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🌞Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine🌞 (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga

INNO SLOVENO

তততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততত INNO SLOVENO "Vivano tutti i popoli che anelano al giorno in cui la discordia verrà sradicata dal mondo ed in cui ogni nostro connazionale sarà libero, ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!"❤️ FRANCE PREŠEREN poeta sloveno তততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততত

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16 dic 2020

BABBO NATALE

 

da wikipedia


Che brillino le stelle/che splendano fortemente/è in arrivo il Babbo Natale/

con la sua slitta.
Allestiamo l'abete/lo addobbiamo nuovamente/accendiamo le luci/quando passerà qui.
Porta i doni/ha un messaggio:/l'amore è il nostro/regalo più bello.

Feri Lainšček (Dolenci5 ottobre 1959) è uno scrittorepoeta e sceneggiatore sloveno.
Il suo nome di battesimo è Franc Lainšček ed è nato nel villaggio di Dolenci presso Šalovci nella Slovenia nord-orientale, che a quel tempo faceva parte della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Ha studiato giornalismo all'Università di Lubiana. Negli anni ottanta ha lavorato come speaker dell'emittente radiofonica statale Radio Ljubljana.Dagli anni novanta vive a Murska Sobota nella regione del Prekmurje, in cui è nato...

frase

 


15 dic 2020

CITAZIONE

 Non camminare dietro a me,potrei non condurti.Non camminarmi davanti,potrei non seguirti. Cammina soltanto accanto a me e sii mio amico.(Albert Camus)

Ricordi...

 

dal web

Quando ero bambina (65 anni fa) nel periodo natalizio i regali a casa mia li portava Santa Lucia.Io ero sempre arrabbiata, perchè essendo il 12 dicembre il mio compleanno i regali non erano mai doppi. Babbo Natale a casa nostra non arrivava.I regali consistevano in mandarini,frutta secca,indumenti,scarpe,qualche libro di favole russe che io adoravo.Giocattoli non li ricordo.Questo non perchè ci fosse miseria ,ma c'erano solo cose utili.

Il Natale profuma di mandarini

 


da wikipedia

Il Natale profuma di mandarini.

di Roberto Zottar di Vita nei campi (fb)
Nelle case in Friuli, per i bambini soprattutto, ma forse anche per qualcuno di noi, è venuta Santa Lucia, mentre San Nicolò, nella Venezia Giulia, era già passato il 5 dicembre. Tra i doni che questi Santi ci fanno trovare al nostro risveglio, o almeno questo accadeva quando ero piccolo se mi ero comportato bene, c’erano sempre, oltre a frutta secca, marzapani a quadretti e altri dolciumi, i mandarini che riempivano la casa con il loro intenso profumo. L'antico lignaggio del Citrus reticulata, tale è il suo nome scientifico, dà al mandarino un ruolo da protagonista. Alcuni botanici lo considerano più antico di arance e limoni e, accanto alle ben note proprietà organolettiche dei suoi oli essenziali, possiede altrettante proprietà simboliche al punto da diventare il nome di una lingua e l'emblema di un’élite. Il termine “mandarino” era usato dagli stranieri per designare i funzionari dell’impero cinese dal tipico abito arancione dorato e furono i portoghesi a coniare la parola mandarim volgarizzando il sanscrito mantrim, che significa “ministro”. Ma oltre a una casta di altissimi funzionari il termine passò a indicare anche la lingua, altrettanto elitaria, del Nord della Cina.
L’aroma dei mandarini e il profumo dolcemente imperioso delle loro bucce gettate sulla piastra calda dello spolert ci fanno socchiudere gli occhi risvegliando proustianamente il ricordo di passati Natali dove l’abete, invece che con le attuali sfavillanti luci a led, era decorato con mandarini infiocchettati e biscotti speziati glassati di zucchero. Profumi e sapori infatti non sono soltanto un supporto per la preparazione dei cibi ma, dato il loro legame con la memoria, stimolano un’evocazione che suscita ricordi e diviene cibo dell’anima. Anche il sapore del mandarino poi è molto gradevole, grazie al maggior contenuto di zucchero rispetto agli altri agrumi.
Oggi vi lascio la ricetta di profumatissime gelatine al mandarino realizzate con un ingrediente segreto, carote, ma sono certo che nessuno le identificherà all’assaggio. Cuocete come una marmellata fino quasi ad asciugatura 500 g di Zucchero con 500 g di carote grattugiate fini, aggiungete il succo di 4 mandarini, le loro bucce frullate e il succo di 2 limoni. Cuocete fino a che l’impasto inizia a staccarsi dalla pentola. Fate raffreddare, formate delle palline come piccole noci, passatele nello zucchero semolato e servitele in pirottini di carta. Io le conservo in una scatola di latta grattugiando sopra altra buccia di mandarino per aumentarne il profumo.

