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28 apr 2021

Nuova linfa per la ricerca dell’Università di Udine


 Nuova linfa per la ricerca dell’Università di Udine. La Fondazione Friuli ha deciso di finanziare tre progetti di ricerca dell’ateneo, della durata annuale, sui temi strategici del Cibo (Food), dell’Invecchiamento Attivo (Active Ageing) e della Intelligenza Artificiale-Robotica (AI). La presentazione dei Progetti interdisciplinari Uniud-Fondazione Friuli si è svolta giovedì 25 febbraio a palazzo Maseri a Udine.

“La focalizzazione su temi interdisciplinari che valorizzino la complementarità delle competenze presenti, guardino alle nuove esigenze della Società, alla evoluzione dei mestieri e a richieste di professionalità emergenti è un obiettivo strategico primario dell’Ateneo", sottolinea il rettore Roberto Pinton. "L’idea di aggregare interessi di ricerca afferenti a diverse discipline del sapere, da quelle mediche, a quelle scientifiche e tecnologiche, umanistiche, assistenziali, sociali ed economico-giuridiche vuole dare vita a nuove sinergie all’interno dell’Ateneo e promuovere la creazione di reti tematiche di ampio respiro e forte ricaduta anche sul territorio. I progetti e l’importante sostegno della Fondazione sono un momento essenziale per lo sviluppo di questa strategia”.

“Il Covid ha fatto emergere i limiti della nostra società nel prevedere l'epidemia, contenerla e ripartire", evidenzia Giuseppe Morandini, presidente della Fondazione Friuli. "È un limite soprattutto di competenze e questi progetti dimostrano la capacità dell'università di recepire la lezione della pandemia. Sarebbe infatti un errore considerare il Covid un problema soltanto medico. Per uscire da questa situazione è indispensabile l'alta formazione interdisciplinare, che sappia coniugare i saperi e le professionalità tradizionali. Serve una visione a 360 gradi per essere efficaci, dando il giusto peso, ad esempio, anche alle scienze sociali. Il Covid inoltre è stato un acceleratore dei tempi per le tecnologie digitali. Di strumenti come smart working ed e-learning, ad esempio, abbiamo capito cosa c'è di buono, cosa di migliorabile e cosa da evitare. L'università quindi deve sentire una forte responsabilità sullo sviluppo sostenibile e sulle nuove figure professionali utili alla comunità, deve essere simile a una grande azienda ma avere la sensibilità e la flessibilità tipiche delle piccole imprese”.

PROGETTO CIBO. Si chiama “Il tempo della mela” il progetto sulla scienza e cultura del cibo che ha scelto come caso studio un frutto tra i più consumati a livello mondiale e che è più di altri CONTINUA QUI https://www.ilfriuli.it/articolo/tendenze/nuova-linfa-per-la-ricerca-dell%E2%80%99universita-di-udine/13/237206

21 gen 2021

Progetto MADE - Malga and Alm Desired Experience

 



da vita nei campi fb

di Simona Rainis
Un progetto di collaborazione transfrontaliero denominato MADE (Malga and Alm Desired Experience), che ha visto ERSA come Partner nell’ambito del Programma Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020, ed aveva come obiettivo principale lo sviluppo di un sistema transfrontaliero in grado di coinvolgere le malghe di FVG e Carinzia e i percorsi escursionistico-ciclabili nella natura delle due Regioni.
Alla base dell’idea progettuale c’era innanzitutto l’obiettivo di conservare e tutelare il patrimonio culturale e naturale, nonché le conoscenze dell'agricoltura tradizionale nella zona alpina, attraverso il rafforzamento dell'identità comune e l’ampliamento e destagionalizzazione della proposta turistica. In quest’ottica si è inteso coinvolgere e sostenere le produzioni locali, al fine di incrementare l'occupazione e potenziare la mobilità sostenibile tra le regioni confinanti.
Nel concreto, si inteso valorizzare le malghe, i pascoli e le strutture ricettive, dando particolare attenzione alla offerta gastronomica tipica, alla promozione congiunta e al miglioramento della percezione del contesto paesaggistico.
Con la presente iniziativa, si è voluto incentivare lo sviluppo del turismo, il cui potenziale non è ancora pienamente sfruttato, coinvolgendo gli alpeggi e collegandolo alla filiera dei prodotti locali di eccellenza. Le attività agricole alpine, connesse alle ricchezze naturali dell'area, sono state le protagoniste, in grado di favorire il miglioramento dell'attrattività di tale comparto dal punto di vista gastronomico, sportivo, del benessere e culturale. Si è quindi valorizzata un’offerta transfrontaliera sostenibile, volta alla promozione di un turismo alpino rispettoso dell’ambiente, all’interno di un territorio unico, inimitabile e soprattutto “senza frontiere”.
I risultati del progetto e le diverse iniziative condotte sono ampiamente illustrate nei siti istituzionali dell’Agenzia: www.ersa.fvg.it e www.malghefvg.it oppure nel sito appositamente creato: www.madeinalps.eu.

