La casa medioevale è nota come la “casa più vecchia di Cividale del Friuli” (Udine)
Ho tagliato il grande melo
davanti alla finestra.
Mi bloccava la vista, questo era un motivo,
anche d'estate la stanza era buia,
e poi al mercato della frutta non volevano
più le sue mele.
Ho pensato a cosa avrebbe detto mio padre,
gli piaceva quel melo.
Ma l'ho tagliato.
Tutto è diventato più luminoso,
posso vedere tutto il fiordo
e seguire meglio ciò che accade
in tutte le direzioni,
la casa ora è più visibile,
è meglio esposta.
Non voglio ammetterlo,
ma mi manca il melo.
Non è più come prima.
Ci proteggeva dal vento
e ci dava buona ombra,
il sole filtrava tra i rami fino al tavolo,
e la notte mi sdraiavo
ad ascoltare il fruscio del fogliame.
E le mele,
non esistono mele migliori in primavera,
hanno un sapore così aromatico .
Mi fa male ogni volta che vedo il ceppo,
quando sarà marcito lo scaverò dal terreno
e lo taglierò per farne legna da ardere.
(da Chiedi al vento, 1971)
da https://cantosirene.blogspot.com/2024/09/il-grande-melo.html
La chiesa di Canebola è intitolata a San Giovanni Battista, ma la comunità si riunisce soprattutto in quest’occasione. Per la Messa solenne, celebrata da don Vittorino Ghenda, la chiesa del paese si è riempita. La celebrazione è stata arricchita dai canti liturgici tradizionali sloveni del Barski oktet di Lusevera/Bardo, giunto in paese per rendere l’occasione ancora più speciale. A prestare aiuto e sostegno nel reperimento del coro, su interessamento di Rino Petrigh del circolo paesano Lipa, è stata l’Associazione/Združenje don Eugenio Blanchini di Cividale.
Tra molti canebolani la presenza di un coro che esegue canti liturgici sloveni risveglia il ricordo di un tempo non molto lontano, quando in paese c’erano diverse centinaia di abitanti e la cantoria era attiva a pieno ritmo. Oggigiorno Canebola conta una settantina di abitanti. I cantori sono di meno, ma il canto liturgico bilingue, in parte in italiano e in parte in sloveno, resta sempre coltivato e vivo.
Dopo la Messa la festa è proseguita sotto i tendoni allestiti all’ombra del tiglio del paese, con l’offerta gastronomica curata dai volontari ai chioschi e con la processione e il rosario del pomeriggio, che ha visto la presenza del parroco, don Federico Saracino. In processione per il paese, come già da qualche anno, è stata portata una statua della Madonna più piccola. Il motivo è quello che ricorre, in momenti analoghi della vita religiosa, in molti paesi della Slavia e non solo. La statua tradizionale è conservata nella chiesa del paese ed è troppo antica e grande per essere trasportata.
Il bel tempo ha permesso ai canebolani di festeggiare come si deve, anche con lo svolgimento della lotteria, utile a raccogliere soldi per la vita della parrocchia.
Sempre nella zona di Canebola, domenica, 15 settembre, alle 12.00 è stata festa grande a Clap/Podrata, nella ricorrenza della Beata Vergine Maria Addolorata. (Luciano Lister)
dal Dom
Le acque dei fiumi Marzeno e Lamone sono tracimate a monte di Faenza, ma massima allerta è presente anche a Ravenna.
Decine di frane e smottamenti, inoltre, si sono verificati nel Bolognese. Svariati gli interventi dei pompieri anche per alberi caduti ed edifici allagati.
Proprio in supporto del popolo emiliano e romagnolo, in seguito alla richiesta di supporto e all’allerta meteo prevista fino a venerdì sera, una colonna mobile della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia è partita ieri sera alle 21 dalla sede di Palmanova, diretta verso le zone colpite dalle violente precipitazioni.
La mobilitazione, decretata dall’assessore Riccardo Riccardi in accordo con il governatore Fedriga, ha visto l’invio di squadre specializzate nel soccorso in acqua e nel pompaggio.
“Rispondiamo a una richiesta di supporto con lo spirito di solidarietà e le competenze che contraddistinguono”, ha affermato l’assessore regionale alla Protezione civile Riccardo Riccardi.https://www.ilfriuli.it/cronaca/maltempo-emilia-romagna-protezione-civile-fvg/
Oltre 600 autrici e autori e più di 300 eventi in cinque giorni, 43 sedi di incontro fra Pordenone, i centri della sua provincia e l’intera regione, con tappe a Trieste, Udine, Lignano. Come si spiega nella presentazione della nuova edizione, nei suoi 25 anni pordenonelegge, “festa del libro”, diventa anche “festa della libertà”, per “sfogliare” i temi del presente e leggere i cambiamenti del mondo, testimoniando il valore primario della lettura e della scrittura, della conoscenza come chiave per interpretare consapevolmente il presente.
pordenonelegge 2024 – in programma dal 18 al 22 settembre – apre “sull’uscio della storia” con l’incontro che, mercoledì 18 settembre, vedrà protagonista il Cardinale Gianfranco Ravasi sul tema “In principio”: creazione ed ecologia. E il festival resta sulla soglia del nostro tempo, raccontandola in presa diretta con le voci internazionali della narrativa e della riflessione: il filosofo francese Bernard-Henri Lévy in anteprima italiana presenterà al festival il nuovo saggio su Israele, e ci sarà lo scrittore Eshkol Nevo, con Legami (Gramma), intorno alle “ferite” legate al tragico 7 ottobre.
continua https://www.illibraio.it/news/editoria/festival-pordenonelegge-2024-1457545/
Alla 25esima edizione del festival friulano l’autrice iraniana Azar Nafisi che riceve il Premio Crédit Agricole “La storia in un romanzo” 2024, l’ucraina Oksana Zabužko e la giornalista e autrice Sasha Vasilyuk, nativa della Crimea sovietica, sui temi del conflitto che sconvolge l’Europa.
Ho avuto ancora problemi com l'account.Scusate amici