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13 feb 2021
Ceccodotti: Nasce governo Draghi
La rompighiaccio Laura Bassi conquista l'Antartide
La rompighiaccio Laura Bassi dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) è la nave italiana che ha raggiunto il punto più meridionale della Terra (latitudine 78° 41.1006S). Questo record è stato battuto nel corso di un campionamento nel Mare di Ross, in Antartide, effettuato per la campagna oceanografica della 35esima spedizione del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), gestito da Enea per la pianificazione e l’organizzazione logistica e dal Cnr per la programmazione e il coordinamento scientifico.
Il precedente “record italiano” apparteneva sempre a una nave di ricerca dell’Ogs, la “Ogs Explora”, mentre il “record mondiale” è detenuto dalla nave da crociera “The World” che nel 2017 si è spinta a poco più di 1 miglio nautico più a sud (circa 2 km dal punto raggiunto dalla Laura Bassi).
Il campionamento “record” nel Mare di Ross è stato effettuato fino alla profondità prossima al fondale di 316 metri nell’ambito del progetto “Estro” per lo studio della dinamica delle acque in questa area. L’analisi preliminare dei dati ha evidenziato la presenza a 300 metri di una massa d’acqua alla temperatura di circa 2°C sotto zero, la più bassa finora mai registrata in un campionamento marino nel corso della 35esima spedizione.
A bordo della “Laura Bassi” stanno operando 50 persone, di cui 26 tra ricercatori e tecnici logistici (tra cui il capo spedizione Riccardo Scipinotti dell’ENEA) e 24 membri dell’equipaggio, sotto la guida del comandante Franco Sedmak. La campagna oceanografica terminerà questa settimana con l'arrivo della nave alla stazione italiana “Mario Zucchelli” a Baia Terranova, dove saranno scaricati combustibile e materiali necessari per il funzionamento della base e caricati campioni scientifici da far rientrare in Italia. Dopo aver imbarcato 12 tecnici italiani e due tecnici coreani, la prossima settimana la rompighiaccio farà rotta verso nord alla volta del porto neozelandese di Lyttelton, dove approderà intorno al 20 febbraio.
#Vellutata con #aglio di resia
Ecco le differenze tra i vaccini
Anche in questo trentasettesimo aggiornamento settimanale il dott. Mario Canciani, allergo-pneumologo, fornisce notizie pratiche sull’infezione da Coronavirus, basate sulle domande che gli vengono poste più spesso. Poiché abbiamo visto che sempre più persone usano la terminologia esatta, iniziamo il nuovo anno con i termini corretti cioè useremo il termine SARS-CoV-2 invece di Corona e COVID-19 per indicare la malattia. Il report non vuole sostituire il ruolo del curante, né quelle della sanità regionale, le cui indicazioni invitiamo sempre a rispettare.
Per chi lo desiderasse ogni giovedì il dott. Canciani è presente su UdineseTV, canale 110, alle ore 21.00. Si parlerà anche di asma e di malattie allergiche. Poiché non si potranno fare delle domande in diretta, chi avesse dei quesiti, può mandarli a: studio@mariocanciani.com
SE I BAMBINI TRASMETTONO L’INFEZIONE, PERCHÉ NON LI VACCINIAMO AL PIÙ PRESTO?
In effetti qualcuno ha proposto di partire, dopo il personale sanitario, con i più giovani, che sono quelli che trasmettono di più il Coronavirus. Bisogna anche dire che i vaccini attuali non sono indicati sotto i 16 anni, non tanto per la loro pericolosità, ma perché mancano sperimentazioni in questa fascia di età. Ora è partito uno studio dai 12 anni, che dovrebbe dare indicazioni tra qualche mese.
CHE LEGAME C’È TRA VACCINO E VARIANTI?
Più il virus replica più è facile che abbiano origine le varianti, che come abbiamo già visto, derivano da un errore nella replicazione del materiale genetico virale. Quindi più vaccini facciamo più limitiamo la trasmissione del Coronavirus e meno varianti emergono. Naturalmente il rischio delle varianti diminuisce se manteniamo le misure contro la diffusione: mascherina, lavaggio delle mani, distanziamento, aerazione dei locali.
PERCHÉ SI DICE CHE IL VACCINO ASTRA-ZENECA È DIVERSO DAGLI ALTRI?
