traduttore

Powered By Blogger

follower

Visualizzazioni totali

Cerca nel blog

logotip

logotip
blog

A MIO PADRE

 


A mio padre


ALFONSO GATTO

A MIO PADRE

Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l’ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni in libertà s’accenda
di speranze di poveri di cielo
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.

Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
Ora alla terra è un’ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
– Com’è bella notte e com’è buona
ad amarci così con l’aria in piena
fin dentro al sonno – Tu vedevi il mondo
nel plenilunio sporgere a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l’alba.

(da La storia delle vittime, Mondadori, 1966)

https://cantosirene.blogspot.com/2023/03/a-mio-padre.html

Pagine del blog

 Controllate le pagine della "gerla"

OLga

LA LINGUA FRIULANA


 Il friulana (furlan ascolta, lenghe furlane; marilenghe, "lingua madre") è una lingua romanza del gruppo retoromanzo.

Si è sviluppata a partire dal latino rustico aquileiese, mescolato a elementi celtici, a cui si sono poi aggiunti numerosi elementi slavi e germanici, in quanto i vari popoli di stirpe germanica (longobardigotifranchitedeschi) hanno dominato il Friuli per oltre 900 anni.

Già nel 1600, come dice Sergio Salvi, "(…) Era del resto opinione comune dei viaggiatori del tempo che il friulano fosse una sorta di francese oppure di spagnolo. Ma soltanto nel 1873, Ascoli dà forma compiutamente scientifica a queste opinioni diffuse."

Lo Stato italiano ha riconosciuto, nel 1999, la "minoranza linguistica storica friulana" e la sua lingua e cultura, con la legge 482/1999, articolo 2.

Storia

Le origini della lingua friulana non sono chiarissime. La matrice preponderante alla base del friulano è quella "latina aquileiese"[4]: il grande evento alla base della formazione della cultura e della lingua friulane fu infatti l'arrivo dei Romani, che nel 181 a.C. dopo aver affrontato e sconfitto i Taurisci (PlinioNaturalis historia), che minacciavano gli alleati Veneti, e romanizzati i Carni, fondarono la prima colonia nella pianura friulana ad Aquileia, consentendo alla popolazione sconfitta, maggioritaria rispetto ai Romani, di continuare nella colonizzazione della circostante pianura (solo dopo il 20 a.C.: prima di tale epoca, la bassa pianura era abitata solo da romani,[senza fonte] il resto del Friuli era abitato dai Celti): da tale mescolanza di Romani e Carni si suppone possa essere derivato un latino volgare con influenze celtiche, alla base della successiva evoluzione della lingua friulana. Prima dell'arrivo dei Romani tutta la pianura friulana è stata abitata a partire dall'epoca preistorica e protostorica e di ciò ci sono importanti resti archeologici. In particolare vanno ricordati i numerosi castellieri e i tumuli, oggetto di numerose campagne archeologiche dall'Università degli Studi di Udine e che risultano essere tra i meglio conservati di tutta l'Italia nord-est[5], e la lunga storia della Aquilea preistorica; lo stesso nome "Aquileia" è ritenuto un nome indigeno confermato dai Romani.

L'influenza fonetica e grammaticale del dialetto di tipo celtico parlato dei Carni sul latino aquileiese è però controversa, sia perché tale idioma originario fu trasmesso solo oralmente e oggi non è quasi per nulla noto, sia perché nelle epigrafi antiche ritrovate si riscontrano solo delle modifiche ad elementi fonetici e morfo-sintattici del latino comuni anche ad altre parti dell'impero, cosa che se pur non prova una corrispondenza diretta con l'idioma parlato, comunque rende difficile qualsiasi studio filologico del "proto-friulano" antecedente al medioevo. Inoltre l'unica prova diretta di substrato celtico, quella del lessico, dimostra che la componente celtica nel friulano odierno, benché di gran lunga superiore a quella ravvisabile nei dialetti galloitalici e in altre lingue neo-latine con substrato celtico (francesegalloarpitano), sia complessivamente limitata a toponimi, parole di senso geografico e nomi collegati all'agricoltura, ai monti e ai boschi, e comunque comparabile all'influsso lessicale ricevuto "per prestito" da lingue germaniche e non di molto superiore a quello delle lingue slave.

