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17 gen 2022

Per non dimenticare

  dal blog di Enrica 

Trieste era stata occupata dalle truppe del Regno d'Italia il 3 novembre 1918, al termine della prima guerra mondiale, e poi ufficialmente annessa all'Italia con la ratifica del Trattato di Rapallo del 1920.

Subito dopo la prima guerra mondiale il Friuli Venezia Giulia risultava una regione colpita duramente.



 Le difficoltà economiche e sociali e il vuoto politico, e la non sentita appartenenza al territorio italiano, hanno disorientato le forze politiche presenti sul territorio.

La mancanza di dialogo tra cattolici e repubblicani e movimenti operai più vicini al partito socialista, hanno creato un vuoto che è stato subito riempito dall’ideologia estremista del nazional socialismo.

L’illusione che questi ideali davano, la sensazione di poter risolvere tutto attraverso la potenza nazionale, risultava affascinante in quella parte della piccola borghesia, che era molto frustrata e arrabbiata con tutti e contro tutti, contro il governo italiano che mancava nell’organizzazione e nella precisione, rispetto al governo austro-ungarico che di Trieste e del Friuli aveva fatto la fortuna, arrabbiata contro i nuovi ricchi, contro i proletari, la piccola borghesia era pronta a difendere uno stato di cose che non esistevano più nella realtà non avevano più nulla da conservare…..

Il programma di uno stato forte e potente, l’espansione economica, la voglia di reprimere le lotte sociali e proletarie, ma soprattutto impedire che la Jugoslavia disponesse di città portuali per evitare qualunque concorrenza economica, furono i temi che convinsero molti cittadini triestini ad aderire al fascio triestino di combattimento, guidati e organizzati da uno dei più esperti e disonesti uomini senza remore morali, chiamato Francesco Giunta. Sotto la guida di questo personaggio iniziano nel 1920 le “nobili azioni risolutive” che divennero il modello per tutto lo squadrismo italiano.

Incendiarono l’albergo Balcan, era la sede della Casa del popolo, spacciando quest’azione come un sacra santa vendetta nazionale, non bastava bruciare, il Balkan venne anche mitragliato, anche altri importanti edifici come quello di Pola vengono danneggiati,



succede così che i fasci di combattimento in Trieste e in Friuli Venezia Giulia danno l’avvio ad un movimento che a parole era di rinnovamento nazionale, ma in realtà lo steso Giunta definiva :

“ Lasciando molti morti sulle strade il fascismo giuliano marcia ognor più speditamente verso la meta”.

Il 20 settembre 1920 Mussolini visita Trieste e ne rimane favorevolmente colpito.


16 gen 2022

I SOGNATORI DI LUBIANA

 


«Gli piacevano le nebbiose serate autunnali, nelle quali si vede solo ciò che è davvero vicino. In quel piccolo mondo circoscritto nel raggio di un metro, delimitato da punti di umidità condensata, in cui non c’è posto per nessun altro, poteva fingere di essere solo: per strada, nella città, nel mondo».


I Sognatori di Lubiana, romanzo di Dino Bauk – avvocato ed editorialista del settimanale "Mladina" – ha vinto il premio per il miglior esordio alla Fiera del libro di Lubiana ed è stato tra i finalisti del Premio Kresnik, come miglior romanzo della Slovenia.

È ambientato tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, gli anni in cui tutto quello che sembrava certo, solido, eterno, cominciò a sfasciarsi: crollò il Muro di Berlino, si dissolse la cortina di ferro, si frantumò quella che sembrava una virtuosa unione di sei repubbliche socialiste.  

Il protagonista è Denis, un ragazzo che sull’autobus si siede sempre in fondo, nell’ultima fila, per avere una visuale su tutto, osservare gli sconosciuti, indovinare il lavoro che fanno e inventarsi delle storie. I suoi amici sono Peter e Goran; insieme hanno una band nella quale lui suona il basso, non perché sia particolarmente bravo ma perché quello è l’unico ruolo libero. È un bassista nella media, molto meglio come cantante perché con la sua voce rotta dà colore alla musica.

