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16 giu 2020

Valli di salute-Doline zdravja


Marginale dal punto di vista dell’interessamento politico e della collocazione geografica, l’area delle Valli del Natisone, delle Valli del Torre e di Resia è stata ai margini anche per quanto riguarda la diffusione del coronavirus, con pochi casi e pressoché tutti conclusisi nel migliore dei modi.
Abbiamo voluto parlare con chi sul territorio forse più da vicino si è trovato a dover fronteggiare la situazione che ha interessato l’intero Paese da inizio marzo, ossia i medici di base. Lasciati per diverso tempo in balia di loro stessi, senza linee guida chiare, si sono trovati a essere i primi interlocutori dei pazienti.
Il dottor Stefano Qualizza, medico di base a San Pietro al Natisone, ci ha detto di aver avuto diversi casi positivi al virus. «La situazione è stata molto complessa da gestire all’inizio – sottolinea –, anche perché siamo stati un po’ abbandonati dalle istituzioni. Non sapevamo neanche noi come muoverci, non c’era un protocollo all’inizio, ognuno di noi ha agito secondo scienza e coscienza». Quando il dottor Qualizza è venuto a sapere che c’erano casi di positività al virus, ha cercato di informarsi su tutte le persone che erano entrate in contatto con i positivi, consigliando loro di rimanere a casa in quarantena: «Mi sono messo in contatto sia con le forze dell’ordine che con il sindaco per cercare di arginare la possibile diffusione del virus».
«È stato fondamentale passare da un accesso in ambulatorio libero a un accesso su appuntamento», afferma.
Grazie a un triage iniziale a tutte le persone con sintomi respiratori veniva consigliato di non recarsi in ambulatorio, ma era lo stesso dottor Qualizza a visitarli a casa loro: era stata predisposta un’organizzazione tale per cui il contatto fisico tra le persone era limitato. Piano piano sono riprese le visite su appuntamento con sanificazione tra un paziente e l’altro. «L’ambulatorio è in effetti un luogo in cui c’è un maggior rischio di contrarre malattie, ma non solo il Covid, anche l’influenza», osserva.
«Sicuramente nelle Valli si trova un ambiente sano, l’aria è meno inquinata che da altre parti. Dal punto di vista di tutte quelle sostanze, polveri e inquinanti che possono ridurre le difese immunitarie sicuramente qua siamo più tutelati rispetto, per esempio, alla Lombardia, dove c’è molto inquinamento. Non è solo l’aria, ma è proprio la zona in cui viviamo che ci consente di avere un sistema immunitario più resistente rispetto ad altre zone», aggiunge Qualizza, che però ci tiene a sottolineare come sarebbe meglio evitare un eccessivo giro di persone.
Per quanto riguarda la forestoterapia come possibile cura di patologie allergico-asmatiche, Qualizza spiega come «ci siano stati dati positivi e confortanti. Nelle Valli, anche a latitudini inferiori rispetto ad altre zone, non ci sono acari. Questo è un dato abbastanza interessante, perché per non avere acari si deve andare oltre i mille metri, invece nella zona di Drenchia per esempio si è visto che non ci sono già ad altezze minori», ha concluso Qualizza.
«La situazione a Resia va bene, non ci sono positivi – dice il dottor Leo Diplotti, medico di base a Resia –. Le persone seguono abbastanza bene le linee guida». Secondo il dottor Diplotti, in effetti, anche il territorio di Resia rappresenta un luogo salubre, esprimendo come unico dubbio la possibile presenza di radioattività per la prossimità, a 130 km, di una centrale nucleare in Slovenia.
«Noi abbiamo avuto pochi casi positivi, nulla di particolarmente allarmante», fa sapere il dottor Franco Fiorin, medico di base a Taipana, il quale non è mai stato molto preoccupato del contagio. Dal punto di vista del contesto ambientale, il dottor Fiorin evidenzia come il territorio presenti uno scarso inquinamento elettromagnetico, in particolare grazie alla non installazione della rete 5G. (Veronica Galli)
Pandemija novega koronavirusa je postavila v ospredje prednosti bivanja na podeželju, ki daje veliko več kot bivanje v mestu. Čisti zrak, dobra voda, bogata zemlja, lepa krajina, zanimiva kultura in redka naseljenost dajejo idealne pogoje za dobro življenje. Tudi iz zdravstvenih razlogov, kakor vedno poudarja znani pneumolog dr. Mario Canciani, pobudnik gozdne terapije, oziroma terapevtskih sprehodov po gozdu, za katere nudita Benečija in Kanalska dolina izredno dobre pogoje.

