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2 giu 2024
9 mag 2024
FESTA DELL' EUROPA
Il giorno europeo o festa dell'Europa si celebra il 9 maggio di ogni anno. Questa data ricorda il giorno del 1950 in cui vi fu la presentazione da parte di Robert Schuman del piano di cooperazione economica, ideato da Jean Monnet (cosiddetta Dichiarazione Schuman), che segna l'inizio del processo d'integrazione europea con l'obiettivo di una futura unione federale.
30 apr 2024
BUON PRIMO MAGGIO-ŽIVEL PRVI MAJ
Storia
Le prime origini, nell'Illinois
La festa dei lavoratori affonda le sue radici in un periodo di significative e frequenti manifestazioni per i diritti degli operai delle fabbriche durante la Rivoluzione industriale negli Stati Uniti d'America, guidate dall'Associazione dell'Ordine dei Cavalieri del Lavoro americano, i Knights of Labor.
Nel 1866, fu approvata a Chicago, in Illinois, la prima legge delle otto ore lavorative giornaliere, legge che entrò in vigore soltanto l'anno dopo, il 1º maggio 1867, giorno nel quale fu organizzata un'importante manifestazione, con almeno diecimila partecipanti.
La notizia giunse anche in Europa, dove nei primi giorni di settembre 1864 era nata a Londra la "Prima Internazionale", ovvero l'Associazione internazionale dei lavoratori, molto vicina ai primi movimenti socialisti e marxisti dell'epoca.
Le otto ore lavorative
La conquista delle otto ore lavorative, iniziata il 1º maggio 1867 soltanto nello stato dell'Illinois, ebbe una successiva espansione lenta e graduale in tutto il territorio statunitense. Ancora nel 1882, nella città di New York, fu organizzata una importante protesta il 5 settembre, mentre due anni dopo, nel 1884, in un'analoga manifestazione americana, gli stessi Knights of Labor approvarono una risoluzione affinché l'evento di protesta avesse una ricorrenza annuale, senza però proporre ancora una data ufficiale[1] nell'Illinois.
La rivolta di Chicago e il 1º Maggio
Il 1º Maggio 1886, in occasione del 19º anniversario dell'entrata in vigore della legge dell'Illinois sulle otto ore lavorative, fu deciso dalla Federation of Organized Trades and Labour Unions come il giorno di scadenza limite per estendere tale legge in tutto il territorio americano, pena l'astensione dal lavoro, con uno sciopero generale a oltranza[2].
In quel giorno, anche Chicago partecipò allo sciopero generale, in particolare la fabbrica di mietitrici McCormick. La polizia, chiamata a reprimere l'assembramento, sparò sui manifestanti, uccidendone due e ferendone diversi altri. Per protestare contro la brutalità delle forze dell'ordine, gli anarchici locali organizzarono una manifestazione da tenersi nell'Haymarket Square, la piazza che normalmente ospitava il mercato delle macchine agricole. Questi fatti ebbero il loro culmine il 4 maggio, quando da una traversa fu lanciata una bomba che provocò la morte di sei poliziotti e il ferimento di una cinquantina. A quel punto la polizia sparò sui manifestanti. Nessuno ha mai saputo né il numero delle vittime né chi sia stato a lanciare la bomba. Fu il primo attentato alla dinamite nella storia degli Stati Uniti.
Il 20 agosto 1887 fu emessa la sentenza del tribunale: August Spies, Michael Schwab, Samuel Fielden, Albert R. Parsons, Adolph Fischer, George Engel e Louis Lingg furono condannati a morte (in seguito a pressioni internazionali la condanna a morte di Fielden e Schwab fu commutata in ergastolo; il cancelliere Otto von Bismarck proibì tutte le manifestazioni in favore degli accusati di Haymarket); Oscar W. Neebe a reclusione per 15 anni. Otto uomini vennero condannati per essere anarchici, e sette di loro condannati a morte.
