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100 anni dalla nascita di Franco Basaglia

 
Franco Basaglia (Venezia11 marzo 1924 – Venezia29 agosto 1980) è stato uno psichiatra e neurologo italiano, innovatore nel campo della salute mentale, riformatore della disciplina psichiatrica in Italia, fondatore di Psichiatria Democratica e ispiratore della Legge 180/1978 (che ne prende il nome) che introdusse la revisione ordinamentale degli ospedali psichiatrici in Italia promuovendo radicali trasformazioni nel trattamento sul territorio dei pazienti con problemi psichiatrici. Esponente della psichiatria fenomenologica, è considerato lo psichiatra italiano più influente del XX secolo

Formazione

Nato a Venezia nel 1924, secondo di tre figli in una famiglia della media borghesia, si iscrisse al liceo Marco Foscarini dove conseguì la maturità classica nel 1943. Nella stessa scuola studiava il futuro cognato Alberto Ongaro, fumettista e scrittore, che fu arrestato nel '44, uscì dopo un mese e si unì coi partigiani sui monti.

Si trasferì in seguito per studiare medicina presso l'Università degli Studi di Padova dove conobbe e divenne amico, tra gli altri, del pediatra Franco Panizon. A Padova frequentò un gruppo di studenti antifascisti e per questo, dopo la denuncia di uno di questi, venne arrestato e detenuto per alcuni mesi nelle carceri della Repubblica Sociale Italiana. Con la fine della seconda guerra mondiale entrò nel Partito Socialista Italiano e nel 1949 conseguì la laurea. Durante il periodo universitario non si curò esclusivamente degli studi in medicina ma seguì anche altri interessi, che in seguito lo avrebbero notevolmente influenzato. Approfondì temi filosofici e lesse autori fondamentali dell'esistenzialismo e della fenomenologia come Jean-Paul SartreMaurice Merleau-PontyEdmund HusserlMartin Heidegger e Ludwig Binswanger.

Si specializzò nel 1953 in malattie nervose e mentali presso la clinica neuropsichiatrica di Padova e divenne assistente di Giovanni Battista Belloni. Nello stesso anno sposò Franca Ongaro, dalla quale ebbe nel 1953 il figlio Enrico e nel 1954 la figlia Alberta. La Ongaro, inizialmente interessata alla letteratura, scrisse diversi articoli e alcuni libri; collaborò a lungo col marito nella stesura di alcuni suoi testi sulla psichiatria, entrò in Parlamento con Sinistra indipendente per due legislature, dopo la scomparsa del marito, ne raccolse l'eredità. La moglie fece una riduzione dell' Odissea per ragazzi interamente disegnata dall'amico di Hugo Pratt.

L'esperienza nelle varie sedi

Gorizia

Nel 1958 ottenne la libera docenza in psichiatria ma iniziò ad incontrare resistenze nel mondo accademico e solo tre anni dopo rinunciò alla carriera universitaria e si trasferì a Gorizia per dirigervi l'ospedale psichiatrico. Questa decisione fu influenzata da motivazioni politiche e scientifiche. L'ambiente universitario non era allineato con le idee dell'esistenzialismo i cui maestri italiani (da Enrico Morselli a Arnaldo Ballerini, da Bruno Callieri a Eugenio Borgna) non avevano ottenuto una cattedra.

L'impatto con la realtà del manicomio fu durissimo. Come preparazione era vicino alle idee di Karl JaspersEugène MinkowskiLudwig Binswanger, ma anche a quelle di Michel Foucault e Erving Goffman.

Dopo alcuni viaggi all'estero, compresa una visita alla comunità terapeutica di Maxwell Jones, fece arrivare da Padova Antonio Slavich, conosciuto a metà degli anni cinquanta nell'ateneo di quella città, ed iniziò con lui la prima esperienza anti-istituzionale nell'ambito della cura dei malati di mente.Tentò di realizzare a Gorizia quanto Jones aveva cominciato a fare da dieci anni in Inghilterra, cioè modificare la struttura rigida e gerarchica dell'ospedale psichiatrico, caratterizzata da rapporti di tipo verticale, in un'organizzazione più aperta ed orizzontale, rendendo paritario il rapporto fra gli utenti-pazienti e gli operatori sanitari. Questo comportava l'eliminazione della contenzione fisica, delle terapie con elettroshock e dei cancelli chiusi nei reparti. L'approccio avrebbe dovuto essere spostato nel rapporto umano con l'aiuto di sole terapie farmacologiche. In tal modo chi si trovava nelle strutture sanitarie doveva diventare persona da aiutare e non da recludere o isolare.

