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🌞Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine🌞 (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga

INNO SLOVENO

তততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততত INNO SLOVENO "Vivano tutti i popoli che anelano al giorno in cui la discordia verrà sradicata dal mondo ed in cui ogni nostro connazionale sarà libero, ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!"❤️ FRANCE PREŠEREN poeta sloveno তততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততত

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21 set 2024

CIVIDALE-ČEDAD la casa più vecchia

 


La casa medioevale è nota come la “casa più vecchia di Cividale del Friuli” (Udine)

Conosciuta anche come “casa dell’orefice” o “Casa del Mille” è datata a metà del 1300 e doveva ospitare un laboratorio orafo.
Riaperta nel 2015, è tornata visitabile.

23 ago 2024

PULFERO


 Pulfero (Podbuniesac in dialetto sloveno locale, Podbonesec in sloveno standard, Pulfar in friulano]) è un comune italiano di 858 abitanti del Friuli-Venezia Giulia.

Sorge sulle sponde del fiume Natisone, tra i primi contrafforti dei monti Matajur e Kraguojnca, a 28,7 chilometri dal capoluogo di provincia. La sua collocazione, tra i primi rilievi fittamente boscosi delle Prealpi Giulie, conferisce al comune una caratteristica di grande pregio paesaggistico.

Il comune ha una superficie di 48,03 km² ed una altitudine che varia dai 157 m s.l.m. del fondovalle ai 1641 metri del monte Matajur.

L'ambiente è prevalentemente montagnoso (rilievi delle Prealpi Giulie) e solo i terreni situati in prossimità del fiume Natisone hanno caratteristiche pianeggianti. La valle del Natisone, comoda all'inizio, si restringe sempre più avvicinandosi al confine di Stato dove diventa selvaggia e pittoresca, compressa tra i fianchi del monte Mia e del Matajur che scendono ripidissimi verso la carrozzabile.

I principali monti presenti sono:

  • il monte Matajur che è la cima più alta della zona; i suoi fianchi occidentali fanno parte del Comune di Pulfero mentre la vetta (1641 metri s.l.m.) appartiene al Comune di Savogna;
  • il monte Mia (Mija in sloveno) che è alto 1237 metri s.l.m.. Sulla sua cima, ricoperta da una fitta faggeta, passa il confine di Stato con la Slovenia; il versante meridionale, quello italiano, scende a picco sul fiume Natisone ed è ricco di piante di carpino neroabetecorniolo e di cespugli di ginepro;
  • il monte Mladesiena/Mladesjena che è alto 711 metri s.l.m; la sua cima, prevalentemente pietrosa, fu utilizzata, durante la prima guerra mondiale, come postazione per i mortai ed i cannoni puntati verso le linee nemiche;
  • il monte Kraguenza/Kraguojnca che è alto 949 m s.l.m. È ricco di boschi di betulle ed ontani e vi si possono osservare anche alberi di frassinotiglio e castagno, arbusti di ginepro e maggiociondolo e piante di narcisomughettogenzianacroco ed orchidea purpurea. Dalla cima si ha ampia visuale sulla catena del Canin, con il caratteristico Monte Forato (2499 m s.l.m.), sul Mangart (2667 m s.l.m.), sullo Jalovec (2645 m s.l.m.), sul Prisojnik (2547 m s.l.m.) e sul Bavski Grintavec (2347 m s.l.m.);
  • il monte Vogu/Vogel che è alto 1124 m s.l.m. ed è ricco di boschi di carpino nero, ginepro, pero corvino, faggio ed acero di monte. Il versante meridionale è caratterizzato da un esteso ghiaione che, partendo dalla vetta, raggiunge, dopo un dislivello di 900 metri, il villaggio abbandonato di Predrobac. Dal versante settentrionale si può invece osservare la pittoresca valle del Pradolino;
  • il monte Lubia/Ljubija che è alto 1052 m s.l.m.; è situato nelle vicinanze del monte Vogu ed è ricoperto da fitti boschi dove crescono, in prevalenza, piante di faggio;
  • il monte Bruna/Nabruna che è alto 1146 m s.l.m.; ha pareti a strapiombo sul Natisone ed è ricoperto da prati ricchi di orchideacee;

Sono presenti e ben visibili anche i monti Kremen (1282 m s.l.m.), Glevizza/Hlevišča (1084 m s.l.m.), Bukuje (1022 m s.l.m.), Nad Dolino (978 m s.l.m.) Uoršič (966 m s.l.m.) e Kladje (832 m s.l.m.)

