https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Pitina_IGP_01.jpg#/media/File:Pitina_IGP_01.jpg |
La pitina è una polpetta di carne affumicata originaria della Val Tramontina a nord di Pordenone in Friuli Venezia Giulia.In passato, nelle valli a nord di Pordenone, quando si abbatteva un camoscio o un capriolo, se si feriva o ammalava una pecora o una capra (troppo preziose per essere seppellite) era d'obbligo trovare un metodo di conservazione di lungo periodo. Proprio dall'esigenza di conservazione delle carni nacque la pitina e le sue varianti[1]. L'animale veniva disossato e la carne triturata finemente nella pestadora (un ceppo di legno incavato). Alla carne si aggiungevano sale, aglio, pepe nero spezzettato. Con la carne macinata si formavano piccole polpette, si passavano nella farina di mais e si facevano affumicare sulla mensola del focolare bruciando soprattutto legno di pino mugo. Una volta affumicata la pitina poteva resistere per molti mesi e diventava quindi un riferimento nella dieta dei tramontini.Sembra che già nella prima metà del 1800 fosse in uso fra le genti che abitavano le borgate di Frassaneit, località sita nel comune di Tramonti di Sopra[2].Originalmente la pitina era composta esclusivamente da carni ovine o caprine o da selvaggina ungulata d'alta montagna (camoscio o capriolo). La forma di polpetta è dovuta al fatto che in zone montane non c'erano possibilità di reperire budella per insaccare la carne e quindi conservarla, per cui si era sfruttato questo espediente per sopperire questa carenza. La preparazione non richiedeva particolari attrezzature quindi era possibile prepararle ovunque anche in malghe lontane da centri abitati. Questo succedeva normalmente senza un preciso programma, per cui una capra che si spezzava una zampa, un malessere da parto o l'abbattimento di un camoscio, erano l'occasionale condizione per l'immediata preparazione delle Pitine.https://it.wikipedia.org/wiki/Pitina
Io non abbandonerei questa antica pratica di conservazione delle carni, nonostante adesso ogni casa è dotata di un frigo molto efficiente.
RispondiEliminaIl processo di lavorazione finalizzato alla conservazione andrebbe trasmesso ai più giovani, in modo da tenerlo vivo nella memoria collettiva di chi vive da generazioni su quei territori.
Post interessantissimo che ho letto con molto piacere.
Un caro saluto, Olga.
Buon pomeriggio OLGA :)
RispondiEliminapur non essendo carnivoro, mi piace conoscere le tradizioni popolari, e questa è veramente popolare. ed anche intrisa di quella storia che dovremmo sempre ricordare.la fatica del lavoro. ciao !
RispondiEliminaInteressante
RispondiEliminaTi lascio il mio saluto
Giorgio
Hola Olga.. No lo conocia, pero cuando valla por los valles al norte de Pordenone seguro que lo provare.
RispondiEliminaUn abrazo.
Olga, grazie mille per l'interessante informazione. Penso che la pittina sia molto gustosa, come tutta la cucina italiana.
RispondiEliminaGrazie, Olga! Buon sabato!
RispondiEliminaMangio solo polpette con carne di filetto di vitello.
RispondiEliminaGli ovini non li tollero.
Ciao OLga.
Anch'io non tollero nè ovini nè caprini.Ciao
EliminaGrazie, non la conoscevo!!!
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