🌞Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine🌞 (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga
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INNO SLOVENO
"Vivano tutti i popoli
che anelano al giorno
in cui la discordia
verrà sradicata dal mondo
ed in cui ogni nostro connazionale
sarà libero,
ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!"❤️ FRANCE PREŠEREN poeta sloveno
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Per la Chiesa ortodossa la nascita di Maria riveste un'importanza particolare ed è computata come una delle 12 feste maggiori.
Nella tradizione cattolica la festa è celebrata in tante località. Nella tradizione agricola il ricordo della nascita di Maria coincide con il termine dell'estate e dei raccolti. Molte chiese hanno come titolo la Natività di Maria.
111 anni fa nasceva a Trieste il grande scrittore, sopravvissuto al fascismo e ai lager nazisti, di cui ha scritto e testimoniato per tutta la vita- per me anche maestro e amico.
A 80 ANNI DALL'ECCIDIO DI TORLANO (Comune di Nimis - UDINE):
la comunità tutta di Torlano , ferita profondamente da un eccidio di vittime innocenti, non può dimenticare, ma non ha coltivato vendette. Onorare la memoria durante questi 80 anni significa aver compreso la lezione di Antigone che, migliaia di anni fa, ha pronunciato parole importanti: non sono nata per odiare, ma per amare. Questo ha mosso anche i nostri Padri costituenti a scrivere la nostra Carta sulla base del rispetto e della libertà. Ho voluto sottolinearlo oggi, partecipando alla sentitissima cerimonia per ricordare quel 25 agosto del 1944, quando membri delle SS con collaborazionisti italiani uccisero senza pietà. con freddezza e ferocia 33 civili, tra cui donne, bambini, ragazzi. Sono onorata e grata di aver potuto salutare la signora Gina De Bortoli, ultima sopravvissuta, e tutti i famigliari delle vittime. Sono loro che ci insegnano a trasmettere un messaggio di pace, così necessario nel tempo difficile che ci è dato di vivere. Onore e gloria a questi caduti. da fb
Il Ferragosto è il nome popolare italiano del giorno festivo dell'Assunzione di Maria, celebrato il 15 agosto in gran parte dei paesi cattolici e di origine romana antica. Per metonimia è anche il periodo delle vacanze estive intorno a questa giornata, che può essere un fine settimana lungo (ponte di ferragosto) o gran parte di agosto.Il giorno di Ferragosto è tradizionalmente dedicato a pranzi al sacco, barbecue, gite fuori porta, falò, spettacoli pirotecnici, e, data la calura stagionale, a rinfrescanti bagni nelle piscine, nelle acque marine, fluviali o lacustri. Molto diffuso anche l'esodo verso le località montane o collinari in cerca di refrigerio.
Il termine Ferragosto deriva dalla locuzionelatinaFeriae Augusti (riposo di Augusto) indicante una festività istituita dall'imperatore Augusto nel 18 a.C. da celebrarsi il 1º agosto e che si aggiungeva alle altre festività cadenti nello stesso mese, come i Vinalia rustica, i Nemoralia o i Consualia. Era un periodo di riposo e di festeggiamenti che traeva origine dalla tradizione dei Consualia, feste che celebravano la fine dei lavori agricoli, dedicate a Conso, dio della terra e della fertilità. L'antico Ferragosto, oltre agli evidenti fini di auto-promozione politica, aveva lo scopo di collegare le principali festività agostane per fornire un adeguato periodo di riposo, anche detto Augustali, necessario dopo le grandi fatiche profuse durante le settimane precedenti.
Nel corso dei festeggiamenti in tutto l'impero si organizzavano corse di cavalli; gli animali da tiro (buoi, asini e muli) venivano dispensati dal lavoro e agghindati con fiori. Queste tradizioni rivivono oggi, pressoché immutate nella forma e nella partecipazione, nel "Palio dell'Assunta" che si svolge a Siena il 16 agosto. La denominazione "palio" deriva dal pallium, il drappo di stoffa pregiata che era il consueto premio per i vincitori delle corse di cavalli nell'Antica Roma.
