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La Bauli sceglie la Slovenia come location del suo spot pubblicitario


L'immagine può contenere: 2 persone, persone sedute, scarpe e spazio all'aperto

Uno dei più famosi produttori italiani di pandoro ha scelto come location per un suo spot pubblicitario un piccolo borgo medievale in Slovenia. 🎄Lo riconoscete? E’ questo 👉https://tinyurl.com/y2qspulk

Capitale Europea della Cultura 2025



Se il 2020 è stato un anno infausto per tutto il mondo, inclusa Nova Gorica che sta patendo non poco la crisi dovuta alla pandemia, finalmente arriva una splendida notizia: la candidatura congiunta di Nova Gorica con la vicina Gorizia a Capitale Europea della Cultura del 2025 è stata accettata! Una grandissima occasione che ci auguriamo entrambe le città sapranno sfruttare al meglio!

Quando l'annuncio è arrivato, un boato si è alzato in piazza della Transalpina, dove si erano radunati gli abitanti di Gorizia e Nova Gorica. Le due cittadine di confine, divise oltre 70anni fa, saranno infatti la Capitale Europea della Cultura 2025

Consigli di lettura

 


La Malaluna

di Maurizio Mattiuzza

Una famiglia friulana di lingua slovena stretta nelle maglie del confine orientale. Un padre soldato e una donna minuta, forte come mille uomini, che la Prima guerra mondiale strappa, assieme ai tre figli, dalla propria terra nel nome di un destino collettivo e familiare segnato dalla rotta di Caporetto e dall’ascesa di quel fascismo di confine che evoca misteri e vendette mai sopite.

Maurizio Mattiuzza, nel suo potente esordio narrativo, svela un’appassionante storia corale, ispirata a quella dei suoi avi, che intreccia le vite, gli amori, gli scontri e le morti di una battaglia per l’esistenza che comincia vicino a Udine nei primi anni del secolo scorso, continua nel Ventennio con l’accanimento etnico del Regime di confine e finisce a Gela nella notte dello sbarco alleato del ’43 dove è chiamato a combattere Giovanni Sbaiz, protagonista del libro.

Un’affascinante saga di «vinti» in lotta per i propri diritti, la storia di un frammento di popolo pronto a schierarsi o a mimetizzarsi nel male minore, ma mai ad arrendersi. Un libro emozionante sull’inutilità della guerra, sulla tragedia dei  profughi e sulla follia del fascismo.

“Gli eroi invisibili dell’Everest” di Dušan Jelinčič


Saliamo in alta quota con “Gli eroi invisibili dell’Everest” di Dušan Jelinčič (Bottega Errante, ottobre 2020) e scopriamo i libri più interessanti di quest’anno secondo la Libreria Moderna di Udine.

L’estratto

Katmandu, in quella mattinata di marzo, era più splendente che mai. Mark Curran inspirava a pieni polmoni l’odore d’incenso e di polvere, tentando di riconoscere ciò che rimaneva della Kathmandu che aveva conosciuto molti anni prima. Guardò l’orologio con lentezza, come se lì quel gesto potesse apparire inadeguato o superfluo. Tra due ore all’ambasciata americana lo attendevano il capo della spedizione Paul Lake e gli altri. Uno dei tanti ricevimenti che detestava, fatti solo di noia e futili chiacchiere. Avrebbe voluto sfruttare al meglio il tempo che gli rimaneva, per riuscire a risvegliare le sensazioni che anni prima lo avevano guidato su quelle stesse vie. Kathmandu è cambiata, oppure a cambiare sono stato io? pensava. Entrambe le ipotesi verosimili, entrambe veritiere. Quindici anni fa qui tutto era più autentico, meno caotico e più puro, e nella mia anima era tutto più chiaro. Anche allora, quando conquistai l’ottomila Cho Oyu, alla guida della spedizione, c’era Paul. Il mio vecchio amico. Poi ci siamo persi di vista. Ora lui si limita a organizzare spedizioni alpinistiche a livello professionale. Con gli anni ha perso l’entusiasmo e il suo lavoro si è trasformato in routine.
(Dušan Jelinčič, Gli eroi invisibili dell’Everest)

