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IVAN TRINKO padre della Benecia

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8 nov 2023

Animali selvatici, danni anche in vigna

 



È sempre maggiore il disagio che gli animali selvatici provocano a chi si occupa di agricoltura nelle zone della Slavia. Saranno gli inverni meno rigidi, saranno gli sbalzi climatici e le ripercussioni che generano sul territorio, fatto è che la fauna selvatica prolifera e si spinge verso le zone abitate in cerca di cibo. E a farne spese sempre più ingenti è anche chi di terra cerca di vivere.

A spiegarlo è Luisa Capitan, dall’azienda agricola Le rubide di Cergneu Inferiore/Dolenjena. «A parte la produzione di patate, ridotta al minimo in due notti dai cinghiali, abbiamo dovuto provvedere a installare reti per proteggere la produzione di mele».

Alla tenuta di Vallombrosa, che Alessandro e Marco, i fratelli di Luisa, seguono insieme al padre Giacomo a Cergneu Superiore/Černjeja, il problema ha interessato in modo pesante anche le vigne. I cinghiali e i caprioli sono arrivati a staccare l’uva dalle viti.

«I cinghiali, infatti, andavano a mangiare l’uva, strattonandola», racconta Luisa. Questo, ovviamente, ha comportato diversi danni alle viti stesse. In diversi casi parti delle pianta state staccate dagli animali. «E così il danno non si presenta solo per quest’anno, ma anche per il prossimo », nota Luisa. Il danno è tanto più grave nelle viti più giovani, meno resistenti davanti a un animale che cerca di mangiare l’uva.

I fratelli Capitan hanno dovuto correre ai ripari e recintare i vigneti con diversi tipi di rete. «Non si tratta solo di qualche vite, ma di diverse centinaia di metri». In qualche modo, la posa delle reti è stata facilitata dal fatto che gli animali fossero, in qualche modo «organizzati”» I cinghiali, infatti, nel consumare l’uva seguivano l’andamento della maturazione.

«Il fatto che i cinghiali seguissero quest’andamento e staccassero l’uva quasi per ordine ha consentito ad Alessandro e Marco di spostare la recinzione più avanti, seguendo la maturazione », spiega Luisa. Ovviamente anche gli uccelli fanno in genere danno alle viti, ma il livello riscontrato coi cinghiali quest’anno è stato notevole. Il problema, poi, non è certo limitato alla sola zona di Nimis. Racconti analoghi arrivano anche da quella di Tarcento, ad esempio.

Questi eventi si collocano in un’annata in cui la produzione di vino, oltretutto, non è stata particolarmente alta. La situazione metorologica e le malattie da essa favorite, con gli sbalzi in primavera e in estate, ci ha messo del proprio.

L’azione degli animali, ha, quindi, causato ulteriori perdite a diverse aziende agricole della zona. In alcune è arrivata ad attaccare anche la soia.

Da Cergneu, Luisa Capitan ricorda che il problema degli animali era già stato preso in esame anni fa dalla Comunità montana. «A suo tempo sono stati stanziati fondi per l’installazione di reti a protezione delle colture, anche attraverso le risorse destinate alle zone in cui la comunità slovena è presente in provincia di Udine».

La problematica, intanto, persiste, sebbene i cacciatori cerchino di contenerla attraverso il piano degli abbattimenti. (Luciano Lister)

10 apr 2022

Un lupo tra le case a Forni di Sopra

 


Un lupo è stato avvistato venerdì 8 aprile a Forni di Sopra. L'esemplare è stato filmato mentre, diffidente, attraversava velocemente la statale 52 che attraversa il paese, salvo poi infilarsi tra le case. Alcune persone hanno segnalato la sua presenza, confermata nel tempo anche dal ritrovamento di alcune carcasse di animali selvatici, sbranati dai lupi.

