DESCRIZIONE BLOG
PAGINE/STRANI
INNO SLOVENO
CERCA NEL BLOG
invito
proverbio delle Valli del Natisone
blog antifascista
follower
FRIULI
BLOG DI OLGA
Orchidee spontanee del Friuli
translate
arhiv
9 ott 2020
S kolesom ob bivši železni zavesi - Lungo l’ex cortina di ferro in bici
Sabato, 19 settembre, tra le Alpi e Prealpi Giulie italiane e slovene si è svolto il primo Egb bike tour transfrontaliero. Dedicata alla stampa, l’iniziativa ha permesso di visitare alcuni luoghi simbolo della Guerra fredda lungo la ex Cortina di ferro, oggi European green belt (Egb).
Ad organizzarla è stato il Parco naturale delle Prealpi Giulie in collaborazione con l’Associazione rete italiana European green belt, il supporto del Parco nazionale del Triglav, della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e del Consorzio acquedotto del Friuli Centrale.
Cornice d’eccellenza del bike tour sono stati i due parchi naturali delle Prealpi Giulie e del Triglav, che da anni rappresentano un esempio virtuoso di collaborazione transfrontaliera, tanto che dal 2009 sono riconosciuti congiuntamente come area protetta transfrontaliera. Il territorio percorso dal bike tour il 19 settembre costituisce anche il cuore delle due adiacenti Riserve di biosfera delle Alpi Giulie, istituite dall’Unesco nell’ambito del programma Man and the biosphere (in italiano Uomo e biosfera).
Questo tour, dedicato ai rappresentanti dei media e volto a promuovere la mobilità sostenibile lungo la European green belt, ha inaugurato gli Egb days, festeggiati ogni anno dal 18 al 24 settembre in tutti i paesi europei interessati dalla ex Cortina di ferro per celebrare la diversità biologica e il patrimonio culturale lungo il confine che divideva Est ed Ovest d’Europa e del mondo.
Contestualmente è stato lanciato il concorso fotografico dal titolo Natura e Guerra fredda. Ambienti in evoluzione lungo la ex Cortina di ferro, aperto fino al 15 novembre 2020, al quale seguiranno esposizioni dei migliori portfolio di immagini sul territorio regionale. Potete trovare maggiori informazioni in merito a regolamento e premi del concorso sul sito internet www.parcoprealpigiulie.it
continua in sloveno
https://www.dom.it/s-kolesom-ob-bivsi-zelezni-zavesi_lungo-lex-cortina-di-ferro-in-bici/
Novità al Novi Matajur
Cari lettori, davanti a voi c'è il settimanale Novi Matajur graficamente aggiornato ed arricchito di contenuti. In questi giorni, la nostra piccola redazione festeggia il suo 70 ° anniversario, quindi era ora di fare un passo avanti con il quotidiano degli sloveni della provincia di Udine.
Purtroppo l'anno difficile della crisi ha attraversato i nostri piani per presentarci con una nuova immagine, per chiacchierare con voi, per fare amicizia, per incontrare tante nuove persone. Per ora, vi promettiamo che i fuochi d'artificio sono pronti e abbastanza champagne al freddo per mettere le mani su quando quei tempi di prova saranno finiti. La cosa più importante è che sarai il più soddisfatto possibile del prodotto in questo momento.
"Cambiare l'immagine grafica non significherebbe nulla se non provassimo a offrire ai nostri lettori qualcosa di più e ad arricchire il contenuto di Novi Matajur", ha scritto il nostro caporedattore Miha Obit nell'introduzione al nuovo numero storico.D'ora in poi il settimanale avrà più pagine, rafforzerà ulteriormente i suoi legami con la Valle dell'Isonzo, la scuola bilingue di San Pietro al Natisone e le associazioni slovene.
"Settant'anni di vita di questo giornale ci hanno mostrato chi eravamo, chi siamo e quanto sia stato difficile arrivare ai giorni nostri e in questi decenni lavorare con orgoglio per preservare la cultura e la lingua slovena. Tuttavia, non dobbiamo chiuderci - al contrario, dobbiamo sempre diffondere le nostre opinioni agli altri. È così che intendiamo andare avanti, sono convinto che questo percorso ci porterà lontano ", ha scritto Michele Obit.
