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Guerra Russia/Ucraina

 


La Russia ha attaccato l’Ucraina con il più vasto bombardamento dall’inizio dell’invasione. Mosca ha usato 158 tra missili e droni per colpire edifici civili in tutte le maggiori città del paese, spendendo circa 1,3 miliardi di dollari per un solo attacco. Il bombardamento è giunto pochi giorni dopo la conquista della piccola città di Marinka, nella regione di Donetsk, ormai completamente rasa al suolo dopo mesi di scontri. Si tratta delle prima conquista russa dall’inizio dell’anno ed è costata uno sforzo bellico elevatissimo, con la perdita di centinaia di mezzi e migliaia di soldati.

Kyiv, Dnipro, Kharkiv, Odessa, Zaporizhzhia e Lviv sono state attaccate contemporaneamente nella mattina del 29 dicembre. Per ora il conto delle vittime è di 18 persone uccise e decine di feriti, una cifra contenuta solo grazie all’intervento delle difese antiaeree ucraine che hanno abbattuto 114 droni e missili su 158. Gli obiettivi colpiti sono tutti civili, come edifici residenziali, scuole, ospedali, centri commerciali e alcune infrastrutture energetiche, ma le autorità hanno mantenuto il segreto sulla loro posizione.

Per l’attacco, la Russia ha usato 36 droni iraniani Shahed, 90 missili da crociera X101, X555 e X55, 8 missili da crociera X22 e X32, 14 missili balistici da superficie, 5 missili balistici aviolanciati, 5 missili X31 e un missile X59. Il costo totale dell’operazione è di circa 1,3 miliardi di dollari e, secondo l’agenzia ucraina Nazk, è stata possibile anche grazie ai componenti occidentali che ancora arrivano in Russia.

La nuova offensiva era ampiamente attesa perché, come lo scorso anno, Mosca ha atteso l’inverno per riprendere i suoi attacchi contro l’Ucraina. Uno degli effetti è la cattura della città orientale di Marinka, dove prima dell’invasione vivevano circa 9 mila persone. Le truppe di occupazione sono riuscite a prendere l’area ormai completamente rasa al suolo quasi due anni di combattimenti con le forze di Kyiv, che si sono ritirate alla periferia della città per stabilire nuove posizioni...https://www.wired.it/article/ucraina-vasto-bombardamento-russia-marinka/

Visto come procedono i fatti,ho l'iimpreressione che questa guerra sarà molto lunga! Non c'è la volontà di fare pace da entrambe le parti.

8 miliardi di persone

 

immagine dal web
Il 15 novembre 2022 la popolazione mondiale
ha raggiunto 8 miliardi di persone.

Gli esseri umani sul pianeta Terra sono ormai quasi 8 miliardi. Le Nazioni Unite prevedono che la popolazione mondiale supererà questo traguardo il 15 novembre 2022, dodici anni dopo aver raggiunto i 7 miliardi nel 2010. Un record che testimonia i progressi e i successi scientifici in campo medico e sanitario, ma anche l’importanza di assumere la responsabilità collettiva di tutelare il nostro pianeta e ridurre le disuguaglianze tra esseri umani.

Rallentamento

Negli ultimi dodici anni, la popolazione umana è cresciuta al ritmo più lento dal 1950, scendendo sotto l’1% nel 2020. Tuttavia, sono sempre i paesi con un reddito pro capite più basso ad avere i livelli di fertilità più alti, concentrando così la crescita nei paesi più poveri del mondo, assieme alle responsabilità che ne derivano. Una tendenza che porta a maggiori disuguaglianze e accresce le divisioni tra le varie zone del pianeta. Infatti, mentre il progresso scientifico ha ridotto la mortalità infantile, migliorato la nutrizione e aumentato l’aspettativa di vita media, allo stesso tempo sono mancati un progresso sociale e una redistribuzione economica in grado di ridurre le differenze e aumentare la ricchezza in tutto il mondo...continua https://www.wired.it/article/8-miliardi-esseri-umani-popolazione-mondiale/

Dopo 20 anni a Taipana riapre un negozio di generi alimentari


 Dopo circa vent’anni nel paese di Taipana riapre un negozio di generi alimentari. È ‘La buteghe di Taipane’, un’iniziativa di cui si è fatta promotrice l’amministrazione comunale, che attraverso un bando ha affidato la gestione alla cooperativa di comunità Pancoop di Paluzza. Riaprire un negozio in un Comune di montagna con 600 abitanti ha evidentemente anche un altro significato, oltre che quello commerciale: diventa un luogo di relazioni, dove la gente si riconosce nella propria storia, nelle parole, nei volti.