La zona montagnosa è attraversata dai seguenti sentieri con segnavia:

  • n° 725 Sentiero naturalistico Mersino Alto - Matajur;
  • Sentiero per esperti "Via Palma";
  • Sentiero naturalistico Antro - Spignon - Pegliano;
  • Sentiero n° 479, in compartecipazione con il comune con Savogna;
  • Sentiero naturalistico Biacis - Antro;
  • Sentiero Italia n° 744;
  • Sentiero Italia n° 735 Alta via Valli del Natisone e sentiero naturalistico Pradolino - monte Mia.[10]

Ottimo punto di partenza per le escursioni verso il monte Mia, il paese di Montefosca e la valle del Pradolino è il Centro polifunzionale di Stupizza.

Grotta di San Giovanni d'Antro-La chiesa

Il Comune è attraversato, per tutta la sua lunghezza, dal fiume Natisone che, provenendo dalla Slovenia, entra in Italia dal valico di Stupizza e prosegue la sua corsa nel comune di San Pietro al Natisone. La zona è ricca d'acqua; importanti sono le sorgenti di Zavadizza, di Arpit e, soprattutto, quella di Poiana che alimenta gli acquedotti di numerosi comuni limitrofi, tra cui quello di Cividale del Friuli. Tra gli affluenti del Natisone sono da ricordare il torrente Pradolino, che percorre una valle ricca di fenomeni carsici, il torrente Bodrino, sempre ricco d'acqua anche nella stagione estiva e caratterizzato da numerosissime cascatelle, scivoli d'acqua e piccole forre, il torrente Tarčenščak anch'esso piacevole a vedersi, e i torrentelli Sin, Zejac, Suh potok, Oušonščak, Podorieščak, Stivanščak, Glabošnjak, Javarščak, ecc..[10]

Geologia e morfologia

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Resti di orso delle caverne

L'area comunale è ricca di cavità e grotte carsiche; il catasto regionale delle grotte del Friuli Venezia Giulia indica la presenza di 122 caverne e pozzi[11].

Le più importanti sono le cavità presenti nelle vicinanze della Bocca del Pradolino; la Šuošterjova Jama ubicata presso la frazione di Specognis[12], interessante sotto il profilo paleontologico e ricca, nel tratto interno, di concrezioni; la grotta di Sant'Andrea a Montefosca[13] e la Sesna Jama di Mersino[14]. Di grande importanza è poi la grotta di San Giovanni d'Antro (Svet Ivan u Čelè in dialetto sloveno locale) che si apre in una parete rocciosa a 348 metri s.l.m.. Ha la parte iniziale parzialmente occupata dalle opere murarie di una chiesetta dedicata al Santo che ne ha dato il nome. È stata esplorata per complessivi 4500 metri (di cui 300 metri facilmente percorribili) ed è attraversata dal corso d'acqua che ha scavato, nel corso dei secoli, le gallerie e le salette interne[15]. Fu adibita anticamente a riparo e postazione difensiva dagli abitanti locali; in periodo romano fece parte del sistema di vigilanza realizzato nella Regio X Venetia et Histria a difesa dalle scorribande barbariche provenienti dall'oriente.[16] Successivamente, dopo la conversione al cristianesimo della popolazione locale, fu dapprima utilizzata dagli eremiti per ritiri di preghiera e poi fu dedicata a luogo di culto con la costruzione della chiesetta ancora visibile in tutta la sua particolarità e bellezza. All'interno della grotta sono stati trovati resti di Ursus speleus (mandibola, denti e vertebre), reperti di ceramica di epoca preromana e romana e resti metallici di epoca medioevale.