Un giorno, sull’autobus che dal Villaggio porta al centro di Lubiana, sale Mary, una ragazza mormone giunta nel paese comunista per una missione di evangelizzazione. Denis l’aggancia, inizia una relazione che ben presto è costretta a morire: Il 23 dicembre 1990, infatti, si tenne un referendum sull'indipendenza nella Repubblica di Slovenia che decretò di fatto l’espulsione di migliaia di cittadini. Fra questi c’era anche Denis, che a differenza di Peter, diventato un burocrate e Goran, un manager corrotto, si è ritrovato a combattere con una divisa militare della tribù X, «…a girovagare per una cittadina desolata dalla quale erano fuggiti tutti gli appartenenti alla tribù Y e Z. Si era abituato all’uniforme, all’elmetto e al kalashnikov, ai villaggi e alle piccole città deserte che incontravano a ogni loro avanzata…».

Questo dice Denis dopo essere entrato in una casa dalla quale gli abitanti sono fuggiti:

«Nello specchio, come ultima persona a lasciare l’abitazione, si è riflesso il padre, in uniforme mimetica, la stessa che indosso io, solo il nastro sopra il gomito destro è di un colore diverso, e però entrambi i colori per i daltonici sono un grigio (cazzo, ci faremmo la guerra tra di noi in mezzo a queste maledette montagne se fossimo tutti daltonici, se non riuscissimo a distinguere i colori?)».

Un romanzo pieno di suggestioni e di musica che alla fine ti invoglia ad andare su Youtube per cercare i video dei gruppi Azra e EKV: voci del dissenso, del malessere e del desiderio di fuga, in quegli anni in cui la Jugoslavia si dissolse.

Nella postfazione, Svetlana Slapšak definisce il romanzo di Bauk “come un dropbox della memoria”, un dropbox nel quale confluiscono i ricordi, i pensieri, i messaggi e le lettere non spedite di tutti i protagonisti, compresa Mary, la ragazza mormone che non ha mai dimenticato quei giorni nei quali, oltre a conoscere Denis ha anche trovato il coraggio per fuggire dalla comunità. 

«Mentono allo stesso modo anche le fotografie e le registrazioni che conserviamo unicamente negli scomparti della memoria? Le cose sono accadute proprio come ce le ricordiamo?» pensa Mary.

Probabilmente è così ma è di conforto pensare che ci sia una nuvola virtuale nella quale confluiscono e si intreccino i pensieri e i ricordi di persone che non si ha più avuto occasione di rivedere. Come dice Denis alla fine: «Forse esiste un punto nello spazio e nel tempo nel quale torneremo a incontrarci, un punto in cui tutto ritornerà al suo posto, il punto del perfetto equilibrio».
https://www.crunched.it/leggere/1490-i-sognatori-di-lubiana-dino-bauk.html

Dino Bauk (nato nel 1972) è un avvocato e scrittore sloveno . Ex funzionario pubblico, ha raggiunto la ribalta letteraria con il suo romanzo d'esordio The End. E ancora ( Konec. Znova , 2015). Il libro ha vinto il premio per il miglior debutto alla Fiera del libro slovena ed è stato selezionato per il premio Kresnik come miglior romanzo dell'anno. È noto anche per i suoi racconti e le sue rubriche sul settimanale sloveno Mladina . 