L’Autore

Dušan Jelinčič, giornalista e alpinista, laureato in storia e lettere moderne è uno degli scrittori sloveni contemporanei più autorevoli e apprezzati. Come giornalista caposervizio della sede RAI di Trieste ha firmato importanti servizi per le testate nazionali, come alpinista ha scalato nel 1986, primo in Friuli Venezia Giulia, un Ottomila himalayano, il Broad Peak. Nel 1990 ha salito l’Everest e nel 2003 ha conquistato l’Ottomila Gasherbrum II. Con i suoi oltre venti libri, tra cui spiccano soprattutto romanzi e racconti, ma anche saggi e piece teatrali, ha creato una produzione letteraria vasta e variegata. Con il centenario Boris Pahor è lo scrittore sloveno più tradotto in italiano; Le notti stellate sono il titolo più premiato della letteratura slovena, il romanzo Dove va il vento quando non soffia è stato ripubblicato nell’estate del 2016 come allegato settimanale dei quotidiani “Corriere della Sera” e “La Gazzetta dello Sport”, mentre il suo ultimo libro Quella soffitta in Cittavecchia è un romanzo tutto triestino.
I libri di Jelinčič sono stati tradotti anche in tedesco, francese e serbo-croato.

da http://www.mountainblog.it/scheda-libro/gli-eroi-invisibili-delleverest/





Decreto di Natale: ecco le prime risposte su spostamenti, attività aperte e chiuse e incontri in casa

  


Il Governo ha deciso. Dopo giorni di tira e molla tra linea dura e linea morbida sulle aperture e chiusura per il periodo natalizio, il premier Giuseppe Conte ha firmato un nuovo Decreto Legge con tutte le regole in vigore dal 24 dicembre al 6 gennaio.


In questo periodo, in tutti i giorni festivi e prefestivi l'Italia sarà in zona rossa mentre nei restanti giorni tutte le regioni saranno arancioni. Per dieci giorni, il 24, 25, 26, 27 e 31 dicembre e 1,2,3, 5 e 6 gennaio ci sarà un lockdown totale con la chiusura totale di negozi, bar, ristoranti e attività ritenute non essenziali. Bar e ristoranti potranno effettuare le consegne a domicilio. Saranno aperti quindi supermercati, alimentari, farmacie, parafarmacie, librerie, edicole, fiorai, negozi di giocattoli e abbigliamento sportivo, tabacchi e ferramenta, lavanderie e negozi per animali, parrucchieri e barbieri. Non si potrà uscire di casa se non che per ragioni di lavoro, salute e necessità e comunque muniti di autocertificazione. Nei restanti quattro giorni del periodo natalizio, ossia 28, 29 e 30 dicembre e 4 gennaio, l'Italia sarà in zona arancione e dunque potranno riaprire i negozi ma non i bar e i ristoranti che potranno fare asporto e consegne a domicilio. Sarà vietato uscire dal proprio comune di residenza se non che per ragioni di lavoro, saluti e necessità e comunque solo muniti di autocertificazione.

Al DL sono state inserire alcune deroghe, già ribattezzate "antisolitudine":
- in particolare, fermo restando il divieto di spostamento tra le regioni, sarà consentito una volta al giorno, sia nelle giornate “rosse” che in quelle “arancioni”, lo spostamento al massimo di due persone non conviventi per visite in altre abitazioni private situate all'interno della propria regione. Nella deroga non sono conteggiati i minori al di sotto dei 14 anni, i cui spostamenti saranno quindi consentiti;
- nei giorni arancioni, a chi risiede nei comuni al di sotto di 5 mila abitanti sarà consentito, sempre nel limite delle due persone massimo, spostarsi verso altri comuni ma solo entro un raggio di 30 km ma non è consentito raggiungere i capoluoghi.

"Abbiamo messo in campo un decreto che coniuga le misure stringenti con alcune esigenze di socialità - ha detto Conte - volevamo inserire in questo decreto legge anche immediati ristori. Subito sono previsti 650 milioni di euro per bar e ristoranti, costretti alla chiusura, che riceveranno il 100%".

https://www.viverefriuliveneziagiulia.it/

Autore: Giulia Mancinelli

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported

Articolo tratto interamente da Vivere Italia 

Alla scoperta della Carnia e della Val Resia con Ilaria Tuti

Sabato 19 dicembre appuntamento con i Viaggi digitali d’autore, curati da Fondazione Pordenonelegge e PromoTurismoFvg

 


Sarà l’ultimo itinerario 2020 e, a ridosso delle festività natalizie, ci proietterà in luoghi magici, misteriosi e ricchi di storia come le montagne della Carnia e la Val Resia, in compagnia di una guida decisamente speciale, la scrittrice Ilaria Tuti. Appuntamento sabato 19 dicembre con “Friuli Venezia Giulia terra di scrittori. Alla scoperta dei luoghi che li hanno ispirati”, il format dei Viaggi digitali d’autore promosso da Fondazione Pordenonelegge insieme alla Regione e a PromoTurismoFvg.