da wikipedia

19 ago 2024

Le cascate del Cornappo


 (g.l.) Alla scoperta delle cascate del Cornappo, il suggestivo torrente che nasce sulle pendici del Gran Monte nel Comune di Taipana. Il bellissimo corso d’acqua, dopo avere regalato una serie di angoli magnifici – “paradiso” dei bagnanti che lo preferiscono al mare in questi giorni di grande calura -, raggiunge Torlano dove è oltrepassato dallo storico Ponte degli Angeli che introduce al caratteristico “borgo nieviano” e quindi attraversa l’intero territorio di Nimis prima di incontrare il Torre nella zona della Motta. Un torrente, dunque, molto bello e che merita d’essere conosciuto meglio e questo potrà avvenire grazie alla nuova proposta inserita nel calendario delle escursioni denominate “I Sentieri delle Pro Loco 2024”. Domenica 25 agosto, sarà infatti possibile immergersi nella natura incontaminata della Val Cornappo e ammirare le cascate più suggestive del territorio. L’escursione – organizzata da Consorzio Pro Loco Torre Natisone-Tor Nadisôn-Ter Nediža Unpli Aps con la Pro Loco Val Cornappo e le guide Wild Routes – porterà alla scoperta di sentieri e angoli nascosti del Taipanese.

«Questa escursione offre l’occasione perfetta per trascorrere una giornata all’aria aperta – ha commentato la presidente del Consorzio, Giovanna Rossetto -, in compagnia di amici e familiari, e scoprire le meraviglie del territorio. Non perdetevi l’opportunità di ammirare le cascate del Cornappo e di respirare l’aria pura della montagna accompagnati dalle guide esperte di Wild Routes. Ringraziamo la Pro Loco Val Cornappo che ci ospiterà in questa bellissima escursione». Un’avventura, dunque, alla portata di tutta la famiglia. Il percorso, lungo circa 5 chilometri con un dislivello di 250 metri, è adatto a tutti (bambini dagli 8 anni in su), e si sviluppa in un ambiente naturale di grande bellezza. Ammirare le cascate create dalle sorgenti del Cornappo sarà un’esperienza davvero indimenticabile.da fb

20 mag 2024

SPILIMBERGO





 Spilimbergo (Spilimberc in friulano) è un comune italiano di 11 861 abitanti del Friuli-Venezia Giulia, sulla sponda sinistra del Tagliamento.

La storia di Spilimbergo inizia attorno all'XI secolo, quando i conti Spengenberg, originari della Carinzia, si trapiantarono nella zona in qualità di vassalli del patriarca di Aquileia. Dal castrum de Spengenberg, come fu detto il loro castello, derivò il nome del paese.

In verità la presenza umana ha origini ben più antiche. Nella frazione Gradisca, infatti, sono stati individuati i resti di un castelliere, mentre lo stesso castrum potrebbe risalire all'epoca romana: per di qui transitava una strada che, provenendo da Sacile, attraversava il Tagliamento per dirigersi poi verso la Germania.

Nei secoli successivi all'insediamento degli Spengenberg, Spilimbergo si sviluppò sia come piazzaforte militare, sia come centro di transito commerciale. Si assistette a una vistosa crescita demografica e urbanistica, grazie anche all'arrivo di "forestieri" come lombarditoscani ed ebrei. Nel 1284, ad opera del conte Walterpertoldo II, si iniziò la costruzione del Duomo,[6][7] uno dei più pregevoli monumenti romanico-gotici del Friuli; coevi sono il palazzo del Daziario, la casa del Capitano e la Loggia (attuale municipio). Nel 1326, su iniziativa dei conti Bregonia e Bartolomeo, la giurisdizione di Spilimbergo si dotò addirittura di un proprio corpus legislativo, lo "Statuto della Terra di Spilimbergo".[7]