Gnocchetti ripieni alla carnica


 Gnocchetti ripieni del Paradiso

di Roberto Zottar
Gli gnocchi, nella loro semplicità, rispecchiano la nostra multiforme identità culinaria, fatta di tanti campanili e varietà gastronomiche, e raccontano, in modo corale, storie e tradizioni differenti. Cibo povero antichissimo, gli gnocchi sono diversamente preparati con varie farine, semolino, mais, pane, ricotta, zucca, spinaci, verdure e tuberi, anche se inizialmente l’impasto era di sola farina e acqua. Il termine gnocco infatti significa “nodo” e rimanda più a qualcosa di duro: si doveva trattare quindi di impasti difficoltosi da deglutire, dei veri e propri “strangolapreti”.
La patata è arrivata dall’America con Colombo, ma in Friuli inizia a essere coltivata dal conte Asquini a Fagagna solo nel 1765. La grave carestia dell’anno precedente la fa diventare un “nuovo” pane per i poveri che iniziano a integrarla alle farine, ricetta che però non prese mai piede a causa della consistenza del pane di patate che si scioglieva una volta bagnato e non poteva quindi essere utilizzato come base delle zuppe, uno degli alimenti cardine della gastronomia dell’epoca. Per una ricetta di gnocchi di patate come li intendiamo oggi, però, bisogna aspettare il 1801 col libro “Il Cuoco Galante” di Vincenzo Corrado a Napoli.
A Roma gli gnocchi rappresentavano il piatto del giovedì, secondo il detto "giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa!”, sottolineando l'importanza del giovedì come giorno quasi festivo, che necessita d'un piatto gustoso e che anticipa quello di magro del giorno successivo.
Per poter ottenere gnocchi di patate sodi esistono vari accorgimenti, come l'uso di patate vecchie, e l'accortezza di impastare poco: più si impasta la pasta, più duri risulteranno gli gnocchi. Anche la pezzatura influisce sul risultato finale: più vengono preparati di dimensioni elevate e più saranno morbidi. Le ricette locali prevedono l’aggiunta di uova intere a farina e patate, ma io preferisco usare solo tuorli. Oggi vi propongo gli “gnocchetti ripieni alla carnica” che molti anni fa erano serviti in una trattoria il cui nome è lo stesso del luogo, Paradiso. Fate una pasta per gnocchi con 1 kg di patate, un tuorlo e 250 g di farina. Per il ripieno soffriggete scalogno tritato e salsiccia sgranata, sfumate con vino bianco, portate a cottura e scolate il grasso. Aggiungete montasio (formaggio) grattugiato, e con questo farcite degli gnocchetti di patate non più grandi di una noce. Cuoceteli in acqua salata e servite con burro cotto nocciola con foglie di salvia e spolverate con “scuete fumade” (ricotta affumicata) grattugiata.https://www.facebook.com/vitaneicampi

La lana-volna


 Vouna


So strile ouce.
So predle vouno
So ložle dvje niti ukop
anu povile klovac

Lana

Tosavano le pecore.
Filavano la lana.
Mettevano due fili assieme
e facevano la matassa.

filatoio o corleta o gorleta
per filare la lana

15 gen 2022

Io e il Covid

 


Io da due anni esco da casa solo per fare la spesa,nessun bar o ristorante mi ha visto.Mi chiederete perchè:ho paura di infettarmi col covid.Il 24 gennaio mi sottoporrò al booster,spero che vada tutto bene.Finora nè io nè mio marito abbiamo avuto effetti collaterali.E voi come vi comportate?

Siamo nel 2022. È ora di una svolta/Smo v letu 2022. Čas je za preobrat


La questua dei Re Magi il 6 gennaio a Valbruna/Koledovanje Svetih treh kraljev 6. januarja v Ovčji vasi



Al di là degli imprevedibili sviluppi della pandemia, per Benecia, Resia e Valcanale nell’anno nuovo si presentano nuove opportunità che, se colte e sfruttate al meglio, potrebbero segnare la tanto attesa inversione di rotta verso un futuro migliore.

Il consigliere regionale Giuseppe Sibau si attende molto dall’inserimento delle valli del Natisone e del Torre nella Strategia nazionale per le aree interne. «L’ok di Roma dovrebbe giungere in breve, è questione di qualche mese. Almeno questa è la sensazione trasmessami dall’assessore Stefano Zannier», riferisce. Poi spiega: «L’Europa prevede ogni anno finanziamenti per aree interne montane, ma se ne può usufruire solo se si rientra nei territori che vi sono inseriti. Nella scorsa legislatura erano previsti ogni anno 7,8 milioni di euro per le aree interne del Friuli Venezia Giulia, ma noi non ci rientravamo. Debora Serracchiani ci diceva che avrebbe compensato la Regione, ma poi arrivavano fondi per un decimo rispetto a quanto sarebbe potuto arrivare. Adesso la situazione cambierà e non è poca cosa. Aree interne sono considerate zone marginali e con un forte calo demografico, nelle quali è necessario mantenere un presidio umano, per cui beneficeremo di tutte le nuove iniziative».

