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Dalle scuole anche segni di speranza


 Il nuovo anno scolastico tra gli sloveni della provincia di UDINE è iniziato con una bella novità, poiché a Kanalska dolina sono ufficialmente iniziate le lezioni multilingue. Il che significa anche che la lingua slovena ha ufficialmente varcato un paio di volte la soglia della scuola media superiore. Altrimenti è motivo di rammarico il calo del numero degli studenti, che dimostra la scarsa situazione demografica delle nostre valli. 

Segnali di speranza si vedono nell'aumento dei bambini nella scuola bilingue Vartac e nella scuola Taipana chiusa da poco per il numero insufficiente di alunni.

Per noi è particolarmente speciale la scuola bilingue di San Pietro al Natisone, dove tutti i 247 bambini impareranno lo sloveno e l'italiano, 7 in meno rispetto all'anno scorso. Tutto fa ben sperare per il futuro, visto che i cuccioli al nido sono 61, ai quali bisognerà aggiungerne altri 7 piccoli nella sezione primaverile, così che il nido avrà 68 cuccioli, 6 volte di più rispetto allo scorso anno. Ci sono 96 studenti nei cinque anni della scuola primaria, 18 in meno rispetto allo scorso anno, e 83 studenti nella scuola secondaria di primo grado, cinque volte di più rispetto allo scorso anno.

Nella Valli del Natisone studiano lo sloveno ben il 66,01% dei bambini della scuola materna, il 51,06% degli alunni delle scuole elementari e il 42,52% degli alunni delle scuole secondarie.


In altre zone della Benecia i corsi di lingua slovena si svolgono nelle scuole monolingue. Ad esempio a Prepotto, dove hanno 4 bambini in meno all'asilo e 4 bambini in meno alla scuola primaria, ma a Vedronza, dove hanno meno bambini all'asilo e 4 bambini in meno alla scuola primaria. Si spera che che avranno lezioni di sloveno anche a Faedis e Attimis, dove la lingua slovena è arrivata l'anno scorso.

Buone notizie arrivano da Taipana, dove per la quinta volta l'associazione don Blanchini offre l'apprendimento della lingua slovena . Se alla scuola dell’infanzia ci sono tre bambini in meno rispetto all’anno scorso, alla scuola primaria ce ne sono 7 volte di più. In questo modo gli alunni  potrebbero essere nuovamente divisi in due classi..Alan Cecutti, è felice che la scuola stia crescendo, che stiano lavorando duramente per attirare a scuola bambini di altre comunità offrendo loro tantissime attività. Anche la lingua slovena.

A Resia hanno anche un asilo nido, che ha anche una sezione primaverile, ma ci sono meno alunni nelle scuole primarie e secondarie inferiori. 

Nella Val Canale, come abbiamo scritto all'inizio, ci sono corsi di lingua ufficiale (in italiano, sloveno, tedesco e anche friulano) per tutti i bambini della scuola dell'infanzia e delle prime classi delle scuole primarie, medie e superiori. Tutti a Ugovizza e quasi tutti a Tarvisio frequenteranno classi multilingue: a Vartac 56 studenti su 57, nella scuola primaria 22 studenti su 24 e nella scuola secondaria inferiore 20 studenti su 21.

Nelle classi della scuola primaria e secondaria di primo grado si offriranno lezioni multilinguistiche secondo il modello sperimentale dello scorso anno e si finanzierà con i soldi della strategia per le regioni interne.

dal Dom

Dialetto dell'Alta Valle del Torre detto po našin

 

Dialetto dell'Alta Valle del Torre detto po našin



                            STAGIONI        


  • po našin         italiano         sloveno
  • zima               inverno           zima
  • vilazim           primavera      pomlad
  • ljeto               estate               poletje
  • jesen             autunno           jesen


     MIESCI          MESI              MESECI


  • ženar            gennaio               januar
  • fevrar           febbraio               februar
  • marč             marzo                   marec
  • avril              aprile                   april
  • maj               maggio                 maj
  • junj               giugno                 junij
  • žetnjak          luglio                  julij
  • avošt             agosto                 avgust
  • setember       settembre            september
  • otuber           ottobre                oktober
  • november    novembre           november
  • dečember    dicembre            december


      TIEDAN           SETTIMANA             TEDEN

  • pundiak                lunedì                     ponedeljek
  • toràk                     martedì                   torek
  • srieda                    mercoledì               sreda
  • četartak                 giovedì                   četrtek
  • petak                     venerdì                   petek
  • sabota                   sabato                     sobota
  • nedija                    domenica               nedelja

  • nàs                       oggi                     danes                
  • zejtra                    domani                 jutri
  • učera                   ieri                        včeraj
  • ondàn                  dopodomani          pojutrišnjem
  • lietos                    quest'anno             letos
  • druo lieto             l'anno prossimo     drugo leto
  • lane                     l'anno scorso           lani

La storia della vita di Dorič Predan è un'immagine dell'intera Benecia del dopoguerra


 "Ricordiamo tutti 'Doric' come un uomo che ha difeso i nostri diritti, era coraggioso, audace, focoso, credeva profondamente nei suoi ideali di solidarietà, giustizia, uguaglianza. Per i nazionalisti italiani e oppositori degli sloveni, Izidor Predan aveva anche questa colpa di essere comunista».

