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4 ago 2020

In FVG toccato il punto più basso nella storia del consiglio regionale. Il FVG è irriconoscibile non ci possiamo permettere altri anni di leghismo


L'ossessione dei migranti, unico senso per la vita di tanti politicanti, sta facendo perdere le staffe e soprattutto sta trascinando la nostra regione in una situazione di una bassezza senza precedenti. Quanto accaduto nell'aula del consiglio regionale non necessita di tanti commenti. Il tutto è venuto da sé. Irruzione di un manipolo di fascisti, che pretendono di più dalla Regione contro la fantomatica ed inesistente invasione dei migranti. Regione che sta invocando la chiusura dei valichi minori, centinaia sono i militari ai confini. La Regione non ha, grazie al cielo viene da dire visto chi c'è al potere oggi, molta competenza in materia, oltre non può andare. Ma il clima politico che si è venuto a determinare è sconcertante. Non ci possiamo permettere altri anni di leghismo, stiamo diventando come l'America di Trump. Intollerante. Per dirla alla Biden, cinque anni di destra estrema al potere sono deleteri, ma se si va oltre si rischia di distruggere definitivamente l'identità plurale e multiculturale di questa terra.  Tradendo la storia e l'identità di accoglienza che ha fatto sempre rima con Friuli-Venezia Giulia.  Oggi non più. E le parole squallide pronunciate da un consigliere regionale leghista, che si possono ascoltare in modo chiaro nel sito del Piccolo, "Io sono uno di quelli che gli sparerebbe tranquillamente. Tranquillamente", sono la fotografia, l'istantanea delle conseguenze del clima sociale e politico che si è determinato in regione, Il consiglio regionale ha toccato e vissuto il punto più basso della sua storia. Non c'è molto da commentare sinceramente. Persone così non dovrebbero mettere piede nelle nostre istituzioni. Ma sono state elette, votate, il leghismo è questo, inutile girarci attorno, ora più reazionario, ora più morbido, ma è questo. Un questo che in regione non ci possiamo più permettere. Si dovrà certamente aspettare il prossimo turno elettorale per mettere fine a questa pagina buia della nostra storia regionale oltre che locale a livello politico istituzionale, ma fino a quel momento si dovranno usare tutte le sinergie che la società civile e democratica può mettere in campo per cercare di ridurre i danni, perchè questo oggi si può solo fare, cercare di ridurre i danni.

mb

Italiani in vacanza anche col Covid. Come sarà l'estate 2020

Non rinunciano alle ferie ma il virus ne cambia le abitudini. Più macchina, spostamenti brevi e alloggio in case vacanza. Meglio la montagna che il mare
Gli italiani non rinunciano alle ferie, ma quest’anno cambiano le abitudini rispetto al passato. Più macchina e meno aereo, destinazioni di corto raggio e alloggio in case vacanza. A dirlo è l’inchiesta di HuffPost sulla prima estate nell’era Covid, che incrocia i dati dei flussi autostradali e aeroportuali, e li confronta con le valutazioni delle diverse associazioni di categoria ed enti di settore. “Se è vero che saranno meno le persone che andranno in vacanza rispetto all’anno scorso, non solo per il timore del contagio, ma anche per i problemi economici derivati dal lockdown – ci spiega Ivana Jelinic, presidente di Fiavet, l’associazione di categoria delle agenzie di viaggio – è anche vero che in alcune località siamo addirittura al sold out nella settimana di ferragosto”. Stiamo assistendo, dunque, a un “fenomeno di cambio di costumi, con la scelta di alloggi extra-alberghieri, affitti brevi e destinazioni prettamente entro i confini dello Stivale”. Difficile andare lontano, prima di tutto per ragioni logistiche e di difficoltà organizzative, viste le tante regole imposte dal contenimento dei contagi, meglio ad esempio “mete interne come l’Umbria, e poi la Sardegna, in strutture piccole, non grandi resort come la scorsa estate quando si preferivano alberghi con enormi capacità di accoglienza”...continua

Lignano Sabbiadoro foto dal web

Note e Parole in rifugio sul Matajur, dom 9 agosto ore 15.15. Valter Iuretig e Doro Gjat

Domenica 9 agosto al rifugio Pelizzo sul Matajur alle ore 15.15 terzo appuntamento della rassegna "Note e Parole in rifugio". 
Di scena Valter Iuretig & Doro Gjat . 
Il cantautore friulano presenterà brani di sua composizione e l’inedito scritto a quattro mani con il rapper Doro Gjat , "La valigia". 