Rispetto ai vaccini Pfizer e Moderna, che utilizzano una frazione del materiale genetico del Coronavirus veicolata dai liposomi, questo vaccino utilizza un comune virus del raffreddore e del mal di gola chiamato Adenovirus, opportunamente modificato, per portare nelle nostre cellule il gene per la produzione delle proteine Spike, contro le quali viene attivata la difesa immunitaria. Il vaccino Astra-Zeneca viene inoculato con due iniezioni a distanza di 4-12 settimane, può essere conservato alla temperatura di un comune frigorifero ed è molto economico: poco più di 2 € a dose, contro i 12 € del vaccino Pfizer. Si è visto che la produzione anticorpale aumenta se la seconda dose viene fatta dopo 12 settimane. La protezione è variabile tra il 60 e l’80%, ma è probabile che gli anticorpi persistano più a lungo degli altri vaccini. L’età indicata è tra i 18 e i 55 anni; si pensa di inocularlo a personale scolastico e universitario, forze armate e di polizia, servizi essenziali ed altro personale a rischio...continua https://www.dom.it/ecco-le-differenze-tra-i-vaccini_v-cem-se-capiva-razlikujejo/
12 feb 2021
Con la Pro loco Nediške doline a Rodda, uno dei luoghi simbolo del Pust delle Valli
Per far conoscere il Pust delle Valli del Natisone la Pro loco Nediške Doline organizza domenica 14 febbraio una passeggiata a Rodda, uno dei luoghi simbolo di questa tradizione, dove si potranno ammirare anche le maschere fatte a mano e ricavate dal legno da Antonio Trinco (nella foto le sue opere esposte al museo SMO qualche anno fa). Si incontreranno i Pustje vestiti di colore, con grandi copricapi e campanacci, intenti a far rivivere la bella stagione, conferendo nuove forme ad una tradizione che continua ad emozionare. Ma prima di entrare nel vivo del Pust si visiteranno le chiesette di San Zenone, San Leonardo e Sant’Ulderico.
Ritrovo ed iscrizione alle 8.30 presso l’Albergo ristorante Belvedere di San Pietro al Natisone, da dove ci si sposterà a Rodda (ci sarà a disposizione un pulmino di 8 posti). Alle 9.30 inizio passeggiata (7 i chilometri totali con un dislivello in salita di 310 metri) con la guida Antonio De Toni e visita alle chiesette di S. Zenone, S. Leonardo e Sant’Ulderico. Alle 12.30 rientro a Rodda e incontro con Antonio e Michela che presenteranno la tradizione locale del Pust. Alle 14.30 è previsto il ristoro. Il costo dell’uscita è di 16 euro e comprende accompagnatori e ristoro. La manifestazione si effettuerà con qualsiasi tempo.
Per ulteriori informazioni e prenotazioni
contattare l’Ufficio IAT Valli del Natisone – Pro Loco Nediške Doline presso lo SMO di S. Pietro:
cell. 339 8403196 o 349 3241168 (10.00 – 13.00 / 14.30 – 17.30), indirizzo e-mail segreteria@nediskedoline.it.
Poesia di Umberto Saba
L’erma collina
UMBERTO SABA
VEDUTA DI COLLINA
Che vedo mai dietro l'erma collina
che primavera così m'avvicina?
Un poco scende, poi risale appena,
ed insensibilmente ivi s'insena.
V'han colli dove bei nuvoli bianchi
posan a tonde spalle e larghi fianchi;
ma questo è ancora in sua sua linea più schietto:
mostra un dorso di lungo giovanetto.
Rade casine, qualche massa oscura;
dei vigneti sul ciglio dell'altura
azzurreggiano i pali; un picciol vetro
brilla, e si accende a tutto il sole. Dietro,
come del mare sul lido romito,
si vede l'occhio di Dio, l'infinito.
(da La serena disperazione, 1920)
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L’infinito, quello che a Giacomo Leopardi fece dire “e il naufragar m’è dolce in questo mare” appare anche agli occhi del poeta triestino Umberto Saba: l’immensità non si manifesta nel vuoto leopardiano ma in un minuscolo pezzo di vetro che riluce tra i vigneti riflettendo nella sua piccolezza il sole.
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FOTOGRAFIA DA GIZMODO AUSTRALIA
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LA FRASE DEL GIORNO
L'artista può anche essere un bottegaio, ma non del proprio ideale.
