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IVAN TRINKO padre della Benecia

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8 apr 2023

Deposizione - Ciconicco - Via Crucis 2023

450 piante per rilanciare il castagno

 



La Comunità di montagna del Natisone e Torre negli scorsi giorni con il membro del comitato esecutivo Antonio Comugnaro, in presenza dei tecnici dell’ ERSA Fvg e del consigliere regionale Giuseppe Sibau, ha effettuato la consegna delle prime 450 piante di castagno di varietà autoctone locali a 25 agricoltori che si impegneranno a custodirle e coltivarle. Si tratta della fase finale di un lungo lavoro finalizzato alla salvaguardia delle varietà di castagno locali e che rappresentano una biodiversità di valore non indifferente.https://www.dom.it/450-sadik-da-bi-oziveli-kostanj_450-piante-per-rilanciare-il-castagno/

Dopo avere effettuato l’analisi genetica e definito con precisione le singole varietà, sono state realizzate potature di risanamento e ringiovanimento di piante secolari già presenti sul territorio. Da queste piante sono state prelevate le marze necessarie per innestare giovani piante e quindi garantire la continuità varietale del patrimonio castanicolo locale. Agli agricoltori è stato consegnato anche il manuale tecnico per la corretta gestione delle piante.

Lo sviluppo e comportamento delle piante verrà monitorato dai tecnici dell’Ersa che effettueranno valutazioni agronomiche per giungere alla realizzazione anche di impianti di castagno specializzati. Questo intervento ha anche una valenza paesaggistica, culturale e storica del territorio.

L’obiettivo del progetto è anche l’aumento della produzione di castagne di varietà locali che in questi ultimi anni aveva subito una notevole contrazione.

Oltre alla produzione di castagne fresche, l’Ersa e l’Università di Torino stanno continuando la ricerca anche sulla qualità della farina di castagne. Gli ultimi dati confermano che la farina di castagne delle varietà locali «Purčinka» e «Objak» ha eccellenti qualità organolettiche.

Il progetto è finanziato con i fondi dell’art. 21 della legge di tutela della minoranza linguistica slovena del Friuli Venezia Giulia, finalizzati ad azioni di sviluppo sociale, culturale ed economico per il territorio della provincia di Udine dove è insediata la minoranza slovena.

FVG VIA CRUCIS


 Il Venerdì Santo di Pasqua si svolge tradizionalmente la Via Crucis a Ciconicco. Venerdì 07 Aprile 2023 viene organizzata la 45a edizione della Rappresentazione del Venerdì Di Pasqua a Ciconicco di Fagagna (UD).

La Rappresentazione di Ciconicco nacque come itinerante, presso le tradizionali stazioni della Passione, ma da anni è svolta in collina su uno scenario delimitato e non è itinerante; vi sono posti a sedere per il pubblico.

Dove si tiene la Rappresentazione? Sulle colline del paese di Ciconicco, antistanti il Campo Sportivo. Una volta giunti in paese, comunque, si troveranno indicazioni utili a raggiungere il luogo

Eventuali comunicazioni saranno pubblicate qua e sulla pagina facebook "Ungrupdiamis Ciconicco".

Informazioni:
www.ciconicco.it
www.facebook.com/ungrupdiamis.ciconicco

https://www.eventiesagre.it/Pasqua_Venerdi+Santo/402_La+Via+Crucis+di+Ciconicco.html


7 apr 2023

La Pasqua in Slovenia: 4 insolite usanze pasquali che vi stupiranno


 In Slovenia tradizionalmente la Pasqua era la festività più sentita e più attesa di tutto l’anno. I preparativi per la festa iniziavano già il mercoledì della settimana santa e in alcune regioni si protraevano addirittura fino al martedì dopo Pasquetta.

Tutte queste giornate erano intrise di riti, antichi gesti e usanze che si tramandavano di generazione in generazione e che non sempre avevano una radice cristiana, anzi. Molte di queste tradizioni, infatti, derivano direttamente da antichissimi riti pagani legati al culto della primavera e del risveglio della natura.

Vi portiamo a scoprire 4 usanze pasquali slovene, molte delle quali vive ancora oggi, che stupiscono per il loro carattere insolito e a volte bizzarro.

“Spaventare Dio”

Un’usanza che può sembrare davvero strana, a partire dal nome, è quella chiamata “Boga strašiti“, letteralmente “Spaventare Dio“. In cosa consiste? A partire da mercoledì santo (ma in alcune regioni solo il sabato santo) e per tutti i giorni successivi, i ragazzi accatastavano davanti alle chiese vecchi oggetti di legno.

