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🌞Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine🌞 (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga

INNO SLOVENO

INNO SLOVENO "Vivano tutti i popoli che anelano al giorno in cui la discordia verrà sradicata dal mondo ed in cui ogni nostro connazionale sarà libero, ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!"❤️ FRANCE PREŠEREN poeta sloveno

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7 gen 2021

Oggi per la chiesa ortodossa è Natale



OGGI 7 GENNAIO GLI ORTODOSSI FESTEGGIANO IL NATALE.

Auguri a tutti gli amici di questa fede cristiana.

Trieste-tempio di San Spiridione


Il 7 gennaio è il giorno di Natale per le Chiese orientali cattoliche e le Chiese ortodosse che seguono il calendario giuliano.

Dove si festeggia?

In Medioriente, ma anche per la Chiesa cattolica greco-ucraina e per i cristiani ortodossi che vivono in Russia, Bielorussia, Serbia, Croazia, Macedonia e per altri ancora. Particolare la situazione in Egitto, dove i cattolici del Cairo e di Alessandria, con le rispettive province, hanno già celebrato la nascita di Gesù il 25 dicembre, mentre quelli che vivono nell’ Alto Egitto festeggiano il 7 gennaio, insieme agli ortodossi.

Perché il 7 gennaio?

Bisogna tener presente che nel 1582 papa Gregorio XIII decise di modificare il vecchio calendario introdotto da Giulio Cesare, chiamato in suo onore giuliano. Per questo motivo i giorni tra il 5 ed il 14 ottobre 1582 furono cancellati e quindi il nostro 25 dicembre diventa il 7 gennaio. Alcuni ortodossi però hanno preferito adattarsi al cambiamento: in Grecia, ad esempio, il Natale coincide con quello cattolico.

La data del 7 gennaio non è dovuta a una volontà “scismatica” come ancora alcuni ritengono, ma per un mero motivo di calendario. «La maggior parte delle chiese ortodosse di tutto il mondo utilizzano il calendario giuliano, creato sotto il regno di Giulio Cesare nel 45 a.C., e non hanno adottato il calendario gregoriano, proposto dal latino papa Gregorio di Roma nel 1582», ha spiegato l’ Archimandrita Christopher Calin, decano della cattedrale ortodossa russa. Il Natale anche gli ortodossi lo festeggiano il 25 dicembre, solo che nel loro calendario in uso questa data cade sul “nostro” 7 gennaio (per cui l’ Epifania per loro diventa la Vigilia di Natale, ndr): «il Natale è ancora conservato il 25 dicembre, che sembra appena cadere ritardo di 13 giorni sul calendario giuliano», conclude Calin.

Come si festeggia?

Secondo la tradizione, il Natale ortodosso viene preceduto da un lungo periodo di digiuno e preghiera che dura addirittura quaranta giorni. Il digiuno non è totale, si può mangiare il pesce il mercoledì ed il venerdì. A Natale gli ortodossi usano offrire candele e germogli di grano. Nel giorno della vigilia, invece, il digiuno diventa rigidissimo e prevede il consumo di cibo "socivo" ovvero grano lesso e frutta.

Il digiuno si conclude generalmente in chiesa con la solenne Messa di Mezzanotte. Terminata la preghiera i fedeli intonano l’ inno di Natale ed al centro della chiesa viene portata l’ icona che rappresenta la festività: una candela accesa che simboleggia la Stella Cometa. A quel punto il digiuno è terminato, i fedeli consumano il pane benedetto. A differenza dalla Chiesa cattolica, nei paesi ortodossi non esiste il presepe come rappresentazione della nascita di Cristo. Addobbare l'albero di Natale è invece una tradizione comune. Le tradizioni variano comunque da Paese a Paese: in Grecia, invece di Babbo Natale, i bambini ricevono i regali da San Basilio il 1° di gennaio. In Bulgaria i fedeli bruciano un tronco di legno per tutta la notte della vigilia, e le scintille simboleggiano la prosperità dell’ anno nuovo e alla fine del pranzo non sparecchiano il tavolo, per lasciare gli avanzi per i cari defunti. Durante la cena della vigilia in Russia si consumano il miele e l’ aglio, che simboleggiano la dolcezza e l’ amarezza della vita.

