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San Martino

 


Il padre, un ufficiale dell'esercito dell'
Impero Romano, gli diede il nome di Martino in onore di Marte, il dio della guerra. Con la famiglia il giovane Martino si spostò a Pavia, dove trascorse la sua infanzia e dove, contro la volontà dei suoi genitori, cominciò a frequentare le comunità cristiane. A quindici anni, in quanto figlio di un ufficiale, dovette entrare nell'esercito e venne quindi inviato in Gallia.

La tradizione del taglio del mantello Quando Martino era ancora un militare, ebbe la visione che divenne l'episodio più narrato della sua vita e quello più usato dall'iconografia e dalla aneddotica. Si trovava alle porte della città di Amiens con i suoi soldati quando incontrò un mendicante seminudo. D'impulso tagliò in due il suo mantello militare e lo condivise con il mendicante. Quella notte sognò che Gesù si recava da lui e gli restituiva la metà di mantello che aveva condiviso. Udì Gesù dire ai suoi angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito». Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro. Il mantello miracoloso venne conservato come reliquia ed entrò a far parte della collezione di reliquie dei re Merovingi dei Franchi. Il termine latino per "mantello corto", cappella, venne esteso alle persone incaricate di conservare il mantello di san Martino, i cappellani, e da questi venne applicato all'oratorio reale, che non era una chiesa, chiamato cappella. (wikipedia)


Nel periodo di S.Martino 11-12 novembre le giornata sono solitamente tiepide e soleggiate tanto da meritarsi la definizione di"estate di S.Martino".I primi giorni di novembre si fanno i primi assaggi dalle botti e si stappa il vino novello.Il tutto accompagnato da castagne e dolci tipici. 
In questa giornata la Chiesa fa delle liturgie per il Ringraziamento.


IN FRIULI

L’11 di novembre, giorno di celebrazione del santo, segnava infatti la fine dei contratti agrari dei coloni (cumiât, disdete), che si ritrovavano a lasciare la terra in affitto, traslocare e cambiare casa (fâ Sanmartìn). All’amarezza di questo finire si contrappone però il momento di ringraziamento a Dio per i prodotti della terra e il primo godimento di questi: polenta con farina novella, tacchino, anatra, castagne, zucche, rape e soprattutto vino ne sono l’esempio, tanto da far pensare ad un “piccolo martedì grasso”.  Un S. Martino dionisiaco dunque, soprattutto nelle zone della Slavia , dove al santo viene attribuito il potere di trasformare il mosto in vino.
Sull’Ostermann (La vita in Friuli) si legge che alcuni proprietari non vogliono lasciar assaggiare i loro vini prima di San Martino, e spillano le botti soltanto in quel giorno. Una leggenda racconta che San Martino, inseguito dai nemici, si ricoverò da un povero contadino, che lo nascose in cantina dentro una botte vuota. Entrati i nemici, lo cercarono dappertutto, e trovando le botti piene di vino, tanto ne bevvero che si ubriacarono; il santo poté fuggire, compensando il contadino col lasciargli tutte le botti piene. La popolarità del santo è legata anche alla diffusione dei racconti popolari che lo vedono protagonista. Uno di questi racconta di come S. Martino si aggirasse per il Friuli, alla ricerca del modo migliore per far raffreddare la minestra e, dopo molto peregrinare, di come giunse a Resiutta. Qui, invece di raffreddare le zuppe allungandole con l’acqua, soffiandoci sopra o cambiandogli contenitore, ci mettevano dei bocconi di pane dentro e li mangiavano. S. Martino ne fu conquistato e decise di rimanere a Resiutta, dove, non a caso, è il patrono.
Molti sono i proverbi che lo vedono protagonista:
- A San Martin-ogni most l’è vin; 
- A Sant Martin il gran al va a mulin; 
-Ocjis, cjastinis e vin a son plats di Sant Martin;
- Astât di Sant Martin, trê dîs e un freghenìn.
Quest’ultimo proverbio indica la cosiddetta “estate di san Martino” o “istât dei vecios”, quando cioè dopo i primi freddi il tempo dà una tregua in attesa della definitiva morsa invernale.



