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IVAN TRINKO padre della Benecia

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30 mar 2024

MOSTRE A TRIESTE

 

 “Amazônia” di Sebastião Salgado

mostra fotografia sebastiano salgao amazzonia a trieste

Al Salone degli Incanti dal 29 febbraio 2024 apre le sue porte la mostra che attraverso le immagini del fotografo vuole offrire un’immersione totale nella foresta amazzonica.

Più di 200 le fotografie esposte, che ritraggono la vegetazione, i fiumi, le montagne e le persone che popolano la foresta amazzonica, per far vivere un’immersione nella foresta e compiere un viaggio attraverso le culture dei popoli che la abitano, per un’esperienza alla scoperta dell’Amazzonia.

La mostra è accompagnata dalla traccia audio appositamente composta dal musicista francese Jean-Michel Jarre.

Resterà aperta fino al 13 ottobre 2024

Dove: Salone degli Incanti, Riva Nazario Sauro 1 – Trieste

ORARI
fino al 31 maggio 2024
Aperta da Lunedì a Domenica dalle 10.00 alle 19.00
(la biglietteria chiude alle 18.00)
Martedì chiuso

Dal 1 giugno al 13 ottobre 2024
Aperta da Lunedì a Domenica dalle 11.00 alle 20.00
(la biglietteria chiude alle 19.00)
Martedì chiuso

Per prenotazioni, costi dei biglietti e altre informazioni:
https://salgadoamazonia.it/









Van Gogh a Trieste


Dal 22 febbraio al 30 giugno 2024 arriva a Trieste, al Museo Revoltella la grande esposizione su Vincent van Gogh con oltre suoi 50 capolavori.

22/02/2024- 30/06/2024

Friuli Venezia Giulia

Trieste



ANTONIO LIGABUE

Antonio Ligabue, Autoritratto con sciarpa rossa, 1956

 

Dal 08 Novembre 2023 al 30 Giugno 2024

TRIESTE

LUOGO: Museo Revoltella

INDIRIZZO: Via Armando Diaz 27

PROLUNGATA: fino al 30 giugno 2024

SITO UFFICIALE: http://museorevoltella.it


Il Museo Revoltella di Trieste ospiterà, a partire da novembre 2023, due mostre eccezionali: la prima, che partirà l’8 novembre, è dedicata ad Antonio Ligabue, uno dei più grandi artisti italiani del ‘900, e la seconda, dal 22 febbraio 2024 è dedicata all’artista più amato di ogni tempo, Vincent Van Gogh.

Due artisti diversi ma accomunati da vite sfortunate, da anime sopraffatte dal dolore e dalla follia, dalla disperata solitudine, capaci di rendere eterne le loro emozioni attraverso una pittura potente ed emozionante. Due artisti diversi ma accomunati da vite sfortunate, da anime sopraffatte dal dolore e dalla follia, dalla disperata solitudine, capaci di rendere eterne le loro emozioni attraverso una pittura potente ed emozionante.

La pluriennale collaborazione tra il Comune di Trieste e Arthemisia ha portato grandi risultati, facendo diventare Trieste una delle mete culturali più rilevanti in Italia.
Dopo i successi delle mostre Escher, Monet e gli Impressionisti di Normandia, i Macchiaioli, Cracking Art e I Love Lego, questa volta si scommette su due grandi nomi della storia dell’arte, due artisti considerati “borderline” in vita, oggi amatissimi dal grande pubblico.

