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Questo blog parla delle minoranze linguistiche del Friuli:SLOVENA,FRIULANA eTEDESCA,articoli dei giornali della minoranza slovena,degli usi,costumi,eventi e tanto altro.Buona lettura.OLga

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Visualizzazione post con etichetta letteratura italiana. Mostra tutti i post
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23 mag 2022

LUNEDì IN POESIA

 

Tegoli rinfrescati dalla pioggia


FOTOGRAFIA © PINK MAMMA

.

DIEGO VALERI

FINESTRA

Tegoli rinfrescati dalla pioggia:
bruni, rossastri, gialli, gridellini;
la spalletta bianchiccia d’una loggia;
un lustreggiar di vetri d’abbaini.

Sopra: mazzi di nuvole sbocciate:
peonie ardenti e pallide viole;
e un riddare di rondini rosate
dentro l’estremo fiammeggiar del sole.

(da Poesie, Mondadori, 1962)

Diego Valeri

.

Un idillio in cui protagonisti sono i colori: il poeta veneto Diego Valeri attinge alla sua tavolozza per raccontare quello che vede dalla finestra, i tetti bagnati dalla pioggia ormai passata, i palazzi con i loro balconi, il cielo che si apre, i fiori di primavera che esplodono come fuochi nei giardini.

Diego Valeri (Piove di Sacco, 25 gennaio 1887 – Roma, 27 novembre 1976), poeta, traduttore e accademico italiano, fu ordinario di Letteratura Francese all’Università di Padova per oltre vent’anni, tranne nel periodo 1943-45 quando riparò in Svizzera come rifugiato politico.

16 mag 2022

ROSE

 


Rose...

Le cose
che fai vecchio mio,
possono essere bellissime,
ma ahimè ahimè,
Se non le fai con il cuore
sì vede e si vedrà sempre.
Romanticismo non significa
regalare rose.
Romanticismo significa coltivarle.
(Alda Merini)
Le rose fotografate ieri a Cortello, un grazioso borgo fuori Udine sono di Elvia Franco

11 mag 2022

E' MAGGIO di Giovanni Pascoli

 




A maggio non basta un fiore.

Ho visto una primula: è poco.

Vuoi nel prato le prataiole:

è poco: vuole nel bosco il croco.


È poco: vuole le viole; le bocche

di leone vuole e le stelline dell'odore.

Non basta il melo, il pesco, il pero.

Se manca uno, non c'è nessuno.

È quando è in fiore il muro nero

è quando è in fiore lo stagno bruno,

è quando fa le rose il pruno,

è maggio quando tutto è in fiore.

8 mag 2022

Ascoltavo la pioggia


 Ascoltavo la pioggia

(Alda Merini)
Ascoltavo la pioggia
domandare al silenzio
quale fragile ardore
sillabava e moriva.
L’infinito tendeva
ori e stralci di rosso
profumando le pietre
di strade lontane.
Mi abitavano i sogni
odorosi di muschio
quando il fiume impetuoso
scompigliava l’oceano.
Ascoltavo la pioggia
domandare al silenzio
quanti nastri di strade
annodavano il cuore.
E la pioggia piangeva
asciugandosi al vento
sopra tetti spioventi
di desolati paesi.

27 apr 2022

Poesia di Adriano Grande

 




ADRIANO GRANDE

APRILE

Aprile: oh, rischiararsi
tanto atteso del tempo! Fuga alterna
d'ali nel cielo; sopra i vetri, e dentro
le stanze chiuse, gioco
continuo di riflessi
limpidi e caldi. In me, segretamente,
dacché son reso schiavo
della grigia vecchiezza,
non vivo che di questi
alimenti incorporei, gratuiti
e senza peso. Invento un'esistenza
tutta di madreperla che di luce
solamente si nutra.
                              E duri eterna.

(da Poesie (1929-1969), Mursia, 1970)

Adriano Grande (Genova, 1° luglio 1897 - Roma, 1972), poeta italiano. Appartenne alla “linea ligure” post-vociana e post-rondista. La sua tonalità affettuosa e serenamente dolente tende a esprimere i moti dell’animo in bella misura melodica, con espressione mai ermetica.

dal web

24 apr 2022

POETI di Lucio Mariani

 


LUCIO MARIANI

POETI

I piedi leggeri sul selciato
sanno sfiorare i brividi d'un lago
come soffi obliqui al vortice.
Così passano indenni i poeti
dai portici alla piazza
le tasche gonfie di guanti da sfida
avvolta l'anima deforme
nelle carte gualcite, nei giornali,
il naso è una prua che s'impenna
sull'arte del sorriso ignorato.
Da giocatori di superfluità
conoscono a memoria
le regole del vuoto.

(da Bestie segrete, Crocetti, 1987)

.

“Forse si vive altrove” recita un verso di Lucio Mariani. Forse i poeti vivono altrove, pur essendo qui tra i portici della piazza: calpestano il selciato, sì, con i loro corpi e i loro nasi e il peso delle carte, con le anime deformate dal vivere, ma le loro antenne captano “segnali convulsi, gagliardetti / di latta, pinnacoli che confondono / i giochi della sorte”.

https://cantosirene.blogspot.com/search/label/poesia%20italiana

.

