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IVAN TRINKO padre della Benecia

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19 nov 2021

Chiesto un milione di euro per le valli



La Commissione consultiva regionale per la minoranza slovena, nella seduta del 17 novembre, con sette voti favorevoli e sei astenuti ha accolto la proposta di tutti i suoi sei membri della provincia di Udine finalizzata a raddoppiare, dai 500 mila euro attuali al milione di euro, la posta annuale prevista dalle legge di tutela 38/01 per lo sviluppo di valli del Natione e del Torre, Resia e Valcanale. Il quadro demografico, sociale ed economico del territorio che va da Tarvisio a Prepotto è catastrofico. «Tale fatto è stato rilevato dalla stessa legge statale di tutela, che ha determinato un particolare capitolo di finanziamento per interventi che contribuiscano allo sviluppo territoriale dei comuni della provincia di Udine in cui la minoranza linguistica slovena è storicamente presente. A dire il vero, l’assegnazione annuale ammonta a circa mezzo milione di euro ed è ben chiaro che certo non è sufficiente.

«Nel corso degli ultimi dieci anni, l’utilizzo dei fondi dell’art.21, seppur erogati ed utilizzati senza una annuale regolarità, ha consentito, grazie ad una intensa concertazione tra gli amministratori locali, le associazioni di categoria slovene, le associazioni slovene della provincia di Udine ed il ruolo fondamentale della commissione consultiva, un impiego efficacie ed efficiente degli importi a disposizione ripartito tra interventi destinati agli enti pubblici per progetti di carattere economico, aiuti alle imprese, progetti di sviluppo di carattere turistico, scolastico e sociale», hanno evidenziato i commissari della membri della commissione consultiva della provincia di Udine sono altresì consapevoli che, vista la vastità del territorio rappresentato ed i suoi articolati problemi, l’importo definito oltre venti anni fa dalla legge di tutela pari a 1.000.000 di lire (516.000 euro) annui, oggi non risulta essere più adeguato alle aspettative di un territorio sempre maggiormente consapevole del fatto che la presenza della minoranza slovena, non solo sotto l’aspetto culturale, rappresenta una forte potenzialità di crescita anche dal punto di vista economico». Per aumentare la posta prevista dalla legge di tutela è necessario un emendamento allo specifico articolo della legge di tutela stessa, ma ciò non preclude che già attualmente Stato e Regione possano recuperare le risorse da altri capitoli dei propri bilanci.

continua in sloveno

https://www.dom.it/dajte-vsaj-milijon-za-nase-ljudi_chiesto-un-milione-di-euro-per-le-valli/


10 nov 2021

Marina Cernetig

Poesia di Marina Cernetig

mojaknjigaBASE___mediumcanzonslov (1)Marina Cernetig, nata a Cernetig, nel comune di Stregna (UD) nel 1960, vive nel comune di San Pietro al Natisone (UD). Opera attivamente nell’ambito delle associazioni della comunità slovena della Provincia di Udine, è attiva nel campo culturale, letterario e teatrale. Per l’associazione teatrale Beneško gledališče ha tradotto e adattato testi di autori non solo sloveni.
Scrive poesie, prosa e testi teatrali nel dialetto sloveno delle Valli del Natisone.
Ha partecipato con successo a diversi concorsi letterari, i suoi testi sono presenti in diverse pubblicazioni ed antologie.
Nel 2007 ha pubblicato presso la ZTT-EST di Trieste la raccolta di poesie in dialetto sloveno, e traduzione letteraria slovena, »Pa nič nie še umarlo« (Nulla è ancora morto)

fonte per la biografia https://festivalitineranteinternazionalepoesia.wordpress.com/i-poeti/marina-cernetig-2/

testi da http://medea.provincia.venezia.it/est/trusgnach/mt1.htm#su




 

30 mar 2021

DRENCHIA-DREKA

 

foto di Edoado Casali
Drenchia (Dreka in slovenoDrèncje in friulano) è un comune italiano sparso di 102 abitanti del Friuli-Venezia Giulia. La frazione Cras ospita la sede comunale. Attualmente è il più piccolo comune della regione per numero di abitanti residenti.