Nel 1420 la cittadina seguì le sorti della Patria del Friuli e passò alla Repubblica di Venezia.[7]

La guerra della Lega di Cambrai colpì particolarmente la regione che fu teatro dello scontro tra le fazioni filoimperiali (Strumieri) e filoveneziane (Zamberlani). Nel 1511 il castello venne attaccato e incendiato.[7]

Nonostante tutto, negli anni successivi Spilimbergo proseguì il suo periodo di prosperità economica che si rifletté anche a livello culturale. Di questo periodo sono la ricostruzione del castello in forme rinascimentali e le opere lasciate da insigni artisti quali Giovanni Antonio Pilacorteil PordenonePomponio AmalteoGasparo Narvesa e Irene di Spilimbergo. In campo letterario si distinsero Gian Domenico CancianiniEusebio Stella e Bernadino Partenio, quest'ultimo fondatore di un'accademia per lo studio del latino, del greco e dell'ebraico.[7] Notevole il contributo trasmesso da alcune dinamiche casate di estrazione borghese come i Balzaro, i Monaco, gli Stella, i Cisternini, i Fannio e i Santorini.[7]

Dopo la caduta della Repubblica di Venezia (1797) anche Spilimbergo attraversò i convulsi eventi dell'epoca napoleonica approdando poi nell'Impero austriaco a partire dal 1814. Alcuni suoi cittadini si distinsero nei moti del 1848, in particolare Giovanni Battista Cavedalis e Leonardo Andervolti, ma solo dopo la terza guerra d'indipendenza (1866) il Friuli entrò a far parte del Regno d'Italia.[7]

Negli anni recenti non è venuta meno la tradizione artistica della città con la fondazione della Scuola mosaicisti del Friuli, intitolata a Irene di Spilmbergo.[7]

Spilimbergo fu tra i comuni maggiormente colpiti dal terremoto del Friuli del 1976: il paese pianse una vittima e vide la devastazione del suo patrimonio storico-artistico. La ricostruzione degli anni successivi portò alla rinascita della città.




La Scuola Mosaicisti del Friuli è un istituto di educazione attivo a Spilimbergo (PN) dal 1922. È stata fondata nel primo dopoguerra per offrire opportunità di studio e di lavoro ai giovani, su iniziativa di Lodovico Zanini (delegato della Società Umanitaria di Milano a Udine) e di Ezio Cantarutti (Sindaco di Spilimbergo). 

da wikipedia




4 dic 2023

Udine città dove si vive meglio

 


La provincia di Udine è quella in cui si vive meglio in Italia. Il verdetto è collegato alla 34ª edizione dell’indagine del Sole 24 Ore sui territori più vivibili. Scalate 11 posizioni rispetto all’anno scorso, la provincia di Udine sale per la prima volta sul podio, dopo essersi piazzata nella top ten solo tre volte dal 1990 ad oggi: 2016, 2020 e 2021.

La classifica vede al 12esimo posto Trieste (che perde 5 posizioni), al 14esimo Pordenone (che ne guadagna 12) e al 28esimo Gorizia, che arretra di 9 caselle. A livello nazionale si posizionano al secondo e terzo posto Bologna e Trento. A chiudere la classifica sono invece Napoli, Caltanissetta e Foggia.

La classifica è stata stilata prendendo in esame 90 indicatori in ciascuna delle 107 province italiane. A premiare quella di Udine sono alcune particolari performance: il primo posto per qualità della vita delle donne (tra tasso di occupazione femminile, percentuale di amministratrici donne, livello di gap occupazione di genere e speranza di vita a 85,4 anni) e l’ottavo per Qualità della vita dei bambini; il record di palestre, piscine e centri per il benessere fisico; il 4° posto nella categoria «Giustizia e sicurezza» per la limitata frequenza di incendi, delitti informatici e furti di autovetture. Eccelle anche per la bassa incidenza di famiglie con Isee sotto i 7mila euro e di imprese in fallimento.