15 apr 2022

Il cielo è di tutti

 lI 14 aprile 1980 moriva Gianni Rodari, il padre della letteratura infantile e per ragazzi. L’autore di poesie, racconti, favole, amatissimo ancora oggi, ci ha regalato questa preziosa poesia contro quelli che sono i confini, le discriminazioni, le ingiustizie. Infatti, nonostante i destinatari primari siano i bambini, i versi di Gianni Rodari colpiscono anche il cuore degli adulti, facendoli riflettere ed emozionare.


il cielo è di tutti gli occhi
di ogni occhio è il cielo intero.
È mio, quando lo guardo.
È del vecchio, del bambino,
del re, dell’ortolano,
del poeta, dello spazzino.
Non c’è povero tanto povero
che non ne sia il padrone.
Il coniglio spaurito
ne ha quanto il leone.
Il cielo è di tutti gli occhi,
ed ogni occhio, se vuole,
si prende la luna intera,
le stelle comete, il sole.
Ogni occhio si prende ogni cosa
e non manca mai niente:
chi guarda il cielo per ultimo
non lo trova meno splendente.
Spiegatemi voi dunque,
in prosa od in versetti,
perché il cielo è uno solo
e la terra è tutta a pezzetti


Gianni Rodari


2 apr 2022

Ada Negri - Piove | Poesia malinconica sulla pioggia

Dopo cento giorni,finalmente è arrivata la pioggia 

 

PIOVE di Ada Negri

Piove da un'ora soltanto,

ma il bimbo pensa che già piove da tanto, sopra la grande città. Piove sui tetti e sui muri, piove sul lungo viale, piove sugli alberi oscuri con ritmo triste e uguale; piove; e lo scroscio si sente giungere dalle vetrate, che versano lacrime lente come fanciulle imbronciate. Piove; e laggiù sulla via e in ogni casa, già invade l'intima malinconia di quella pioggia che cade.

29 mar 2022

E' PRIMAVERA

 


Il sole batte, con le dita d'oro,

alle finestre. Uno squittìo sottile
è sui tetti. Nell'orto la fontana
ricomincia a cantare. È primavera.
La chiesa, in alto, con le croci accese
i monti immensi con le cime rosa,
le strade bianche con gli sfondi blù.
È primavera. È primavera. Il cielo
spiega gli arazzi delle nubi al vento.
L'albero gemma. Verzica la terra.
Nel cortile la pergola è fiorita.
Ai balconi: le donne in vesti chiare.
È primavera. È primavera. Il mare
ha un riso azzurro e un brivido di seta.


Giuseppe Villaroel (Catania26 ottobre 1889 – Roma10 luglio 1965) è stato un docentepoeta e giornalista italiano.

26 mar 2022

Rondini stanche

 


LEONARDO SCIASCIA

BALLERINE IN TRENO

Vestono gonne lunghe, hanno sciarpe
d’arcobaleno – e si abbandonano affrante,
allungano le gambe sui sedili.
Lamentano il conto dell’albergo,
l’affanno della partenza, il sonno
reciso all’alba.
I loro nomi – Monica, Marisa –
hanno la triste luce delle perle
che le ragazze comprano alle fiere.
Povere, loquaci rondini che migrano
da un deserto a un deserto,
rondini stanche senza primavera.

Chiudono gli occhi; un freddo
velo di sonno segna i loro volti,
un’infanzia di pena affiora: bianca,
appena viva del respiro
sull’iride squillante delle sciarpe.

(da La Sicilia, il suo cuore, Bardi, 1952)

https://cantosirene.blogspot.com/search/label/poesia%20italiana

Leonardo Sciascia è stato uno scrittore, giornalista, saggista, drammaturgo, poeta, politico, critico d'arte e insegnante italiano. Spirito libero e anticonformista, lucidissimo e impietoso critico del nostro tempo, Sciascia è una delle grandi figure del Novecento italiano ed europeo. Wikipedia

20 mar 2022

PRIMAVERA

 


PIERLUIGI CAPPELLO

PRIMAVERA

Quanto pesano gli occhiali stasera;
di tante negli ostinati giardini
soltanto una rima: la primavera.

(da Azzurro elementare, Rizzoli, 2013)


Alle 16.33, con l’equinozio, entreremo ufficialmente nella primavera – in realtà già ce ne siamo resi conto, già apprezziamo i fiori e le gemme nei giardini e la dolcezza delle sere sempre più lunghe, come quella che colpisce il poeta friulano Pierluigi Cappello e gli fa ravvisare la presenza della nuova stagione: “tal screi di vierte d’aur; / un rai – chest prin – ch’al è / par colorâmi me” (nell’apertura d’oro / della primavera; un raggio – questo primo – / che sta per colorare me).

.

8 mar 2022

Poesia di Alda Merini


 A TUTTE LE DONNE

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso

sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.

Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.

Alda Merini

6 mar 2022

OMAGGIO A PASOLINI

 

SUPPLICA A MIA MADRE

È difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.


Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.

Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.

Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.