Alle 10 si riparte, sabato mattina, su Facebook e Youtube di pordenonelegge e successivamente sui canali di PromoTurismoFvg, in direzione della Carnia di Ilaria Tuti: un accostamento inscindibile, perché, spiega l’autrice, "l’amore per la mia terra nutre tutte le mie storie. È ricerca delle origini e cura della memoria che passa anche attraverso la memoria collettiva delle comunità, e quindi del territorio. Una terra che parla la lingua della natura con suoi simboli arcani e arcaici: per questo foreste e montagne sono così importanti in tutti i miei libri. E nelle storie che racconto le ho attraversate tutte: dal tarvisiano con i Laghi di Fusine, l’Orrido dello Slizza, le miniere di Raibl, fino alla Val Resia, con la sua cultura antichissima che arriva da molto lontano, i balli e canti unici al mondo come il loro Carnevale".

Ilaria Tuti ci guiderà in particolare alla scoperta dei Sentieri delle portatrici carniche: "Consiglio di salire dal Timau verso il Pal Piccolo e il Pal Grande, fino al Freikofel, e quindi sino alle trincee che nella prima Guerra Mondiale videro all’opera queste donne straordinarie e gli eserciti che si combattevano. Suggerisco anche una visita al Museo della Grande Guerra di Timau dove sono custoditi reperti storici importantissimi, con una sala interamente dedicata alle Portatrici, culla della loro memoria. Per le mie storie - osserva Ilaria Tuti - sono importanti gli incontri che faccio e i racconti che le persone mi donano: è andata così anche per Ninfa dormiente, grazie all’incontro con una persona che è la memoria storica della Val Resia. Mentre mi raccontava alcuni aneddoti della sua vita, si stava già intessendo la storia che poi è finita nel mio romanzo".

Novità di questa nuova edizione che sottolinea l'attenzione degli organizzatori al tema dell'accessibilità: i viaggi digitali saranno realizzati anche in LIS (Lingua Italiana dei segni). “Friuli Venezia Giulia terra di scrittori. Alla scoperta dei luoghi che li hanno ispirati” proseguirà nel 2021 con quattro ulteriori viaggi digitali: sulle tracce di Carlo Sgorlon, Biagio Marin e Carlo Emilio Gadda, mentre lo scrittore Enrico Galiano ci guiderà alla scoperta della “sua” Pordenone. Itinerari che completano quelli già proposti nel 2020 e che si possono ritrovare sul canale Youtube di pordenonelegge e sul sito turismofvg.it

https://www.ilfriuli.it/articolo/viaggi/alla-scoperta-della-carnia-e-della-val-resia-con-ilaria-tuti/11/233267

Elleboro o rosa di Natale e le sue leggende

 

da wikipedia

Elleboro – Helleborus Niger – è una pianta perenne molto robusta appartenente alla famiglia delle ranuncolacee con foglie sempreverdi e alta non più di 40 cm. Le foglie sono coriacee e di un verde scuro viene comunemente chiamato : Rosa di Natale.

Il nome popolare dell’elleboro deriva dal fatto che i suoi fiori sbocciano durante il mese di dicembre.  Attorno alla rosa di Natale non poteva non fiorire una storia dalla tradizione cristiana.

Si narra che i Magi giunsero alla grotta di Betlemme guidati da una stella durante i primi giorni di Gennaio. Portando con loro regali preziosi . Nei dintorni, al loro arrivo, c’era una pastorella che vedendo con  quali preziosi regali avevano omaggiato il bambinello si iniziò a disperare perchè non aveva nulla da offrire. Fu così che dalle sue lacrime nacquero in terra fiori bianchi con antere dorate : erano nate le Rose di Natale.

Ma l’origine e le leggende che circolano intorno all’elleboro sono varie e raccolgono da diversi miti. Partiamo da un mito Greco. Melampo figura della mitologia greca era conosciuto e apprezzato per saper parlare con gli animali, ma soprattutto per essere un guaritore.  Un giorno guarì dalla follia il figlio del re di Tirinto mescolando delle foglie di Elleboro  a dell’acqua .