UMBERTO SABA, Lettera a Edgardo Rossaro, 12 ottobre 1908
Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli (Trieste, 9 marzo 1883 – Gorizia, 25 agosto 1957), poeta italiano tra i massimi del ‘900. Di famiglia ebraica, fu avviato agli studî commerciali, e fu per lunghi anni direttore e proprietario di una libreria antiquaria a Trieste. La sua poesia, quasi intimo diario e confessione, indaga le cose ultime, la donna, l’amore, il senso atavico del dolore. La sua opera è raccolta nel Canzoniere.
https://cantosirene.blogspot.com/2021/02/lerma-collina.html
L'infettivologo Bassetti: “Variante inglese troppo diffusa in Italia, non si può più contenere”
"La Variante covid inglese è già molto diffusa e difficile da contenere, ora è meglio rivolgere l’attenzione a quella africana e brasiliana”, lo sostiene l'infettivologo Matteo Bassetti,
Il Direttore della Clinica Malattie Infettive al Policlinico San Martino di Genova e Professore Ordinario di Malattie Infettive all'Università di Genova ha scritto sulla sua pagina Facebook: “I casi di Covid-19 sono in calo da 4 settimane in tutta Europa. Anche la situazione italiana è in miglioramento per la maggioranza delle regioni. Le varianti devono essere studiate in tutti i laboratori, ma credo che quella inglese sia già molto diffusa in tutta Italia e difficile da contenere. Meglio rivolgere un’attenzione particolare a quella africana e a quella brasiliana. Non va tutto male, ma occorre essere molto prudenti. Gli italiani nelle ultime settimane si sono comportati nella maggioranza dei casi molto bene. Bisogna sottolinearlo e ringraziarli per questo”.
Dichiarazioni più pessimistiche invece, erano state lanciate da tempo, dal direttore del reparto Malattie infettive dell'ospedale Luigi Sacco di Milano, il virologo Massimo Galli, che già a dicembre scorso andava perorando urgenti attenzioni e risorse verso le strutture ospedaliere e che: "Arriverà un’altra grande 'epidemia' causata dai germi multi-resistenti. L'attuale ci ha dato una lezione. Negli ultimi anni, però, proprio l’infettivologia ha subito tagli pesanti, unità complesse che sono passate a semplici, mentre in alcune strutture ospedaliere la figura dello specialista infettivologo è stata considerata addirittura inutile. E sono decenni che sulla medicina territoriale non si investe, che si rilevano anche differenze sostanziali tra una regione e un’altra".
Galli aveva ribadito che: "sarebbe opportuno, quindi, che questa epidemia ci insegni ad andare nella direzione esattamente opposta. Oggi la sanità pubblica, purtroppo, vige in stato semi-comatoso. Diventa indispensabile, soprattutto per gli anni a venire, la presenza di una funzione specialistica in ogni centro ospedaliero, non soltanto da un punto di vista strettamente clinico, ma anche dal punto di vista epidemiologico, affinché ci possa essere un possibile riscontro precoce di condizioni che diventano poi di interesse della prevenzione territoriale nel senso più vasto”.
L'infettivologo del Sacco di Milano, Massimo Galli, ha comunque voluto sottolineare, in una più recente intervista, l'importanza dei vaccini e l'inutilità di vaccinare chi è guarito dal covid-19: "Io vaccinerei a tappeto tutti; gli unici che escluderei sono quelli appena guariti. In Italia abbiamo due milioni di persone che sanno con certezza di aver passato l’infezione, altri due milioni probabilmente lo ignorano, ma hanno prodotto anticorpi, sono entrati in contatto con il virus Sars-Cov-2 senza accorgersi. Basterebbe un test con pungidito, con risposta in pochi minuti, per scremare chi è già protetto in qualche modo".
da Antonello Staccioli
11 feb 2021
Benečija e il suo Pust - Carnevale nelle Valli del Natisone
Benečija, manciate di paesi sparsi sulle colline tra Cividale e il Matajur. Frequento queste valli da quando ero bambina, eppure, nonostante di anni ne siano passati, continuo a scoprire nuovi luoghi, paesini di cui quasi ignoravo l’esistenza, per non parlare delle tradizioni che ancora sopravvivono tra quei boschi e villaggi semiabbandonati.
E proprio di queste tradizioni siamo andati a caccia noi di Slovely, come ogni anno durante il periodo di carnevale: eventi carnevaleschi in cui si respira ancora l’aria di tradizioni portate avanti di generazione in generazione e le cui origini si dissolvono nelle nebbie di un passato molto, molto lontano.
