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IVAN TRINKO padre della Benecia

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11 apr 2024

IL PADRE DELLA BENECIA

 



"O ti zemlja rodna,

  zemlja bedna,
  ki te milost božja,

  meni v last je dala" (I. Trinko)

"O terra natia,
  terra misera,
  piccola,
  che la grazia divina,
  mi ha donato"
(traduzione)


Ivan Trinko è nato nel 1863 a Tarčmun/Tercimonte,paesino delle Valli del Natisone/Nediške doline,sulle pendici sud -ovest del Matajur.
 Frequentò le scuole elementari a Cividale, e nel 1875 si recò a Udine nel seminario.Disse la prima Messa nel 1886.
Divenne prefetto del seminario e per tre anni studiò filosofia ,russo, polacco e ceco . Nel 1889 divenne professore di filosofia e di italiano presso la scuola secondaria inferiore, nel 1894 assunse la cattedra di filosofia nel seminario, che ha mantenuto fino al suo ritiro. Nel  tempo libero insegnava agli studenti della Benečija la lingua letteraria slovena.
Nel 1942 a Udine ebbe un incidente ,dopo la dimissione dall'ospedale smise di lavorare e ritornò ottantenne a Tarčmun nella casa dei nipoti.Aveva una stanza e cappella,leggeva,studiava,riceveva gli amici e lì rimase fino alla sua morte nel 1954.Fu scrittore,poeta,filosofo,compositore,traduttore,linguista,critico,disegnatore e geologo.
Il Circolo Culturale - Kulturno Društvo Ivan Trinko  di Cividale è a lui dedicato come anche alcune scuole slovene del Friuli.Il Comune di Cividale gli ha dedicato la via dove si trova il circolo I.Trinko.
Fu una grande figura che risvegliò la coscienza nazionale della Benečija, perciò è chiamato anche "padre della Benečija".


RICORDI

Ricordo quando morì,anche se ero bambina. Non potei partecipare al suo funerale,perchè per raggiungere Tarčmun bisognava percorrere un lungo tratto attraverso il sentiero.Era il lontano 1954 e non tutti i paesi avevano le strade!

4 apr 2024

vignetta di Altan

 

ALTAN

Figlio dell'antropologo friulano Carlo Tullio-Altan, comincia gli studi all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia[2], ma non li porta a termine, dedicandosi invece al cinema e alla televisione, nel ruolo di scenografo e sceneggiatore.[3][4] Nel 1970 si trasferisce a Rio de Janeiro[2] dove crea il suo primo fumetto per bambini pubblicato da un quotidiano locale. Nel 1974 inizia a collaborare come fumettista per alcuni giornali italiani:[5] sul mensile Linus esordisce il personaggio di Trino, un dio impreparato che si affanna nella creazione del mondo, e quello di Ada nel 1978.

Nel 1975, in coincidenza con il suo ritorno in Italia, crea la cagnolina Pimpa[2], uno dei suoi personaggi più riusciti e famosi, pubblicato inizialmente sul Corriere dei Piccoli[6], e che diverrà anche protagonista di alcune serie a cartoni animati (nel 1983 con la regia di Osvaldo Cavandoli e nel 1997 con la regia del napoletano Enzo D'Alò[2][7]) trasmesse non solo in Italia dalla Rai, ma anche in altri paesi europei, e vincitrici del premio "Cartoons on the Bay"[8]. Altan stesso ha poi diretto una terza serie che la Rai ha trasmesso nel marzo 2013 su Rai YoYo.[9] Oltre alla Pimpa ha realizzato altri personaggi per bambini come Kika e Kamillo Kromo. Quest'ultimo, pubblicato da Fonit Cetra, vinse vari premi ed ebbe dedicato un cortometraggio animato sempre con regia di Enzo D'Alò e con musiche di Beppe Crovella.