Sulla base di questi e altri miti la pianta di elleboro fu considerata per secoli in grado di curare le malattie mentali.

Nacque intorno alla pianta anche un proverbio “ Ha bisogno dell’Elleboro” per indicare una persona matta.

L’ elleboro  è una pianta VELENOSA a tutti gli effetti e in  tutte le sue parti. Contiene l’elleborina che ha proprietà narcotiche e veniva usata per calmare momenti di crisi da coloro che venivano ritenuti matti .

Un’altra storia legata  ci è raccontata da Pausania. Cirra era una città dell’antica Grecia posizionata in modo strategico sia politicamente sia economicamente.Per contrastare la sua potenza diverse Poleis vicine si coalizzarono creando un’alleanza militare dedicata alla protezione di Delfi.

Lo stratagemma con cui riuscirono a sconfiggere i cerresi vede protagonista l’elleboro. Contaminarono l’acqua che arrivava alla città gettandoci delle foglie di elleboro. 

Per liberarsi dei nemici un medico chiamato Nebro consigliò di gettare delle foglie di elleboro nelle acque di un  fiume vicino dove i nemici erano soliti bere . Grazie a questo stratagemma i Cirresi colti da malore lasciarono furono sconfitti.

Come non amare questa pianta che oltre ad essere bella nasconde dietro di sè tante bellissime storie, come d’altronde tutte le piante!

https://www.verdiecontenti.it/elleboro-miti-e-leggende/

LA NEVE

 

FOTOGRAFIA © WALLPAPERACCESS

Come pesa la neve


ATTILIO BERTOLUCCI

LA NEVE

Come pesa la neve su questi rami
come pesano gli anni sulle spalle che ami.
L’inverno è la stagione più cara,
nelle sue luci mi sei venuta incontro
da un sonno pomeridiano, un’amara
ciocca di capelli sugli occhi.
Gli anni della giovinezza sono anni lontani.

(da La capanna indiana, Garzanti, 1951)

.

La poesia di Attilio Bertolucci ripercorre “la paziente storia dei giorni” (At home, nella sezione Lettera da casa). Le stagioni vi ricoprono un ruolo fondamentale, segnano lo scorrere del tempo, il passare degli anni: e in questa poesia d’inverno c’è come una presa di coscienza di questo flusso inesorabile.

Attilio Bertolucci (San Prospero Parmense, 18 novembre 1911 – Roma, 14 giugno 2000), poeta italiano. Le sue opere poetiche sono il risultato di una felice contaminazione tra eredità ermetica e capacità di tradurre ogni astratta eleganza in un discorso poetico naturale.

https://cantosirene.blogspot.com/

Sperimentazione d'insegnamento plurilingue in seno all'Istituto omnicomprensivo di Tarvisio/Trbiž

immagine dal Dom

 Anche per il 2021 il consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia ha stanziato 80.000 euro dai fondi per la tutela della minoranza linguistica slovena, affinché la sperimentazione d'insegnamento plurilingue in seno all'Istituto omnicomprensivo di Tarvisio/Trbiž, possa proseguire. Anzitutto siamo felici per i nostri bambini. Abbiamo sostenuto il modello d'insegnamento plurilingue fin dalla sua nascita - perché dà vigore tanto alla conoscenza dello sloveno quanto alla convivenza tra i gruppi linguistici della Valcanale.

Di anno in anno l'insegnamento plurilingue viene esteso a nuove classi scolastiche, sviluppandosi. In vista dello stanziamento per il 2022 puntiamo, quindi, a un aumento delle risorse, perché 80.000 euro non basteranno. Senza insegnamento viene meno la lingua, senza lingua non c'è comunità linguistica. Confidiamo che tutta la comunità slovena si metterà una mano sul cuore.

Un'altra poesia di Sinisgalli


 Poesia di Leonardo Sinisgalli

Dicembre, a Porta nuova

Mi raccoglie nel suo gomito
inerte la fredda sera d'autunno.
Scorre deserta sulle foglie


e mi ridesta a ogni tonfo
dei castagni. Tutto il bene
che mi resta forse è in quest'ora
calma che si accerta
a questa svolta che si gonfia
d'acque perchè la ripa si fa stretta.
Poi rotta la dolcezza dell'indugio

ogni cosa decade con più fretta .
 e non mi duole l'alito d'ombra
che mi gela la fronte.
Sopra la spalletta curvo m'assale
 il vento dalla buca del ponte.