La trasformazione dell'ospedale psichiatrico secondo il sogno[di Basaglia si rivelò difficile da far accettare alla città.All'interno dell'ospedale psichiatrico aveva allestito laboratori di pittura e di teatro, aveva fatto nascere una cooperativa di lavoro tra i pazienti in modo da permettere loro svolgere lavori riconosciuti e retribuiti ma l'idea di andare oltre questa trasformazione all'interno dell'ospedale psichiatrico ancora non si realizzò. Il manicomio andava chiuso, sostituito da una rete di servizi esterni per l'assistenza delle persone affette da disturbi mentali. L'approccio psichiatrico andava modificato perché senza comprendere i sintomi della malattia mentale non era possibile mantenere un ruolo nel processo che finiva per escludere il malato mentale, come prevedeva il sistema istituzionale.

Il lavoro portato avanti da Basaglia sicuramente non avrebbe potuto essere realizzato senza le persone che sin dalle sue prime iniziative a Gorizia lo seguirono, e tra di esse prima di tutti la moglie Franca Ongaro, e poi psichiatri, intellettuali ed operatori sanitari come Antonio Slavich, Lucio Schittar, Agostino Pirella, Domenico Casagrande, Leopoldo Tesi, Giorgio Antonucci, Maria Pia Bombonato, Giovanni Jervis e Letizia Jervis Comba.

Intanto, nel 1967, curò il volume Che cos'è la psichiatria? e nel 1968 il fondamentale L'istituzione negata. Rapporto da un ospedale psichiatrico, nel quale raccontò al grande pubblico l'esperienza dell'ospedale psichiatrico di GoriziaL'istituzione negata, scritto con la collaborazione della moglie Franca Ongaro, ottenne grande successo editoriale. Nel 1970 lasciò Gorizia e si stabilì in provincia di Parma per dirigere l'ospedale di Colorno, dove rimase sino al 1971.

Trieste

L'opera collettiva Marco Cavallo

Nell'agosto del 1971 ottenne l'incarico di direttore dell'ospedale psichiatrico di Trieste, oggi Parco Culturale di San Giovanni, e due anni dopo la città venne indicata come zona pilota per l'Italia nella ricerca dell'Organizzazione mondiale della sanità relativa ai servizi di salute mentale. Basaglia intanto fondò la società Psichiatria Democratica, con la finalità di riformare la psichiatria e proseguendo così nella diffusione in Italia dell'antipsichiatria, il movimento che si stava affermando a partire dal XIX secolo ed in particolare dalla seconda metà del XX. In Inghilterra questo era avvenuto grazie in particolare a David Cooper.

Nel 1972 il cavallo Marco, che sino a quel momento era stato utilizzato dentro la struttura, venne destinato al macello. I ricoverati, con una loro lettera indirizzata a Michele Zanetti, presidente della provincia, ottennero che gli venisse salvata la vita e che venisse affidato alle loro cure. Il fatto di cronaca diede l'ispirazione a Vittorio Basaglia, cugino dello psichiatra, per la realizzazione di un'opera artistica, il Marco Cavallo, che fu costruito nei locali dell'ospedale nel 1973 durante un'animazione collettiva curata da Vittorio Basaglia e Giuliano Scabia che coinvolse tutta la struttura. La vicenda ebbe un forte significato simbolico.

L'azione di Basaglia portò, nel gennaio 1977, all'annuncio della chiusura dell'ospedale psichiatrico "San Giovanni" di Trieste entro l'anno (anche se in realtà questo avvenne più tardi) e il 13 maggio 1978 all'approvazione della legge 180 di riforma psichiatrica. A questo punto, nel 1979, Basaglia partì per il Brasile e attraverso una serie di seminari raccolti nel volume Conferenze brasiliane, testimoniò la sua esperienza. A succedergli nella direzione dell'ospedale ormai aperto e molto diverso di come era solo 8 anni prima fu Franco Rotelli. A Trieste si formarono anche Peppe Dell'Acqua e Giovanna Del Giudice.