Con queste parole di apertura, Iole Namor, presidente del Circolo culturale Ivan Trinko, ha presentato il film documentario su Izidor Predan, che è stato presentato in anteprima mercoledì 22 febbraio nell'intera sala del Centro culturale sloveno di San Pietro al Natisone, su iniziativa del Circolo Ivan Trinko e in collaborazione con il programma sloveno della sede regionale della RAI per il fvg, della società Video pro e dell'Istituto di cultura sloveno nell'ambito della serie 'La parola che abbiamo ereditato non si estinguerà'. Il regista Aljaž Škrlep, che è anche l'autore del documentario su Viljem Černo, che è stato mostrato una settimana prima, ha sottolineato come sia stato sorpreso di scoprire che Černo e Predan erano una sorta di "supereroi" durante la ricerca. "C'erano due poli che erano assolutamente necessari, in modo che siamo seduti qui oggi, che la Slovenia e la cultura siano preservate qui ad un livello molto alto", ha detto. Ha aggiunto.
Anche il vicepresidente dell'Istituto per la cultura slovena, Živa Gruden, si è rivolto al pubblico, sottolineando che l'entusiasmo del giovane regista "ci fa sperare che il percorso che hanno iniziato allora sia quello su cui dobbiamo continuare".
Il documentario si basa su interviste con i figli di Predan e sua moglie Adele, e intreccia fotografie in bianco e nero, filmati a colori della Rečanska Dolina, narrazioni sulla vita culturale, politica e "pubblica" e sull'impatto di questi eventi sulla vita personale o familiare di Dorič.
Il ritratto di un politico e giornalista beneciano, realizzato da Aljaž Škrlep, è quindi in realtà un'immagine dell'intero dopoguerra della Benecia ed è ispirato alla fame infantile di Doric ("la prima volta che mi sono sentito sazio è stato quando avevo 17 anni, era sempre mio padre", racconta Vladimir in un'intervista) ai primi contatti con il movimento partigiano, agli attacchi dei nazionalisti italiani con il 'sostegno' dello Stato, per esempio, quando, a 23 anni , fu accusato di spionaggio e tradimento, arrestato, senza informarne la famiglia, e tenuto in prigione per sei mesi.
Nonostante le difficoltà e l'opposizione negli 'anni bui della Slavia', Predan ha guidato per lungo tempo il circolo Ivan Trinko, il Fronte democratico degli sloveni e, naturalmente, il giornale Novi Matajur, che ha firmato dal 1974 al 1984. Il nome di Predan è associato anche alla letteratura della Benecia: Živa Gruden osserva nel documentario che Predan fu probabilmente il primo scrittore a usare sistematicamente il dialetto beneciano in prosa. È stato anche l'iniziatore degli incontri transfrontalieri degli sloveni a Kamenica e Matajur. Come racconta Marco Predan nel film, Dorič era un personaggio popolare oltre confine, tutti lo amavano, anche quegli sloveni che non erano comunisti. Morì improvvisamente all'incontro degli sloveni a Matajur l'11 agosto 1996.
La Namor ha aggiunto i seguenti pensieri : "L'eredità lasciataci da Černo e Predan è anche nella convinzione che dobbiamo essere ambiziosi e avere obiettivi elevati. Come ci ha sempre detto Bruna Dorbolò, dobbiamo sognare, perché se siamo fiduciosi, se ci rimbocchiamo le maniche e lavoriamo bene, possiamo realizzare quei sogni. La scuola bilingue, il museo SMO, che sono a livello europeo per qualità, ne sono una prova e uno stimolo per noi”.

tradotto dal Novi Matajur


Il paniere del Parco Prealpi Giulie


 Il Paniere del Parco è il progetto grazie al quale il Parco naturale regionale delle Prealpi Giulie intende far conoscere ed apprezzare le produzioni tipiche del territorio.

