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NELL' ANNO NUOVO CON CORAGGIO


 Un paio di messe in stile sloveno alla vigilia di Natale a San Pietro abbiamo visto molti . C'era chi va al catechismo bilingue, e tanti altri tra la folla che riempiva la grande chiesa-.

I giovani sono stati i protagonisti della 60esima Giornata dell'Emigrante in occasione della Santissima Trinità a Čedad.

 Adoravano, cantavano, predicevano e recitavano. Ai giovani è affidato anche il compito di parlare a nome delle organizzazioni slovene della provincia di Udine

In questi due grandi raduni gli sloveni di Benečia, Rezia e Vaòcanale hanno raccolto coraggio e coraggio per la nuova vita e per il futuro. I bambini e i ragazzi che abbiamo visto a S.Pietro e Čividale sono la prova che il nostro lavoro non è vano, che la vita va avanti, che è nato qualcosa di nuovo e di bello, che l'immagine slovena dei nostri luoghi non è sbiadita.

Anche il progetto di sviluppo turistico del Veneto è trainato soprattutto da forze giovani.

Siamo consapevoli che la situazione è drammatica, che i problemi sono grandi, ma con coraggio e coraggio nel cuore, possiamo rimboccarci le maniche e affrontarli.

Ezio Gosgnach

dal Dom


A Clap tra le sterpaglie anche i prati

 


A Clap tra le sterpaglie anche i prati

Dista da Canebola/Čenijebola appena un paio di chilometri e fino a prima del terremoto era relativamente grande. Decenni fa arrivava a contare circa trecento abitanti. Stiamo parlando di Clap/ Podrata, un paese che come tanti altri nella Slavia ha subito in modo pesante le dinamiche dello spopolamento generate dal richiamo della pianura e dell’estero per migliori opportunità di vita, col colpo di grazia giunto dopo il terremoto del 1976.

A parlarci della vita nel paese è Luca Pantanali, che insieme alla famiglia risiede nella frazione montana di Faedis. «Oggigiorno a Clap siamo in sei abitanti. Oltre alla mia compagna Stefania e ai nostri due figli, ci sono altre due persone. E pensare che un tempo qui risiedevano trecento persone ». Effettivamente, allungando lo sguardo dalla piazzetta stretta vicino alla chiesa e alle campane del campanile non ricostruito, in lontananza, tra la sterpaglia che copre molti terrazzamenti, si scorgono le pietre di molte case diroccate. Avrebbero un certo fascino, eppure sono in abbandono.

Fanno eccezione le case vicine alla piazza, frequentate più spesso, e quelle che Luca e la sua famiglia hanno sistemato negli ultimi anni. «Mi sono trasferito quassù dalla pianura per un altro stile di vita», spiega Luca, che ha 45 anni ed è originario di Pozzuolo.

A suo tempo la sua storia è balzata agli onori delle cronache. Nel 2007 ha scelto di venire a vivere a Clap per stare a contatto con la natura, lasciando un lavoro in ferramenta e una potenziale carriera nel calcio. Ha preferito sistemare un casale in questa borgata, attrezzandolo per l’allevamento, e comprare alcuni terreni.

Nel tempo a questa sua scelta si è unita anche una compagna, Stefania Mattieligh, di 35 anni, i cui nonni venivano proprio da Clap. E oggi l’azienda agrituristica di Pantanali è diventata un presidio del territorio, come l’agriturismo Zaro alle Farcadizze. Luca e Stefania allevano pecore, capre e altri animali; producono insaccati e ortaggi; tagliano legna. Affittano anche camere e cercano di strutturare ulteriormente l’attività.

«Ogni giorno portiamo i nostri figli, Samuele e Simone, alle scuole a Faedis e Campeglio», dice Luca, spiegando che lo scuolabus non raggiunge il paese. «Abbiamo fatto questa scelta di vita a contatto con la natura anche per loro. Non sappiamo cosa succederà quando cresceranno», aggiunge.