Alla fine della messa si mettevano tutti quanti insieme a spaccare gli oggetti ammucchiati con un bastone, cercando di fare più rumore possibile. I pezzi di legno che rimanevano dopo tale distruzione venivano usati dal sacerdote per accendere il fuoco sacro che viene benedetto il sabato santo.

continua...https://www.slovely.eu/2021/04/02/pasqua-in-slovenia-4-insolite-usanze/#comments

Cosa resta della Pasqua di un tempo a Lusevera - Bardo




Guglielmo Cerno, presidente del Centro ricerche culturali, racconta usi e costumi di una volta

Oggi ci sono le uova di cioccolata con la sorpresa per i bambini, e quelle grandi e decorate da regalare ai grandi. C’è la colomba con ogni tipo di ripieno ed è “nato” perfino l’“albero di Pasqua”, abbellito da figure di pulcini, rondini e rami di pesco.
Ma un tempo, in Alta Val Torre, questo importante periodo dell’anno era segnato da altri usi e costumi, da altre pietanze e rituali. Ce li racconta Guglielmo Cerno, presidente del Centro ricerche culturali di Lusevera, un appassionato e instancabile ricercatore che quei tempi andati, che ha vissuto sulla sua pelle da ragazzino, un po’ li rimpiange: «Erano anni in cui la comunità era viva, solidale – dice –. La valle era popolata, tantissimi i giovani e bambini. Poi sono arrivati i tempi più bui, dell’emigrazione in massa, di intere famiglie, di tante donne a seguito dei loro mariti».
Ma come si aspettava e come si viveva la Pasqua fino agli anni Sessanta del secolo scorso? Prima che i paesi dell’Alta Val Torre si spopolassero e prima dell’avvento della modernità?
«Prima di tutto le donna pulivano da cima a fondo l’intera casa ed esponevano alle finestre i panni, dalle lenzuola a tutto quello che avevano, perché “prendesse aria”, per dare un senso di pulizia, per dare ossigeno agli ambienti domestici dopo il periodo freddo, chiuso e buio dell’inverno », ricorda Cerno.
«Lucidavano a fondo anche i secchi che usavano per andare a prendere l’acqua nelle fontane, che diventavano veramente brillanti. Non c’erano i rubinetti in casa. Tutto si rinnovava. E poi c’era la preparazione del “piatto” tipico pasquale: lo chiamavano il “pane che profuma”. Veniva fatto con quel che le donne avevano messo via nell’inverno e che avevano recuperato anche fuori dalla valle. Era delizioso e tutti noi non vedevamo l’ora di poterlo mangiare. Ma non si poteva farlo subito. C’erano regole ben precise, per quella pagnotta squisita, e i grandi stavano bene attenti che noi ragazzi le rispettassimo».
Il pane, cui alcune donne aggiungevano anche delle patate, veniva cotto nei forni a legna. E ai tempi c’erano solo due famiglie, in valle, a possederlo. Così, a turno, ogni famiglia andava a cuocerlo da loro, e poi lo teneva da parte fino alla celebrazione della messa. «Il pane, infatti, andava prima portato in chiesa e benedetto dal sacerdote. Solo dopo poteva essere consumato. Nessuno sgarrava. E nessuno dimenticava di inciderci sopra una croce».
Quella delizia veniva mangiata da sola, o con un po’ di salame per chi aveva più possibilità “economiche” e a volte veniva accompagnata con del brodo: «Un brodo fatto con qualche pezzo di maiale messo via durante l’inverno. Prima di Pasqua non si toccava nulla, neanche il lardo. Solo dopo».
E, ancora, il “pane che profuma” veniva portato su un colle dell’Alta Val Torre dai ragazzi che festeggiavano insieme il Lunedì dell’Angelo: «Era una festa meravigliosa, in cui ci sentivamo felici, rigenerati. Mangiavamo come merenda non solo il pane profumato ma anche le uova, perché tutte le famiglie, oltre alle mucca e al maiale, avevano tante galline. Le uova si lessavano e diventavano dure, come si fa oggi; a volte anche si coloravano, con le erbe o anche con le matite». La tradizione dell’uovo solo a Pasquetta è forse l’unica rimasta ancora oggi, di quei tempi.
Guglielmo Cerno ricorda come nel Venerdì Santo fosse proibito a tutti di lavorare, perché in quel giorno era morto Gesù. L’unica attività permessa, ma in maniera molto limitata, era rassettare casa.
«La Pasqua era una festività che faceva un po’ da spartiacque, per l’agricoltura: prima si piantavano solo le patate, perché altrimenti, a metterle in terra più tardi, avrebbero fatto il germoglio. Per il resto si arava, e si arava tutto a mano. Quello che con sudore e sacrificio si otteneva dalla campagna, veniva usato per mettere in tavola e sfamarsi, e come merce di baratto. Perché non c’erano soldi. Anche il prete veniva ringraziato, ogni giorno, con un litro di latte, a turno, da parte di ogni famiglia. Veniva a prenderlo di mattina presto, la sorella, la madre o una persona che lo seguiva nelle sue necessità. Due giorni all’anno, poi, tutto quello che la latteria produceva veniva dato al sacerdote: forme di formaggio, burro e il resto. Nel periodo della Pasqua non si facevano offerte al parroco ma subito dopo sì, quando passava a benedire le case».
Nel giorno del Venerdì Santo era proibito suonare le campane e la chiesa, nei suoi interni, veniva completamente coperta con dei drappi color viola, il colore della Passione.
«Tutte le immagini in chiesa venivano coperte e non solo quelle: anche tutte le croci, che un tempo erano molto numerose. Solo un crocifisso, quello più grande, veniva esposto, per l’Adorazione – spiega Cerno –. A turno, poi, ogni famiglia pregava per un’ora ai piedi di questo simbolo sacro. C’erano tutti e i nonni erano quelli che più insistevano perché i più piccoli fossero presenti. Poi, sempre il Venerdì Santo, si faceva un falò, fuori dalla chiesa. Da quel grande fuoco che ardeva si accendevano delle fiaccole e si formava un corteo. Era la processione, che girava attorno alla chiesa e attorno al cimitero». Anche oggi si prega, nel Venerdì Santo, ma s’è persa la memoria, e l’uso, della pira e delle fiaccole, sostituite dall’accensione di candele e ceri devozionali.