Festeggiamenti di San Martino in Slovenia (Martinovanje)

Il periodo intorno alla Festa di San Martino è il periodo in cui i contadini svolgono gli ultimi lavori autunnali e iniziano a prepararsi per l’inverno. Specialmente in campagna è anche il periodo in cui avvengono celebrazioni rituali tradizionalmente intrecciate con la vita rurale. 

Per la Festa di San Martino, cioè l’11 novembre, si rievoca l’onomastico di San Martino, il santo che secondo la leggenda trasforma l’acqua in vino. Ogni anno, in omaggio alla Festa di San Martino, si svolgono per l’intera settimana numerose celebrazioni tradizionali in onore di San Martino. Il santo è festeggiato in tutta la Slovenia, sia in paesi sia in città. 

Proprio in questo periodo il vino matura e le celebrazioni di solito comprendono la benedizione della trasformazione del mosto “torbido” e “peccaminoso” in vino puro. Le feste in onore di San Martino di regola abbondano di gioia, musica, specialità gastronomiche locali e ovviamente – vino. 

Sebbene le feste siano organizzate dappertutto, l’esperienza più genuina la si vive nelle cantine, nelle rivendite di vino sfuso e nei casotti tra i vigneti
fonte:web


Dal web

RITORNA L'ORA SOLARE


 La stagione autunnale si avvicina e, con essa, anche il ritorno all'ora solare. Nella notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre 2023 dovremo spostare le lancette dell'orologio un'ora indietro. In quel fine settimana, infatti, saluteremo l'ora legale e dormiremo un'ora in più. In questo modo guadagneremo 60 minuti di luce in più al mattino, ma le giornate si “accorceranno” di un'ora alla sera, e arriverà molto prima il buio. Da tempo in Europa, e anche in Italia, si discute dell'abolizione del cambio dell'ora: sono in molti infatti coloro che sostengono i benefici dell'adozione dell'ora legale durante tutto l'anno.

siccità

 


Siamo in una situazione di deficit idrico che abbiamo cominciato ad accumulare dall'inverno 20/21 .

E' improbabile che se ne esca in pochi mesi.Occorrerebbe una pioggia costante,ma non troppo intensa,altrimenti non si infiltra.Dobbiamo recuperare 500 mm nelle regioni nord-occidentali:servirebbero 50 giorni di pioggia.

Massimiliano Patui climatologo e ricercatore Cnr


Najhujša šuša v 30 letih / La peggiore siccità in 30 anni


L’ anno 2022 si sta prospettando come il più siccitoso degli ultimi 30 anni almeno per quanto riguarda le Valli del Natisone. Dal primo gennaio al 12 luglio sono caduti solamente 392 mm di pioggia (392 litri per metro quadro).

Se confrontiamo con l’anno 2021, quando per lo stesso periodo erano caduti 1167 mm, mancano all’appello 775 mm, fondamentali soprattutto per il settore agricolo. Patiscono particolarmente le coltivazioni di ortaggi e i frutteti, il mais, le patate e le zucche, l’erba non cresce.

La situazione si è aggravata anche per lo scarso apporto di neve in montagna – il 31 maggio 2021 alla stazione meteo di Triglav Kredarica (2515 m) la coltre nevosa misurava 480 cm, lo stesso giorno 31 maggio 2022 cm 42 – questa è tutta acqua che manca a sorgenti e falde freatiche.

Secondo le previsioni metereologiche a lungo termine, anche i mesi di luglio e agosto saranno molto caldi e con poche precipitazioni.