In occasione del Ferragosto i lavoratori porgevano auguri ai padroni, ottenendo in cambio una mancia; l'usanza si radicò fortemente, tanto che in età rinascimentale fu resa obbligatoria nello Stato Pontificio.[3]
Il disastro di Marcinelle avvenne la mattina dell'8 agosto 1956 nella miniera di carboneBois du Cazier di Marcinelle, in Belgio. Si trattò d'un incendio, causato dalla combustione d'olio ad alta pressione innescata da una scintilla elettrica. L'incendio, sviluppandosi inizialmente nel condotto d'entrata d'aria principale, riempì di fumo tutto l'impianto sotterraneo, provocando la morte di 262 persone delle 275 presenti, di cui 136 immigrati italiani. L'incidente è il terzo per numero di vittime tra gli immigrati italiani all'estero dopo i disastri di Monongah e di Dawson. Il sito Bois du Cazier, oramai dismesso, fa parte dei patrimoni storici dell'UNESCO.
Morirono 136 emigranti italiani,la maggioranza dell'Italia meridionale e 7 friulani Pietro Basso, di Bannia, Mario Buiatti, di Udine, Ruggero Castellani, di Ronchis, Lorenzo De Santis, di Flaibano, Ferruccio Pegorer, di Azzano Decimo, Ciro Natale Piccolo, di Povoletto, e Armando Zanelli, di San Giorgio di Nogaro.
L'incidente è il terzo per numero di vittime tra gli italiani all'estero
Le associazioni locali ViviStolvizza, C.A.M.A., Museo della Gente della Val Resia, Rozajanski dum, il gruppo Alpini Sella Buia e i volontari di Io amo Resia con i fatti, celebreranno la 25ª giornata dell’ambiente ripulendo le vie di Stolvizza, tagliando l’erba, bonificando le aree degradate e sistemando i sentieri intorno al paese.
Sovrasta Omaha Beach, una delle cinque spiagge dellosbarco in Normandia. Due grandi bandiere a stelle e strisce, il verde brillante dell’erba e una distesa di croci bianche. È ilcimitero americano di Colleville-sur-Mer.Quasi 10mila croci e molte stelle di David per altrettanti caduti, sepolti uno affianco all’altro, senza distinzione di rango o di grado. Migliaia di uomini e di ragazzi americani che, con altri uomini e ragazzi, inglesi e canadesi, avevano attraversato la Manica per dare il via alla più grande operazione di militare della storia:il D-Day.
Ottant'anni fa quasi settemila navi e oltre 150 mila uomini la mattina del 6 giugno 1944 si presentarono di fronte alle coste della Normandia. I dati ufficiali parlano di 6.939 navi, tra cui 20 incrociatori, 221 tra cacciatorpediniere, fregate e corvette, oltre a 864 navi di supporto logistico per il trasporto di cibo, attrezzature e munizioni e sulle quali erano stati allestiti alcuni ospedali. Tutte distribuite in 47 convogli, con oltre quattromila zattere a motore, munite di portelloni per scaricare uomini e mezzi: i barconi che ormai tutti conoscono come “mezzi da sbarco”, ma che erano stati progettati e realizzati appositamente per quell’azione. In totale su quelle navi trovavano posto 156.177 uomini.
Di questi, 133 mila vennero sbarcati a ondate successive sulle cinque spiagge scelte dal Comando Alleato e battezzate con nomi convenzionali: Omaha, Juno, Sword, Utah e Gold, per un fronte che andava dalla foce della Senna alla penisola di Cotantin. Nome in codice dell’attacco: “Operazione Nettuno”, prima fase della “Operazione Overlord”. Obiettivo: liberare la Francia e puntare sulla Germania, stringendola in una morsa con le truppe dell’Unione Sovietica che avanzavano da Est. Era l’inizio del D-Day: una espressione di uso comune negli eserciti angloamericani per indicare il giorno fissato per l’inizio di un attacco. Da quella mattina del giugno 1944 però D-Day (Jour-J per i francesi e i canadesi francofoni) è diventata la sigla universalmente conosciuta per indicare il giorno dello sbarco in Normandia...
«Quando ci si trova in mezzo alla natura, è necessario provare gratitudine. Riempirsi gli occhi con la sua bellezza, e buttare via ogni anche minima idea di poterla intaccare.»
Il giorno dell'alfabeto cirillico e della cultura slava è una festa ufficiale che si svolge ilin diversi paesi slavi utilizzando l' alfabeto cirillico , tra cui la Bulgaria , in cui questa festa è stata istituita durante la seconda metà del xix ° secolo , è chiamato Festival della Letteratura slava, dell'istruzione e della cultura bulgara .