E’ fondato sui prodotti di eccellenza esistenti nei Comuni dell’area protetta (Aglio di Resia, Brovadâr di Moggio Udinese, Fagiolo Fiorina di Lusevera, Formaggio di malga Montasio e Zucca di Venzone) e si propone la valorizzazione del comparto agro-alimentare esistente.
Questi raccontano una storia antica, fatta di tradizioni, di arti e di mestieri che si tramandano da generazioni e che tratteggiano il carattere delle popolazioni, dedite all'agricoltura e alla pastorizia. Sono produzioni simbolo di un territorio sano e incontaminato, di pratiche di produzione e lavorazione sostenibili, sempre attente alla salvaguardia dell’ambiente.
Al fine di promuovere e valorizzare i prodotti di eccellenza dei nostri territori quali motore di sviluppo di un’agricoltura sostenibile che freni l’abbandono di queste zone e tuteli la biodiversità, nell'ambito del progetto "Taste the Parks" sviluppato in collaborazione con Naturpark Weissensee proponiamo questo video a cura di Enrico Micelli.
Per saperne di più sul progetto Taste the Parks https://www.parcoprealpigiulie.it/.../pro.../taste-the-parks
Per saperne di più sul Paniere del Parco https://www.parcoprealpigiulie.it/.../il-paniere-del-parco

Bambino gravemente ustionato a Taipana

 Un 13enne è rimasto gravemente ustionato, per cause in corso di accertamento, questo pomeriggio, mentre si trovava con alcuni coetanei in un campetto nel territorio del comune di Taipana, nella frazione di Monteaperta.

Immediata la chiamata di aiuto al 112: gli infermieri della Sores hanno inviato sul posto un'ambulanza e l'elisoccorso.

Il 13enne è stato assistito dalle equipe sanitarie e poi trasportato in volo al Centro grandi ustionati dell'ospedale di Padova per le lesioni che ha riportato nella parte alta del corpo, di primo e di secondo grado. Stando alle prime ricostruzioni, sarebbe stato investito da una fiammata.

Sul posto anche i Carabinieri della Compagnia di Cividale del Friuli e i Vigili del fuoco.

https://www.ilfriuli.it/articolo/cronaca/bambino-gravemente-ustionato-a-taipana/2/277538

AUGURI AL BAMBINO!

Museo SMO, menzione speciale del premio Fare Paesaggio

 


 Lo SMO, museo di paesaggi e narrazioni di San Pietro al Natisone che in dicembre compirà dieci anni, ha ottenuto la menzione speciale nella sezione Cultura, educazione e partecipazione del Premio triennale Giulio Andreolli – Fare Paesaggio. La comunicazione del riconoscimento è arrivata nei giorni scorsi assieme ai complimenti “per l’elevato livello qualitativo della proposta”.

Il premio, istituito dall’Osservatorio del Paesaggio della Provincia autonoma di Trento per sostenere la salvaguardia e la gestione del paesaggio alpino in conformità a quanto previsto dalla Convenzione Europea del Paesaggio, consiste in una selezione triennale di opere, progetti e iniziative realizzati nel territorio definito dalla Convenzione delle Alpi, che sappiano esprimere obiettivi di elevata qualità paesaggistica e sostenibilità ambientale. La selezione, aperta al contesto alpino europeo, è finalizzata a valorizzare esperienze che, con riferimento a problematiche paesaggistiche di interesse per la realtà trentina, si siano distinte per i caratteri innovativi e l’efficacia durevole delle azioni proposte, per la qualità tecnico scientifica ed estetica e per il propositivo ruolo degli enti promotori e della committenza.
Nel 2019 una menzione speciale per un altro ambito del premio era andata al progetto del Comune di Stregna ‘Scrigni di biodiversità’ sul recupero dei terreni incolti e del paesaggio terrazzato.
La cerimonia di premiazione dell’edizione 2022 si terrà a Trento il prossimo 16 febbraio.

Monteaperta /Viškorša

 

foto di Jean Marc Pascolo

Monteaperta (Viškorša in sloveno, Montviarte o Monviarte in friulano), anche chiamata la piccola Cortina, è una frazione di 219 abitanti del comune italiano di Taipana, in provincia di Udine.

Un tempo chiamata Campo di Miglio, poi Monteaperto, infine Monteaperta, questo villaggio, una volta Villa indipendente (citato nell'ispezione canonica del 10 giugno 1737 come Villa di Monteaperta) che comprendeva anche le frazioni di Cornappo, di Ponte Sambo e di Debellis, è attualmente compreso nel comune di Taipana della provincia di Udine, in Friuli-Venezia Giulia, che è distante 3,93 chilometri. Fa parte dell'Iter Aquileiense o Cammino Celeste, un passo o via di pellegrinaggio, con una lunghezza totale di 360 km, che collega il santuario di Maria Saal (Austria) e Brezje (Slovenia) ad Aquileia, in Italia.

Sorge a 659 m s.l.m., tra i rilievi delle Prealpi Giulie, nel bacino del rio di Monteaperta e del torrente Cornappo. La frazione si estende per oltre 2 km di lunghezza, tra 500 e 659 metri, in posizione panoramica ai piedi del Gran Monte, una grande catena montuosa situata tra i torrenti del Cornappo, del Torre e del fiume Isonzo. Il territorio su cui si estende Monteaperta fa parte di una vasta area denominata Alta Valle del Torre o Alta Val Torre della Slavia friulana (chiamata Benečija in sloveno). Da un punto di vista geomorfologico la catena del Gran Monte è, a partire dalla pianura friulana, il primo gruppo di monti di grandi dimensioni che costituiscono le Prealpi Giulie, di altitudine superiore ai 1600 metri. La roccia è calcarea, con fenomeni carsici (inghiottitoi, doline e grotte). L'area nei pressi della frazione è ricca di sorgenti (come la sorgente del Vescovo) che alimentano città vicine.