La situazione è attentamente monitorata dal Comune. Sarebbero due gli esemplari che frequentano la zona, stando ai rilievi. Probabilmente si tratta di una coppia.
Presto sarà organizzato un incontro con la cittadinanza per fornire informazioni. Nel frattempo l'invito è quello di non lasciare cibo a disposizione degli animali e si raccomanda il corretto conferimento dei rifiuti.https://www.ilfriuli.it/articolo/cronaca/un-lupo-tra-le-case-a-forni-di-sopra/2/264072

8 apr 2022

Gli anziani che hanno un amico a quattro zampe vivono di più e meglio. Lo rivelano ricerche recenti.


 L’adozione di un animale da compagnia per gli anziani può essere un ottimo metodo per allungare la vita e per trascorrere in salute gli anni dopo il pensionamento. Il tutto emerge dai dati del rapporto Senior Italia Federanziani e dall’indagine Over 65 e animali da compagnia dell’Anmvi. Entrambi gli studi rilevano come avere un cane o un gatto sia basilare per aiutare le persone a condurre un’esistenza sana e attiva anche dopo la pensione: oltre l’89 per cento degli intervistati porta il cane a passeggio; il 78,7 per cento lo fa almeno 2 volte al giorno. Per la maggior parte degli anziani la presenza di un animale da compagnia incide positivamente anche sulla salute psichica, eliminando in massima parte stress e depressioni e dando uno scopo alla vita quotidiana.

https://www.lifegate.it/anziani-e-animali-domestici-pet-allunga-la-vita#:~:text=Per%20la%20maggior%20parte%20degli,uno%20scopo%20alla%20vita%20quotidiana.

25 mar 2022

Recuperato e liberato nella riserva del lago di Cornino un raro esemplar...

L’Università di Udine ha curato e rilasciato in natura, nella riserva naturale regionale del Lago di Cornino, un raro esemplare di allocco degli Urali (Strix uralensis), che era stato investito da un automezzo lo scorso febbraio nel comune di Tarcento. Si tratta di un esemplare femmina di un anno di età che, prima di essere rilasciato, è stato inanellato da Luigi Taiariol, ornitologo autorizzato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale con un dispositivo totalmente sicuro per l’animale, che permetterà di stabilire la dispersione del rapace notturno in Friuli Venezia Giulia e nei vicini Veneto e Slovenia. L’allocco dopo l’incidente è stato trasportato al Centro di ricerca e coordinamento per il Recupero della fauna selvatica all’interno dell’Azienda agraria Antonio Servadei di Pagnacco del dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’ateneo friulano, grazie all’attività di coordinamento svolta dalla Direzione centrale risorse agroalimentari, forestali e ittiche. “Abbiamo visitato e sottoposto ad accurati accertamenti l’animale che si presentava sofferente ed iporeattivo per escludere fratture o altre lesioni traumatiche gravi - spiega Stefano Pesaro, veterinario dell’Università - Nel periodo di degenza nella struttura universitaria il rapace ha recuperato le sue condizioni e, dopo una settimana e accurati accertamenti negli appositi tunnel di volo da 30 metri utilizzati per rafforzare la muscolatura degli animali in degenza, è stato pronto per essere rimesso in natura. Lo abbiamo così liberato nella riserva del lago di Cornino, dove questa specie è già presente”. L’allocco degli Urali, dopo il gufo reale, è il secondo rapace notturno per dimensioni corporee presente in Italia. È presente in maniera stabile soltanto nell’area alpina e prealpina del Friuli Venezia Giulia con una decina di aree di nidificazione monitorate ogni anno dagli esperti. In base delle osservazioni da parte di Fulvio Genero, studioso di questa specie e direttore scientifico della Riserva Regionale Naturale del Lago di Cornino, con cui l’ateneo friulano collabora, l’allocco degli Urali è molto aumentata lo scorso anno a causa dell’esplosione dei micromammiferi presenti nella “pasciona” del faggio, di cui gli allocchi si nutrono. “L’abbondanza di queste prede – spiega Genero- ha favorito la presenza di nidiate, esponendo anche i giovani individui, più “inesperti”, a incidenti come investimenti stradali e impatti con vetrate”. Secondo il monitoraggio della fauna in difficoltà da parte del dipartimento di Scienze agroalimentari ambientali e animali dell’ateneo e della Regione dallo scorso ottobre ad oggi sono stati rinvenuti sul territorio regionale sei individui, di cui due in difficoltà, mentre altri quattro sono deceduti. “Grazie alla collaborazione con l’ateneo di Udine – conclude Luca Sicuro, presidente della Cooperativa Pavees, impegnata nella riserva del Cornino – la nostra realtà può partecipare a progetti importanti che danno risalto e permettono alla riserva di partecipare all’attività di ricerca.

