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Tutti i dialetti sloveni hanno caratteristiche comuni

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A Udine il congresso del Circolo slavistico di Slovenia Col titolo «La slovenistica e la slavistica oltreconfine: Udine 2018» («Slovenistika in slavistika v zamejstvu: Viden 2018») si è svolto a Udine il congresso dello Slavistično društvo Slovenije, il Circolo slavistico di Slovenia. Si tratta della principale e più numerosa organizzazione di esperti nel campo della lingua slovena –insegnanti, ricercatori, lettori, traduttori e altri ancora. Gran parte del congresso è stata riservata alla presentazione e analisi della situazione dello sloveno e della più ampia situazione linguistica in provincia di Udine. Particolari sezioni sono state, così, dedicate allo sloveno e al patrimonio orale sloveno in provincia di Udine, alle lingue e letterature slave all’Università di Udine e all’insegnamento dello sloveno nelle scuole del Friuli Venezia Giulia. L’ultima giornata del congresso è stata riservata a un’escursione a Resia, dove i partecipanti, guidati da Luigia Negro e Matej Šekli, hanno potuto conoscere la locale realtà linguistica e culturale. Un plauso agli organizzatori va anche per l’appropriata inclusione del friulano, una lingua che già da molti secoli convive a contatto con lo sloveno, ma che molti abitanti della Slovenia non conoscono abbastanza. In una particolare sezione i ricercatori dell’Istituto per la lingua slovena Inštitut za slovenski jezik Frana Ramovša ZRC SAZU hanno presentato i dialetti dello sloveno parlati in provincia di Udine – Nataša Gliha Komac ha parlato del dialetto zegliano della Valcanale, Janoš Ježovnik del dialetto sloveno delle Valli del Torre, Danila Zuljan Kumar del dialetto sloveno delle Valli del Natisone; il dialetto sloveno resiano è stato presentato da Matej Šekli durante la già menzionata escursione. I relatori hanno, tra l’altro, toccato le circostanze storiche e sociali che fanno da sfondo all’attuale situazione dello sloveno in provincia di Udine, alla sua realtà linguistica contemporanea e alla sua vitalità. Hanno trattato, inoltre, le principali proprietà linguistiche dei singoli dialetti. Malgrado numerose differenze, tutti i dialetti elencati sono uniti da caratteristiche comuni: caratteristica di tutti sono ad esempio, i suoni «ie» e «uo» in parole come «lies» e «nuos». Così sono pronunciate anche dai parlanti di alcuni altri dialetti sloveni, per esempio nella valle dell’Isonzo e sul Carso, nonché nella Carinzia austriaca. In alcuni luoghi, ad esempio a Resia-Rezija, a Suetschach-Sveče e a Cerkno, «ie» e «uo» si sono evoluti in «i» e «u» – «lis», «nus». Per la maggior parte dei dialetti presentati è caratteristico un indebolimento della pronuncia del suono «g», cui si giunge in gran parte dello sloveno, dal momento che si parla così addirittura nei dintorni di Ljubljana! In alcune località il suono può sparire del tutto – a Stolvizza-Solbica o Lusevera-Bardo, ad esempio, si pronuncia «ora», a San Pietro-Špietar, Nova Gorica e Postojna «hora», a Ljubljana e Maribor, invece, «gora». Per la maggior parte dei dialetti sloveni del Natisone, del Torre e della Val Resia, similmente alle parlate slovene d’Istria, è caratteristica la «ć» morbida (ad esempio nelle parole «peć», «reći», «tić»), che la lingua slovena letteraria non conosce. Su tutti i dialetti un’impronta importante è stata lasciata anche dal contatto prolungato con altre lingue: il dialetto della Valcanale ha mutuato molte parole e caratteristiche dal tedesco, i dialetti di Resia, delle Valli del Torre e del Natisone, invece, dal friulano e dall’italiano. Le prospettive per il futuro dello sloveno sono, di certo, diverse: se nelle Valli del Natisone non sono così negative – il che è in gran parte merito della scuola bilingue di San Pietro al Natisone – e se in Valcanale si presentano prodromi d’insegnamento plurilingue, purtroppo sono ben lungi dall’essere sicure. Gli esperti sono stati concordi nel ritenere come, a riguardo, sia particolarmente importante un finanziamento stabile dell’insegnamento dello sloveno. All’assemblea generale i membri del circolo hanno votato quale nuovo presidente Matej Šekli, che nelle proprie ricerche si dedica, tra l’altro, al dialetto di Resia e delle Valli del Natisone. Nella parte ufficiale del congresso sono stati consegnati i riconoscimenti del Circolo slavistico di Slovenia per particolari risultati. A riceverli sono stati Viviana Gruden, per molti anni direttrice della scuola bilingue di San Pietro al Natisone; Bruna Balloch, maestra e raccoglitrice di storie in dialetto sloveno delle Valli del Torre; Marija Bidovec, professoressa e ricercatrice di letteratura slovena all’Università di Udine, e Roberto Dapit, ricercatore del patrimonio orale e dei dialetti sloveni di Resia e della Slavia Veneta, anche lui professore all’Università di Udine.
Janoš Ježovnik (Dom, 15. 10. 2018)
pubblicato su SLOVIT

7 commenti:

  1. I dialetti mi hanno sempre affascinata, sebbene non ami chi li parla sempre e comunque.

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  2. Cara Olga, i dialetti ci legano alla nostra terra.
    Pensa io sono emigrato all'estero da oltre 63 anni quando ritorno
    al mio paese mi diverto parlando il dialetto che purtroppo sta scomparendo...
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  3. Risposte
    1. Io mi sento slovena perchè mia madre era di Ljubljana(Slovenija) e mio papà della Benečija ed ha diretto per 23 anni il primo giornale della minoranza slovena in provincia di Udine (giornale Matajur).Le mie radici sono slovene!

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