Doro Gjat
Saranno accompagnati da una band d’eccezione :
Chiara Di Gleria (vocalist)
Denis Biason (chitarra)
Rudy Fantin (piano)
Luca Colussi (batteria)
Alessandro Turchet (contrabbasso)
Nevio Zaninotto (sax)
Francesco Minutello (tromba)
Maurizio Ravalico (percussioni)
Luca Fantini (recitazione)
Bruno Di Gleria (fonico)
LINK EVENTO FACEBOOK
Valter Iuretig

https://burnjak.blogspot.com/

Parco Naturale regionale delle Dolomiti friulane

Mantenere identità con lingua e anima

I partecipanti all’incontro nel municipio di Resia con la sindaca Anna Micelli


Nell’ambito di una visita di due giorni alla comunità slovena della provincia di Udine, lunedì, 27 luglio, una delegazione dell’Ufficio della Repubblica di Slovenia per le minoranze slovene d’oltreconfine e nel mondo si è recata in visita in Valcanale. A presiederla è intervenuta la stessa ministra per le minoranze slovene d’oltreconfine e nel mondo, Helena Jaklitsch, accompagnata dal segretario di stato, Dejan Valentinčič. Al mattino la ministra si è recata a Valbruna/Ovčja vas, dove ha dapprima fatto visita alla lapide che ricorda il defunto parroco paesano Jurij Prešeren, fratello del celebre poeta sloveno France. Subito dopo, nella vicina sede, ha incontrato i rappresentanti dell’Associazione/Združenje Don Mario Cernet. Oltre a diversi membri del sodalizio e alla presidente Anna Wedam, che è anche presidente della Confederazione delle organizzazioni slovene-Sso per la provincia di Udine, hanno partecipato all’incontro le presidenti regionale  e provinciale dell’Unione culturale economica slovena-Skgz, Ksenija Dobrila e Luigia Negro, e il presidente regionale della Sso, Walter Bandelj.

La presidente Wedam ha illustrato gli sforzi messi da diversi anni in campo dall’Associazione Cernet in favore dell’insegnamento dello sloveno entro un modello scolastico plurilingue attivo in seno alle scuole statali, nonché il contributo dei soci al mantenimento delle tradizioni locali. I membri dell’Associazione Cernet sono aperti alla collaborazione con tutti; particolare soddisfazione è stata espressa per le buone relazioni intrattenute con le altre comunità linguistiche della valle. La presidente Anna Wedam ha dato particolare risalto, inoltre, al forte bisogno di vedere stabilmente presenti in Valcanale anche sacerdoti che parlino sia italiano sia sloveno.

In seguito la delegazione si è recata al Centro culturale sloveno Planika di Ugovizza/Ukve, che ha organizzato un laboratorio linguistico estivo per bambini. A incontrare la delegazione dell’Ufficio per le minoranze slovene d’oltreconfine e nel mondo sono stati la presidente del Planika, Nataša Gliha Komac, e il vicepresidente, Rodolfo Bartaloth. L’incontro si è svolto a porte chiuse e non è dato sapere quali tematiche siano state portate all’attenzione degli ospiti di Lubiana.