18 feb 2022

lupo investito


 Pena grande

Lupo dotato di radiocollare investito e ucciso a Gemona: era monitorato dagli studiosi sloveni.
Si chiamava Jelko: l’animale è stato recuperato privo di vita lungo la statale all’altezza di Ospedaletto.
Dal Messaggero Veneto on line

18 gen 2022

Lo scoiattolo


 Lo scoiattolo è molto attivo durante il giorno e, contrariamente alla convinzione comune, non cade in letargo in inverno. Si limita ad alternare periodi di sonno prolungato a periodi di modesta attività per la ricerca e il consumo di cibo.

15 set 2021

Aida e i suoi 3 piccoli


 Vi ricordate di Zois e Aida, la coppia di #linci provenienti dalla Romania che sono state liberate nei boschi sloveni la scorsa primavera, nell'ambito del progetto europeo LIFE Lynx?

Ebbene, qualche settimana fa nei boschi della #Gorenjska sono stati avvistati mamma lince Aida con tre cuccioli! 😻
Una buona notizia per il progetto di ripopolamento di questo splendido felino!

9 apr 2021

Felinoterapia: tutti i benefici derivati dalla comunicazione con i gatti

 


La felinoterapia è la comunicazione con i gatti, il trattamento con il loro aiuto, accarezzare un gatto aiuta le persone a ridurre lo stress e l’ansia, oltre a ridurre la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca.

La felinoterapia è un tipo di terapia assistita animale all’equinoterapia simile, ma in questo caso i compagni terapeutici sono i gatti. E la terapia si basa proprio su questo: sul godere della compagnia del felino . Accarezzarli aiuta le persone a ridurre lo stress, l’ansia e migliorare l’umore, oltre a migliorare la salute fisica di coloro che si prendono cura di loro.

La felinoterapia è utile in diverse situazioni, ad esempio, nel recupero di infortuni cardiovascolari, poiché facilita che le persone abbiano bassi livelli di pressione sanguigna; Oltre a, come abbiamo detto prima, ridurre i livelli di stress, ansia e depressione, fanno sì che i pazienti si tengano occupati e si sentano utili.Sono stati utilizzati anche in terapia con bambini , con problemi di udito o di linguaggio, autismo, nonché come compagnia per coloro che sono ricoverati in ospedale.

Le fusa aumentano la secrezione di endorfine , che rafforzano il nostro sistema immunitario . Studi condotti in Svezia e Finlandia hanno dimostrato che l’esposizione dei bambini a cani e gatti durante la loro infanzia rafforza la loro immunità e riduce la tendenza a sviluppare allergie agli animali domestici. Oltre a insegnare loro il rispetto, la cura e l’amore per le altre specie.

Per curare i pazienti ricoverati in ospedali psichiatrici e anche in casi non ospedalizzati, la terapia felina viene spesso utilizzata per aiutare le persone che soffrono di diversi tipi di nevrosi, depressione e schizofrenia .continua...https://draft.blogger.com/blog/post/edit/2963768517500394620/5571564803755802375

10 mar 2021

Nelle pianure del Fvg sono tornate le lontre

 Le lontre sono tornate nelle pianure e colline del Friuli Venezia Giulia. A confermarlo è lo studio realizzato per la tesi di laurea da Giacomo Stokel, laureando del corso di laurea magistrale in Scienze e tecnologie per l’ambiente e il territorio, interateneo con l’ateneo giuliano, che nel corso dello scorso anno ha condotto un monitoraggio su scala regionale della presenza dell’animale, con l’obiettivo di aggiornare i dati di presenza sulla lontra (Lutra lutra). Lo studio si è svolto nel contesto delle attività di ricerca sulla fauna selvatica svolte dall’Università di Udine, con il coordinamento di Stefano Filacorda del Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali, e supportate da progetti di ambito locale e internazionale.