Altan ha creato anche storie a fumetti per un pubblico adulto come le storie dell'operaio metalmeccanico comunista Cipputi e celebri biografie in chiave satirica di personaggi famosi come Cristoforo ColomboGiacomo Casanova e Francesco d'Assisi.[10] Inoltre ha realizzato le vignette di alcuni libri scritti da Gianni Rodari.[11]

Decennale è la sua collaborazione con riviste come LinusL'EspressoPanorama e ultimamente con il quotidiano La Repubblica per il quale disegna vignette di satira politica.[12] In genere, nelle vignette satiriche di Altan vengono raffigurate persone comuni, mentre quasi mai si trovano personaggi politici,[senza fonte] tranne alcuni come Giovanni SpadoliniBettino Craxi e un uomo che ricorda Silvio Berlusconi ritratto con in mano una banana oppure più spesso nell'atto di puntare un ombrello contro il sedere di un uomo, gesto quest'ultimo ripreso più volte dal vignettista veneto. da wikipedia

23 giu 2023

Tommaso Cerno

 


Tommaso Cerno (Udine, 28 gennaio 1975) è un giornalista e politico italiano, direttore de L'Espresso dal 29 luglio 2016 al 25 ottobre 2017 e direttore dal 26 settembre 2022 del quotidiano L'Identità.

È stato senatore della Repubblica dal 2018 al 2022, eletto con il Partito Democratico.

Biografia

Nato a Udine, ma vive a Roma; è originario di una famiglia slovena delle Valli del Torre[1] e lontano parente di Guglielmo Cerno[2], noto operatore culturale della Slavia Friulana.

È stato dirigente nazionale dell'Arcigay e fra i promotori del Gay Pride di Venezia.[3][4]

Nel 1995 si candidò senza successo alle elezioni comunali di Udine con Alleanza Nazionale al fine di intitolare il teatro della città a Pier Paolo Pasolini.[5] Diventa assistente del vicesindaco di Udine Andrea Montich, del PDS; successivamente lavora, durante il governo Amato II, come addetto stampa del sottosegretario di stato Mauro Fabris.[6]

Attività giornalistica

Giornalista professionista dal settembre 2004[7]. Lavora al Messaggero Veneto - Giornale del Friuli fino al 2009.[senza fonte] Quell'anno passa al settimanale l'Espresso, fino al 2014, dove diventa vice caporedattore dell'area "Attualità".[senza fonte]

Ha svolto inchieste su diritti civili e discriminazioni in Italia[senza fonte], sui movimenti No Tav[senza fonte] e quella sulla vulnerabilità dell'aeroporto di Fiumicino[8]. Da opinionista è ospite di trasmissioni tv sulle reti RaiMediasetLA7 e Sky.[senza fonte] Nell'ottobre 2014 torna, come direttore, al Messaggero Veneto.[9] Conduce nel 2015 il programma D-Day - I giorni decisivi su Rai 3, un approfondimento in quattro puntate sulla seconda guerra mondiale.[10]

Nel luglio 2016 viene annunciata la sua nomina a direttore del settimanale l'Espresso[11], dove subentra a Luigi Vicinanza il 29 luglio 2016. Il 25 ottobre 2017 diventa condirettore del quotidiano la Repubblica, sempre del GEDI Gruppo Editoriale, venendo sostituito da Marco Damilano all'Espresso.[12] Tre mesi più tardi si mette in aspettativa dal quotidiano, da cui poi si dimette, per candidarsi alle elezioni del marzo 2018.[13]

A settembre 2022 diventa direttore del quotidiano L'Identità.[14]

Saggista e scrittore

Con Antonello Caporale, allora giornalista de la Repubblica, aveva collaborato al saggio Impuniti. Storia di un sistema incapace, sprecone e felice (Baldini Castoldi Dalai editore2007). Ha pubblicato il romanzo Affa Taffa (Mimesis, 2010), che è stato tradotto nel 2014 anche in lingua friulana assieme al friulanista Paolo Cerno e il saggio L'ingorgo (Ribis, 2008), dedicato alla storia dell'autonomia della sua regione, dalla fondazione all'elezione dell'ex presidente Riccardo Illy. Ha collaborato all'instant-book dell'eurodeputata del Partito Democratico Debora SerracchianiIl coraggio che manca (Bur2009).

Ha pubblicato Inferno - La Commedia del potere (Rizzoli, 2013), una riscrittura dell'Inferno di Dante in terzine di endecasillabi, come quello dantesco, ma con protagonisti i personaggi politici e non della Seconda Repubblica e il saggio A noi! - Cosa ci resta del fascismo nell'epoca di Berlusconi, Grillo e Renzi (Rizzoli, 2015).[15]

Attività politica

Il 26 gennaio 2018 annuncia su Twitter la sua candidatura al Senato alle imminenti elezioni politiche per il Partito Democratico.[16] Il 4 marzo 2018 si aggiudica il seggio[17] nel collegio uninominale di Milano-Centro col 41,25% dei voti. Il suo collegio è stato l'unico conquistato dal centro-sinistra in Lombardia per quanto riguarda il Senato.