Nella frazione i momenti di ritrovo, al di là di eventi organizzati, sono pochi. La comunità si ritrova soprattutto nelle festività religiose, anzitutto nella festa di Madonna Addolorata, la seconda o terza domenica di settembre, poi la prima domenica dopo Pasqua e a novembre per la Commemorazione dei defunti. Più a valle rispetto alla piccola chiesa, che contiene una bellissima statua della Madonna dei sette dolori, a cinque minuti di cammino si trova anche un piccolo cimitero.

Come tutta la zona montana di Faedis, anche a Clap un tempo si parlava solo dialetto sloveno. «I miei nonni lo parlavano», spiega Stefania. «La Slovenia è distante solo pochi chilometri da qui e siamo stati contenti, all’ultima festa di fine anno scolastico, di sentire i bambini cantare una canzone in sloveno. Saremmo contenti se i nostri figli imparassero anche questa lingua». La tradizione linguistica slovena è ancora viva nei canti durante le rare celebrazioni in chiesa.

Certo, un tempo qui vicino c’era la cortina di ferro, ma ora come allora la gente vuole vivere. La sterpaglia sembra quasi voler mangiare le case disabitate, ma le sue radici non sono profonde. Per toglierle ci vuole tenacia. (Luciano Lister)

dal Dom

 


La zona montana del comune di Torreano con le sue frazioni è peculiare per tutto il territorio comunale, con potenzialità di sviluppo nell’ambito del turismo lento. È quanto emerso a seguito di un sopralluogo sul territorio insieme al personale di «Promoturismo» e sottolineato nell’ambito di un recente incontro con la cittadinanza organizzato dalla maggioranza consiliare di Torreano a Masarolis/Mažeruola. L’assessore ai lavori pubblici e al turismo, Sebastiano Iacuzzi, ha rilevato come un particolare punto di forza sia rappresentato dal passaggio del «Cammino celeste» – che fa tappa proprio a Masarolis – anche se al momento il numero di posti letto disponibili in zona non è sufficiente. Per questo potrebbe tornare utile il progetto di valorizzazione turistica del rifugio degli alpini, situato verso la cima del monte Joanaz, dove si aprirebbe anche la possibilità di creare alcuni posti di lavoro. Da parte del Gal Torre-Natisone, poi, è stato manifestato l’interesse a emettere un bando per rimettere a norma la casa di Filippo Sturmig, un immobile di pregio che si trova al centro di Masarolis e che fa capo alla fondazione «Aminta Flebus».

Sul modello di quanto intrapreso alcuni anni fa nel comune di Stregna/Sriednje, per una migliore cura del territorio il municipio ha commissionato uno studio rivolto alla nascita di un’associazione fondiaria nella zona di Masarolis. Il proposito è quello di garantire manutenzione ai terreni abbandonati e incolti della zona, partendo con una richiesta di contributo per il loro recupero pari a 50.000 euro.

Un plauso, dai componenti della compagine amministrativa del sindaco Francesco Pascolini, è andato alla Pro loco di Masarolis, che ad agosto scorso ha attivamente collaborato alla riuscita della kermesse «Calici di stelle» a Torreano.

Di converso, sebbene potesse rientrare entro un piano per la copertura del servizio per il 70% del territorio, «Openfiber» ha rifiutato di posare la fibra nelle frazioni montane di Torreano. A spiegarlo è stato il consigliere Alessandro Piccaro. Nei luoghi disagiati del territorio del comune, quindi, si cercherà di provvedere attrezzando ponti che facilitino la ricezione del segnale per l’accesso a internet.

Soprattutto nella zona montana del comune, la posa della fibra ottica rappresenta un fronte aperto importante e strategico per il futuro del territorio. Attraverso un drone sul campanile, in municipio sta venendo valutata la possibilità di creare un ponte radio tra Canalutto/Skrila e Masarolis/Mažeruola.

Al contempo sta venendo verificata l’eventualità di sistemare, sui punti attrezzati da «Openfiber», ripetitori per ovviare alla scarsità di segnale di telefonia mobile. Il sindaco Pascolini ha evidenziato la necessità d’impegnare punti elevati sul territorio, come i campanili – e in tal senso è già stata presentata domanda alla curia udinese.