Nel 1973 l'ospedale fu riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità come esperienza pilota nella ricerca psichiatrica.

Sempre nel febbraio 1977 visitò il palazzo Tassoni Estense di via della Ghiara di Ferrara, sede dell'ospedale psichiatrico cittadino, dove si stava tenendo il convegno La Scopa Meravigliante, organizzato da Antonio Slavich, suo collaboratore sin dai tempi di Gorizia e nella città estense dal 1971. In quell'occasione ebbe modo di ribadire le linee guida della sua visione riformatrice

A Trieste, nel 1977, vi fu anche Dario Fo, amico da tempo di Basaglia, per partecipare con un suo spettacolo e sostenere così la riforma. In quell'occasione si ebbe anche un episodio di contestazione da parte di movimenti autonomi più interessati alle carceri speciali.

Roma

Dopo aver lasciato definitivamente Trieste e anche in conseguenza delle modifiche legislative che la sua azione aveva accelerato si trasferì a Roma per assumere l'incarico di coordinatore dei servizi psichiatrici della Regione Lazio. Non ebbe modo di mettere in atto nella sua nuova sede iniziative importantiperché nella primavera del 1980 si manifestarono i primi sintomi di un tumore cerebrale, che in pochi mesi lo portarono alla morte. Spirò il 29 agosto 1980 nella sua casa di Venezia, la città dove era nato e dove a lungo, anche quando lavorava altrove, come racconta la figlia Alberta, continuava a tornare durante i fine settimana. La legge 180 è ancora in vigore e regola l'assistenza psichiatrica in Italia, anche se non è mai stata applicata in modo completo.

Morte

Nella primavera del 1980 si manifestano i primi segni di un tumore cerebrale che lo conducono alla morte in pochi mesi. Si spegne il 29 agosto nella sua casa di Venezia.

Dopo la sua scomparsa, Franco Basaglia è stato sepolto nel cimitero di San Michele, sull'isola omonima della Laguna di Venezia





.https://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Basaglia


Giornata internazionale della Lingua madre.

 



“Parlare a qualcuno in una lingua che comprende consente di raggiungere il suo cervello. Parlargli nella sua lingua madre significa raggiungere il suo cuore”. Le parole sono di Nelson Mandela e non potrebbero essere più appropriate, ieri come oggi, per celebrare la Giornata internazionale della Lingua madre che si celebra ogni anno, da quando è stata istituita dall’Unesco nel 1999, il 21 febbraio.

L’omaggio del presidente Mattarella

"La lingua italiana racchiude valori identitari in cui si riflettono tradizioni, costumi e le culture che uniscono la nostra comunità. È Un intenso elemento di coesione, generatore di quel senso di appartenenza che accomuna anche i tanti connazionali all'estero e quanti riconoscono nella lingua e nella cultura italiane un valore universale". Lo dice il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato in occasione della seconda edizione del festival "Lalinguamadre - la lingua che conviene”. "Un patrimonio culturale vivente e dinamico- aggiunge-, che si rinnova a fronte delle trasformazioni globali, custodendo, al contempo, la memoria del passato. Nell'esprimere apprezzamento al festival 'Lalinguamadre - la lingua che conviene” per il proposito di divulgare l'idea della lingua italiana oltre il ruolo di mero strumento di comunicazione, rivolgo a tutti i presenti il mio saluto".

Perché proprio il 21 febbraio?

Nata per promuovere la diversità linguistica e culturale....https://www.repubblica.it/cultura/2024/02/21/news/la_giornata_internazionale_della_lingua_madre_la_scheda-422168238/

SE QUESTO E' UN UOMO

 

Se questo è un uomo

Ad Auschwitz questa poesia è scritta sulla parete principale dell'edificio in cui hanno vissuto molti italiani deportati.




Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case,

voi che trovate tornando a sera

Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce pace

Che lotta per mezzo pane

Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d'inverno.

Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi, Se questo è un uomo, 1947

4 concerti di Avvento

 


Anche quest’anno l’associazione don Eugenio Blanchini, in collaborazione dell’Unione dei cori parrocchiali di Trieste e Gorizia, ha organizzato una serie di concerti nelle Valli del Torre. A ogni appuntamento un coro accompagnerà la celebrazione della Santa Messa e al termine proporrà alcuni avanti del proprio repertorio. Si inizierà domenica 26 novembre a Canebola con il coro F. B. Sedej di San Floriano del Collio. Gli altri appuntamenti si terranno domenica 3 dicembre alle 11 a Cergneu, domenica 10 dicembre alle 11 a Maserolis e domenica 17 dicembre alle 14.30 a Porzus.

Giornata nazionale operatori sanitari 20 febbraio

 


"E' un giorno importante in cui voglio semplicemente dirvi grazie per il lavoro straordinario che avete fatto in questi mesi così difficili. E rinnovare l'impegno ad investire nel nostro Servizio sanitario nazionale. Credo che ogni cittadino del Paese abbia capito quanto sia davvero essenziale avere donne e uomini che ogni giorno si fanno carico di difendere la salute delle persone,il diritto alla salute, il senso più alto della nostra Costituzione. Dobbiamo lavorare uniti per difendere questo patrimonio prezioso di energie, con un pensiero particolare a chi ha pagato il prezzo più alto, a chi hanno perso la vita".dal web

Udine ricorda la strage dell'antivigilia di Natale del 1998


 Erano le 5.49 dell’Antivigilia di Natale del 1998, quando un boato ruppe il silenzio di una fredda alba, scuotendo l’intera città di Udine. Una strage che la comunità udinese non ha mai dimenticato, in cui la vita di tre poliziotti venne travolta dall’esplosione di una bomba appesa alle serrande di un negozio. Dei due equipaggi della Squadra Volante giunti sul posto a seguito di una segnalazione d’intervento, solo un collega si salvò, pur essendo gravemente ferito.

In occasione del 24° anniversario della strage nella quale persero la vita gli agenti della Polizia di Stato Paolo Cragnolino, Adriano Ruttar e Giuseppe Guido Zanier, nel corso dell’annuale cerimonia di commemorazione, sono stati deposti due omaggi floreali presso la lapide posta in viale Ungheria e al Monumento a loro dedicato in Largo Ospedale Vecchio.

Poi, il Cappellano della Polizia di Stato di Udine ha officiato una Messa nella chiesa Santo Spirito delle Suore Ancelle, alla presenza dei familiari dei tre colleghi, del Questore, del Prefetto e del Sindaco di Udine e di poliziotti e pensionati della locale Sezione dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato.

Piante natalizie

 


La pianta natalizia per eccellenza, da questo punto di vista, è la Poinsettia, anche nota come Euphorbia Pulcherrima o, più comunemente e semplicemente, stella di Natale.

L'Euphorbia pulcherrima nota come Poinsettia o Stella di Natale è una pianta ornamentale originaria del Messico, nazione nella quale cresce spontaneamente e dove, allo stato selvatico, può raggiungere anche un'altezza fra i due e i quattro metri. Il nome "Poinsettia" deriva da Joel Roberts Poinsett, il primo Ambasciatore degli Stati Uniti in Messico, il quale introdusse la pianta negli Stati Uniti nel 1825.

Appartiene alla famiglia delle Euphorbiaceae, ordine Euforbiali (Euphorbiales), classe delle Dicotiledoni (Magnoliopsidae), divisione delle Angiosperme (Magnoliophytae); all'interno del suo tronco e dei suoi rami vi è una sostanza lattiginosa (il lattice), leggermente irritante per la pelle.[1]

Altri nomi comuni della poinsettia sono: Mexican flame leafChristmas starWinter roseNoche BuenaLalupataeAtatürk çiçeği ("Fiore di Atatürk", in Turchia), Αλεξανδρινό (traslitterato "Alexandrinò", cioè Alessandrino, in Grecia).da wikipedia


BUON 1 MAGGIO


 Io so i colori dei mestieri:

sono bianchi i panettieri,
s’alzan prima degli uccelli
e han la farina nei capelli;
sono neri gli spazzacamini,
di sette colori son gl’imbianchini;
gli operai dell’officina
hanno una bella tuta azzurrina,
hanno le mani sporche di grasso;
i fannulloni vanno a spasso,
non si sporcano nemmeno un dito
ma il loro mestiere non è pulito.

