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Questo blog parla delle minoranze linguistiche del Friuli:SLOVENA,FRIULANA eTEDESCA,articoli dei giornali della minoranza slovena,degli usi,costumi,eventi e tanto altro.Buona lettura.OLga

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11 nov 2022

Crisi diplomatica Italia-Francia: Parigi accoglie la Viking ma blocca il ricollocamento dei migranti e blinda le frontiere con 500 agenti. Piantedosi: “Incomprensibile”

 

da L'Arena

Il ministro dell'Interno francese concede alla nave umanitaria il porto di Tolone. Ma attacca in modo frontale il governo di Giorgia Meloni per la scelta di non autorizzare lo sbarco: "Ci saranno conseguenze estremamente gravi per le nostre relazioni bilaterali", minaccia. E annuncia la sospensione immediata dell'accoglienza di 3.500 rifugiati attualmente in Italia, chiedendo "a tutti gli altri partecipanti al meccanismo europeo, in particolare alla Germania, di fare lo stesso". Previste anche "misure di rafforzamento dei controlli alle frontiere interne con l’Italia"

continua...https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/11/10/crisi-diplomatica-italia-francia-parigi-accoglie-la-viking-ma-blocca-il-ricollocamento-dei-migranti-piantedosi-reazione-incomprensibile/6868393/

Io sono per l'accoglienza e voi?Siamo tornati all'era Salvini.

SAN MARTINO

 


Il titolo fa riferimento alla data dell'11 novembre (commemorazione di San Martino), giorno in cui, tradizionalmente, in Italia si festeggia la maturazione del vino nuovo, da cui deriva la locuzione proverbiale "a San Martino ogni mosto diventa vino".

Il metro è quello della canzonetta anacreontica, in due coppie di quartine di settenari, a schema abbc deec, con ad piani sciolti, bb ee piani in rima baciata, cc tronchi in rima costante.

La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de i vini
l'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.

Giosuè Carducci


La parafrasi

La nebbia, dissolvendosi e lasciando il posto ad una leggera pioggerella, risale per le colline rese ispide dalle piante ormai prive di foglie e, spinto dal freddo vento di maestrale, il mare rumoreggia frangendosi sulla scogliera con imponenti onde bianche di spuma. Per le vie del paesello si propaga dai tini, dove fermenta il mosto, l'odore aspro del vino nuovo che allieta l'umore dei paesani. Nel frattempo sui ceppi che bruciano nel focolare scoppietta il grasso che cola dallo spiedo, e il cacciatore, fischiettando, se ne sta sull'uscio a guardare stormi di uccelli che, in contrasto con le nubi rosseggianti per l'imbrunire, appaiono neri, come vagabondi pensieri che volano via nel crepuscolo.

Analisi dell'opera

Si descrive] un paesaggio in bianco e nero con l'eccezione del colore rossastro al termine della poesia che serve a far risaltare ancora di più il volo degli uccelli neri.

Evidente il contrasto tra l'atmosfera del borgo e il suono del mare in tempesta agitato dal maestrale, simbolo di un'inquietudine che, a mano a mano che si sale con fatica verso la cima del colle, quasi svapora attraverso la nebbia[ che vela la realtà, che non ci fa capire cosa veramente vogliamo, finché si giunge alla chiara allegrezza del borgo dove il rumore del mare è ormai lontano e dove si diffondono gli odori del vino che si sta facendo e della carne che gira sullo spiedo. Questi sono i suoni della pace, il vino che bolle nelle botti, la legna dello spiedo che scoppietta contrapposti alla furia del vento che agita il mare dell'esistenza umana.

Al termine della faticosa salita per la conquista della tranquillità ci attendono il vino e il cibo, una consolazione e un modo per raggiungere serenità, lasciare alle spalle, giù in basso il mare agitato della vita.

La serenità, oltre che negli odori, qui tinta di tristezza, è nel suono: nel fischiettio del cacciatore che appoggiato alla porta di casa guarda pensoso le nuvole rosse per il tramonto dove si stagliano uccelli neri che volano via come i foschi pensieri.