E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame
d’amore, dell’amore di corpi senza anima.

Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:

ho passato l’infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.

Era l’unico modo per sentire la vita,
l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.

Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.

Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…

(da Poesia in forma di rosa, Grazanti, 1964)

da https://cantosirene.blogspot.com/

5 mar 2022

Per i cento anni della nascita




dal web

ALLA MIA NAZIONE

 Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico

ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.

Pierpaolo Pasolini

 Tutte le poesie (Mondadori, 2003)

Pier Paolo Pasolini (Bologna5 marzo 1922 – Roma2 novembre 1975[1]) è stato un poetasceneggiatoreattoreregistascrittore e drammaturgo italiano. Culturalmente versatile[2], si distinse in numerosi campi, lasciando contributi anche come pittoreromanzierelinguistatraduttore e saggista.

Attento osservatore dei cambiamenti della società italiana dal secondo dopoguerra sino alla metà degli anni settanta nonché figura a tratti controversa, suscitò spesso forti polemiche e accesi dibattiti per la radicalità dei suoi giudizi, assai critici nei riguardi delle abitudini borghesi e della nascente società dei consumi, come anche nei confronti del Sessantotto e dei suoi protagonisti. Il suo rapporto con la propria omosessualità fu al centro del suo personaggio pubblico[3].WIKIPEDIA

Paglia e farfalle

 



Marzo rimescola paglia e farfalle
nell’aria più liscia.
Affondo il piede nella buca
di terra che la talpa
ha rimosso da poco.

(da La vigna vecchia, Mondadori, 1956)

Leonardo Sinisgalli

3 mar 2022

La luna di Kiev

 


La luna di Kiev


GIANNI RODARI

LA LUNA DI KIEV

Chissà se la luna
di Kiev 
è bella 
come la luna di Roma, chissà se è la stessa 
o soltanto sua sorella… 
«Ma sono sempre quella! 
- la luna protesta - 
non sono mica 
un berretto da notte 
sulla tua testa! Viaggiando quassù 
faccio lume a tutti quanti, 
dall’India al Perù, 
dal Tevere al Mar Morto 
e i miei raggi viaggiano 
senza passaporto».

(da Filastrocche in cielo e in terra, 1960)

27 feb 2022

RONDINI STANCHE

 

Rondini stanche



LEONARDO SCIASCIA

BALLERINE IN TRENO

Vestono gonne lunghe, hanno sciarpe
d’arcobaleno – e si abbandonano affrante,
allungano le gambe sui sedili.
Lamentano il conto dell’albergo,
l’affanno della partenza, il sonno
reciso all’alba.
I loro nomi – Monica, Marisa –
hanno la triste luce delle perle
che le ragazze comprano alle fiere.
Povere, loquaci rondini che migrano
da un deserto a un deserto,
rondini stanche senza primavera.

Chiudono gli occhi; un freddo
velo di sonno segna i loro volti,
un’infanzia di pena affiora: bianca,
appena viva del respiro
sull’iride squillante delle sciarpe.

(da La Sicilia, il suo cuore, Bardi, 1952)

Leonardo Sciascia (Racalmuto, 8 gennaio 1921 – Palermo, 20 novembre 1989), scrittore e poeta italiano.  Spirito libero e anticonformista, lucidissimo e impietoso critico del nostro tempo, all'ansia di conoscere le contraddizioni della sua terra e dell'umanità, unì un senso di giustizia pessimistico e sempre deluso.https://cantosirene.blogspot.com/

24 feb 2022

L' aquilone

 



C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole,

anzi d'antico: io vivo altrove, e sento
che sono intorno nate le viole.

Son nate nella selva del convento
dei cappuccini, tra le morte foglie
che al ceppo delle quercie agita il vento.

Si respira una dolce aria che scioglie
le dure zolle, e visita le chiese
di campagna, ch'erbose hanno le soglie:

un'aria d'altro luogo e d'altro mese
e d'altra vita: un'aria celestina
che regga molte bianche ali sospese...

sì, gli aquiloni! E' questa una mattina
che non c'è scuola. Siamo usciti a schiera
tra le siepi di rovo e d'albaspina.

Le siepi erano brulle, irte; ma c'era
d'autunno ancora qualche mazzo rosso
di bacche, e qualche fior di primavera

bianco; e sui rami nudi il pettirosso
saltava, e la lucertola il capino
mostrava tra le foglie aspre del fosso...

https://www.libriantichionline.com/divagazioni/giovanni_pascoli_aquilone

Giovanni Pascoli

20 feb 2022

L'erba di Alfonso Gatto

 


L’erba, il silenzio, il muovere dell’ombra

soli, nel pianto tuo della mattina,
l’erba, il silenzio, il muovere dell’ombra
e gli steli del vento. Il tuo sollievo
è di vederti calma nell’attesa
ch’io giunga da lontano, il tuo riposo
è la speranza d’incontrarci a sera
per caso in un inverno.
Lasciarti per sparire,
per essere il tuo cielo dove guardi
senza rimorsi, avere il tuo rimpianto,
la tua memoria, le tue mani vuote…
Forse è più dolce piangermi che avermi.

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