  • Clima: il clima di Monteaperta è prevalentemente continentale, con temperature abbastanza elevate d'estate e relativamente rigide d'inverno, ma con minor continentalità rispetto alla Carnia. L'inverno è la stagione meno piovosa, mentre d'estate sono frequenti i fenomeni temporaleschi, anche accompagnati da forti grandinate. Si segnalano episodi di Bora.
  • Geologia di Monteaperta: il paese (Borgo di Sotto e Borgo di Sopra) si estende su coni di deiezione (falde di detrico e brece) posglaciale. La formazione chiamata Flysch (marne ed arenarie) del Eocene (zona inferiore) di -50 MA, è stata definita nel promontorio del Briec e del Celò, a Ponte Sambo e a Debellis. Il Trias superiore di -220 MA: questa formazione affiora in zona Gran Monte. Il Trias superiore Carnico è stato definito sopra Monteaperta ed è composto da dolomie friabili. Durante il Trias superiore Norico s'innalza il Gran Monte: è composto da dolomie chiare e calcari dolomitici in strati (chiamati dolomie principale). Il Trias superiore Retico, infine, è costituito da calcari grigi compatti ed è ben visibile sulla cima del Gran Monte.
  • Minerali: limonite (ferro), lenticchie sparse di carbonecalcite.
  • Fossili (Eocene e Trias): Lamellibranchi, Bivalvi (Megalodontide), Gasteropodi (Amaurellina), rari Cefalopodi (Ammoniti), Echinodermi, Poriferi (spugne), Coralli, Brachiopodi, rari pesci, trace marine, cipressi.
  • Fiumi: rio ta Sausciànrio ta Saràvanzario ta Sacoredorio Podroprio Dregnario Valcaldario di Monteapertario Gleriario ta Sabazaretantorrente Cornappo.
  • Grotte di Monteaperta: grotta pod Lanišče (semi-allagata) presso la località Ponte Sambo, grotte del Briec e del Celò (sopra Debellis), grotte del Gran Monte: grotta della Diuja Jáma (sopra la pod Biela Skala), AbarieOrna Scie (Scia)...
  • Flora e fauna: Monteaperta è circondata da boschi misti di castagno, maggiociondolo, nocciolo, noce, ciliegio, frassino, carpino bianco, abete rosso e larice, a metà altezza e le colline lasciano il posto a boschi di pini e ginepri, poi a vaste vegetazione di malga con flora rara e protetta (tra cui stelle alpine, genziane, orchidee e rododendri). La sua fauna è notevole (lince, orso bruno, gatto selvatico, camosci, cinghiali, caprioli, cervi, scoiattoli, tassi, volpi e rari sciacalli, pipistrelli, vari uccelli, salamandre, serpenti, trote, gamberi, rane, farfalle e insetti). Il paese segna il limite sud-ovest di un grande parco naturale.
  • continua  https://it.wikipedia.org/wiki/Monteaperta

Queste Valli sono al centro dell’Europa

 


L’intervento che la senatrice Tatjana Rojc ha tenuto venerdì 6 gennaio al 59º Dan emigranta.

 

Reka med rekami,
slana beseda,
žila sestradanih,
kvasnica gneva,
jutro odhoda,
vlak brez postaje,
Nediža,
Nediža.

Fiume tra i fiumi,
parola di sale,
di miseri vena,
fermento di rabbia,
all’alba il partire,
il treno scandisce
Nadissa,
Nadissa.

È sempre un’emozione tornare nelle valli della Benecia e ritrovare, di volta in volta, nuove idee, ritrovare gli stessi amici, acquisirne di nuovi. Le nostre Valli così splendide e così martoriate dalla povertà e dalla politica, da quei servizi deviati che incutevano paura, seminavano terrore e rispondevano spesso al nome di Gladio.
Una politica che oggi raramente investe per mantere vivo questo territorio, spopolato di proposito. Perché davano fastidio queste genti così tenaci, così ingegnose, così attaccate alle loro case, a quei paesi arroccati tra i boschi. Che parlavano lo sloveno con una loro cadenza particolare dove le parole stesse suonavano come una melodia. Una musica. E che molti oggi ancora non vogliono riconoscere come parlata dialettale di una lingua europea standardizzata da secoli, come testimoniano i manoscritti medievali di Castelmonte.