L'atmosfera tetra ed opprimente che grava sui primi a versi della lirica, si schiarisce e si allarga nella parte centrale, per dissolversi alla fine, in un alone d'ombra, presagio di morte, ma rasserenato dai ricordi. Il poeta si trova lungo l'argine di un fiume, in una fredda sera di tardo autunno e, accordando il suo stato d'animo con lo squallore della natura circostante, rispecchia, nel mutevole fluire delle acque, il corso della sua esistenza.

https://www.poesie.reportonline.it/poesie-di-leonardo-sinisgalli/poesia-di-leonardo-sinisgalli-dicembre-a-porta-nuova.html

Fiumi come specchi

 

Confondono le acque


IL LIVENZA A SACILE - FOTOGRAFIA © VISIT SACILE

LEONARDO SINISGALLI

FIUMI COME SPECCHI

I fiumi come gli specchi
sono intercomunicanti.
Agri Olona Verde Aniene
si mescolano al Livenza,
confondono le acque
della mia esistenza.

(da Mosche in bottiglia, Mondadori, 1975)

.

Leonardo Sinisgalli, tenendo certamente presente la celebre I fiumi di Ungaretti, accomuna tutte le fasi della sua esistenza enumerando i suoi fiumi: l’Agri della natia Lucania, l’Olona del suo lungo soggiorno milanese, il Garigliano dei tempi della scuola, citato con il suo nome antico, l’Aniene dei viaggi compiuti mentre lavorava con la Società del Linoleum, il Livenza delle vacanze estive a Lignano Pineta. Tutti i fiumi, tutte le epoche della vita, si mescolano a formare ciò he in quel momento è il poeta.

(da Mosche in bottiglia, Mondadori, 1975)

Leonardo Sinisgalli (Montemurro, 9 marzo 1908 – Roma, 31 gennaio 1981), poeta,  saggista e critico d'arte italiano. Noto come Il poeta ingegnere per il fatto che lavorò per Olivetti e Pirelli e per aver fatto convivere nelle sue opere cultura umanistica e cultura scientifica. Fondò e diresse la rivista “Civiltà delle macchine”.

da https://cantosirene.blogspot.com/2020/12/confondono-le-acque.html

Proposta di escursione

 


𝗘𝘀𝗰𝘂𝗿𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗴𝘂𝗶𝗱𝗮𝘁𝗮

Sabato 19 dicembre 2020 Sella Carnizza

Un’escursione pomeridiana con le #ciaspole nel cuore della Val Resia e del Parco naturale delle Prealpi Giulie. Da Lischiazze si sale dolcemente verso Sella Carnizza, ammirando i paesaggi dei Monti Musi e della cresta del Chila.Attraversando una splendida faggeta, abitata da orsi e cervi, raggiungeremo la Chiesetta di Sant’Anna di Carnizza meta della giornata. Rientro dopo il tramonto per godersi l’atmosfera notturna e la volta celeste!Guide: Leonardo Cerno e Mattia TomasinoQuota: € 15,00 (50% di sconto per ragazzi fino ai 17 anni), possibilità di noleggiare ciaspole, bastoncini e frontale per € 5,00.Prenotazione obbligatoria (max 20 posti) via Whatsapp 351 585 2752 oppure scrivendo a info@wildroutes.euRitrovo: ore 13.30 presso il parcheggio della Mostra del Resartico a Resiutta https://goo.gl/maps/vnBiMJuksQixE55v8Durata: 4-5 oreLunghezza: Circa 10kmDislivello: 600mDifficoltà: EAI Media (Escursione sulla neve adatta a tutti se abituati alla montagna).Equipaggiamento: Vestiti adatti alla stagione, non abbigliamento da sci!Scarponcini/scarponi medi o alti, snack/merenda al sacco

Per info e prenotazioni:WILD ROUTEShttps://www.wildroutes.eu/…/ciaspolata-in-val-resia…/E-mail: info@wildroutes.euWhatsApp: +39 351 585 2752+2



250 anni fa nasceva Ludwig van Beehethoven

 

Conosciuto come uno dei più grandi compositori della musica occidentale rimase aderente alle forme e modelli del mondo classico.Il suo stile variegato e complesso ebbe grande influenza sulla musica romantica.