È una pace questa che si percepisce durerà poco, poiché ancora si sente là, in basso, il mare della vita rumoreggiare e poiché il poeta è ormai al tramonto che precede le tenebre della notte.

da wikipedia

10 nov 2022

Svet Martin-San Martino


Il padre, un ufficiale dell'esercito dell'Impero Romano, gli diede il nome di Martino in onore di Marte, il dio della guerra. Con la famiglia il giovane Martino si spostò a Pavia, dove trascorse la sua infanzia e dove, contro la volontà dei suoi genitori, cominciò a frequentare le comunità cristiane. A quindici anni, in quanto figlio di un ufficiale, dovette entrare nell'esercito e venne quindi inviato in Gallia.

La tradizione del taglio del mantello Quando Martino era ancora un militare, ebbe la visione che divenne l'episodio più narrato della sua vita e quello più usato dall'iconografia e dalla aneddotica. Si trovava alle porte della città di Amiens con i suoi soldati quando incontrò un mendicante seminudo. D'impulso tagliò in due il suo mantello militare e lo condivise con il mendicante. Quella notte sognò che Gesù si recava da lui e gli restituiva la metà di mantello che aveva condiviso. Udì Gesù dire ai suoi angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito». Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro. Il mantello miracoloso venne conservato come reliquia ed entrò a far parte della collezione di reliquie dei re Merovingi dei Franchi. Il termine latino per "mantello corto", cappella, venne esteso alle persone incaricate di conservare il mantello di san Martino, i cappellani, e da questi venne applicato all'oratorio reale, che non era una chiesa, chiamato cappella. (wikipedia)
San Martino di Tours affresco
 di Simone Martini


Nel periodo di S.Martino 11-12 novembre le giornata sono solitamente tiepide e soleggiate tanto da meritarsi la definizione di"estate di S.Martino".I primi giorni di novembre si fanno i primi assaggi dalle botti e si stappa il vino novello.Il tutto accompagnato da castagne e dolci tipici. 
In questa giornata la Chiesa fa delle liturgie per il Ringraziamento.


IN FRIULI

L’11 di novembre, giorno di celebrazione del santo, segnava infatti la fine dei contratti agrari dei coloni (cumiât, disdete), che si ritrovavano a lasciare la terra in affitto, traslocare e cambiare casa (fâ Sanmartìn). All’amarezza di questo finire si contrappone però il momento di ringraziamento a Dio per i prodotti della terra e il primo godimento di questi: polenta con farina novella, tacchino, anatra, castagne, zucche, rape e soprattutto vino ne sono l’esempio, tanto da far pensare ad un “piccolo martedì grasso”.  Un S. Martino dionisiaco dunque, soprattutto nelle zone della Slavia , dove al santo viene attribuito il potere di trasformare il mosto in vino.
Sull’Ostermann (La vita in Friuli) si legge che alcuni proprietari non vogliono lasciar assaggiare i loro vini prima di San Martino, e spillano le botti soltanto in quel giorno. Una leggenda racconta che San Martino, inseguito dai nemici, si ricoverò da un povero contadino, che lo nascose in cantina dentro una botte vuota. Entrati i nemici, lo cercarono dappertutto, e trovando le botti piene di vino, tanto ne bevvero che si ubriacarono; il santo poté fuggire, compensando il contadino col lasciargli tutte le botti piene. La popolarità del santo è legata anche alla diffusione dei racconti popolari che lo vedono protagonista. Uno di questi racconta di come S. Martino si aggirasse per il Friuli, alla ricerca del modo migliore per far raffreddare la minestra e, dopo molto peregrinare, di come giunse a Resiutta. Qui, invece di raffreddare le zuppe allungandole con l’acqua, soffiandoci sopra o cambiandogli contenitore, ci mettevano dei bocconi di pane dentro e li mangiavano. S. Martino ne fu conquistato e decise di rimanere a Resiutta, dove, non a caso, è il patrono.
Molti sono i proverbi che lo vedono protagonista:
- A San Martin-ogni most l’è vin; 
- A Sant Martin il gran al va a mulin; 
-Ocjis, cjastinis e vin a son plats di Sant Martin;
- Astât di Sant Martin, trê dîs e un freghenìn.
Quest’ultimo proverbio indica la cosiddetta “estate di san Martino” o “istât dei vecios”, quando cioè dopo i primi freddi il tempo dà una tregua in attesa della definitiva morsa invernale.