Per il sindaco Alan Cecutti, primo degli intervenuti all’inaugurazione avvenuta sabato 23 aprile, “si tratta di uno dei servizi fondamentali, che serve a mantenere l’economia sul territorio, noi sosterremo questo percorso lavorando assieme alla Direzione montagna della Regione”. Sull’esperienza della Pancoop (nata come forno cooperativo dell’Alto But nel 1907, oggi gestisce un negozio multifunzionale e una biblioteca a Treppo Ligosullo e si occupa di distribuzione di pasti) hanno quindi parlato Paolo Felice (Legacoop Fvg), il sindaco di Treppo Ligosullo, Luigi Cortolezzis, e il presidente della cooperativa, Aulo Maieron. “Questo negozio ha senso di esistere perché deve diventare un punto di riferimento per la comunità di Taipana”, hanno rimarcato. Infine Massimo Moretuzzo, consigliere regionale di Patto per l’Autonomia, parlando dell’esperienza di una cooperativa del Medio Friuli che ha da poco aperto un panificio di comunità in centro a Udine, ha affermato come con l’apertura del negozio di Taipana “si sta violando una legge, quella del libero mercato, secondo il quale non è un problema se le piccole botteghe chiudono, basta avere una buona connessione e si ordina via internet. È una sciocchezza che rischia di affossare definitivamente le nostre comunità, mentre i negozi di prossimità come questo rappresentano una sfida per il futuro di questi territori.”

https://novimatajur.it/attualita/dopo-ventanni-a-taipana-riapre-un-negozio-di-generi-alimentari.html

Auguri e in bocca al lupo ai nuovi gestori.


Al Centro Ricerche di Lusevera per il 2021 un contributo comunale di 800 euro

 


Nella sua ultima riunione del 30 dicembre, il Consiglio comunale di Lusevera/Bardo ha deliberato la distribuzione dei contributi agli enti e alle associazioni locali per il 2021. La maggior parte dei fondi, ovvero 2.400 euro, andrà all'ASD Alta Val Torre, che gestisce il campo sportivo di Pradielis/Ter. Seguirà il Gruppo Alpini Lusevera - Terska dolina, che ha ricevuto 1.700 euro, 1.500 euro saranno ricevuti dal Gruppo di Ricercatori grotte GELGV di Villanova-Zavarh,1.000 euro dall'Associazione Ex Emigranti della Val  Torre, 400 euro alla la sezione locale dell'AFDS marciatori che organizza escursioni nella valle del Torre. Il Centro di Lusevera per la Ricerca Culturale riceverà anche un contributo per le attività regolari. Il comitato comunale, guidato dal sindaco Luca Paoloni, ha devoluto 800 euro all'organizzazione slovena, che gestisce anche il Museo Etnografico di Lusevera.Decisione contraria del vicesindaco Mauro Pinosa, convinto che il Centro non meriti un contributo comunale, affermando che, “sebbene si debba impegnare a preservare e diffondere a modo nostro la nostra antica lingua slava, di fatto , promuove la lingua nazionale slovena, che gli abitanti della Valle della Val Torre non conoscono e non parlano, in quanto parlano italiano, friulano e l'antica lingua slava nel nostro paese, che per tutto questo sta morendo”. Il vicesindaco, che è uno dei più accaniti fautori della tesi secondo cui il dialetto della Val Torre non è sloveno, ha sottolineato che accetterebbe il contributo se il Centro per le ricerche culturali sostenesse la conservazione della "nostra antica lingua slava", perché inrealtà diversa, vuole essere coerente e fedele alle sue convinzioni e quindi mostrare rispetto per i tanti elettori che lo hanno sostenuto. Pinosa, che certamente apprezza l'operato del suo sindaco Paoloni, è anche interessato alle basi su cui il Centro di Ricerche Culturali di Lusevera gestisce di fatto il locale Museo Etnografico, affermando che il Comune di Lusevera e l'organizzazione non hanno mai firmato alcun accordo.Va aggiunto che il Museo Etnografico di -Lusevera-Bardo è stato istituito nel 1973 su iniziativa dei membri del Centro di Lusevera per la Ricerca Culturale, entrato in funzione sei anni prima. Dopo il terremoto del 1976 è stata chiusa per cinque anni e riaperta al pubblico nel 1981. Nell'ultimo decennio è stata restaurata con l'aiuto degli esperti del Museo Gorizia di Nova Gorica. Nel 2014 è stato ufficialmente riaperto il museo rinnovato e arricchito, che dispone anche di un info point e fa parte della rete museale Mismotu.