L'etimologia del toponimo è incerta; una ipotesi la fa risalire alla parola slovena dren che significa albero di corniolo, pianta molto presente nell'area comunale; il toponimo viene menzionato, per la prima volta, nell'anno 1295 "homines ville Tranche".Secondo i dati del censimento effettuato nel 1971, il 57,3% della popolazione del comune di Drenchia si dichiarava appartenente alla minoranza linguistica slovena.Attualmente, accanto alla lingua italiana, è ufficialmente tutelata anche la lingua slovena.In armonia a quanto stabilito dalle legge 38/2011 Norme a tutela della minoranza linguistica slovena della regione Friuli Venezia Giulia, nelle insegne pubbliche e nella toponomastica viene utilizzata la formulazione bilingue.

18 mar 2021

Cantieri e progetti per Taipana


Taipana/Tipana

Anche per l’amministrazione comunale di Taipana/Tipana si sta avvicinando la fine del mandato amministrativo. Per la maggioranza guidata da Alan Cecutti, infatti, il primo mandato scadrà a metà 2022.

Anche per il 2021 il gruppo consigliare di maggioranza Noi, il fiume e la montagna ha, comunque, attivato diversi interventi sul territorio, che avranno inizio in questi mesi.

Il programma si aprirà con la riqualificazione dei borghi, che vedrà cantieri aperti a Platischis/Plestišča e Taipana/Tipana, qui anche alla caserma dei Carabinieri. Sul fronte della prevenzione del dissesto idrogeologico, sarà realizzato un intervento di difesa spondale lungo un tratto del fiume Natisone. Un ulteriore intervento vedrà la sistemazione idraulica, lungo la viabilità comunale, su Ponte Vittorio Emanuele.

Soprattutto nei comuni montani una tematica sempre d’attualità è quella delle strade. Diversi cittadini saranno, così, soddisfatti per i cantieri che miglioreranno l’asfaltatura lungo la strada comunale alta di Montemaggiore/Brezje. Ulteriori interventi di miglioramento interesseranno la viabilità comunale e quella verso il cimitero di Taipana.

In forza della legge regionale 10/2010, nella zona di Platischis/ Plestišča sarà possibile avviare il recupero di alcuni terreni incolti.

Tra mantenimento del paesaggio e del patrimonio storico locale, poi, Monteaperta/Viškorsa, Taipana/Tipana e Prossenicco/Prosnid vedranno il recupero di diversi muretti a secco. Per i turisti e non solo, sono in arrivo interventi lungo la sentieristica comunale delle frazioni. Sarà interessata da lavori di messa in sicurezza, invece, la viabilità forestale in zona Rio Bianco.

Con riguardo all’illuminazione pubblica, nelle frazioni si procederà alla sostituzione delle attuali lampade con luci a led; saranno, inoltre, collocati nuovi punti luce. In territorio comunale saranno condotti anche interventi di rifacimento lungo la linea elettrica, a beneficio di Ponte Sambo, Monteaperta, Debellis/Debeleš e Taipana.

A Taipana stessa sarà, poi, costruita una nuova linea di fognatura. A Prossenicco saranno completati gli interventi di sanamento della frana nella zona del cimitero, nei pressi della strada comunale.

Altre novità importanti per tutta la zona saranno il completamento della posa della fibra ottica nelle frazioni, con importanti ricadute in ambito tecnologico, lavorativo e non solo, nonché la realizzazione di una cartina turistica del territorio comunale di Taipana, con l’intento di richiamare sempre più visitatori in zona.