Festeggiamenti di San Martino in Slovenia (Martinovanje)

Il periodo intorno alla Festa di San Martino è il periodo in cui i contadini svolgono gli ultimi lavori autunnali e iniziano a preparasi per l’inverno. Specialmente in campagna è anche il periodo in cui avvengono celebrazioni rituali tradizionalmente intrecciate con la vita rurale. 

Per la Festa di San Martino, cioè l’11 novembre, si rievoca l’onomastico di San Martino, il santo che secondo la leggenda trasforma l’acqua in vino. Ogni anno, in omaggio alla Festa di San Martino, si svolgono per l’intera settimana numerose celebrazioni tradizionali in onore di San Martino. Il santo è festeggiato in tutta la Slovenia, sia in paesi sia in città. 

Proprio in questo periodo il vino matura e le celebrazioni di solito comprendono la benedizione della trasformazione del mosto “torbido” e “peccaminoso” in vino puro. Le feste in onore di San Martino di regola abbondano di gioia, musica, specialità gastronomiche locali e ovviamente – vino. 

Sebbene le feste siano organizzate dappertutto, l’esperienza più genuina la si vive nelle cantine, nelle rivendite di vino sfuso e nei casotti tra i vigneti
fonte:web


Dal web

9 nov 2022

Comuni ‘in bolletta’, anche le Valli restano al buio


  Il caro bollette è una realtà che ci accompagna ormai da tutto il 2022. Non colpisce però solo i bilanci di famiglie e imprese, ma anche quelli dei Comuni. Le tranches di aiuti contenute nei decreti legge del Governo (in arrivo in settimana il quarto dl) non sono sufficienti a coprire costi dell’energia elettrica che in dodici mesi sono aumentati anche fino a cinque volte.

