Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga❤️
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4 ago 2020
Mantenere identità con lingua e anima
I partecipanti all’incontro nel municipio di Resia con la sindaca Anna Micelli
La presidente Wedam ha illustrato gli sforzi messi da diversi anni in campo dall’Associazione Cernet in favore dell’insegnamento dello sloveno entro un modello scolastico plurilingue attivo in seno alle scuole statali, nonché il contributo dei soci al mantenimento delle tradizioni locali. I membri dell’Associazione Cernet sono aperti alla collaborazione con tutti; particolare soddisfazione è stata espressa per le buone relazioni intrattenute con le altre comunità linguistiche della valle. La presidente Anna Wedam ha dato particolare risalto, inoltre, al forte bisogno di vedere stabilmente presenti in Valcanale anche sacerdoti che parlino sia italiano sia sloveno.
In seguito la delegazione si è recata al Centro culturale sloveno Planika di Ugovizza/Ukve, che ha organizzato un laboratorio linguistico estivo per bambini. A incontrare la delegazione dell’Ufficio per le minoranze slovene d’oltreconfine e nel mondo sono stati la presidente del Planika, Nataša Gliha Komac, e il vicepresidente, Rodolfo Bartaloth. L’incontro si è svolto a porte chiuse e non è dato sapere quali tematiche siano state portate all’attenzione degli ospiti di Lubiana.
Successivamente i rappresentanti dei circoli sloveni della Valcanale e dell’Ufficio hanno partecipato a un incontro coi sindaci dei Comuni di Malborghetto-Valbruna e Tarvisio, Boris Preschern e Renzo Zanette. Oggetto del dibattito, che si è svolto al municipio di Malborghetto/Naborjet, è stato l’insegnamento dello sloveno in Valcanale (a riguardo di più a pag. 11). Nel pomeriggio la delegazione dell’Ufficio per le minoranze slovene d’oltreconfine e nel mondo e i rappresentanti della comunità slovena in Italia hanno proseguito la visita a Resia. A Prato/Ravanca hanno incontrato la sindaca, Anna Micelli, e il vicesindaco, Giuliano Fiorini. Con loro si è parlato di collaborazione, anche a livello europeo, del bisogno di migliori collegamenti stradali e del ruolo dei circoli sloveni nella conservazione del dialetto resiano. Nella vicina chiesa sono stati accolti anche dal parroco, Alberto Zanier.
Nel tardo pomeriggio i partecipanti alla visita si sono recati anche a Stolvizza/Solbica, per visitare il Museo della gente della Val Resia e il Museo dell’arrotino. Luigia Negro, Sandro Quaglia e Dino Valente hanno rilevato come il flusso turistico proveniente dalla Slovenia sia in crescita costante.
Sempre guidata dalla ministra Helena Jaklitsch, martedì, 28 luglio, la delegazione dell’Ufficio per le minoranze slovene d’oltreconfine e nel mondo ha concluso la visita nelle Valli del Torre e del Natisone, dove ha proseguito gli incontri coi rappresentanti dei circoli sloveni locali e delle amministrazioni comunali.
continua in lngua sovena
https://www.dom.it/za-ohranjanje-zavesti-z-besedo-in-duso_mantenere-identita-con-lingua-e-anima/
Turismo montano in Slovenija
3 ago 2020
PROVERBIO FRIULANO
‘Poti do vasi’, lingua e radici in un territorio quasi inesplorato
Lo scorso 24 luglio il progetto, finanziato ai sensi dell’articolo 19 della legge regionale 26/2007 sull’uso della lingua slovena nella Pubblica amministrazione, è stato presentato nell’ex scuola di Stregna. Durante la serata, oltre al sindaco Luca Postregna e alla senatrice Rojc, sono intervenuti anche il presidente dell’Istituto per la cultura slovena Giorgio Banchig, l’architetto Luca di Giusto, Mattia Simoncig e Susanna Loszach che cureranno la ricerca, coordinando fonti d’archivio e interviste a testimoni qualificati.