Tornavano per Natale, questi emigranti con i volti solcati dalle fatiche, per ritrovarsi in famiglia, rinnovare le tradizioni delle feste, sentire il profumo delle gubance, dei ciocchi che venivano accesi prima di Natale e mantenevano vivo il focolare fino all’Epifania, come per segnare il passaggio dal buio verso la luce. E poi, il 6 gennaio, prima di ripartire, ritrovavano la comunità, quella famiglia allargata che condivideva lo stesso destino, per l’ultimo ballo, il canto, le storie comuni, prima di ritornare alle terre lontane. Mantenendo viva questa lingua materna, vituperata e umiliata, che era, invece, per loro, il battito del cuore. Era lo sguardo delle madri e dei padri che li attendevano. I versi di Miroslav Košuta che ho voluto citare, ci ripropongono quel dolore scandito dallo scorrere del Natisone che chi vi parla ha voluto riprendere con la variante in latino usata da Plinio II, e simile allo sloveno. Il giorno dell’Epifania, una storia importante dunque: quella degli emigranti che, dopo le feste di Natale, si concedevano l’ultimo guizzo di allegria, prima di intraprendere, come ogni anno, il viaggio per terre lontane, magari per il Belgio, per le miniere come quella di Marcinelle. Per Paesi lontani, dove la fatica di guadagnarsi il pane, di sfamare le famiglie, di aiutare chi era rimasto, era infinita.
La presenza, lo scorso anno, del Presidente della Repubblica di Slovenia Borut Pahor, così come la visita del Sottosegretario Ivan Scalfarotto segnano indubbiamente il valore e l’attenzione dei nostri due Paesi nei confronti di questa terra e delle sue peculiarità. Come un albero rigoglioso la voce della Benecia e del Natisone, lo abbiamo sentito, appunto, nei versi di Miroslav Košuta, si propaga in qualcosa di incredibile, attraverso un nucleo incredibile in cui ogni costruzione, ogni pietra, ogni scalino sanno raccontare una propria storia.
Il suolo che attraversiamo noi europei esiste perché esistono luoghi come la Slavia veneta che rappresenta, con i suoi circoli, specie quello che porta il nome di monsignor Ivan Trinko, o l’Istituto per la cultura slovena, l’essenza della ricerca e della conferma di qualcosa che non possiamo dissipare: rappresentano il punto di riferimento, per chi sa che queste Valli – che tentano di ritrovare una propria autonomia economica anche attraverso la collaborazione con le genti di oltre-confine – hanno bisogno di sostegno. Sostegno significa, però, in questo caso una visione, un progetto politico che deve essere condiviso da Amministrazioni locali, Regione, Istituzioni statali e che determini finalmente lo sviluppo economico, sicuramente ecosostenibile, per dare forza a chi vuole tornare per ripopolare i paesi, le case, le attività. Il Dan emigranta – Giorno dell’emigrante, rappresenta da decenni un appuntamento irrinunciabile per chi intende riflettere in libertà. Queste Valli sono al centro dell’Europa, quell’Europa in cui sono il dialogo, la reciproca conoscenza, il rispetto a rappresentare la sua centralità. Ce lo ricorda dal 2001 la Legge 38 che tutela la comunità slovena in Italia e mette, finalmente, sullo stesso piano degli sloveni di Trieste e Gorizia anche quelli meno fortunati della provincia di Udine. Ce lo ricorda la nostra scuola bilingue di San Pietro al Natisone che è oggi un riferimento per molte famiglie slovene e italiane, nata dal coraggio dei Benečani e statalizzata proprio grazie alla Legge 38/2001. Ce lo ricordano le pagine del Novi Matajur e del Dom che leggo sempre con grande attenzione.
Questa terra dalla bellezza arcana che abbiamo a lungo abbandonato a se stessa, riprenda con forza la propria energia ancestrale, ne ribadisca l’importanza. Questa terra, terra di emigranti, saprà accogliere chi vorrà aiutarla, e noi ci impegneremo tutti in tal senso, per scrivere un capitolo nuovo all’ombra del Matajur.
Tatjana Rojc

https://novimatajur.it/attualita/queste-valli-sono-al-centro-delleuropa.html

Comuni ‘in bolletta’, anche le Valli restano al buio


  Il caro bollette è una realtà che ci accompagna ormai da tutto il 2022. Non colpisce però solo i bilanci di famiglie e imprese, ma anche quelli dei Comuni. Le tranches di aiuti contenute nei decreti legge del Governo (in arrivo in settimana il quarto dl) non sono sufficienti a coprire costi dell’energia elettrica che in dodici mesi sono aumentati anche fino a cinque volte.

