PRIMAVERA
Oggi sento un'aria diversa,
è la nuova stagione che avanza:
odo trilli d'uccelli ovunque,
PRIMAVERA
è la nuova stagione che avanza:
odo trilli d'uccelli ovunque,Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.
da wikipedia |
«Ogni volta che si usano le parole "arte" o "artista" in relazione ai miei lavori fotografici, avverto una sensazione sgradevole dovuta senza dubbio al cattivo impiego che si fa di tali termini. Mi considero una fotografa, e niente altro.» |
(Introduzione di Tina Modotti alla sua mostra del 1929) |
Creatura nomade per antonomasia, Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini, figlia di una cucitrice e di un carpentiere, nasce in Italia sul finire del XIX secolo ed esprime nel suo breve e luminoso percorso biografico – costellato di viaggi, passioni pubbliche e private, separazioni laceranti – gran parte delle inquietudini culturali e politiche che marcano l’apertura del Novecento.
Già la prima infanzia viene segnata da un breve percorso migratorio, quando per il lavoro del padre a soli due anni viene portata temporaneamente nella vicina Austria, a Klagenfurt. Ben più consistente sarà poi il viaggio negli Stati Uniti, dove nel 1913 si ricongiunge ancora adolescente alla famiglia nel frattempo emigrata; si trasferisce in seguito da San Francisco a Los Angeles e, nel 1923, dalla California al Messico. Espulsa sei anni dopo con il pretesto ufficiale di aver partecipato a un attentato al presidente, Ortiz Rubio, viaggia su una nave diretta a Rotterdam ottenendo asilo politico a Berlino; vola a Mosca, dove la sua attività per il Comintern la porta a Parigi; poi tra il 1935 e il 1939, con Soccorso Rosso Internazionale, partecipa alle convulse vicende della guerra civile in Spagna. Dopo un breve rientro alla volta della Francia torna in Messico, sua patria d’adozione, e lì vi muore nel 1942, a soli quarantacinque anni.In questa stagione amo passeggiare nei prati per raccogliere erbe spontanee con le quali preparo piatti prelibati: risotti,minestre,frittate,contorni crudi o cotti.
Tarassaco o dente di leone,modar (Valli del Torre) ossia cicoria selvatica,tarassaco,ledrichessa a Udine .Usato come contorno cotto in insalata,crudo e condito con pezzettini di lardo o bacon abbrustolito, nelle frittate e risotti
Humulus lupulus ,urtizon ,luppolo selvatico,bruscandolo
I germogli della pianta ,lunghi circa 20 cm,raccolti in marzo-maggio sono utilizzati come gli asparagi , più gustosi quando sono più grossi.Lessati per 5-10 minuti con poca acqua o al vapore,vengono conditi con olio e aceto,oppure saltati in padella per fare risotti,frittate e minestre.
Ruscus aculeatus (pungitopo) ,ruscli,
I germogli molto amarognoli .vengono raccolti da marzo a maggio,vengono usati in cucina come fossero asparagi,lessati in insalata,minestre e frittate.
Auruncus ioicus,barba di capra o asparago di monte,
Chenopodium bonus-enricus , buonenrico, spinacio selvatico ,pel di mus
Si usa lessata come gli spinaci,in padella,si usano i germogli delle piante giovani.
Attenzione ,ci sono dei limiti per la raccolta delle erbe spontanee.forestale
Tutte le immagini sono prese dal web da wikipedia,wikiwand,wikimedia.
I Comuni di Mirano (VE), Este (PD), Monteviale (VI), Stra (VE), Udine, Vicenza, la Provincia di Vicenza, la città di Würzburg, la pro loco di Mirano, il museo Ca’ Rezzonico di Venezia, il CISA Andrea Palladio, la Scuola Grande dei Carmini di Venezia, il Museo Nazionale di Villa Pisani di Stra, il Duomo di Santa Tecla di Este, i musei civici di Udine, Musei civici Vicenza, Villa Zileri Motterle, Villa Valmarana ai Nani Villa Cordellina e il Museo Martin Von Wagner dell’Università di Würzburg, coordinati dal Circolo Acli di Mirano, luoghi che conservano e valorizzano le straordinarie opere del Tiepolo, hanno deciso, in maniera spontanea e informale, di coordinarsi per celebrare insieme il genetliaco dell’artista veneziano.