Trieste è prima in Italia nella categoria ‘Cultura e tempo libero’, seconda sia per indice di sportività che alla voce ‘affari e lavoro’. La provincia di Pordenone è terza sia nella categoria ‘giustizia e sicurezza’ sia in quella ‘ecosistema urbano’, che misura la performance ambientale.

https://www.ilfriuli.it/cronaca/udine-regina-ditalia-e-il-posto-dove-si-vive-meglio/

22 giu 2023

IDRIJA

Conosciuta come la città del mercurio e dei pizzi.La miniera è una delle più antiche della Slovenija,già dal 1490 si estraeva il mercurio.

Già dal 1876 esiste la scuola di merletti.




19 giu 2023

MONTEAPERTA



 Monteaperta (Viškorša in slovenoMontviarte o Monviarte in friulano), anche chiamata la piccola Cortina[1][2], è una frazione di 219 abitanti del comune italiano di Taipana, in provincia di Udine.

Un tempo Monteaperta era chiamata Campo di Miglio, poi Monteaperto, infine Monteaperta. Questo villaggio, una volta Villa indipendente (citato nell'ispezione canonica del 10 giugno 1737 come Villa di Monteaperta) che comprendeva anche le frazioni di Cornappo, di Ponte Sambo e di Debellis, è attualmente compreso nel comune di Taipanadella provincia di Udine, in Friuli-Venezia Giulia, che è distante 3,93 chilometri. Monteaperta fa parte dell'Iter Aquileiense o Cammino Celeste: si tratta di un passo o via di pellegrinaggio molto vecchio, con una lunghezza totale di 360 km, che collega il santuario di Maria Saal (Austria) e Brezje (Slovenia) ad Aquileia, in Italia.

Geografia fisica

Monteaperta sorge a 659 m s.l.m., tra i rilievi delle Prealpi Giulie, nel bacino del rio di Monteaperta e del torrente Cornappo. La frazione si estende per oltre 2 km di lunghezza, tra 500 e 659 metri, in posizione panoramica ai piedi del Gran Monte, una grande catena montuosa situata tra i torrenti del Cornappo, del Torre e del fiume Isonzo. Il territorio su cui si estende Monteaperta fa parte di una vasta area denominata Alta Valle del Torre o Alta Val Torre della Slavia friulana (chiamata Benečija in sloveno). Da un punto di vista geomorfologico la catena del Gran Monte è, a partire dalla pianura friulana, il primo gruppo di monti di grandi dimensioni che costituiscono le Prealpi Giulie, di altitudine superiore ai 1600 metri. La roccia è calcarea, con fenomeni carsici (inghiottitoi, doline e grotte). L'area nei pressi della frazione è ricca di sorgenti (come la sorgente del Vescovo) che alimentano città vicine.
  • Clima: il clima di Monteaperta è prevalentemente continentale, con temperature abbastanza elevate d'estate e relativamente rigide d'inverno, ma con minor continentalità rispetto alla Carnia. L'inverno è la stagione meno piovosa, mentre d'estate sono frequenti i fenomeni temporaleschi, anche accompagnati da forti grandinate. Si segnalano episodi di Bora.