All’Hotel Saisera si respira la storia


L’Hotel Saisera oggi
Il 15 giugno riaprirà i battenti una delle strutture alberghiere più prestigiose della Valcanale, per il pregio architettonico e per la collocazione paesaggistica. Si tratta dell’hotel Saisera a Valbruna.
A rilevare la struttura, messa in piedi da Andrea Keil all’inizio del Novecento, è stato l’imprenditore tarvisiano Vito Anselmi, titolare dell’hotel Il cervo, che a 83 anni è ancora pieno di energie. «La struttura, attiva dal 1912 e con una storia che riporta agli Asburgo e al passaggio dei Savoia, è stata rilevata il 5 di marzo e l’abbiamo trovata mortificata nel suo valore storico e ambientale. Il nostro obiettivo è ridarle la dignità che merita. Gli anni e l’involuzione dei tempi la hanno portata a gestioni approssimative, ma stiamo lavorando sodo e il 15 vogliamo aprire, per dare un segno di vita. Apriremo ristorante, bar e albergo, pur continuando a rivitalizzare le camere. Per tutto il mese di giugno ci siamo posti degli obiettivi importanti».
Ingegneri e architetti stanno valutando come intervenire sul parco circostante senza oltraggiare ciò che madre natura ha dato. Il principio, infatti, è che sarebbe un errore dell’uomo pretendere di fare le cose più belle di come la natura le ha fatte.


«La mia raccomandazione all’architetto è di valorizzare ciò che la struttura dà senza imporle nulla, perché non abbiamo nulla da insegnarle», spiega Anselmi, che intende dare voce alla storia dell’albergo. «Nell’atrio d’ingresso intendo esporre la foto di chi lo ha costruito, Andrea Keil. Ho chiesto al sindaco di Malborghetto, Boris Preschern, di parlare con la famiglia. È bello ricordare chi nel 1910, quindi 100 anni fa, ha avuto il buon gusto di fare una cosa così bella. Voglio che l’atrio racconti anche la storia, con foto e documenti. Chi entra nell’albergo non entra in un albergo qualsiasi, ma in un albergo che si è nutrito di storia».
Aperto al pubblico la prima volta nel 1912, l’hotel Saisera già disponeva di corrente elettrica, generata da una piccola centrale che illuminava anche Valbruna. Andrea Keil aveva acquistato la necessaria turbina con l’aiuto dello zio Mlinar, rientrato dall’America con molto denaro.
L’inaugurazione ufficiale dell’albergo seguirà nel corso della stagione, quando la sistemazione sarà in fase avanzata. «Voglio che questa sia la casa di Valbruna, dei suoi abitanti, questo è un loro gioiello. Sono a Tarvisio dal 1955. Mi dicevano che in passato le gestioni non accettavano la popolazione locale, ma questa è la casa dei valbrunesi, che dal 15 giugno troveranno la migliore accoglienza possibile».
Hotel Saisera na začetku 20. stoletja/L’Hotel Saisera all’inizio del XX secolo
V Ovčji vasi bo od ponedeljka, 15. junija, goste spet sprejel eden zgodovinsko najbolj dragocenih gostilnih obratov v Kanalski dolini, to je hotel Saisera. Hotel Saisera so sicer poimenovali po dolini Zajzera (iz slovenščine za jezero), ki se širi južno od Ovčje vasi. Prvi del poslopja je leta 1910 začel graditi Ovčan Andrea Keil (Kajlov Drejc). Dela so trajala dve leti, saj je hotel obratoval že leta 1912.
Takrat je bil prava posebnost, saj je na primer razpolagal z električnim tokom, ki ga je priskrbela bližnja hidroelektrarna. Stroške za potrebno turbino, ki je osvetlila hotel in celo Ovčjo vas, je prevzel sam Keil s stricem Mlinarjem, ki se je iz Amerike vrnil z obilom denarja.
Zadnjič so hotel razširili z nadaljnjimi prostori leta 1926. Zaradi večjih stroškov, ki jih je vložil v gradbena dela, je Andrea Keil že leta 1912 bil v finančni stiski. Hotel je namreč obratoval pretežno v poletnih mesecih in to ni zadostovalo.
Vsekakor so se v njem za mednarodna zborovanja zbirali lovci in planinci. Poslopje se lahko pohvali tudi s prisotnostjo nekaj osebnosti. Gostovalo je na primer saškega kralja Friedricha Augusta III. (1865-1932), ki je od 1905 do 1908 užival lovske pravice od Naborjeta do Rablja, in Umberta II. Savojskega, ki je 25. februarja 1938 tam prespal med smučarskim tečajem za častnike in podčastnike svojega polka.
Ker je leta 1939 lastnik hotela optiral za Tretji rajh, je leta 1941 poslopje prepustil italijanski državni ustanovi Ente Tre Venezie. Ta je odkupila posestva optantov, da bi jih nato prodala italijanskim priseljencem.
Leta 1958 je hotel kupilo središče Centro marinaro Fondazione Cini iz Benetek, kasneje je lastništvo prevzela ustanova Centro italiano femminile, da bi v njem organizirala poletna letovišča za otroke. Nato je prišlo do novih lastništev in poskusov oživitve hotela Saisera, dokler ni marca letos lastništvo prevzel podjetnik Vito Anselmi. (Luciano Lister)