San Leonardo e Stregna, misure per il risparmio già dalla scorsa primavera
Così, in ordine sparso, gli enti locali stanno cercando di correre ai ripari adottando misure tese al risparmio energetico. Nelle Valli del Natisone, i primi a muoversi in questa direzione, in tempi che ancora non lasciavano presagire una corsa verso l’aumento così rapida, sono stati S. Leonardo dal 4 marzo e Stregna dalla settimana successiva. A S. Leonardo l’illuminazione pubblica è spenta dall’una di notte fino alle alle cinque del mattino. Salvo che sulla strada provinciale dove per motivi di sicurezza stradale non è stato possibile intervenire. Dove c’era la possibilità in compenso, si è scelto di ridurre l’intensità della luce. “Con alcuni investimenti realizzati in questi anni – ci dice il sindaco Antonio Comugnaro – avevamo già sostituito la tecnologia delle lampade che ora sono in maggioranza a led, 400 su 600. Ne restano circa 80 obsolete che abbiamo in programma di sostituire a breve”. Non solo, sul versante del risparmio Comugnaro aggiunge che “Abbiamo già chiesto un contributo per poter coprire tutti gli edifici di proprietà del comune con il fotovoltaico dotandoli di batterie di accumulo. Dovesse andare in porto questo progetto il Comune sarebbe quasi del tutto autosufficiente.” Quanto al capitolo riscaldamento a San Leonardo è già operativa una centrale a biomassa che viene alimentata con cippato prodotto in loco e che serve già scuole e palestra.
“Quando abbiamo scelto di introdurre queste misure di riduzione dell’illuminazione abbiamo cercato di spiegare ai cittadini la necessità di questa scelta, allora non così scontata. Il riscontro però è stato più che positivo sia da parte dei privati, sia delle associazioni che, per esempio, hanno ridotto il consumo di energia del campo sportivo. Qualche critica c’è stata, certo, ma alla luce di come stanno andando le cose, credo che sia stata la scelta giusta. A dicembre, con le bollette sul consumo effettivo ne quantificheremo il beneficio. Sicuramente – conclude Comugnaro – sono decisioni che stanno comportando qualche sacrificio ma di fronte a questa emergenza è necessario stringersi e fare di necessità virtù”.
Anche il Comune di Stregna è intervenuto in tempi non sospetti. L’amministrazione guidata da Luca Postregna già l’11 marzo scorso ha scelto di spegnere l’illuminazione pubblica dalle 23 alle 5 del mattino. Senza distinzioni di sorta.
La stessa scelta che lo scorso 23 settembre ha operato il Comune di Pulfero. Qui il sindaco Camillo Melissa ha disposto lo spegnimento di tutta l’illuminazione pubblica fra le 23 e le 5 ad eccezione dei lampioni dislocati sulla statale 54 del fondovalle.
A Drenchia l’ordinanza dello scorso 25 ottobre prevede lo spegnimento dell’illuminazione pubblica da mezzanotte alle cinque dal lunedì al venerdì e dall’una alle cinque nei fine settimana. A Savogna l’illuminazione è stata spenta, a partire dallo scorso 2 novembre, tutti i giorni da mezzanotte alle cinque.
A San Pietro il costo del kWh è cresciuto di quasi 8 volte
Il comune di San Pietro al Natisone ha scelto una via sensibilmente diversa: l’illuminazione pubblica stradale, là dove le condizioni lo consentono, è stata ridotta con l’accensione parziale dei lampioni in modo alternato ‘uno sì e uno no’, in tutte le frazioni del fondovalle, statale 54 compresa. Il versante montano invece per ora è stato risparmiato da questa misura perché, ci spiega il sindaco Mariano Zufferli, “abbiamo valutato che potrebbero esserci problemi di sicurezza visto che in quei paesi risiede una percentuale significativa di anziani”. Nel corso degli anni il Comune aveva sostituito le lampade ‘tradizionali’ con impianti a led. In questi nuovi punti luce, un centinaio, oggi si è scelto di abbassare l’intensità dell’illuminazione.
È stato disposto, infine, lo spegnimento completo degli impianti di parchi e giardini. Ancora Zufferli: “Era inevitabile per noi adottare queste misure, e non siamo sicuri siano sufficienti. Abbiamo fatto un raffronto fra le bollette di agosto 2021 e lo stesso mese di quest’anno: allora il costo del kilowattora era di 0,09 euro, ad agosto 2022 è stato di 0,79. Secondo la nostra stima avremmo speso alla fine dell’anno 300mila euro, una cifra che non potremo mai permetterci. Anche perché in termini di aiuti, ad oggi, abbiamo ricevuto 6mila euro dalla Regione e 10.900 dallo Stato”.

V Podbuniescu so ohranili vrtec /Pulfero mette al sicuro l’asilo


 Ricordate? Era il 23 marzo 2015 quando il consiglio comunale di Pulfero approvò a maggioranza (all’epoca esisteva ancora l’opposizione!) un documento per affermare che nelle Valli del Natisone «costituisce espressione tradizionale della comunità» una «lingua autoctona denominata nediško». Quell’atto avrebbe dovuto fare da preludio alla modifica dello statuto municipale nella parte che recita: «II Comune riconosce e valorizza il dialetto sloveno locale come eredità storica e peculiare della Comunità» (si noti che la magna carta di Pulfero correttamente definisce «slovena» la parlata valligiana) e, secondo i desideri di qualcuno, l’uscita del Comune dall’ambito di tutela della minoranza slovena.