Dal municipio di Taipana fanno sapere che altri interventi, che sono ancora in fase di progettazione e finanziamento, saranno avviati nella seconda parte del 2021. La realizzazione di ulteriori progetti già in programma seguirà nel 2022. (Luciano Lister)

continua in lingua slovena https://www.dom.it/gradbisca-in-nacrti-za-tipano_cantieri-e-progetti-per-taipana/


Taipana (Tipána in sloveno[4]Taipane in friulano[5]) è un comune italiano di 565 abitanti del Friuli-Venezia Giulia. Fino al 1935 il comune prendeva il nome dell'odierna frazione di Platischis.Taipana sorge a 478 m s.l.m. tra i primi rilievi delle Prealpi Giulie, nel bacino del torrente Cornappo. Oltre al capoluogo fanno parte del comune le frazioni di Cornappo, Debellis, Monteaperta, Montemaggiore, Ponte Sambo, Platischis e Prossenicco, paesini che soffrono quasi tutti di un grave fenomeno di spopolamento...

da https://it.wikipedia.org/wiki/Taipana



Valle del Cornappo

Di Walter Della Schiava, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=52417212

1 mar 2021

Sempre meno servizi nei Comuni montani. Sibau: lavoriamo per portare la fibra ottica su tutto il territorio

  


La chiusura dell’ospedale di Cividale, i disservizi di Poste italiane. Parliamo spesso della – progressiva – riduzione dei servizi nei Comuni montani, in particolare in quelli della fascia confinaria. Ultimo caso di cronaca il ‘taglio’ di un’utenza internet in località Lombai nel comune di Grimacco. Situazione risolta in seguito all’interrogazione in consiglio regionale di Giuseppe Sibau, eletto in maggioranza con Autonomia responsabile e già sindaco del comune di San Leonardo.

“Poco dopo la mia interrogazione – ci dice Sibau – l’azienda Vodafone ha provveduto a ripristinare la connessione. Il caso mi è stato segnalato direttamente dalla famiglia che, da un momento all’altro, a seguito di un guasto, si è vista rispondere dalla stessa azienda che il collegamento non sarebbe stato ripristinato perché i pochi utenti della zona rendevano di scarso interesse l’investimento. Un disagio notevole visto che si tratta di una famiglia in cui due ragazze dovrebbero seguire le lezioni online. In seguito, la Regione è intervenuta e il servizio ripristinato. Nella mia interrogazione ho insistito molto sul fatto che Vodafone sia un’azienda fra le più grandi che operano in Italia e che può contare su un importante fatturato. Pertanto dovrebbe restituire un servizio adeguato anche in questi territori più disagiati”.

Il caso di Lombai però non è isolato, sono tante le frazioni montane in cui la connessione alla rete, oggi sempre più indispensabile, è limitata o del tutto assente. C’è allo studio qualche soluzione per questo problema?
Proprio due settimane fa ne abbiamo parlato con i sindaci delle Valli del Natisone e l’assessore alle infrastrutture e territorio Graziano Pizzimenti. A questo seguirà un nuovo incontro in settimana. Il progetto è quello di portare la fibra ottica in tutto il territorio e, là dove non sarà possibile, potenziare la qualità e l’accessibilità della connessione via radio. La riduzione del digital divide mi pare sia un tema su cui vuole accelerare anche il nuovo Governo Draghi. Ed è anche fra le priorità per gli investimenti che ci chiede l’Unione europea. Non riguarda solo le Valli del Natisone e nemmeno solo la montagna. Ci sono disagi anche nei centri della pianura, segno che è un problema diffuso e che bisogna intervenire quanto prima.

