La mostarda di picecûi
Testo e immagini di Michela Urbano
L’autunno è la stagione ideale per raccogliere i falsi frutti della rosa canina: i cinorrodi.
E’ facile individuare gli arbusti di rosa canina innanzi tutto perché sono diffusi su tutto il
campagna le boscaglie rade e i pendii assolati. E poi perché i lunghi rami spinosi,
puntellati di cinorrodi in variazioni di rosso, rallegrano il panorama dalle cromie marroni,
tipicamente autunnali.
La raccolta è tradizionalmente consigliata “dopo la prima gelata”, affinché il freddo
agevoli la rottura della membrana cellulare dei cinorrodi, permettendo così di attingere
alle loro molteplici proprietà benefiche.
Permettetemi una riflessione: sappiamo bene che le temperature si sono notevolmente
alzate, le gelate arrivano molto più in là del periodo ottimale di raccolta e i notevoli sbalzi
termici e le piogge abbondanti creano un facile proliferare di muffe e batteri.
Pertanto mi sento di raccomandarvi la massima attenzione nel raccogliere cinorrodi sani e
integri, turgidi anche se leggermente più aspri nel gusto.
Una volta raccolti i cinorrodi vanno divisi a metà e privati dei frutti e peluria interna. Per
questa operazione vi consiglio di utilizzare dei guanti, la peluria sebbene non sia velenosa
all’ingestione è piuttosto urticante per tutte le mucose,
I suoi tanti nomi popolari come picecûi , spicecȗl o forecȗl, la dicono lunga su questo
effetto poco desiderato.
Con i cinorrodi ben puliti e lavati potrete sbizzarrirvi in molteplici preparazioni come
confetture, marmellate, melliti, infusi, decotti, fermentazioni.
Attenzione però, sebbene il cinorrodo delle rose (eh sì, non solo quello della rosa canina!)
sia famoso per l’altissimo contenuto di vitamina C questa oltre a essere idrosolubile è
particolarmente termolabile, pertanto se oltrepasserete la soglia dei 36°C svanirà.
Non disperate, esistono ben altre 129 proprietà che giustificano il valore, e quindi la
raccolta, di questo dono della natura.
Oggi vi lascio una ricetta speciale, dono dell’amica Isabella de Crignis, nota rifugista, che
per ben 36 stagioni ha gestito, insieme al marito, il rifugio Pelizzo sul monte Matajur:
La mostarda di picecûi:
Raccogliete 300 gr di cinorrodi di rosa canina.In una pentola capiente portate a bollore
250 ml di vino bianco con 50 ml di aceto di susine, 150 gr di zucchero, 150 gr di succo di
uva americana, 1 stecca di cannella, 8 chiodi di garofano,1 piccola cipolla,1 spicchio di
aglio di Resia, 2 mele cotogne con la buccia, 8 bacche di ginepro, 4 foglie di alloro, la
scorza di un limone,1 cucchiaino di senape in polvere, timo selvatico e basilico, sale
quanto basta. Fate ridurre e passate al setaccio. Aggiungete i “picecûi” puliti e portate a
cottura.Passate al passaverdura per ottenere una purea. Invasate e pastorizzate a 90°C
per 25 minuti.Isabella serve la sua mostarda in particolare con il lesso e i formaggi
invecchiati.
da Vita nei campi
In inverno preparo bevande alla rosa canina. È gustoso e sano!
RispondiEliminaCara Olga,
RispondiEliminaLa rosa canina è buona e deliziosa.
Abbracci,
Mariette
Interesting post. I like the wild rose very much.
RispondiEliminaOlga, I salute you and I wish you a good Thursday!
šípek je zdravý mňam dala bych si Olgo♥
RispondiEliminaOttima ricetta!
RispondiElimina