San Leonardo e Stregna, misure per il risparmio già dalla scorsa primavera
Così, in ordine sparso, gli enti locali stanno cercando di correre ai ripari adottando misure tese al risparmio energetico. Nelle Valli del Natisone, i primi a muoversi in questa direzione, in tempi che ancora non lasciavano presagire una corsa verso l’aumento così rapida, sono stati S. Leonardo dal 4 marzo e Stregna dalla settimana successiva. A S. Leonardo l’illuminazione pubblica è spenta dall’una di notte fino alle alle cinque del mattino. Salvo che sulla strada provinciale dove per motivi di sicurezza stradale non è stato possibile intervenire. Dove c’era la possibilità in compenso, si è scelto di ridurre l’intensità della luce. “Con alcuni investimenti realizzati in questi anni – ci dice il sindaco Antonio Comugnaro – avevamo già sostituito la tecnologia delle lampade che ora sono in maggioranza a led, 400 su 600. Ne restano circa 80 obsolete che abbiamo in programma di sostituire a breve”. Non solo, sul versante del risparmio Comugnaro aggiunge che “Abbiamo già chiesto un contributo per poter coprire tutti gli edifici di proprietà del comune con il fotovoltaico dotandoli di batterie di accumulo. Dovesse andare in porto questo progetto il Comune sarebbe quasi del tutto autosufficiente.” Quanto al capitolo riscaldamento a San Leonardo è già operativa una centrale a biomassa che viene alimentata con cippato prodotto in loco e che serve già scuole e palestra.
“Quando abbiamo scelto di introdurre queste misure di riduzione dell’illuminazione abbiamo cercato di spiegare ai cittadini la necessità di questa scelta, allora non così scontata. Il riscontro però è stato più che positivo sia da parte dei privati, sia delle associazioni che, per esempio, hanno ridotto il consumo di energia del campo sportivo. Qualche critica c’è stata, certo, ma alla luce di come stanno andando le cose, credo che sia stata la scelta giusta. A dicembre, con le bollette sul consumo effettivo ne quantificheremo il beneficio. Sicuramente – conclude Comugnaro – sono decisioni che stanno comportando qualche sacrificio ma di fronte a questa emergenza è necessario stringersi e fare di necessità virtù”.
Anche il Comune di Stregna è intervenuto in tempi non sospetti. L’amministrazione guidata da Luca Postregna già l’11 marzo scorso ha scelto di spegnere l’illuminazione pubblica dalle 23 alle 5 del mattino. Senza distinzioni di sorta.
La stessa scelta che lo scorso 23 settembre ha operato il Comune di Pulfero. Qui il sindaco Camillo Melissa ha disposto lo spegnimento di tutta l’illuminazione pubblica fra le 23 e le 5 ad eccezione dei lampioni dislocati sulla statale 54 del fondovalle.
A Drenchia l’ordinanza dello scorso 25 ottobre prevede lo spegnimento dell’illuminazione pubblica da mezzanotte alle cinque dal lunedì al venerdì e dall’una alle cinque nei fine settimana. A Savogna l’illuminazione è stata spenta, a partire dallo scorso 2 novembre, tutti i giorni da mezzanotte alle cinque.
A San Pietro il costo del kWh è cresciuto di quasi 8 volte
Il comune di San Pietro al Natisone ha scelto una via sensibilmente diversa: l’illuminazione pubblica stradale, là dove le condizioni lo consentono, è stata ridotta con l’accensione parziale dei lampioni in modo alternato ‘uno sì e uno no’, in tutte le frazioni del fondovalle, statale 54 compresa. Il versante montano invece per ora è stato risparmiato da questa misura perché, ci spiega il sindaco Mariano Zufferli, “abbiamo valutato che potrebbero esserci problemi di sicurezza visto che in quei paesi risiede una percentuale significativa di anziani”. Nel corso degli anni il Comune aveva sostituito le lampade ‘tradizionali’ con impianti a led. In questi nuovi punti luce, un centinaio, oggi si è scelto di abbassare l’intensità dell’illuminazione.
È stato disposto, infine, lo spegnimento completo degli impianti di parchi e giardini. Ancora Zufferli: “Era inevitabile per noi adottare queste misure, e non siamo sicuri siano sufficienti. Abbiamo fatto un raffronto fra le bollette di agosto 2021 e lo stesso mese di quest’anno: allora il costo del kilowattora era di 0,09 euro, ad agosto 2022 è stato di 0,79. Secondo la nostra stima avremmo speso alla fine dell’anno 300mila euro, una cifra che non potremo mai permetterci. Anche perché in termini di aiuti, ad oggi, abbiamo ricevuto 6mila euro dalla Regione e 10.900 dallo Stato”.

8 nov 2022

Sono in arrivo dall'est i ciuffolotti/Pyrrhula pyrrhula - Eurasian Bullfinch - hýl obecný

Meloni alla Cop27 in Egitto nel silenzio sul caso Regeni



Mentre le autorità egiziane continuano a rifiutarsi di collaborare per punire i responsabili dell'omicidio di Regeni, la presidente del Consiglio ha incontrato al-Sisi senza affrontare il tema


 Un silenzio terribile e imbarazzante ha accompagnato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo viaggio in Egitto, in occasione dell’inizio dei lavori della conferenza sul clima Cop27. Arrivata per partecipare alle due giornate riservate ai capi di Stato e di governo, debuttando nel suo primo vertice internazionale, Meloni ha stretto la mano al presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi senza aver mai pronunciato una parola riguardo all’omicidio del ricercatore Giulio Regeni o all’ingiusta carcerazione del ricercatore dell’università di Bologna, Patrick Zaki.