BABBO NATALE

 

da wikipedia


Che brillino le stelle/che splendano fortemente/è in arrivo il Babbo Natale/

con la sua slitta.
Allestiamo l'abete/lo addobbiamo nuovamente/accendiamo le luci/quando passerà qui.
Porta i doni/ha un messaggio:/l'amore è il nostro/regalo più bello.

Feri Lainšček (Dolenci5 ottobre 1959) è uno scrittorepoeta e sceneggiatore sloveno.
Il suo nome di battesimo è Franc Lainšček ed è nato nel villaggio di Dolenci presso Šalovci nella Slovenia nord-orientale, che a quel tempo faceva parte della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Ha studiato giornalismo all'Università di Lubiana. Negli anni ottanta ha lavorato come speaker dell'emittente radiofonica statale Radio Ljubljana.Dagli anni novanta vive a Murska Sobota nella regione del Prekmurje, in cui è nato...

frase

 


CITAZIONE

 Non camminare dietro a me,potrei non condurti.Non camminarmi davanti,potrei non seguirti. Cammina soltanto accanto a me e sii mio amico.(Albert Camus)

Ricordi...

 

dal web

Quando ero bambina (65 anni fa) nel periodo natalizio i regali a casa mia li portava Santa Lucia.Io ero sempre arrabbiata, perchè essendo il 12 dicembre il mio compleanno i regali non erano mai doppi. Babbo Natale a casa nostra non arrivava.I regali consistevano in mandarini,frutta secca,indumenti,scarpe,qualche libro di favole russe che io adoravo.Giocattoli non li ricordo.Questo non perchè ci fosse miseria ,ma c'erano solo cose utili.

Il Natale profuma di mandarini

 


da wikipedia

Il Natale profuma di mandarini.

di Roberto Zottar di Vita nei campi (fb)
Nelle case in Friuli, per i bambini soprattutto, ma forse anche per qualcuno di noi, è venuta Santa Lucia, mentre San Nicolò, nella Venezia Giulia, era già passato il 5 dicembre. Tra i doni che questi Santi ci fanno trovare al nostro risveglio, o almeno questo accadeva quando ero piccolo se mi ero comportato bene, c’erano sempre, oltre a frutta secca, marzapani a quadretti e altri dolciumi, i mandarini che riempivano la casa con il loro intenso profumo. L'antico lignaggio del Citrus reticulata, tale è il suo nome scientifico, dà al mandarino un ruolo da protagonista. Alcuni botanici lo considerano più antico di arance e limoni e, accanto alle ben note proprietà organolettiche dei suoi oli essenziali, possiede altrettante proprietà simboliche al punto da diventare il nome di una lingua e l'emblema di un’élite. Il termine “mandarino” era usato dagli stranieri per designare i funzionari dell’impero cinese dal tipico abito arancione dorato e furono i portoghesi a coniare la parola mandarim volgarizzando il sanscrito mantrim, che significa “ministro”. Ma oltre a una casta di altissimi funzionari il termine passò a indicare anche la lingua, altrettanto elitaria, del Nord della Cina.
L’aroma dei mandarini e il profumo dolcemente imperioso delle loro bucce gettate sulla piastra calda dello spolert ci fanno socchiudere gli occhi risvegliando proustianamente il ricordo di passati Natali dove l’abete, invece che con le attuali sfavillanti luci a led, era decorato con mandarini infiocchettati e biscotti speziati glassati di zucchero. Profumi e sapori infatti non sono soltanto un supporto per la preparazione dei cibi ma, dato il loro legame con la memoria, stimolano un’evocazione che suscita ricordi e diviene cibo dell’anima. Anche il sapore del mandarino poi è molto gradevole, grazie al maggior contenuto di zucchero rispetto agli altri agrumi.
Oggi vi lascio la ricetta di profumatissime gelatine al mandarino realizzate con un ingrediente segreto, carote, ma sono certo che nessuno le identificherà all’assaggio. Cuocete come una marmellata fino quasi ad asciugatura 500 g di Zucchero con 500 g di carote grattugiate fini, aggiungete il succo di 4 mandarini, le loro bucce frullate e il succo di 2 limoni. Cuocete fino a che l’impasto inizia a staccarsi dalla pentola. Fate raffreddare, formate delle palline come piccole noci, passatele nello zucchero semolato e servitele in pirottini di carta. Io le conservo in una scatola di latta grattugiando sopra altra buccia di mandarino per aumentarne il profumo.