Amaurellina (Eocene) - Monteaperta, Campo Sportivo (2011)
  • Geologia di Monteaperta: il paese (Borgo di Sotto e Borgo di Sopra) si estende su coni di deiezione (falde di detrico e brece) posglaciale. La formazione chiamata Flysch (marne ed arenarie) del Eocene (zona inferiore) di -50 MA, è stata definita nel promontorio del Briec e del Celò, a Ponte Sambo e a Debellis. Il Trias superiore di -220 MA: questa formazione affiora in zona Gran Monte. Il Trias superiore Carnico è stato definito sopra Monteaperta ed è composto da dolomie friabili. Durante il Trias superiore Norico s'innalza il Gran Monte: è composto da dolomie chiare e calcari dolomitici in strati (chiamati dolomie principale). Il Trias superiore Retico, infine, è costituito da calcari grigi compatti ed è ben visibile sulla cima del Gran Monte.
  • Minerali: limonite (ferro), lenticchie sparse di carbonecalcite.
  • Fossili (Eocene e Trias): Lamellibranchi, Bivalvi (Megalodontide), Gasteropodi (Amaurellina), rari Cefalopodi (Ammoniti), Echinodermi, Poriferi (spugne), Coralli, Brachiopodi, rari pesci, trace marine, cipressi.
  • Fiumi: rio ta Sausciànrio ta Saràvanzario ta Sacoredorio Podroprio Dregnario Valcaldario di Monteapertario Gleriario ta Sabazaretantorrente Cornappo.
  • Grotte di Monteaperta: grotta pod Lanišče (semi-allagata) presso la località Ponte Sambo, grotte del Briec e del Celò (sopra Debellis), grotte del Gran Monte: grotta della Diuja Jáma(sopra la pod Biela Skala), AbarieOrna Scie (Scia)...
  • Flora e fauna: Monteaperta è circondata da boschi misti di castagno, maggiociondolo, nocciolo, noce, ciliegio, frassino, carpino bianco, abete rosso e larice, a metà altezza e le colline lasciano il posto a boschi di pini e ginepri, poi a vaste vegetazione di malga con flora rara e protetta (tra cui stelle alpine, genziane, orchidee e rododendri). La sua fauna è notevole (lince, orso bruno, gatto selvatico, camosci, cinghiali, caprioli, cervi, scoiattoli, tassi, volpi e rari sciacalli, pipistrelli, vari uccelli, salamandre, serpenti, trote, gamberi, rane, farfalle e insetti). Il paese segna il limite sud-ovest di un grande parco naturale.

Geografia antropica

Suddivisioni storiche

A Monteaperta sono presenti due borghi principali rientranti nell'area delimitata dalla frazione attuale; inoltre si aggiungevano alcuni villaggi storici come le frazioni di Cornappo e di Tanaiauarie, di Ponte Sambo, di Debellis e casere isolate (come casa Pascolo in Valcalda o le casere del Pòuiac). Il sisma del 1976 ha distrutto altre casere situate fra il rio Dregna ed il rio Podrop, fra il Pòuiac e la Zuogna, e vecchie casere delle malghe del Gran Monte (Cuntia e Cecchin). Attraverso un comitato culturale, vengono organizzate feste e manifestazioni culturali in ogni borgo. I borghi principali sono:
  • Borgo di sopra (borgo Cobai, borgo Dousezza, borgo Jáma, borgo Cossarutto, borgo Levan, borgo Chiesa)
  • Borgo di sotto (borgo Sout, borgo Tomasin)
  • Storia