https://novimatajur.it/attualita/centru-za-raziskave-bardo-za-leto-2021-obcinski-prispevek-v-visini-800-evrov.html

tradotto dal Novi Matajur

Ovčja vas ima novo lipo - Valbruna ha un nuovo tiglio


Sabato, 21 agosto, la comunità di Valbruna/Ovčja vas ha ritrovato il suo tiglio, che è stato ripiantato e benedetto su uno spiazzo erboso all’esterno della chiesa della Ss. Trinità. Come ricordato dal parroco della Collaborazione pastorale di Tarvisio, don Alan Iacoponi, il tiglio del paese mancava da diverso tempo. Quello vecchio, infatti, era stato tagliato una quindicina d’anni fa, nella ristrutturazione della vicina chiesa.

Davanti al suo collaboratore, padre Gabriel Msuya, del sindaco di Malborghetto-Valbruna, Boris Preschern, di una rappresentanza del Corpo pompieri volontari di Valbruna-Freiwillige Feuerwehr Wolfsbach, guidati dal comandante Davide Menis, e dello scrittore Maurizio Bait, ha ricordato che all’epoca la scelta di tagliarlo era stata dovuta a motivi di sicurezza. Le fronde del tiglio erano state potate diverse volte, ma le sue radici, a detta dell’impresa che allora stava curando la ristrutturazione della chiesa, erano troppo esposte a seguito dell’abbassamento del livello del terreno circostante. Rischiavano, inoltre, di raggiungere le fondamenta dell’edificio sacro. Malgrado ripetute richieste in tal senso al defunto don Mario Gariup, per vari motivi negli anni successivi il tiglio non è stato ripiantato e l’ assenza della lipa, Linde, tei,come notato dal giornalista e scrittore Maurizio Bait, è stata particolarmente sentita dalla comunità. Del resto, come aveva annotato nel suo libro Valbruna-Ovčja vas il defunto parroco di Valbruna, don Mario Gariup, a memoria d’uomo un tiglio a Valbruna c’è sempre stato. Prima di trovare posto vicino alla chiesa, a metà XIX secolo era collocato nella piazza del paese.

Se il sindaco Preschern ha espresso l’auspicio di una comunità paesana che vi si ritrovi unita, Menis, il comandante dei Pompieri volontari che hanno piantumato il nuovo giovane tiglio, ha rimarcato l’impegno della comunità e del suo sodalizio nel mantenimento delle tradizioni.

Don Iacoponi ha tenuto a precisare di avere presto constatato come la necessità di ripiantare un tiglio, una lipa, fosse molto sentita dalla comunità valbrunese. Un suo membro aveva subito avanzato la richiesta di ripiantarlo nei pressi della chiesa o della canonica già al momento del suo arrivo in Valcanale, un paio d’anni fa. Trascorso il necessario tempo di ambientarsi, ha colto l’occasione quando a proporglielo un’altra volta è stata la valbrunese Giulia Kandutsch, che ha donato la pianta.

All’ombra del tiglio, ha ricordato ancora ai presenti don Iacoponi prima di benedire la nuova pianta, come in molte altre località della Slavia, della Slovenia e del mondo slavo in generale (ma anche della zona bilingue della Carinzia di cui la Valcanale per secoli ha fatto parte ndr.), la comunità in passato si è riunita per prendere le proprie decisioni. E almeno fino al XIX secolo, in occasione del žegen, la festa patronale, dopo la Messa sotto le sue fronde si cantavano i vecchi canti nel locale dialetto sloveno zegliano, di cui qualche pubblicazione forse ancora conserva i testi. (l. l.)