Tempo di mele, tempo di Seuka. La speciale mela delle Valli del Natisone
Seuka,la mela dell'Eden |
L’antica mela che piace ai giovani
Autunno, le belle mele friulane incantano per sapore e colore. Su tutte, Seuka, la mela particolare delle valli del Natisone (anche del Torre), che preferisce nascondersi. Troppo speciale per farsi trovare da tutti.
Per saperne di più, basta visitare il sito (vedi link: Seuka. it) dove trovate tutte le informazione che riguardano la storia, la specificità, le leggende, le ricette e tante altre curiosità dedicate a questa magnifica e poco nota mela.
Il sito web è stato realizzato completamente dai ragazzi del quarto anno (2014-2015) di Prima Formazione Professionale dell’Istituto ENAIP – FVG, sede di Pasian di Prato (Ud) – Corso di Grafica Multimediale.
I ragazzi, coadiuvati dai loro docenti, hanno sviluppato tutto il progetto mirato a far conoscere questo particolare prodotto attraverso vari esercizi didattici formativi che, appunto trovano la loro visibilità grazie a questo sito.
In questa maniera il lavoro di ricerca, di pensiero, di studio, di creatività e di visione trova uno strumento efficace “per uscire dalle stanze della didattica scolastica” e diventare materiale utile per la conoscenza comune, per la valorizzazione del territorio e, soprattutto, scoprire il gusto della mela Seuka. Solo così, mordendola, esclamerete: divina la vita.
D.D.
8 ott 2020
Orgogliosamente con un nuovo aspetto
Che la proposta ai nostri lettori di un giornale con una grafica rinnovata coincida con i 70 anni dall’uscita del primo numero del Matajur non era in verità un fatto voluto. Problemi legati all’emergenza coronavirus e di altra natura ci hanno costretto a rimandare di alcuni mesi l’attuazione di questo progetto. La coincidenza è però felice: un anniversario, e per di più per un avvenimento non proprio recente, rimanda al passato, un’innovazione grafica è invece qualcosa che proietta un giornale nel futuro, il segnale della volontà di continuare e di rinnovarsi. Certo, lo sforzo fatto sarebbe un risultato solo parziale se non venisse accompagnato da un impegno che riguarda anche i contenuti del Novi Matajur. Un impegno che ci sentiamo di prendere con i nostri lettori, sperando di poter arricchire il giornale di informazioni e notizie che sempre meglio possano raccontare la Benecia, la nostra comunità slovena, la fascia transfrontaliera (con un’attenzione sempre più marcata verso il territorio dell’Alto Isonzo), ma senza dimenticare che non siamo chiusi nel nostro piccolo mondo, anzi sempre più dobbiamo cercare di allargare il nostro sguardo a ciò che ci circonda.
Il mio personale pensiero va oggi a chi in passato si è impegnato per la vita (e a volte la sopravvivenza) di questo giornale, ma anche ai tanti nostri lettori, qui in Benecia e nel mondo, che ci hanno seguito e ci seguono.
È un legame fortissimo quello che continuiamo ad avere con loro, ancora oggi. Con loro vogliamo proseguire la nostra strada, che – ne sono convinto – ci porterà ancora lontano.
Michele Obit
7 ott 2020
La zucca
da Vita nei campi
6 ott 2020
Il Friuli-Venezia Giulia: mosaico di lingue, lingue di minoranza e dialetti
dal web |
di Fabiana Fusco*
V šolskih klopeh v Terski dolini - A scuola sui banchi dell’alta Val Torre
Se c’è una bella novità, all’inizio dell’anno scolastico 2020-2021, è quella della crescita delle iscrizioni alla scuola d’infanzia e primaria di Vedronza/Njivica, attive in seno all’Istituto comprensivo di Tarcento.
Alla scuola d’infanzia gli alunni in più rispetto allo scorso anno scolastico sono 4, per un totale di 11, mentre alla scuola primaria di alunni in più ce n’è ben 11, per un totale di 39.
Il sindaco di Lusevera/Bardo, Luca Paoloni, è soddisfatto per i numeri in crescita nel plesso scolastico di riferimento per il territorio comunale. «Molto è legato alla promozione del plesso, anche tramite iniziative, da parte dei genitori stessi dei bimbi che frequentano la scuola – sottolinea –. Ma di richiamo sono anche l’offerta del trasporto scolastico gratuito, che va a prendere i bambini fino a Tarcento, e la qualità stessa dell’insegnamento, con vari approfondimenti. Nel plesso scolastico di Vedronza, inoltre, grazie ai fondi montagna erogati dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, accanto alle normali attività scolastiche offriamo ai bimbi la possibilità di frequentare corsi, ad esempio di nuoto».