Nessuna frase di circostanza, nessun riferimento, nemmeno una telefonata alla famiglia di Regeni, come avevano fatto i precedenti governi. Il governo di Giorgia Meloni ha deciso di ignorare pubblicamente il sequestro, la tortura e l’assassinio di Giulio Regeni per mano delle autorità egiziane. Al contrario, la premier ha semplicemente ringraziato al-Sisi con un tweet, per gli auguri di inizio mandato, e si è presentata all’incontro bilaterale organizzato dal leader egiziano nel silenzio istituzionale su uno degli omicidi politici diventati il simbolo dell’impunità del regime di El Cairo.

Il depistaggio su Regeni

Un regime che da anni si rifiuta di collaborare con la giustizia e lo stato italiani, mettendo in scena depistaggi, occultando prove e rifiutandosi perfino di consegnare gli indirizzi dei quattro agenti delle forze speciali imputati dell’assassinio di Regeni, necessari a far cominciare il processo in Italia. Un regime che ha anche contribuito a creare e diffondere un finto documentario fatto per screditare la figura del dottorando dell’università di Cambridge, dipingendolo come una spia, e al quale ha partecipato anche l’attuale vice-presidente del Senato, Maurizio Gasparri.

Atteggiamento che contrasta con l’ampia retorica del governo Meloni di voler “ridare speranza e certezze” agli italiani e che invece sembra sorvolare sul tema per non innervosire il leader egiziano, condannando ancora una volta la famiglia Regeni all’incertezza e al dubbio. Un comportamento reso ancora più terribile dai risvolti dell’ultima udienza del caso Regeni dello scorso 6 ottobre, quando le autorità egiziane si sono, ancora una volta, rifiutate di collaborare con la giustizia italiana.

"Se ce n'era bisogno, è emerso ancora una volta e con ulteriore chiarezza che le autorità egiziane non hanno, né hanno mai avuto, nessuna intenzione di collaborare e si fanno beffe del nostro sistema di diritto - hanno dichiarato a Rai News i genitori di Giulio, Paola Deffendi e Claudio Regeni, assistiti dall'avvocato Alessandra Ballerini -. Anche che la richiesta del gennaio 2022 della ministra della Giustizia Cartabia di incontrare l'omologo egiziano non ha mai avuto alcun riscontro, e questo rifiuto non ha precedenti. Quindi anche alla luce di quanto dichiarato oggi dal funzionario del ministero della Giustizia ascoltato in udienza, auspichiamo in una adeguata reazione di dignità del nostro governo".

Il caso Zaki

Un governo che era sul punto di cambiare e che ha lasciato il testimone a Giorgia Meloni, la quale sembra averlo riposto in un cassetto. Lo stesso in cui sembrano essere finite anche le pratiche relative alla situazione di Patrick Zaki, il ricercatore dell’università di Bologna incarcerato in detenzione preventiva per 22 mesi al Cairo e da 9 in libertà vigilata in attesa di processo. Processo che le autorità egiziane continua a rimandare, impedendo a Zaki di poter espatriare e tornare a Bologna. Rinvio dopo rinvio, la prossima udienza si terrà il 29 novembre, ma visto il comportamento del governo Meloni, Zaki potrebbe essere costretto ad affrontarla senza poter più contare sul sostegno ufficiale dell’Italia.https://www.wired.it/article/regeni-silenzio-governo-meloni-egitto-cop27-zaki/



Proverbio friulano


 Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei Vita Nei Campi
“Soreli a San Martin al dà un unviêr cianìn” ovvero se c’è sole il giorno di San Martino, l’11 novembre, l’inverno sarà “canino” freddissimo.Il proverbio friulano della settimana
di Vita nei Vita Nei Campi

5 nov 2022

Manifestazione Nazionale per la PACE



La minaccia nucleare incombe sul mondo. È responsabilità e dovere degli stati e dei popoli fermare questa follia. L’umanità ed il pianeta non possono accettare che le contese si risolvano con i conflitti armati. La guerra ha conseguenze globali: è la principale causa delle crisi alimentari mondiali, ancor più disastrose in Africa e Oriente, incide sul caro-vita, sulle fasce sociali più povere e deboli, determina scelte nefaste per il clima e la vita del pianeta. La guerra ingoia tutto e blocca la speranza di un avvenire più equo e sostenibile per le generazioni future.

