San Marc
di Angelo Floramo
Superata la metà di Aprile i villaggi delle comunità rurali friulane si preparavano – e lo fanno tutt’ora! - a celebrare in maniera solenne la festa di San Marco, segnata sul calendario al 25 del mese. Non si tratta certamente di un tributo al vessillo imposto dalla Repubblica di Venezia, dopo la conquista della Patria del Friuli, risalente al 1420.
Ma del Santo taumaturgo in persona che in terra patriarcale venne fatto oggetto di un culto improntato alla più grande devozione. Marco infatti godette di una particolare venerazione fra le genti contadine friulane, che lo considerarono il primo evangelizzatore di queste nostre terre poste a settentrione dell’alto seno adriatico. Secondo la tradizione sarebbe giunto nei nostri paraggi via mare, da Alessandria d’Egitto, attorno all’anno 47, sbarcando nei pressi di Latisana dopo aver risalito per un certo tratto la foce del fiume Tagliamento.
E’ qui che avrebbe conosciuto Ermacora, suggellando con lui un rapporto di filiazione spirituale in virtù del quale lo avrebbe più tardi consacrato primo vescovo dell’agro aquileiese, donandogli una copia del suo Vangelo, quello scritto di suo pugno, destinata a diventare reliquia venerata per secoli dalle genti di tutta Europa nelle aule del monastero di San Giovanni in Tuba, presso le bocche del Timavo. Oggi quel manoscritto è conservato nelle biblioteche di Cividale, Praga e Venezia dopo essere stato smembrato in tre distinte parti. Il pastorale che Ermacora ricevette direttamente dalle mani di questo potentissimo santo guaritore richiamerebbe, secondo le credenze popolari, la falce montante e decrescente della luna. Un bastone prodigioso dunque, capace di disegnare in aria quei reticoli magici in grado di individuare, nel cielo stellato, le costellazioni, i movimenti delle sfere celesti, la musica ad esse sottese e quindi una sintesi stupefacente di tutte le conoscenze utili nel mondo antico ad orientarsi nel canto delle stagioni. Potremmo quasi dire che sotto il pastorale di Ermacora si squadernava un calendario astronomico capace di indicare i tempi della semina e del raccolto, i ritmi della morte e della rinascita. Un santo legato profondamente al mondo contadino e pastorale. A lui si deve l’invenzione della ricotta, il cui segreto venne concesso a un pastore della Carnia che gli aveva offerto ospitalità malgrado la povertà che lo affliggeva. E insieme poterono godere di una cena a base di quella bianca schiuma golosa, impreziosita da qualche stilla di miele.
da fb
Olga very interesting story. I didn't know her.
RispondiEliminaMy friend I salute you!!!
P.S
My dad's name is Marek :)
Olga, probabilmente sei già in ospedale oggi. Ti stai operando al ginocchio.
RispondiEliminaTi auguro buona salute e un veloce ritorno a casa.
Buona giornata. Buone impressioni.
RispondiEliminaBelle queste tradizioni che vengono mantenute...
RispondiEliminaUn santo buongustaio direi. Un salutone a te.
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