Antonio Ligabue
, uno degli artisti italiani più umani e commoventi del Novecento, con la sua vita così travagliata, escluso dal resto della sua gente, legato visceralmente al mondo naturale e animale e lontano dal giudizio altrui, riuscì a imprimere sulla tela il suo genio creativo; un uomo, talmente folle e unico, che con la sua asprezza espressionista riesce ancora oggi a penetrare nelle anime di chi ammira le sue opere.
Con le sue pennellate così corpose, sfuggenti e cariche di sentimenti ardenti, Antonio Ligabue – con i paesaggi, i galli, le fiere e gli intensi e numerosi autoritratti – dipinge l’esperienza originaria dell’uomo; la sua arte porta in sé la visione di una forza interiore, la dimensione della memoria.
Segnato da una vita tormentata, vive un’inquietudine inesorabile, un disadattamento personale che riesce a superare solo dipingendo, una fuga dall’inferno di una realtà che non lo ha mai accolto e lui stesso non ha mai compreso, si sente escluso da una società creata dagli uomini, vive una solitudine senza appigli che riesce a scongiurare solo attraverso la pittura.
Tutto questo è raccontato perfettamente, attraverso oltre 60 opere, in un percorso cronologico curato da Francesco Negri e Francesca Villanti, in cui sono narrate le diverse tappe dell’opera dell’artista.
immagini e testo dal web



La mostra, prodotta da Arthemisia, è promossa e organizzata dal Comune di Trieste – Assessorato alle politiche della cultura e del turismo, con il supporto di Trieste Convention and Visitors Bureau e PromoTurismo FVG in collaborazione con Comune di Gualtieri e Fondazione Museo Antonio Ligabue.
La mostra vede come special partner Ricola.

Dal 22 febbraio 2024
, invece, aprirà al pubblico la grande mostra su Vincent Van Gogh con una selezione di oltre 50 opere provenienti dal prestigioso Museo Kröller-Müller di Otterlo, che custodisce uno dei più grandi patrimoni delle opere dell’artista.

Prodotta da Arthemisia e promossa dal Comune di Trieste, la mostra è curata da Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti.

7 mar 2024

Donne nell'arte



Venere di Urbino -Tiziano


 



Non si può fare la rivoluzione senza le donne. Forse le donne sono fisicamente più deboli, ma moralmente hanno una forza cento volte più grande.
(Oriana Fallaci)






dama con l'ermellino
Leonardo

Ragazza con l'orecchino
Leonardo
 Cracovia


26 feb 2024

Mostra di Van Gogh a Trieste

Il seminatore

A Trieste dal 22 /02/ al 30 /06/ 24 una mostra è dedicata all’artista più amato di ogni tempo, Vincent Van Gogh.Vincent Willem van Gogh ([ˈʋɪnsɛnt ˈʋɪlɛm fɑn ˈɣɔx] ascolta; Zundert, 30 marzo 1853  Auvers-sur-Oise, 29 luglio 1890) è stato un pittore olandese.

Fu autore di quasi novecento dipinti[1] e di più di mille disegni, senza contare i numerosi schizzi non portati a termine e i tanti appunti destinati probabilmente all'imitazione di disegni artistici di provenienza giapponese. Tanto geniale quanto incompreso se non addirittura disprezzato in vita, Van Gogh influenzò l'arte del XXI secolo.

Iniziò a disegnare da bambino e nonostante le critiche del padre, un pastore protestante che gli impartiva delle norme severe, continuò a interessarsi all'arte finché non decise di diventare un pittore vero e proprio. Iniziò a dipingere tardi, all'età di ventisette anni, realizzando molte delle sue opere più note nel corso degli ultimi due anni di vita. I suoi soggetti consistevano in autoritratti, paesaggi, nature morte di fiori, dipinti con cipressi, rappresentazioni di campi di grano e girasoli. La sua formazione si deve all'esempio del realismo paesaggistico dei pittori di Barbizon e del messaggio etico e sociale di Jean-François Millet.[2]

Dopo aver trascorso diversi anni soffrendo di frequenti disturbi mentali,[3][4][5] morì in circostanze misteriose a 37 anni, nel 1890; la fama artistica delle sue opere verrà riconosciuta soltanto in seguito alla sua morte.