Lo scopo dell’indagine condotta da Stokel - che giovedì 11 marzo discuterà il suo lavoro davanti alla commissione di laurea - è stato quello di definire la distribuzione, l’andamento della colonizzazione e gli eventuali aspetti di vulnerabilità e di rischio per la specie.

La novità emersa durante le ricerche riguarda il ritrovamento della lontra in aree dove si riteneva scomparsa da circa 50 anni: nell’alto e medio Tagliamento, nelle Valli del Natisone, nelle pianure dell’Isontino, sui fiumi Fella e Arzino, e molti altri corsi d’acqua alpini e prealpini rientranti anche all’interno dell’area del Parco delle Prealpi Giulie. A documentare la presenza di dell’animale, sia i molti reperti biologici quali feci, marcature e impronte, sia i numerosi video e foto che sono stati realizzati in luoghi diversi della regione.

Lo studio, inoltre, ha al contempo confermato la presenza della specie nelle aree di cui essa era già nota, ovvero nelle zone alpine, dove la lontra è arrivata nel 2014 dalle vicine popolazioni austriache e slovene, dopo una prima segnalazione avvenuta nel 2011 nelle colline moreniche del comune di Treppo Grande, con il ritrovamento di un individuo morto in seguito ad un investimento stradale.

La ricerca. Nel corso della ricerca, che proseguirà anche nel 2021, sono stati percorsi circa 150 chilometri lungo piccoli e grandi corsi d’acqua, paludi e laghi del Friuli Venezia Giulia, dalle montagne al mare. A questi percorsi campione sono stati aggiunti anche sopralluoghi in oltre 150 ponti e altri punti specifici, dove risulta più facile trovare le marcature di questa specie. Infine, sono state posizionate fotocamere a infrarossi. Ben 16 quadranti (10x10 km) sui 48 monitorati sono risultati positivi, ossia con presenza della specie, pari a oltre il 30% del territorio regionale indagato, ossia il 14% del territorio regionale.

Durante i monitoraggi, grazie ai video raccolti e alle tracce, è stata documentata anche la presenza di altre specie quali lupi, volpi, gatti selvatici, sciacalli dorati, martore, faine, visoni americani, nutrie, rapaci notturni (tra i quali il gufo reale), aironi e altri uccelli che frequentano le medesime aree utilizzate dalla lontra.

"I risultati ottenuti da questa ricerca – spiega Stefano Filacorda -, oltre a fornire informazioni utili per meglio conoscere la dinamica di popolazione della specie e la sua ecologia, hanno permesso di raccogliere importanti dati volti a consentire la protezione delle specie stessa e la pianificazione e valorizzazione del territorio anche in prospettiva di attività divulgative e didattiche. Un ulteriore aspetto cruciale è ciò che consente alle comunità locali di riappropriarsi di una specie straordinaria, patrimonio naturale e culturale dei nostri corsi d’acqua sin dagli anni Sessanta del secolo scorso".

Le attività di ricerca sono state finanziate nell’ambito del progetto “Individuazione della Rete Ecologica Locale (REL) e formazione di corridoi ecologici nei tre Comuni di Treppo Grande, Buja e Magnano in Riviera” e dal progetto Interreg Nat2care “Attivazione della cittadinanza per il ripristino e la conservazione delle aree transfrontaliere”.