Gianni Rodari

Oggi è la giornata internazionale della lingua madre

 


La giornata internazionale della lingua madre è una celebrazione indetta dall'UNESCO per il 21 febbraio di ogni anno per promuovere la madrelingua, diversità linguistica e culturale e il multilinguismo. Istituita nel 1999, è celebrata dall'anno seguente; nel 2007 è stata riconosciuta dall'Assemblea Generale dell'ONU, contemporaneamente alla proclamazione del 2008 come Anno internazionale delle lingue.

Il 21 febbraio è stato scelto per ricordare il 21 febbraio 1952, quando diversi studenti bengalesi dell'Università di Dacca furono uccisi dalle forze di polizia del Pakistan (che allora comprendeva anche il Bangladesh) mentre protestavano per il riconoscimento del bengalese come lingua ufficiale.

La mia lingua madre è la lingua SLOVENA!!!

SAN BIAGIO

 


Oggi, 3 febbraio, la tradizione cristiana celebra San Biagio, santo protettore della gola. Per questa giornata è prevista la benedizione della gola, che viene impartita usando due candele benedette nel giorno precedente, alla festa della Candelora. La tradizione della benedizione della gola nasce dal fatto che San Biagio guarì miracolosamente un bambino a cui si era conficcata una spina nella gola.

La giornata dedicata a San Biagio è stata istituita nel secoli scorsi anche per chiedere al Santo di proteggere i bambini e gli adulti dalla difterite, un’infezione della gola che provoca soffocamento, molto contagiosa, conosciuta fin dall’antichità e che fece anche tanti morti nell’Astigiano fino ad inizio del Novecento. Se una volta si ricorreva alla benedizione, dal 1920 è disponibile il vaccino antidifterico ed attualmente è tra i vaccini consigliati a tutti i bambini nel primo anno di vita.

Anche se c’è il vaccino, si porta comunque avanti la tradizione, con il rito della benedizione della gola che viene impartita durante le celebrazioni liturgiche, o con una Messa il giorno stesso oppure in quelle del sabato e della domenica successive a San Biagio.

fonte https://www.atnews.it/2022/02/oggi-e-san-biagio-protettore-della-gola-3-167118/#:~:text=Oggi%2C%203%20febbraio%2C%20la%20tradizione,precedente%2C%20alla%20festa%20della%20Candelora.

giornata mondiale delle api

 


La Giornata mondiale delle api è una giornata internazionale, che si celebra il 20 maggio di ogni anno, volta a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza degli impollinatori, sulle minacce che affrontano e sul loro contributo allo sviluppo sostenibile. Le api e altri impollinatori, come farfalle, pipistrelli e colibrì, infatti, consentono a molte piante di riprodursi, comprese numerose colture alimentari.Il 18 ottobre 2017, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha deciso di designare il 20 maggio, la Giornata mondiale delle api. Il 20 maggio è stato scelto per la giornata annuale poiché coincide con la data di nascita di Anton Janša (1734-1773), che nel XVIII secolo fu un pioniere delle tecniche di apicoltura moderne nel suo paese natale, la Slovenia, un paese che ha promosso la celebrazione e ha riconosciuto questi insetti per la loro capacità di lavorare richiedendo pochissima attenzione allo stesso tempo.Api, farfalle ed altri insetti hanno un'influenza sostanziale su cibi come frutta e verdura che dipendono direttamente dagli impollinatori. Le api, inoltre, sono sempre più minacciate dalle attività umane. Insetti, pesticidi, cambiamenti nell'uso del suolo possono ridurre i nutrienti a loro disposizione e rappresentare quindi una minaccia per le loro spesso numerose colonie. Alcuni di questi temi sono stati anche ricordati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.da wikipedia

I 120 anni dalla nascita di Adriano Olivetti meriterebbero qualcosa di più concreto delle celebrazioni

 


– Il Fatto Quotidiano

Centovent’anni dalla nascita del più grande, del migliore tra gli imprenditori italiani non sarebbero una data da far passare solo tra celebrazioni e chiacchiere.

