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Questo blog parla delle minoranze linguistiche del Friuli:SLOVENA,FRIULANA eTEDESCA,articoli dei giornali della minoranza slovena,degli usi,costumi,eventi e tanto altro.Buona lettura.OLga

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6 gen 2021

CURIOSITA':L'Epifania come festività civile






LO SAPEVATE?

Non in tutti i paesi con una maggioranza della popolazione di religione cristiana, il 6 gennaio è riconosciuto 

come festività anche agli effetti civili. Oltre che in Italia (salvo che nel periodo 1978-1985) lo è

 in Austria

Croazia,

 Finlandia,

 alcuni Länder della Germania,

 in Grecia,

 in Slovacchia,

 in Spagna,

 in Svezia,

 in alcuni cantoni della Svizzera,

 nella Repubblica Dominicana

in Polonia 

 nel territorio americano di Porto Rico,

nel Regno Unito è festa religiosa 

 in InghilterraGalles e Irlanda del Nord  anche civile, ma non di vacanza dal lavoro nonostante sia inglobata 

nel Tempo di Natale e nella chiusura delle scuole.

d wikipedia

Epifania di Davide Maria Turoldo

 


Eran partiti da terre lontane:

in carovane di quanti e da dove?
Sempre difficile il punto d’avvio,
contare il numero è sempre impossibile.

Lasciano case e beni e certezze,
gente mai sazia dei loro possessi,
gente più grande, delusa, inquieta:
dalla Scrittura chiamati sapienti!

Le notti che hanno vegliato da soli,
scrutando il corso del tempo insondabile,
seguendo astri, fissando gli abissi
fino a bruciarsi gli occhi del cuore!

Naufraghi sempre in questo infinito,
eppure sempre a tentare, a chiedere,
dietro la stella che appare e dispare,
lungo un cammino che è sempre imprevisto.

Magi, voi siete i santi più nostri,
i pellegrini del cielo, gli eletti,
l’anima eterna dell’uomo che cerca,
cui solo Iddio è luce e mistero.

fonte web

LA PINZA

 


La pinza (in lingua veneta pinsa) è un tipico dolce del Veneto, del Friuli e di alcune vallate del Trentino.La ricetta varia da località a località, ma se ne possono delineare le caratteristiche generali. Gli ingredienti sono semplici, tipici della tradizione contadina, comunque oggi molto più ricchi che in passato: vengono impastati insieme farina bianca, farina gialla, lievito, zucchero e uova, con l'aggiunta di canditi, fichi secchi, uva passa e semi di finocchio. Viene abbinato a del vino rosso, in particolare fragolino o vin brulé.(vino cotto)

Il dolce (che può raggiungere il metro di diametro) è solitamente consumato durante le feste natalizie, specialmente in occasione dei falò di inizio anno (le pìroe-paroe o panaìnipanevìnipignarûlvèciecasere) e magari cotto tramite gli stessi

testp e foto da wikipedia .

Epifania a Gemona e Cividale si conferma la tradizione


Mercoledì 6 gennaio si svolgeranno le messe del Tallero e dello Spadone, ma a causa della 'zona rossa' saranno accessibili soltanto ai residenti

Epifania a Gemona e Cividale si conferma la tradizione

Nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia in corso, le messe del Tallero, a Gemona, e dello Spadone, a Cividale, si terranno regolarmente, ma saranno accessibili soltanto ai residenti. Essendo stata decretata la 'zona rossa' anche per il giorno dell'Epifania, le cerimonie religiose si terranno regolarmente ma con pubblico contingentato, come accaduto per le messe di Natale.

 

A Gemona, la messa del tallero si terrà alle 10.30 di mercoledì 6, in Duomo, e sarà seguita, alle 19, dalla santa messa serale.

A Cividale, la Messa dello Spadone del 6 gennaio comincerà alle 10.30. Quest’anno, vista la situazione pandemica e l'essere in zona rossa non ci saranno posti riservati per il pubblico. 

Il particolare rito liturgico prevede che il Diacono saluti i fedeli impugnando con la mano destra la spada e con la sinistra l'Evangeliario (simboli del potere temporale e spirituale del Patriarca). Nel tempo, diversi storici hanno cercato di svelare il mistero che avvolge quest’antica cerimonia con diverse interpretazioni: la tesi più accreditata attribuisce alla cerimonia il doppio significato liturgico e politico, in quanto celebrata dal Patriarca all’atto del suo insediamento.