L'11 novembre 1887, i condannati furono tutti impiccati a Chicago. Le ultime parole pronunciate furono:
- Spies: «Salute, verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più forte delle voci che oggi soffocate con la morte!»
- Fischer: «Hoch die Anarchie!» (Viva l'anarchia!)
- Engel: «Urrà per l'anarchia!»
- Parsons, la cui agonia fu terribile, riuscì appena a parlare, perché il boia strinse immediatamente il cappio e fece cadere la trappola. Le sue ultime parole furono queste: «Fate sentire la voce del popolo!»
La data del 1º maggio si diffonde nel mondo
Nel 1887, l'allora presidente degli Stati Uniti d'America, Grover Cleveland, ritenne che il giorno 1º maggio avrebbe potuto costituire un'opportunità per commemorare i sanguinosi episodi di Chicago. Successivamente, temendo che la commemorazione potesse rafforzare eccessivamente il nascente socialismo, spostò l'oggetto della festività sull'antica Organizzazione dei Cavalieri del Lavoro. Tuttavia, già pochi giorni dopo il sacrificio dei cosiddetti Martiri di Chicago, gli stessi lavoratori della città statunitense tennero un'imponente manifestazione a lutto, prova che le idee socialiste non erano affatto morte.
Le notizie degli eventi tragici di Chicago si estesero anche in altri stati di tutto il continente americano, per poi estendersi anche in Europa. La data del 1º maggio fu adottata ad esempio in Canada, soltanto nel 1894, sebbene il concetto di festa del lavoro sia in questo caso riferita a precedenti marce di lavoratori tenutesi a Toronto e Ottawa nel 1872.
Al Congresso Internazionale di Parigi del 1889, che diede il via alla Seconda Internazionale, il giorno 1º maggio fu dichiarato ufficialmente come la Festa Internazionale dei Lavoratori, e fu adottata da molti paesi nel mondo.
Dall'altra parte dell'emisfero terrestre, come ad esempio in Australia, la commemorazione ricorda la "Festa delle Otto Ore" (lavorative). Tuttavia, nella zona del Queensland, se inizialmente si usava celebrarla sempre il giorno 1º maggio, in epoche più recenti e anche in altre zone australiane si usa farla cadere il primo lunedì di maggio, oppure di marzo, ma anche ottobre.
La commemorazione fu poi ripresa anche dal mondo cattolico: il 1º maggio 1955, papa Pio XII istituì per tutta la Chiesa cattolica la festa di San Giuseppe lavoratore, perché tale data potesse essere condivisa a pieno titolo anche dai lavoratori cattolici.[3]
La Festa dei lavoratori in Italia

In Italia, non appena si diffuse la notizia dell'esecuzione degli esponenti anarchici di Chicago nel 1888, il popolo livornese si rivoltò prima contro le navi statunitensi ancorate nel porto, e poi contro la Questura della stessa città, dove si diceva che si fosse rifugiato il console degli Stati Uniti. Nel 1919 la FIOM riuscì a firmare con la Confederazione degli industriali un accordo per la riduzione d'orario a otto ore giornaliere e 48 settimanali (l’accordo prevedeva, tra l’altro, il riconoscimento delle Commissioni interne e la loro istituzione in ogni fabbrica; la nomina di una Commissione per il miglioramento della legislazione sociale e di un’altra per studiare la riforma delle paghe e del carovita).
La decisione in Europa in merito alla festività del 1º maggio, ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889, fu ratificata in Italia soltanto due anni dopo. La rivista La Rivendicazione, pubblicata a Forlì, cominciava così l'articolo Per primo maggio, uscito il 26 aprile 1890: «Il primo maggio è come parola magica che corre di bocca in bocca, che rallegra gli animi di tutti i lavoratori del mondo, è parola d'ordine che si scambia fra quanti si interessano al proprio miglioramento».[4].