L’anno scorso abbiamo documentato il carnevale di Čarni Varh/Montefosca e dei suoi Blumarji, in un breve video reportage che potete vedere qui. Quest’anno invece abbiamo esplorato le tradizioni di due paesi vicini tra loro: Ruonac/Rodda e Marsin/Mersino, e i loro Pustjé.
Il calore della festa
Ma chi sono i Pustjé? Cosa rappresentano? Cosa fanno in giro per la Benečija nei giorni di carnevale? Vedendoli, la prima risposta che viene in mente è: portano allegria con i loro costumi colorati, le musiche, i canti e gli scherzi. In effetti, grazie ai Pustjé durante il periodo di carnevale la vita sembra fare ritorno nei piccoli villaggi sperduti delle Valli del Natisone, dove decenni di emigrazione e calo demografico hanno svuotato le case.
Anche chi non vive più nelle frazioni di Ruonac/Rodda e Marsin/Mersino, ma vi rimane ancora legato per motivi familiari o affettivi, per carnevale torna nella vecchia casa di famiglia e apre le porte ai Pustjé, in una festa che coinvolge tutto e tutti. Le padrone di casa imbandiscono le tavole con ogni bendidio da offrire ai Pustjé (e a chi li accompagna), e nei cortili s’intonano canti e si improvvisano balli
Anche noi “forestieri”, che all’inizio ci siamo avvicinati timidamente alle bande allegre e chiassose dei Pustjé, siamo stati accolti fin da subito con calore e simpatia sincera, il che ci ha permesso di immergerci appieno nell’atmosfera di questa festa genuina.
Tra galli, diavoli e nastri colorati
Nonostante il territorio relativamente piccolo, il carnevale in Benečija si caratterizza per una notevole varietà di maschere: quasi ogni paese ha il suo gruppo mascherato con personaggi ben definiti, anche se con alcuni tratti in comune.
Così, sia tra i Pustjé di Ruonac/Rodda sia tra quelli di Marsin/Mersino ci sono i “te grdi” (= “i brutti”), con i vestiti fatti di frange variopinte, che ricoprono anche il caratteristico copricapo conico. Non possono mancare i campanacci intorno alla vita per scacciare l’inverno e le “kliešče”, tenaglie retrattili in legno che servono per acchiappare bambini e ragazze, ma anche per fare ogni sorta di scherzi. Ci sono poi i “te lepi” (= “i belli”), con ampie gonne colorate e cappelli decorati con fiori di carta realizzati a mano, e una maschera adibita alla raccolta dei doni che porta un cesto...
continua su SLOvely https://www.slovely.eu/2020/02/28/benecija-pust-carnevale-valli-natisone/#comments
Poverbio friulano
Sui bêz nol tampieste
Sui soldi non tempesta
L’eterna esperienza di chi ha soldi e di chi non ne ha: se ne hai puoi risparmiarti la paura della grandine come quella della siccità, tanto le carte da mille mantengono il loro valore.
E’ chi non ne ha che deve preoccuparsi di ogni soffio di vento e di ogni variazione meteorologica, perchè una grandinata o un’estate senz’acqua bruciano i raccolti e le carte da mille non crescono e non calano, perchè non ci sono.
Magro, ma anche giusto compenso resta il fatto che se sui soldi non grandina, non ci sono soldi a sufficienza ce vi salvino dal male, dal dolore e dalla morte.
I soldi hanno valore se accompagnati dalla salute: purtroppo, per chi non ne ha, la salute può essere battuta sempre dalla grandine.
Carnevale
Filastrocca di Gianni Rodari
Carnevale
Carnevale in filastrocca,
con la maschera sulla bocca,
con la maschera sugli occhi,
con le toppe sui ginocchi:
sono le toppe d'Arlecchino,
vestito di carta, poverino.
Pulcinella è grosso e bianco,
e Pierrot fa il saltimbanco.
Pantalon dei Bisognosi
Colombina, dice, mi sposi?
Gianduia lecca un cioccolatino
e non ne da niente a Meneghino,
mentre Gioppino col suo randello
mena botte a Stenterello.
Per fortuna il dottor Balanzone
gli fa una bella medicazione,
poi lo consola: E'carnevale,
e ogni scherzo per oggi vale.
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Bambini azzannati da pitbull
La notizia di bambini azzannati da pitbull è sempre tragica e scioccante. Ecco alcuni incidenti recenti che coinvolgono pitbull: Campo...
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Fino all’indipendenza, raggiunta nel 1991, questo giorno veniva definito “Giorno del Fronte di Liberazione” ( Dan osvobodilne fronte-OF )....