Fortuna che quel piano non andò in porto. Così nelle scorse settimane la giunta comunale di Pulfero ha potuto appellarsi proprio alla legge di tutela della minoranza slovena per avere la deroga al numero minimo di iscritti e tenere aperta la propria scuola dell’infanzia.

Nel dispositivo della deliberazione è stato evidenziato come, con Decreto del Presidente della Repubblica 12 settembre 2007, Pulfero sia inserito tra i Comuni del Friuli Venezia Giulia nei quali si applicano le misure di tutela della minoranza linguistica slovena, a norma dell’ art. 4 della legge n. 38/2001 e «pertanto sussistono le condizioni per l’applicazione delle disposizioni di particolare parametrazione in termini di numeri».

Ora, confidando che la deroga venga concessa, c’è da vigilare affinché nella scuola dell’infanzia la programmazione comprenda «anche argomenti relativi alle tradizioni, alla lingua e alla cultura locali da svolgere anche in lingua slovena», come prevede l’articolo 12 della legge 38/2001, anche perché ai diritti (deroga al numero minimo di iscritti) corrispondono precisi doveri (trasmettere ai bimbi la lingua slovena).

Infine, va fatto un plauso a sindaco e assessori di Pulfero, che hanno compiuto una scelta saggia e intelligente. Del resto è da tempo chiaro a tutti che, di fronte all’eloquenza dei dati sulla situazione demografica e socioeconomica della Benecia, il principale, per non dire l’unico, elemento concreto al quale affidarsi per le residue possibilità di ripresa è proprio quello dell’identità etnico-linguistica della popolazione. Tutto il resto è velleitario. (M. Z.)

https://www.dom.it/v-podbuniescu-so-ohranili-vrtec_pulfero-mette-al-sicuro-lasilo/

Nelle Valli del Natisone in arrivo oltre 30 turisti tedeschi

 


La più grande associazione ambientalista della Germania sceglie le Valli del Natisone per i viaggi naturalistici dei suoi iscritti: saranno oltre una trentina – suddivisi in tre turni (17-24 settembre; 1-8 ottobre; 15-22 ottobre) – i turisti tedeschi ospiti della Pro Loco Nediške Doline-Valli del Natisone, che proporrà loro varie escursioni sul territorio tra natura, cultura, storia, tradizioni ed enogastronomia. Si tratta della Bund für Umwelt und Naturschutz Deutschlands, ovvero la Federazione Tedesca per l’Ambiente e la Protezione della Natura, con sede a Berlino, ma fondata a Monaco nel 1913, che conta oltre 550 mila soci. Ha quale braccio operativo un’agenzia turistica che, insieme alla realtà più piccola ma molto dinamica Sento Wanderreisen di Monaco di Baviera, ha organizzato la trasferta friulana.

“Un riconoscimento – ha commentato Antonio De Toni, presidente della Pro Loco con sede a San Pietro al Natisone – al grande lavoro di sviluppo della ricettività turistica che abbiamo compiuto in questi anni insieme a Comuni, ristoratori, albergatori e aziende del territorio, confrontandoci con le comunità nella manutenzione dei sentieri, nella valorizzazione delle chiesette e nella promozione dei sapori tipici locali.”
I turisti d’Oltralpe visiteranno alcune delle tappe del Cammino delle 44 Chiesette Votive (come quella di Cravero), il borgo di Montefosca per conoscere le sue tradizioni sul Carnevale, viaggeranno tra il santuario di Castelmonte e Stregna e ovviamente esploreranno Cividale. Non mancherà l’ascesa al monte Matajur e una visita ai vignaioli dei Colli orientali del Friuli scendendo fino all’Abbazia di Rosazzo.
“Questi turisti – spiega la guida che li accompagnerà, Antonietta Spizzo – sono alla ricerca di mete fuori dai flussi del turismo di massa, nelle quali ci sia uno stretto rapporto tra le persone che vi abitano e la natura circostante. In tal senso le Valli del Natisone sono una meta ideale e anche molto amata, come dimostrato da altri visitatori che hanno partecipato a questi tour negli anni passati e che sono poi tornati da noi in maniera autonoma. Si tratta di cittadini tedeschi che amano l’Italia e che in alcuni casi parlano anche un po’ d’italiano. Con il programma studiato per loro andremo a toccare tutti gli aspetti salienti del nostro territorio.”

