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🌞Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine🌞 (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga

INNO SLOVENO

INNO SLOVENO "Vivano tutti i popoli che anelano al giorno in cui la discordia verrà sradicata dal mondo ed in cui ogni nostro connazionale sarà libero, ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!"❤️ FRANCE PREŠEREN poeta sloveno

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12 gen 2023

Sostegno a boscaioli e contadini


Ben 66 aziende agricole e forestali hanno beneficiato del contributo a favore delle imprese del settore primario, operanti nei territori dei comuni aderenti alla Comunità di montagna del Natisone e Torre e finalizzato all’abbattimento parziale delle spese di gestione sostenute nell’anno 2021. Complessivamente l’ente montano ha erogato un totale di 153.810,02 euro. Si tratta di un primo provvedimento, in attesa del completamento dell’istruttoria di alcune pratiche ancora in corso. I fondi erogati fanno riferimento all’art.21 della legge statale per la tutela della minoranza linguistica slovena del Friuli Venezia Giulia e destinati specificamente ad interventi a favore dello sviluppo economico, sociale e cultura del territorio dove è insediata la comunità.

Questo è un intervento molto importante per il settore primario in considerazione anche della lievitazione dei costi di gestione che le aziende hanno dovuto affrontare nel corso dell’anno 2022.

L’ente montano ha provveduto anche ad approvare la graduatoria riferita agli aiuti alle imprese commerciali, compresi i pubblici esercizi, e ai soggetti che gestiscono l’attività di distribuzione dei carburanti in montagna, nonché ai gestori dei rifugi alpini di difficile accessibilità, finalizzati alla riduzione dei maggiori costi dovuti allo svantaggio localizzativo. Le imprese commerciali beneficiarie dell’aiuto sono 16. È stato erogato loro l’importo complessivo di 46.533,14 euro.

https://www.dom.it/podpora-za-kmete-in-gozdarje_sostegno-a-boscaioli-e-contadini/


Per l'Italia il 2022 è stato l'anno più caldo di sempre


 Secondo l'agenzia europea Copernicus, per il vecchio continente si è trattato del secondo anno più caldo da quando vengono registrate le temperature. La concentrazione di CO2 in atmosfera è la più alta da 2 milioni di anni

Per l'Italia il 2022 è stato l'anno più caldo di sempre. Una notizia che arriva mentre il dibattito politico italiano sul clima ruota intorno all'assalto a colpi di vernice al Senato da parte degli attivisti di Ultima Generazione. I numeri sono contenuti nel Global Climate Highlights 2022, un report realizzato da Copernicus, programma di monitoraggio satellitare del pianeta promosso dalla Commissione europea e dall'Agenzia spaziale europea. I dati, rilasciati oggi, dicono che il 2022 è stato il secondo anno più caldo di sempre in Europa, il quinto a livello mondiale, con la precisazione che tra il quarto e l'ottavo posto lo scarto è davvero minimo. Ecco, più nel dettaglio, i contenuti del report.

La temperatura

I dati raccolti a livello globale dal satellite pongono il 2022 al quinto posto nella classifica dell'anno più caldo dacché sono iniziate le rilevazioni. Si è registrata una temperatura media più alta solo nel 201620202019 e 2017. Più nello specifico, si tratta di un incremento di 0,3 gradi centigradi rispetto al periodo 1991-2020 e di 1,2°C rispetto all'era preindustriale (1850-1900). Detto altrimenti: appena tre decimi di grado in meno rispetto a quegli 1,5°C fissati come obiettivo di contenimento dell'aumento della temperatura del pianeta dai paesi che hanno sottoscritto gli Accordi di Parigi. ...continua

https://www.wired.it/article/italia-2022-anno-piu-caldo-sempre-dati-agenzia-europea-copernicus/

Queste Valli sono al centro dell’Europa

 


L’intervento che la senatrice Tatjana Rojc ha tenuto venerdì 6 gennaio al 59º Dan emigranta.

 

Reka med rekami,
slana beseda,
žila sestradanih,
kvasnica gneva,
jutro odhoda,
vlak brez postaje,
Nediža,
Nediža.

Fiume tra i fiumi,
parola di sale,
di miseri vena,
fermento di rabbia,
all’alba il partire,
il treno scandisce
Nadissa,
Nadissa.

