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30 giu 2022
Da Zuglio al lago Dimon
27 giu 2022
26 giu 2022
25 giu 2022
SABATO:cucina
fonte https://www.ecomuseovalresia.it/cultura/tipicita/ricette/
RICETTE
Descrizione
Pur essendo povere di ingredienti, le ricette resiane sono frutto di creatività e questo permette di contraddistinguere la Val Resia oltre che dal punto di vista turistico-culturale anche per quello culinario.
Le ricette sono tratte da: “LESKOVIC Vesna, DEL MEDICO Dino “Rezija – Jëst tu-w rožini dulïni Resia a tavola nella valle dei fiori”. Coop. Most, Čedad/Cividale del Friuli. 2
ORZO ALLA MANIERA DI UCCEA – AŠPREN PO UČARSKIN
INGREDIENTI
300 gr di Orzo; 80 gr di lardo stagionato; 50 gr di formaggio grattugiato; sale;
PREPARAZIONE
- Mettere in amollo l’orzo la sera precedente
- Cuocere l’orzo in acqua salata per 40 minuti
- Scolare col coperchio e lasciare nella pentola
- Nel frattempo soffriggere il lardo tagliato a lamelle
- Versare il lardo soffritto sopra l’orzo
- Cospargere di formaggio
- Mescolare e servire
17 giu 2022
Dela na cesti med Rezijo in Slovenijo/ Lavori sulla strada Resia-Slovenia
Lischiazze-Karnica foto di Daniele Buttolo |
La Val Resia si estende per quasi 120 kmq e, come molte aree rurali della Regione Friuli Venezia Giulia, è caratterizzata da una scarsissima densità demografica.
Ad opera della Protezione civile regionale e in continuità a quelli realizzati lo scorso anno, lunedì, 30 maggio, sono iniziati i lavori di manutenzione straordinaria della strada che da Sella Carnizza/Karnïca porta ad Uccea/Učja in comune di Resia. Da allora è stato necessario, quindi, chiudere con ordinanza comunale la strada al transito.
La situazione ricorrerà anche nei mesi successivi e si rifletterà di certo sull’economia della zona, soprattutto nella località di Gnivizza/Njïvica dove operano alcune attività ricettive ma, come spiega Anna Micelli sindaco di Resia, «il disagio che purtroppo tutti vivremo è l’unico modo per garantire una viabilità sicura e funzionale nel tempo». Tali lavori si sono resi urgenti e necessari proprio per mettere in sicurezza una viabilità che presenta ancora importanti criticità. Si interverrà soprattutto nella messa in sicurezza dei ponti presenti lungo la stessa, nel ripristino dei guardrail installati e nel posizionamento di nuovi, ove necessario. Questi lavori sono eseguiti su una strada che attraversa l’area protetta del Parco delle Prealpi Giulie ed è percorsa ogni anno da migliaia di veicoli, soprattutto motociclisti, anche se è stretta e tortuosa.
La prima parte, salendo da Lischiazze, è immersa in un bellissimo bosco, senza protezioni, a tratti ripida e con tornanti senza visibilità.
Passata la sella e il bivio che porta alla chiesetta della Madonna di Carnizza (conosciuta anche come Santa Anna), la strada dà l’impressione di stringersi ulteriormente. Purtroppo per 20 anni non è stata eseguita una manutenzione strutturale costante; oggi intervenire è urgente, per evitare più gravi problemi. Per i valligiani la via è un’importante arteria che collega la Val Resia con la frazione di Uccea, attraverso l’omonima vallata. Là molti possiedono boschi e planine, che nella bella stagione sono raggiunti per attività agresti o monticazione. La strada ha anche un respiro internazionale. Immettendosi, all’altezza del borgo di Uccea, nella ex statale e oggi regionale 646, risulta un veloce collegamento tra la valle del Fella e quella dell’Isonzo, in Slovenia.
Altri lavori saranno eseguiti da Lischiazze a Sella Carnizza sui quali, spiega sempre la sindaco, «sarà data informazione per tempo in relazione alle modalità di svolgimento».
Un plauso all’attuale amministrazione comunale, perché sarebbe assurdo incentivare il turismo transfrontaliero con la Slovenia, in particolare con la vallata dell’Isonzo – dove le presenze turistiche sono notevoli – e non avere un collegamento viario decente con i confinanti comuni di Bovec e Kobarid. (Sandro Quaglia)
9 giu 2022
MERSINO (SL. LOC. MARSIN) i luoghi del giovedì
Tipo percorso: escursione veloce lineare
Tappe: borghi ed edifici di culto
Taglio album: descrittivo
Finalità principale: presentare la località in autunno verso il tramonto
Area linguistica toponimi: italiano e sloveno
Data: 31/10/2021
Numero foto: 51
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MARSEU (MARSIELI)
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4 giu 2022
A Resia ripartendo dalle case sfitte
Solbica - Stolvizza |
La Val Resia si estende per quasi 120 kmq e, come molte aree rurali della Regione Friuli Venezia Giulia, è caratterizzata da una scarsissima densità demografica.