https://m.famigliacristiana.it/articolo/natale-ortodosso-ecco-perche-si-festeggia-il-7-gennaio.htm

Ieri nel comune di Taipana

 Ieri i volontari della Protezione civile di Taipana  sono stati impegnati a pulire strade e stradine
BRAVI
foto di Alan Cecutti sindaco di Taipana

Taipana (Tipána in sloveno[3]Taipane in friulano[4]) è un comune italiano di 565 abitanti del Friuli-Venezia Giulia. Fino al 1935 il comune prendeva il nome dell'odierna frazione di Platischis.
Taipana sorge a 478 m s.l.m. tra i primi rilievi delle Prealpi Giulie, nel bacino del torrente Cornappo. Oltre al capoluogo fanno parte del comune le frazioni di Cornappo, Debellis, Monteaperta, Montemaggiore, Ponte Sambo, Platischis e Prossenicco, paesini che soffrono quasi tutti di un grave fenomeno di spopolamento.La storia del comune di Taipana si intreccia con quella della Pieve di Nimis e di Tricesimo fino alla creazione della parrocchia risiedente a Taipana nel 1896. La prima fonte scritta che attesta l'esistenza del toponimo Taipana (citato con il nome Taypana) risale ad un atto notarile depositato il 20 luglio 1320 presso la pieve di Nimis in cui si accerta che " Presentibus... Leonardus filius Marini de Taypana... medietas vertat presbitero...in dicta Ecclesia.

Rimasta prima sotto la giurisdizione del Patriarcato di Aquileia in seguito a quella austro-ungarica, sotto la Repubblica di Venezia Taipana e le frazioni vicine assunsero importanza e si svilupparono come ville, poi raggruppate in epoca napoleonica nella "vicinia" (l'assemblea dei capi famiglia) di Taipana.

Durante la seconda guerra mondiale il territorio del Comune fu coinvolto dalle attività della resistenza friulana con la partecipazione delle Brigate Garibaldi e delle Brigate Osoppo.[5]

Nel 1976 il comune fu devastato dal terremoto del Friuli, che provocò enormi crolli e danni.

da https://it.wikipedia.org/wiki/Taipana






Proverbio friulano

 Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi
“ Di zenâr al va ben ogni rovedâl” ovvero a gennaio va bene ogni sterpo spinoso pur di bruciare qualcosa per riscaldarsi.



6 gen 2021

CURIOSITA':L'Epifania come festività civile






LO SAPEVATE?

Non in tutti i paesi con una maggioranza della popolazione di religione cristiana, il 6 gennaio è riconosciuto 

come festività anche agli effetti civili. Oltre che in Italia (salvo che nel periodo 1978-1985) lo è

 in Austria

Croazia,

 Finlandia,

 alcuni Länder della Germania,

 in Grecia,

 in Slovacchia,

 in Spagna,

 in Svezia,

 in alcuni cantoni della Svizzera,

 nella Repubblica Dominicana

in Polonia 

 nel territorio americano di Porto Rico,

nel Regno Unito è festa religiosa 

 in InghilterraGalles e Irlanda del Nord  anche civile, ma non di vacanza dal lavoro nonostante sia inglobata 

nel Tempo di Natale e nella chiusura delle scuole.

d wikipedia

Epifania di Davide Maria Turoldo

 


Eran partiti da terre lontane:

in carovane di quanti e da dove?
Sempre difficile il punto d’avvio,
contare il numero è sempre impossibile.