Il proverbio friulano della settimana





di Vita nei campi
“Sante Luzie, il frêt si invia” ovvero a Santa Lucia, il 13 dicembre, inizia la stagione fredda, più
letteralmente il freddo “si incammina”.

Auguri di Buona feste nelle 4 lingue minoritarie da parte dell' Ufficio scolastico Regionale


❤️Grazie dott. Daniela Beltrame per essersi ricordata che siamo una regione multietnica!❤️

"Fiore di roccia"un libro di Ilaria Tuti che parla delle portatrici carniche


«Quelli che riecheggiano lassù, fra le cime, non sono tuoni. Il fragore delle bombe austriache scuote anche chi è rimasto nei villaggi, mille metri più in basso. Restiamo soltanto noi donne, ed è a noi che il comando militare italiano chiede aiuto: alle nostre schiene, alle nostre gambe, alla nostra conoscenza di quelle vette e dei segreti per risalirle. Dobbiamo andare, altrimenti quei poveri ragazzi moriranno anche di fame. Questa guerra mi ha tolto tutto, lasciandomi solo la paura. Mi ha tolto il tempo di prendermi cura di mio padre malato, il tempo di leggere i libri che riempiono la mia casa. Mi ha tolto il futuro, soffocandomi in un presente di povertà e terrore. Ma lassù hanno bisogno di me, di noi, e noi rispondiamo alla chiamata. Alcune sono ancora bambine, altre già anziane, ma insieme, ogni mattina, corriamo ai magazzini militari a valle. Riempiamo le nostre gerle fino a farle traboccare di viveri, medicinali, munizioni, e ci avviamo lungo gli antichi sentieri della fienagione. Risaliamo per ore, nella neve che arriva fino alle ginocchia, per raggiungere il fronte. Il nemico, con i suoi cecchini - diavoli bianchi, li chiamano - ci tiene sotto tiro. Ma noi cantiamo e preghiamo, mentre ci arrampichiamo con gli  scarpetz ai piedi. Ci aggrappiamo agli speroni con tutte le nostre forze, proprio come fanno le stelle alpine, i «fiori di roccia». Ho visto il coraggio di un capitano costretto a prendere le decisioni più difficili. Ho conosciuto l'eroismo di un medico che, senza sosta, fa quel che può per salvare vite. I soldati ci hanno dato un nome, come se fossimo un vero corpo militare: siamo Portatrici, ma ciò che trasportiamo non è soltanto vita. Dall'inferno del fronte alpino noi scendiamo con le gerle svuotate e le mani strette alle barelle che ospitano i feriti da curare, o i morti che noi stesse dovremo seppellire. Ma oggi ho incontrato il nemico. Per la prima volta, ho visto la guerra attraverso gli occhi di un diavolo bianco. E ora so che niente può più essere come prima.»  Con "Fiore di roccia" Ilaria Tuti celebra il coraggio e la resilienza delle donne, la capacità di abnegazione di contadine umili ma forti nel desiderio di pace e pronte a sacrificarsi per aiutare i militari al fronte durante la Prima guerra mondiale. La Storia si è dimenticata delle Portatrici per molto tempo. Questo romanzo le restituisce per ciò che erano e sono: indimenticabili.

Ilaria Tuti vive a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. Appassionata di pittura, nel tempo libero ha fatto l’illustratrice per una piccola casa editrice. Nel 2014 ha vinto il Premio Gran Giallo Città di Cattolica. Il thriller Fiori sopra l'inferno, edito da Longanesi nel 2018, è il suo libro d'esordio. Il secondo romanzo, Ninfa dormiente, è del 2019. Entrambi vedono come protagonisti il commissario Teresa Battaglia, uno straordinario personaggio che ha conquistato editori e lettori in tutto il mondo, e soprattutto la terra natia dell’autrice, la sua storia, i suoi misteri. Con Fiore di roccia, e attraverso la voce di Agata Primus, Ilaria Tuti celebra un vero e proprio atto d’amore per le sue montagne, dando vita a una storia profonda e autentica, illuminata dalla sensibilità di un’autrice matura e generosa.
dal web

