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TU SEI DI VETRO

 

Tu sei di vetro


PAOLO VOLPONI

SERENATA

È una notte
facile ed inconsueta,
così luminosa
che una cometa s'indovina
dietro l'orizzonte.
Tu sei di vetro,
io vedo le mie mani
dietro la tua nuca.
Dagli alberi d'aprile
scendono luna e vento
e dolce ne trema
la rossa lupinella.
I galli sulle colline
hanno rostri d'argento.

(da L’antica moneta, Vallecchi, 1955)

.

Il tu femminile – la donna evocata – e il paesaggio della sera di aprile si sovrappongono in questi versi del poeta urbinate Paolo Volponi in uno stilema a lui caro, come ad esempio altrove nella medesima raccolta (Dal melograno): “Sulla tua spalla / piange l’uccello marino / perduto sopra gli argini dei fiumi / e posa il tordo / la notte / che non ha più voglia”.

https://cantosirene.blogspot.com/2023/04/tu-sei-di-vetro.html

.

Se questo è un uomo

 


Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi


Primo Levi nasce a Torino nel 1919 da una famiglia ebrea di intellettuali piemontesi. Laureato in chimica e chimico di professione, diventa scrittore dopo la traumatica esperienza della deportazione nel campo di lavoro di Monowitz, che faceva parte dello stesso complesso del più noto Auschwitz.

L'autunno di Umberto Saba


Che succede di te?


UMBERTO SABA

L’AUTUNNO

Che succede di te, della tua vita,
mio solo amico, mia pallida sposa?
La tua bellezza si fa dolorosa,
e più non assomigli a Carmencita.
Dici: "È l’autunno, è la stagione in vista
sì ridente che fa male al mio cuore".
Dici - e ad un noto incanto mi conquista
la tua voce –: "Non vedi là in giardino
quell'albero che tutto ancor non muore,
dove ogni foglia che resta è un rubino?
Per una donna, amico mio, che schianto
l'autunno! Ad ogni suo ritorno sai
che sempre, fin da bambina, ho pianto".
Altro non dici a chi ti vive accanto,
a chi vive di te, del tuo dolore
Che gli ascondi; e si chiede se più mai,
anima, a dove e a che, rifiorirai.

(da Trieste e una donna. 1910-1912, Mondadori, 1950)
.
L’autunno non è solo quello meteorologico, in questo caso: sì, influisce sull’umore di Lina, moglie del poeta Umberto Saba  (1883-1957), la rende triste e malinconica, ma è soprattutto un autunno dell’amore, è un momento di grave crisi coniugale in cui lei si lamenta dei mutismi di lui, del suo essere chiuso in sé e dedito solo al lavoro, e lui non riconosce più in Lina la donna che ha sposato tre anni prima: “Noi che rechiamo in cuore / i nostri due avversi destini / d’arte e d’amore”. L’autunno non sfocerà in inverno, non finirà nel gelo, ma dopo una breve separazione si aprirà in una nuova primavera con il trasferimento della famiglia da Trieste a Bologna e poi a Milano negli anni successivi: “ Ti dico: «Lina, col nostro passato, / amarci... adesso... quali oblii domanda!» / Tu mi rispondi: «Al cuor non si comanda; / e quel ch'è stato è stato». / Dico: «Chi sa se saprò perdonarmi; /  se più mai ti vedrò quella di prima?» / Dici: «In alto mi vuoi nella tua stima? / Questo tu devi: amarmi»”.

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LA FRASE DEL GIORNO
È bene ritrovare in noi gli amori / perduti, conciliare in noi l’offesa; / ma se la vita all’interno ti pesa / tu la porti al di fuori
.UMBERTO SABA, La serena disperazione

SERIGRAFIA DI FELIX MAS