodilne fronte-OF). Il 27 aprile del 1941, dieci giorni dopo la resa dell’esercito jugoslavo a Belgrado e dopo due buone settimane dall’occupazione della Slovenia da parte delle truppe tedesche, italiane e magiare, veniva istituito a Lubiana il Fronte antiimperialista (Protiimperialistična fronta-PIF), che divenne, dopo l’attacco tedesco all’URSS il 22 giugno 1941, il Fronte di Liberazione del Popolo Sloveno (Osvobodilna fronta slovenskega naroda-OF). Ironia della sorte vuole, come tante volte nella storia, che l’edificio in cui venne istituito il PIF, che si proponeva di scacciare gli invasori tedeschi, italiani e ungheresi, oggi sia la sede dell’ambasciata della Repubblica federale tedesca in Slovenia (all’angolo tra la Šubičeva ulica e la Prešernova cesta).

L’OF in realtà venne istituito il giorno prima, il 26 aprile del 1941 (ed è per questo che in questi giorni in Slovenia infiamma la disputa sulla giusta data da festeggiare, poiché molti ritengono che il 27 aprile sia la data sbagliata), nella villa del letterato Josip Vidmar, dove si riunirono rappresentanti di vari gruppi politici e vari intellettuali. Questi erano per il Partito comunista sloveno (KPS) Boris Kidrič, Boris Ziherl e Aleš Bebler, per i Sokol – ovvero “i Falchi”, la la prima unione ginnastica della Slovenia, nata nel 1863 sull’esempio dell’omonima unione ginnastica ceca nata a Praga l’anno prima; erano un’unione panslavista e patriottica che si proponeva di allenare corpo e mente dei loro associati che si dichiaravano patriottici, democratici e tesi a difendere la libertà del popolo sloveno – Josip Rus, per i socialisti cattolici (Krščanski socialisti) Tone Fajfar e per i Lavoratori culturali sloveni (Slovenski kulturni delavci) Ferdo Kozak, Franc Šturm e Josip Vidmar.


fonte http://www.sconfinare.net/il-27-aprile-festa-nazionale-in-slovenia/#

Chernobyl, una storia che parla al presente


Una tragedia umanitaria attualissima. Patologie di varia natura ancora oggi presenti tra le fasce più povere della popolazione. Colpiti sopratutto il più piccoli. Serve l’aiuto di tutte e tutti.

Sono passati solo trentotto anni. Il 26 aprile del 1986, un guasto al reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl generò il più grave incidente atomico della storia. Un accadimento tragico che cambiò il corso della storia e di cui abbiamo il dovere di tenere viva la memoria. Le vittime stimate dall’ONU sono state circa quattromila, oltre centodiecimila gli sfollati. Una catastrofe che arrivò addirittura alle porte dell’Europa: le particelle radioattive trasportate dalle masse d’aria scatenarono il panico persino in Italia. Un dramma in cui, oltre al pericolo delle radiazioni, a mietere vittime fu la mancanza di informazioni tempestive nei confronti delle popolazioni coinvolte.

Una tragedia umanitaria ancora attualissima. Quella di Chernobyl è una storia che parla al presente. La quantità di radiazioni rilasciate fu almeno 100 volte in più rispetto a quella delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Il fall-out nucleare interessò l’Ucraina, la Russia e per il 70% la Bielorussia, Paese più colpito. A lasciare la zona furono solo 350.000 persone. Gran parte della popolazione colpita rimase nelle zone contaminate, complice l’impossibilità a spostarsi a causa delle difficili condizioni economiche. Un effetto domino che è arrivato ai giorni nostri, avendo generato effetti a lungo termine a carico di ambiente, ecosistemi, flora e fauna.

La contaminazione del suolo avvenne per mezzo di alcuni elementi radioattivi come lo Stronzio-90 e gli isotopi del Cesio (134 e 137). Una dinamica che ha scatenato l’insorgenza di patologie di varia natura ancora oggi presenti tra le fasce più povere della popolazione. Oltre all’abbassamento delle difese immunitarie e all’aumento di numerose patologie legate a una dieta fortemente contaminata da radionuclidi, è stato registrato un fortissimo incremento di casi di tumore alla tiroide che ha colpito soprattutto i più piccoli a causa dello iodio radioattivo fuoriuscito dalla centrale nella prima fase del disastro. A questo si sono aggiunte una serie di gravi patologie di natura psicologica legate alla cosiddetta “sindrome di Chernobyl”. In molte e molti hanno presentato sintomi connessi alla consapevolezza di vivere in un territorio fortemente contaminato e senza futuro per sé e per la propria famiglia.