20 apr 2020

#distanziati, un progetto di un videoclip collettivo dalla montagna friulana di Stefano Morandini, antropologo visuale

#distanziati, un progetto di un videoclip collettivo dalla montagna friulana
di Stefano Morandini, antropologo visuale
#distanziati, è una delle parole che sono entrate nelle nostre vite, sconvolgendole, senza che neanche ce ne rendessimo conto: il giorno prima potevamo essere al massimo ‘distanti’ per scelta o per necessità, il giorno dopo dovevamo rimanere dentro le nostre case o in fila, ma a debita distanza per difenderci dal droplet. Se interroghi la Treccani on line, subito dopo il lemma #distanziati, riporta: distaccato, separato, che risuona come una dolorosa frattura.
In questi giorni senza ore, anche io ho sperimentato il distacco: il primo, straziante di cui noi tutti abbiamo fatto esperienza mediata dalla televisione, era quello dei malati chiusi nei reparti, privati delle parole, delle lacrime, degli abbracci dei loro cari, nel momento più difficile della loro vita e forse anche l’ultimo. In tutte le culture, l’elaborazione del lutto ha bisogno di rituali fatti di gente che si stringe, di parole sovraccariche di partecipazione, di pianto collettivo, di cortei funebri, dove ognuno mette i piedi sulle orme dell’altro, creando movimento, immedesimazione, comunità del dolore e nel dolore. Tutti noi abbiamo sostituito tutto questo, accompagnando con lo sguardo attonito, ma distanziato i lunghi serpentoni di camion militari o le fosse comuni scavate nel Bronx.
Il distanziamento sociale è e sarà la regola che ci costringerà a mutare il nostro modo di stare nella società, e non mi riferisco naturalmente agli inutili divisori in plexiglass delle spiagge, ma ad un vero e proprio ripensamento dei comportamenti, della fruizione degli spazi, fino ad arrivare ad un rovesciamento del rapporto tra centro e periferie. C’è qualcuno che ci può insegnare qualcosa e sono gli abitanti della montagna friulana e non, che dagli anni Sessanta hanno difeso un territorio, che è diventato man mano, periferia di periferie, dove l’isolamento, il distanziamento, la resilienza sono pratiche quotidiane. Questa è un’eredità scomoda e non richiesta, determinata da una pianura e dalla città che continua a consumare distrattamente spazi e risorse, con una bulimia turistica, condannando poi queste zone al un destino anagrafico dei piccoli numeri. Io spero che da questa esperienza di costrizione nasca una nuova sensibilità e una nuova voglia di ripartenza, un progetto insomma che credo manchi in Friuli dal post-terremoto.
La Cooperativa Cramars, da qualche anno, attraverso il Festival Innovalp ha portato in Carnia il dibattito nazionale sulle “aree interne”, presentando una rete di esperienze a cui guardare e suggerendo buone pratiche alla politica. Tocca ad ognuno di noi dare un contributo a questo dibattito, ora ne abbiamo il tempo e l’urgenza e lo possiamo fare lasciando una testimonianza, un suggerimento, un’idea sotto forma di video o di audio in questo momento di distanziamento, e guardiamo le montagne attraverso la finestra di casa o scorriamo le loro immagini sullo schermo di un dispositivo.
Ho condiviso l’invito, che mi è stato lanciato da Cramars, di costruire un videoclip collettivo dalla montagna friulana convinto, da antropologo, che mai come in questo momento bisogna ripartire e ricostruire mettendo al centro la nostra individualità raccontata e condivisa affinchè lo stare #distanziati non continui a significare distacco o separazione.
Morandini Stefano

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