15 giu 2020

Zbor Zbirk - ETNOGRAFSKI MUZEJ BARDO_MUSEO ETNOGRAFICO LUSEVERA

Il video  è in lingua slovena,ma potete ammirare le foto!Buona visione.

Don Renzo Calligaro-parroco Bardo-Lusevera

chiesa di S.Giorgio di Lusevera/Bardo
Don Renzo Calligaro ,friulano di nascita (Buia), è parroco a Bardo-Lusevera dal 1973.Ha imparato lo sloveno, fatto  non usuale fra i sacerdoti italiani e friulani ed ha contribuito alla traduzione delle letture di messa nel dialetto della val Torre.
All'inizio è stato minacciato,perchè predicava in sloveno,alcune persone uscivano dalla chiesa quando sentivano la parola slovena.
Oggi per fortuna le cose sono migliorate.Don Renzo nell'archivio parrocchiale ha trovato canzoni slovene ormai dimenticate e le ha insegnate. I parrocchiani hanno iniziato nuovamente a cantare in sloveno durante la messa domenicale,dopo più di un secolo in Chiesa è nuovamente presente la parola slovena.
Prima dell'istituzione a Bardo della Glasbena Matica (scuola di musica),si è dedicato all'alfabetizzazione musicale dei bambini insegnando a suonare vari strumenti.
Durante le prediche domenicali, sottolinea molto spesso che non si deve dimenticare le proprie radici,la lingua e la cultura degli antenati che sono una grande ricchezza.
Libera traduzione dall'allegato sulla Benecija del settimanale cattolico carinziano "Nedelja "scritto da Dejan Valentinčič che collabora con questo giornale.

BUOH LONI /GRAZIE DON RENZO !!!

Da Lusevera alla ricerca dei Musei del territorio con l’App Mismotur



Il Museo etnografico è visitabile dal giovedì alla domenica con orario continuato dalle 10:30 alle 17:30


Da Lusevera alla ricerca dei Musei del territorio con l’App Mismotur
A Lusevera riapre al pubblico il Museo etnografico visitabile dal giovedì alla domenica con orario continuato dalle 10:30 alle 17:30. Il Museo fa parte della rete Mismotu che coinvolge le realtà museali di Prossenicco, San Pietro al Natisone e Masseris nelle valli del Natisone e di Stolvizza nel comune di Resia. Novità di quest’anno è la possibilità di scaricare dal sito www.museoluseverabardo.it l’applicazione per dispositivi android “Mismotur”, che darà la possibilità di vincere un premio per chi visiterà i musei della rete. L’App consente di registrare il QR code posto all’uscita di ciascun museo. Così, una volta “catturati” cinque musei, si mostrerà il risultato all’operatore che consegnerà il premio. Oltre a questo il Museo di Lusevera dà la possibilità di informarsi sulla rete di sentieri della valle del Torre, sulle tradizioni e costumi locali e ha in programma una serie di iniziative culturali che animeranno Lusevera nel periodo estivo.
https://www.ilfriuli.it/articolo/viaggi/da-lusevera-alla-ricerca-dei-musei-del-territorio-con-l%E2%80%99app-mismotur/11/221392?fbclid=IwAR0u5p_AYUQ0fOVaD3YWjiMi_EaAmJCAqYjdTsvuSTdkU_1K0LbCZGArEIY