Il progetto Rugiada

Alla luce di un’emergenza niente affatto alle spalle,  Legambiente, sin dal primo momento, si è attivata per sensibilizzare l’opinione pubblica circa l’assurdità della scelta del nucleare e per fornire un supporto concreto alle popolazioni colpite. 

Grazie alla rete di circoli locali e famiglie e a una incredibile gara di solidarietà  siamo riusciti ad accogliere oltre venticinquemila tra bambine e bambini provenienti dalle zone più contaminate di Bielorussia, Russia e Ucraina, consentendo loro di effettuare percorsi terapeutici di un mese in Italia. La solidarietà ha poi preso la forma di “Rugiada”, un progetto attraverso il quale viene garantita ospitalità a bambine e bambini in un centro specializzato e totalmente sostenibile, realizzato in un’area priva di radioattività.

Si tratta del “Centro Speranza” a Vilejka, una struttura in cui le bambine e i bambini trascorrono un soggiorno durante il quale vengono sottoposti a controlli medico-sanitari e a un regime alimentare sano e privo di contaminazioni, attraverso cui è possibile ridurre del 50% la presenza nell’organismo di radionuclidi. Un’iniziativa che ha costantemente bisogno dell’aiuto di tutte e tutti. 

Grazie all’aiuto dei circoli e dei donatori, mai venuto meno nel tempo, e alla collaborazione dei nostri referenti in Bielorussia, il progetto Rugiada  continua senza sosta a donare speranza. Un vero e proprio presidio legambientino in Bielorussia, un segnale concreto di solidarietà verso le popolazioni colpite, vittime innocenti del disastro nucleare e oggi alle prese con una crisi economica severa e la guerra in Ucraina alle porte.

https://www.legambiente.it/news-storie/inquinamento/chernobyl-38-anni-dopo/

I tipi di basi Nato in Italia

F16

 

I tipi di basi Nato in Italia

Le basi Nato e degli Stati Uniti su suolo italiano sono di quattro tipi. Le prime furono concesse agli Stati Uniti negli anni Cinquanta e, pur essendo sotto controllo italiano, gli Stati Uniti mantengono il controllo militare su equipaggiamenti e operazioni. Poi ci sono le basi Nato gestite dall’alleanzale basi italiane messe a disposizione della Nato e le basi a comando condiviso tra Italia, Stati Uniti e Nato.

Le più importanti, da nord a sud, sono quelle di Solbiate Olona (in provincia di Varese) e Ghedi (Brescia) in Lombardia, di Vicenza e Motta di Livenza (Treviso) in Veneto, di Aviano (in provincia di Pordenone) in Friuli Venezia Giulia, di Poggio Renatico, nel Ferrarese, in Emilia Romagna, di La Spezia in Liguria, di quella nella tenuta di Tombolo (Pisa) in Toscana (anche se si tratta di una base italiana dove operano anche militari statunitensi), di Cecchignola (Roma) e Gaeta (Latina) nel Lazio, di Mondragone (Caserta) e Napoli in Campania, di Taranto in Puglia e di Trapani Birigi e Sigonella, nel territorio del Comune di Lentini (Siracusa), in Sicilia.

Cosa fanno le basi Nato in Italia

A Sigonella si trova il comando di monitoraggio in tempo reale delle truppe a terra e da qui partono i droni di sorveglianza che oggi monitorano i confini ucraini. A Napoli hanno sede uno dei due centri di comando della Nato (mentre l’altro è nei Paesi Bassi) la base dei sommergibili statunitensi nel mediterraneo, così come il comando delle forze aeree e dei marines statunitensi. Infine, ad Aviano e Ghedi si trovano alcune bombe atomiche B61-3, B61-4 e B61-7. La base di Aviano è usata dall’aeronautica statunitense, mentre quella di Ghedi dall’Italia. Le atomiche sono statunitensi, ma in caso di guerra possono essere lanciate anche da aerei italiani.

Come già detto, oltre a queste ci sono altre 105 strutture tra centri di ricerca, depositi, poligoni di addestramento, stazioni di telecomunicazione e antenne radar sparpagliate sul territorio, più le 20 basi segrete statunitensi. Queste basi, come quelle negli altri paesi Nato, godono di extraterritorialità e non sono soggette all’ordinamento giuridico della nazione in cui si trovano. Tutto ciò che accade al loro interno è coperto da segreto, così come il numero delle forze presenti.

https://www.wired.it/article/basi-nato-in-italia-dove-sono/#:~:text=Le%20pi%C3%B9%20importanti%2C%20da%20nord,La%20Spezia%20in%20Liguria%2C%20di

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