Negli ultimi 30 anni la media annua di pioggia a fondovalle nella Valle del Natisone si è assestata su 2000 mm con un estremo massimo nel 2014 di 3012 mm e minimo nel 2006con 1366. Nel 2006, anno molto siccitoso, però dal primo gennaio al 12 luglio erano caduti già 625 mm. Un quantitativo molto superiore a quello di quest’anno.

Se questo è un evento straordinario non lo possiamo affermare, la speranza è quella di un ritorno alla normalità anche se purtroppo la tendenza indica un aumento delle temperature ed il verificarsi di situazioni climatiche estreme.

Recentemente l’Università di Udine ha pubblicato alcune indicazioni sulla modifica della tipologia di coltivazioni agricole orientandosi verso colture che utilizzano meno acqua.

In ogni caso l’enorme quantitativo di pioggia che mediamente cade all’anno, 2000 mm. (2000 litri per metro quadro) circa, non dovrebbe essere disperso e bisogna prevedere la realizzazione di invasi per la raccolta e conservazione dell’acqua.

Intanto si cerca di correre ai ripari. Lo scorso 8 luglio il sindaco di San Pietro al Natisone, Mariano Zufferli, ha emesso un’ ordinanza per limitare l’uso dell’acqua «ai soli usi idropotabili e dell’igiene della persona» e ne vieta l’utilizzo «per annaffiature, trattamenti, getti ornamentali e comunque tutti gli usi impropri». (U. D.)

Benečiji grozi najhujša suša v zadnjih 30 letih. Med 1. januarjem in 12. julijem so v Nediških dolinah izmerili le 392 milimetrov dežja, ko ga je v istem obdobju lanskega leta padlo 1197 milimetrov.

Zaradi suše so prizadete predvsem nenamakane površine z vrtninami, poljščinami (koruza, krompir, buče) in sadovnjaki, močno prizadeto je travinje. Tudi julij in avgust naj bi bila po dolgoročnih napovedih vroča in suha. Strokovnjaki poudarjajo, da je v spopadanju z vremenskimi spremembami potencial za kmetijstvo v raznolikosti zasaditev in v novih, proti vremenskim stresom odpornih sortah.

Una teleferica per il Gran Monte

 


Dopo anni di attesa, il momento è arrivato. La teleferica a servizio del Rifugio Ana di Monteaperta/ Viškorša, situato sul Gran Monte a 1468 metri, si farà.

Il sindaco di Taipana/Tipana, Alan Cecutti, non riesce a trattenere l’entusiasmo: «Al Comune è stato da poco assegnato un contributo da parte della Direzione turismo della Regione Friuli-Venezia Giulia, per la realizzazione di quest’infrastruttura per il rifugio. Allo scopo sono stati stanziati 250.000 euro; 200.000 è la quota messa sul piatto dalla Regione, la parte restante è in compartecipazione con il Comune». Alla realizzazione di quest’idea si puntava da molti anni, col coinvolgimento del locale gruppo di alpini, tra i quali va ricordato Ivano Carloni, memoria storica delle penne nere di Monteaperta.

La domanda era stata presentata a sostegno della gestione del Rifugio Ana, che nei periodi di apertura richiama sulGran Monte un numero crescente di persone, anche per la propria posizione lungo alcuni itinerari a piedi. Non da ultimo quello del Cammino celeste, il percorso di devozione tra Barbana, Aquileia e Lussari/Svete Višarje.

Cecutti osserva: «Ogni anno si fa utilizzo dell’elicottero, con spese abbastanza importanti, per portare in quota i viveri e i materiali che servono alla gestione e alle attività che vengono svolte al Rifugio. La teleferica ovvierà a questa necessità; avrà il punto d’arrivo nei pressi dell’edificio e sarà riservata al trasporto di materiali e beni, non di persone».

Ora che le risorse sono sul piatto, è tempo d valutare se sia più opportuno fare partire il tracciato della nuova infrastruttura dalla vallata di Tanamea- Na meji, in comune di Lusevera/ Bardo, o dalla zona di Monteaperta e Cornappo/Karnahta. La valutazione terrà conto di diversi elementi, non da ultimo della conformazione del territorio e della composizione del suolo, oltre che della distanza.