    Il territorio di Monteaperta fu abitato fin da epoca preistorica, lo dimostrano i resti di selce rinvenuti nelle grotte di tipo carsico sparse nel suo comprensorio. Fino a 3.000 anni a.C. il clima diventa caldo ed umido. L'uomo inizia ad allevare il bestiame ed a lavorare la terra. Nelle nostre valli, l'uomo del neolitico viveva principalmente nelle grotte e nelle capanne. A Monteaperta, rinvenimento di reperti diversi come asce di pietra dura ed una pietra rotonda da arrotare. Nel III secolo a.C. vi si insediarono gruppi di Celti (chiamati Galli dagli antichi Romani), poi di Carni. Si racconta che Giulio Cesare si sia spinto con le truppe per queste montagne (58-50 a.C.) passando per la gola di Cròsis sino al Cuel di Lanis per scendere indisturbato verso Gemona. Si parla anche di una strada romana e di un ponte romano che portavano da NimisCaporetto. Nel VI secolo si stabilirono nelle Prealpi Giulie degli Avari e quindi delle genti slave provenienti dalla Pannonia: da allora gli abitanti conservano la loro parlate d'origine (il dialetto slavo del Torre o po-našem in sloveno) fino ai giorni nostri. La denominazione slava di Monteaperta Viškorša deriva da una voce significante l'albero chiamato "sorbo degli uccellatori" in dialetto. Monteaperta inizia probabilmente a prendere consistenza durante il periodo del dominio longobardo (558-776). Nel 670 circa, il duca longobardo Vettari sconfigge gli Slavi nella battaglia di Broxas (Ponte San Quirino). Nel 705circa sono gli Slavi che sconfiggono i Longobardi, guidati dal duca Ferdulfo: in una battaglia svoltasi su un imprecisato monte friulano, lo stesso duca troverà la morte. Nel 720 circa, gli Slavi vengono sconfitti dal duca longobardo Pemo nella battaglia di Lauriana (località oggi individuata in Mersino). Sconfitta contenuta in quanto l'accordo di pace fu stipulato sul campo e prevedeva il reciproco scambio dei territori per i pascoli. Il figlio di Pemo, Ratchis, nel 738 si dirige in Carniola dove combatte e sconfigge gli Slavi. In seguito saranno gli Slavi a sferzare un violento quanto improvviso attacco a Rachtis, il quale non riuscirà neppure ad afferrare la sua lancia, ma dovrà difendersi con un bastone. (Racconto di Paolo Diacono). La storia di Monteaperta risale al secolo XII, quando pastori provenienti da Venzone si unirono a formare un villaggio contro le incursioni di ladri e rapinatori. La prima notizia risale al 1300 ed è una denunzia feudale che fa di questa località il nobile Nicolò di Castellerio. Durante il secolo XIII, Monteaperta e Cornappo si trovano sotto la giurisdizione dei conti Savorgnan di Osoppo. Rimasta prima sotto la giurisdizione del Patriarcato di Aquileia, in seguito a quella austro-ungarica, sotto la Repubblica di Venezia ad eccezione di una breve parentesi napoleonica (1797), fino all'annessione del Friuli all'Italia del 1866, Monteaperta e le frazioni vicine assunsero importanza e si svilupparono come Ville. Monteaperta e le Villeslave dei monti vicini furono sotto la giurisdizione religiosa della Pieve di Nimis. A capo della Villa, c'era una persona autorevole del luogo chiamata "degano" che regolava la vita della Villa, amministrava la giustizia, presiedeva le assemblee. I degani delle Ville elessero vicario. Dal giudizio del degano si poteva appellare al capitano di Osoppo, che negli ultimi anni risiedeva in Nimis. L'autore Ippolito Nievo si ispirò nel suo romanzo il Conte Pecoraio (1856). Questo villaggio, una volta Villa indipendente (citato nell'ispezione canonica del 10 giugno 1737 come Villa di Monteaperta) venne aggregato 1797 alla municipalità di Attimis per passare quindi sotto la vice-prefettura di Cividale. 1818 l'Impero Austriaco lo aggregò al distretto di Faedis e questo soppresso nel 1853 a quello di Cividale. 1861 finalmente Monteaperta venne unita al Distretto di Tarcento e fu collegata a Platischis (che fu sede comunale fino al 24 marzo 1929), è ora dipendente come frazione dalla sede comunale di Taipana.

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29 Mar: Grazia su problemi: “Carissima Olga sono passata nel tuo nuovo blog su Altervista, volevo commentare ma non hai…”

18 Mar: Arthur su elisa bella ciao 25 aprile 2020: “A timeless song that resonates with history and hope.”

03 Mar: Giorgio Thieme su problemi: “Ho anch'io problemi di account non riesco più a pubblicare immagini ed ho perso la raccolta di…”

27 Feb: Cavaliere oscuro del web su problemi: “Nei giorni scorsi, usciva una pubblicità, evita di installare componenti di terze parti, spesso…”

26 Feb: Ирина Полещенко su problemi: “Olga, rielabori costantemente i tuoi blog. Puoi modificare i modelli, l'intestazione del blog,…”

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"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

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