Sempre dal municipio, l’assessore all’Istruzione, Sara Pascolo, aggiunge che gli alunni al plesso scolastico di Vedronza sono seguiti molto bene, anche in ragione del loro numero ridotto. «Negli ultimi anni sono arrivate delle maestre giovani, che propongono molti progetti – dice –. Quello di Vedronza è un plesso pluriclasse, con pochi bambini ma molto seguiti. Le professoresse delle scuole medie spesso rilevano che i nostri bimbi sono più preparati rispetto a quelli che provengono da scuole con classi più numerose. Oltre a questo, contribuisce alla crescita del numero di iscritti il passaparola tra le famiglie e interno alle famiglie stesse. Il nostro plesso, inoltre, dispone di una mensa dotata di cuoco, con pasti preparati sul posto».
Come già il sindaco Paoloni, anche la assessora Pascolo nota il fattore di richiamo rappresentato dal servizio di scuolabus gratuito. «Andiamo a prendere i bimbi fino a Tarcento, dalla cui zona proviene circa il 70% dei bambini, tra il plesso d’infanzia e primario».
La dinamica è interessante. Se per decenni varie motivazioni economiche, lavorative e di vita hanno portato molti abitanti delle Valli del Torre a emigrare – in molti casi trasferendosi proprio a Tarcento – ora in ambito scolastico c’è una sorta di ritorno.
«Io stessa ho frequentato le scuole a Vedronza – spiega l’assessora Pascolo – e mi fa piacere rilevare questi numeri importanti».
Va aggiunto che probabilmente alcune famiglie sono state attratte a Vedronza anche in considerazione della pandemia di coronavirus. «Con meno concentrazione di persone, vedono il plesso come una realtà più protetta». (Luciano Lister)
Zelo spodbudna novica na začetek šolskega leta 2020-2021 je porast vpisanih v otroškem vrtcu in osnovni šoli na Njivici, ki delujeta pod okriljem Večstopenjskega zavoda Čenta.
V primerjavi s prejšnjim šolskim letom hodi v otroški vrtec 4 učencev več, za skupno 11 vpisanih; v osnovno šolo 11 otrok več, za skupno 39.
Župan Občine Bardo, Luca Paoloni, nam je povedal, da je rast posledica raznih dejavnikov. Sami starši učencev opozorijo na delovanje šolskega poslopja z raznimi pobudami; nadaljnja spodbuda sta brezplačni šolski prevoz in sama kakovost pouka. H kakovosti slednjega prispeva tudi samo omejeno število vpisanih, je z Občine dodala barska odbornica za kulturo, Sara Pascolo.
V trenutnih razmerah, ki jih zaznamujejo ukrepi proti širjenju pandemije novega koronavirusa, so nekateri starši verjetno ocenili, da je manj obiskano šolsko poslopje varnejše.
Dove si può sentire il gorgoglìo del ruscello
«Vanno riempiti i borghi, dobbiamo tornare a vivere la natura. Il borgo va naturalmente recuperato perché l’urbanizzazione generalizzata crea delle persone psicologicamente molto fragili: non conosci neppure il vicino di casa, mentre nei borghi ci si dà una mano l’un l’altro. Non possiamo rimuovere la natura dalla nostra Esistenza».
Sono considerazioni del noto filosofo, sociologo, psicologo e giornalista Umberto Galimberti espresse in una recente intervista televisiva che ha trattato, tra altri, anche il tema delle possibili e necessarie modifiche comportamentali dettate dall’emergenza della pandemia. Un’altra voce che segnala la mancanza di razioci- nio del genere umano. «Abitiamo l’età della tecnica – ripete Galimberti –. La terra non è più la nostra casa, il nostro luogo di riferimento; l’abbiamo ridotta a materia prima, ne abbiamo cambiato anche la stessa percezione. Non è più luogo di abitazione ma un luogo di sfruttamento, il quale non si limita al suo uso consentito; siamo arrivati alla sua usura». Ma non è su questo secondo tema che vorrei soffermarmi, quanto piuttosto sul richiamo al valore, in parte ritrovato e da sfruttare, dei borghi, dei paesi dispersi sul territorio, a debita distanza dalla massiva concentrazione delle città e delle megalopoli.