Il proverbio friulano della settimana





di Vita nei campi
“Sante Luzie, il frêt si invia” ovvero a Santa Lucia, il 13 dicembre, inizia la stagione fredda, più
letteralmente il freddo “si incammina”.

Auguri di Buona feste nelle 4 lingue minoritarie da parte dell' Ufficio scolastico Regionale


❤️Grazie dott. Daniela Beltrame per essersi ricordata che siamo una regione multietnica!❤️

"Fiore di roccia"un libro di Ilaria Tuti che parla delle portatrici carniche


«Quelli che riecheggiano lassù, fra le cime, non sono tuoni. Il fragore delle bombe austriache scuote anche chi è rimasto nei villaggi, mille metri più in basso. Restiamo soltanto noi donne, ed è a noi che il comando militare italiano chiede aiuto: alle nostre schiene, alle nostre gambe, alla nostra conoscenza di quelle vette e dei segreti per risalirle. Dobbiamo andare, altrimenti quei poveri ragazzi moriranno anche di fame. Questa guerra mi ha tolto tutto, lasciandomi solo la paura. Mi ha tolto il tempo di prendermi cura di mio padre malato, il tempo di leggere i libri che riempiono la mia casa. Mi ha tolto il futuro, soffocandomi in un presente di povertà e terrore. Ma lassù hanno bisogno di me, di noi, e noi rispondiamo alla chiamata. Alcune sono ancora bambine, altre già anziane, ma insieme, ogni mattina, corriamo ai magazzini militari a valle. Riempiamo le nostre gerle fino a farle traboccare di viveri, medicinali, munizioni, e ci avviamo lungo gli antichi sentieri della fienagione. Risaliamo per ore, nella neve che arriva fino alle ginocchia, per raggiungere il fronte. Il nemico, con i suoi cecchini - diavoli bianchi, li chiamano - ci tiene sotto tiro. Ma noi cantiamo e preghiamo, mentre ci arrampichiamo con gli  scarpetz ai piedi. Ci aggrappiamo agli speroni con tutte le nostre forze, proprio come fanno le stelle alpine, i «fiori di roccia». Ho visto il coraggio di un capitano costretto a prendere le decisioni più difficili. Ho conosciuto l'eroismo di un medico che, senza sosta, fa quel che può per salvare vite. I soldati ci hanno dato un nome, come se fossimo un vero corpo militare: siamo Portatrici, ma ciò che trasportiamo non è soltanto vita. Dall'inferno del fronte alpino noi scendiamo con le gerle svuotate e le mani strette alle barelle che ospitano i feriti da curare, o i morti che noi stesse dovremo seppellire. Ma oggi ho incontrato il nemico. Per la prima volta, ho visto la guerra attraverso gli occhi di un diavolo bianco. E ora so che niente può più essere come prima.»  Con "Fiore di roccia" Ilaria Tuti celebra il coraggio e la resilienza delle donne, la capacità di abnegazione di contadine umili ma forti nel desiderio di pace e pronte a sacrificarsi per aiutare i militari al fronte durante la Prima guerra mondiale. La Storia si è dimenticata delle Portatrici per molto tempo. Questo romanzo le restituisce per ciò che erano e sono: indimenticabili.

Ilaria Tuti vive a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. Appassionata di pittura, nel tempo libero ha fatto l’illustratrice per una piccola casa editrice. Nel 2014 ha vinto il Premio Gran Giallo Città di Cattolica. Il thriller Fiori sopra l'inferno, edito da Longanesi nel 2018, è il suo libro d'esordio. Il secondo romanzo, Ninfa dormiente, è del 2019. Entrambi vedono come protagonisti il commissario Teresa Battaglia, uno straordinario personaggio che ha conquistato editori e lettori in tutto il mondo, e soprattutto la terra natia dell’autrice, la sua storia, i suoi misteri. Con Fiore di roccia, e attraverso la voce di Agata Primus, Ilaria Tuti celebra un vero e proprio atto d’amore per le sue montagne, dando vita a una storia profonda e autentica, illuminata dalla sensibilità di un’autrice matura e generosa.
dal web