Tra le prime documentazioni filmate della festa in Italia, il produttore cinematografico Cataldo Balducci presenta il documentario Grandiosa manifestazione per il primo maggio 1913 ad Andria (indetta dalle classi operaie) che riprende la festa in sette quadri, e si può – così – vedere il corteo che percorre le strade affollate della Città: gli uomini, tutti con il cappello, seguono la banda che suona, con alcune bandiere.
Sotto il fascismo
Durante il ventennio fascista, dal 1923 la celebrazione della festa del lavoro fu anticipata al 21 aprile, in coincidenza con il Natale di Roma, divenendo per la prima volta giorno festivo; tutti gli accordi stabiliti tra industriali e operai per la «giornata di vacanza» per il 1º maggio dovevano essere applicati al 21 aprile.[5]
Nel 1946, al termine della Seconda guerra mondiale, la celebrazione fu poi riportata al 1º maggio ed elencata tra i giorni festivi;[6] la ricorrenza fu inserita stabilmente tra le festività dal 1949.[7]
La strage di Portella della Ginestra

Il 1º maggio 1947 la ricorrenza venne funestata dall'eccidio di Portella della Ginestra (PA), nella quale la banda criminale di Salvatore Giuliano sparò su un corteo di circa duemila lavoratori in festa, uccidendone quattordici (di cui undici sul momento) e ferendone una cinquantina. Alcune fonti[senza fonte] sostengono che tale sparatoria sarebbe stata organizzata dai servizi segreti statunitensi, con lo scopo di condizionare le successive elezioni politiche, che avrebbero potuto vedere una vittoria del Fronte di sinistra, inviso agli Stati Uniti.
Il "concertone" di San Giovanni in Laterano e a Taranto
Dal 1990, i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL, in collaborazione con il comune di Roma, hanno istituito un grande concerto per celebrare il primo maggio, rivolto soprattutto ai giovani: la manifestazione si tiene a Roma, in piazza di San Giovanni in Laterano, dal pomeriggio alla notte, con la partecipazione di molti gruppi musicali e cantanti, ed è seguita da centinaia di migliaia di persone, oltre a essere trasmessa in diretta televisiva dalla Rai.
A partire dal 2013 viene annualmente organizzato un concerto anche a Taranto, che essendo in concomitanza con quello a Roma, è quindi definito controconcerto. L'evento viene organizzato dal Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti di Taranto, con la direzione artistica di Michele Riondino, Roy Paci e Antonio Diodato, e si tiene nel parco archeologico delle mura greche[9]. Il concertone Libero e Pensante prevede la partecipazione di numerosi artisti, a titolo gratuito, assieme ad importanti interventi di associazioni e comitati, con attività di denuncia e lotta per i diritti umani, dell'ambiente e, logicamente, dei lavoratori.[10]
da wikipedia
La Festa dei lavoratori nel mondo

Nei seguenti paesi la Festa dei lavoratori è festa ufficiale nazionale. In alcuni paesi, come nei Paesi Bassi e Danimarca, non è festa ufficiale nonostante esistano alcune celebrazioni in occasione del Primo maggio.
- fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Festa_dei_lavoratori
31 dic 2023
25 ott 2023
Pasta al sugo
Le mie certezze sono poche:
un po' di prezzemolo e aglioqualche cipolla e olio d'oliva,
pomodoro quanto basta,
un sugo si rimedia.
Adesso c'è da decidere tra i
diversi tagli di pasta,
scelti tra gli scaffali luminosi
dove la scelta è sempre imposta,
da chi con la pasta s'è arricchito
e ha distratto le menti altrove,
giocando con le malie del sapore
25 ago 2021
La strage di Torlano
Era infatti il 25 agosto 1944 quando, all’alba, si scatenò la feroce rappresaglia nazifascista quale reazione all’intensa attività partigiana nel paese e nel territorio circostante, specialmente montano, del Comune di Nimis.