A interessare la zona del Gran Monte, spiega ancora Cecutti, è anche un progetto preliminare con cui l’amministrazione comunale intenderebbe mettere in sicurezza la mulattiera in salita al Rifugio Ana da Monteaperta, tra l’altro allargandone alcuni punti per renderla accessibile alle e-bike. Un ulteriore proposito è, poi, quello di mettere in sicurezza anche il sentiero sul crinale del Gran Monte, in arrivo dal monte Stol e dalla Slovenia.

Ponte Vittorio/Most na Nediži

Un altro importante progetto, che la compagine amministrativa di Taipana ha presentato a fine gennaio alla Regione Friuli-Venezia Giulia nell’ambito delle concertazioni, riguarda la zona Prossenicco/Prosnid. L’idea è realizzare un campeggio a Ponte Vittorio. «L’infrastruttura – spiega il sindaco Cecutti – offrirebbe circa 240 posti, con un servizio a due o tre stelle. Mirerebbe a portare ulteriore sviluppo al territorio e creare connessioni coi comuni vicini e la Slovenia». Il progetto, per un valore di 1.380.000 euro, punterebbe alla nascita di un “centro” di partenza per percorsi ciclabili e a piedi, per fare permanere i turisti sul territorio per un periodo medio-lungo durante l’anno.

Sempre caldo, a Taipana come in tutta la Slavia, è il tema dello spopolamento. Nella ricerca di strategie per farvi fronte, Alan Cecutti confida in un prossimo inserimento del proprio Comune tra le aree interne.

Il sindaco di Taipana, Alan Cecutti/Tipajski župan Alan Cecutti

«Recentemente il direttore del Servizio coordinamento politiche per la montagna, Loris Toneguzzi, ha spiegato che la Regione sta procedendo anche per l’inserimento di Valli del Torre e del Natisone. Nei prossimi mesi i Comuni dovranno adempiere alle condizioni poste dalla Regione per accedere ai relativi fondi. Circa cinque milioni di euro potrebbero essere calati su sanità, istruzione e trasporti, con l’obiettivo di creare iniziative che frenino lo spopolamento e portino giovani sul territorio».

Ma ancora di più, a Taipana e non solo, ci si aspetta anche dalla programmazione europea transfrontaliera e dalla collaborazione con la Slovenia. «Nelle prossime settimane i sindaci delle Valli del Torre, del Natisone e del Posočje s’incontreranno nuovamente a riguardo», assicura Cecutti. (Luciano Lister)

https://www.dom.it/nova-zicnica-do-koce-nad-viskorso_una-teleferica-per-il-gran-monte/

Stop alla quarantena per i vaccinati e Super Green Pass sui trasporti

 

Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto sull'estensione, dal 10 gennaio, dell'uso del certificato verde rafforzato. Ecco le attività interessate


29 dicembre 2021

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi e del Ministro della salute Roberto Speranza, ha approvato un decreto-legge che introduce nuove misure urgenti per il contenimento della diffusione dell’epidemia e disposizioni in materia di sorveglianza sanitaria.

Il testo prevede l’estensione del Green Pass rafforzato (che si può ottenere con il completamento del ciclo vaccinale e la guarigione) e modifiche alle quarantene per i vaccinati. 

Non passa, però, il fronte di chi chiedeva di estendere l'obbligo del Super Green Pass a tutte le categorie di lavoratori, nonostante la sponda delle Regioni che avevano avanzato una netta richiesta in questo senso.

Ma non prevale neanche la linea rigorista di chi, come il ministro della Salute Speranza, sulla scorta dei pareri del Cts e pur d'accordo sulle modifiche alle regole sull'auto-isolamento, chiedeva norme non troppo 'blande'.