La Parrocchia comunica che tutti vi potranno partecipare liberamente fino al numero di persone consentito dalle norme. La cerimonia sarà trasmessa in diretta streaming dal sito www.duomocividale.it.
Quest’anno non verranno organizzate, invece, né la tanto seguita Rievocazione storica dell’entrata a Cividale di Marquardo von Randeck, né le tradizionali animazioni medievali nel centro città; annullata anche la Fogarissa di Grupignano.https://www.ilfriuli.it/articolo/cultura/epifania-a-gemona-e-cividale-si-conferma-la-tradizione/6/234160

La Befana e i Re Magi

Oggi 6 gennaio è il giorno dell'Epifania e della Befana


dal web

La Befana è una figura folcloristica legata alle feste di Natale.E' una vecchietta che vola a cavalcioni di una scopa per portare i regali ai bambini che metterà nelle calze appese sul camino.I bambini che si sono comportai bene riceveranno 
dolci,caramelle,frutta secca e giocattoli.Chi non ha fatto il bravo invece troverà le calze riempite di carbone.

L'origine fu forse connessa a un insieme di riti propiziatori pagani[4], risalenti al X-VI secolo a.C., in merito ai cicli stagionali legati all'agricoltura, ovvero relativi al raccolto dell'anno trascorso, ormai pronto per rinascere come anno nuovo, diffuso nell'Italia settentrionale, nell'Italia Centrale e meridionale, attraverso un antico Mitraismo e altri culti affini come quello celtico[5], legati all'inverno boreale.

Gli antichi Romani ereditarono tali riti, associandoli quindi al calendario romano, e celebrando, appunto, l'interregno temporale tra la fine dell'anno solare, fondamentalmente il solstizio invernale e la ricorrenza del Sol Invictus[6]. La dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura attraverso Madre Natura. I Romani credevano che in queste dodici notti (il cui numero avrebbe rappresentato sia i dodici mesi dell'innovativo calendario romano nel suo passaggio da prettamente lunare a lunisolare[7], ma probabilmente associati anche ad altri numeri e simboli mitologici[8]) delle figure femminili volassero sui campi coltivati, per propiziare la fertilità dei futuri raccolti[9], da cui il mito della figura "volante". Secondo alcuni, tale figura femminile fu dapprima identificata in Diana, la dea lunare non solo legata alla cacciagione, ma anche alla vegetazione, mentre secondo altri fu associata a una divinità minore chiamata Sàtia (dea della sazietà), oppure Abùndia (dea dell'abbondanza).
Un'altra ipotesi collegherebbe la Befana con un'antica festa romana, che si svolgeva sempre in inverno, in onore di Giano e Strenia (da cui deriva anche il termine "strenna") e durante la quale ci si scambiavano regali[10].

La Befana secondo interpretazioni largamente accettate in centro e nord Europa si richiamerebbe alla figura celtica di Perchta, assimilabile ad alcune figure come ad esempio Frigg in ScandinaviaHolda in nord Europa, Bertha in Gran BretagnaBerchta in Austria, Svizzera, Francia e Nord Italia; è una personificazione al femminile della natura invernale, viene rappresentata come una vecchia gobba con naso adunco, capelli bianchi spettinati e piedi abnormi, vestita di stracci e scarpe rotte, aleggiando sopra i campi e terreni di notte ne propizia la fertilità, e viene festeggiata nei 12 giorni che seguono il Natale, culminanti in coincidenza con l'epifania.

Già a partire dal IV secolo d.C., l'allora Chiesa di Roma cominciò a condannare tutti riti e le credenze pagane, definendole un frutto di influenze sataniche. Queste ... continua .https://it.wikipedia.org/wiki/Befana


La Befana fascista è stata una celebrazione benefica in favore dell'infanzia delle classi meno abbienti, istituita dal fascismo per il giorno dell'Epifania.

Il 6 gennaio in Italia è giorno festivo:chiusi negozi,uffici,scuole ecc.Inizialmente anche l'Epifania (il 6 gennaio) era stata soppressa, ma otto anni dopo venne ripristinata.

 "Sei una Befana" si dice a donna vecchia e brutta,



I tre re Magi erano degli astronomi che arrivarono dall'Oriente per adorare Gesù.Si chiamavano  Gaspare,Melchiorre e Baldassarre.Portarono in dono al neonato oro,incenso e mirra.

Cercando notizie su di loro ho scoperto che non erano re e nemmeno 3.Quindi tutto quello che ci hanno raccontato è una leggenda.