A dicembre del 2018, presenta con Gianni Pittella il disegno di legge dal titolo "Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell'eutanasia", che obbliga il medico e i sanitari a praticare l'eutanasia in presenza di una generica manifestazione di volontà da parte del paziente, rendendo inapplicabili nei loro confronti le relative disposizioni del codice penale. Non è menzionato il diritto all'obiezione di coscienza. L'obbligo della forma scritta con autenticazione di firma da parte dell'ufficiale di anagrafe, "a pena di inammissibilità", sussiste solamente nel caso di "sopravvenuta incapacità", di "intendere e volere o manifestare la propria volontà".[18] Il trattamento di eutanasia è subordinato al rispetto di 7 requisiti, che vengono autodichiarati dal medico e dal dirigente sanitario della struttura che lo eseguono: la norma non qualifica tale atto scritto come certificazione o autocertificazione sostitutiva di atto notorio, ma parla più generalmente di attestazione e conferma.

Il 18 febbraio 2020 viene inizialmente annunciata la sua adesione alla nuova formazione renziana di Italia Viva,[19] ma successivamente cambia idea e il 26 febbraio 2020 passa direttamente dal gruppo parlamentare del Partito Democratico al Gruppo misto del Senato.[20]

Nel 2021, dopo aver annunciato il suo voto a favore della fiducia al governo Conte II, rientra nel PD[21]. Nel corso dell'anno si distingue per alcune prese di posizione contro il disegno di legge per combattere l'omotransfobia, presentato dal collega di partito Alessandro Zan, astenendosi sul non passaggio agli articoli (la cosiddetta tagliola) richiesta da Lega e Fratelli d'Italia atto a interrompere l'iter di approvazione della legge, nonostante fosse l'unico gay dichiarato tra i senatori del centro-sinistra[22].

Vita privata

Nel dicembre 2022 si unisce civilmente con Stefano Balloch, politico di Fratelli d’Italia ed ex sindaco di Cividale del Friuli[23].

11 feb 2023

ONDINA PETEANI


 Ondina Peteani (Trieste26 aprile 1925 – Trieste3 gennaio 2003) è stata un'operaia e partigiana italiana, nota in quanto è considerata la prima staffetta a servire i combattenti della lotta di liberazione.

Ondina Peteani, considerata la “prima” staffetta partigiana. In rete vi sono alcune risorse molto dettagliate che segnalo.

Suo figlio Giovanni racconta che poco prima di morire Ondina pesava 40 chili, per un metro e settanta di altezza: più o meno come a vent’anni, quando riuscì a scappare dal campo di concentramento di Ravensbrück, durante uno spostamento di prigionieri in marcia. Non era la prima volta che scappava: prima di arrivare in Germania l’aveva fatta franca ben due volte. La sua storia sarebbe già molto avventurosa così, a questo punto. Ma Ondina non ha mai permesso all’incubo n.81627 (il suo codice ad Auschwitz), di ostacolare i suoi progetti, la sua idea brillante della vita. Dopo la guerra sceglie di fare l’ostetrica. Insieme al suo compagno Gian Luigi Brusadin, giornalista dell’«Unità» organizza la prima agenzia degli Editori Riuniti, un posto vivace, dove ci si incontra e si parla di politica. Più tardi fonda il circolo giovanile comunista Ho Chi Min che poi confluirà nella rinata (grazie a lei) Associazione dei Pionieri d’Italia – erede di quella legata al «Pioniere», testata per ragazzi sensibile ai temi internazionali diretta da Dina Rinaldi dal ’50 al ’62, e anche per un periodo da Gianni Rodari.
Poi Ondina inventa le colonie estive laiche per bambini, che porta in vacanza in Istria, ma anche in visita alla DDR. E dopo il terremoto del Friuli (1976) organizza una tendopoli a Maiano – alcuni dicono la prima del dopo terremoto. E infine da “pantera grigia” con l’impegno nel sindacato pensionati SPI CGIL è ancora lei a invocare senza giri di parole che solo un patto fra le generazioni può evitare isolamento e ingiustizia. Antonio De Vescovi la ricorda ironizzare così in occasione di pubbliche discussioni sull’Olocausto: «Ah, poveri noi che abbiamo tanto soffritto!». È Anna Di Gianantonio, la sua biografa, a raccogliere questo ricordo, in un bel testo riportato nelle risorse citate e nel libro che le ha dedicato; lì si racconta anche del clima in cui Ondina e la sua generazione si muovevano; e di come una ragazza di 16 anni potesse tradurre la sua voglia di libertà con una forza di azione e una indipendenza di pensiero così smaglianti; e anche per quali luoghi e per quali incontri.