Sul fronte della digitalizzazione, poi, il consigliere Piccaro ha annunciato che sono stati erogati 80.000 euro al municipio attraverso un bando per la trasformazione digitale della Pubblica amministrazione. Al momento, come diversi cittadini avranno già riscontrato, è anche in fase di aggiornamento il sito internet del Comune.

Partirà a breve, a Canalutto/Skrila di Torreano, un cantiere gestito dalla Protezione civile per mettere in sicurezza una frana presente in zona. Ad annunciarlo è stato l’assessore ai lavori pubblici e al turismo del Comune di Torreano, Sebastiano Iacuzzi. Nel prossimo periodo riprenderanno anche gli interventi di sistemazione sulla strada di Reant/Drejan, per un ammontare di 300.000 euro, 200.000 dei quali provenienti dal fondo Vaia. Novità per la borgata montana giungono anche dal vicino comune di Faedis. A seguito di un interessamento dal versante di Pedrosa/Pedroza, frazione, che da Reant a piedi dista una buona mezz'ora, si sta cercando di ragionare su come mettere in sicurezza per il traffico il collegamento stradale in quota tra i due paesi. Anche sulla strada di Masarolis, infine, sono attesi interventi di asfaltatura entro l’anno. (Luciano Lister)

dal Dom

Taglio di 400.000 euro, ecco i sindaci


ìI sindaci di Benecia, Resia e Valcanale non intendono restare passivi di fronte alla drastica riduzione dei fondi – da 900 mila a 500 mila euro – per lo sviluppo dell’area della provincia di Udine nella quale è presente la minoranza linguistica slovena, provenienti dallo Stato sulla basa della legge di tutela.

Amareggiati per il taglio approvato dalla Commissione regionale consultiva per la minoranza slovena, quando le organizzazioni slovene dicono di voler sostenere con forza la loro comunità in provincia di Udine, i primi cittadini considerano quei soldi importanti per il territorio e non intendono rinunciarvi a cuor leggero. Così hanno redatto una lettera indirizzata all’assessore regionale alle Autonomie locali con delega alle Identità linguistiche, Pierpaolo Roberti.

«L’iniziativa vede come capofila il presidente della Comunità di montagna del Natisone e Torre, Maurizio Steccati. L’accordo è che ognuno dei 16 sindaci interessati al provvedimento entro metà dicembre invii in Regione lo stesso testo su carta intestata del proprio Comune», fa sapere Mariano Zufferli, sindaco di San Pietro al Natisone e vicepresidente della Comunità di montagna.

«Se l’anno scorso avevamo accolto con soddisfazione l’assegnazione di 900.000 euro», si legge nel testo della lettera, «ora non possiamo non esprimere delusione per il passo indietro che si intende compiere. Infatti non sono venute meno le ragioni che l’anno scorso avevano portato tutti i componenti della provincia di Udine della Commissione consultiva, di concerto con gli amministratori locali del territorio interessato dal provvedimento, a chiedere un aumento ed una stabilizzazione della dotazione annuale a 1.000.000 euro dei fondi previsti dall’Art. 21 della L. n. 38/01,in quanto, vista la vastità del territorio rappresentato ed i suoi articolati problemi, l’importo definito oltre venti anni fa dalla legge di tutela pari a 1.000.000.000 di lire (516.000,00 €) annui, oggi non risulta essere più adeguato alle aspettative».


«Il rammarico per la volontà espressa in sede di Commissione consultiva – proseguono i sindaci –, è ancora più grande per il fatto che si intenda destinare la quota tolta allo sviluppo dei 16 comuni della provincia di Udine a interventi esterni al nostro territorio. E questo in un periodo di forte crisi economica».

