Il Natale profuma di mandarini.
di Roberto Zottar di Vita nei campi (fb)
Nelle case in Friuli, per i bambini soprattutto, ma forse anche per qualcuno di noi, è venuta Santa Lucia, mentre San Nicolò, nella Venezia Giulia, era già passato il 5 dicembre. Tra i doni che questi Santi ci fanno trovare al nostro risveglio, o almeno questo accadeva quando ero piccolo se mi ero comportato bene, c’erano sempre, oltre a frutta secca, marzapani a quadretti e altri dolciumi, i mandarini che riempivano la casa con il loro intenso profumo. L'antico lignaggio del Citrus reticulata, tale è il suo nome scientifico, dà al mandarino un ruolo da protagonista. Alcuni botanici lo considerano più antico di arance e limoni e, accanto alle ben note proprietà organolettiche dei suoi oli essenziali, possiede altrettante proprietà simboliche al punto da diventare il nome di una lingua e l'emblema di un’élite. Il termine “mandarino” era usato dagli stranieri per designare i funzionari dell’impero cinese dal tipico abito arancione dorato e furono i portoghesi a coniare la parola mandarim volgarizzando il sanscrito mantrim, che significa “ministro”. Ma oltre a una casta di altissimi funzionari il termine passò a indicare anche la lingua, altrettanto elitaria, del Nord della Cina.
L’aroma dei mandarini e il profumo dolcemente imperioso delle loro bucce gettate sulla piastra calda dello spolert ci fanno socchiudere gli occhi risvegliando proustianamente il ricordo di passati Natali dove l’abete, invece che con le attuali sfavillanti luci a led, era decorato con mandarini infiocchettati e biscotti speziati glassati di zucchero. Profumi e sapori infatti non sono soltanto un supporto per la preparazione dei cibi ma, dato il loro legame con la memoria, stimolano un’evocazione che suscita ricordi e diviene cibo dell’anima. Anche il sapore del mandarino poi è molto gradevole, grazie al maggior contenuto di zucchero rispetto agli altri agrumi.
Oggi vi lascio la ricetta di profumatissime gelatine al mandarino realizzate con un ingrediente segreto, carote, ma sono certo che nessuno le identificherà all’assaggio. Cuocete come una marmellata fino quasi ad asciugatura 500 g di Zucchero con 500 g di carote grattugiate fini, aggiungete il succo di 4 mandarini, le loro bucce frullate e il succo di 2 limoni. Cuocete fino a che l’impasto inizia a staccarsi dalla pentola. Fate raffreddare, formate delle palline come piccole noci, passatele nello zucchero semolato e servitele in pirottini di carta. Io le conservo in una scatola di latta grattugiando sopra altra buccia di mandarino per aumentarne il profumo.
Sono buoni i mandarini.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Cara Olga, mandarini e in Russia sono considerati frutti di Natale.
RispondiEliminaA mio papà fa sempre piacere che, a Natale, a tavola ci siano dei mandarini, per il piacere di annusare il profumo delle loro bucce! Probabilmente stimolano sensazioni e ricordi simili a tutti, ovunque.
RispondiElimina