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Naše jezike podpira tudi demografija / Anche la demografia tutela le lingue

 

Naše jezike podpira tudi demografija
Anche la demografia tutela le lingue

L’autonomia della nostra Regione «si basa fondamentalmente sulle lingue minoritarie: usarle, proporle e innovarle è dunque un’arma di difesa della specialità». Così ha detto il presidente del consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, introducendo la tavola rotonda organizzata dal consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia dopo le Conferenze dedicate alle minoranze linguistiche friulana, slovena e tedesca. «Bisogna continuare a utilizzarle nelle istituzioni, nelle scuole, nelle associazioni, farle diventare lingue sempre più vive, capaci di tratteggiare il mondo del presente ma anche del futuro, grazie alle nuove tecnologie. Per questi motivi il mio grazie va a tutti quelli che le usano, le promuovono e le diffondono, in quanto fondamento della nostra convivenza civile».

Al dibattito organizzato venerdì, 21 ottobre, all’auditorium «Comelli » nella sede della Regione a Udine, sono intervenuti diversi rappresentanti del mondo delle tre minoranze linguistiche regionali.

Moderati da Fabiana Fusco dell’Università di Udine, nel corso del dibattito si sono confrontati esperti di Arlef, Slori e Università degli studi di Udine nonché amministratori locali, per fare il punto su quanto fatto e da fare nella tutela di sloveno, friulano e tedesco.

L’assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, ha notato come la Regione Fvg abbia organizzato una conferenza dedicata a tutte e tre le lingue minoritarie presenti nel territorio, per capire le problematiche e quali buone pratiche che si sono dimostrate efficaci per altre lingue possano essere messe in atto. «Il friulano, lo sloveno e il tedesco – ha detto Roberti – sono lingue molto diverse tra loro, ma le criticità a cui siamo chiamati a dare una ri-sposta sono le medesime. Tra queste rientrano sicuramente la possibilità di comunicare in tutti gli ambienti istituzionali della Regione utilizzando la lingua minoritaria, ma anche il problema dello spopolamento delle aree di confine. È necessario favorire l’integrazione nel tessuto comunitario di chi, provenendo da un’altra regione o nazione, desidera approcciarsi a queste lingue».

Nel corso del convegno sono stati illustrati i risultati delle conferenze regionali tenute tra ottobre e novembre 2021 sulla tutela della lingua friulana e delle minoranze linguistiche slovena e tedesca.

Con riguardo al friulano, l’obiettivo è fermare la decrescita dei parlanti. In regione sono 600.000, ma ogni anno il numero cala dello 0,6 per cento. Senza far nulla, nel 2050 scenderebbe a 500.000.

Il direttore dell’Agenzia regionale per la lingua friulana, William Cisilino, ha spiegato come l’ente punti a strumenti innovativi, ad esempio il traduttore automatico italiano-friulano di Google. «Il Piano generale di politica linguistica 2021-25 ha proprio l’obiettivo di fermare questo calo del numero di parlanti. Sappiamo che ci sono tecniche specifiche per arrivare a questo risultato, e leesperienze del Galles e del Paese Basco hanno dimostrato che è possibile invertire il trend».

Il piano guarda a pubblica amministrazione, comunicazione, tecnologie, presenza sociale e acquisizione linguistica. Importante è il ruolo di media e social come Facebook, Instagram e Youtube.

Dall’Istituto sloveno di ricerche- Slori, Devan Jagodic ha spiegato come la terza conferenza regionale della minoranza linguistica slovena abbia rilevato passi avanti, ad esempio l’avvio dell’Ufficio centrale per la lingua slovena e l’accessibilità del sito del Consiglio regionale in sloveno. Manca, però, una programmazione di lungo periodo delle priorità. Le potenzialità di organi come la Commissione regionale consultiva per la minoranza linguistica slovena e l’Assemblea degli eletti in lingua slovena, poi, non sono sfruttate appieno.