È restata nel cassetto, invece, la proposta di legge per la montagna predisposta un anno fa da Sibau e dal collega Emanuele Zanon. «L’assessore Zannier ha ritenuto che con l’avvio delle Comunità di montagna ci siano tutti gli strumenti per intervenire efficacemente e non sia necessaria una nuova legge, che graverebbe sull’aspetto burocratico», fa sapere Sibau.

Il consigliere regionale di Iesizza vede rosa anche perché «oggi la Regione dispone di una sufficiente riserva economica, di conseguenza si potranno realizzare nelle nostre valli diversi interventi di sviluppo turistico e promozione del territorio, proseguendo in un impegno già iniziato. In questo e nel prossimo mese sono già in programma riunioni per mettere a punto progetti di rilancio. Ad esempio, potranno arrivare a traguardo dei progetti di valorizzazione del Natisone».

Anche Alan Cecutti, sindaco di Taipana, guarda all’anno nuovo con ottimismo.

«Nel calendario transfrontaliero, ho formulato l’augurio che il 2022 ci porti felicità nel riprendere i rapporti tra persone e le amministrazioni dei territori, senza dimenticare questo periodo difficile che ha colpito tutti, ma che ci deve far riflettere, nel ridare a ognuno di noi la forza e l’amore per ripartire tutti insieme con nuove collaborazioni, verso lo sviluppo di nuovi progetti, ripartendo con le tradizioni paesane tra festività culturali e gastronomiche, dove l’unione tra natura e sport porterà cambiamenti positivi nelle nostre splendide valli», dice.

«Nell’anno nuovo – prosegue – siamo entrati con notizie positive dalla politica regionale, che ci fanno guardare al futuro con maggiore ottimismo. Mi riferisco al consistente aumento dei fondi per lo sviluppo economico e sociale della fascia confinaria da Tarvisio a Prepotto e per questo va un doveroso ringraziamento all’assessore regionale Pierpaolo Roberti che ha compreso il senso della richiesta giunta dai nostri territori, l’ha accolta e sostenuta fino all’approvazione in Consiglio regionale. E a questo va aggiunto il forte impegno della Giunta regionale, in primo luogo dell’assessore Zannier, affinché anche le valli del Torre e del Natisone entrino nella Strategia nazionale per le aree interne, dalla quale erano state inspiegabilmente escluse dalla precedente amministrazione regionale Serracchiani, ottenendo fondi indispensabili per eliminare le criticità che ne provocano la marginalizzazione».

Il Comune di Taipana in questo 2022 andrà al voto per rinnovare l’amministrazione, così pure quello di Savogna, il cui sindaco, Germano Cendou, evidenzia i problemi che attendono risposta. Uno grosso è il perdurare della chiusura del pronto soccorso dell’ospedale di Cividale. «Va riaperto immediatamente e come amministrazione abbiamo sollecitato la Regione con un apposito documento. Non è possibile che dalle Valli del Natisone si debba andare a Udine per fare otto, dieci ore di attesa per essere curati», afferma.

Sul piano politico, Cendou evidenzia come la Comunità di montagna del Torre e Natisone sia ancora ferma ai nastri di partenza. «Ora come ora è partito solo lo Sportello unico delle attività produttive e il direttore generale non è ancora pienamente operativo, prestando servizio anche in diversi comuni. Noi piccoli Comuni abbiamo bisogno di mettere in comune i servizi di ragioneria, edilizia privata, polizia locale e altri. La Comunità dovrebbe anche predisporre un progetto generale per il nostro territorio nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Auspico anche una stretta collaborazione con la Comunità del Friuli Orientale, magari attraverso un direttore generale in condivisione, che possa avere una visione d’assieme del territorio».

Il sindaco di Savogna tra i probemi locali evidenzia l’urgenza di un intervento sulla viabilità che porta in Slovenia attraverso l’ex valico di Polava-Livek. «La carreggiata è in condizioni disastrose e andrebbe anche ampliata per permettere il passaggio di autobus e favorire così il flusso turistico dalla valle dell’Isonzo».