In questo contesto ci trovo un possibile nuovo ruolo delle zone periferiche, delle località dove ha ancora peso la Natura, quella con l’iniziale maiuscola. Là dove si possa sentire il flebile sibilo della brezza del mattino, il profumo d’acacia, il gorgoglio del ruscello, i cinguettii dell’alba e la frescura del bosco. Bellezza – come significato filosofico dell’anima – contro tecnologia, che svuota l’anima in nome dell’efficienza e della produttività.
Per questo non posso non pensare alla nostra Slavia, alle vicine vallate ed ai monti che fanno da corona alla pianura friulana.
I borghi, i paesi, i piccoli insediamenti di valli e contrafforti montani; là dove la socialità ha occasione di espandersi per una frequentazione di vicinanza e di conoscenza reciproca, spesso di collaborazione, solidarietà e accoglienza.
Si leggono notizie di iniziative di amministrazioni comunali o singoli che offrono, magari per una cifra puramente simbolica, fabbricati in borghi semideserti nell’intento di rivitalizzarli e di preservare nello stesso tempo patrimoni architettonici e culturali altrimenti irrecuperabili. Di recente un trafiletto su un settimanale ha richiamato la mia attenzione: la giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha varato un bando da dieci milioni di euro riservato a giovani coppie o famiglie per favorire l’acquisto o la ristrutturazione di una casa d’abitazione in uno dei 119 Comuni dell’Appenino emiliano-romagnolo. Da 10 a 30 mila euro a fondo perduto per il recupero di un patrimonio edilizio a rischio di totale o parziale degrado.
Camminando e conversando per strade, sentieri, sottoboschi montani, magari nella pura e semplice ricerca di luoghi sconosciuti, di nuove suggestioni, di un luogo tranquillo in cui gustare il creato lontano dalla cacofonia e della frenesia lavorativa, si prova una sensazione particolare; perfino il dialogo tra parenti o amici si fa più silenzioso, non concitato, quasi rispettoso del dialogo del vento con le fronde degli alberi, attenti al richiamo della coturnice, del picchiettio o del richiamo del picchio. L’emozione per un incontro fortuito con la volpe o il capriolo e la sorpresa per la vivacità aerea dello scoiattolo sui rami più alti.
Questo magari per un giorno di gita in montagna per chi vive e lavora in città… ma chi nel borgo ci vive, può gustare, volendo, tutta la meraviglia della natura perché ci vive dentro. E, se incontri qualcuno, viene spontaneo almeno un cenno di saluto, senza la fretta e la chiusura impersonale del marciapiede.
Una fortuna, purtroppo solo teorica, quella dei borghi valligiani della Slavia, quando già negli anni difficili della ricostruzione dopo il terremoto di 44 anni fa, leggi favorevoli dello Stato permisero di ristrutturare, di salvaguardare buona parte del patrimonio edilizio locale. Nel frattempo una politica regionale miope ed autolesionista – al contrario di quanto è stato possibile fare per arginare il degrado demografico nelle province autonome del Trentino e del Sud Tirolo – ben poco ha fatto per mantenere vitale, produttivo e dinamico il territorio montano che rappresenta almeno la metà del territorio regionale. Oggi ci ritroviamo con migliaia di case vuote, specie nella fascia territoriale confinaria, le porte sprangate, gli orti invasi di rovi e ortiche, gli ex-prati coperti da boschi cedui, residui di un’economia montana che non ha potuto svilupparsi. Ma le case hanno ancora i rispettivi padroni, magari figli o nipoti di chi le abitava ed è possibile ipotizzare che molti di essi, con opportuni contributi economici, si sentirebbero in grado di ritornarvi, complice lo stesso rischio della pandemia e le possibilità offerte dallo smart working.