V soboto, 21. avgusta, so v Ovčji vasi posadili novo, mlado lipo blizu cerkve Svete Trojice. Staro lipo, ki je svojčas stala blizu cerkve, so posekali pred približno petnajstimi leti iz varnostnih razlogov, sicer ko so cerkev obnovili. Župnik Pastoralnega sodelovanja Trbiž, Alan Iacoponi, je prisotnim razložil, da so se nanj v Ovčji vasi po njegovem prihodu pred dvema letoma že večkrat obrnili s prošnjo, da bi posadili novo lipo. Potreba, ki jo je izrazila skupnost, je tako bila močna. Nek Ovčan je posaditev nove lipe predlagal že tik po njegovi preselitvi v Kanalsko dolino; on je pa prošnjo sprejel le ob drugem poskusu, oziroma takrat, ko se je udomačil. Takrat je posaditev lipe predlagala Ovčanka Giulia Kandutsch, ki je novo drevo tudi podarila. Med prisotnimi na blagoslov nove lipe so bili tudi naborješko-oški župan, Boris Preschern, vikar pater Gabriel Msuya, pisatelj Maurizio Bait ter predstavniki Prostovoljnega gasilskega društva Ovčja vas s poveljnikom Davide Menis na čelu. Kot v raznih krajih v Benečiji, Sloveniji, in po slovanskem svetu na splošno, je gospod Iacoponi spomnil prisotne ob tej priliki, je nekoč tudi v Ovčji vasi pod lipo skupnost sprejela pomembne odločitve. Do 19. stoletja so pod lipo tudi Ovčani peli v slovenskem ziljskem narečju ob vaškem žegnu, kot še v Ukvah in Žabnicah.

https://www.dom.it/ovcja-vas-ima-novo-lipo_valbruna-ha-un-nuovo-tiglio/


Il fisarmonicista libero esce dal Cpr di Gradisca e aspettando il verdetto suona al centro Balducci

 

UDINE. Il primo passo verso la libertà è vedere i cancelli del Centro di permanenza per il rimpatrio di Gradisca d’Isonzo che si aprono e varcarli con la fisarmonica in spalla. Dietro, l’incubo di due settimane trascorse nel limbo di un’attesa impalpabile, davanti, l’angosciosa speranza di una risposta che consenta alla vita di ricominciare a scorrere normalmente, tra concerti, progetti artistici, relazioni umane.

Liubomyr Bogoslavets, il fisarmonicista ucraino che con le sue note ha incantato Udine durante il lockdown, è un richiedente asilo come ce ne sono tanti, sul territorio nazionale, libero di circolare e lavorare, almeno fino a quando la commissione territoriale di Trieste non deciderà se concedergli o meno la protezione internazionale. Decisione che, dopo l’audizione di giovedì, è attesa al più tardi per lunedì. È stato il giudice monocratico della sezione del tribunale di Trieste specializzata in materia di immigrazione, Monica Pacilio, a ritenere di non convalidare il provvedimento con cui il questore di Gorizia aveva disposto il trattenimento del musicista al Cpr.



L’udienza si è tenuta ieri mattina e ha dato ragione alle istanze della difesa, rappresentata dall’avvocato udinese Alessandro Campi, che oltre a evidenziare l’assenza del pericolo di fuga e a ricordare il livello di integrazione raggiunto da Bogoslavets in regione, dov’è conosciuto e apprezzato come persona e come professionista, ha proposto al magistrato una misura alternativa alla simil detenzione nella struttura di Gradisca - riservata in particolare, come noto, a migranti in attesa di espatrio con caratteristiche di spiccata pericolosità sociale -, segnalando la disponibilità del Centro di accoglienza “Balducci” di Zugliano a ospitarlo.

Il resto della giornata è trascorso in un crescendo di emozioni, seppur nell’incertezza rispetto alla definizione del procedimento azionato dalla richiesta di protezione internazionale che il musicista ha voluto tentare. Una protezione “speciale”, quella ipotizzata per il suo caso, visto che il rientro in patria lo condannerebbe a uno stato di precarietà certo sul piano sia economico che sociale. Va da sé come a un’eventuale rigetto della domanda seguirebbe l’impugnazione e, con essa, un ulteriore periodo di permanenza in Italia.

Ad attenderlo fuori dal Cpr, nel primo pomeriggio, c’erano, tra gli altri, una sua amica e traduttrice. È stata lei ad accompagnarlo a Zugliano. Prima di congedarsi, Bogoslavets ha salutato gli operatori, in un clima di insolita cordialità per il tipo di ambiente e per le note tensioni che, in passato, hanno contribuito a descriverlo come un “lager”. Niente è per caso: la sera prima, quasi fosse nell’aria la sua partenza, i responsabili della struttura gli avevano permesso di riprendere possesso della sua fisarmonica e di suonarla anche per gli altri.

Un piccolo miracolo, bissato ieri, finalmente senza limiti, al suo arrivo al Centro Balducci. Complici tutti, dalla consigliera comunale di Udine, Sara Rosso, ideatrice insieme all’associazione “Oikos” delle tante iniziative promosse in questi giorni a sostegno di Liubomyr, tra raccolta di firme, video e flashmob, alla presidente dell’associazione culturale Ucraina-Friuli, Viktoria Skyba, che la settimana scorsa aveva segnalato il caso al consolato ucraino, a Milano, ottenendo l’invio di una nota alla Questura di Gorizia e alla Commissione di Trieste con la richiesta che al connazionale venga concesso il permesso speciale, a Paolo Piuzzi, il professionista che dal suo studio di Pordenone coordina la gara di solidarietà scattata anche tra gli artisti impegnati a proporre nuovi opportunità di lavoro al collega ucraino.