PER SCARICARE L'APP VAI QUI http://www.museoluseverabardo.it/event/app-musei-mismotur-smo/?event_date=2020-06-15



I 75 anni del Primorski dnevnik


 Il 13 maggio 1945, a Trieste, usciva il primo numero del Primorski dnevnik, il foglio della comunità slovena in Italia, erede del Partizanski dnevnik, giornale attivo dal 1943. Nell’importante ricorrenza, l’edizione numero 22.876 è accompagnata da un supplemento, che celebra il 75o anno di vita e pone il Primorski dnevnik in vetta alla lista dei quoti- diani sloveni più longevi Il Primorski dnevnik, foglio della comunità slovena residente in Italia, festeggia i 75 anni di pubblicazione, iniziata proprio il 13 maggio 1945 nella Trieste liberata. La storia della testata è la dimostrazione concreta della volontà della comunità slovena di affermazione della propria identità e al tempo stesso vitalità nella struttura sociale del Friuli-Venezia Giulia e dell’Italia e al tempo stesso è “prova” dell’apertura verso l’innovazione e il cambiamento senza perdere la sua coerenza, rivelandosi negli anni una chiave di successo duraturo. Il Primorski dnevnik informa con scrupolo i propri lettori e permette alla comunità slovena di identificarsi con i valori di sempre, per essere insieme protagonisti nel cambiamento. L’obiettivo è conoscere e presentare il presente, preparando il futuro. Valori e qualità riconosciuti ed espressi congiuntamente dai presidenti d’Italia e Slovenia, Sergio Mattarella e Borut Pahor. I due capi di stato nelle missive inviate al Primorski dnevnik parimenti sottolineano il ruolo di collegamento che il giornale svolge tra i due paesi, il suo contributo alla conservazione della diversità culturale e dell’identità slovena in Friuli-Venezia Giulia. Entrambi ricordano un altro importante anniversario, vale a dire il centenario dell’incendio del Narodni dom a Trieste, simbolo identitario degli sloveni di Trieste e della regione. La cerimonia è prevista il 13 luglio prossimo, e dovrebbe coincidere con la restituzione dell’immobile alla comunità slovena, ora sede della Scuola per traduttori e interpreti, e rappresentare anche un’occasione per una misurata riflessione sulle tragedie passate. Il caporedattore del Primorski dnevnik, Igor Devetak, ha rilevato che l’impegno e l’obiettivo primario del giornale sono far sì che lo spirito, la carica e la voglia di informare con imparzialità siano gli stessi di 75 anni fa. E ha concluso: «Ci assumiamo la responsabilità di promuovere l’unità come presupposto per una vita migliore». Corrado Cimador