P. T.
dal dom del 31 marzo 2007

pillole di calma


 PRENDI NOTA DELLE TUE PREOCCUPAZIONI

E' meraviglioso vedere con quanta velocità molte preoccupazioni si dissolvano quando le metti per iscritTo e poi valuti la probabilità che si avverino.

Crasulas a Enemonç di #STEFANOMORANDINI #RAGANELLE #CARNIA

Era il 2007 e Giorgio Ferigo mi aveva parlato dei crasoladôrs di Enemonç, dei ragazzi dai dieci ai quindici anni che nei tre giorni un cui le campane non posso suonare, percorrono il loro paese con le raganelle/crasulas e batecui girando furiosamente la manovella per produrre il rumore degli inferi e con quello segnare i tempi religiosi. Rappresentavano l'ultimo lascito delle antiche organizzazioni segrete maschili un tempo diffuse in tutta Europa. Quello che doveva essere solo un contributo visuale e della. scrittura poi è diventato un libro/DVD e il documentario ha poi preso due premi al Festival del Cinema friulano.

RIAPERTURA CENTRO VISITE DI PRATO DI RESIA

 


RIAPERTURA CENTRO VISITE DI PRATO DI RESIA

Con l'arrivo della primavera riapre il centro visite presso la sede del Parco a Prato di Resia 🐾🌺
Aperto ogni fine settimana (venerdì, sabato e domenica) dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00.
Chiuso a Pasqua, aperto a Pasquetta
Vi aspettiamo!
Maggiori info sul Centro Visite del Parco su https://www.parcoprealpigiulie.it/.../centro-visite-di-resia

6 apr 2023

Madonna di Trevignano romano

 Mi indigno ogni volta che in TV ne parlano.E' chiaro che sia una gran montatura per fare bisnes.Anche un sacerdote che spesso è presente lo dichiara.Da questo si capisce che la gente ha un gran bisogno di soprannaturale.Siamo nel 2023 e ancora tante persone ci credono.Sono non credente. 

PASQUA

 


Il richiamo di Pasqua


GUIDO GOZZANO

PASQUA

A festoni la grigia parietaria
come una bimba gracile s'affaccia
ai muri della casa centenaria.

Il ciel di pioggia è tutto una minaccia
sul bosco triste, ché lo intrica il rovo
spietatamente, con tenaci braccia.

Quand'ecco dai pollai sereno e nuovo
il richiamo di Pasqua empie la terra
con l'antica pia favola dell'ovo.