Lasciano case e beni e certezze,
gente mai sazia dei loro possessi,
gente più grande, delusa, inquieta:
dalla Scrittura chiamati sapienti!

Le notti che hanno vegliato da soli,
scrutando il corso del tempo insondabile,
seguendo astri, fissando gli abissi
fino a bruciarsi gli occhi del cuore!

Naufraghi sempre in questo infinito,
eppure sempre a tentare, a chiedere,
dietro la stella che appare e dispare,
lungo un cammino che è sempre imprevisto.

Magi, voi siete i santi più nostri,
i pellegrini del cielo, gli eletti,
l’anima eterna dell’uomo che cerca,
cui solo Iddio è luce e mistero.

fonte web

LA PINZA

 


La pinza (in lingua veneta pinsa) è un tipico dolce del Veneto, del Friuli e di alcune vallate del Trentino.La ricetta varia da località a località, ma se ne possono delineare le caratteristiche generali. Gli ingredienti sono semplici, tipici della tradizione contadina, comunque oggi molto più ricchi che in passato: vengono impastati insieme farina bianca, farina gialla, lievito, zucchero e uova, con l'aggiunta di canditi, fichi secchi, uva passa e semi di finocchio. Viene abbinato a del vino rosso, in particolare fragolino o vin brulé.(vino cotto)

Il dolce (che può raggiungere il metro di diametro) è solitamente consumato durante le feste natalizie, specialmente in occasione dei falò di inizio anno (le pìroe-paroe o panaìnipanevìnipignarûlvèciecasere) e magari cotto tramite gli stessi

testp e foto da wikipedia .

Epifania a Gemona e Cividale si conferma la tradizione


Mercoledì 6 gennaio si svolgeranno le messe del Tallero e dello Spadone, ma a causa della 'zona rossa' saranno accessibili soltanto ai residenti

Epifania a Gemona e Cividale si conferma la tradizione

Nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia in corso, le messe del Tallero, a Gemona, e dello Spadone, a Cividale, si terranno regolarmente, ma saranno accessibili soltanto ai residenti. Essendo stata decretata la 'zona rossa' anche per il giorno dell'Epifania, le cerimonie religiose si terranno regolarmente ma con pubblico contingentato, come accaduto per le messe di Natale.

 

A Gemona, la messa del tallero si terrà alle 10.30 di mercoledì 6, in Duomo, e sarà seguita, alle 19, dalla santa messa serale.

A Cividale, la Messa dello Spadone del 6 gennaio comincerà alle 10.30. Quest’anno, vista la situazione pandemica e l'essere in zona rossa non ci saranno posti riservati per il pubblico. 

Il particolare rito liturgico prevede che il Diacono saluti i fedeli impugnando con la mano destra la spada e con la sinistra l'Evangeliario (simboli del potere temporale e spirituale del Patriarca). Nel tempo, diversi storici hanno cercato di svelare il mistero che avvolge quest’antica cerimonia con diverse interpretazioni: la tesi più accreditata attribuisce alla cerimonia il doppio significato liturgico e politico, in quanto celebrata dal Patriarca all’atto del suo insediamento.

La Parrocchia comunica che tutti vi potranno partecipare liberamente fino al numero di persone consentito dalle norme. La cerimonia sarà trasmessa in diretta streaming dal sito www.duomocividale.it.
Quest’anno non verranno organizzate, invece, né la tanto seguita Rievocazione storica dell’entrata a Cividale di Marquardo von Randeck, né le tradizionali animazioni medievali nel centro città; annullata anche la Fogarissa di Grupignano.https://www.ilfriuli.it/articolo/cultura/epifania-a-gemona-e-cividale-si-conferma-la-tradizione/6/234160

Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

evidenzia

MAGGIOLATA DI GIOSUè CARDUCCI

  Maggio risveglia i nidi, maggio risveglia i cuori; porta le ortiche e i fiori, i serpi e l’usignol. Schiamazzano i fanciulli in terra, e i...

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