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5 apr 2024
4 dic 2023
Udine città dove si vive meglio
La provincia di Udine è quella in cui si vive meglio in Italia. Il verdetto è collegato alla 34ª edizione dell’indagine del Sole 24 Ore sui territori più vivibili. Scalate 11 posizioni rispetto all’anno scorso, la provincia di Udine sale per la prima volta sul podio, dopo essersi piazzata nella top ten solo tre volte dal 1990 ad oggi: 2016, 2020 e 2021.
La classifica vede al 12esimo posto Trieste (che perde 5 posizioni), al 14esimo Pordenone (che ne guadagna 12) e al 28esimo Gorizia, che arretra di 9 caselle. A livello nazionale si posizionano al secondo e terzo posto Bologna e Trento. A chiudere la classifica sono invece Napoli, Caltanissetta e Foggia.
La classifica è stata stilata prendendo in esame 90 indicatori in ciascuna delle 107 province italiane. A premiare quella di Udine sono alcune particolari performance: il primo posto per qualità della vita delle donne (tra tasso di occupazione femminile, percentuale di amministratrici donne, livello di gap occupazione di genere e speranza di vita a 85,4 anni) e l’ottavo per Qualità della vita dei bambini; il record di palestre, piscine e centri per il benessere fisico; il 4° posto nella categoria «Giustizia e sicurezza» per la limitata frequenza di incendi, delitti informatici e furti di autovetture. Eccelle anche per la bassa incidenza di famiglie con Isee sotto i 7mila euro e di imprese in fallimento.
Trieste è prima in Italia nella categoria ‘Cultura e tempo libero’, seconda sia per indice di sportività che alla voce ‘affari e lavoro’. La provincia di Pordenone è terza sia nella categoria ‘giustizia e sicurezza’ sia in quella ‘ecosistema urbano’, che misura la performance ambientale.
https://www.ilfriuli.it/cronaca/udine-regina-ditalia-e-il-posto-dove-si-vive-meglio/
22 giu 2023
IDRIJA
Conosciuta come la città del mercurio e dei pizzi.La miniera è una delle più antiche della Slovenija,già dal 1490 si estraeva il mercurio.
Già dal 1876 esiste la scuola di merletti.
19 giu 2023
MONTEAPERTA
Monteaperta (Viškorša in sloveno, Montviarte o Monviarte in friulano), anche chiamata la piccola Cortina[1][2], è una frazione di 219 abitanti del comune italiano di Taipana, in provincia di Udine.
Geografia fisica
- Clima: il clima di Monteaperta è prevalentemente continentale, con temperature abbastanza elevate d'estate e relativamente rigide d'inverno, ma con minor continentalità rispetto alla Carnia. L'inverno è la stagione meno piovosa, mentre d'estate sono frequenti i fenomeni temporaleschi, anche accompagnati da forti grandinate. Si segnalano episodi di Bora.
- Geologia di Monteaperta: il paese (Borgo di Sotto e Borgo di Sopra) si estende su coni di deiezione (falde di detrico e brece) posglaciale. La formazione chiamata Flysch (marne ed arenarie) del Eocene (zona inferiore) di -50 MA, è stata definita nel promontorio del Briec e del Celò, a Ponte Sambo e a Debellis. Il Trias superiore di -220 MA: questa formazione affiora in zona Gran Monte. Il Trias superiore Carnico è stato definito sopra Monteaperta ed è composto da dolomie friabili. Durante il Trias superiore Norico s'innalza il Gran Monte: è composto da dolomie chiare e calcari dolomitici in strati (chiamati dolomie principale). Il Trias superiore Retico, infine, è costituito da calcari grigi compatti ed è ben visibile sulla cima del Gran Monte.
- Minerali: limonite (ferro), lenticchie sparse di carbone, calcite.
- Fossili (Eocene e Trias): Lamellibranchi, Bivalvi (Megalodontide), Gasteropodi (Amaurellina), rari Cefalopodi (Ammoniti), Echinodermi, Poriferi (spugne), Coralli, Brachiopodi, rari pesci, trace marine, cipressi.
- Fiumi: rio ta Sausciàn, rio ta Saràvanza, rio ta Sacoredo, rio Podrop, rio Dregna, rio Valcalda, rio di Monteaperta, rio Gleria, rio ta Sabazaretan, torrente Cornappo.
- Grotte di Monteaperta: grotta pod Lanišče (semi-allagata) presso la località Ponte Sambo, grotte del Briec e del Celò (sopra Debellis), grotte del Gran Monte: grotta della Diuja Jáma(sopra la pod Biela Skala), Abarie, Orna Scie (Scia)...