Anche in Val Resia, come in molte altre vallate alpine, degli Appennini e d’Italia in generale cosiddette marginali, a seguito del boom economico del secondo dopoguerra è iniziato un inesorabile spopolamento. Molti degli abitanti di queste terre, ricche di prodotti agricoli unici, tradizioni e cultura, furono costretti ad abbandonare i luoghi di origine in un vero e proprio esodo di massa, dalla periferia alla città, alla ricerca di lavoro redditizio e benessere. Il profondo mutamento economico dei territori svuotati che ne è conseguito ha portato, tra le altre cose, al rapido abbandono, con conseguente inutilizzo, di un notevole patrimonio edilizio. Oggi questo rappresenta, assieme ad una natura incontaminata e a una qualità della vita superiore rispetto a quella di città densamente abitate, la ricchezza di questi territori.
Con lo scopo di “sfruttare” gli edifici residenziali esistenti sul territorio del comune di Resia e al contempo attrarre nuove famiglie che possano aumentare il capitale sociale territoriale e il benessere della comunità, l’amministrazione comunale della Val Resia, in collaborazione con Fondazione Friuli e la cooperativaCramârs, ha promosso il progetto «Vieni a vivere e lavorare in Val Resia ». L’innovativo e sperimentale proposito nasce dall’esigenza di contrastare, mettendo a disposizione alcuni immobili sfitti o inutilizzati, lo spopolamento della vallata e nel contempo attirare, facilitandone l’inserimento nel tessuto sociale e lavorativo locale, nuovi nuclei familiari. L’iniziativa, nel concreto, si traduce nella ricerca di almeno cinque immobili ubicati in area urbana in tutto il territorio del comune di Resia. Le case che si volessero destinare a tale scopo dovrannoessere in buone condizioni di conservazione e immediatamente abitabili, così da destinarle subito a chi, aderendo al progetto, volesse venire ad abitarvi. Il progetto è inserito nel più ampio «Piano comunale di ripresa e resilienza della Val Resia», che si prefigge di ridare valore alla sua gente, che dimostra un radicamento eroico alla propria terra e cultura. Questo strumento di lavoro si compone di quattro assi strategici, concertati dai gruppi di Sostenibilità, Rigenerazione, Coesione sociale e Digitalizzazione. (Sandro Quaglia)
24 mag 2022
Zaporizhzhya: la città simbolo dei profughi ucraini
Sofiya Stetsenko
Mentre l’Europa sta attendendo l’arrivo dell’estate, il popolo ucraino è fermo ancora a quel 24 febbraio del 2022. La guerra continua e la strada per l’accordo di un cessate il fuoco sembra ancora lontana. Tra tutte le città dell’est ucraino, Zaporizhzhya sembra ricoprire un ruolo di grande importanza, quello dell’accoglienza dei profughi all’interno del paese.
Oltre ai superstiti di Mariupol’, che fino al 1 maggio 2022 si trovavano intrappolati nei bunker e sotterranei dell’acciaieria Azovstal – diventata simbolo della resistenza e la fortezza del Battaglione Azov – Zaporizhzhya ospita i civili della propria oblast’ e delle regioni del sud-est ucraino. Ad oggi il numero delle persone costrette a fuggire dalle proprie case a Zaporizhzhya è imponente. Zaporizhzhya ha accolto circa 122 mila civili, di cui 33 mila sono i bambini.
Sicuramente, la tragedia di Mariupol’ ha tenuto tutta la popolazione ucraina e mondiale con il fiato sospeso. Per cui, quando – il 3 maggio 2022 – i primi 126 civili nascosti all’interno dell’Azovstal sono riusciti a raggiungere il suolo zaporizhzhiyano, la speranza si è fatta strada nei cuori degli ucraini. Fino al 22 marzo 2022, il rifugio principale di Zaporizhzhya era il Circo statale, uno spazio grande che poteva ricevere molte persone, ma – allo stesso tempo – freddo. Per cui, dal giorno 23 marzo, il centro dei rifugiati principale è stato spostato presso il centro espositivo del «Kozak Palats». Oltre agli rifugi principali, che offrono i beni di prima necessità, cantine e posti letto, è stato aperto un centro di sostegno esclusivamente per i rifugiati di Mariupol. Infatti, i volontari qualificati di «Io sono Mariupol» (Я – Маріуполь) forniscono assistenza psicologica, sociale, legale e medica per i nuovi arrivati.