Meriterebbero qualcosa di più concreto, anche se fino a pochi anni fa il silenzio sulle vicende della Olivetti e del suo massimo artefice era assordante, forse perché il “cadavere” dell’azienda di Ivrea, distrutta improvvisamente dai suoi successori, era ancora caldo.

Ma ne è passata di acqua sotto i ponti di Mediobanca, Confindustria, Telecom, Parmalat, Fiat, Lehman Brothers, Mps.Oggi molti parlano di “economia sociale”, di “valore sociale delle imprese”, e la figura di Adriano Olivetti è più di moda, c’è stata perfino una serie televisiva Rai a lui dedicata, è un eroe consacrato.

Peccato, però, che solitamente gli eroi non amino i bei discorsi commemorativi, fuggano il fumo e preferiscano l’arrosto cui dedicarono e sacrificarono la loro intera vita, e vorrebbero vedere messo in pratica almeno un po’ di quello che di loro oggi tutti elogiano, non senza ipocrisia.

Di Adriano Olivetti, prematuramente scomparso nel 1960 e della sua Olivetti ci sarebbe da parlare all’infinito e non è proprio il caso. Per fortuna esistono ormai molti lavori, numerose testimonianze scritte e verbali che lo attestano inequivocabilmente: così chi volesse approfondire, non tema, potrà farlo compiutamente.

Tra i molti libri consiglio prima di tutto la lettura dei suoi scritti, che sono numerosi ed eloquenti, e poi certamente qualcuno dei molti lavori di Franco Ferrarotti, forse il più grande tra i sociologi italiani, un uomo che ebbe la fortuna di lavorare a stretto contatto con Adriano Olivetti.

Sorgente: I 120 anni dalla nascita di Adriano Olivetti meriterebbero qualcosa di più concreto delle celebrazioni – Il Fatto Quotidiano

Tarcento, il Pignarul Grant si farà



Gli organizzatori hanno deciso di allestire i tradizionali falò epifanici sabato 9 gennaio, ma senza pubblico

Il Pignarul Grant di Coia, così come tutti i fuochi epifanici della Conca tarcentina, una decina in tutto, saranno accesi in contemporanea sabato 9 gennaio alle 18. Gli organizzatori hanno ricevuto l’autorizzazione. Il tutto si svolgerà in assenza di pubblico e nel rispetto di tutte le normative vigenti.

Il Pignarul Grant di Tarcento deve ancora essere completamente allestito. Si attendeva il via libera, che è arrivato oggi. Le operazioni si concluderanno in tempo per l’accensione di sabato. E’ previsto anche il vaticinio del Vecchio Venerando.

https://www.ilfriuli.it/articolo/tendenze/tarcento-il-pignarul-grant-si-fara/13/234252


Sembra che questa usanza derivi da riti purificativi e propiziatori diffusi in epoca pre-cristiana. I Celti, per esempio, accendevano dei fuochi per ingraziarsi la divinità relativa e bruciavano un fantoccio rappresentante il passato. Mentre il falò ardeva, i contadini in cerchio gridavano e cantavano varie formule augurali[1].

Rimasta intatta come rituale da svolgersi nella vigilia dell'Epifania, ancor oggi la fiamma simboleggia la speranza e la forza di bruciare il vecchio (non a caso si può bruciare la "vecchia" posta sopra la pira di legna).

Il rogo è talvolta benedetto dal parroco e lo scoppiettare dell'acqua santa nel fuoco viene identificato con il demonio infuriato che fuggiva.

La direzione del fumo e delle faville (talvolta alzate di proposito dai contadini usando una forca) viene letta come presagio per il futuro. Si notino i seguenti detti popolari:

(FUR)

«Se il fum al va a soreli a mont,
cjape il sac e va pal mont.
Se il fum al va a soreli jevât,
cjape il sac e va al marcjât»

(IT)

«Se il fumo va a occidente,
prendi il sacco e vai per il mondo [emigra].
Se il fumo va a oriente,
prendi il sacco e vai al mercato [a vendere il raccolto]»

(Friuli)


Il rito dei fuochi è anche un momento in cui la comunità si raccoglie per stare in compagnia. Viene accompagnato dalla degustazione di vin brulé e di pinza, focaccia tipica di questa festa e cotta talvolta tramite gli stessi roghi. Attualmente, per l'occasione possono venire organizzati spettacoli pirotecnici.

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