Palazzo Revoltella



 

16 gen 2024

GIOVANNI NAPOLEONE PELLIS

 


Figlio di Valentino e Maria Zoratti e ultimo di sette fratelli, P. nacque a Ciconicco di Fagagna (Udine) il 19 febbraio 1888. Ancor giovane manifestò la propensione all’arte e, nonostante il dissenso dei genitori, seguì il consiglio del pittore Leonardo Rigo che, riconoscendo in lui un certo talento, lo spinse a dedicarsi alla carriera artistica. Dopo aver seguito per qualche tempo a Udine le lezioni di Antonio Milanopulo, nel 1907 si iscrisse all’Accademia di belle arti di Venezia, dove frequentò i corsi liberi di pittura tenuti da Guglielmo Ciardi. Tra il 1909 e il 1913 partecipò a più riprese alle mostre di Ca’ Pesaro, organizzate con fine intelligenza critica da Nino Barbantini. Quell’esperienza rimase fondamentale per il giovane artista, che ebbe così modo di entrare in contatto con le novità delle avanguardie europee, portate in laguna da pittori e scultori che avevano viaggiato, condividendo quanto di nuovo si andava sperimentando nelle maggiori capitali del Nord Europa. Le opere di questi anni tradiscono, infatti, le suggestioni di certo postimpressionismo di marca oltralpina, mediate dall’esempio di Gino Rossi e tradotte nella ricerca di sintesi formale e nell’accensione “fauve” delle gamme cromatiche, come testimoniano il dipinto Paese natio o l’Autoritratto (entrambi a Venezia, Galleria internazionale d’arte moderna di Ca’ Pesaro), realizzati nel 1911. Nel 1914 ottenne la borsa di studio Marangoni, grazie alla quale si trasferì a Roma, indicando Giulio Aristide Sartorio quale maestro prescelto per completare colà la propria formazione. L’entrata in guerra dell’Italia nel maggio 1915 interruppe il soggiorno nella capitale e costrinse P. a rientrare in Friuli per arruolarsi e recarsi al fronte anche senza prendere parte effettiva ai combattimenti. ... LEGGI 







IMMAGINI DAL WEB



15 gen 2024

Ligabue, esposizione al Museo Revoltella di Trieste - TV Capodistria 11....

E' una mostra meravigliosa    
È stata aperta al Museo Revoltella la mostra di Antonio Ligabue, uno degli artisti italiani più importanti del Novecento. La mostra, prodotta da Arthemisia, è promossa e organizzata dal Comune di Trieste - Assessorato alle politiche della cultura e del turismo, con il supporto di Trieste Convention and Visitors Bureau e PromoTurismoFVG in collaborazione con il Comune di Gualtieri e Fondazione Museo Antonio Ligabue.
fino al 18 febbraio 2024

24 dic 2023

IL NATALE DEI PITTORI


 Giotto


Piero della Francesca


Sandro Botticelli

Lippi

In rete ci sono tantissimi quadri di autori famosi,io ho scelto questi quadri.Spero siano di vostro gradimento.

31 lug 2023

I GIRASOLI


 Girasoli sono una serie di dipinti ad olio su tela realizzati tra il 1888 e il 1889 dal pittore Vincent van Gogh. Tra i soggetti preferiti dal pittore, sono oggi tra le sue opere più riconoscibili e note presso il grande pubblico.Il dipinto mostra i girasoli in ciascuna fase della fioritura, dal bocciolo all'appassimento. Anche se alcuni hanno interpretato le forme contorte dei petali e degli steli come un segno di tormento, traspare dalle lettere al fratello che questo soggetto diede gioia e ottimismo, come simbolo del clima temperato del sud. Inoltre il girasole simboleggia spesso devozione e lealtà e i vari stadi di decadimento potevano simboleggiare i cicli di vita e morte.

Le prime opere della serie mostrano di aderire alle teorie allora in voga nella cerchia di artisti trasgressivi parigini, usando come sfondo un blu/violetto per i fiori gialli. In seguito provò a mettere i fiori in un vaso giallo, su uno sfondo di una tonalità dello stesso colore e si accorse che la pittura sembrava irradiare luce e allegria: il colore per lui era già un modo di esprimere emozioni piuttosto che un modo per rappresentare la realtà.