Il giorno 17 maggio 2022 Mariupol è caduta, ma la sua gente continua a vivere una crisi umanitaria drammatica. Tuttavia, è importante ricordare che non è l’unica città a soffrire le conseguenze dell’occupazione russa. Infatti, in seguito ai costanti bombardamenti degli ospedali, asili, scuole e case, le popolazioni di Polohy, Vasylivka, Melitopol, Dniprorudne, Berdyansk, Energodar, Oryhive, Huliaipol – città e villaggi che fanno parte della Zaporiz’ka oblast’ – sono state evacuate presso i centri di accoglienza nel centro di Zaporizhzhya, dove i volontari cercano di farli sentire a casa con la loro costante presenza.
La vita all’interno di questi rifugi è intessuta di lacrime degli adulti, consapevoli di aver perso tutto, e sorrisi dei bambini, coccolati dai volontari. Sarà il sangue ribelle cosacco o semplicemente voglia di libertà su tutti i fronti, ma gli zaporizhtsi preferiscono agire tramite iniziative proprie, piuttosto che seguire le indicazioni delle organizzazioni internazionali. Così, un noto locale – Beluga – ha trasformato il suo karaoke e night pub in cantina per i militari e rifugiati ucraini. Il proprietario del locale, Oleksandr Beluga, rende noto sul suo account Instagram che lui insieme ai suoi 170 volontari preparano più di 3000 razioni giornaliere. Mentre carica il cibo e i beni di prima necessità nella nuova auto blindata – acquistata grazie agli sforzi dei volontari – Oleksandr ride e afferma: «сытый воин, сильный воин» (guerriero ben nutrito, guerriero forte). Il suo umore è sempre positivo e ottimista, spiega che non c’è tempo per demoralizzarsi.
Nonostante la crisi immane che sta fronteggiando la nazione, l’attuale capo dell’amministrazione militare dell’oblast di Zaporizhzhya, Oleksandr Starukh, in un’intervista ha voluto sottolineare lo spirito libero dei cosacchi. Difatti, sin dal primo giorno della guerra, Zaporizhzhya opera su tutti i campi. I civili cercano di contribuire all’economia locale, sforzandosi di condurre lo stile di vita pre-guerra, i militari combattono difendendo la propria terra, mentre la città fa da rifugio per chi scappa da realtà ancor più crudeli. Riusciranno i «cosacchi contemporanei» a difendere ancora una volta la propria terra? Questa guerra si è dimostrata molto imprevedibile. L’unica cosa è certa: il mito dei cosacchi brucerà nel sangue zaporizhzhiyano fino all’ultima goccia di speranza.
fonte Wikimedia commons
20 mag 2022
17 mag 2022
saluti da Resia
Resia (Resije in resiano, Rezija in sloveno, Rèsie in friulano è un comune italiano di 932 abitanti del Friuli-Venezia Giulia. Si tratta di un comune sparso con sede comunale nella frazione di Prato.La Val Resia è situata nella parte nord-orientale della regione Friuli-Venezia Giulia: è una valle pre-alpina che si estende in direzione ovest-est per 20 km: ad est è chiusa da un massiccio montuoso, del quale il Monte Canin (2587 m) rappresenta il punto più alto, segnando il confine fra l'Italia e la Slovenia; l'aspetto più importante della valle, oltre all'indiscussa importanza linguistico-culturale, è il profilo naturalistico: immersa com'è in una conca verde su cui vegliano i picchi del Canin, innevati per buona parte dell'anno; merita una visita sia per un contatto diretto con la popolazione dei borghi, sia per le piacevoli escursioni in una delle più suggestive vallate alpine.
La valle è suddivisa in 5 principali frazioni che sono, da ovest a est, San Giorgio, Prato, Gniva, Oseacco e Stolvizza; vi sono inoltre le borgate di Lipovaz, Crisacis, Gost, Lischiazze, Coritis e in una adiacente valle più a sud, Uccea. Vi è ubicata la stazione meteorologica di Resia. Si raggiunge seguendo la SS13 Pontebbana in direzione di Tarvisio oppure dal casello Carnia-Tolmezzo dell'autostrada A23 in direzione di Tarvisio arrivando dopo 10 km circa a Resiutta e seguendo il bivio per la Val Resia.Le origini di Resia sono legate all'insediamento della sua popolazione nella vallata, che si fa risalire al VII secolo. I resiani sono i discendenti di quelle popolazioni di ceppo slavo che giunsero in Italia al seguito degli Avari e dei Longobardi e che, abbandonando il nomadismo, qui presero dimora. Un tempo isolata tra i monti Musi a sud e l'imponente massiccio del Canin ad est e a nord, Resia rappresenta per la cultura un'isola linguistica e di tradizioni estremamente importante. La singolare lingua locale a tutt'oggi parlata, il resiano, è riconosciuta dall'Unesco. Essa è stata ed è tuttora oggetto di molti studi, i quali hanno favorito la custodia e la perpetuazione di tradizioni (costumi, canti, balli, cerimonie) di grande interesse.