L’azione fu infatti decisa dal Comando superiore delle SS di Trieste ed è ricordata come una delle pagine più orribili dell’ultimo conflitto, il cui fascicolo, come quello di altre stragi compiute sul suolo nazionale, finì nel cosiddetto “Armadio della vergogna”.
Trentatrè, come detto, le vittime innocenti, fra cui appunto donne e bambini: 24 di Torlano e 9 di Ramandolo. Una famiglia molto numerosa originaria della citata Portogruaro fu quasi del tutto sterminata da quello che è passato alla storia come il “boia di Colonia”.
Secondo gli ordini impartiti dalle autorità naziste, quale rappresaglia alla uccisione di un ufficiale tedesco, quella mattina di agosto doveva scorrere il sangue di quaranta persone del luogo, scelte a caso senza badare se fossero uomini, mamme o bimbi. Sette riuscirono a mettersi in salvo per cui le vittime, come detto, furono trentatrè, tra cui appunto intere famiglie. E la più duramente colpita fu proprio quella dei De Bortoli, mezzadri sfrattati dalla loro terra e giunti sotto il monte Plaiul in cerca di un po’ di fortuna: in nove furono barbaramente uccisi. Ma uno dei figli Paolo, che aveva sette anni (è scomparso ottantunenne tre anni fa), riuscì a salvarsi, protetto dal corpo della madre, e a farsi una vita, nonostante il tremendo trauma psicologico subito, come pure la sorella Gina, tredicenne, che riuscì a fuggire, sebbene avesse riportato gravissime ustioni causate dai vestiti avvolti dal fuoco. Nove martiri, insomma, soltanto in casa De Bortoli, mentre le altre persone trucidate appartenevano alle famiglie Comelli, Dri e Vizzutti, cognomi fra i più diffusi nella frazione di Nimis.
Il sacello-monumento dinanzi al quale si terrà è tenuta la commemorazione ufficiale custodisce i resti di quelle povere vittime che tre anni dopo l’Eccidio furono raccolti in cinque bare, solennemente tumulate nel cimitero del paese, lasciando la fossa comune di Torlano Inferiore perché proprio là fu consumata la strage del 25 agosto 1944. Sinistra premessa di quanto sarebbe accaduto poco più di un mese più tardi a Nimis capoluogo che il 29 settembre fu interamente dato alle fiamme.
—^—
In copertina, il sacello che custodisce i resti delle 33 vittime: all’interno, la lastra di marmo con i loro nomida
da fb
25 giu 2021
I 30 anni della Slovenia
Per l’indipendenza della Slovenia, proclamata il 25 giugno di trent’anni fa e riconosciuta dalla comunità internazionale all’inizio dell’anno successivo, oltre alla vittoriosa difesa della volontà popolare contro l’armata jugoslava, furono determinanti gli appoggi di alcune potenze europee. La politica europea e mondiale era in gran parte ostile allo smembramento della Jugoslavia e nutriva forti simpatie nei confronti della Serbia.
In questo quadro, la Slovenia ebbe la fortuna di avere alla guida del proprio Governo un democristiano, Lojze Peterle, molto stimato in Germania, in Italia – due delle principali potenze europee, allora entrambe a guida democratico cristiana. E questo fece la differenza, portando anche al superamento delle diffidenze per il fatto che il presidente sloveno, Milan Kučan, tra l’altro illustre sconosciuto fuori dalla Jugoslavia, fosse l’ultimo leader del Partito comunista.
Anche l’Italia era ufficialmente contraria all’indipendenza della Slovenia, tanto che il ministro degli Esteri, il socialista Gianni De Michelis, ammonì Lubiana che il nuovo Stato non sarebbe stato riconosciuto nemmeno in cent’anni. Eppure, dopo nemmeno sei mesi il presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, si recò a Lubiana a consegnare di persona il riconoscimento ufficiale della vicina Repubblica come Stato indipendente e sovrano.
Nel repentino cambio di rotta ebbero un ruolo determinante le Regioni Friuli Venezia Giulia – presidente Adriano Biasutti – e Veneto, ma soprattutto Carlo Bernini, leader della componente Dorotea nella Dc e ministro dei Trasporti nel settimo Governo di Giulio Andreotti.