Nelle Valli del Natisone però assistiamo da tempo ad una riduzione dei servizi per i cittadini. La scorsa settimana i sindaci hanno lamentato i disservizi di Poste italiane. Mentre l’ospedale e il Pronto soccorso di Cividale sono ancora chiusi…
È vero… Quanto ai servizi sanitari e all’ospedale posso dire che ai miei solleciti l’assessore Riccardo Riccardi ha sempre risposto portando motivazioni razionali sulle chiusure. Dovute al momento difficile e alla crisi sanitaria che stiamo attraversando. Tornerò presto a sollecitarlo, però, perché la struttura possa essere utilizzata per le vaccinazioni. E più in generale mi adopererò perché i servizi vengano ripristinati quanto prima. Cercando la via del dialogo, sottoponendo i problemi che ci sono in maniera costruttiva. Andare all’attacco e protestare nel modo in cui fanno alcuni colleghi dell’opposizione non porta a nulla e, anzi, si rischia di ottenere l’effetto contrario.

https://novimatajur.it/attualita/sempre-meno-servizi-nei-comuni-montani-sibau-lavoriamo-per-portare-la-fibra-ottica-su-tutto-il-territorio.html

2 nov 2020

sabato...

 31/10 - Dal Monte Joanaz a Prossenicco (Taipana - UD) alla ricerca di grotte tra un

 paesaggio incantevole con prati fioriti come a primavera.