14 dic 2020

Iscrizioni a scuola: riunioni informative alla bilingue



Iscrizioni a scuola: riunioni informative alla bilingue

Dal 4 al 25 gennaio 2021 sarà possibile iscriversi al prossimo anno scolastico 2021/2022. L’Istituto Comprensivo Bilingue Paolo Petricig di S. Pietro al Natisone organizza come ogni anno le riunioni informative per i genitori dei bambini che nel prossimo anno scolastico frequenteranno il primo anno della scuola dell’infanzia e la prima classe della scuola primaria o della scuola secondaria di 1° grado. A causa delle misure anticovid le riunioni si terranno online. Chi vuole partecipare deve contattare la scuola all’indirizzo e-mail info@icbilingue.edu.it. Le riunioni informative si terranno: per la scuola secondaria di primo grado lunedì 14 e mercoledì 16 dicembre alle 18; per la scuola dell’infanzia martedì 15 dicembre alle 18; per la scuola primaria giovedì 17 dicembre alle 18.
Chi volesse conoscere meglio la scuola bilingue, che è da sempre legata al territorio ed alla sua cultura slovena, può visitare la sua nuova pagina Facebook “Dvojezična ola – Scuola Bilingue” con la quale vogliono “condividere con tutti voi ciò che realizziamo nel nostro istituto, come le nuove generazioni si avvicinano alla tradizione ed alla lingua, come vengono in contatto con la gente e l’ambiente in cui viviamo”. La scuola ha da tempo anche un proprio sito internet: http://www.icbilingue.edu.it.

https://novimatajur.it/attualita/dvojezicna-sola-se-predstavlja-na-facebooku-in-na-informativnih-srecanjih-za-starse.html

L' AGRIFOGLIO PIANTA NATALIZIA


 L'agrifoglio è una delle piante di Natale che addobbano le case: ma sai che significato ha? Scoprilo insieme a noi!

L'agrifoglio è un arbusto spontaneo: presenta foglie di color verde scuro che possono avere diverse intensità e striature. L'elemento che lo contraddistingue maggiormente sono le sue bacche di colore rosso acceso. Queste lo rendono una pianta la cui iconografia è famosa in tutto il mondo.

Non tutti sanno che da sempre l'agrifoglio è considerata una pianta magica. C'è infatti un'antica usanza che suggerisce di piantare l'agrifoglio proprio vicino l'ingresso della propria casa per tenere lontani gli spiriti malvagi. Proprio le foglie pungenti dell'agrifoglio erano considerate le armi migliori per allontanare tutte le presenze maligne. Partendo da questo elemento l'agrifoglio è stato successivamente considerato una pianta ben augurante. Infatti nel periodo romano era generalmente regalato ai novelli sposi in segno di buon augurio per la nuova vita di coppia.

Questo elemento positivo dell'agrifoglio è rimasto inalterato nel corso dei secoli ed è stato collegato al Natale. Ma chi furono i primi ad utilizzarlo nel periodo natalizio? Pare che la tradizione derivi dall'Irlanda, proprio nell'isola di Oscar Wilde si iniziò ad utilizzare questa pianta per abbellire le case in occasione del Natale. Successivamente l'usanza si diffuse in tutta l'Europa.

 

LA LEGGENDA SCANDINAVA DELL'AGRIFOGLIO

 

Nei paesi scandinavi c'è un'antica leggenda che narra la nascita dell'agrifoglio. Il Dio Odino ebbe un figlio a cui era molto legato, il suo nome era Baldur. Durante una battaglia venne ferito gravemente da un dardo. Quando fu colpito si accasciò su un agrifoglio e spirò. Odino volle omaggiare questa pianta che aveva accolto il sangue del proprio figlio morente: decise di trasformarla in una pianta sempreverde e di regalarle tante bacche di colore rosso per ricordare l'eroico sacrificio compiuto dal figlio. Proprio l'intervento del dio Odino conferì questo elemento "magico" all'arbusto che è rimasto legato alla pianta di agrifoglio come pianta portatrice di buoni auspici.




AGRIFOGLIO E CRISTIANESIMO

 

Anche nella religione cristiana l'agrifoglio ha un significato metaforico molto forte. Le foglie sono il simbolo delle spine che cingevano la testa di Gesù e le bacche rosse ricordano il sangue versato sulla croce e la rinascita dopo la morte. Portarlo sulle tavole nel periodo natalizio significa ricordare il sacrificio di Gesù e offrire ai nostri cari un pensiero benaugurante per le festività natalizie ed il nuovo anno!

https://www.faxiflora.it/blog/leggenda-agrifoglio-pianta-natalizia.htm

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