(da Le dolci rime, in Opere, Volume V, Treves, 1937)

fonte https://cantosirene.blogspot.com/

5 apr 2023

Rinsaldare i legami tra generazioni

 

Da bi okrepili medgeneracijske vezi
Rinsaldare i legami tra generazioni

Dopo le interruzioni dovute alla pandemia di nuovo coronavirus, a Ugovizza/Ukve fa ritorno l’incontro tra discendenti della famiglia Kanduth, da alcuni chiamato, alla tedesca, anche Kanduthtreffen. Sabato, 18 marzo, alle 10.30 nella chiesa di Ugovizza sarà festa, con una Messa celebrata in italiano, sloveno e tedesco da p. Jan Cvetek. Per l’occasione non potranno mancare i canti del Coro parrocchiale di Ugovizza/Ukve e nemmeno un momento conviviale.

I Kanduthtreffen sono iniziati già negli anni Sessanta del secolo scorso, per mantenere i legami tra i membri della famiglia Kanduth. Le opzioni del 1939, col conseguente spostamento di diversi nuclei famigliari dalla Valcanale verso l’odierna Carinzia, e gli spostamenti di confine successivi alla prima e alla seconda guerra mondiale avevano allentato i legami tra parenti, che rischiavano di andare perduti tra il passare del tempo e delle generazioni.

Un primo incontro è stato organizzato in Austria tra quanti avevano optato ed erano rimasti in Carinzia, ma già quello successivo è stato organizzato in Italia, per agevolare anche la partecipazione dei Kanduth rimasti in Valcanale. Da allora gli incontri si svolgono ogni quattro anni, a rotazione in Austria e in Italia, per agevolare tutti.

Anche grazie al lavoro di trasposizione su internet degli antichi registri parrocchiali di battesimo e decesso a Ugovizza effettuato da Alessandro Delussu, in vista dell’incontro tra Kanduth di quest’anno è stato possibile delineare la genealogia discendente da Johann Kanduth, possidente di Ugovizza nel 1849.

L’occasione ha dato spunto per ricercare diverse fotografie e ricordare i nomi di volti in bianco e nero che altrimenti avrebbero rischiato di essere dimenticati. (Luciano Lister)

Po nekajletnem odmoru zaradi pandemije novega koronavirusa, organizirajo spet v Ukvah medgeneracijsko srečanje članov rodbine Kanduth. V soboto, 18. marca, ob 10.30 bo v cerkvi v Ukvah Maša, ki jo bo v italijanščini, slovenščini in nemščini daroval p. Jan Cvetek. Ob tej priliki bo seveda sodeloval Cerkveni pevski zbor Ukve, nato bo veselica. Srečanja med člani družine Kanduth so se začela v šestdesetih letih prejšnjega stoletja in so nekako bila od vsega začetka čezmejnega značaja. Po opciji leta 1939, preselitvi raznih družin iz Kanalske doline na današnjo avstrijsko Koroško in določitvah nove meje po prvi in drugi svetovni vojni so člani družine tvegali, da bi se postopoma sorodstvene vezi ošibele v kolesju časa in iz roda v rod.  Prvo srečanje so v Avstriji organizirali med Kanduthovimi, ki so optirali in ostali na Koroškem, a že naslednje so organizirali v Italiji, da bi olajšali udeležbo družinskih članov, ki so ostali na svoji zemlji.

Od takrat se srečanja odvijajo vsako četrto leto, izmenično v Avstrji in Italiji. Srečanja med drugim zaznamuje dejstvo, da so nekako večjezična, saj se člani sporazumevajo ali v italijanščini, ali v nemščini, ali v ukovškem slovenskem narečju.

Tudi preko starih ukovških krstnih in mrliških knjig, ki so s pomočjo Alessandra Delussuja dostopni po spletu, so pred letošnjim srečanjem zbrali podatke in orisali rodoslovno drevo Johanna Kandutha, ukovškega veleposestnika, ki se je rodil leta 1849.

https://www.dom.it/da-bi-okrepili-medgeneracijske-vezi_rinsaldare-i-legami-tra-generazioni/

INTERVENTO

 


Fra 15 giorni sarò sotto ai ferri ahimè:protesi totale al ginocchio.Sono molto preoccupata e spaventata Ho programmato un post per il 17 aprile.