Successivamente i rappresentanti dei circoli sloveni della Valcanale e dell’Ufficio hanno partecipato a un incontro coi sindaci dei Comuni di Malborghetto-Valbruna e Tarvisio, Boris Preschern e Renzo Zanette. Oggetto del dibattito, che si è svolto al municipio di Malborghetto/Naborjet, è stato l’insegnamento dello sloveno in Valcanale (a riguardo di più a pag. 11). Nel pomeriggio la delegazione dell’Ufficio per le minoranze slovene d’oltreconfine e nel mondo e i rappresentanti della comunità slovena in Italia hanno proseguito la visita a Resia. A Prato/Ravanca hanno incontrato la sindaca, Anna Micelli, e il vicesindaco, Giuliano Fiorini. Con loro si è parlato di collaborazione, anche a livello europeo, del bisogno di migliori collegamenti stradali e del ruolo dei circoli sloveni nella conservazione del dialetto resiano. Nella vicina chiesa sono stati accolti anche dal parroco, Alberto Zanier. 

Nel tardo pomeriggio i partecipanti alla visita si sono recati anche a Stolvizza/Solbica, per visitare il Museo della gente della Val Resia e il Museo dell’arrotino. Luigia Negro, Sandro Quaglia e Dino Valente hanno rilevato come il flusso turistico proveniente dalla Slovenia sia in crescita costante.

Sempre guidata dalla ministra Helena Jaklitsch, martedì, 28 luglio, la delegazione dell’Ufficio per le minoranze slovene d’oltreconfine e nel mondo ha concluso la visita nelle Valli del Torre e del Natisone, dove ha proseguito gli incontri coi rappresentanti dei circoli sloveni locali e delle amministrazioni comunali.

continua in lngua sovena

https://www.dom.it/za-ohranjanje-zavesti-z-besedo-in-duso_mantenere-identita-con-lingua-e-anima/

Turismo montano in Slovenija

Foto: Blaž Močnik

In Slovenija l'epidemia di COVID 19 ha dato un po' di tregua ai soccorritori di montagna .Oggi hanno molto lavoro perchè siamo al culmine della stagione turistica,ma a differenza degli anni precedenti ci sono meno turisti stranieri che si dirigono verso le montagne slovene.
Nel Tolminotto quest'anno ci sono stati quasi 60 interventi.
 Foto: GRS Tolmin

foto dal Novi Matajur

3 ago 2020

PROVERBIO FRIULANO

Prime di dî di nò, viôt se tu pûs dî di sì, prime di dî di sì, pense sôre une dì.

Prima di dire di no, vedi se puoi dire di sì, prima di dire di sì, pensaci sopra un dì

‘Poti do vasi’, lingua e radici in un territorio quasi inesplorato


“Riscoprire le proprie solide radici per fare in modo che la pianta possa crescere rigogliosa”. In questa metafora della senatrice Tatjana Rojc, c’è il senso del progetto Poti do vasi avviato dai comuni di Stregna (capofila) con il Comune di Prepotto, di San Leonardo, di Savogna la collaborazione del comune sloveno di Kanal ob Soči, della Pro loco Nediške doline e dell’Istituto per la cultura slovena.