Cendou è soddisfatto dell’aumento dei contributi per lo sviluppo di Benecia, Resia e Valcanale nell’ambito della legge di tutela. «Ora bisogna lavorare perché quei fondi siano spesi bene, per interventi specifici per la comunità slovena con l’obiettivo di far restare la popolazione sul territorio e richiamare i giovani a vivere e lavorare qui». (Ezio Gosgnach)

continua in sloveno https://www.dom.it/smo-v-letu-2022-cas-je-za-preobrat_siamo-nel-2022-e-ora-di-una-svolta/

La bottiglia è quella

 

La bottiglia è quella


EUGENIO MONTALE

PRESTO O TARDI

Ho creduto da bimbo che non l’uomo
si muove ma il fondale, il paesaggio.
Fu quando io, fermo, vidi srotolarsi
il lago di Lugano nel vaudeville
di un Dall’Argine che probabilmente
in omaggio a se stesso, 
nomen omen,
non lasciò mai la proda. Poi mi accorsi
del mio puerile inganno e ora so
che volante o pedestre, stasi o moto
in nulla differiscono. C’è chi ama
bere la vita a gocce o a garganella;
ma la bottiglia è quella, non si può
riempirla quando è vuota.

(da Diario del ' 71 e del ’72, Mondadori, 1973)

.

Tutto è stato inganno e illusione, dice Eugenio Montale, giunto a 75 anni: il poeta della “teologia negativa” non ha saputo prendere le misure del mondo, inquadrare nel suo schema il passaggio dell’uomo, anche il suo, quei “lineamenti / fissi, volti plausibili o possessi” che citava trentenne in Mia vita, a te non chiedo. Il linguaggio non è ancora in grado, neppure dopo tanto tempo, di tracciare “la parola che squadri da ogni lato / l'animo nostro informe”.

.

ELABORAZIONE GRAFICA CON PAINNT

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LA FRASE DEL GIORNO
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti, / sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
EUGENIO MONTALE, Ossi di seppia




Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981), poeta e scrittore italiano, Gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, ovvero la “teologia negativa” in cui il "male di vivere"  si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.


da https://cantosirene.blogspot.com/



14 gen 2022

Isonzo-Soča

Ljubka Šorli (Tolmino19 febbraio 1910 – Gorizia30 aprile 1993) è stata una poetessascrittrice e insegnante slovena.

Le sue opere sono segnate dall'esperienza della guerra e della persecuzione, e cantano i luoghi della Slovenia, la natura e le tradizioni religiose. Pubblicò inizialmente in riviste parrocchiali di lingua slovena, illegali sotto il Ventennio fascista. Figura schiva e riservata, è stata per lungo tempo sconosciuta anche al pubblico sloveno. Una traduzione in italiano di alcune sue poesie, "Canti spezzati", è stata pubblicata nel 1994.

Isonzo-Soča

 "Gledajo moje oči to lepoto,

napaja ob njej se mi duša -

kakor začarana svetu se umika,

da tajnosti božje posluša."

"Osservano i miei occhi la bellezza,
l'anima mia s'inebria d'essa -
piena d'incanto fugge dal mondo,
porge l'orecchio ai misteri divini."
Ljubka Šorli (1910-1993)
da fb

Plastica monouso, stop dal 14 gennaio e multe per i trasgressori. Tutti ...

13 gen 2022

Covid 19, grande attesa per Paxlovid


 Nel suo aggiornamento mensile, sul sito www.associazionealpi.com, il dott. Mario Canciani, allergo-pneumologo, fornisce notizie pratiche sull’infezione da Coronavirus, basate sulle domande che gli vengono poste più spesso.