Venerdì 5 marzo, quindi, il compleanno di Giambattista Tiepolo verrà festeggiato virtualmente attraverso foto, video e messaggi rilanciati e condivisi attraverso i canali social degli enti, musei e ville coinvolti nel progetto.
Udine omaggia il Tiepolo
Il Comune di Udine – Civici Musei, in collaborazione con il Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo e con il Museo del Duomo e grazie al sostegno di Fondazione Friuli e Amga-Hera, promuove un evento cittadino dal titolo Buon compleanno Tiepolo! per celebrare il 5 marzo 1696, data di nascita del pittore Giambattista Tiepolo che, assieme al figlio Giandomenico, ha lasciato in città significative tracce del suo passaggio.
La manifestazione, che si articolerà in eventi e sedi diverse, è pensata per promuovere la conoscenza del patrimonio artistico tiepolesco presso il grande pubblico e incentivare presso la cittadinanza un processo di appropriazione culturale e di maggiore consapevolezza dei tesori che Udine conserva quali testimonianze pregevoli della sua storia.
Il programma
In Castello, presso la Galleria d'Arte Antica, un mediatore culturale sarà a disposizione del pubblico intervenuto per una visita guidata gratuita dal titolo “RACCONTAMI... TIEPOLO A UDINE!”
Dalle 11.00 alle 19.00
Ingresso a pagamento del biglietto ridotto
Prenotazione obbligatoria
online http://www.civicimuseiudine.it/it/visita/orari-tickets oppure al telefono 0432.1272591
Per l'occasione il Museo Diocesano di Udine proseguirà con le iniziative online “Diretta_mente”.
Il 5 marzo in programma ci sarà la diretta Facebook e Instagram alle ore 10.30 dal titolo “Buon compleanno! Omaggio all’arte del Tiepolo in Palazzo patriarcale”.
Mariarita Ricchizzi guiderà i partecipanti in un percorso tra le sale del Palazzo patriarcale mirabilmente affrescate dal grande maestro. Un viaggio virtuale in attesa di poterci vedere di persona in Museo Diocesano.
La Cattedrale, il Museo del Duomo e la chiesa della B.V. della Purità saranno aperti dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00 con visite guidate. Proseguirà l'iniziativa Ars Mecum -Tiepolo250. I foulards saranno in vendita presso il museo: il loro acquisto finanzia la conservazione delle opere.
info: museo@cattedraleudine.it
Giovanni Antonio de' Sacchis, detto il Pordenone (Pordenone, 1483 – Ferrara, 14 gennaio 1539), è stato un pittore italiano.
Il suo stile, dopo il contatto con la grande maniera romana, di Raffaello e Michelangelo, si indirizzò verso toni magniloquenti, in un originale equilibrio tra ricordi classici e citazioni narrative di indole popolare, soprattutto nei lavori destinati alla provincia. È considerato il massimo pittore friulano del Rinascimento.Fu ricordato da Vasari, che gli dedicò una biografia dove viene definito: «il più raro e celebre […] nell'invenzione delle storie, nel disegno, nella bravura, nella pratica de' colori, nel lavoro a fresco, nella velocità, nel rilievo grande et in ogni altra cosa delle nostre arti». Lo storico aretino lo presentò però con il nome di Giovanni Antonio "Licinio" da Pordenone, dando origine così alla confusione con il pittore Bernardino Licinio, risolta solo al principio del Novecento.