Alcuni studiosi ipotizzarono che il friulano fosse conseguenza di migrazioni di popolazioni dell'Impero, costrette ad abbandonare le regioni orientali come la Pannonia (e si spiegherebbe comunque il sostrato celtico, poiché la Pannonia era abitata da tribù Galliche) a causa della pressione e del movimento di genti barbariche come i Longobardi: fatto evidentemente non escludibile neppure come evento collaterale, ma che comunque non chiarisce l'eventuale influsso di un substrato linguistico sul friulano medioevale e moderno.

Tuttavia se la prova linguistica diretta manca, a supporto della tesi di una derivazione dell'ethnos friulano dalla romanizzazione del popolo carnico/celtico vi sono numerosi elementi del folclore, della tradizione e dell'ambito magico e religioso, sia antichi che moderni, di stampo inconfutabilmente celtico-alpino, elementi diffusi in buona sostanza proprio sullo stesso territorio storicamente accertato come friulanofono.

Interessante inoltre anche il fatto che l'antico confine etnico tra popolazioni venetiche e quelle dei carni romanizzati, imposto dal dominio romano e attestato dalle fonti antiche, fu (a partire dalle prealpi) il corso del fiume Livenza (in latino Liquentia), lo stesso elemento geografico che ancora in epoche recenti delimitava in pianura la zona di confine tra area friulanofona e area venetofona (avanzata estesamente verso est a scapito del friulano solo a cavallo del 1800 per l'effetto congiunto di colonizzazioni di aree scarsamente abitate e della venetizzazione delle grandi città); stesso confine inoltre che secondo alcuni segnerebbe ancora oggi, su basi etnologiche più generali, il punto di transizione tra cultura veneta e friulana. Tutto ciò fa supporre che una certa differenziazione tra le parlate a ridosso di questa zona esista da lungo tempo e possa avere una matrice pre-latina, anche se bisogna sottolineare quanto l'idioma veneto del XIV secolo fosse più arcaico dell'attuale, condividendo qualche caratteristica con il friulano, idioma più conservativo.

Se le origini antiche della lingua e il substrato pre-latino sono questione controversa, un largo consenso è stato tuttavia raggiunto sul periodo di formazione del friulano, che si fa risalire attorno all'anno 1000, in contemporanea con gli altri volgari romanzi; anche se ci sono delle testimonianze più antiche: San Gerolamo afferma che, per farsi capire dal suo popolo, il vescovo di Aquileia Fortunaziano compose un commento ai Vangeli in lingua rustica. I primi termini in friulano appaiono in atti amministrativi del XIII secolo, ma solo a partire dal Trecento i documenti si fanno più numerosi e, oltre a qualche documento commerciale, appaiono le prime testimonianze letterarie, quali i Frammenti letterari e altri testi, tutti originari di Cividale, divenuta ormai il centro più importante del Friuli. Interessante notare come secondo uno studioso, il Giovan Battista Pellegrini, dall'analisi della ballata Soneto furlan, il verso 'ce fastu' rimanderebbe all'espressione citata da Dante nel De vulgari eloquentia XI,6 per caratterizzare la parlata aquileiese ([...] Aquilegienses et Ystrianos cribremus, qui Ces fas tu? crudeliter accentuando eructuant)