foto di Maurizio Travanutti 

21 apr 2020

SLAVIA FRIULANA - BENEČIJA - Dal sentimento di vergogna a quello d’orgoglio


In uno studio dell’Istituto sloveno di ricerca - Slori la trasmissione intergenerazionale della lingua slovena Dopo 18 mesi di lavoro si è concluso il progetto mirato di ricerca sulle «Occasioni e possibilità per la tutela ovvero rivitalizzazione della lingua slovena nella minoranza nei Paesi contermini». Il progetto è il risultato della collaborazione tra l’Istituto per le questioni nazionali (Inv), l’Istituto di ricerca sloveno-Slori, la Facoltà di filosofia dell’università di Ljubljana e l’Istituto per la lingua slovena Fran Ramovš Zrc Sazu; è stato finanziato dall’Agenzia pubblica per l’attività di ricerca della Repubblica slovena, dall’Ufficio del Governo sloveno per gli sloveni d’oltre confine e nel mondo e dal ministero dell’Istruzione, conoscenza e sport. Obiettivo del progetto è analizzare le modalità di tutela della lingua slovena in tre territori sloveni individuati nell’area d’oltre confine: a Porabje (Ungheria), in Croazia nelle zone di Varaždin e Medžmurska e nella Slavia friulana (Italia). Nell’ambito del progetto allo Slori è stato affidato il compito di analizzare le dinamiche nonché i punti di forza e di debolezza della trasmissione intergenerazionale dello sloveno tra gli sloveni della Slavia friulana e di tracciare adeguati orientamenti per la politica linguistica. Di fronte a scenari internazionali cambiati, a una legislazione più solida e soprattutto a causa della presenza della scuola bilingue la ricerca ha vagliato l’ipotesi se nella Slavia friulana ci siano le condizioni per la rivitalizzazione linguistica e la deassimilazione delle generazioni più giovani, il che contempla anche la trasmissione intergenerazionale della lingua e il ritorno dell’insegnamento dello sloveno tra gruppi nei quali la trasmissione della lingua si è interrotta. Nella ricerca abbiamo utilizzato le espressioni “sloveno” e “lingua slovena” sia per le varianti dialettali che per la lingua standard, fatta eccezione laddove si fa espresso riferimento al dialetto. Consideriamo, infatti, la lingua standard slovena e il dialetto come un continuum, dal momento che entrambi sono forme espressive della lingua slovena. Abbiamo raccolto ed elaborato i dati utilizzando metodi di qualità. Attraverso le interviste con i genitori degli alunni della scuola bilingue, abbiamo analizzato la trasmissione intergenerazionale della lingua tra tre generazioni: dei nonni, dei genitori e dei bambini. Abbiamo individuato i destinatari del sondaggio con l’aiuto della dirigenza della scuola e li abbiamo contattati nella primavera del 2017. Ci interessavano soprattutto i singoli individui che hanno radici slovene, ma per i quali nelle precedenti generazioni c’è stata un’interruzione della trasmissione della lingua slovena, e/o i singoli, che desiderano che i propri figli imparino nuovamente lo sloveno e hanno deciso quindi di iscriverli alla scuola bilingue. Le narrazioni non trasmettono la verità obiettiva, ma l’interpretazione narrativa della verità. La dimensione temporale, invece, permette di osservare i cambiamenti della vita familiare, che sono legati a situazioni esterne. Nella ricerca abbiamo contemplato quattro categorie di genitori dei bambini, che nell’anno scolastico 2016/17 frequentavano la scuola primaria bilingue di San Pietro al Natisone: genitori che parlano la lingua slovena; genitori che non parlano lo sloveno, ma hanno radici e identità slovene, e che sono reduci da un’interruzione intergenerazionale nella trasmissione della lingua slovena; genitori che non parlano la lingua slovena e che non hanno l’identità slovena, ma che hanno antenati sloveni (in seguito: genitori assimilati); genitori che non hanno legami con il mondo sloveno della Slavia friulana (in seguito: genitori di origine italiana o di altra origine). (…) Lo sloveno in Benecia non è presente in modo uniforme sul territorio: nelle situazioni di conversazione in pubblico ha un ruolo marginale, e lo stesso vale nel contesto familiare. Anche a scuola non ha un ruolo dominante in confronto con l’italiano, che prevale come lingua colloquiale tra alunni e tra il personale. L’utilizzo della lingua slovena riguarda le attività culturali (scuole di musica, manifestazioni, cori anche parrocchiali, gruppi folcloristici, attività alpinistiche, carnevale ed altre usanze). I genitori considerano i propri figli bilingui, anche se l’esposizione alle due lingue non è equilibrata, il che sicuramente incide sullo sviluppo delle competenze linguistiche e delle abilità espositive. L’istruzione bilingue rappresenta per la Slavia friulana un traguardo importante, ma questa non è ancora una condizione sufficiente per tutelare o ravvivare la trasmissione intergenerazionale della lingua. Dalle interviste emerge che i genitori delegano alla scuola e alle attività extrascolastiche la creazione di contesti nei quali si sviluppa la conoscenza della lingua slovena. In base a quanto esposto forniamo i primi suggerimenti e raccomandazioni. La scuola diventa il principale fattore di socializzazione in lingua slovena nella prima infanzia, ma le famiglie non devono rinunciare al loro compito di trasmissione intergenerazionale della lingua, che è uno dei più importanti fattori di tutela linguistica. D’altro canto la scuola, accanto all’attività ordinaria, deve preoccuparsi di promuovere il più possibile l’uso della lingua a scuola (lo sloveno come lingua colloquiale tra personale docente e non, promozione dell’uso dello sloveno tra coetanei, cura del contesto linguistico negli spazi scolastici, che possiamo corredare con cartelloni che riportano in lingua slovena i nomi di oggetti, ecc.). Anche nel più ampio contesto sociale, a San Pietro al Natisone sarebbe opportuno curare l’uso della lingua slovena (scritte pubbliche e private in sloveno), affinché lo sloveno diventi la lingua locale e non solo della vicina Slovenia. La generazione più vecchia di coloro che usano ativamente il dialetto sloveno rappresenta una fonte preziosa e per questo è necessario promuovere il più possibile la collaborazione intergenerazionale. Negli adulti che hanno una certa padronanza della lingua e del dialetto sloveni va promosso l’uso attivo della lingua e il superamento del sentimento di vergogna. Molte persone hanno una certa conoscenza della lingua e dialetto sloveni, ma non li usano perché non le parlano scorrevolmente. Con un coerente uso della lingua slovena comunichiamo ai giovani, che tutti ci impegniamo per trasmettere un segnale di incoraggiamento. Per il ruolo pubblico che rivestono, gli operatori culturali rappresentano un esempio di coerente uso dello sloveno anche nella sfera privata.
Maja Mezgec (Primorski dnevnik, 15. 4. 2018)
da Slovit

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