È sempre un’emozione tornare nelle valli della Benecia e ritrovare, di volta in volta, nuove idee, ritrovare gli stessi amici, acquisirne di nuovi. Le nostre Valli così splendide e così martoriate dalla povertà e dalla politica, da quei servizi deviati che incutevano paura, seminavano terrore e rispondevano spesso al nome di Gladio.
Una politica che oggi raramente investe per mantere vivo questo territorio, spopolato di proposito. Perché davano fastidio queste genti così tenaci, così ingegnose, così attaccate alle loro case, a quei paesi arroccati tra i boschi. Che parlavano lo sloveno con una loro cadenza particolare dove le parole stesse suonavano come una melodia. Una musica. E che molti oggi ancora non vogliono riconoscere come parlata dialettale di una lingua europea standardizzata da secoli, come testimoniano i manoscritti medievali di Castelmonte.

Tornavano per Natale, questi emigranti con i volti solcati dalle fatiche, per ritrovarsi in famiglia, rinnovare le tradizioni delle feste, sentire il profumo delle gubance, dei ciocchi che venivano accesi prima di Natale e mantenevano vivo il focolare fino all’Epifania, come per segnare il passaggio dal buio verso la luce. E poi, il 6 gennaio, prima di ripartire, ritrovavano la comunità, quella famiglia allargata che condivideva lo stesso destino, per l’ultimo ballo, il canto, le storie comuni, prima di ritornare alle terre lontane. Mantenendo viva questa lingua materna, vituperata e umiliata, che era, invece, per loro, il battito del cuore. Era lo sguardo delle madri e dei padri che li attendevano. I versi di Miroslav Košuta che ho voluto citare, ci ripropongono quel dolore scandito dallo scorrere del Natisone che chi vi parla ha voluto riprendere con la variante in latino usata da Plinio II, e simile allo sloveno. Il giorno dell’Epifania, una storia importante dunque: quella degli emigranti che, dopo le feste di Natale, si concedevano l’ultimo guizzo di allegria, prima di intraprendere, come ogni anno, il viaggio per terre lontane, magari per il Belgio, per le miniere come quella di Marcinelle. Per Paesi lontani, dove la fatica di guadagnarsi il pane, di sfamare le famiglie, di aiutare chi era rimasto, era infinita.
La presenza, lo scorso anno, del Presidente della Repubblica di Slovenia Borut Pahor, così come la visita del Sottosegretario Ivan Scalfarotto segnano indubbiamente il valore e l’attenzione dei nostri due Paesi nei confronti di questa terra e delle sue peculiarità. Come un albero rigoglioso la voce della Benecia e del Natisone, lo abbiamo sentito, appunto, nei versi di Miroslav Košuta, si propaga in qualcosa di incredibile, attraverso un nucleo incredibile in cui ogni costruzione, ogni pietra, ogni scalino sanno raccontare una propria storia.
Il suolo che attraversiamo noi europei esiste perché esistono luoghi come la Slavia veneta che rappresenta, con i suoi circoli, specie quello che porta il nome di monsignor Ivan Trinko, o l’Istituto per la cultura slovena, l’essenza della ricerca e della conferma di qualcosa che non possiamo dissipare: rappresentano il punto di riferimento, per chi sa che queste Valli – che tentano di ritrovare una propria autonomia economica anche attraverso la collaborazione con le genti di oltre-confine – hanno bisogno di sostegno. Sostegno significa, però, in questo caso una visione, un progetto politico che deve essere condiviso da Amministrazioni locali, Regione, Istituzioni statali e che determini finalmente lo sviluppo economico, sicuramente ecosostenibile, per dare forza a chi vuole tornare per ripopolare i paesi, le case, le attività. Il Dan emigranta – Giorno dell’emigrante, rappresenta da decenni un appuntamento irrinunciabile per chi intende riflettere in libertà. Queste Valli sono al centro dell’Europa, quell’Europa in cui sono il dialogo, la reciproca conoscenza, il rispetto a rappresentare la sua centralità. Ce lo ricorda dal 2001 la Legge 38 che tutela la comunità slovena in Italia e mette, finalmente, sullo stesso piano degli sloveni di Trieste e Gorizia anche quelli meno fortunati della provincia di Udine. Ce lo ricorda la nostra scuola bilingue di San Pietro al Natisone che è oggi un riferimento per molte famiglie slovene e italiane, nata dal coraggio dei Benečani e statalizzata proprio grazie alla Legge 38/2001. Ce lo ricordano le pagine del Novi Matajur e del Dom che leggo sempre con grande attenzione.
Questa terra dalla bellezza arcana che abbiamo a lungo abbandonato a se stessa, riprenda con forza la propria energia ancestrale, ne ribadisca l’importanza. Questa terra, terra di emigranti, saprà accogliere chi vorrà aiutarla, e noi ci impegneremo tutti in tal senso, per scrivere un capitolo nuovo all’ombra del Matajur.
Tatjana Rojc

https://novimatajur.it/attualita/queste-valli-sono-al-centro-delleuropa.html

11 gen 2023

Buongiorno


 La temperatura si è notevolmente abbassata rispetto a giorni fa.Stamattina c'erano 0 gradi,dovrò mettere maglioni più pesanti.Beata la primavera e l'autunno!