5 gen 2021

Don Michele Molaro: un Natale vissuto sobriamente è più autentico

 INTERVISTA con il sacerdote che dal 2017 guida le comunità

 di Drenchia, Liessa, San Leonardo, Tribil Superiore e Stregna

Luciano Lister

Ci vuole un po’ d’impegno a cercare di addentrarsi nel mistero del Natale, che resta sempre una delle feste più sentite a livello emotivo. Ne abbiamo parlato con don Michele Molaro, parroco a Drenchia/Dreka, Liessa/Liesa, San Leonardo/Svet Lienart, Tribil Superiore/ Gorenj Tarbij e Stregna/Sriednje.

Cosa significa per lei il Natale?

«Negli anni scorsi per molti il Natale è stato una festa da vivere con se stessi e i propri cari; il periodo della pandemia può far sì che molti degli affetti che di solito abbiamo vicino saranno più distanti. Natale è un mistero che celebriamo e riviviamo ogni anno e che spesso perdiamo di vista nel suo significato profondo. A me piace ricordare che il Natale ci rivela qualcosa di sovraumano, il mistero di Dio che diventa umanità, che ci dimostra che ci è stato vicino, assumendo le nostre sembianze. Questo osando le nostre condizioni precarie del nascere come uomo e dell’essere riconosciuto o anche non riconosciuto da parte dell’umanità. Si tratta di una dimensione che per noi diventa anche nuova e di un mistero legato anche alla missione che il figlio di Dio è venuto a compiere – quella di arrivare a compiere tutto attraverso il mistero della sua donazione piena nel momento della passione e della morte. Forse quest’anno il tempo particolare che stiamo vivendo ci farà vivere il Natale in modo più intenso nel suo significato e con meno distrazioni. Il tempo di pandemia ci obbliga, forse, ad addentrarci di più in noi stessi e a dare risalto alle cose che contano».

Con quale spirito dobbiamo vivere il Natale quest'anno?

«È ancora incerto se il modo di festeggiare il Natale o di viverlo nei rapporti familiari più stretti sarà limitato. Qualcuno si lascia scappare che forse sarà veramente Natale, come abbiamo vissuto la Pasqua quest’anno, in modo dimensionato. Eppure io, personalmente, l’ho vissuta con molta profondità – forse perché, trovandomi da solo a celebrare o a ricordare le mie comunità a distanza, per me è stata più reale. Non perché eravamo presi da impegni e ritualità,

ma perché c’è stata la possibilità di sentirci più vicini nonostante le distanze. Sembra un gioco di parole, ma si tratta di vivere questa ricorrenza andando alle cose essenziali. Probabilmente il Natale porta anche una solidarietà, una vicinanza, un ricordo, una preghiera; magari fa sentire le persone che lo vivono in modo ulteriormente più sobrio ancora più sofferto».

Quali sono i ricordi dei suoi anni da bambino e ragazzo?

«Nel contesto della mia famiglia, semplice e contadina, sicuramente non è mai stato vissuto con grandi feste, però ricordo i momenti attesi a livello di comunità in parrocchia, dove ero impegnato. I primi anni come chierichetto, poi come aiutante del sacrestano e del parroco, ci divertivamo ad allestire le scene del presepio e organizzare le celebrazioni con quel tono di solennità. Nella mia esperienza di prete di seminario, magari, l’ho vissuto anche in modo più partecipe, riflettendo sul suo significato più profondo. Alcuni giorni prima di recarci a casa per le vacanze, poi, organizzavamo ritrovi tra le famiglie dei seminaristi».

E dalle parrocchie in cui ha prestato servizio negli anni?

«Soprattutto nei primi anni dovevo aiutare gruppi e ragazzi a prepararsi al Natale, a viverlo e convolgerli nelle situazioni – dal canto all’animazione. Si trattava di coinvolgerli per trasmettere loro il significato del Natale non solo come messaggio e annuncio, ma anche come celebrazione. Nelle prime comunità che ho seguito da parroco i miei ricordi sono legati alle tante celebrazioni che si dovevano seguire. La mia esperienza è sempre stata in comunità piccole, magari dislocate sulla montagna; gli impegni erano anche calzanti e spesso non davano il tempo di riuscire a trasmettere fino in fondo il significato del Natale. Specie a persone che magari incontravo in queste poche occasioni, magari in quell’unica occasione dell’anno che poteva essere la festività del Natale. Sono, però, sempre state esperienze che ricordo e porto nel cuore, perché ogni piccola comunità allestiva e preparava le proprie particolarità,con cui si contraddistingueva. Anche attualmente colgo i particolari modi di viverlo e prepararlo con le tradizioni nelle diverse realtà in cui mi trovo a operare ».

Qual è l'augurio che rivolge ai sui parrocchiani?