Nell’impegno di Bernini, morto nel 2011 all’età di 74 anni, nei confronti della Slovenia, c’è il non trascurabile fatto che suo stretto collaboratore al ministero fosse il beneciano Armando Noacco, all’epoca sindaco di Taipana.
A trent’anni di distanza, il segretario particolare di Bernini, Mario Po’, ci ha rivelato importanti retroscena. «Già da presidente della Regione Veneto, Bernini aveva promosso l’adesione della Slovenia (ancora parte della Federazione della Jugoslavia) alla Comunità di lavoro Alpe Adria a cui partecipavano entità substatali italiane, austriache, tedesche, ungheresi, svizzere e jugoslave, cooperando su vari temi. Ciò avvenne dieci anni prima dell’indipendenza slovena ed era il modo allora possibile per affermare la piena appartenenza della Slovenia alla storia, alla cultura, alla società europea», scrive Po’.
«Questa esperienza – prosegue – non era sempre ben vista dai governi centrali, che la consideravano un’ingerenza negli affari interni o, in Italia, un rischioso scavalcamento delle prerogative e compatibilità statali. Per questo Bernini riuscì sempre a guadagnare tutto lo spazio possibile a favore della collaborazione regionale con la Slovenia, senza creare vere situazioni di crisi con i governi. Il coinvolgimento della Slovenia ricevette un impulso paneuropeo con la partecipazione all’Assemblea delle Regioni d’Europa, sotto la presidenza di Bernini, anche quando egli assunse l’incarico di ministro italiano dei Trasporti nel 1989 (anno cruciale per la caduta della “Cortina di ferro”). Questa priorità politica era stata posta del resto da Bernini nel corso dei Vertici a Venezia e Vienna della CSCE-Conferenza per la Sicurezza e Cooperazione in Europa già nel 1987-1988».

Bitka pri goriškem mejnem prehodu Rožna dolina-Casa Rossa 28. junija 1991/Battaglia presso il valico goriziano Rožna dolina-Casa Rossa il 28 giugno 1991
Po’ ricorda che nel corso di un summit dei maggiori esponenti italiani della Dc, tenutosi a Padova il 10/11 febbraio 1990 (prima delle libere elezioni in Slovenia, ndr) il ministro Bernini dichiarò «la necessità di un più avanzato impegno politico dell’Europa occidentale verso la Slovenia, innalzando il profilo istituzionale della collaborazione». Questa dichiarazione, secondo il segretario del ministro, «segnò un punto di svolta nei rapporti tra l’Unione Europea e la Slovenia. A questo summit erano presenti, su invito di Bernini, l’allora giovane segretario della Dc slovena Lojze Peterle, poi diventato primo ministro, e l’arcivescovo di Lubiana, mons. Alojzij Šuštar».
Quindi Po’ rivela un fatto poco noto: «Nei giorni del distacco della Slovenia dalla Jugoslavia, giugno 1991, il ministro Bernini decise di lasciare Roma per andare in Slovenia in auto per fare un atto di protezione (concordato con il ministero degli Esteri italiano) della nuova entità statuale che stava nascendo. Non riuscì a raggiungere Lubiana, perché bloccato da una sparatoria subito dopo il confine italiano. Ne sono testimone personale, avendo seguito i fatti in diretta telefonica dal mio ufficio presso il Gabinetto del ministro a Roma».
Infine, «nelle settimane antecedenti il riconoscimento diplomatico della Repubblica di Slovenia, avvenuto dai Paesi della Comunità Europea il 15 gennaio 1992, il ministro Bernini coltivava frequenti contatti con un esponente sloveno (di cui non posso rivelare il nome) che rappresentava il nuovo governo sloveno presso la Santa Sede (che per decisione di Giovanni Paolo II aveva già riconosciuto la nuova Repubblica). Più volte il ministro mi incaricava di portare messaggi politici al predetto esponente nel suo ufficio a Roma in via della Conciliazione. Tutto ciò era finalizzato ad aiutare la Slovenia nelle fasi iniziali della sua esistenza politica».