L'alfabeto bulgaro (cirillico) era una parte essenziale dell'identità bulgara durante il dominio ottomano sulla Bulgaria (1396-1878). A quel tempo, la letteratura bulgara era espressa nei damaskin (en) (raccolte di testi religiosi bulgari). La lingua, la letteratura e la cultura bulgare hanno mantenuto la memoria del periodo pre-ottomano, quando la Bulgaria era un grande regno medievale (681-1396).
In Bulgaria, la festa della scrittura slava, dell'educazione e della cultura bulgara e chiamata anche "Giornata della scrittura cirillica bulgara , dell'educazione e della cultura bulgara " perché l'alfabeto cirillico ha permesso la diffusione della letteratura e della cultura nella lingua slava scritta in cirillico in Bulgaria. Questo festival fu istituito nel 1851, alla fine del periodo noto come " Rinascimento culturale bulgaro ", dal linguista e scrittore bulgaro Naïden Guerov (en) per celebrare, il (nel calendario giuliano ), i santi fratelli Cirillo e Metodio , i creatori dell'alfabeto cirillico. Divenne festa nazionale bulgara nel 1857. È la più antica delle feste bulgare.
Nel 1892, lo scrittore bulgaro Stoyan Mihaylovski (in) scrisse un inno in omaggio a Cirillo e Metodio dal titolo: “Marcia, gente rianimata! » ( Vurvi narode vuzrodeni ). Il compositore Panayot Pipkov compone la musica in . L'inno fa parte delle celebrazioni della festa di.
Il giorno si celebra la Giornata della scrittura cirillica e della cultura slava ne i paesi slavi che hanno in comune la scrittura cirillica in particolare: Bulgaria, Macedonia del Nord , Russia e Ucraina . Questa festa è anche una festa religiosa in omaggio ai santi Cirillo e Metodio, venerati nelle Chiese ortodosse di questi paesi.
Il , che è un giorno festivo in Bulgaria, è una festa importante per i bulgari. Non è solo la commemorazione della creazione dell'alfabeto slavo-bulgaro , l'alfabeto cirillico, è anche la celebrazione del risveglio nazionale bulgaro, dello sviluppo e dell'indipendenza culturale della Bulgaria.
La Giornata della scrittura cirillica bulgara, dell'educazione e della cultura bulgara viene celebrata nelle scuole, dove tutti gli alunni cantano l'inno Vurvi narode vuzrodeni e vengono organizzati molti eventi pubblici.
L'importanza della vacanza è spiegata da Iskra Hristova-Chomova, insegnante di lingua e letteratura bulgara:
“Per i bulgari, il 24 maggio è una festa sacra, perché i due fratelli hanno aperto vasti orizzonti spirituali e hanno aperto la strada allo sviluppo spirituale e letterario. Sappiamo che anche i più grandi popoli e gli imperi più potenti possono scomparire ed essere dimenticati se non hanno scrittura. I Traci, ad esempio, avevano regni potenti e una ricca cultura, ma non avevano il proprio copione e tutto ciò che apprendiamo su di loro proviene da fonti di culture diverse. In altre parole, abbiamo tutte le ragioni per celebrare i santi fratelli Cirillo e Metodio e raccoglierci davanti alla loro memoria, perché la Bulgaria sta vivendo periodi di grandezza e potere, ma anche di decadenza e oppressione, alcuni suoi sovrani hanno conquistato altri territori hanno li hanno persi, ma il territorio che i due fratelli Cirillo e Metodio hanno conquistato per noi, nessuno potrà sottrarci e appropriarsene. "da wikipedia
Benvenuti al monumento mondiale dell'apicoltura – l'apiario di Anton Janša a Breznica!
Vicino a questo luogo incantevole, dove oggi si trova orgogliosamente l'apiario, viveva un tempo il più famoso apicoltore e il primo insegnante di apicoltura, Anton Janša. Qui, nel villaggio sotto Stol a Breznica, apprese dal padre le conoscenze sull'apicoltura e in seguito conquistò con la sua abilità l'imperatrice Maria Teresa a Vienna, guadagnandosi il titolo di primo insegnante di apicoltura di corte ! Il suo compleanno, il 20 maggio, è ormai celebrato in tutto il mondo come la Giornata mondiale delle api. Anche se la casa natale di Anton Janša non esiste più, potete ammirare il suo apiario, che si trova ancora orgogliosamente nello stesso posto.