Il Punto di primo intervento riapre con personale da enti del Terzo settore

 


 



Il Punto di primo intervento di Cividale, come quello di Gemona, riaprirà entro il prossimo 15 novembre. O, più probabilmente, a inizio 2023. Nonostante rimanga un certo margine di incertezza sulle tempistiche, dopo due anni di chiusura e a sette mesi dalla fine dello stato di emergenza, sembra vicino il momento della riattivazione del servizio. La prima indicazione temporale, quella del 15 novembre, è contenuta, nero su bianco, nell’ordine del giorno numero 15 presentato lo scorso 26 ottobre in Consiglio regionale, primo firmatario il cividalese Elia Miani (Lega), cui – in sede di discussione – si sono aggiunti anche la consigliera Pd Mariagrazia Santoro e Ivo Moras (Lega). Il documento è stato approvato con il parere favorevole della Giunta regionale. Un ordine del giorno partito dalla stessa maggioranza che impegna l’assessore competente Riccardo Riccardi a ripristinare le “attività sospese nei presidi ospedalieri di Cividale del Friuli e Gemona”. È stato poi lo stesso Riccardi, in un comunicato del 31 ottobre, ad annunciare che si prevede “l’avvio del servizio a inizio 2023, per una durata di 3 anni, con possibilità di rinnovo”.
Il Punto di primo intervento, salvo una parentesi di 40 giorni nell’autunno 2020, è chiuso dal 16 marzo 2020. Il 30 ottobre dello stesso anno era stato chiuso anche il reparto di Medicina. Rispetto a quest’ultimo, va precisato, l’intenzione più volta ribadita da Giunta regionale e Azienda sanitaria in questi anni è di aprire una Medicina solo per post – acuti, un servizio piuttosto diverso da quello erogato fino alla chiusura.

Per il personale si farà ricorso al privato
In ogni caso la Regione ha trovato il modo di superare il problema della carenza di personale che, proprio a detta della Giunta in replica alle tante richieste di riattivazione portate in Consiglio in particolare dalla consigliera Simona Liguori dei Cittadini, finora avevano impedito il ripristino dei servizi nei tempi promessi inizialmente, ossia a fine emergenza sanitaria. Nel suo comunicato infatti Riccardi precisa che “nei Punti di primo intervento di Gemona e di Cividale del Friuli sarà presto assicurato un servizio specialistico durante il giorno e nella notte, quindi sulle 24 ore, grazie a procedura di co-progettazione, con la fattiva collaborazione tra Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale ed enti del Terzo settore ai quali sarà richiesto personale medico e infermieristico”.
A breve quindi, dice sempre la nota di Riccardi, verrà pubblicato un avviso rivolto ai privati che possiedono le competenze richieste. In seguito verrà avviato un tavolo per la definizione del progetto di co-gestione.

Il comitato: “Speriamo non sia una riapertura pre-elettorale”
Accoglie positivamente la notizia Tatiana Bragalini, sindaca di Savogna. L’amministrazione del comune del Matajur, fra i territori più penalizzati dalle chiusure vista la distanza dal Pronto soccorso di Udine, in questi due anni è stata certamente fra le più pressanti nel richiedere la riattivazione dei servizi a Giunta e Azienda sanitaria. “È certamente una buona notizia – ci dice Bragalini – anche se aspettiamo di vederla effettivamente concretizzata con la riapertura prima di festeggiare”. Bragalini quindi, che sottolinea anche come questa scelta sia avvenuta con un certo ritardo, aggiunge di voler tener alta l’attenzione anche nel prossimo periodo “affinché vengano ripristinati anche gli altri servizi sospesi, non solo il punto di primo intervento”.
“È positivo il fatto che finalmente, dopo anni, il consigliere cividalese Elia Miani si sia impegnato in prima persona per questa riapertura”, commenta Renato Osgnach, presidente del Comitato per la tutela della salute nelle Valli del Natisone. “Speriamo – sottolinea però Osgnach – che non sia una riapertura pre-elettorale come avvenne fra il 16 settembre e il 30 ottobre 2020 (il 20 e il 21 settembre si tennero a Cividale le elezioni comunali, ndr.). In quel breve periodo fra l’altro, al PPI di Cividale ci furono 1350 accessi, sarebbero più di 12 mila all’anno con quella media. A riprova che la struttura serve, ha i numeri visto che serve un bacino di 80mila persone sul confine orientale. E che se funzionante sgraverebbe il peso che ora è tutto sul pronto soccorso di Udine”. La mobilitazione però non si ferma: “Assieme al comitato di Cividale continueremo la nostra battaglia perché il Punto di primo intervento venga sostenuto anche dagli altri servizi funzionali, il day hospital, i laboratori e la Medicina”. dal Dom