La comunità di Resia è oggi in gran parte raggruppata nelle frazioni di Prato, San Giorgio, Oseacco, Gniva, Lischiazze, Stolvizza e Uccea. Dal punto di vista storico, essendo stata soggetta alla giurisdizione dell'Abbazia di Moggio, ne seguì le vicende nel corso dei secoli. Rivestì una certa importanza sotto il dominio veneziano per la difesa delle selle di Carnizza e di Guarda che permettono di raggiungere la valle dall'Isonzo in Slovenia. A questo scopo vi fu nella vallata la presenza di una guarnigione militare (reparti di fanteria d'arresto) con fortificazioni a Stolvizza e a San Giorgio.
Nel 1976 il comune fu devastato dal terremoto del Friuli, che provocò enormi crolli e danni.da wikipedia
19 apr 2022
18 apr 2022
11 apr 2022
5 apr 2022
Le caprette di Alessia vi augurano il buongiorno
L'azienda Zore nasce nel 2008 dal forte attaccamento di Alessia al territorio montano di Taipana.
Azienda Agricola Zore
di Alessia Berra
Località Zore, 33040 Taipana
Email: info@zoreformaggi.it
tel.: 3334581123
1 apr 2022
Tempietto longobardo (Cividale)
Nella notte profonda
27 mar 2022
Camminando in Val Resia
Scoprire Camminando la Val Resia
24 mar 2022
VEDRONZA/NJIVICA
foto di Igor Cerno |
Origine del nome di Vedronza | Njivica, frazione di Lusevera, conosciuta per l’omonimo torrente dall’acqua cristallina
11 feb 2022
6 feb 2022
Se non c’è vita, non c’è cultura
Da qualche settimana a Stolvizza/Solbica si lavora alla sistemazione di un piccolo angolo di Piazza Nuova, caratterizzato dalla presenza di una fontana. Specialmente nel periodo estivo, è molto utilizzata sia dai paesani sia da molti ospiti.
Questo piccolo intervento di miglioramento dell’arredo urbano è in linea con gli altri già realizzati in Piazza dell’arrotino e dietro la chiesa di San Carlo, all’ingresso del Museo della gente della Val Resia. In tutti questi lavori si è scelto l’impiego della pietra locale, già tradizionalmente utilizzata nell’architettura valligiana e che ben si presta a questi miglioramenti, realizzati da maestranze locali, dando un’immagine coordinata all’interno del paese. Tutto questo sforzo è frutto della volontà dei paesani di contribuire a rendere sempre più accogliente il piccolo borgo ai piedi del Monte Grad, frequentato da appassionati della montagna che lo scelgono come base di partenza per le molte proposte escursionistiche che lo caratterizzano.
Anche di fronte all’impietoso calo demografico, in paese si notano, da parte delle associazioni attive e in particolare di ViviStolvizza, vitalità e ferma volontà di promuovere iniziative atte a valorizzare le competenze dei residenti, soprattutto di quelli in quiescenza, mettendole a disposizione della collettività.
Tutto questo, se pensiamo alla storia dei nostri paesi, non ha proprio nulla di nuovo. In passato il bene comune era gestito dalla collettività, che si assumeva l’onere di mantenerlo se era già realizzato, oppure di crearlo del tutto.
Sempre di più nei piccoli borghi, con poche persone a viverli tutto l’anno, si dovranno sperimentare queste forme di “cittadinanza attiva”, consapevoli che non tutto può essere delegato al solo ente locale. Anche a Resia, pensando soprattutto all’inverno, alcune borgate dei paesi ancora abitate sono inaccessibili ai mezzi spazzaneve e spargisale. Così, l’aspetto dell’associazionismo diventa indispensabile. Infatti, non solo perché le nuove norme lo indicavano, anche ViviStolvizza ha fatto la scelta di diventare APS (Associazione di promozione sociale), anche col fine di svolgere attività di utilità sociale a favore di associati o terzi, senza finalità di lucro. Un plauso, quindi, a coloro che quotidianamente, anche con piccoli interventi ma concreti, si dedicano a rendere i nostri paesi più accoglienti e attrattivi.
Se non ci saranno valide occasioni di residenza e in valle non rimarrà più nessuno, anche gli aspetti della tradizione e della cultura, i dialetti resiani per primi – che per legge sono il motivo dell’inserimento della nostra comunità nella più ampia minoranza linguistica slovena in Italia, che così li tutela – sono destinati all’oblio e di conseguenza anche la specificità e l’identità che ci caratterizza. (Sandro Quaglia)
continua in sloveno https://www.dom.it/kjer-ni-zivljenja-tam-ni-niti-kulture_se-non-ce-vita-non-ce-cultura/
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