La visita dell'apiario, eretto attorno al 1734, permette di conoscere la storia dell'apicoltura e la vita del maestro Anton Janša. La struttura originale, ricostruita nel 1965, è stata sottoposta a un restauro completo nel 2017, utilizzando materiali tradizionali e naturali, adatti sia alle api che ai visitatori. Il tetto di paglia e i pavimenti in argilla naturale e compattata all'interno preservano l'autenticità e il patrimonio dell'apicoltura. L'alveare di Janša è considerato monumento d'importanza locale.
Provate la venerazione per questo maestro eccezionale e la sua eredità visitando l'alveare di Anton Janša a Breznica! Oggi è la giornata mondiale delle api.
immagine di Moreno Tomazetig il vignettita delle valli dal Dom
Era il 6 maggio 1976,alle ore 9.10 di sera,io mi trovavo a casa di una mia amica per prepararmi al concorso magistrale. Eravamo al secondo piano di una casa popolare,all'improvviso tutto cominciò a tremare.Aspettammo che la scossa terminasse poi scendemmo.Per le scale grida degli abitanti...Arrivata a casa i miei genitori non c'erano,tanta gente in strada.Ero preoccupata...perchè nonUDIN sapevo dove fossero.Dopo un po' i miei genitori arrivarono:erano andati a Gorizia alla posta.Quella notte non la dimenticherò mai!Interminabili sirene di autoambulanza -abitavamo vicino all'ospedale-elicotteri,il mio cane che piangeva.Dormimmo in auto nel campo di fronte a casa.
I morti furono più di mille,la ricostruzione durò anni...
Il Friuli ringrazia e non dimentica
Il Friul al ringrazie e nol dismentee
Furlanija se zahvaljuje in ne pozabi
Il sisma in cifre Aree colpita: 5.500 chilometri quadrati
Popolazione colpita: 600mila abitanti
200mila senza tetto
Morti: 990
Sfollati: più di 100.000
Case distrutte: 18.000
Case danneggiate: 75.000
Danni al territorio: 4.500 miliardi di lire (oltre 18,5 miliardi di euro del 2010)
Io so gli odori dei mestieri:di noce moscata sanno i droghieri, sa d’olio la tuta dell’operaio, di farina il fornaio, sanno di terra i contadini, di vernice gli imbianchini, sul camice bianco del dottore di medicine c’e’ un buon odore. I fannulloni, strano però
Fino all’indipendenza, raggiunta nel 1991, questo giorno veniva definito “Giorno del Fronte di Liberazione” (Dan osvobodilne fronte-OF). Il 27 aprile del 1941, dieci giorni dopo la resa dell’esercito jugoslavo a Belgrado e dopo due buone settimane dall’occupazione della Slovenia da parte delle truppe tedesche, italiane e magiare, veniva istituito a Lubiana il Fronte antiimperialista (Protiimperialistična fronta-PIF), che divenne, dopo l’attacco tedesco all’URSS il 22 giugno 1941, il Fronte di Liberazione del Popolo Sloveno (Osvobodilna fronta slovenskega naroda-OF). Ironia della sorte vuole, come tante volte nella storia, che l’edificio in cui venne istituito il PIF, che si proponeva di scacciare gli invasori tedeschi, italiani e ungheresi, oggi sia la sede dell’ambasciata della Repubblica federale tedesca in Slovenia (all’angolo tra la Šubičeva ulica e la Prešernova cesta).L’OF in realtà venne istituito il giorno prima, il 26 aprile del 1941 (ed è per questo che in questi giorni in Slovenia infiamma la disputa sulla giusta data da festeggiare, poiché molti ritengono che il 27 aprile sia la data sbagliata), nella villa del letterato Josip Vidmar, dove si riunirono rappresentanti di vari gruppi politici e vari intellettuali. Questi erano per il Partito comunista sloveno (KPS) Boris Kidrič, Boris Ziherl e Aleš Bebler, per i Sokol – ovvero “i Falchi”, la la prima unione ginnastica della Slovenia, nata nel 1863 sull’esempio dell’omonima unione ginnastica ceca nata a Praga l’anno prima; erano un’unione panslavista e patriottica che si proponeva di allenare corpo e mente dei loro associati che si dichiaravano patriottici, democratici e tesi a difendere la libertà del popolo sloveno – Josip Rus, per i socialisti cattolici (Krščanski socialisti) Tone Fajfar e per i Lavoratori culturali sloveni (Slovenski kulturni delavci) Ferdo Kozak, Franc Šturm e Josip Vidmar.