3 apr 2023

Festa della patrie del Friuli

 



Per la Fieste de Patrie dal Friûl, us proponìn un viaç dentri di chest percors bibliografic:
_
Per la Festa della Patria del Friuli, vi proponiamo un viaggio nel seguente percorso biliografico:
https://www.filologicafriulana.it/.../festa-della-patria.../

Finalmente artefici del nostro destino?

 



Eppur si muove! Tre parole significative di un percorso di rivincita attribuite a Galileo Galilei, dopo che ebbe subìto anni di torture, affinché riconoscesse come errore il moto di rivoluzione della terra. Si muove, al di là delle inveterate credenze. L’umanità doveva ammettere che il pianeta Terra non era proprio al centro dell’universo.

Lo so, è un paragone forzato, ma mi è venuto in mente dopo aver seguito con interesse la recente evoluzione positiva delle prospettive che si affacciano sul nostro piccolo pianeta beneciano: la Slavia, la Benecìa. Dopo un secolo e mezzo di patimenti di un mondo etnico e culturale – il nostro sloveno – predestinato allo sfacelo, in parte avvenuto, finalmente qualcosa pare muoversi verso un possibile futuro, per un progettato riscatto, per nuove serie di promesse non più a vuoto ma di possibile di attuazione.

Nasce un’iniziativa dall’interno, pare ci sia un clima nuovo, una speranza primaverile di un migliore futuro possibile su questa fascia confinaria già negletta, trascurata, lasciata a se stessa a languire da una matrigna irresponsabile, come un figlio rachitico e deforme.

Ci sono stati da sempre studi, riunioni, indirizzi, progetti, promesse, verifiche, fiumi di parole, mentre la realtà mostrava il lento esaurirsi di speranze di giorno in giorno deluse in un’area per due volte teatro di guerre sanguinose e violente e poi di guerra fredda con la Cortina di ferro a dividere di qua e separare di là, una pressione snazionalizzatrice da parte delle istituzioni e una parziale tutela riconosciuta solo a cavallo del millennio.

Il quadro della situazione odierna è apparso abbastanza chiaro e deludente nella relazione del prof. Igor Jelen al «Dan emigranta » del 6 gennaio scorso. Sfacelo demografico, svuotamento senza freni delle forze vitali della comunità, abbandono del territorio alla rivincita della Natura di quello che era stato lo sforzo umano per estorcere al terreno tutto quanto poteva dare. Ma c’è un possibile riscatto, una possibilità di sopravvivere e crescere.

Potrebbe anche essere valida la speranza, ma essa senza sforzo e senza coraggio si trasforma in ulteriore delusione. È stato più volte ribadito, confermato anche da voci autorevoli, come quella del ministro della Slovenia Matej Arčon e della senatrice Tatiana Rojc, che c’è in atto una seria volontà di prendersi a cuore le sorti della Benecìa.

La Slovenia promette aiuti. Significativo l’incontro augurale per il nuovo anno tra le autorità slovene del Posočje, dell’alto Isontino, e i sindaci delle nostre comunità valligiane. «Siamo una comunità unica, senza confine», è stato detto nella riunione a Kobarid. È una specie di proclama che indicherebbe la seria volontà di abbatterlo realmente il confine maledetto con programmi concreti di interventi mirati per poter espandere anche sul versante della Benecìa quello sviluppo, quella crescita, quella prospettiva che sono fioriti sull’altro che ci affianca.

Anche le istituzioni italiane pare siano divenute più aperte, più responsabili e collaborative ad iniziare dalla Regione FVG. Ilterritorio del Posočje si pone da esempio dei modi e dei metodi perattirare su di sé l’attenzione e l’interesse del settore turistico ed il nostro territorio, da diversi punti di vista, potrebbe non valere di meno se mettesse in atto adeguate strategie di marketing e uno sforzo di azione globale, non frammentata e contraddittoria tra le diverse strutture amministrative locali. Appare a tutti chiaro che ormai, conl’affermazione del valore paesaggistico, culturale, sociale, anche sanitario dell’ambiente valligiano, il settore economico privilegiato su cui esso può contare per una possibile rinascita è quello turistico.Tanti potrebbero essere i progetti più o meno condivisi, ma quello su cui vale la pena prendere atto e posizione è quello elaborato per conto dell’Inštitut za slovensko kulturo / Istituto per la cultura slovena di Špietar / S. Pietro al Natisone dall’agenzia «Sontius», nel concreto da Janko Humar e Gorazd Skrt.

