Non possono «essere considerate straniere, in Italia, lingue parlate da cittadini italiani radicati sul suo territorio. Non si era – e non si è – stranieri a casa propria, quale fosse – e quale sia – la propria lingua, cultura, religione. (…) Si tratta di una ricchezza, di un vanto per la Repubblica ». Lo ha affermato il capo dello Stato, Sergio Mattarella, lo scorso 7 settembre ad Aosta e, a memoria, non si ricorda un così nobile e chiaro intervento della massima carica istituzionale italiana in tema di minoranze linguistiche.
A sentire le parole del Presidente alla cerimonia in occasione dell’80° anniversario dell’autonomia della Valle d’Aosta, viene spontaneo fare il parallelo tra la Regione più piccola d’Italia e la Benecia. Già nel 1849, in pieno Risorgimento, la Valle d’Aosta dichiarò che «sarà sempre parte integrante della bella penisola italiana» e, sono ancora le parole di Mattarella, «non valsero a mutare questo atteggiamento, questi sentimenti, decisioni infauste come la soppressione della Provincia nel 1859, con il declassamento a Circondario, né i tentativi del fascismo di operare, anche in queste terre, l’umiliazione della popolazione autoctona cercando di sottrarle cultura e identità».Ma le similitudini finiscono qui, perché, caduto il fascismo, la Valle d’Aosta combattè con coraggio e intelligenza per ottenere un’ampia autonomia e la parificazione della lingua francese a quella italiana, mentre da noi la politica dominante si abbandonò all’abbraccio mortale del nazionalismo.
Ancor oggi sono, purtroppo, molti coloro i quali ritengono la propria identità slovena non «un vanto per la Repubblica». Forse servirebbe a far chiarire le idee una visita di Mattarella. Il Presidente sarà ad Ampezzo il prossimo 14 settembre, invitato dall’Anpi e dalla Comunità di montagna della Carnia. Magari potrebbe fare una capatina a San Pietro al Natisone per celebrare il 40° della scuola bilingue, l’istituzione statale che più di ogni altra lavora affinché gli sloveni non si sentano «stranieri in casa propria». Ai festeggiamenti, a metà di ottobre, ci sarà la Presidente della Slovenia. Pensate quale valore per la nostra gente avrebbe la presenza di Mattarella. Ma qualcuno l’ha invitato?
Ezio Gosgnach
Post saggio. Buon fine settimana Olga, cordiali saluti.
RispondiEliminaQuesta volta ha ragione il nostro presidente: le minoranze linguistiche sono un vanto per la Repubblica, in quanto evidenziano la nostra capacità di aggregare varie culture, non di sopprimerle.
RispondiEliminaLe minoranze linguistiche sono importanti, così come i vari dialetti
RispondiEliminaOlga, you let me write on a different topic, there is flooding in Poland. I dread the coming hours....
RispondiEliminaOlga, è positivo che le persone che abitano in Italia possano parlare la loro lingua madre. In Ucraina, la lingua e la cultura russa sono state bandite nel 2014, così è iniziata una guerra civile con il Donbass. Nel Donbass il 90% della popolazione è russa.
RispondiEliminaOlga, ti ho mandato un'e-mail venerdì. L'hai letto?
Alla fine degli anni 30 Russia e Germania si sono accordati di spartirsi la Polonia.Ti risulta -Buon pomeriggio!
RispondiEliminaMinha amiga Olga,
RispondiEliminaExistem muitos dialetos falados em várias nações ao redor do mundo. Veja a Espanha, por exemplo. O catalão não é um dialeto da língua espanhola, mas uma língua separada, que é composta por mais de 20 dialetos.
Um grande abraço e tenham uma boa semana!!!