Sia in cabina di regia sia in Cdm il confronto è stato serrato: Pd e Forza Italia hanno subìto lo stop della Lega e di M5S sul varo dell'obbligo del certificato verde rafforzato per tutti i lavoratori.

C'è intesa, invece, per calmierare il prezzo delle mascherine Ffp2: una proposta condivisa nell'Esecutivo della quale ora sarà incaricata la struttura commissariale, che dovrebbe stipulare apposite convenzioni con le farmacie.

Ecco nel dettaglio le novità.

Green Pass rafforzato. Dal 10 gennaio 2022 fino alla cessazione dello stato di emergenza, si amplia l’uso del Green Pass rafforzato alle seguenti attività:

- alberghi e strutture ricettive;
- feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose;
- sagre e fiere;
- centri congressi;
- servizi di ristorazione all’aperto;
- impianti di risalita con finalità turistico-commerciale anche se ubicati in comprensori sciistici;
- piscine, centri natatori, sport di squadra e centri benessere anche all’aperto;
- centro culturali, centro sociali e ricreativi per le attività all’aperto.

Inoltre il Green Pass rafforzato è necessario per l’accesso e l’utilizzo dei mezzi di trasporto, compreso il trasporto pubblico locale o regionale.

Quarantene. Il decreto, accogliendo la richiesta delle Regioni, prevede che la quarantena precauzionale non si applica a coloro che hanno avuto contatti stretti con soggetti confermati positivi al Covid nei 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale primario o dalla guarigione nonché dopo la somministrazione della dose di richiamo.

Fino al decimo giorno successivo all'ultima esposizione al caso, è fatto obbligo d'indossare mascherine tipo Ffp2 e di effettuare - solo qualora sintomatici - un test antigenico rapido o molecolare al quinto giorno successivo all’ultima esposizione al caso.

Infine, si prevede che la cessazione della quarantena o dell’auto-sorveglianza consegua all’esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare, effettuato anche presso centri privati; in questo caso la trasmissione all’Azienda sanitaria del referto negativo, con modalità anche elettroniche, determina la cessazione di quarantena o del periodo di auto-sorveglianza.

Capienze. Il decreto prevede che le capienze saranno consentite al massimo al 50% per gli impianti all’aperto e al 35% per gli impianti al chiuso.

https://www.ilfriuli.it/articolo/politica/stop-alla-quarantena-per-i-vaccinati-e-super-green-pass-sui-trasporti/3/258069

Covid, il Fvg cerca di frenare il contagio

 

Si teme per il superamento della soglia di occupazione di terapie intensive e l'aumento esponenziale dei casi a Trieste

Covid, il Fvg cerca di frenare il contagio

La conferenza stampa di Trieste, che ha fatto il punto sulla situazione Covid, ha lanciato un chiaro segnale di allarmeI casi, in regione, sono in crescita. Aumento che, per l'area giuliana, risulta ormai esponenziale e desta preoccupazione.

La prima soglia critica, quella dell'occupazione delle terapie intensive, ha superato il livello di guardia, fissato al 10%. I pazienti ieri erano 18, a fronte di 175 posti disponibili.

Per il passaggio in zona gialla - è bene ricordarlo - è necessario che anche il parametro dei ricoveri ordinari superi la soglia del 15%. E, in questo caso, i numeri sono ancora abbastanza confortanti. Ieri i pazienti erano 75, a fronte di 1.277 posti letto. E' chiaro, però, che l'aumento della pressione ospedaliera rischia in ogni caso di compromettere l'accesso alle prestazioni sanitarie non urgenti. Con tutte le conseguenze del caso, specie sulle liste di attesa.

Per scongiurare che l'avvicinamento a parametri da zona gialla, la Regione corre ai ripari. A partire dalle manifestazioni che, nelle ultime settimane, hanno prodotto effetti importanti, soprattutto a Trieste, diventata - suo malgrado - capitale del no Green Pass per diversi giorni.