Gli amministratori locali non mancano di evidenziare che «nel corso degli ultimi dieci anni i fondi dell’art. 21 sono stati impiegati in maniera efficace ed efficiente in interventi degli enti pubblici per progetti di carattere economico, aiuti alle imprese, progetti di sviluppo di carattere turistico, scolastico e sociale». Pertanto chiedono «di riconsiderare la questione in sede di Giunta e Consiglio regionali nello spirito delle decisioni adottate l’anno scorso».

A questo punto l’assessore Roberti porterà avanti la posizione della Commissione consultiva o ascolterà la voce dei rappresentanti eletti del territorio? E come si comporteranno i consiglieri regionali quando la questione arriverà nell’aula del Consiglio del Friuli Venezia Giulia.

Il consigliere regionale Giuseppe Sibau segue la vicenda e dei malumori in Benecia, Resia e Valcanale è stato informato anche il suo collega della Slovenska skupnost, Marko Pisani. In tutto questo fa rumore il silenzio delle organizzazioni della minoranza slovena… (M. Z.) https://www.dom.it/pismo-zupanov-o-rezu-400-000-evrov_taglio-di-400-000-euro-ecco-i-sindaci/

Narisani kamni iz Viškorše v spomin - Da un sasso i colori di Monteaperta

 

Tra natura e colori, un pezzettino di Monteaperta resta impresso in un sasso, da potere portare via con sé.

Con l’aiuto dell’artista locale Erica Sentieri, per concludere in bellezza l’estate il gruppo Amici di Monteaperta ha posizionato lungo i sentieri e in tutto il paese dei sassi dipinti a mano. Su di essi sono raffigurati i fiori della zona, ovviamente in calce sono riportati anche il luogo da cui provengono e l’anno in cui sono stati dipinti.

L’artista Erica Sentieri dipinge su vari tipi di supporti. Per questo le è venuto naturale pensare di dipingejugorje. sui sassi raccolti dai torrenti della Val Cornappo, al fine di lasciare un ricordo di Monteaperta a tutti coloro che nei prossimi mesi giungeranno a visitare la bella frazione di Taipana/ Tipana, conosciuta anche come la “Piccola Cortina”.

Erica Sentieri ha sempre dipinto e amato le piante ed i fiori. Da queste due passioni nascono le sue creazioni. Come artista attiva in paese, cura la decorazione a mano di oggetti d’arredo, ceramica, vasi e centro tavola.

Erica Sentieri

dal Dom

I membri del gruppo Amici di Monteaperta chiedono a tutti gli interessati di raccogliere un solo sasso, in modo da lasciare a quante più persone possibile un ricordo di Monteaperta. (Luciano Lister)


I punti critici nel comune di San Pietro


 La giunta comunale di San Pietro al Natisone si è riunita il 30 marzo. Segnaliamo in particolare l’approvazione dello studio generale idrogeologico dei punti critici del territorio comunale. Si tratta di un documento fondamentale per poter procedere alla richiesta alla Regione Friuli Venezia Giulia dei finanziamenti necessari. L’investimento necessario per mettere in sicurezza il territorio comunale ammonta a 5.432.100 euro. I punti critici dal punto di vista idrogeologico sono concentrati nelle seguenti aree: Costa, Vernassino, Puoie, Sottovernassino, Cocevaro, Chiabai, Cedron, Azzida, Clenia, Vernasso, San Pietro al Natisone, Sorzento, Biarzo e Tarpezzo.

L’amministrazione ha concesso il patrocinio per materiale informativo promosso dalla Lega Italiana lotta contro i tumori (Lilt) e il patrocinio per le seguenti iniziative promosse dall’associazione Vallimpiadi: «Open darts 2022», organizzata nelle giornate del 23 e 24 aprile, e «Off roads valleys 2022», organizzata nella giornata dell’8 maggio. Infine è stato approvato anche il progetto per l’attivazione dei Cantieri di lavoro per l’anno 2022 che prevede due lavoratori da impegnare per la manutenzione e la sistemazione di arredi urbani e territorio. (a cura di F. C.)

https://www.dom.it/kriticne-tocke-v-obcini-spietar_i-punti-critici-nel-comune-di-san-pietro/