E poi c’è Pierluigi Di Piazza, responsabile del Balducci, senza il quale, forse, il giudice non avrebbe acconsentito alla liberazione di Bogoslavets e che si è detto «onorato» di contribuire alla causa. «Penso sempre a quante persone vivono dimenticate», ha detto, aspettandone l’arrivo e pronto a offrirgli una camera, «per riposare dopo tante stanchezze». Lui, in cammino sulla terra in cerca di una condizione migliore, come gli 82 milioni di rifugiati in fuga da guerre e miseria. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Biotecnologie: speranza nella lotta al Covid-19, presente e futuro della medicina. Il racconto di Paolo Beuzer

 Rna, m-rna, anticorpi monoclonali. La pandemia ha fatto entrare nel linguaggio comune sigle e termini che, prima del 2020, erano conosciuti solo da pochi esperti del settore. Il settore è quello delle biotecnologie. Un campo di studi e applicazioni amplissimo, molto più ampio di quello sui vaccini anti Covid o sulle possibili cure per l’infezione. Sullo sviluppo delle biotecnologie, non a caso – con un’impennata con pochi precedenti nel momento della diffusione del Covid-19 – si sta investendo tantissimo. È opinione diffusa infatti che queste rappresentino presente e futuro della medicina. Paolo Beuzer, valligiano di San Pietro al Natisone, lavora in questo campo a San Diego in California già dal 2013, dopo aver conseguito la laurea in Nano-Biotecnologie all’Università di Trieste, il dottorato in Biologia Cellulare e Molecolare all’Institut Curie a Parigi e un ‘postdoc’ al Salk Institute, fondato da Jonas Salk, famoso per aver sviluppato, tra le altre cose, il vaccino contro la poliomielite. A lui abbiamo affidato un compito, difficilissimo, di dissipare dubbi e ostilità nei confronti di questo ambito di ricerca.

Grazie mille per l’opportunità di condividere con i lettori del Novi Matajur alcune informazioni che spero aiutino a comprendere alcuni degli eventi che stanno accadendo nel mondo della scienza e della medicina e che hanno conseguenze tangibili nella vita di tutti. Non credo riuscirò a dissipare tutti i dubbi dei lettori, ma spero di fornire degli strumenti per comprendere meglio ciò che sta accadendo. Nella ricerca ogni singola scoperta porta alla formulazione di molteplici nuove domande e spero che la comprensione dei recenti eventi possa contribuire ad accendere specialmente nei più giovani quella scintilla di curiosità ed entusiasmo nei confronti della scienza e delle nuove tecnologie che ha stimolato e sta tuttora stimolando la mia carriera di ricercatore.

Cosa si intende comunemente con il termine ‘biotecnologia’?
Biotecnologia è letteralmente tecnologia basata sulla biologia. In altre parole, è lo sfruttamento di processi cellulari, biochimici e biomolecolari per lo sviluppo di prodotti. Nonostante possa sembrare un concetto abbastanza astratto, ci è molto più vicino di quanto sembri. Per migliaia di anni l’uomo ha utilizzato ed ottimizzato specie di lieviti per lievitare il pane oppure per fermentare la birra. L’agricoltura ha selezionato e sviluppato diverse varietà di piante per ottimizzarne la produzione o la resistenza ai parassiti. Questi esempi di biotecnologia si basano sulla selezione di specie avvenuta nel corso di secoli o millenni. Oggi siamo in grado di eseguire questi stessi procedimenti, ma possediamo conoscenze e strumenti per accelerarne significativamente l’esecuzione. Più in generale, possediamo strumenti per modificare e regolare l’espressione genica per applicazioni che vanno ben oltre l’ottimizzazione di piante o organismi a scopo alimentare.