da wikipedia

Equinozio di primavera

 fonte wikimedia

Di Lillorizzo - Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=67553926

tempo di lettura
1 minuto, 20 secondi
 Per tutti

Mancano pochi giorni all'inizio della primavera astronomica, una data importante che in tutte le tradizioni popolari è vista come la rinascita della natura, la predisposizione ad un nuovo stato di armonia e di benessere dopo la stasi invernale. Quest'anno cadrà esattamente mercoledì 20 marzo alle 04:06 del mattino. In quel preciso istante il piano contenente l'asse terrestre sarà perpendicolare ai raggi di luce in arrivo dal Sole, quindi la luce raggiungerà contemporaneamente sia il Polo Nord che il Polo Sud dividendo la Terra esattamente a metà in due porzioni uguali di luce e di buio (ore di notte = ore di giorno). Questo particolare momento astronomico è detto anche Punto Vernale o Primo Punto dell'Ariete perchè anticamente, circa 2100 anni fa il Sole si trovava nella costellazione dell'Ariete, cosa che oggi, a causa della precessione degli Equinozi non è più valida. Oggi infatti all'equinozio di Primavera la Terra si trova nella costellazione dei Pesci. Come per i Solstizi, anche la data degli Equinozi è una data variabile. Quella dell'Equinozio di primavera varia dal 19 marzo al 21 marzo ma capita molto più frequentemente il giorno 20. L'anno scorso è caduto il 20 marzo alle ore 22:24 mentre l'anno prossimo cadrà il 20 marzo alle 10:01. E' più raro che capiti il 21 marzo, l'ultima volta è stata nel 2007 mentre è decisamente raro che cada il 19 marzo, cosa che avverrà solo dal 2044. Il motivo di un'oscillazione così ampia è lo sfasamento che c'è tra l'anno solare e quello del calendario, se volete un approfondimento, è spiegato all'interno della news sul Solstizio d'inverno.

meteo.chttps://www.3bom/giornale-meteo/meteo

GATTICI simbolo di primavera

 Esistono moltissime varietà di salice .
Gemme di salice gattici/misici(da mis=topo)
(sloveno macice=gattini)
Salix caprea (salicacee)

 arbusto o alberello alto fino a 13 metri.Vive in montagna,ama il sole e i luoghi umidi,non ha grandi esigenze.Utilizzato come pianta da foraggio nelle zone di pascolo.
Ha rami distribuiti uniformemente e foglie ovoidali con margini poco seghettati di color verde chiaro superiormente  e bianco grigiastro per la fine peluria nella pagina inferiore.Prima della ripresa vegetativa compaiono i fiori riuniti in amenti(spighe) eretti;quelli maschili di grandi dimensioni,sono forniti di peli grigio-argentei,chiamati gattici ;quelli femminili sono meno appariscenti di colore verdastro,disposti lateralmente ai  vecchi rami,il frutto è una piccola capsula conico-allungata sessile e liscia.(wikipedia)


Rami di salice:i loro bei rami setosi,bianchi candidi,che diventano luminosi in controluce.Se si vogliono conservare a lungo dobbiamo metterli in un vaso senz' acqua.In Tirolo e Slovenia usano adornare i rami con uova colorate per Pasqua,perchè sono simbolo di primavera.





Poesia di Giovanni Pascoli 
I Gattici

E vi rivedo, o gattici d’argento,
brulli in questa giornata sementina:
e pigra ancor la nebbia mattutina :
sfuma dorata intorno ogni sarmento.
Già vi schiudea le gemme questo vento
che queste foglie gialle ora mulina;
e io che al tempo allor gridai, Cammina,
ora gocciare il pianto in cuor mi sento.
Ora le nevi inerti sopra i monti,
 e le squallide piogge, e le lunghe ire
del rovaio che a notte urta le porte,
e i brevi dì che paiono tramonti
infiniti, e il vanire e lo sfiorire,
e i crisantemi., il fiore della morte.

dal web


Proverbio friulano

 Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei Vita Nei Campi
“San Josef biel, buine anade” ovvero se il giorno di San Giuseppe (il 19 marzo) c’è bel tempo, l’annata sarà buona.

ECLISSI SOLARE l'8 aprile

 

eclissi vista da Salisburgo

Un'eclissi solare (o eclissi di Sole) è un tipo di eclissi, ovvero un noto fenomeno ottico-astronomico, abitualmente associato al sistema "Sole-Terra-Luna", caratterizzato dall'oscuramento di tutto, o di una parte del disco solare da parte della Luna, visto dalla Terra.