Uno studio sul bilinguismo nelle insegne pubbliche mostra come le leggi siano applicate solo al 40 per cento nelle province di Udine e Gorizia. Tra le proposte di Jagodic, quella d’istituire un’Agenzia per la lingua slovena, secondo l’esempio positivo di Arlef, e l’estensione delle disposizioni della legge di tutela della minoranza slovena agli interi ambiti comunali.

Dall’Università di Udine, Francesco Costantini ha riassunto quanto emerso alla prima conferenza regionale sulle minoranze di lingua tedesca. «Negli ultimi anni c’è stato un risveglio di attenzione verso il patrimonio linguistico, ma resta la criticità legata alla dimensione demografica delle varie comunità». L’insegnamento a scuola cozza col mancato ricambio generazionale del corpo docente e la mancata istituzionalizzazione. Servirebbero, quindi, programmazione a lungo termine e una seria formazione degli insegnanti. Anche le varianti di tedesco hanno potenzialità in ambito turistico, per la presa che hanno sui visitatori. Sarebbe auspicabile una loro maggiore presenza in forma scritta.

Dopo le relazioni sono intervenuti anche alcuni consiglieri regionali.

Il consigliere dell’Unione slovena- Ssk, Marko Pisani, ha insistito sull’importanza dell’utilizzo delle lingue minoritarie a livello istituzionale, anche sui siti internet.

Massimo Moretuzzo del Patto per l’Autonomia, Emanuele Zanon di Regione Futura e Franco Mattiussi di Forza Italia hanno parlato della situazione del friulano. Moretuzzo ha notato come nell’insegnamento a scuola si debba essere vigili rispetto al pregiudizio di parte del personale scolastico. Rispetto al numero dei parlanti, poi, il friulano resta poco presente alla radio e alla televisione.

Mattiussi, che ha concordato con Moretuzzo sul potenziale economico delle lingue locali, ha svelato di essere stato un genitore restio a parlare in marilenghe coi figli. «Ora per fortuna i miei figli parlano in friulano correttamente e io ho riscoperto l’importanza della tutela della lingua».

Zanon, che sostiene un modello glocal di sviluppo, ha ricordato il problema della scarsa natalità, che interessa proprio molti piccoli centri in cui le lingue locali sono vive.

In collegamento, il vicepresidente del Consiglio regionale, Stefano Mazzolini, si è soffermato sulle problematiche della minoranza linguistica tedesca. «Nella Valcanale – ha ricordato il consigliere della Lega – siamo riusciti a realizzare una scuola plurilingue a Ugovizza, e anche l’istituto superiore Bachmann a Tarvisio lavora in questa direzione».

Nel corso della giornata sono intervenuti anche esperti italiani dall’estero, Michele Gazzola, dell’Ulster University, e Ada Bier, dall’Università del Paese Basco.

Nel pomeriggio è stata proposta l’organizzazione di altre conferenze congiunte, ad esempio sulla scuola, ribadendo il desiderio di un luogo di confronto istituzionale tra le diverse comunità linguistiche.

La proposta di un’agenzia per lo sloveno

Riprendendo lo spunto di Devan Jagodic dello Slori, il consigliere Marko Pisani (Unione slovena-Ssk) ha proposto la nascita di due agenzie regionali per lo sloveno e il tedesco, sulla scia del positivo esempio di Arlef.

Da parte sua, l’assessore Pierpaolo Roberti ha definito la proposta interessante. «Anche se mi riesce difficile capire come possa essere declinata rispetto all’organizzazione della minoranza slovena che oggi è molto diversa, dove le associazioni sono rappresentate nella commissione consultiva e sono già in grado di influire sugli indirizzi da dare». Pisani ha rilanciato proponendo di ampliare le competenze dell’Ufficio centrale per la minoranza slovena. «E credo che occorra un tavolo istituzionale dove le tre minoranze si possano confrontare e da dove si possano portare le proposte all’Amministrazione regionale». (Luciano Lister)

dal Dom

https://www.dom.it/nase-jezike-podpira-tudi-demografija_anche-la-demografia-tutela-le-lingue/

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