31 ott 2022

Oggi è il giorno della Riforma in Slovenia

 



Il Giorno della Riforma commemora il movimento religioso, politico e culturale del XVI secolo, grazie al quale gli sloveni hanno ricevuto il primo libro nella loro lingua madre e il primo libro stampato in Slovenia - Catechismo di Pimož Trubar.

Oggi è l' anniversario della Riforma, le cui origini risalgono appunto al 1517, quando il monaco agostiniano Martin Lutero affisse sulla porta della chiesa di Wittenberg le sue 95 tesi, con le quali criticava l’organizzazione ecclesiastica di quel tempo. Il movimento della Riforma si diffuse rapidamente, raggiungendo anche la Slovenia, dove ebbe un impatto significativo sulla coscienza popolare. In questo periodo furono pubblicati i primi due libri stampati in lingua slovena, mentre la figura chiave della Riforma in Slovenia fu Primož Trubar. La Controriforma sradicò quasi completamente il protestantesimo. Oggi in Slovenia vivono circa 20.000 evangelici, la maggior parte nella regione Prekmurje. La comunità delle chiese protestanti d’Europa ha inserito, tra le oltre cinquanta città europee importanti per il movimento protestante, anche tre località slovene - LubianaRašica e Puconci

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Puconci  località di nascita di Primož Trubar

Primož Trubar (1508-1586), autore del primo libro stampato in lingua slovena.
Nato a Raščica, minuscolo villaggio della Carniola inferiore, nel 1508, fu dapprima sacerdote cattolico e, in seguito, pastore luterano in Germania. Si avvicinò al luteranesimo alla scuola del vescovo di Trieste, Pietro Bonomo, e divenne il più attivo animatore della riforma protestante in terra slovena.
Nel 1550, pubblicò il primo libro stampato in lingua slovena, Katekizem (Catechismo), cui seguì Abecedarium (Abecedario, sempre del 1550).
Considerato il padre della letteratura slovena, Trubar fu autore di più di venticinque libri in lingua slovena, i più importanti dei quali furono le traduzioni in sloveno del Nuovo Testamento (1555-1577) e dei Salmi (1566)
Portret Primoža Trubarja, Saša Šantel.
Primož Trubar in un disegno di Saša Šantel (Gorizia 1883 - Lubiana 1945)
Spomenik pred rubijskim gradom.
Monumento all'entrata del castello di Rubbia dove Trubar predicò ai fedeli.

27 set 2022

Il testamento di Ivan Trinko

 "Popolo mio amato! Per te ho vissuto, per te mi sono preoccupato, per te ha battuto il mio cuore.Con te ho spartito i giorni belli e quelli tristi, il tuo destino è stato il mio destino (...). 

Popolo mio! Come hai fatto finora, anche in futuro ama la tua terra e conserva la fede dei tuoi padri, affinchè un giorno ci ritroviamo tutti nella patria eterna".


"Ljudstvo moje drago! Tebi sem živel,tebe so spremljale moje skrbi in zate je tuklo moje srce.S teboj sem delil lepe in bridke dneve in tvoja usoda je bila moja usoda (...).
Ljudstvo moje! Kakor do zdaj tudi v bodoče ljubi svojo zemljo in ohrani vero svojih očetov,da se nekoč vsi znajdemo v večni domovini".

Mons. Ivan Trinko detto il padre della Benečija

1 set 2022

Gorbaciov in Friuli

Gorbaciov nel 1995 fece visita all'Electrolux (Zanussi) anticipando il dominio delle multinazionali

Un rimprovero che fece storia davanti ai manager svedesi. Poi la notte a Villa Ottoboni e l’aneddoto sulla grappa.Mio marito che lavorava alla Zanussi ebbe l'onore di stringergli la mano.

.Nel marzo '95 fu ospite a Gorizia, presso l'Ente Fiera, in una conferenza organizzata dall'Anolf (Associazione oltre le Frontiere) sul tema: la difficile transizione. Europa dell'Est, tra speranze e conflitti. Intervennero anche Sergio D'Antoni e Fulvio Molinari, all'epoca inviato speciale del Tg1 Rai. La delegazione russa comprese, oltre che Gorbaciov e consorte, anche Vadim Zagladin e Anatoli Cernaiev, consiglieri e diretti collaboratori dello statista russo.
Abbiamo perso un grande uomo di pace amato in tutto il mondo,uomo di pace che ha ricevuto il premio nobel per la pace.verranno fatti i funerali di stato e riposera' accanto alla moglie raissa.Che la terra gli sia lieve!!!