- Flora e fauna: Monteaperta è circondata da boschi misti di castagno, maggiociondolo, nocciolo, noce, ciliegio, frassino, carpino bianco, abete rosso e larice, a metà altezza e le colline lasciano il posto a boschi di pini e ginepri, poi a vaste vegetazione di malga con flora rara e protetta (tra cui stelle alpine, genziane, orchidee e rododendri). La sua fauna è notevole (lince, orso bruno, gatto selvatico, camosci, cinghiali, caprioli, cervi, scoiattoli, tassi, volpi e rari sciacalli, pipistrelli, vari uccelli, salamandre, serpenti, trote, gamberi, rane, farfalle e insetti). Il paese segna il limite sud-ovest di un grande parco naturale.
Geografia antropica
Suddivisioni storiche
- Borgo di sopra (borgo Cobai, borgo Dousezza, borgo Jáma, borgo Cossarutto, borgo Levan, borgo Chiesa)
- Borgo di sotto (borgo Sout, borgo Tomasin)
Storia
Il territorio di Monteaperta fu abitato fin da epoca preistorica, lo dimostrano i resti di selce rinvenuti nelle grotte di tipo carsico sparse nel suo comprensorio. Fino a 3.000 anni a.C. il clima diventa caldo ed umido. L'uomo inizia ad allevare il bestiame ed a lavorare la terra. Nelle nostre valli, l'uomo del neolitico viveva principalmente nelle grotte e nelle capanne. A Monteaperta, rinvenimento di reperti diversi come asce di pietra dura ed una pietra rotonda da arrotare. Nel III secolo a.C. vi si insediarono gruppi di Celti (chiamati Galli dagli antichi Romani), poi di Carni. Si racconta che Giulio Cesare si sia spinto con le truppe per queste montagne (58-50 a.C.) passando per la gola di Cròsis sino al Cuel di Lanis per scendere indisturbato verso Gemona. Si parla anche di una strada romana e di un ponte romano che portavano da Nimisa Caporetto. Nel VI secolo si stabilirono nelle Prealpi Giulie degli Avari e quindi delle genti slave provenienti dalla Pannonia: da allora gli abitanti conservano la loro parlate d'origine (il dialetto slavo del Torre o po-našem in sloveno) fino ai giorni nostri. La denominazione slava di Monteaperta Viškorša deriva da una voce significante l'albero chiamato "sorbo degli uccellatori" in dialetto. Monteaperta inizia probabilmente a prendere consistenza durante il periodo del dominio longobardo (558-776). Nel 670 circa, il duca longobardo Vettari sconfigge gli Slavi nella battaglia di Broxas (Ponte San Quirino). Nel 705circa sono gli Slavi che sconfiggono i Longobardi, guidati dal duca Ferdulfo: in una battaglia svoltasi su un imprecisato monte friulano, lo stesso duca troverà la morte. Nel 720 circa, gli Slavi vengono sconfitti dal duca longobardo Pemo nella battaglia di Lauriana (località oggi individuata in Mersino). Sconfitta contenuta in quanto l'accordo di pace fu stipulato sul campo e prevedeva il reciproco scambio dei territori per i pascoli. Il figlio di Pemo, Ratchis, nel 738 si dirige in Carniola dove combatte e sconfigge gli Slavi. In seguito saranno gli Slavi a sferzare un violento quanto improvviso attacco a Rachtis, il quale non riuscirà neppure ad afferrare la sua lancia, ma dovrà difendersi con un bastone. (Racconto di Paolo Diacono). La storia di Monteaperta risale al secolo XII, quando pastori provenienti da Venzone si unirono a formare un villaggio contro le incursioni di ladri e rapinatori. La prima notizia risale al 1300 ed è una denunzia feudale che fa di questa località il nobile Nicolò di Castellerio. Durante il secolo XIII, Monteaperta e Cornappo si trovano sotto la giurisdizione dei conti Savorgnan di Osoppo. Rimasta prima sotto la giurisdizione del Patriarcato di Aquileia, in seguito a quella austro-ungarica, sotto la Repubblica di Venezia ad eccezione di una breve parentesi napoleonica (1797), fino all'annessione del Friuli all'Italia del 1866, Monteaperta e le frazioni vicine assunsero importanza e si svilupparono come Ville. Monteaperta e le Villeslave dei monti vicini furono sotto la giurisdizione religiosa della Pieve di Nimis. A capo della Villa, c'era una persona autorevole del luogo chiamata "degano" che regolava la vita della Villa, amministrava la giustizia, presiedeva le assemblee. I degani delle Ville elessero vicario. Dal giudizio del degano si poteva appellare al capitano di Osoppo, che negli ultimi anni risiedeva in Nimis. L'autore Ippolito Nievo si ispirò nel suo romanzo il Conte Pecoraio (1856). Questo villaggio, una volta Villa indipendente (citato nell'ispezione canonica del 10 giugno 1737 come Villa di Monteaperta) venne aggregato 1797 alla municipalità di Attimis per passare quindi sotto la vice-prefettura di Cividale. 1818 l'Impero Austriaco lo aggregò al distretto di Faedis e questo soppresso nel 1853 a quello di Cividale. 1861 finalmente Monteaperta venne unita al Distretto di Tarcento e fu collegata a Platischis (che fu sede comunale fino al 24 marzo 1929), è ora dipendente come frazione dalla sede comunale di Taipana.