Sloveno online da casa

 

Po slovensko raje spet od doma



Dopo il successo della scorsa edizione, con una trentina di partecipanti dalla Valcanale e in alcuni casi anche da altre zone della provincia di Udine in cui lo sloveno è tradizionalmente parlato, torna il corso di sloveno on line organizzato dall’Associazione/Združenje don Mario Cernet.

Lunedì, 7 novembre, alle 17.30 inizierà la lezione introduttiva. Anche per il 2022-2023 il corso si svolgerà sulla piattaforma Zoom. I partecipanti saranno suddivisi in due gruppi, uno per principianti, che si riunirà ogni lunedì alle 17.30, ed uno per progrediti, che si riunirà ogni mercoledì sempre dalle 17.30. Eventuali modifiche saranno concordate al momento del primo incontro. Ogni lezione durerà due ore.

Il contributo per l’iscrizione al corso, comprensivo di quota associativa, è di 40 euro. Per iscriversi o avere ulteriori informazioni, fino al 18 novembre si può telefonare al 335 6485878 o al 333 2960001 oppure scrivere un’e-mail all’indirizzo di posta elettronica zdruzenje.cernet@gmail.com.

La docente del corso sarà Eva Gregorčič, che è anche insegnante alla scuola primaria di Bled.

Dopo avere organizzato per diversi anni il corso di sloveno in presenza, anche in collaborazione con l’Università del tempo libero di Tarvisio, l’Associazione Cernet ha deciso di prediligere la modalità on line anche su impulso di quasi tutti i corsisti che hanno partecipato all’ultima edizione. Una modalità di svolgimento introdotta per fare fronte alle limitazioni per prevenire la diffusione del nuovo coronavirus, quindi, si è rivelata per molti più comoda anche grazie alla diminuzione delle limitazioni organizzative in presenza. Anche questa edizione del corso si svolge col patrocinio del Comune di Malborghetto-Valbruna/Naborjet-Ovčja vas e il sostegno dell’Unione culturale cattolica slovena-Zskp e dell’Ufficio governativo della Repubblica di Slovenia per gli sloveni d’oltreconfine e nel mondo. (Luciano Lister)

V ponedeljek, 7. novembra, ob 17.30 bo prvo spletno srečanje v okviru tečaja slovenščine za odrasle, ki ga tudi letos organizira Združenje don Mario Cernet. Po uspešni izvedbi iz lanskega leta, se bo tečaj tudi v letošnjem letu odvijal po spletu in sicer na platformi Zoom. Kolikor kaže, bo spet precej udeležencev in bodo verjetno tudi letos morali oblikovati dve skupini z različnimi urniki – za začetnike in nadaljevalce. Predvidoma se bodo začetniki spletno sestali ob ponedeljkih ob 17.30; nadaljevalci pa ob sredah ob 17.30. Članarina v Združenje z vpisnino je 40 evrov. Za več informacij in vpisovanja lahko pokličete telefonsko številko 335 6485878 ali 333 2960001 ter pišete sporočilo na e-naslov elektronske pošte zdruzenje.cernet@olga1246

https://www.dom.it/po-slovensko-raje-spet-od-doma_sloveno-on-line-anche-senza-restrizioni/

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