I ricercatori impegnati nelle attività sono stati Giacomo Stokel, Lorenzo Frangini, Marcello Franchini, Andrea Madinelli, Antonella Stravisi, Stefano Pesaro e Stefano Filacorda per l’Università di Udine, ed Elisabetta Pizzul per l’Università di Trieste.

La lontra (Lutra lutra)La lontra è un mammifero straordinario, specie “chiave”, “ombrello” e “bandiera”, ovvero importante dal punto di vista della protezione e della conservazione tanto quanto l’orso e il lupo. La sua presenza testimonia l’esistenza di corsi d’acqua, e contesti naturali e seminaturali, integri e ricchi di biodiversità.

Dalla forma elegante, sinuosa e adattata a muoversi in ambiente acquatico, presenta una lunghezza di circa 100-120 centimetri (dei quali ben 50 cm sono rappresentati dalla coda) e un peso medio di 8-12 chili, ma può raggiungere anche i 15 chilogrammi.

La lontra mostra delle abitudini prevalentemente notturne nelle aree del Friuli Venezia Giulia. Si alimenta soprattutto di pesci (a differenza della comune e problematica nutria, che è vegetariana, ed è molto presente nella zona della bassa pianura e non solo), ma anche di crostacei, molluschi, piccoli uccelli, anfibi e rettili.


https://www.ilfriuli.it/articolo/green/nelle-pianure-del-fvg-sono-tornate-le-lontre/54/237928


30 dic 2020

ELISA MANIG con la laurea in radiologia diventa allevatrice


 Elisa ,ragazza  della Benecia di 27 anni, nata a Tiglio nelle Valli del Natisone da tecnica radiologa si è convertita all'allevamento bovino e alla produzione dei derivati del latte.

Ha rifondato l'impresa familiare: ora ha 20 pezzate rosse che le danno 260 litri di latte al giorno che trasforma in formaggi stagionati nel fieno,nella birra artigianale e nel carbone vegetale.

E' stata a Filadelfia per un anno come ragazza alla pari,ma il richiamo della Benecia l'ha fatta tornare a casa.

A Tiglio,frazione di San Pietro al Natisone, riapre la sua azienda casearia di famiglia,inattiva da 15 anni.L'aiutano nel suo lavoro il papà e le sue sorelle.

Per Elisa il benessere dei suoi animali è al primo posto:stalla pulita,animali che pascolano ogni giorno nei prati vicino all'azienda,fieno ed erba dei prati di famiglia.

Quest'anno le vendite sono andate molto bene,il 12 dicembre ha dovuto dire ai clienti che i formaggi erano tutti esauriti.

I suoi prodotti sono in vendita nello spaccio aziendale.

Nei giorni d’apertura potete trovare i prodotti freschi:

- ricotta;
- mozzarelle (trecce e mozzarellone solo su ordinazione, ricordatevi 👆🏼);
- fresco cremoso spalmabile bianco oppure insaporito con erba cipollina, peperoncino, aglio & prezzemolo;
- yogurt da bere 🥛;
- yogurt al cucchiaio bianco o con base di miele o confettura di susine, entrambe locali dell’Azienda Agricola Cedarmas 🍯




foto da fb

COMPLIMENTI ELISA!

18 ago 2020

PRAVICA OD PATALÏNA, LISÏCE ANO UKA - LA FAVOLA DEL GALLO, DELLA VOLPE E DEL LUPO

 

Val Resia/Rezija
I

sö ki bota lajali to jë se naredilo tu-w Wasy ta-na Solbici.