«Due città, un unico laboratorio europeo»

 La data non è stata ancora definita con precisione. Ma la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Gorizia è stata confermata. «In autunno verrò a farvi visita insieme al Presidente della Repubblica della Slovenia Borut Pahor perché Gorizia e Nova Gorica rappresentano un laboratorio di collaborazione europea di grande valenza e va sostenuto in ogni iniziativa». A ufficializzarlo, ieri mattina, lo stesso Mattarella che ha incontrato, al Quirinale, i sindaci di Gorizia Rodolfo Ziberna e di Nova Gorica Klemen Miklavič. Si sta già lavorando per determinare la data precisa cha sarà condivisa, nelle prossime settimane, assieme ai due primi cittadini. Mattarella ha ribadito il suo grande apprezzamento per il lavoro svolto dalle due amministrazioni comunali che ha portato a conquistare il titolo di Capitale europea della cultura per il 2025. Un risultato che va oltre i confini delle due città e rafforza ancora di più i rapporti fra Italia e Slovenia. In tal senso, il Capo dello Stato ha ricordato il legame di grande amicizia che lo lega al Presidente sloveno Pahor. «Ma si è parlato anche di economia - riferisce il sindaco Rodolfo Ziberna - e del progetto della Zese (la Zona economica speciale europea) riguardante le politiche di defiscalizzazione della zona confinaria. Mattarella ha dimostrato di conoscere bene la materia, e ci ha spronato a proseguire con forza su questa strada manifestandoci ancora una volta tutta la sua vicinanza. Un grazie davvero di cuore a questo Presidente che si sta dimostrando così vicino al nostro territorio e alla nostra gente». Molto soddisfatto anche il sindaco Miklavič. «Sono rimasto ancora una volta piacevolmente sorpreso dalla grande vicinanza di Mattarella - rimarca -. E il fatto che abbia voluto ulteriormente approfondire alcune tematiche, anche di carattere economico, fa chiaramente capire che ci sosterrà pienamente nel nostro percorso». Il sindaco Ziberna, come anticipato dal Piccolo, ha donato al Presidente della Repubblica una copia in miniatura della “Divina Commedia” realizzata nel 1888 dal tipografo goriziano Francesco Cossovel. «Questa originale creazione venne realizzata in via Morelli - rammenta ancora Ziberna - e penso si tratti di una fra le più piccole esistenti al mondo. La mia speranza è che Mattarella possa appenderla in qualcuno dei suoi uffici. Sarebbe una grande soddisfazione». Le tre cantiche del poema sono racchiuse in tre rettangoli mentre ciascun canto è compresso in una colonna di dimensioni estremamente ridotte. Una delle copie originali eseguite dallo stesso Cossovel è tutt’ora conservata nella Biblioteca Civica di Gorizia e riporta la data del 1888 e poi il colophon Francesco Cossovel-Gorizia, Austria Editore. Il sindaco di Nova Gorica Miklavič ha voluto, invece, regalare a Mattarella l’ultima pubblicazione del Comune su Nova Gorica. Francesco Fain (ilpiccolo.gelocal.it, 25. 5. 2021)

A Resia il calore del Natale resta

 


Anche in Val Resia, come in buona parte della montagna friulana, l’avvicinarsi dell’inverno e delle festività natalizie è stato caratterizzato da abbondanti nevicate, come non se ne vedevano da ormai molti anni.

Una spessa coltre bianca ha reso il paesaggio particolarmente suggestivo, soprattutto per gli amanti del trekking sulla neve o degli sport invernali. Un vero peccato che una tale bellezza, quest’anno, sia condizionata da una pandemia che non molla e che suggerisce a tutti comportamenti responsabili, per non aggravare una situazione ancora molto seria. Purtroppo questa situazione, dopo un periodo estivo che ha visto la presenza di centinaia e centinaia di escursionisti sul territorio per trascorrere brevi periodi all’aria aperta e visitare i musei del territorio, condizionerà fortemente tutte le iniziative che hanno caratterizzato, negli anni scorsi, il Natale in Val Resia.