dal Novi Matajur

BUON FERRAGOSTO

catena dei Musi
Alta Va Torre

 Il Ferragosto è una festività di origine romana antica, celebrata il 15 agosto in Italia, a San Marino e nel Canton Ticino. Il giorno di Ferragosto è tradizionalmente dedicato alle gite fuori porta, grigliate, pranzi al sacco e, data la calura stagionale, a rinfrescanti bagni nelle piscine, nelle acque marine, fluviali o lacustri. Molto Il termine Ferragosto deriva dalla locuzione latina Feriae Augusti (riposo di Augusto) indicante una festività istituita dall'imperatore Augusto nel 18 a.C. che si aggiungeva alle altre festività cadenti nello stesso mese, come i Vinalia rustica, i Nemoralia o i Consualia. Era un periodo di riposo e di festeggiamenti che traeva origine dalla tradizione dei Consualia, feste che celebravano la fine dei lavori agricoli, dedicate a Conso, dio della terra e della fertilità. L'antico Ferragosto, oltre agli evidenti fini di auto-promozione politica, aveva lo scopo di collegare le principali festività agostane per fornire un adeguato periodo di riposo, anche detto Augustali, necessario dopo le grandi fatiche profuse durante le settimane precedenti.

Nel corso dei festeggiamenti in tutto l'impero si organizzavano corse di cavalli; gli animali da tiro (buoiasini e muli) venivano dispensati dal lavoro e agghindati con fiori. Queste tradizioni rivivono oggi, pressoché immutate nella forma e nella partecipazione, nel "Palio dell'Assunta" che si svolge a Siena il 16 agosto. La denominazione "palio" deriva dal pallium, il drappo di stoffa pregiata che era il consueto premio per i vincitori delle corse di cavalli nell'Antica Roma.[1]

In occasione del Ferragosto i lavoratori porgevano auguri ai padroni, ottenendo in cambio una mancia; l'usanza si radicò fortemente, tanto che in età rinascimentale fu resa obbligatoria nello Stato Pontificio.[2]

La festa originariamente cadeva il 1º agosto. Lo spostamento si deve alla Chiesa cattolica, che volle far coincidere la ricorrenza laica con la festa religiosa dell'Assunzione di Maria.[3]

Il Ferragosto durante il fascismo

La tradizione popolare della gita turistica di Ferragosto nasce durante il ventennio fascista. A partire dalla seconda metà degli anni venti, nel periodo ferragostano, attraverso le associazioni dopolavoristiche delle varie corporazioni, il regime organizzava centinaia di gite popolari. In particolare dal ferragosto 1931 al settembre 1939 ciò fu favorito dall'istituzione dei Treni popolari speciali, inizialmente solo di 3ª classe, con prezzi fortemente scontati.[4]

L'iniziativa offriva la possibilità anche alle classi sociali meno abbienti di visitare le città italiane o di raggiungere le località marine o montane. L'offerta era limitata ai giorni 13, 14 e 15 agosto e comprendeva due formule, "Gita di un sol giorno", nel raggio fino a circa 100 km, e "Gita dei tre giorni" con raggio fino a circa 200 km.[5]. Essi furono popolarmente ribattezzati "treni di ferragosto", benché, secondo fonti autorevoli, un regime tariffario popolare fosse applicato per tutta la stagione estiva.[6]

Grazie a queste gite molte famiglie italiane ebbero per la prima volta la possibilità di vedere il mare, la montagna e le città d'arte; dato che il vitto non era compreso, nacque anche la tradizione del pranzo al sacco.

Il Ferragosto nella cultura di massa

diffuso anche l'esodo verso le località montane o collinari in cerca di refrigerio

https://it.wikipedia.org/wiki/Ferragosto

In Val Resia/Rezija


vedi meglio qui https://www.parcoprealpigiulie.it/documents/2058/Depliant_SmarnaMisa.pdf


In Alta Val Torre/Terska dolina



Il nome del paese è Zavarh e non Zawarh ve lo dico perchè c'è il solito che ogni anno modifca il nome.Lo sapete perchè:non vuole essere di origine slovena msa di altra etnia-E' una storia lunga questa!!!

Ci facciamo in tre per festeggiare la settimana di Ferragosto nelle Valli del Natisone!
Iscrizioni ancora aperte!
Potrebbe essere un'immagine raffigurante albero, attività all'aperto e il seguente testo "PROLOCO NEDIŠKE DOLINE VALLI DEL NATISONE DOMENICA 14 AGOSTO ALLE 8.30 LUNGO IL CAMMINO DELLE CHIESETTE VOTIVE DELLE VALLI DEL NATISONE: LA TAPPA 5 VENERDÌ 12 AGOSTO ALLE 15.30 MINI AGRIBUS DELLE VALLI:1 FORMAGGI CAPRA DI MUCCA DELLE VALLI DEL NATISONE LUNEDI' 15 AGOSTO ALLE 9.30 PASSEGGIATA LUNGO IL FIUME NATISONE, OASI DI BENESSERE"

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