14 giu 2020

Narodni dom, tutti gli ingranaggi della diplomazia sono in movimento



Continua l’impegno all’avvicinarsi del centenario del 13 luglio 

Martedì, 12 maggio, a un incontro in videoconferenza il presidente della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor, la senatrice Tatjana Rojc, l’ambasciatore sloveno a Roma, Tomaž Kunstelj, il console generale della Repubblica di Slovenia a Trieste, Vojko Volk, e i presidenti della Confederazione delle organizzazioni slovene-Sso, Walter Bandelj, e dell’Unione culturale-economica slovena-Skgz, Ksenija Dobrila, hanno parlato della situazione nel procedimento di restituzione del Narodni dom di Trieste-Trst. Il giorno prima i presidenti delle due organizzazioni confederative della comunità slovena in Italia hanno ricevuto dal ministero dell’Interno italiano uno scritto contenente le proposte circa la prosecuzione del procedimento di restituzione della struttura alla comunità slovena in Italia. Mancano ormai meno di due mesi al centenario dell’incendio della struttura, fino ad allora cuore pulsante della comunità slovena a Trieste, per mano fascista. La speranza è che all’incontro a Trieste tra i presidenti della Repubblica d’Italia, Sergio Mattarella, e Slovenia, Borut Pahor, che si svolgerà se il quadro epidemiologico lo permetterà, si possa giungere a un passo più ufficiale che sancisca la restituzione del Narodni dom alla comunità slovena. Nello scritto contenente le proposte è menzionato il trasferimento della scuola superiore per traduttori e interpreti Iuslit dal Narodni dom di via Filzi all’edificio Gregoretti a San Giovanni-Sveti Ivan. Il procedimento di trasferimento dell’ateneo dal Narodni dom dovrebbe durare dai cinque ai sette anni, in quanto il nuovo edificio andrà ristrutturato; nel frattempo alla comunità slovena potrebbero essere consegnati ulteriori locali al piano terra dell’edificio. Nello scritto le organizzazioni confederative sono state sollecitate a rispondere; dopo l’incontro hanno precisato che lo faranno a breve, nonché di avere sempre le opinioni a suo tempo inoltrate con documento ufficiale all’ultimo incontro avuto col sottosegretario Achille Variati. Nel documento è stata menzionata la disponibilità a assumere la proprietà del Narodni dom, le organizzazioni confederative si sono, inoltre, impegnate a istituire un soggetto giuridico a tal fine e a definire i modi di restituzione e ristrutturazione dell’edificio, come già accennato nell’accordo firmato nel 2017 dagli allora ministri degli Esteri d’Italia e Slovenia, Angelino Alfano e Karl Erjavec. Nel constatare come le proposte rappresentino un passo concreto, la presidente di Skgz Dobrila annuncia una collaborazione unita e costruttiva delle due organizzazioni confederative per l’implementazione delle proposte ricevute, come esortato anche dal presidente Pahor. Il presidente di Sso Bandelj si augura di proseguire con lo slancio e le posizioni espresse finora, nonché di giungere a un atto ufficiale con l’accordo sulla restituzione del Narodni dom già il 13 luglio, nella ricorrenza del centenario. Andrà poi definito il quadro giuridico entro cui si giungerà alla restituzione del Narodni dom – ossia se la proprietà o l’uso gratuito. Sia il console a Trieste Volk sia la senatrice Rojc hanno espresso pareri positivi circa l’incontro in videoconferenza con Pahor. Volk spera si giunga tanto all’incontro tra i due presidenti quanto alla firma del documento di restituzione del Narodni dom. Rojc spiega come il documento delle due organizzazioni confederative sia la base su cui saranno definiti i passi successivi e gli ultimi dettagli. Prossimamente la senatrice incontrerà la consigliera del presidente Mattarella e rappresentanti del ministero italiano dell’Interno. Le trattative sono in corso; bisognerà capire come giungere entro il 13 luglio a una conclusione che soddisfi sia la posizione della comunità slovena in Italia sia le aspettative della Repubblica di Slovenia. A margine dell’incontro è stata espressa a Pahor anche la necessità di accordi bilaterali tra Slovenia e Italia per la risoluzione della situazione ai confini, che a causa delle misure di contenimento della pandemia di coronavirus non sono così aperti come fino a poco tempo fa. (Dal Primorski dnevnik del 13. 5. 2020)
per saperne di più https://it.wikipedia.org/wiki/Narodni_dom