Come leggiamo sul Dom del 14 febbraio, «Il progetto “Benecia 2023-2028” è stato redatto dopo un’attenta analisi delle potenzialità e della situazione di partenza. I risultati ottenuti in passato dai due progettisti, autentici luminari dello sviluppo sostenibile, danno la garanzia che il piano sia realizzabile e i risultati siano alla portata. Alla presentazione del 30 gennaio a S. Pietro al Natisone si è colto, poi, un clima favorevole tra gli amministratori locali e gli operatori turistici».

Promoturismo FVG, investimenti promessi dalla Repubblica di Slovenia, fondi per lo sviluppo della Benecìa, Resia e Valcanale previsti dalla legge di tutela potrebbero, in effetti «smuovere» il vecchio immobilismo colposo, invertire il circolo vizioso del disinteresse e far partire il volano del rinnovamento. Non sarà facile attuare le «Quattro direttrici fondamentali per far funzionare il Piano», esposti in sintesi nel Dom, ma se l’iniziativa dovesse fallire, disperdendosi in sterili diatribe pseudopolitiche e deleteri campanilismi, questo sarebbe il colpo di grazia, la condanna definitiva per una comunità già svuotata dalle sue originarie forze vitali.

Venga, quindi, uno scatto di orgoglio identitario nella riscoperta delle nostre radici culturali e linguistiche, perché se non siamo consapevoli noi valligiani dei nostri valori cosa potremmo proporre a coloro che dovremmo attrarre in funzione della nostra rinascita?

I primi a valorizzare ciò che siamo, ciò che abbiamo, ciò che vogliamo possiamo essere solo noi. Collaborazione, coraggio e coerenza tra promesse, intenti ed azioni concrete. Insieme.

Riccardo Ruttar

MATTINO TRA I MONTI

 

FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA

Manieri creati per incanto


FËDOR TJUTČEV

MATTINO TRA I MONTI

Dalla bufera della notte
lavato, ride il cielo azzurro,
serpeggia rugiadosa tra le cime
la valle come un nastro rilucente.

Solo degli alti monti fino al mezzo
le nebbie coprono il pendio:
come le aeree rovine
di manieri creati per incanto.

1830

(da Poesie, Adelphi, 2011 - Traduzione di Tommaso Landolfi)

.

Le atmosfere eteree sono care a Fëdor Tjutčev: il poeta russo  si inchina ancora una volta davanti alla natura, unico elemento con cui l'anima si può sentire in sintonia. E si eleva, salendo con lo sguardo oltre le nebbie che ricoprono il pendio, oltre il sentiero che sale serpeggiante, fino a raggiungere la purezza assoluta del cielo, limpido e terso dopo la tormenta della notte.

.


  LA FRASE DEL GIORNO  

Che il respiro del vento / faccia ondeggiare l'erba, / che di lontano un flauto canti, / che luminose e placide le nubi / fluttuino sopra di me!
FËDOR TJUTČEV, Poesie

.



Fëdor Ivanovič Tjutčev (Ovstug, 5 dicembre 1803 - Carskoe Selo, 27 luglio 1873), poeta e scrittore russo. Fu diplomatico per 22 anni, anche a Torino, e a Monaco, dove conobbe Heine e Schelling. Non si curò dei propri versi, che furono scoperti dai simbolisti russi a inizio Novecento.

2 apr 2023

DOMENICA DELLE PALME

 

Giotto ingresso a Gerusalemme

Nel cristianesimo, la Domenica delle Palme è la domenica che precede la Pasqua. In questo giorno si ricorda il trionfale Ingresso a Gerusalemme di Gesù, in sella a un asino e osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma (Gv 12,12-15); la folla, radunata dalle voci dell'arrivo di Gesù, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi intorno, e agitandoli festosamente gli rendevano onore.

La ricorrenza è osservata da cattoliciortodossi e alcune Chiese protestanti. Nell'attuale calendario liturgico del rito romano essa è detta anche domenica De Passione Domini (della passione del Signore). Prima della riforma liturgica, invece, era detta domenica di passione la domenica precedente le Palme, per cui quest'ultima era detta anche "seconda domenica di passione".

PROVERBIO

 


Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi
“Come che và la tiarce zornade di avrîl a larà i quarante dîs di seguit”. Ovvero quale sia il tempo la terza giornata di aprile continuerà per i prossimi quarante giorni”.

buona domenica delle Palme


 

Web sul blog: Le bufale fasciste

Web sul blog: Le bufale fasciste: Negli ultimi tempi il fascismo ha rialzato la testa, sui social network e non solo, girano tante bufale e cose inventate sul ventennio fa...

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