Iscrizioni a scuola: riunioni informative alla bilingue



Iscrizioni a scuola: riunioni informative alla bilingue

Dal 4 al 25 gennaio 2021 sarà possibile iscriversi al prossimo anno scolastico 2021/2022. L’Istituto Comprensivo Bilingue Paolo Petricig di S. Pietro al Natisone organizza come ogni anno le riunioni informative per i genitori dei bambini che nel prossimo anno scolastico frequenteranno il primo anno della scuola dell’infanzia e la prima classe della scuola primaria o della scuola secondaria di 1° grado. A causa delle misure anticovid le riunioni si terranno online. Chi vuole partecipare deve contattare la scuola all’indirizzo e-mail info@icbilingue.edu.it. Le riunioni informative si terranno: per la scuola secondaria di primo grado lunedì 14 e mercoledì 16 dicembre alle 18; per la scuola dell’infanzia martedì 15 dicembre alle 18; per la scuola primaria giovedì 17 dicembre alle 18.
Chi volesse conoscere meglio la scuola bilingue, che è da sempre legata al territorio ed alla sua cultura slovena, può visitare la sua nuova pagina Facebook “Dvojezična ola – Scuola Bilingue” con la quale vogliono “condividere con tutti voi ciò che realizziamo nel nostro istituto, come le nuove generazioni si avvicinano alla tradizione ed alla lingua, come vengono in contatto con la gente e l’ambiente in cui viviamo”. La scuola ha da tempo anche un proprio sito internet: http://www.icbilingue.edu.it.

https://novimatajur.it/attualita/dvojezicna-sola-se-predstavlja-na-facebooku-in-na-informativnih-srecanjih-za-starse.html

L' AGRIFOGLIO PIANTA NATALIZIA


 L'agrifoglio è una delle piante di Natale che addobbano le case: ma sai che significato ha? Scoprilo insieme a noi!

L'agrifoglio è un arbusto spontaneo: presenta foglie di color verde scuro che possono avere diverse intensità e striature. L'elemento che lo contraddistingue maggiormente sono le sue bacche di colore rosso acceso. Queste lo rendono una pianta la cui iconografia è famosa in tutto il mondo.

Non tutti sanno che da sempre l'agrifoglio è considerata una pianta magica. C'è infatti un'antica usanza che suggerisce di piantare l'agrifoglio proprio vicino l'ingresso della propria casa per tenere lontani gli spiriti malvagi. Proprio le foglie pungenti dell'agrifoglio erano considerate le armi migliori per allontanare tutte le presenze maligne. Partendo da questo elemento l'agrifoglio è stato successivamente considerato una pianta ben augurante. Infatti nel periodo romano era generalmente regalato ai novelli sposi in segno di buon augurio per la nuova vita di coppia.

Questo elemento positivo dell'agrifoglio è rimasto inalterato nel corso dei secoli ed è stato collegato al Natale. Ma chi furono i primi ad utilizzarlo nel periodo natalizio? Pare che la tradizione derivi dall'Irlanda, proprio nell'isola di Oscar Wilde si iniziò ad utilizzare questa pianta per abbellire le case in occasione del Natale. Successivamente l'usanza si diffuse in tutta l'Europa.

 

LA LEGGENDA SCANDINAVA DELL'AGRIFOGLIO

 

Nei paesi scandinavi c'è un'antica leggenda che narra la nascita dell'agrifoglio. Il Dio Odino ebbe un figlio a cui era molto legato, il suo nome era Baldur. Durante una battaglia venne ferito gravemente da un dardo. Quando fu colpito si accasciò su un agrifoglio e spirò. Odino volle omaggiare questa pianta che aveva accolto il sangue del proprio figlio morente: decise di trasformarla in una pianta sempreverde e di regalarle tante bacche di colore rosso per ricordare l'eroico sacrificio compiuto dal figlio. Proprio l'intervento del dio Odino conferì questo elemento "magico" all'arbusto che è rimasto legato alla pianta di agrifoglio come pianta portatrice di buoni auspici.




AGRIFOGLIO E CRISTIANESIMO

 

Anche nella religione cristiana l'agrifoglio ha un significato metaforico molto forte. Le foglie sono il simbolo delle spine che cingevano la testa di Gesù e le bacche rosse ricordano il sangue versato sulla croce e la rinascita dopo la morte. Portarlo sulle tavole nel periodo natalizio significa ricordare il sacrificio di Gesù e offrire ai nostri cari un pensiero benaugurante per le festività natalizie ed il nuovo anno!

https://www.faxiflora.it/blog/leggenda-agrifoglio-pianta-natalizia.htm

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