Quali sono questi strumenti per modificare ‘l’espressione genica’?
Per spiegare gli strumenti vorrei fare una breve introduzione su come i geni vengono espressi e cioè come le cellule ‘leggono’ le istruzioni codificate nel DNA (genoma) presente in ognuna delle nostre cellule. Il genoma umano contiene oltre 20000 geni. Alcuni di questi geni sono sempre espressi, mentre altri vengono espressi solamente in condizioni molto specifiche, e cioè quando i fattori epigenetici (l’insieme di proteine, enzimi e gruppi funzionali che regolano positivamente o negativamente l’espressione genica) lo permettono. ...CONTINUA QUI https://novimatajur.it/attualita/biotecnologie-speranza-nella-lotta-al-covid-19-presente-e-futuro-della-medicina-il-racconto-di-paolo-beuzer.html

Attualità


Rimango esterrefatta nel leggere che molte giovani anche minorenni sono abusate anche sessualmente da
criminali.
Ma i genitori dove sono,non controllano i loro figli?Io non ne ho,ma questi episodi recenti mi hanno sconvolta.Le ragazze che sono così evolute ci cadono anche se il web ne parla sempre.Ragazze state attente,non vi fidate di nessuno. Mamme controllate i vostri figli e nipoti.

COSA NE PENSATE


 In  America come tutti sanno è stato eletto Joe Biden 46esimo presidente degli USA. Io sono molto contenta,voi cosa ne pensate?

Esponente dell'area moderata del Partito Democratico, prima di intraprendere l'attività politica ha conseguito il titolo di Juris Doctor e ha esercitato la professione di avvocato, prestando la propria opera come difensore d'ufficio. Nel 1972, a 29 anni di età, fu eletto per la prima volta senatore federale in rappresentanza del Delaware, diventando così il sesto componente più giovane della camera alta nella storia degli Stati Uniti. In seguito fu riconfermato per ulteriori sei mandati consecutivi, nel corso dei quali si occupò perlopiù di politica estera e di giustizia: Biden ricoprì ininterrottamente la carica fino al 2009, anno in cui si dimise per assumere le funzioni di vicepresidente sotto l'amministrazione di Barack Obama.

Nel 2017 fu insignito della medaglia presidenziale della libertà con lode, massima onorificenza civile del Paese.

Comincerà il suo mandato in qualità di Presidente degli Stati Uniti d'America il 20 gennaio 2021, grazie alla vittoria alle elezioni presidenziali del 2020 che lo hanno visto prevalere sul presidente uscente Donald Trump. A 77 anni di età, e 78 alla data prevista per l'insediamento, è il più anziano Presidente mai eletto dagli Stati Uniti d'America.da https://it.wikipedia.org/wiki/Joe_Biden

FRIULI VENEZIA GIULIA IN ZONA GIALLA

 


Per arrestare la curva dei contagi, in notevole rialzo negli ultimi giorni ,il testo del DPCM 24 ottobre viene sostituito da quello del 3 novembre , in vigore dal 6 novembre.

Regime differenziato tra le Regioni, a ognuna delle quali con ordinanza del Ministero della Salute viene assegnata una delle tre fasce differenziate per il pericolo del contagio, in base ai 21 parametri elencati nel provvedimento.


Zona rossa

Sono in "zona rossa" Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Calabria. Le norme saranno valide dal 6 novembre al 3 dicembre.

Zona gialla

E' la fascia a livello di rischio moderato, nella quale si applicano le limitazioni sopra indicate. Vi rientrano le seguenti Regioni: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Provincia di Trento e Provincia di Bolzano, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto.

Zona arancione

  • E' la fascia che comprende le Regioni a criticità medio-alta: Puglia e Sicilia
  • Divieto di ogni spostamento, in entrata e in uscita, dalla Regione (salvo che per comprovate esigenze di lavoro, salute e urgenza), consentiti solo gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza e nei limiti in cui la stessa risulta consentita, con conseguente possibilità di rientro nel proprio domicilio o nella propria residenza.
  • Vietato ogni spostamento in un comune differente da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, motivi di salute
  • Zona rossa

    • E' la zona a più elevata criticità, nella quale sono attualmente inserite le seguenti Regioni: LombardiaPiemonteCalabria e Valle d'Aosta
    • Divieto di ogni spostamento in entrata e in uscita dalla Regione, ma anche all’interno del territorio stesso, salve le ipotesi di necessità e urgenza.
    • Serrata per i negozi al dettaglio, ad eccezione di generi alimentari, farmacie, edicole.
    • Serrata per i mercati di generi non alimentari.
    • Chiusura attività di bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, ad eccezione della ristorazione con consegna a domicilio e, fino alle ore 22,00, quella con asporto, ma con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze.
    • Sospese le attività sportive, anche svolte nei centri sportivi all’aperto.
    • Consentito svolgere, in forma individuale, attività motoria in prossimità della propria abitazione, nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di mascherina.
    • Consentito lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente all’aperto ed in forma individuale.
    • Sospesi tutti gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva.
    • Attività scolastica in presenza per asili, primaria e prima media.
    • Restano aperte le attività inerenti servizi alla persona (tra cui parrucchieri, barbieri, estetisti).
    • I datori di lavoro pubblici limitano la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare esclusivamente le attività che ritengono indifferibili e che richiedono necessariamente tale presenza, anche in ragione della gestione dell’emergenza.
    • https://www.altalex.com/documents/news/2020/11/04/nuovo-dpcm-dal-5-novembre-italia-divisa-in-tre-zone