27 lug 2022

VOJMIR TEDOLDI GUERINO

Vojmir Tedoldi

Giornalista


Padenghe del Garda-Brescia
27.07.1919 – 24.04.1984

Aveva origini da parte di madre nel Comune di Taipana. Da lei imparò la lingua sloveno e la consapevolezza della propria identità slovena. Durante la seconda guerra mondiale fu sergente a Lubiana con l’esercito italiano. Lì conobbe la maestra slovena Jožica Miklavčič con la quale si sposò a Cornappo, al termine della guerra. Dopo l’8 settembre si unì ai partigiani jugoslavi.

Dopo la guerra fu incaricato per la distribuzione delle tessere annonarie, prima nel Comune di Taipana, poi a Pravisdomini. Allora cominciò a scrivere per il Primorski Dnevnik e fu tra i fondatori del periodico Matajur (notiziario degli Sloveni della Provincia di Udine, oggi Novi Matajur) di cui fu redattore insieme alla moglie per 23 anni.

Fu autodidatta e la moglie lo aiutò ella redazione degli articoli in sloveno. Il primo numero del Matajur uscì il 3 ottobre del 1950 e fu pubblicato fino a dicembre del 1973.

Nel 1949 fu eletto nel direttivo del Fronte Democrativo degli Sloveni della Slavia Friulana.

Tedoldi ebbe un’impresa import-export nel campo del materiale grafico e in quel periodo collaboro con il giornale Delo di Lubiana. Si occupò anche di stampa di opuscoli turistici per la Slovenia e la Iugoslavia.


20 giu 2022

Blanchini don Eugenio

 

BLANCHINI EUGENIO (1863 - 1921)

ECCLESIASTICO

Immagine del soggetto

Don Eugenio Blanchini (in alto) con i ragazzi del suo ricreatorio festivo, 1902, particolare (Udine, chiesa di S. Giorgio maggiore, Archivio parrocchiale).

https://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/blanchini-eugenio/

Eugenio Blanchin (il cognome fu poi italianizzato in Blanchini) nacque il 7 marzo 1863 a Biacis di Lasiz, nelle Valli del Natisone, da Giovanni e Maria Rosa Podrecca. Di famiglia profondamente religiosa, entrò in seminario nel 1874 e nel 1886 fu ordinato sacerdote. Già mentre praticava gli studi teologici venne in contatto con Giovanni Dal Negro. B. fu assegnato a diverse parrocchie delle Valli del Natisone dove rimase solo brevi periodi, poi nel 1887 chiese di essere mandato cappellano a Santa Maria La Longa per motivi di salute. Dal 1890 al 1899 fu vicedirettore dell’orfanotrofio Tomadini di Udine. Durante questo periodo entrò in contatto con l’Opera dei congressi e con Giuseppe Toniolo, con cui instaurò un rapporto duraturo, caratterizzato da un rispetto quasi da alunno verso il “professore”. B., che si occupava della diffusione in Friuli della «Rivista internazionale di scienze sociali e di discipline ausiliarie», fondata nel 1893 come organo dell’Unione cattolica per gli studi sociali, fu invitato da Toniolo a presentare una relazione al II congresso cattolico italiano che si tenne a Padova il 26-28 agosto 1896. In tale relazione B. parlò dei problemi dell’agricoltura friulana sulla base dei risultati dell’inchiesta agraria e di rapporti richiesti dai vari luoghi della provincia, evidenziando gli effetti negativi del forte frazionamento fondiario. Assimilando il concetto di Toniolo che il capitale sia subordinato al lavoro, sostenne che il capitale doveva tornare alla terra e che il mondo ecclesiastico doveva impegnarsi nel sociale, tema che divenne una costante del suo pensiero, preoccupato che tali problematiche potessero essere gestite soltanto dai socialisti e dagli «atei». A Padova fu presentato anche il metodo di Stanislao Solari (diffusione della coltivazione di legumi per arricchire il terreno di azoto e una rotazione razionale delle colture), che raccolse consensi unanimi e che fece parlare di una neofisiocrazia cattolica. ... LEGGI

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