Rojc, introducendo la serata, ha fatto un excursus sulla legislazione di tutela della comunità linguistica in Italia. Richiamando i principi costituzionali (e dunque gli articoli 3 e 6) alla base della tutela, la senatrice si è soffermata sulle tappe che hanno portato alla, travagliata, approvazione delle leggi 482/99 e 38/2001, sulla base delle quale la Regione ha poi approvato la legge 26/2007.
Fra le tappe più importanti del lungo percorso che ha portato alla tutela della minoranza linguistica slovena, Rojc ha voluto citare anche l’attività dell’associazione per la difesa delle lingue minoritarie, il saggio di Sergio Salvi “le Lingue tagliate” e il convegno del 1975 (organizzato da Antonio Piromalli) sul tema del “dialetto a scuola” cui partecipò Pier Paolo Pasolini. Il suo intervento “Volgar’eloquio” successivamente pubblicato, è conosciuto come l’ultimo intervento pubblico dello scrittore.
Infine, ribadendo l’importanza sociale e culturale dei progetti come quello presentato Rojc, ha affermato che “Stato e Regione hanno il dovere di prestare maggiore attenzione alla realtà della Benečija e della val Resia”.
Quello dei microtoponimi e dei nomi di casa o famiglia è ad oggi, nel campo della ricerca storica, un territorio pressoché inesplorato, ha affermato Giorgio Banchig. Eppure, secondo il presidente dell’Istituto per la cultura slovena, “costituiscono una fonte di inestimabile valore”. Innanzitutto per la ricerca stessa, ad esempio per leggere correttamente i documenti scritti pervenuti fino ai giorni nostri (curioso l’aneddoto con cui Banchig ha svelato di aver riconosciuto, grazie al toponimo Saltina citato in un documento del 1401, il paese di Spignon negli atti di un processo per omicidio della Banca di Antro). Ma anche come testimonianza della civiltà delle Valli del Natisone che per generazioni ha saputo plasmarne il paesaggio. “Questo studio rappresenta un collegamento con le generazioni che ci hanno preceduto, che ci hanno lasciato questo territorio che fa parte della nostra identità. Lo hanno battezzato e trasformato a loro immagine nella loro lingua”. Ha concluso Banchig.
Fra gli obiettivi del progetto, oltre a quello affettivo e storico, ha poi aggiunto Postregna, c’è anche quello promozionale. A questo proposito ha affermato Luca di Giusto: “È fondamentale che finalmente le amministrazioni si sono messe assieme per creare una rete”. Il percorso di recupero del paesaggio e quindi anche microtoponimi e nomi di case e famiglie “nelle migliaia di chilometri di mobilità lenta” del territorio quindi, secondo l’architetto costituiscono un investimento sul futuro delle Valli del Natisone.
Chiesa dedicata ai santi Gervasio e Protasio
Chiesa dedicata ai santi Gervasio e Protasio di Nimis (Friuli-Venezia Giulia). Costruita dal VI al XII con aggiunte XIV. Molti affreschi (tra cui gli affreschi di Tita Gori).
Vi si possono trovare affreschi risalenti al Medioevo, al Rinascimento e i cicli pittorici di Tita Gori (1870-1941 in Nimis). nel 1964 venne sostituito il vecchio altare maggiore con le statue dei due Santi e l'affresco sovrastante con, rispettivamente, un nuovo altare in marmo e un mosaico della Scuola Mosaicisti di Spilimbergo, raffigurante la Vergine in trono con il bambino e attorniata dai Santi Gervasio e Protasio e da San Giovanni Battista.
Il piccolo organo nella navata di sinistra è stato restaurato nel 1979 dalla ditta organara Zanin.
https://it.wikipedia.org/wiki/Pieve_dei_Santi_Gervasio_e_Protasio_(Nimis)1 ago 2020
Poesia di Pierluigi Cappello
DIPINTO DI VLADIMIR VOLEGOV |
LA PARTE SOLEGGIATA DI NOI STESSI
non somiglia a questo prato d’agosto
che vedi
somiglia piuttosto a una pietra
che il tempo abbia sepolta
nel fondo profondo di noi
oppure sta come un’isola
e noi siamo sponda
ma sempre al di qua di quell’isola
dove io si dice per dire
– per essere – noi.
(da La misura dell’erba, Gallino, 1998)
Table pravijo, da smo živi - I cartelli stradali mostrano che siamo vivi
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