Una donna

 Non importa l’aspetto di una donna, se la verità e l’onestà sono scritte sul suo viso, lei sarà bellissima.

(Eleanor Roosevelt)

Notte d'inverno

 Mulinava la neve su tutta la terra

in ogni dove,
una candela ardeva sul tavolo,
una candela ardeva.

Come d'estate a sciame i moscerini
volano sulla fiamma,
precipitavano i fiocchi dal cortile
sul riquadro della finestra:

La tormenta attaccava al vetro
cerchietti e strali.
Una candela ardeva sul tavolo,
una candela ardeva.


Sul soffitto rischiarato

si stendevano le ombre,
incroci di braccia, incroci di gambe,
incroci della sorte.

E due scarpette cadevano
con rumore sul pavimento,
e a lacrime la cera dal lucignolo
gocciolava sull'abito.

E tutto scompariva nella foschia nevosa
canuta e bianca.
Una candela ardeva sul tavolo,
una candela ardeva.

Sulla candela un soffio da un angolo
e l'ardore della tentazione
sollevava, quale angelo, due ali
in forma di croce.

La neve mulinò tutto il mese a febbraio,

e senza posa
una candela ardeva sul tavolo,
una candela ardeva.
1946
Boris Pasternak

10 gen 2023

Ancora aggressioni nei confronti del personale sanitario

 Ancora episodi di aggressione nei confronti del personale sanitario. Sabato 7 gennaio una dottoressa, medico specializzando di 28 anni in servizio alla guardia medica del Gervasutta di Udine, è stata aggredita nel piazzale esterno dell'ambulatorio.

A metterle le mani al collo un uomo che, in qualità di traduttore, aveva accompagnato un conoscente di nazionalità pakistana che necessitava di una medicazione a una gamba. Erano le 18 quando la dottoressa, in servizio con una collega 31enne, si è trovata di fronte i due uomini, uno dei quali presentava una vistosa fasciatura a una gamba, che nascondeva lesioni da ulcera. A fronte di quelle ferite, i due medici hanno consigliato al paziente di rivolgersi al Pronto soccorso dal momento che loro non avevano gli strumenti necessari per intervenire.

E' a quel punto che il clima ha iniziato a surriscaldarsi, con il traduttore che si è rivolto in modo minaccioso nei confronti del medico, chiedendo insistentemente che il ferito fosse curato. I due uomini sono stati invitati a uscire ed è proprio all'esterno che si è consumata l'aggressione, che non ha avuto conseguenze più gravi grazie all'intervento della collega. Nel frattempo erano stati allertati i Carabinieri, che hanno identificato l'aggressore, nei confronti del quale è stata sporta denuncia. La dottoressa aggredita è dovuta ricorrere alle cure ospedaliere.

Nei giorni scorsi, invece, a finire nel mirino era stato un infermiere, picchiato da un paziente al Centro di salute mentale di Trieste. Un utente, al quale era stato chiesto di attendere il passaggio di consegne tra turno uscente ed entrante prima di conferire con gli operatori, ha iniziato a dare in escandescenza e, subito dopo, a sferrare calci e pugni contro l’infermiere, che è dovuto ricorrere alle cure dei colleghi del Pronto Soccorso, dove, per fortuna, non sono state riscontrate fratture.

"Sono profondamente indignato per l'aggressione subita da una giovane medico specializzanda che presta servizio come guardia medica a Udine", commenta il vicepresidente del Fvg Riccardo Riccardi. "La violenza e l'intimidazione che ha dovuto affrontare sono inammissibili e non devono essere tollerate in nessuna forma. I medici sono al servizio della nostra comunità e meritano rispetto e gratitudine per il loro lavoro indispensabile. Prenderemo tutte le misure necessarie per assicurare la sicurezza dei nostri operatori sanitari. Condanno con forza questo comportamento riprovevole"...continua https://www.ilfriuli.it/articolo/cronaca/ancora-aggressioni-nei-confronti-del-personale-sanitario/2/276025

Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

evidenzia

MAGGIOLATA DI GIOSUè CARDUCCI

  Maggio risveglia i nidi, maggio risveglia i cuori; porta le ortiche e i fiori, i serpi e l’usignol. Schiamazzano i fanciulli in terra, e i...

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