PERCHÉ NON SI PARLA PIÙ DI “IMMUNITÀ DI GREGGE”?
A causa delle continue varianti, ogni volta che ne emerge una, la protezione anticorpale deve essere resettata, anche se non del tutto, perché gli anticorpi che abbiamo acquisito continuano a proteggersi, anche se di meno che con le vecchie varianti. Per questi motivi, si stanno studiando dei vaccini adattati all’emergere delle varianti, che verrebbero fabbricati in un breve lasso di tempo, a partire da una base comune, alla quale verrebbe aggiunta l’informazione per la variante

COSA SIGNIFICA IL TERMINE “FLURONA”?
Deriva dall’unione dei termini influenza (flu in inglese) e corona, per significare che ci sono sempre più segnalazioni di infezioni contemporanee da parte di influenza e coronavirus. Questo è un impegno maggiore per il nostro sistema immunitario e trova rafforzata la proposta di vaccinarsi per l’influenza, anche nei bambini

PERCHÈ È POCO UTILE ESEGUIRE I TAMPONI PRIMA DI SITUAZIONI A RISCHIO COME CENE, RIUNIONI,..?
Se stiamo bene, la probabilità che il test sia positivo è molto bassa e aumenta (mi riferisco ai tamponi antigenici) a non più del 70% se avvertiamo i primi sintomi. Quindi, oltre che una spesa inutile, non siamo sicuri che non siamo infetti o perché è troppo presto per dirlo o perché il test sbaglia. L’unica vera protezione è la vaccinazione e l’evitare le situazioni a rischio, come cene o altri contatti in luoghi chiusi

COSA S’INTENDE PER CONTATTI STRETTI?
Tutte quelle situazioni in cui veniamo a contatto con persone troppo vicine o in luoghi chiusi o senza mascherina e cioè (1) conviventi, cioè persone con cui si condivide l’abitazione; (2) contatti fisici diretti, come una stretta di mano o il faccia a faccia in un luogo chiuso senza mascherina; (3) passeggeri in bus, treno o aereo seduti a meno di 2 metri di distanza

PERCHÈ CONTINUANO A CAMBIARE LE SCADENZE CON CUI SI FANNO I RICHIAMI DEI VACCINI?
La scienza non è un dogma, cioè deve essere disposta a cambiare metodi e opinioni. Man mano che la pandemia procede, ne sappiamo sempre di più e questo vale anche per la durata degli anticorpi: la copertura anticorpale con 2 dosi di vaccino a 3 mesi è dell’83%, scende al 57% dopo 4 mesi, per risalire all’87% con la terza dose

IN BREVE, QUAL È LA DIFFERENZA TRA GREEN PASS BASE E RAFFORZATO?
La differenza sta nella validità del tampone negativo, contemplato solo nella versione base (antigenico per 48 ore, molecolare per 72 ore), il resto è uguale (l’ultima dose da meno di 9 mesi o guarigione da Covid da meno di 6 mesi). Dal 1° febbraio anche la durata del vaccino scenderà a 6 mesi. Man mano che andiamo avanti, il green pass base verrà eliminato e si manterrà solo quello rafforzato.

ESISTONO FARMACI EFFICACI PER VIA ORALE?
Dopo i dati poco confortanti del Monlupinavir, che sembra avere un’efficacia del 30%, ora c’è grande attesa per Paxlovid, già autorizzato in America e Gran Bretagna, il quale avrebbe dimostrato un’efficacia dell’89% nella riduzione di ospedalizzazione e morte se assunto entro 5 giorni dalla comparsa dei sintomi. In questi giorni l’agenzia europea del farmaco sta decidendo per il suo uso nell’UE. Le indicazioni sarebbero: Covid da lieve a moderato in adulti e adolescenti a rischio di progressione verso una malattia grave, assunzione entro 5 giorni dalla comparsa dei sintomi

ABBIAMO DATI ITALIANI SU QUALI SIANO I RISCHI TRA VACCINATI E NON VACCINATI DI AMMALARSI?
Ora anche in Italia abbiamo dati attendibili. Secondo un’elaborazione fatta in questi giorni dal CNR, il rischio maggiore tra non vaccinati e chi ha fatto la terza dose è: 4 volte per il rischio d’infettarsi, 15 volte per il rischio di essere ricoverato, 30 volte per il rischio di finire in terapia intensiva e 20 volte per la probabilità di morire

https://www.dom.it/covid-19-grande-attesa-per-paxlovid_velika-procakovanja-za-plaxovid/

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