«Di sorprenderci sempre di un messaggio che non è mai ripetitivo. Di metterci in ascolto di quelle poche espressioni che il Natale ci propone nella liturgia, ovvero gli stringati racconti del Vangelo, molto sintetici, ma molto significativi. Che quell’augurio che nasce dalla grotta di Betlemme – Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore – possa diventare veramente un dono, un regalo, di cui stupirci sempre e rispetto a cui non sentirci mai abbastanza pronti ed esperti. Se questo ci sorprendesse, ogni attimo in cui ci accostiamo a questo messaggio diventerebbe come una nuova notizia» E quale augurio ai compaesani della sua terra d'origine?

«Di sentirli presenti e vivi nonostante io non sarò presente – non mi recherò neanche dai miei familiari, parenti o conoscenti per scambiarci questo augurio. Magari ce lo scambieremo via e-mail o telefonino. L’augurio è, comunque, di provare a cogliere sempre la novità del Natale e di viverlo, anche se in maniera più sobria, forse più efficace e autentica».

dal Dom del 20/12/2020

4 gen 2021

Il Covid ferma anche il Pignarul di Tarcento


Mercoledì 6 gennaio i fuochi epifanici non illumineranno Tarcento-la Perla del Friuli

Il Covid ferma anche il Pignarul di Tarcento04 gennaio 2021

Il Covid spegne anche una delle tradizioni più sentite dell'Epifania, il Pignarûl Grant, la pira più importante del Friuli, che viene accesa tradizionalmente il 6 gennaio sul colle di Coja, a Tarcento. L'appuntamento ogni anno richiama migliaia di persone per ascoltare il vaticinio del Vecchio Venerando, alias Giordano Marsiglio, che, a seconda della direzione delle fiamme, formula la sua previsione su quello che accadrà nell'anno appena iniziato.

Gli organizzatori speravano di poter allestire il falò epifanico senza pubblico, ma il Comando della Polizia Locale della Perla del Friuli oggi ha fatto sapere che la manifestazione è stata cancellata, dal momento che il 6 gennaio saranno in vigore le misure della zona rossa. Tutte da valutare le ipotesi di recuperare in una data successiva il Pignarûl: al momento, a quanto riferisce la Municipale, non sono state presentate le domande necessarie per l'autorizzazione, dunque non ci sarebbero i tempi tecnici per un eventuale rinvio.

https://www.ilfriuli.it/articolo/tendenze/il-covid-ferma-anche-il-pignarul-di-tarcento/13/234163

Ciro di Pers di Maiano

 

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Castello_Pers.JPG
castello di famiglia

Ciro di Pers (Pers17 aprile 1599 – San Daniele1663) è stato un poeta italiano.

Nacque in una nobile famiglia, che possedeva il castello avito di Pers in Friuli. In età giovanile condusse studi filosofici; una bruciante delusione amorosa, dovuta al fatto che non riuscì a sposare la cugina Taddea di Colloredo lo indusse ad entrare nell’Ordine di Malta.

Partecipò a una spedizione militare contro i Turchi. Rientrato in Italia, trascorse il resto della sua vita a San Daniele del Friuli, dove si circondò a volte di amici letterati, fino a quando lo colse la morte.

Opere

Seguace del marinismo. Fu autore di una tragedia, intitolata L’umiltà esaltata overo Ester regina (1664), e di una raccolta di Poesie che, uscita postuma nel 1666, ebbe dodici edizioni nell’arco di venticinque anni. Essa rappresenta una delle manifestazioni più significative della poesia del secolo, per la profondità e la coerenza con cui l’autore seppe affrontare i temi più legati alla sensibilità barocca. I suoi componimenti trattano temi cupi, denotando una visione pessimistica della vita.

https://www.wikiwand.com/it/Ciro_di_Pers

LE CHIOME NERE

Chiome etiòpe, che da’ raggi ardenti
de’ duo Soli vicini il fosco avete,
voi di mia vita i neri stami sète,
onde mi fila Cloto ore dolenti.

O del foco d’amor carboni spenti,
ma che spenti non meno i cori ardete;
pietre di Batto, che mostrar solete
falsi d’ogni altro crin gli ori lucenti;

o di celeste notte ombre divine;
in duo emisperi è il ciel d’Amor diviso,
e voi del giorno suo sète il confine.

Venga chi veder vuole entro un bel viso,
con una bianca fronte e un nero crine,
dipinto a chiaroscuro il paradiso.

fonte https://it.wikisource.org/wiki/Poesie_(Ciro_di_Pers)/I

La Slavia veneta o benečija: immagini e parole


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