Chissà cosa potrebbe cambiare se anche la regione Friuli Venezia Giulia prendesse ad esempio iniziative similari a quelle emiliano-romagnole citate. Ne guadagnerebbe l’ambiente, la salute di nuove generazioni coraggiose e, almeno per essi, una vita più vivibile magari senza eccessive rinunce al falso e rischioso benessere dei grandi agglomerati urbani.
https://www.dom.it/dove-si-puo-sentire-il-gorgoglio-del-ruscello/
5 ott 2020
Ancora senza cura nelle lingue locali
È trascorso un anno da quando l’ex parroco di Tarvisio/Trbiž, don Claudio Bevilacqua, ha annunciato alle parrocchie della Collaborazione pastorale le proprie dimissioni. Bevilacqua, che ora ha 76 anni, ha guidato la parrocchia di Tarvisio, allora sede foraniale, dal 2002 al 2019. Ha assunto la decisione di lasciare l’incarico di concerto con l’arcivescovo Mazzoccato, dopo avere rilevato come l’incarico gli fosse da tempo gravoso. Negli ultimi anni, infatti, è mancato dapprima mons. Dionisio Mateucig (parroco a Camporosso/Žabnice e rettore al santuario di Lussari/Svete Višarje), quindi don Giuseppe Morandini (parroco a Fusine, Cave del Predil e referente della comunità di Coccau) e, infine, don Mario Gariup (parroco a Ugovizza/Ukve e Malborghetto-Valbruna/Naborjet-Ovčja vas).
A novembre 2019 l’incarico di parroco della Collaborazione pastorale di Tarvisio, con la cura delle parrocchie di Tarvisio, Camporosso, Fusine, Cave del Predil, Ugovizza e Malborghetto-Valbruna, è stato assunto da don Alan Iacoponi. Ha 43 anni e prima ha prestato servizio, da vicario parrocchiale, a Gemona del Friuli. È nato in Bolivia ed ha origini toscane. Ad aiutarlo in pianta stabile nelle parrocchie della Valcanale, come vicario parrocchiale, in questo momento c’è solo don Gabriel Cimpoesu, che ha 44 anni e viene dalla Romania.
Nel presentarsi alla comunità, l’anno scorso don Iacoponi aveva mostrato molta apertura, promettendo che avrebbe imparato anche lo sloveno e il tedesco.
Con l’eccezione di Lussari/Svete Višarje, nell’ultimo anno nella vita religiosa di Ugovizza e Camporosso lo sloveno è stato presente soprattutto su iniziativa dei fedeli, che hanno contribuito con letture, quando non con qualche preghiera bilingue; a Valbruna col canto. Un certo coinvolgimento rispetto alla multiculturalità della fede locale è stato dimostrato da don Giovanni Driussi, che tra novembre 2019 e settembre di quest’anno ha prestato aiuto nelle parrocchie della Collaborazione pastorale soprattutto nei fine settimana.
Escludendo p. Peter Lah, che si occupa del santuario di Lussari in particolar modo nei mesi estivi, nel nuovo anno pastorale della Valcanale ancora non c’è cura spirituale in sloveno e nelle altre lingue tradizionali. Questa situazione si protrae da novembre dell’anno scorso, quando, poco prima dell’arrivo di don Iacoponi a Tarvisio, è partito p. Jan Cvetek. Il padre francescano, che ha 39 anni e proviene da Bohinj, aveva prestato aiuto soprattutto nelle parrocchie di cui fino alla morte era stato titolare don Mario Gariup, ovvero a Malborghetto, con le filiali di Bagni di Lusnizza, Santa Caterina e Valbruna/Ovčja vas, e Ugovizza/Ukve.
Allo scadere del relativo accordo tra l’arcidiocesi di Udine e la provincia francescana slovena i fedeli della Valcanale hanno preparato una lettera, con cui hanno chiesto agli esponenti del clero diocesano competenti di accogliere nuovamente p. Cvetek nell’arcidiocesi di Udine, indirizzandolo alle loro comunità. La lettera è stata sottoscritta da un migliaio di fedeli da tutte le località valcanalesi – e nella valle risiedono circa cinquemila abitanti. Il documento è stato consegnato dai rappresentanti di varie parrocchie della Valcanale all’arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzoccato, già a dicembre dell’anno scorso. La risposta alla lettera, tuttavia, deve ancora arrivare, così come la cura delle anime nelle lingue locali.
ultimi commenti 👁️🗨️
Ivan Trinko
evidenzia
DIKLE
𝐃𝐈𝐊𝐋𝐄 𝐙𝐠𝐨𝐝𝐨𝐯𝐢𝐧𝐚 𝐬𝐩𝐨𝐦𝐢𝐧𝐨𝐯 | 𝐃𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐞𝐦𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 Žensko izseljevanje iz Nediških dolin L...