7 apr 2023
RIAPERTURA CENTRO VISITE DI PRATO DI RESIA
RIAPERTURA CENTRO VISITE DI PRATO DI RESIA
1 apr 2023
In miniera a riscoprire Cave del Predil
Cave del Predil/Rabelj/Raibl/Rabil. In qualunque lingua della Valcanale lo si nomini, il nome di questa località resta sempre legato alla miniera.
Nella comunità locale è ancora vivo il ricordo dei passati fasti economici legati all’attività estrattiva, ormai interrotta da decenni. Per una località di fatto nata in funzione della presenza di una miniera, la miniera stessa, riconvertita, può farsi portatrice di nuovo riscatto economico.
Anche a questo contribuisce il comprensorio dei Musei di Tarvisio, che comprendono la Miniera di Raibl, il Museo della tradizione mineraria e il Museo storico militare «Alpi Giulie», tutti attivi a Cave del Predil.
La miniera di Raibl – Cave del Predil è stata dal XVIII secolo una delle più importanti miniere europee di piombo e zinco. Chiusa nel 1991, oggi è stata trasformata nel Parco internazionale geominerario di Raibl, che si propone ai visitatori come monumento alla memoria del lavoro operaio nonché meta turistica e didattica.
La visita guidata, che avviene grazie a un trenino a trazione elettrica, dura circa un’ora. Attraverso questo viaggio nel cuore della terra si possono scoprire minerali, tecniche di estrazione, ma soprattutto comprendere le fatiche di migliaia di minatori che hanno lavorato per secoli dentro le sue viscere. A completare la visita alla miniera è il Museo della tradizione mineraria, che propone un percorso documentario tra foto d’epoca, documenti storici, attrezzature minerarie, film e testimonianze in video della storia della miniera e del paese.
Per finire, a Cave del Predil è presente un Museo militare, che presenta informazioni e plastici della zona di Tarvisio, cimeli e uniformi dell’epoca napoleonica, della prima e della seconda guerra mondiale.
Fino a maggio i musei di Cave del Predil sono aperti da venerdì a domenica e nei giorni festivi, dalle 10.00 alle 13.00 al mattino e dalle 14.00 alle 18.00 nel pomeriggio. (Luciano Lister)
https://www.dom.it/v-rudniku-da-bi-spet-odkrivali-rabelj_in-miniera-a-riscoprire-cave-del-predil/
24 mar 2023
SAN DANIELE DEL FRIULI
Duomo di San Daniele |
San Daniele del Friuli (San Denêl in friulano) è un comune italiano di 7 882 abitanti del Friuli-Venezia Giulia. La città è nota in tutto il mondo per la produzione dell'omonimo prosciutto crudo DOP.
Il comune di San Daniele, arroccato sulla sommità di un colle a 252 m s.l.m., è al centro del Friuli e domina la pianura circostante. Il territorio gode di un'aria particolare che dona ai prosciutti (prodotti localmente), un sapore unico e inconfondibile conosciuto in tutto il mondo. A poca distanza dal colle, le limpide acque del Tagliamento sono la naturale dimora della trota (qui chiamata "la regina di San Daniele") che viene allevata e lavorata in modo artigianale. La città può vantare la vicinanza al Mare Adriatico a sud e alla Carnia a nord. San Daniele era in contatto con San Daniele in Carinzia (Sankt Daniel im Gailtal) collegato con la storia del Patriarcato di Aquileia e con San Daniele del Carso (monte San Daniele) in Slovenia (Stanjel na Krasu) per comune storia originaria. Città raccolta ed accogliente con diversi tesori artistici, fa parte delle Città Slow.