Si tratta di un evento piuttosto raro poiché, anche se dovesse verificarsi ad ogni novilunioSoleLuna e Terra dovrebbero anche essere perfettamente allineati tra piano equatoriale celeste e piano dell'eclittica: per la meccanica celeste ciò accade sporadicamente, ovvero quando la Luna, la cui orbita è inclinata di circa cinque gradi rispetto all'eclittica, interseca quest'ultima in un punto detto "nodo". In novilunio, se la Luna si trova tra il Sole e la Terra nell'ipotetica intersezione dei due piani, detta "asse nodale" o "linea dei nodi", allora essa proietta la sua ombra su una porzione della superficie terrestre, dalla quale, appunto, si assisterà così ad un'eclissi solare. Se invece il nodo si trova dalla parte opposta, si assisterà ad un'eclissi lunare, questa volta, ovviamente in plenilunio.

Tipi di eclissi solari

Quando Sole-Terra-Luna sono perfettamente allineati, la Luna proietta un preciso e ristretto cono d'ombra sulla superficie terrestre dell'emisfero esposto al Sole lungo una ristretta fascia geografica terrestre, mentre nelle aree circostanti l'ombra della Luna sarà molto più estesa e, tuttavia, più debole e solo parziale, in quello che viene comunemente detto "cono di penombra". È questo il caso generico di una eclissi solare, che viene comunemente chiamata centrale.


Esistono infatti, delle eclissi per le quali i tre astri non sono perfettamente allineati, pertanto soltanto una piccola fetta dell'emisfero terrestre viene oscurata, e sempre e soltanto dal cono di penombra, dando così origine solo a delle eclissi sempre parziali per tutti i punti di osservazione terrestri. Ne consegue che le eclissi "non centrali" non sono di particolare interesse.

Le eclissi solari centrali invece sono molto studiate, e si suddividono, a loro volta, in: eclissi solare totale, eclissi solare anulare, eclissi solare ibrida.

Eclissi solare totale

È il tipo di fenomeno più studiato e più conosciuto nel campo delle osservazioni astronomiche, in quanto, durante la fase centrale, è possibile studiare con facilità la cosiddetta corona solare. Il fenomeno si verifica soltanto se la Luna è ad una distanza dalla Terra tale da farla apparire di diametro angolare lievemente maggiore di quello del Sole. Se ciò non dovesse realizzarsi, ovvero la Luna mostrasse un diametro angolare apparente minore di quello del Sole, si osserverà un suggestivo anello luminoso, tuttavia non apprezzabile per l'osservazione della corona solare (eclissi solare centrale di tipo anulare).
In una eclissi solare centrale totale, la Luna proietta sulla Terra un lungo percorso di oscuramento, detto percorso del già citato "cono d'ombra", anche detto "corridoio d'ombra", "fascia di totalità" o "percorso della totalità" e che, tuttavia, colpisce soltanto una strettissima porzione terrestre, lungo tutto il percorso dell'eclissi e, tuttavia, largo in media circa appena un centinaio di chilometri. Soltanto in quelle aree geografiche, previo anche un bel tempo meteo, l'osservatore terrestre può ammirare significativamente il fenomeno della totalità, questa volta ad occhio nudo. La luminosità del cielo diminuisce in pochi secondi, quasi come se fosse notte, per poi riapparire, sempre repentinamente, dopo pochi minuti. Esiste infatti una scala di luminosità detta magnitudine di eclissi, per la quale sopra 1,0-1,50 l'eclissi è definito come "totale". Le fasi del fenomeno di un'eclissi solare totale sono quindi:

  • Primo contatto esterno: il profilo vero della Luna è tangente esternamente al bordo del Sole.
  • Primo contatto interno: il profilo vero lunare è tangente internamente a quello solare; inizia la totalità.
  • Totalità: è chiamata anche fase massima o di massimo oscuramento della luce del Sole.
  • Secondo contatto interno: termina la totalità.
  • Secondo contatto esterno: il profilo vero lunare è tangente esternamente al disco del Sole; termine dell'eclissi.