L'artista stendeva i colori con pennellate ruvide e dense, spesso appiccicandoli uno sopra l'altro finché i pigmenti erano ancora umidi. A volte procedeva a scalfire la superficie fresca usando anche l'impugnatura del pennello. Si tratta di un approccio "scultoreo" alla pittura, in cui le ombre e le luci sono date, oltre che dai pigmenti, dallo spessore dell'impasto cromatico. L'effetto che si otteneva era quello di un'espressività mai vista prima. La serie fu innovativa anche per l'uso estensivo del giallo cadmio, un pigmento di invenzione recente, che l'artista amava usare.

Nella serie dei girasoli in vaso c'è un netto contrasto tra la piattezza del fondo e del vaso e i fiori che invece sembrano contorcersi in tutte le direzioni. La firma dell'artista si trova spesso sul vaso: come i grandi maestri del passato egli usava solo il proprio nome di battesimo.wikipedia


21 mar 2023

La primavera di Botticelli


 La Primavera è un dipinto a tempera grassa su tavola (203 x 314 cm) di Sandro Botticelli, databile per il 1480 circa. Realizzata per la villa medicea di Castello, l'opera d'arte è conservata nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

Si tratta del capolavoro dell'artista, nonché di una delle opere più famose del Rinascimento italiano. Vanto della Galleria, si accostava anticamente con l'altrettanto celebre Nascita di Venere, con cui condivide la provenienza storica, il formato e alcuni riferimenti filosofici. Lo straordinario fascino che tuttora esercita sul pubblico è legato anche all'aura di mistero che circonda l'opera, il cui significato più profondo non è ancora stato completamente svelato.Il bel dipinto venne eseguito per Lorenzo di Piefrancesco de' Medici (1463-1503), cugino di secondo grado di Lorenzo il Magnifico di circa quindici anni più giovane, non sempre in ottimi rapporti con il cugino maggiore, incaricato di fatto di governare Firenze[1]. Gli inventari di famiglia del 14981503 e 1516 hanno anche chiarito la sua collocazione originaria, nel Palazzo di via Larga, dove rimase prima di essere trasferita nella Villa di Castello, dove Vasari riferisce di averla vista nel 1550, accanto alla Nascita di Venere[2]. Il titolo con cui è universalmente conosciuto il dipinto deriva proprio dall'annotazione di Vasari ("Venere che le Grazie fioriscono, dinotando Primavera"), dalla quale derivano anche le linee cardine su cui si sono mossi tutti i tentativi di interpretazione.

Nel 1815 si trovava già nel Guardaroba mediceo e nel 1853 venne trasferita alla Galleria dell'Accademia per lo studio dei giovani artisti che frequentavano la scuola; con il riordino delle collezioni fiorentine venne trasferita agli Uffizi nel 1919[3].

Se nella critica non vi è alcun dubbio circa l'autografia di Botticelli, piuttosto discordi sono le ipotesi sulla datazione. Gli estremi sono quelli della collaborazione presso i Medici, dal 1477 al 1490, con la sospensione del viaggio a Roma, per affrescare tre episodi biblici nella Cappella Sistina, degli anni 1480-1482. Lightbrown ipotizzò una datazione immediatamente successiva al rientro dalla Città eterna, nel 1482, coincidendo con le nozze del committente Lorenzo il Popolano con Semiramide Appiani[3]: l'allegoria di Venere, rappresentata al centro del dipinto, sarebbe anche legata a un oroscopo di Lorenzo, come risulta da una lettera di Marsilio Ficino a lui indirizzata, in cui il filosofo lo esortava a ispirare il proprio agire alla configurazione astrale che ne dominava il tema natale, cioè proprio Venere e Mercurio[2].