COVID19

 


Indossando la mascherina
salvi vite
Indossa la mascherina
Igienizza le mani
Mantieni la distanza di sicurezza

Proteggiti e salvaguarda gli altri intorno a te informandoti e adottando le dovute precauzioni. Segui le indicazioni fornite dalle autorità sanitarie locali.

Per prevenire la trasmissione di COVID-19:
Igienizza spesso le mani con acqua e sapone o usando un apposito prodotto disinfettante a base alcolica.
Mantieni una distanza di sicurezza da chiunque tossisca o starnutisca.
Indossa una mascherina quando non è possibile rispettare il distanziamento fisico.
Non toccarti gli occhi, il naso o la bocca.
Tossisci o starnutisci nella piega del gomito o usa un fazzoletto di carta, coprendo il naso e la bocca.
Se non ti senti bene, resta a casa.
In caso di febbre, tosse e difficoltà respiratorie, contatta l'assistenza sanitaria.
Chiama prima di presentarti in ambulatorio: consentirai agli operatori sanitari di indirizzarti rapidamente alla struttura sanitaria adeguata. Questa precauzione garantisce maggiore protezione per te e consente di evitare la diffusione di virus e altre infezioni.
Mascherina
La mascherina contribuisce a evitare la trasmissione del virus dalla persona che la indossa agli altri, ma da sola non protegge dal COVID-19 ed è da impiegare in combinazione con il distanziamento fisico e l'igiene delle mani. Segui le indicazioni fornite dalle autorità sanitarie locali.

Per un sacerdote nelle nostre lingue

 I valcanalesi sono molto legati alle lingue e culture locali, che nel corso della storia sono state difese e sostenute anche da molti sacerdoti. Da un punto di vista storico nei paesi della Valcanale un tempo prevalentemente di lingua slovena hanno sempre prestato servizio sacerdoti di lingua slovena o bilingui – che parlassero italiano e sloveno. In Valcanale l’ultimo sacerdote bilingue è stato don Mario Gariup, giunto a Ugovizza sulla scia di una petizione in favore di un sacerdote che parlasse anche lo sloveno, che gli ugovizzani avevano inviato nel 1973 all’allora arcivescovo di Udine, mons. Alfredo Battisti. Gariup ha prestato servizio in Valcanale dal 1974 fino alla sua morte, nel febbraio dello scorso anno. Con l’eccezione di p. Peter Lah, che soprattutto in estate segue il santuario del Monte Santo di Lussari, anche nel nuovo anno pastorale della Valcanale non c’è servizio religioso in sloveno, tedesco e friulano.

Da queste considerazioni ha preso il via la conferenza stampa convocata dall’Associazione/Združenje don Mario Cernet venerdì, 23 ottobre, nella sala del Consorzio vicinale di Ugovizza, per richiamare l’attenzione sull’assenza di servizio religioso nelle lingue locali della Valcanale – soprattutto in sloveno.

A nome dell’Associazione Cernet, Alessandro Oman ha prima di tutto ricordato le iniziative di don Gariup per la difesa e valorizzazione della cultura slovena, proseguite fino alla sua morte.


A novembre 2019 l’incarico di parroco della Collaborazione pastorale di Tarvisio, con la cura delle parrocchie di Tarvisio, Camporosso, Fusine, Cave del Predil, Ugovizza e Malborghetto-Valbruna, è stato assunto da don Alan Iacoponi. Ha 43 anni ed è nato in Bolivia. Ad aiutarlo in pianta stabile nelle parrocchie della Valcanale, come vicario parrocchiale, ora c’è solo don Gabriel Cimpoesu, che ha 44 anni e viene dalla Romania. Nel presentarsi alla comunità, l’anno scorso don Iacoponi aveva mostrato grande apertura, promettendo che avrebbe imparato anche lo sloveno e il tedesco. Ma, con l’eccezione di Lussari, nell’ultimo anno nella vita religiosa di Ugovizza e Camporosso lo sloveno è stato presente soprattutto su iniziativa dei fedeli, che hanno contribuito con letture, quando non con qualche preghiera bilingue; a Valbruna col canto, ripreso l’anno scorso.