Eclissi solare parziale

Sia prima e dopo la fase della totalità, e nelle aree geografiche non all'interno del cono d'ombra, in particolare nelle aree geografiche del "cono di penombra", l'eclissi sarà solo parziale, di durate di tempo del fenomeno molto maggiore e visibile da aree più estese, un fenomeno comunque sempre apprezzabile (con appositi occhiali di protezione), e tuttavia non suggestivo come quello totale.
In una eclissi solare parziale, infatti, si hanno solo tre fasi:

  • Primo contatto esterno: la Luna entra nel disco solare.
  • Culmine: la Luna ha raggiunto il massimo dell'eclissi il quale può essere considerato come la minima distanza angolare fra i due corpi visti da un osservatore sulla Terra.
  • Secondo contatto esterno: la Luna esce dal disco solare.

Eclissi solare anulare

Poiché l'orbita della Luna è leggermente ellittica, la distanza della Luna dalla Terra non è costante, e quindi l'eclissi non è sempre totale. Nell'eclissi anulare, la Luna è nel punto più lontano della sua orbita (apogeo) e il cono d'ombra non giunge fino alla superficie terrestre: ciò si verifica in quanto il diametro angolare del disco della Luna si mantiene minore di quello solare. Quindi durante un'eclissi anulare è come se del Sole ne fosse rimasto un anello luminoso durante la fase centrale, e quindi la Luna è troppo lontana dalla superficie terrestre per occultare completamente il disco Sole (vedi l'animazione a fianco).

Anche l'eclissi solare anulare, sebbene sia meno suggestiva, prevede un percorso del cono d'ombra simile a quello della totale, pertanto, in quelle ristrette aree geografiche terrestri, si vedrà una cosiddetta eclissi solare totale anulare. Per tutte le aree geografiche fuori dal cono d'ombra, ma dentro il cosiddetto cono di penombra ...


L'eclissi solare dell'8 aprile 2024 è un evento astronomico che avrà luogo il suddetto giorno attorno alle ore 18:18 UTC (ore 13:18 locali in Messico)[1].

Museo carnico

 






🧶È un filo, come quello che unisce e tiene insieme le tante pezze che compongono la soletta degli scarpèts, un filo che collega persone, gesti, saper fare...
🪢Un filo che ieri, mercoledì 13 marzo, ha tenuto insieme i neodiplomati del corso “Tecniche di confezionamento artigianale di calzature” all'arte del ricamo sugli scarpets delle donne di Sutrio Ricama e a quella della realizzazione dei tessuti di Carnica Arte Tessile dove, dagli anni ‘60, i ricami tradizionali carnici si fondono con l’iniziativa e la creatività degli artigiani.
✨ Un filo che non si vede, ma si percepisce nel suo continuare a tenere insieme una tradizione che si fa futuro, giorno dopo giorno.
➡️ L’attività rientra nel progetto “Il tempo della memoria è il futuro: la tradizione di “Scarpetti” ispira i fashion designer di domani” promosso dal Museo Carnico insieme a Fondazione ITS ITS Arcademy, Carnia Industrial Park, Sutrio Ricama, @Tessitura di Sauris e Carnica Arte Tessile e finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia


fonte fb


A FIRENZE

 


PIERO BIGONGIARI


Col brusio dei tuoi sonni, dove tacciono
le magnolie e i cortili,
cedi allo spazio dove il vento tiene
agitati i tuoi fiori: ivi passarono
coi ginocchi infantili
le donne con gli uguali occhi. E che fanno
agli sbocchi delle vie tortuose?
Col cereo lume delle mani additano
le ginestre sui colli, e intanto róse
da un segreto si sfanno. Ultima premi
la tua infanzia sui colli, rosea luna,
e i campanili indietro indietro guardano.

(da La figlia di Babilonia, Parenti, 1942)

fonte Il canto delle sirene