Sono passati solo trentotto anni. Il 26 aprile del 1986, un guasto al reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl generò il più grave incidente atomico della storia. Un accadimento tragico che cambiò il corso della storia e di cui abbiamo il dovere di tenere viva la memoria. Le vittime stimate dall’ONU sono state circa quattromila, oltre centodiecimila gli sfollati. Una catastrofe che arrivò addirittura alle porte dell’Europa: le particelle radioattive trasportate dalle masse d’aria scatenarono il panico persino in Italia. Un dramma in cui, oltre al pericolo delle radiazioni, a mietere vittime fu la mancanza di informazioni tempestive nei confronti delle popolazioni coinvolte.
Una tragedia umanitaria ancora attualissima. Quella di Chernobyl è una storia che parla al presente. La quantità di radiazioni rilasciate fu almeno 100 volte in più rispetto a quella delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Il fall-out nucleare interessò l’Ucraina, la Russia e per il 70% la Bielorussia, Paese più colpito. A lasciare la zona furono solo 350.000 persone. Gran parte della popolazione colpita rimase nelle zone contaminate, complice l’impossibilità a spostarsi a causa delle difficili condizioni economiche. Un effetto domino che è arrivato ai giorni nostri, avendo generato effetti a lungo termine a carico di ambiente, ecosistemi, flora e fauna.
La contaminazione del suolo avvenne per mezzo di alcuni elementi radioattivi come lo Stronzio-90 e gli isotopi del Cesio (134 e 137). Una dinamica che ha scatenato l’insorgenza di patologie di varia natura ancora oggi presenti tra le fasce più povere della popolazione. Oltre all’abbassamento delle difese immunitarie e all’aumento di numerose patologie legate a una dieta fortemente contaminata da radionuclidi, è stato registrato un fortissimo incremento di casi di tumore alla tiroide che ha colpito soprattutto i più piccoli a causa dello iodio radioattivo fuoriuscito dalla centrale nella prima fase del disastro. A questo si sono aggiunte una serie di gravi patologie di natura psicologica legate alla cosiddetta “sindrome di Chernobyl”. In molte e molti hanno presentato sintomi connessi alla consapevolezza di vivere in un territorio fortemente contaminato e senza futuro per sé e per la propria famiglia.
Il progetto Rugiada
Alla luce di un’emergenza niente affatto alle spalle, Legambiente, sin dal primo momento, si è attivata per sensibilizzare l’opinione pubblica circa l’assurdità della scelta del nucleare e per fornire un supporto concreto alle popolazioni colpite.
Grazie alla rete di circoli locali e famiglie e a una incredibile gara di solidarietà siamo riusciti ad accogliere oltre venticinquemila tra bambine e bambini provenienti dalle zone più contaminate di Bielorussia, Russia e Ucraina, consentendo loro di effettuare percorsi terapeutici di un mese in Italia. La solidarietà ha poi preso la forma di “Rugiada”, un progetto attraverso il quale viene garantita ospitalità a bambine e bambini in un centro specializzato e totalmente sostenibile, realizzato in un’area priva di radioattività.
Si tratta del “Centro Speranza” a Vilejka, una struttura in cui le bambine e i bambini trascorrono un soggiorno durante il quale vengono sottoposti a controlli medico-sanitari e a un regime alimentare sano e privo di contaminazioni, attraverso cui è possibile ridurre del 50% la presenza nell’organismo di radionuclidi. Un’iniziativa che ha costantemente bisogno dell’aiuto di tutte e tutti.
Grazie all’aiuto dei circoli e dei donatori, mai venuto meno nel tempo, e alla collaborazione dei nostri referenti in Bielorussia, il progetto Rugiada continua senza sosta a donare speranza. Un vero e proprio presidio legambientino in Bielorussia, un segnale concreto di solidarietà verso le popolazioni colpite, vittime innocenti del disastro nucleare e oggi alle prese con una crisi economica severa e la guerra in Ucraina alle porte.
"O ti zemlja rodna,
zemlja bedna,
ki te milost božja,
meni v last je dala" (I. Trinko)
"O terra natia,
terra misera,
piccola,
che la grazia divina,
mi ha donato"
(traduzione)