Di solito il periodo natalizio, infatti, rappresenta per Stolvizza/Solbica e tutto il comprensorio resiano periodo di grande interesse, con tutta una serie di appuntamenti che ormai da 19 anni animano le festività in tutta la valle. Tuttavia la necessità di non generare assembramenti nel corso dei vari appuntamenti ha dolorosamente convinto l’Associazione ViviStolvizza a sospendere la discesa della grande Stella dalla montagna e la successiva rappresentazione del Presepe vivente previste per il 24 e 26 dicembre e per il 6 gennaio.

L’Associazione ha, inoltre, rinviato alla prossima primavera la cerimonia di assegnazione del premio Stella d’argento della Val Resia 2020, già in programma per sabato, 19 dicembre, e anche il concerto di Natale, che nel pomeriggio di domenica, 20 dicembre, avrebbe portato in Val Resia un concerto di musica classica del Complesso d’archi del Friuli e del Veneto, diretto dal maestro Guido Freschi. Restano confermati gli altri momenti dedicati al Santo Natale, come il Presepe a grandezza d’uomo allestito sulla collinetta che sovrasta il paese sotto la grande Stella accesa, i tanti Presepi costruiti per le vie e le grandi stelle luminose in ogni casa. Tutte queste iniziative faranno comunque respirare alla comunità il caldo clima natalizio presente in ogni angolo del paese. (Sandro Quaglia)

https://www.dom.it/v-reziji-toplina-bozica-vztraja_a-resia-il-calore-del-natale-resta/

Izvor rezijanskega narečja - Perché il dialetto resiano è sloveno

ballo resiano
 

10ButtoloTu-w Reziji rumunïmö po näs, ka to jë dan slavinski dijalët, pärt od tih slavinskih djalëtuw, ka se klïčajo da Primorski. Te slavinski jazek to jë dan jazek slavo meridionale.

Našë rumuninjë parhaja, teköj pa wse ti drügi slavinski djalëtavi, z toga jazïka, ka se klïčë da slavo alpino. Po starin našë rumuninjë jë bilu pärt od tih slavinskih djalëtuw, ka se rumunïjo tu-wnë w Koroški. Ǵalë, ko somö šle ta-pod Banïtki, našë rumuninjë jë se wezal ta-h tën slavinskin djalëtan, ka se rumunïjo izdë w Farjülë. Izdë w Reziji se rumunïjo wsej štiri djalëte: po solbaški, po osöjskeh, pu njïvaških anu po biskin. Se jë pöčalu pa pïsat po näs ne dwa stuw lit na nazëd.

Itï, ka so pïsali po näs, to so bili jëravi anu une so nan püstili prëdiće, racjuni, wüže anu pa tö krištjanskë učilu. Köj ne štredi lit na nazëd se jë pöčalu vïdët naše rumuninjë tej no bogatïjo, anu da jë bilu trëbë ga wbranit. Näšnji din so pa lëči, ka jë naredil te laški pajïz za to slavinsko minorančo. Ise lëči to so: lëč numar 482/1999, nümar 38/2001 anu nümar 26/2007, ka jë naredila naša Reǵun. Ise lëči branijo pa našë rumuninjë. (Sandro Quaglia)

A Resia si parla il resiano, dialetto appartenente alla famiglia dei dialetti sloveni, in particolare, oggi, dei dialetti del Litorale (primorska narečna skupina). Lo sloveno è una delle lingue slave meridionali. Il resiano si è sviluppato dallo stesso slavo alpino, che sta alla base dello sloveno di oggi. Nel Medioevo il resiano faceva parte del raggruppamento dialettale sloveno detto carinziano (koroška narečna skupina). Dal XV secolo in poi, dopo l’annessione del Friuli alla Repubblica di Venezia, i legami di Resia con la Carinzia si indebolirono a favore, invece, di quelli verso il litorale adriatico. Del resiano, nel tempo, si sono sviluppate quattro principali varianti: di Stolvizza/Solbica, Oseacco/Osoanë, Gniva/Njïwa e San Giorgio/Bila. Il dialetto è stato trasmesso prevalentemente in forma orale. Dal XVIII secolo si hanno i primi scritti in dialetto: preghiere, dottrine, canti e prediche, che sono soprattutto opera dei sacerdoti resiani operanti a Resia dal XVII secolo. Dagli anni Settanta del XX secolo ad oggi sono in atto molte iniziative volte alla conservazione del resiano, grazie anche alle leggi di tutela delle minoranze linguistiche storiche presenti in Italia. Resia è infatti inserita, secondo le leggi statali, tra i comuni della fascia confinaria della Regione Friuli Venezia Giulia ove è storicamente insediata la minoranza linguistica slovena.