La situazione si protrae da novembre dell’anno scorso, quando ha concluso il proprio servizio p. Jan Cvetek. Fino ad allora il padre francescano, che ha 39 anni e proviene da Bohinj, aveva collaborato soprattutto nelle parrocchie di cui fino alla morte era stato titolare don Mario Gariup, ovvero a Malborghetto, con le filiali di Bagni di Lusnizza, Santa Caterina e Valbruna, e a Ugovizza. Allo scadere dell’accordo tra l’arcidiocesi di Udine e la provincia francescana slovena i fedeli della Valcanale hanno preparato una lettera, con cui hanno chiesto ai responsabili di accogliere nuovamente p. Cvetek nell’arcidiocesi di Udine, indirizzandolo alle loro comunità. La lettera è stata sottoscritta da un migliaio di fedeli da tutte le località valcanalesi – e nella valle risiedono circa cinquemila abitanti. Il documento è stato consegnato dai rappresentanti di varie parrocchie della Valcanale all’arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzoccato, già a dicembre dell’anno scorso. La risposta alla lettera, però, non è ancora arrivata.

Nell’ultimo anno sono giunti a prestare aiuto nelle parrocchie della Valcanale diversi sacerdoti, prevalentemente per le Messe festive. Le attività pastorali e la catechesi, infatti, sono seguite da don Alan Iacoponi.

Gli organizzatori della conferenza stampa hanno richiamato l’attenzione anche sulla vitalità dell’uso della lingua slovena durante le celebrazioni religiose. Questo uso risale a molto lontano nel tempo e nella storia ed è tuttora radicato soprattutto nelle parrocchie di Ugovizza e Camporosso; la tradizione slovena continua a essere presente anche nella chiesa filiale di Valbruna, attraverso il canto. Oman ha rilevato la vivacità della Valcanale in seno all’arcidiocesi di Udine. La sua ricchezza religiosa e culturale si esprime, tra l’altro, attraverso il mantenimento delle celebrazioni religiose anche in lingua slovena, i tradizionali riti delle processioni, i canti in sloveno e la stretta collaborazione col mondo della scuola attraverso la stessa Associazione Cernet.

In riferimento alla tradizione culturale e religiosa slovena di Ugovizza, Camporosso e Valbruna, Oman ha richiamato l’enciclica di San Giovanni Paolo II dal titolo Slavorum apostoli, nella quale il papa notava come lo stesso Cirillo rivendicasse la pari dignità delle lingue slave davanti all’ebraico, al greco e al latino nonché la dignità di ogni lingua. Oman ha, quindi, citato anche il defunto arcivescovo di Udine, Alfredo Battisti, che al Dan emigranta del 1977 aveva spiegato come il messaggio cristiano non abbia lingue esclusive. «La Chiesa è chiamata ad inserirsi, incarnarsi nelle diverse culture di popoli che rendono vario, ricco, bello il mondo». E ancora: «La Chiesa perciò è per la giustizia, per la verità, per la libertà dei popoli, contro ogni discriminazione razzista, culturale, linguistica, sociale. È la consolante verità ribadita nel Concilio Vaticano II che in particolare nella liturgia si è ispirata a questo criterio. Come è normale usare la lingua locale nelle conversazioni, nella vita familiare, così è normale usare tale lingua anche nella preghiera, nel culto, nel colloquio con Dio. L’anima deve comprendere ciò che dicono le labbra».

L’Associazione don Mario Cernet ha concluso la conferenza stampa chiedendo alle autorità ecclesiastiche, ovvero all’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzoccato, di garantire la presenza di un sacerdote che parli italiano, sloveno e le altre lingue della Valcanale, affinché contribuisca a conservare il ricco patrimonio di fede, linguistico e culturale locale. Già padre Cvetek, nell’anno in cui ha operato in Valcanale, ha assolto positivamente a questo compito. I soci dell’Associazione Cernet ricordano come, in un solo anno, abbia saputo coinvolgere tutte le comunità parrocchiali in cui ha prestato servizio.

Se la richiesta dell’Associazione don Mario Cernet non sarà ascoltata, i soci intendono rivolgersi allo stesso papa Francesco, che in questi anni ha mostrato sensibilità per tutte le problematiche legate agli ultimi, alle minoranze, alle comunità cristiane abbandonate e inascoltate.

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