Il Prefetto Valerio Valenti ha chiaramente annunciato che è arrivato il momento di 'comprimere' la libertà di manifestare. Si potrà continuare a farlo, ma nel rispetto della salute pubblica. Dopo il comitato per l'ordine e la sicurezza a Trieste, la proposta sarà avanzata oggi in un incontro con gli altri Prefetti e i sindaci dei capoluoghi. Pronti, sul modello di Trieste, a chiedere una stretta per gli eventi di piazza. Le limitazioni - che saranno introdotte tramite ordinanza dei primi cittadini - saranno quelle previste dalla 'zona gialla', ovvero obbligo di mascherina e distanziamento anche all'aperto. E, in caso di violazioni, a rispondere saranno in primo luogo gli organizzatori degli appuntamenti.

C'è poi il tema di piazza Unità dove, fino alla fine dell'anno, non sarà possibile manifestare. Un provvedimento analogo potrebbe interessare anche piazza Libertà a Udine, per cui il sindaco Pietro Fontanini aveva già invocato delle 'restrizioni' essendo stata il punto di ritrovo di tutti i cortei che fin qui hanno interessato il capoluogo friulano.

Il dato dell'incidenza - 128 casi ogni 100mila abitanti in Fvg - è ancora molto differenziato. A Trieste - salita a 350 contagi ogni 100mila abitanti - è quasi cinque volte superiore ai numeri di Udine e Pordenone, pur in aumento, mentre Gorizia si pone a metà strada. Analogo discorso per i nuovi casi che, a Trieste, sono raddoppiati in sette giorni, passando da 398 a 801. Numeri, illustrati dal professor Fabio Barbone, a capo della task force Covid, che sono collegati al minor tasso di vaccinazione dei cittadini del capoluogo, ma che hanno anche una stretta correlazione proprio con le manifestazioni no Green Pass.

Il più grande focolaio attualmente attivo in regione, infatti, è proprio legato alle manifestazioni no Green Pass. In base alle autodichiarazioni, sono saliti a 93 i contagi correlati agli eventi di piazza. Un numero che potrebbe risultare ancora sottostimato, visto che molti manifestanti arrivavano da fuori regione (e risultano, quindi, difficilmente tracciabili dai nostri Dipartimenti di prevenzione), mentre altri potrebbero non essersi sottoposti a tampone o non aver dichiarato l'origine del contagio.

"Nella maggior parte si tratta di persone non vaccinate - ha detto Barbone - che non indossavano la mascherina, non rispettavano il distanziamento, urlavano e cantavano. In piccola parte si tratta di contatti diretti dei manifestanti e, in percentuale ancora minore, di persone che hanno dovuto seguire le manifestazioni per obbligo di lavoro".https://www.ilfriuli.it/articolo/salute-e-benessere/covid-il-fvg-cerca-di-frenare-il-contagio/12/254348

Oggi inizia il nuovo anno scolastico


La scuola sarà in presenza al cento per cento fino alla fine dell'anno scolastico.Tutti con Green Pass.Il nodo da sciogliere è il trasporto che oggi saranno messi alla prova a pieno carico,all'80 per cento.

Quando finisce la scuola 2021-22 in Friuli?

La fine dell’attività didattica nelle scuole primarie e secondarie è prevista per sabato 11 giugno 2022. Anche in questo caso qualche giorno dopo rispetto a quanto deciso in buona parte delle regioni italiane.

Viceversa per le scuole d’infanzia l’ultimo giorno in calendario è il 30 giugno 2022, per garantire una migliore organizzazione delle vite familiari.

Di conseguenza la durata complessiva delle lezioni ammonta a 207 giorni per le scuole elementari, medie e superiori. Mentre il totale sale a 223 giorni per quelle d’infanzia, visto che la fine delle attività arriva più tardi.