https://www.dom.it/izvor-rezijanskega-narecja_perche-il-dialetto-resiano-e-sloveno/

In FVG toccato il punto più basso nella storia del consiglio regionale. Il FVG è irriconoscibile non ci possiamo permettere altri anni di leghismo


L'ossessione dei migranti, unico senso per la vita di tanti politicanti, sta facendo perdere le staffe e soprattutto sta trascinando la nostra regione in una situazione di una bassezza senza precedenti. Quanto accaduto nell'aula del consiglio regionale non necessita di tanti commenti. Il tutto è venuto da sé. Irruzione di un manipolo di fascisti, che pretendono di più dalla Regione contro la fantomatica ed inesistente invasione dei migranti. Regione che sta invocando la chiusura dei valichi minori, centinaia sono i militari ai confini. La Regione non ha, grazie al cielo viene da dire visto chi c'è al potere oggi, molta competenza in materia, oltre non può andare. Ma il clima politico che si è venuto a determinare è sconcertante. Non ci possiamo permettere altri anni di leghismo, stiamo diventando come l'America di Trump. Intollerante. Per dirla alla Biden, cinque anni di destra estrema al potere sono deleteri, ma se si va oltre si rischia di distruggere definitivamente l'identità plurale e multiculturale di questa terra.  Tradendo la storia e l'identità di accoglienza che ha fatto sempre rima con Friuli-Venezia Giulia.  Oggi non più. E le parole squallide pronunciate da un consigliere regionale leghista, che si possono ascoltare in modo chiaro nel sito del Piccolo, "Io sono uno di quelli che gli sparerebbe tranquillamente. Tranquillamente", sono la fotografia, l'istantanea delle conseguenze del clima sociale e politico che si è determinato in regione, Il consiglio regionale ha toccato e vissuto il punto più basso della sua storia. Non c'è molto da commentare sinceramente. Persone così non dovrebbero mettere piede nelle nostre istituzioni. Ma sono state elette, votate, il leghismo è questo, inutile girarci attorno, ora più reazionario, ora più morbido, ma è questo. Un questo che in regione non ci possiamo più permettere. Si dovrà certamente aspettare il prossimo turno elettorale per mettere fine a questa pagina buia della nostra storia regionale oltre che locale a livello politico istituzionale, ma fino a quel momento si dovranno usare tutte le sinergie che la società civile e democratica può mettere in campo per cercare di ridurre i danni, perchè questo oggi si può solo fare, cercare di ridurre i danni.

mb

IVAN TRINKO padre della Benečija

 
"O ti zemlja rodna,zemlja bedna,ki te milost božja,meni v last je dala"
"O terra natia,terra misera che la grazia divina,mi ha donato" Ivan Trinko 

(sulla sua epigrafe )