La sua formazione, secondo il Vasari, avvenne sotto l'influsso del Giorgione e, secondo il Ridolfi, sotto Pellegrino da San Daniele. Fu influenzato, agli inizi, oltre che dall'esempio di Andrea Mantegna, probabilmente dalla conoscenza delle incisioni del Dürer e di altri artisti nordici. Nel 1514-1515 fu a Roma, a contatto con l'opera di Raffaello e Michelangelo. Fu attivo in diversi paesi del Friuli, in Umbria, nei possedimenti dei d'Alviano, signori di Pordenone, a Venezia, dove nel 1528 perse contro Tiziano il concorso indetto per la realizzazione della Pala di san Pietro martire per la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, e in Emilia, tra il 1529-30. Nel 1532 fu a Genova per lavorare alla Villa del Principe di Andrea Doria.
Negli anni 1530, il confronto tra l'artista e Tiziano animò la scena artistica lagunare, concludendosi con l'emarginazione del pittore e, dopo la sua morte, col silenzio sulla sua opera da parte degli scrittori veneziani.
Il Pordenone morì infatti a Ferrara, in circostanze misteriose, dove si era recato per fornire disegni per arazzi su commissione di Ercole II d'Este.
Ebbe come allievo Pomponio Amalteo, cui andò in sposa anche la figlia Graziosa.
fonte wikipedia
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Noli me tangere - Museo del Duomo - Cividale del Friuli. |
Questa banale citazione proverbiale per accostarmi ad un argomento, la demografia locale, che per me è stato un assillo già dai miei esordi lavorativi come insegnante elementare in alcune delle scuole lungo la fascia confinaria.
Mi riferisco a tempi lontani, oltre 50 anni fa e i decenni seguenti, quando ho fatto da ricercatore nell’Istituto sloveno di ricerche – Slovenski raziskovalni Inštitut. E già allora evidenziavo, con rammarico ed una buona dose di rabbia, l’ecatombe demografica dei paesi della Slavia. «Sette nani» – come mi scappò di dire dei nostri comuni valligiani – sono un’immagine significativa di cosa possa significare l’emarginazione, l’abbandono a se stessi, l’indifferenza ai problemi reali di un piccolo popolo, reo d’essere etnicamente e linguisticamente diverso e perciò etichettato come «indesiderato » già dalla sua entrata nel Regno italico oltre 150 anni fa. Ricordo che stavo preparando la mia tesi di laurea studiando sul campo le problematiche psicosociali dell’area slovena e rimasi colpito dai dati Istat che ci riguardavano da vicino.
Il censimento del 1921, a tre anni dal primo conflitto mondiale, aveva registrato nei nostri sette comuni 17.267 residenti nonostante l’enorme numero di caduti nel corso della guerra. Mentre l’Italia cresceva fornendo baionette al Regime littorio, le Valli si ridussero di numero, tuttavia al censimento del 1951 ci contarono per 16.195 residenti con la perdita di un migliaio di abitanti. Ma, mi chiedevo con sconcerto, cosa è successo che nel corso di 20 anni, tempo in cui l’Italia si riprendeva in tutti i settori dopo la guerra, da noi la popolazione si riducesse a 9.649 residenti? Meno 6.546 abitanti. Il che significa più di quattro valligiani ogni dieci se ne erano andati. Dove? Per il mondo, a iniziare dalla pianura friulana. Una botta da stordire, altro che un mal di denti! Evviva la «Repubblica» che sbandierava nella sua Costituzione articoli santificatori come il 6 e il 2 e il 3.
Non li cito per intero per pudore: tutti uguali come cittadini e cura delle minoranze. Ma finirà questo collasso, mi sono detto. La rinascita italiana lambirà, – se non altro come le briciole cadute dalla tavola imbandita del biblico Epulone – anche l’estremo lembo del confine orientale sacrificato ai sensi della Cortina di ferro. Qualcuno si accorgerà del disagio, pensavo l’ingenuo. Il dente duole nella Slavia. Perché nessun medico antimiseria? Di fatto l’analgesico lo prende il «dottore», mette gli occhiali scuri, i tappi nelle orecchie: lo Stato dibatte sulla definizione di ipotetici diritti di Paleoslavi, Veteroslavi, di popolo italianissssimo (Andreotti) più italiano degli italiani medesimi, tali per diritto divino. Di noi sloveni di lingua si spargevano voci di manovre di autosvendita territoriale alla Jugoslavia.