Uno dei centri della Riforma protestante nel Friuli nel XVII secolo, San Daniele del Friuli fu patria dell'erudito e scrittore Giusto Fontanini (1666-1736).
Il terremoto del 1976 arrecò al paese meno danni rispetto agli altri comuni coinvolti, ma si verificarono distruzioni parziali o totali degli edifici del centro storico, meno toccato dagli spezzonamenti, e danni alle opere d'arte, con feriti e vittime, molte delle quali causate dal crollo di una palazzina a pochi passi dal municipio.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 21 luglio 1962.
«Di rosso, alla croce di Sant'Andrea d'argento. Ornamenti esteriori da Città.» |
Il gonfalone è un drappo di colore cremisi.
11 feb 2023
Carnevale a Maserolis
Febbraio, tempo di carnevale, che in sloveno si dice “pust” e che, specialmente nelle sue accezioni più arcaiche e tradizionali, continua a essere celebrato anche fuori dai confini nazionali sloveni, come in Benečija, nel profondo nord-est d’Italia, a Mažeruole/Masarolis, in provincia di Udine.
Mažeruole è uno dei numerosi paesi che costellano la Benečija, molti dei quali ormai svuotati dal calo demografico e da decenni di emigrazione, dove si parla il dialetto sloveno, localmente chiamato “po našin” (letteralmente “a modo nostro”). È proprio grazie al suo isolamento che in Benečija, nonostante tutte le vicissitudini storiche, si sono conservate antiche tradizioni le cui radici affondano in un passato remotissimo. Tra queste tradizioni spiccano quelle legate al “Pust”, il carnevale. Come scrisse l’etnologo Niko Kuret, in Benečija si trovano riunite in un territorio relativamente piccolo tutte le caratteristiche più tipiche degli antichi riti carnevaleschi centro-europei
L'eterna lotta tra il bene e il male
Protagonisti indiscussi del Pust (carnevale) di Mažeruole sono Te Križnast (“quello della croce”) e Te Kožnast (“quello peloso”), due figure arcaiche che racchiudono in sé numerosi significati simbolici contrapposti: il bene e il male, l’inverno e la primavera, il vecchio e il nuovo.Come numerose altre figure carnevalesche della tradizione slovena, il travestimento di Te Križnast e Te Kožnast è caratterizzato da pelli di pecora e grossi campanacci legati sulla schiena. Fare rumore, con campanacci o altro, è una caratteristica tipica delle maschere tradizionali slovene e non solo.
Ad accompagnare i due protagonisti del Pust sono le Minke, due figure femminili che rappresentano le mogli di Te Križnast e Te Kožnast. Le Minke girano sempre con una scopa in mano e ovunque passano fanno pulizia, anche e soprattutto in senso metaforico, spazzando via tutto ciò che c’è di negativo.
continua qui https://www.slovely.eu/2022/03/04/pust-a-mazeruole-masarolis-carnevale/
2 feb 2023
Essere resiani oltre il «püst»
Oggigiorno è possibile ascoltare dal vivo qualche bel canto tradizionale in dialetto sloveno resiano andando ai festeggiamenti del «püst», il Carnevale tradizionale.
Mentre i musicisti suonano la citira, ai ballerini piace cantare e fare le tradizionali grida di giubilo. «Plešta, plešta moškireto» è un breve canto che spiega come si svolge il «püst», come si vestono «te lipe bile moškire», chi sono i «kukaci».
A Resia/Rezija si sa ancora molto cantare in resiano, ma non si usa più cantare così spesso come una volta, quando magari ci si ritrovava la sera dopo avere terminato il duro lavoro quotidiano. C’era anche l’uso di rispondere ai canti con altri canti e gli anziani ricordano che dava allegria sentire questi canti venire prima da una parte e poi dall’altra. Il canto resta vivo anche in occasione delle solennità religiose.
14 gen 2023
Monteaperta /Viškorša
foto di Jean Marc Pascolo |
Monteaperta (Viškorša in sloveno, Montviarte o Monviarte in friulano), anche chiamata la piccola Cortina, è una frazione di 219 abitanti del comune italiano di Taipana, in provincia di Udine.
Un tempo chiamata Campo di Miglio, poi Monteaperto, infine Monteaperta, questo villaggio, una volta Villa indipendente (citato nell'ispezione canonica del 10 giugno 1737 come Villa di Monteaperta) che comprendeva anche le frazioni di Cornappo, di Ponte Sambo e di Debellis, è attualmente compreso nel comune di Taipana della provincia di Udine, in Friuli-Venezia Giulia, che è distante 3,93 chilometri. Fa parte dell'Iter Aquileiense o Cammino Celeste, un passo o via di pellegrinaggio, con una lunghezza totale di 360 km, che collega il santuario di Maria Saal (Austria) e Brezje (Slovenia) ad Aquileia, in Italia.