Lo scorso 24 luglio il progetto, finanziato ai sensi dell’articolo 19 della legge regionale 26/2007 sull’uso della lingua slovena nella Pubblica amministrazione, è stato presentato nell’ex scuola di Stregna. Durante la serata, oltre al sindaco Luca Postregna e alla senatrice Rojc, sono intervenuti anche il presidente dell’Istituto per la cultura slovena Giorgio Banchig, l’architetto Luca di Giusto, Mattia Simoncig e Susanna Loszach che cureranno la ricerca, coordinando fonti d’archivio e interviste a testimoni qualificati.
Rojc, introducendo la serata, ha fatto un excursus sulla legislazione di tutela della comunità linguistica in Italia. Richiamando i principi costituzionali (e dunque gli articoli 3 e 6) alla base della tutela, la senatrice si è soffermata sulle tappe che hanno portato alla, travagliata, approvazione delle leggi 482/99 e 38/2001, sulla base delle quale la Regione ha poi approvato la legge 26/2007.
Fra le tappe più importanti del lungo percorso che ha portato alla tutela della minoranza linguistica slovena, Rojc ha voluto citare anche l’attività dell’associazione per la difesa delle lingue minoritarie, il saggio di Sergio Salvi “le Lingue tagliate” e il convegno del 1975 (organizzato da Antonio Piromalli) sul tema del “dialetto a scuola” cui partecipò Pier Paolo Pasolini. Il suo intervento “Volgar’eloquio” successivamente pubblicato, è conosciuto come l’ultimo intervento pubblico dello scrittore.
Infine, ribadendo l’importanza sociale e culturale dei progetti come quello presentato Rojc, ha affermato che “Stato e Regione hanno il dovere di prestare maggiore attenzione alla realtà della Benečija e della val Resia”.
Quello dei microtoponimi e dei nomi di casa o famiglia è ad oggi, nel campo della ricerca storica, un territorio pressoché inesplorato, ha affermato Giorgio Banchig. Eppure, secondo il presidente dell’Istituto per la cultura slovena, “costituiscono una fonte di inestimabile valore”. Innanzitutto per la ricerca stessa, ad esempio per leggere correttamente i documenti scritti pervenuti fino ai giorni nostri (curioso l’aneddoto con cui Banchig ha svelato di aver riconosciuto, grazie al toponimo Saltina citato in un documento del 1401, il paese di Spignon negli atti di un processo per omicidio della Banca di Antro). Ma anche come testimonianza della civiltà delle Valli del Natisone che per generazioni ha saputo plasmarne il paesaggio. “Questo studio rappresenta un collegamento con le generazioni che ci hanno preceduto, che ci hanno lasciato questo territorio che fa parte della nostra identità. Lo hanno battezzato e trasformato a loro immagine nella loro lingua”. Ha concluso Banchig.
Fra gli obiettivi del progetto, oltre a quello affettivo e storico, ha poi aggiunto Postregna, c’è anche quello promozionale. A questo proposito ha affermato Luca di Giusto: “È fondamentale che finalmente le amministrazioni si sono messe assieme per creare una rete”. Il percorso di recupero del paesaggio e quindi anche microtoponimi e nomi di case e famiglie “nelle migliaia di chilometri di mobilità lenta” del territorio quindi, secondo l’architetto costituiscono un investimento sul futuro delle Valli del Natisone.

VIDEO



https://www.facebook.com/steven.candita/videos/10157926911183167/

Chiesa dedicata ai santi Gervasio e Protasio

Chiesa dedicata ai santi Gervasio e Protasio di Nimis (Friuli-Venezia Giulia). Costruita dal VI al XII con aggiunte XIV. Molti affreschi (tra cui gli affreschi di Tita Gori).







La pieve dei Santi Gervasio e Protasio è la parrocchiale di Nimis, in provincia ed arcidiocesi di Udine. Fa parte della forania della Pedemontana.Un primo edificio di culto fu costruito nel VI secolo, al tempo dei Longobardi. Questo edificio, più volte ampliato e restauro fino al XII secolo, venne distrutto dal terremoto del 1348. L'attuale pieve fu edificata, infatti, nel XIV secolo. La chiesa venne, in seguito, ristrutturata varie volte: nel 1714, nel 1898, nel 1934, nel 1964 e, infine, nel 2000

Vi si possono trovare affreschi risalenti al Medioevo, al Rinascimento e i cicli pittorici di Tita Gori (1870-1941 in Nimis). nel 1964 venne sostituito il vecchio altare maggiore con le statue dei due Santi e l'affresco sovrastante con, rispettivamente, un nuovo altare in marmo e un mosaico della Scuola Mosaicisti di Spilimbergo, raffigurante la Vergine in trono con il bambino e attorniata dai Santi Gervasio e Protasio e da San Giovanni Battista.

Il piccolo organo nella navata di sinistra è stato restaurato nel 1979 dalla ditta organara Zanin.

https://it.wikipedia.org/wiki/Pieve_dei_Santi_Gervasio_e_Protasio_(Nimis)

foto di Jean-Marc Pascolo

Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

Piove...piove...

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