Sul sentiero della storia di LIvek/Luicco


 tradotto con traduttore 


Questo è un  invito a fare una passeggiata lungo il sentiero che apriremo a Livek questa primavera. 
Questo è un sentiero temico sul percorso storico chiamato  Livška storia.  :è una storia vera.
La scuola ha anche la sua storia, che inizia nel 1877 con il primo insegnante di Livekj il vicario Joseph Sabladoski e il suo nipote Anton Klodic Sabladoski, autore del poema sul lago di Livek.
Il viaggio inizia e finisce a Livek
 C'è una mostra nella  scuola  con una storia sui 100 anni di sci a Livek. 
Il viaggio inizia e termina a Livek, sulla scena della leggenda del lago, all'ombra di 500 anni del castagno e del del tiglio  di Topolò, a Sv. Giacobbe e la pietra di confine sul confine storico tra la Repubblica di Venezia e la monarchia austro-ungarica. Il punto di riferimento  è considerato un patrimonio storico unico. Raccontano la storia degli abitanti di Livek e dei benečijani, persone della stessa origine che hanno vissuto per secoli in una patria comune, la  Schiavonia..
Da Livek il sentiero +vendita alla chiesa del cimitero di Sv. Peter a Peraty.  Sopra la chiesa si trova un solitario albero autunnale di 200 anni in cima alla morena dell'ultimo ghiacciaio dell'Isonzo, con una vista unica sulle alte montagne sopra l'Isonzo e le colline veneziane di San. Martin davanti  e  sullo sfondo Castelmonte.
La storia di  Livek è una media lungo la strada Altare Matajur  e  Jelenov che porta il turismo agricolo  alle trincee attraverso le quali il sentiero conduce a Jevšček. Qui, la storia di Livek porta il visitatore a siti finora sconosciuti del fronte isontino. La strada per Matajur e la rete di sepoltura tra la strada e Jevšček furono costruite nel 1916 e nel 1917 dall'esercito italiano. Quando la fortuna della guerra voltò le spalle agli italiani, alla fine di ottobre del 1917, Erwin Rommel usò questi cerchi per la sua guerra lampo. La storia di Rommel sull'attacco e Matajur è raccontata al Museo privato della fattoria di  Brgolic  e dalla trincea ricostruita a margine di Jevšček.
Il più grande tesoro  Livek   è  la casa di Neža che è un monumento etnologico unico. Racconta  dei tempi in cui gli  abitanti del paese vivevano tutte in cucine nere e sotto i tetti di paglia. Vedi abitanti di  Jevšček, Mašer, Tarčmuna, Polava, Čeplètišće hanno vissuto in armonia. Avevano molto in comune; frutta, costumi, abitudini, parentela, stile di vita e pensiero. Erano e comune, ad esempio, il picchio, che ora è un simbolo del percorso Livska Storia. Composto da un mondo fantastico, un mondo di nani ... In soffitta sono appese le storie dei falsi di Livek .AJ evšček c'è il sentiero  Livška Storia :altari e campi  ebraici, Pikov e Plohov ritornano a Livek. Un po 'sopra l'escursionista può vedere un'opera straordinaria di vecchi scalpellini, un letto matrimoniale ecc.
Il viaggio dura dalle due alle tre ore. Un escursionista con un po 'di fantasia può  facilmente  adeguare la Livška Storia alla sua curiosità. Il percorso è un invito a riflettere sul destino di Livek, in parte è un luogo tra mondi alpini e marini, tra i bacini di Soča e Nadiža, tra Matajur e Kolovrat.  Una nuova tappa, nuove rotonde, potrebbero essere aggiunte al percorso base ogni anno. I numerosi percorsi nascosti sono in attesa di essere cancellati e segnalati. Con KD Topolò stiamo programmando di organizzare nuove rotte sotto Sv.Martin tra Livek e Topolò La Fondazione  Path of Peace ha  annunciato la rotta Livek-Brieh-Livek Ravne-Kolovrat, spalla a spalla con  Path of Peace  a Kolovrat.  (Katja Rosh

Luico[ Luicco[9][10] (in slovenoLivek) è un centro abitato della Slovenia, frazione del comune di Caporetto; esso comprende anche gli agglomerati di Golobi, Sturmi (Šturmi), Perati, Piki, Plohi, Avsa, Jevšček e Livške Ravne.
La località si trova a 7,3 chilometri a sud del capoluogo comunale e a 1,9 chilometri dal confine italiano, nell'alta valle del Isonzo nei pressi del crinale tra i monti Colovrat e Matajur