Sorge a 659 m s.l.m., tra i rilievi delle Prealpi Giulie, nel bacino del rio di Monteaperta e del torrente Cornappo. La frazione si estende per oltre 2 km di lunghezza, tra 500 e 659 metri, in posizione panoramica ai piedi del Gran Monte, una grande catena montuosa situata tra i torrenti del Cornappo, del Torre e del fiume Isonzo. Il territorio su cui si estende Monteaperta fa parte di una vasta area denominata Alta Valle del Torre o Alta Val Torre della Slavia friulana (chiamata Benečija in sloveno). Da un punto di vista geomorfologico la catena del Gran Monte è, a partire dalla pianura friulana, il primo gruppo di monti di grandi dimensioni che costituiscono le Prealpi Giulie, di altitudine superiore ai 1600 metri. La roccia è calcarea, con fenomeni carsici (inghiottitoi, doline e grotte). L'area nei pressi della frazione è ricca di sorgenti (come la sorgente del Vescovo) che alimentano città vicine.
- Clima: il clima di Monteaperta è prevalentemente continentale, con temperature abbastanza elevate d'estate e relativamente rigide d'inverno, ma con minor continentalità rispetto alla Carnia. L'inverno è la stagione meno piovosa, mentre d'estate sono frequenti i fenomeni temporaleschi, anche accompagnati da forti grandinate. Si segnalano episodi di Bora.
- Geologia di Monteaperta: il paese (Borgo di Sotto e Borgo di Sopra) si estende su coni di deiezione (falde di detrico e brece) posglaciale. La formazione chiamata Flysch (marne ed arenarie) del Eocene (zona inferiore) di -50 MA, è stata definita nel promontorio del Briec e del Celò, a Ponte Sambo e a Debellis. Il Trias superiore di -220 MA: questa formazione affiora in zona Gran Monte. Il Trias superiore Carnico è stato definito sopra Monteaperta ed è composto da dolomie friabili. Durante il Trias superiore Norico s'innalza il Gran Monte: è composto da dolomie chiare e calcari dolomitici in strati (chiamati dolomie principale). Il Trias superiore Retico, infine, è costituito da calcari grigi compatti ed è ben visibile sulla cima del Gran Monte.
- Minerali: limonite (ferro), lenticchie sparse di carbone, calcite.
- Fossili (Eocene e Trias): Lamellibranchi, Bivalvi (Megalodontide), Gasteropodi (Amaurellina), rari Cefalopodi (Ammoniti), Echinodermi, Poriferi (spugne), Coralli, Brachiopodi, rari pesci, trace marine, cipressi.
- Fiumi: rio ta Sausciàn, rio ta Saràvanza, rio ta Sacoredo, rio Podrop, rio Dregna, rio Valcalda, rio di Monteaperta, rio Gleria, rio ta Sabazaretan, torrente Cornappo.
- Grotte di Monteaperta: grotta pod Lanišče (semi-allagata) presso la località Ponte Sambo, grotte del Briec e del Celò (sopra Debellis), grotte del Gran Monte: grotta della Diuja Jáma (sopra la pod Biela Skala), Abarie, Orna Scie (Scia)...
- Flora e fauna: Monteaperta è circondata da boschi misti di castagno, maggiociondolo, nocciolo, noce, ciliegio, frassino, carpino bianco, abete rosso e larice, a metà altezza e le colline lasciano il posto a boschi di pini e ginepri, poi a vaste vegetazione di malga con flora rara e protetta (tra cui stelle alpine, genziane, orchidee e rododendri). La sua fauna è notevole (lince, orso bruno, gatto selvatico, camosci, cinghiali, caprioli, cervi, scoiattoli, tassi, volpi e rari sciacalli, pipistrelli, vari uccelli, salamandre, serpenti, trote, gamberi, rane, farfalle e insetti). Il paese segna il limite sud-ovest di un grande parco naturale.
- continua https://it.wikipedia.org/wiki/Monteaperta
27 dic 2022
Parco dei miti e delle leggende
Siete mai stati in un parco dei miti e delle leggende
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Fino all’indipendenza, raggiunta nel 1991, questo giorno veniva definito “Giorno del Fronte di Liberazione” ( Dan osvobodilne fronte-OF )....