Calendario ufficiale a.s. 2021-22 Fvg, festività

Gli studenti che frequentano le scuole in Friuli, oltre a tutte le domeniche, potranno restare a casa nelle seguenti giornate individuate dalla regione:

  • 1° novembre: festa di tutti i Santi
  • 8 dicembre: festa dell’Immacolata Concezione
  • dal 24 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022, festività natalizie
  • 28 febbraio, 1 e 2 marzo, festività di carnevale
  • dal 14 al 19 aprile festività di Pasqua
  • 25 aprile, Anniversario della Liberazione
  • 1° maggio, Festa del lavoro
  • 2 giugno, Festa nazionale della Repubblica.

A questi giorni di vacanza si potrebbe aggiungere l’eventuale presenza del santo patrono, che cade in giorni diversi in base alla località di riferimento. In tali date, le lezioni saranno sospese se previste. 

CALDO...CALDO ...E NON E' ANCORA ESTATE


 E' iniziato un periodo troppo caldo per me. In casa abbiamo 28 gradi,Sono costretta a tenere acceso il condizionatore per parecchie ore,Di notte mi sveglio tutta sudata e devo cambiarmi di biancheria.Rimpiango le stagioni più fresche!Voi come ve la passate?

 


Siamo in fascia gialla da oggi.Spero che tutti si comportino rispettando le regole,altrimenti ritorneremo in fascia arancione con le limitazioni che derivano. Consentite diverse attività commerciali e dei pubblici esercizi, ma alcune decisioni dell’ultima ora, che non erano previste nelle prime bozze del decreto del governo, hanno lasciato l’amaro in bocca alle categorie interessate. Due su tutte: la mancata riapertura, inizialmente prevista il 15 maggio, dei centri commerciali nei week end, e il divieto di consumare un caffè o un calice di vino al banco del bar.

Vaccinarsi anche contro il tiranno Pil

 Dalla Liguria: «Per quanto ci addolori ogni singola vittima del Covid 19, dobbiamo tenere conto di questo dato: solo ieri (1. 11. 2020, ndr.) tra i 25 decessi della Liguria, 22 erano pazienti molto anziani. Persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate» (tweet del presidente della Regione).

Dalla Lombardia: «Contributo che le Regioni danno al Pil, mobilità, densità abitativa e zone più colpite dal virus: sono questi i quattro parametri che il vice presidente e neo assessore al Welfare della Regione Lombardia avrebbe chiesto di tenere in considerazione per la ripartizione dei vaccini anti-Covid, con una lettera al commissario Arcuri».

Mi immagino cosa possano pensare, prevedere, temere, – magari an- che indignarsi? – le popolazioni delle periferie povere, scarnificate dall’emigrazione,debilitate dal numero di anni sopportati sull’ingobbito groppone, semiabbandonate ed escluse dai diritti essenziali… E penso anoi, popolo dei monti

e delle valli della Benecìa, da Prepotto a Tarvisio, sacrificato in ragione del proprio «pil» – scritto minuscolo perché ridicolo –, «ricco» di improduttività, di stato civile vedovo, anziano, pensionato, disoccupato, inabile, malato. Ma vale proprio la pena star dietro a gente che, osservata dal monocolo lombardo o ligure, – ma, perché no, anche dal Nordest, viste le tendenze – si presenta così magra di Pil, così pensionata, così priva di densità abitativa, così poco indispensabile allo sforzo produttivo?