Po’ conclude sottolineando di poter riferire nella sua nota solo «fatti privi di segreto di Stato».
Per saperne di più sui fatti di 30 anni fa bisognerà, dunque, attendere ancora. (Ezio Gosgnach)
https://www.dom.it/30-let-za-slovenijo_i-30-anni-della-slovenia/
9 mag 2021
MAMMA
Mamma,parola sulla bocca di ognuno
bimbo ed anziano che sia.
Quando il giorno sta per finire
e la luce si affievolisce,
i miei pensieri ritornano indietro,
quando io e te parlavamo come sorelle.
Quanto tempo è passato da quel dì,
quando tu, mamma, in silenzio
te ne andasti senza far rumore.
La tua troppo breve esistenza
è stata difficile, dura,coerente ed onesta.
Oggi ,dopo tanti anni,
capisco più di allora i tuoi insegnamenti.
In una poesia mi hai raccomandato
di mantenere la mente sana e il cuore puro,
sì cara madre, queste parole sono il tuo testamento
che non sarà mai dimenticato.
3 dic 2020
220* anniversario della nascita di France Prešeren
Oggi ricorre il 220 ° anniversario della nascita di France Prešeren, il più grande poeta sloveno. I versi del suo Brindisi, che è diventato l'inno nazionale sloveno, dovrebbero essere una guida per il mondo intero.
Danes obeležujemo 220-letnico rojstva Franceta Prešerna, največjjega slovenskega pesnika. Verzi njegove Zdravljice, ki so postali slovenska državna himna, bi morali biti vodilo za ves svet.
Zdravljica (inno nazionale)
Žive naj vsi narodi
ki hrepene dočakat' dan,
da koder sonce hodi,
prepir iz sveta bo pregnan,
da rojak
prost bo vsak,
ne vrag, le sosed bo mejak!
Vivano tutti i popoli
che anelano al giorno
in cui la discordia
verrà sradicata dal mondo
ed in cui ogni nostro connazionale
sarà libero,
ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!
14 ago 2020
FERRAGOSTO
Processione della Vošnica a Villanova delle grotte qualche anno fa |
Il Ferragosto è una festività di origine antica, modernamente celebrata il 15 agosto in Italia, nella Repubblica di San Marino e nel Canton Ticino.
Il giorno di Ferragosto è tradizionalmente dedicato alle gite fuori porta con lauti pranzi al sacco e, data la calura stagionale, a rinfrescanti bagni in acque marine, fluviali o lacustri. Molto diffuso anche l'esodo verso le località montane o collinari, in cerca di refrigerio.
Il Ferragosto dall'Antica Roma al Cristianesimo
Il termine Ferragosto deriva dalla locuzione latina Feriae Augusti (riposo di Augusto) indicante una festività istituita dall'imperatore Augusto nel 18 a.C. che si aggiungeva alle già esistenti festività cadenti nello stesso mese, come i Vinalia rustica, i Nemoralia o i Consualia. Era un periodo di riposo e di festeggiamenti che traeva origine dalla tradizione dei Consualia, feste che celebravano la fine dei lavori agricoli, dedicate a Conso che, nella religione romana, era il dio della terra e della fertilità. L'antico Ferragosto, oltre agli evidenti fini di auto-promozione politica, aveva lo scopo di collegare le principali festività agostane per fornire un adeguato periodo di riposo, anche detto Augustali, necessario dopo le grandi fatiche profuse durante le settimane precedenti.