Sarà finita la mistificazione sulla nostra appartenenza etnica e sulla nostra identità constatando che la Slovenia è entrata nell’area di Schengen! Pensa ancora l’ingenuo. No. Noi siamo speciali, perché noi il nemico degli «sloveni », cioè di noi stessi, purtroppo ce lo creiamo e foraggiamo da noi come un cancro al nostro interno. Colpiti da una malattia nota come sindrome di Stoccolma, diventiamo vittime che solidarizzano con il proprio aggressore. Come non bastasse l’infingardo avversario esterno. Così disunità e conflittualità interna ci hanno impedito perfino di rivendicare efficacemente i nostri diritti umani, diritti costituzionali teoricamente garantiti a tutti.
Solo giunti a cavallo del nuovo millennio una mano fu tesa con il riconoscimento ufficiale della nostra esistenza (legge di tutela 38-2001) e il solito ingenuo si disse: finalmente! Da ora qualcosa cambierà, si sono accorti di noi, abbiamo un nome ed un’identità. Da ora si fermerà l’emorragia che sfinisce la nostra forza vitale; siamo sulla strada della rinascita; i paesi torneranno a vivere, i davanzali delle case a colorarsi di fiori anche lassù nei paesini di Drenchia, Grimacco, Savogna e via di seguito, fin su oltre Resia ed il Canin, fino ai tre confini di Tarvisio.
Illusione. Per definire lo stato dei fatti odierni non intendo disquisire su particolari demografici di numero di maschi e femmine, di stato civile, di classi d’età, di famiglie e loro consistenze, di redditi e tributi, di servizi essenziali e quant’altro. La dice lunga, con pacata chiarezza un semplice paio di dati, tanto per comprendere come sia stato possibile ridurci ai 5.167 residenti (01/01/2020). Natalità e mortalità sono parametri inequivocabili e questi, riguardo ai nostri sette comuni, ci dicono quanto segue. Dal primo giorno del 2002 all’ultimo del 2019, in 18 anni, su tutto il nostro territorio sono stati registrati solo 722 nati vivi. Ma al confronto col numero dei morti non credo di poter trovare altrove una proporzione così marcata avendone assommati ben 1.797. Altro che ricambio generazionale! Sempre meno varrà la pena spendere soldi per un piccolo popolo come il nostro nell’inconfessabile aspettativa che il Covid ne confermi il processo involutivo.
https://www.dom.it/i-sette-nani-non-hanno-fatto-un-gigante_iz-sedmih-palckov-ni-nastal-velikan/
Riccardo Ruttar
Fedriga lo ha detto con il vicegovernatore Riccardo Riccardi, gli assessori regionali all'Istruzione Alessia Rosolen, alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti, alle Attività produttive e Turismo Sergio Emidio Bini e alle Risorse agroalimentari Stefano Zannier, durante gli incontri con i capigruppo in Consiglio regionale, l'Anci, i prefetti, i sindacati, le categorie economiche e l'Ufficio scolastico regionale.
Si è trattato di riunioni in videoconferenza volute per aggiornare sulla situazione epidemiologica e confrontarsi con i soggetti istituzionali e non, sulle misure da adottare per il contenimento dell'emergenza anche alla luce dell'incontro telematico, della mattina, sul Dpcm per le misure anti-Covid alla presenza dei ministri per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini, dell'Istruzione Patrizio Bianchi e alla Salute Roberto Speranza.
"Pordenone e Trieste sono ancora aree dove l'incidenza dei contagi non è esplosa - ha detto il governatore - mentre l'indice è alto e preoccupante nelle ex province di Gorizia e ancora di più in quella di Udine".
Gli incrementi sono dettati dalla diffusione delle varianti che colpiscono anche la fascia più giovane della popolazione e sulle quali sono necessari interventi di mitigazione.
Verrà emanata un'ordinanza sul territorio, l'ipotesi è di procedere domani, per farla entrare in vigore venerdì con misure di contenimento generali e più specifiche per i territori a rischio.
Ho avuto ancora problemi com l'account.Scusate amici