Il detto monocolo – denaro e produttività – non è certo una invenzione recente, tutt’altro. Ha una storia millenaria, usato ed abusato dai potenti, da coloro che per la loro posizione dominante potevano disporre delle sorti dei più deboli. Sarà solo una leggenda tramandata dai tempi dell’antica Sparta, secondo cui gettandoli nel vuoto dalle rupi del monte Taigeto la società di allora si liberava del fardello dei bimbi disabili, non rispondenti ai canoni sanitari ed efficientistici d’allora. E qui mi si permetta un inciso: oggi non v’è la crudezza del gesto plateale da una rupe, ma succede che dei bimbi disabili, e anche semplicemente «bimbi», ce ne liberiamo ancora non nati. Ma torniamo al monocolo. Lo vedo sotto la scriminatura del ciuffo del Führer che discrimina dal suo bunker chi ha diritto di vivere o meno tra gli utili, finché tali e gli inutili; tra i razzisticamente puri e gli impuri. E non è che più vicino a noi, tra noi, quel triste monocolo non abbia orientato ed ancora orienti scelte politico-sociali altrettanto riprovevoli.

Chi, dunque, va salvato per primo, per chi si chiede platealmente la prioritaria vaccinazione? Chi merita di mettersi in fila tra i primi per il fatidico vaccino anti Covid? Torna sempre a galla la priorità del Pil, ciò che questa sigla rappresenta nella mente dei più: il prodotto, l’efficienza. Non come e a che prezzo umano il prodotto viene realizzato; non il fine ultimo del prodotto allo scopo del benessere comune; ma il prodotto in sé, come parametro dello sviluppo del genere umano.

Non voglio sprecare molte parole su questo argomento, ma mi rendo conto che il solo fatto che, oggi, – quando ci si riempie la bocca di buoni propositi, di attenzioni da dedicare ai più deboli, di responsabilità

dei gestori del bene pubblico verso tutte le componenti della comunità umana, verso tutte le fasce sociali indipendentemente dal censo, dal colore della pelle, dal credo religioso e politico e quant’altro – che oggi, ripeto, si spacci spudoratamente come credute legittime richieste di precedenze da dare ai territori e alle società più ricche ed opulente, vuol dire che ben poco rimane realmente del creduto progresso sociale, umano, culturale a cui l’umanità dovrebbe aspirare. Ho sentito, ascoltato in diretta con passione le parole di Joe Biden, il neoeletto presidente degli Stati Uniti, apprezzandolo come un potente e provvidenziale antivirus, antidoto all’epidemia globale diffusa con insensato impegno dal suo predecessore «The Donald». Se alle parole seguiranno scelte coraggiose e azioni concrete si potrà sperare in un effetto domino e in una certa immunità di gregge nei confronti dei nemici elencati da Biden: discriminazioni razziali, disuguaglianze, rancori, odi di classe, violenze, ingiustizie, violenze alla natura e al pianeta.

Ho ascoltato anche i propositi che il nostro primo ministro, Giuseppe Conte, ha elencato presentandosi alla Camera e al Senato, apprezzandone il richiamo al dovere di tutelare i deboli, le classi sociali svantaggiate e tra queste anche le minoranze linguistiche. Ci saremo anche noi, sloveni di periferia tra coloro che possono aspirare ad una qualche attenzione? Forse sì, ma sarebbe un clamoroso fiasco se proprio noi rimanessimo inerti nelle nostre istituzioni, nelle amministrazioni comunali e sovracomunali, nelle nostre scelte politiche autolesioniste e incapaci di gestire il territorio etnicamente tutelato per legge dello Stato (la 38-2001).

La domanda fatidica sta proprio qui: ammesso e concesso che vi siano mezzi finanziari straordinari a disposizione, sarà capace la nostra compagine amministrativa di progettare, proporre e sostenere degli interventi comuni per far non morire quanto resta della nostra comunità? A guardare come le somme a disposizione vengono sprecate senza dei progetti validi e prospetticamente produttivi verrebbe da dire: «Buog nam pomaj!».

https://www.dom.it/vaccinarsi-anche-contro-il-tiranno-pil_cepiti-se-moramo-tudi-proti-bdp-ki-nam-vlada/?fbclid=IwAR3pFQKJy_wkds0-Ed3RtSVHfcPqUnaaZ6HROgmwfUzea5vs3vlRDZ0kKm8

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