Questa ipotesi è oggi la più accettata dalla critica, sostituendo ormai quella al 1478, prima della partenza per Roma...continua https://it.wikipedia.org/wiki/Primavera_(Botticelli)


20 feb 2023

Mostra Insieme a Udine


 18 febbraio - 16 luglio 2023

Casa Cavazzini

orari, prenotazioni e biglietti

Attraversare a occhi aperti la condizione umana, in particolare i legami che fanno vivere, la passione con cui superiamo solitudini e distanze. Ecco la traccia del cammino affascinante che la mostra «Insieme» propone attraverso cinquantacinque capolavori, molti dei quali appartengono ai più importanti protagonisti dell’arte degli ultimi due secoli, tracciando una via di bellezza che arriva dritta al cuore partendo dall’eleganza dei Preraffaelliti e passando attraverso le suggestioni del Surrealismo, i linguaggi dell’Espressionismo, del Simbolismo e dell’Astrazione. Le opere di autori come John Everett Millais, Franz von Stuck, Vasilij Kandinskij, Salvador Dalí, Alberto Savinio de Chirico, Renato Guttuso, Michelangelo Pistoletto, Giuliano Vangi, Gianfranco Ferroni, Tibor Csernus, e anche del friulano Mirko Basaldella, accanto ad altri, come attori trasformeranno le sale di Casa Cavazzini, il Museo di Arte Moderna e Contemporanea nel centro di Udine, in un dramma teatrale intenso. Attraversare questa mostra significa rivedere tutta la propria vita. I momenti, le figure, gli abbracci e le lacrime più importanti. Basta considerare i passi, le sezioni con cui essa presenta le opere di sala in sala: solitudini; amore; sangue; prossimità; conflitti; il cielo; smarrirsi; ritrovarsi. Già lette in sequenza, queste parole costituiscono un discorso, quasi la proposta di un viaggio interiore. Come il titolo suggerisce, la mostra è una meditazione d’arte per passare da un uomo smarrito nell’incomunicabilità a un uomo ritrovato nell’intersoggettività.

INFORMAZIONI
www.udinegrandimostre.it

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
prenotazioni@udinegrandimostre.it
0432 1279127

ORARI
Lunedì 14.00-18.00
Martedì > Giovedì 9.30 – 18.30
Venerdì > Domenica 9.00 – 20.00


20 apr 2022

LE ICONE UCRAINE DELLE FESTE




Il linguaggio dell’immagine nella liturgia bizantino-slava
UKRAJINSKE PRAZNIČNE IKONE
Govorica podob v bizantinsko-slovanski liturgiji
La “lettura” di queste icone può contribuire a conoscere la profondità e la complessità del messaggio di queste immagini, la tradizione di fede e la spiritualità delle Chiese orientali, in particolare di quelle presenti in Ucraina, la terra in cui oggi la gente sta percorrendo la Via crucis di una guerra barbara, inconcepibile in un'Europa civile.
razstava bo odprta do • la mostra resterà aperta fino al 1.5.202 a San Pietro al Natisone presso l'ISK -istituto della cultura Slovena,

13 apr 2022

Firenze, ritrovato e restituito agli Uffizi dopo 37 anni 'La Sacra Famiglia con Santa Caterina d'Alessandria'


 I Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale hanno restituito alle Gallerie degli Uffizi un dipinto di un pittore di area veneto-romagnola del XVI secolo raffigurante La Sacra Famiglia con Santa Caterina d’Alessandria: il quadro, di proprietà del museo fiorentino, era stato trafugato da ignoti nel gennaio del 1985 dalla chiesa di San Michele a Monteripaldi, nei dintorni di Firenze, dove si trovava in deposito dal 1970. La riconsegna ufficiale, a seguito di confisca, è avvenuta oggi, lunedì 11 aprile: ad affidare l’opera al direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt è stato il tenente colonnello Giuseppe Marseglia.


Le verifiche condotte attraverso la consultazione della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande database al mondo di opere d’arte trafugate, gestito dallo stesso comando TPC, hanno permesso di identificare la corrispondenza tra il quadro messo in vendita su internet e quello censito nel sistema informativo...continua https://www.055firenze.it/art/212703/Firenze-ritrovato-restituito-agli-Uffizi-dopo-37-anni-La-Sacra-Famiglia-con-Santa-Caterina-dAlessandria


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