Nel corso dei festeggiamenti, in tutto l'impero si organizzavano corse di cavalli e gli animali da tiro, buoi, asini e muli, venivano dispensati dal lavoro e agghindati con fiori. Tali antiche tradizioni rivivono oggi, pressoché immutate nella forma e nella partecipazione, durante il "Palio dell'Assunta" che si svolge a Siena il 16 agosto. La stessa denominazione "Palio" deriva dal pallium, il drappo di stoffa pregiata che era il consueto premio per i vincitori delle corse di cavalli nell'Antica Roma.
Le corse agostane con gli asini sono state riproposte negli ultimi decenni in località rurali meno note, con sempre maggior concorso di pubblico in parallelo alla riscoperta della specie in impieghi alternativi a quello agricolo (onagro terapia, produzione di latte per infanti, ecc.). Noto il Palio degli Asini che dal 1981 si disputa ogni prima domenica d'agosto nella frazione Novagli di Montichiari, e vede contrapposte quattro contrade.
In occasione del Ferragosto, i lavoratori porgevano auguri ai padroni, ottenendo in cambio una mancia; l'usanza si radicò fortemente, tanto che in età rinascimentale fu resa obbligatoria nello Stato Pontificio.
La festa originariamente cadeva il 1º agosto. Lo spostamento si deve alla Chiesa cattolica, che volle far coincidere la ricorrenza laica con la festa religiosa dell'Assunzione di Maria.
Il Ferragosto durante il Fascismo
La tradizione popolare della gita turistica di Ferragosto nasce durante il ventennio fascista. A partire dalla seconda metà degli anni venti, nel periodo ferragostano il regime organizzava, attraverso le associazioni dopolavoristiche delle varie corporazioni, centinaia di gite popolari, e in particolare dal ferragosto 1931 al settembre 1939 ciò fu favorito dall'istituzione dei Treni popolari speciali, inizialmente solo di 3ª classe, con prezzi fortemente scontati.
L'iniziativa offriva la possibilità anche alle classi sociali meno abbienti di visitare le città italiane o di raggiungere le località marine o montane. L'offerta era limitata ai giorni 13, 14 e 15 agosto e comprendeva le due formule della "Gita di un sol giorno", nel raggio fino a circa 100 km, e della "Gita dei tre giorni" con raggio fino a circa 200 km.Essi furono popolarmente ribattezzati "Treni di ferragosto", benché, secondo fonti autorevoli, un regime tariffario popolare fosse applicato per tutta la stagione estiva.
Durante queste gite popolari, la maggior parte delle famiglie italiane ebbe per la prima volta la possibilità di vedere il mare, la montagna e le città d'arte; nondimeno, dato che le gite non prevedevano il vitto, nacque anche la collegata tradizione del pranzo al sacco.
da wikipedia
IN FRIULI
Quest'anno a causa del virus le manifestazioni ferragostane saranno molto ridotte.A Lignano non si faranno i fuochi d'artificio.Le Frecce Tricolori non si esibiranno né a Lignano – dove si esibivano ininterrottamente dal 1990 – e nemmeno a Grado – dov'erano di casa da una decina d'anni .
In Alta Val Torre/Terska dolina ci sarà la Marcia "Camminiamo insieme" il 15 agosto a Villanova delle grotte/Zavarh Lusevera (UD)
A Villanova delle grotte-Zavarh la consueta messa cantata dell'Assunta-Vošnica .Gli altri anni c'era la processione,quest'anno non lo so se si farà,nelle valli del Natisone-Nediške doline la Rožinca con i caratteristici mazzetti di fiori.
La Šmarna miša è tradizionalmente la messa più importante della tradizione resiana che viene svolta il 15 di agosto nella chiesa di Santa Maria Assunta.Anche se questo è il giorno più importante tutti i residenti delle varie frazioni si riuniscono per dare vita a 4 giorni di festeggiamenti con lo scopo di far scoprire le più vecchie tradizioni della valle, inoltre durante tutta la manifestazione intervengono gruppi di vari paesi e varie culture.
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18 Mar: Arthur su elisa bella ciao 25 aprile 2020: “A timeless song that resonates with history and hope.”
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