To jë bilo tu-w wulažej ano to jë bil den lipi din. Ta-na ni lati jë se rël patalyn.
Wsë na den bot je paršla lisica. Na jë bila karjë lačna.
Na jë poledala patalïna anu mu rakla, na di: “Zakoj stojïš ta-wnë, som, pridi dölo!” Ki na jë wžë si mïslila da, kako na ćë löpo a snëst.
Patalyn jë ji rëkel, an di: “Në, ja ostajën izdë zajtö ki vin, da tï be tëla radë me snëst!“
Ano lisïca jë mu rakla: “Oh, kako be tako, da si misliš da be tëla te snëst! Na viš, da somo naredili kontret, ta-mi brawčići, da na bomo se snëdli već ta-mi nomi!?!”
Patalyn jë rëkel lisici, an di: “Në, na vin nikar od isaa kontrata!”
Anu lisica jë mu rakla: “To nï karjë, ki somo a paraćali!”
Kar to si pravilo, to vïdi öbadwa uka. Pa un jë bil karjë lačen.
Ko lisica jë vidala, da uk se blïžë rudi već nu već, na jë se wstrašila.
Ano patalyn jë jo barel: “Mo kako, da se bojiš! Zakoj?”
Lisica jë rakla, na di: “Se bojïn, da an be me na snidël!”
Ano patalyn jë ji rišpundel: “Mo kako, nisi rakla, da jë kontret!”
.“Jë, jë kontret   – jë rakla lïsica, na di  – mo nïsamo šćë a podpïsali!”
Ano na jë hïtë wbižala.
LA FAVOLA DEL GALLO, DELLA VOLPE E DEL LUPO
Questa storia è accaduta, tanti anni fa, proprio qui, in questo borgo di Stolvizza che si chiama Ves.
Era un bel giorno di primavera e un gallo se ne stava tranquillo al sole su una palizzata.
Di li passò una volpe ed era molto affamata. Guardò verso il gallo e gli disse: “Perché stai lassù da solo, viene giù!”.
Stava già pensando come poterselo mangiare.
Il gallo le rispose: “No, io resto qui, perché so che potresti mangiarmi!”
E la volpe gli disse: “Oh, come! Mangiarti! Ma assolutamente no! Non sai che abbiamo fatto un contratto tra noi animali con il quale ci impegniamo a non mangiarci più tra di noi!?!”
Il gallo rispose alla volpe: “No, non so nulla di questo contratto!”
E la volpe: “Ma si, è stato fatto proprio poco tempo fa!”
In quel momento entrambi  videro il lupo che stava scendendo dal monte vicino. Anche lui era molto affamato.
Quando la volpe vide che il lupo si stava avvicinando sempre di più a loro si impaurì.
E il gallo le chiese meravigliato: “Ma come, hai paura? E di che cosa?”
E la volpe rispose: “Ho paura che mi possa mangiare!”
E il gallo: “Ma come, non hai appena detto che è stato fatto un contratto con il quale tra gli noi animali non ci mangeremo più!?!”
“Si – rispose – ma il contratto non è stato ancora firmato!”
E scappò via veloce.

17 ago 2020

La foto del giorno

 dal Messaggero Veneto

Domenica un capriolo è comparso in centro a Gemona. L'animale è arrivato di fronte al bar Posta, inseguito da un cane . Alcune persone della zona sono accorse e hanno consegnato il capriolo, che era ferito, alla guardia forestale chiamata sul posto

4 giu 2020

Lo stambecco

Tutto ciò che è oro non brilla,
non tutti quelli che vagano sono persi;
Il vecchio che è forte non appassisce, le
radici profonde non sono raggiunte dal gelo.

Dalle ceneri si accenderà un fuoco,
una luce dalle ombre sorgerà;
Rinnovata sarà la lama spezzata, di
nuovo il senza corona sarà re.


- JRR Tolkien, La compagnia dell'anello


Lo stambecco delle Alpi (Capra ibex L. 1758) è un mammifero dell'ordine degli Artiodattili, della famiglia dei Bovidi e della sottofamiglia dei Caprini, diffuso lungo l'Arco alpino.Lo stambecco è attualmente diffuso in tutto l'arco alpino, dalle Alpi Marittime a ovest sino alle Alpi di Carinzia e di Slovenia a est, ad altitudini comprese tra 500 e 3.000 m[. Sebbene il suo areale si sia notevolmente ampliato nel corso del XX secolo, la sua distribuzione è tuttora abbastanza frammentaria.

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io sto con emergency

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