«Gli piacevano le nebbiose serate autunnali, nelle quali si vede solo ciò che è davvero vicino. In quel piccolo mondo circoscritto nel raggio di un metro, delimitato da punti di umidità condensata, in cui non c’è posto per nessun altro, poteva fingere di essere solo: per strada, nella città, nel mondo».
I Sognatori di Lubiana, romanzo di Dino Bauk – avvocato ed editorialista del settimanale "Mladina" – ha vinto il premio per il miglior esordio alla Fiera del libro di Lubiana ed è stato tra i finalisti del Premio Kresnik, come miglior romanzo della Slovenia.
È ambientato tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, gli anni in cui tutto quello che sembrava certo, solido, eterno, cominciò a sfasciarsi: crollò il Muro di Berlino, si dissolse la cortina di ferro, si frantumò quella che sembrava una virtuosa unione di sei repubbliche socialiste.
Il protagonista è Denis, un ragazzo che sull’autobus si siede sempre in fondo, nell’ultima fila, per avere una visuale su tutto, osservare gli sconosciuti, indovinare il lavoro che fanno e inventarsi delle storie. I suoi amici sono Peter e Goran; insieme hanno una band nella quale lui suona il basso, non perché sia particolarmente bravo ma perché quello è l’unico ruolo libero. È un bassista nella media, molto meglio come cantante perché con la sua voce rotta dà colore alla musica.
Un giorno, sull’autobus che dal Villaggio porta al centro di Lubiana, sale Mary, una ragazza mormone giunta nel paese comunista per una missione di evangelizzazione. Denis l’aggancia, inizia una relazione che ben presto è costretta a morire: Il 23 dicembre 1990, infatti, si tenne un referendum sull'indipendenza nella Repubblica di Slovenia che decretò di fatto l’espulsione di migliaia di cittadini. Fra questi c’era anche Denis, che a differenza di Peter, diventato un burocrate e Goran, un manager corrotto, si è ritrovato a combattere con una divisa militare della tribù X, «…a girovagare per una cittadina desolata dalla quale erano fuggiti tutti gli appartenenti alla tribù Y e Z. Si era abituato all’uniforme, all’elmetto e al kalashnikov, ai villaggi e alle piccole città deserte che incontravano a ogni loro avanzata…».
Questo dice Denis dopo essere entrato in una casa dalla quale gli abitanti sono fuggiti:
«Nello specchio, come ultima persona a lasciare l’abitazione, si è riflesso il padre, in uniforme mimetica, la stessa che indosso io, solo il nastro sopra il gomito destro è di un colore diverso, e però entrambi i colori per i daltonici sono un grigio (cazzo, ci faremmo la guerra tra di noi in mezzo a queste maledette montagne se fossimo tutti daltonici, se non riuscissimo a distinguere i colori?)».
Un romanzo pieno di suggestioni e di musica che alla fine ti invoglia ad andare su Youtube per cercare i video dei gruppi Azra e EKV: voci del dissenso, del malessere e del desiderio di fuga, in quegli anni in cui la Jugoslavia si dissolse.
Nella postfazione, Svetlana Slapšak definisce il romanzo di Bauk “come un dropbox della memoria”, un dropbox nel quale confluiscono i ricordi, i pensieri, i messaggi e le lettere non spedite di tutti i protagonisti, compresa Mary, la ragazza mormone che non ha mai dimenticato quei giorni nei quali, oltre a conoscere Denis ha anche trovato il coraggio per fuggire dalla comunità.
«Mentono allo stesso modo anche le fotografie e le registrazioni che conserviamo unicamente negli scomparti della memoria? Le cose sono accadute proprio come ce le ricordiamo?» pensa Mary.
Probabilmente è così ma è di conforto pensare che ci sia una nuvola virtuale nella quale confluiscono e si intreccino i pensieri e i ricordi di persone che non si ha più avuto occasione di rivedere. Come dice Denis alla fine: «Forse esiste un punto nello spazio e nel tempo nel quale torneremo a incontrarci, un punto in cui tutto ritornerà al suo posto, il punto del perfetto equilibrio».
https://www.crunched.it/leggere/1490-i-sognatori-di-lubiana-dino-bauk.html
Dino Bauk (nato nel 1972) è un avvocato e scrittore sloveno . Ex funzionario pubblico, ha raggiunto la ribalta letteraria con il suo romanzo d'esordio The End. E ancora ( Konec. Znova , 2015). Il libro ha vinto il premio per il miglior debutto alla Fiera del libro slovena ed è stato selezionato per il premio Kresnik come miglior romanzo dell'anno. È noto anche per i suoi racconti e le sue rubriche sul settimanale sloveno Mladina .
Autore che non conoscevo.
RispondiEliminaCara Olga,
RispondiEliminaUn buon libro è bello nel inverno.
Abbracci,
Mariette
Cara Olga! Mi è piaciuta la tua recensione di un libro interessante.
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