13 giu 2020

IL PROSCIUTTO DI SAURIS

Il prosciutto di Sauris
di Adriano Del Fabro

L'immagine può contenere: una o più persone

Da sempre in molte famiglie di Sauris (il Comune più alto del Friuli VG) si producono prosciutti affumicati e altri insaccati di grande qualità. Oltre un secolo fa, fu Pietro Schneider che iniziò a firmare una modesta produzione di prosciutti affumicati, speck e altri salumi tipici della zona; i suoi segreti di abile norcino passarono quindi di generazione in generazione.
La preparazione dei prodotti avviene utilizzando attrezzature moderne che rispettano comunque la consolidata metodologia di lavorazione. Per la produzione del Sauris si utilizzano cosce che arrivano in loco già pronte e rifilate. Le cosce sono appese a telai fissi e, dopo la pesatura, sono subito sottoposte alla salatura. Si effettuano più fasi di salatura, intervallati da periodi di riposo delle cosce deposte su bilancelle e conservate in celle frigorifere. Al termine di tali fasi le cosce vengono appese su telai e fatte riposare per circa 7-8 settimane durante le quali la temperatura e l'umidità vengono costantemente controllate. Nel periodo di riposo si esegue la toelettatura, la ripulitura e una rifilatura generale. Terminato il periodo di riposo, le cosce vengono preparate per l'affumicatura con legno di faggio: posate su telai, rimangono nell'affumicatoio per tre giorni. Al termine dell'operazione i telai con i prosciutti vengono rimessi nella cella di asciugatura assieme a quelli non affumicati, per 7 giorni. Poi vengono portati nei saloni di stagionatura, previo procedimento di sugnatura per proteggere dalle incrostazioni, microrganismi e insetti la parte del prosciutto senza cotenna.
Dopo 3-4 mesi di stagionatura, i prosciutti vengono nuovamente lavati sottoponendoli a getti d’acqua tiepida per eliminare impurità e muffe. Si esegue poi una seconda sugnatura con lo scopo di perfezionare lo strato di sugna dove è necessario. La stagionatura viene completata in altri 3-4 mesi nei saloni dove la temperatura e l'umidità vengono controllate giornalmente. Questo periodo è subordinato all'esito dell'operazione di puntatura. Le cosce che passano l'”esame” della puntatura vengono sottoposte a un nuovo lavaggio con la stessa procedura della volta precedente.
Nel caso di prosciutto venduto disossato, viene operato un taglio di parte dello stinco e provveduto all'asportazione dell'osso. Dopo un accurato esame organolettico, si procede con la saldatura dell'apertura prodotta per il disosso e la pressatura che ha lo scopo di ricomporre la coscia eliminando il foro derivante. La pezzatura è di 9 chili circa del prosciutto con osso e di 8 chili circa per quello disossato. Al taglio, la carne appare soda e compatta, di colore rosso granato.
Al prosciutto di Sauris (l’unico in Italia a essere affumicato), è stata assegnata la protezione dell’Indicazione geografica protetta, nel 2006. 

da fb

I cammini delle 44 Chiesette votive delle Valli del Natisone - parte due

Trincee del Monte Spik, grotte postazioni di artiglieria, Chiesette Votive
Partenza da San Leonardo. Si prende il sentiero CAI 760 per Spignon e, passando vicino al sasso che la leggenda vuole impresso dall’impronta del zoccolo dell’asino che portava la Madonna, si giunge a Castelmonte. Da qui al Monte Spick (m 661) per visitare gallerie e trincee del primo conflitto mondiale. Per prati e boschi di faggio si raggiunge la cinquecentesca Chiesetta Votiva di San Nicolò e le adiacenti lapidi dell’unico cimitero militare tedesco delle Valli del Natisone. Per sentieri e strade raggiungeremo la Chiesetta di Sant’Abramo XIV sec. in località Altana e potremo salire sul suo settecentesco campanile che offre una vista panoramica sulle Valli. Scollinando per strada interpoderale raggiungiamo la Chiesetta di San Leonardo XIV-XV sec. con altari lignei. Una bella scalinata in pietra ci favorirà il rientro all’area festeggiamenti di San Rocco. Ritorno a San Leonardo

12 giu 2020

Da domani, sabato 13 giugno, i residenti in Friuli Venezia Giulia potranno di nuovo entrare liberamente in Slovenia! 🇸🇮

È ufficiale, da domani, sabato 13 giugno, i residenti in Friuli Venezia Giulia potranno di nuovo entrare liberamente in Slovenia! 🇸🇮
Da lunedì 15, invece, cesseranno del tutto i controlli al confine e tutti gli italiani potranno entrare e circolare liberamente in Slovenia.
La lunga attesa è (quasi) finita! 🎆

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Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

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👉A Pordenone le ciliegie a prezzi proibitivi

 Ciliegie a 20 euro al chilo nel supermercato,non in giolleria.La raccolta è stata danneggiata da pioggia,freddo insetti.Le ciliegie proveng...

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