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1 feb 2021
IL CONTE PECORAIO di Ippolito Nievo
Il conte pecoraio

Castello di Colloredo di Montalbano
Ippolito Nievo
La valle del Cornappo ed i suoi abitanti in un romanzo di Ippolito Nievo
Molti conoscono le «Confessioni di un Italiano» scritte da Ippolito Nievo,
romanzo, considerato dai critici dell’800, come il migliore dopo i «Promessi Sposi» di A. Manzoni.Ma non a tutti è noto che egli scrisse tra gli altri anche il «Conte Pecoraio».
È un romanzo non molto lungo , ma interessante, perchè lo sfondo su cui si snoda la vicenda , sono le prealpi Giulie che da Tarcento corrono verso Cividale.
Il poeta – scrittore visse parecchio tempo in Friuli, nel suo castello di Colloredo di Montalbano ed ebbe quindi modo di ammirare le bellezze che offre questa regione e di descriverle nel migliore dei modi in questo suo pur poco noto romanzo.La trama del romanzo che tratta le vicende di una famiglia nobile di Torlano, e di un ’altra a lei collaterale,ma decaduta non ci interessa qui, ma ci interessavano solo quei passi che, ad onta di quanti denigrano la nostra stirpe, sgorgano dalla penna dello scrittore, spontanei, pieni di gentilezza e nello stesso tempo come una conferma spassionata del confine degli Sloveni nel Friuli. Egli infatti incomincia:

Torlano
«Un bel paesino guarda nel mezzano Friuli lo sbocco di una di quelle terre che dividono il parlare italico dallo slavo. . . »
Questo paesino è Torlano,sopra Nimis, e lo scrittore approfitta per descriverci tutti i dintorni, le ridenti colline di Ramandolo, i monti sopra di esse, la valle del Torre con Crosis, la gola del Cornappo e il paese di Monteaperta.
Più avanti dice:

« . . . e sotto il patrocinio del campanile si ricovera anche la canonica, la quale sembra invitare da lontano le mendicanti resiane che scedono in autunno con
le gerle in spalla alla cerca annuale;povere, scalze, cappuccine, non votate alla povertà,ma contente di essa;che domandano un soldo per l ’amore di Dio, e anche negate, si accommiatano con sublime saluto: lodato sia Gesù Cristo!»
E parlandoci delle fatiche che compiono questi nostri montanari e montanare,
prosegue:

«… nè è raro nei giorni di mercato incontrarsi . . .in un carico di fieno che da lungo sembra avanzare, come un nuvolone sospinto dal vento tra la spaccatura della roccia ; e poi farglisi più accosto si schermono (distinguono) due gambe nerborute alternarsi smisuratamente sotto la vasta mole,finché, quando ti premi nella rupe a dargli il passo, ne scappa fuori un saluto di voce soave e femmina, e tra l ’erba odorosa e cadente d ’ogni lato riposi collo sguardo negli occhi umidi cerulei d ’una fanciulla di Schiavonia».
In altri passi lo scrittore ripete ancora che Torlano segna il confine tra Slavi e Italiani, e d’altrove, un personaggio del romanzo chiede alla protagonista, Maria, di ballare la
«Schiava».
Ippolito Nievo è forse l ’unico scrittore italiano che abbia posto come scenario di un romanzo questa zona,ed è l ’unico che abbia parlato degli Sloveni del Friuli. E perciò è doveroso che i nostri Sloveni sappiano di essere stati oggetto di studio di molti linguisti, anche argomento del romanzo di un celebre scrittore romantico italiano che, senza sentimento di parte, ha riconosciuto fin dove arriva l ’idioma italico,o dove comincia la stirpe laboriosa e paziente degli Sloveni.
Più alunni e più sloveno
Più alunni e più sloveno

La scuola di Taipana/Tipajska šola
Al momento i numeri definitivi non sono ancora noti, ma a Taipana/ Tipana la sensazione generale è che l’anno scolastico 2021-2022 porterà una significativa crescita d’iscritti al plesso scolastico del comune, attivo in seno all’Istituto comprensivo di Tarcento.

Un’aula a Taipana/Razred v Tipani
Nei mesi scorsi le iniziative di promozione della scuola sono state serrate. Particolare successo e interesse ha riscosso l’ulteriore servizio di scuolabus che porta gli alunni a Taipana fin dal centro di Udine, passando per Povoletto, Tavagnacco e Cassacco. Questo secondo servizio aggiuntivo, attivo accanto a quello di scuolabus sul territorio comunale e verso il fondovalle, è sostenuto dall’amministrazione di Taipana. Parte dal capoluogo del Friuli alle 7.15, per farvi rientro alle 17.00. L’iniziativa ha fatto presto registrare nuove iscrizioni alla scuola di Taipana da parte di alunni provenienti da Tavagnacco e Reana; ora si sta rivelando allettante anche per la zona di Povoletto.

L’area sportiva di Taipana/Športno igrišče v Tipani
Non si lascia scappare dati definitivi il sindaco di Taipana, Alan Cecutti, ma mostra ottimismo: «C’è la certezza di un incremento importante del numero d’iscritti in vista dell’anno scolastico 2021-2022, con una crescita significativa. È chiaro che lavoreremo per farlo crescere ancora di più».
Sembra che l’offerta del piccolo polo scolastico di Taipana, con scuola d’infanzia e scuola primaria, sia ritenuta interessante per diversi motivi. Accanto alla qualità dell’offerta formativa, dove oltretutto gli alunni sono maggiormente seguiti in considerazione dei numeri ridotti, la struttura offre la preparazione dei pasti in loco, un contesto ambientale di pregio, in montagna e nel verde, e la possibilità del tempo pieno. Al plesso scolastico sono attive diverse progettualità, tra cui quella legata ai violini della scuola Musica Mia e l’insegnamento dello sloveno, che ha da poco preso il via anche in quest’anno scolastico.
L’insegnamento dello sloveno alle scuole d’infanzia e primaria di Taipana è organizzato anche quest’anno su iniziativa del Comune di Taipana in accordo con l’Istituto comprensivo di Tarcento e in collaborazione con l’Associazione don Eugenio Blanchini.
L’attività è stata potenziata, praticamente raddoppiando le ore. (Luciano Lister)
https://www.dom.it/vec-ucencev-in-slovenscine_piu-alunni-e-piu-sloveno/
Troppi contagi, scatta la zona rossa a Tramonti di Sopra
"Nel territorio comunale di Tramonti di Sopra scatterà la zona rossa e, successivamente, sarà avviato lo screening massivo della popolazione". A darne notizia è il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute Riccardo Riccardi dopo averne parlato con il vicesindaco Patrizia Del Zotto e il prefetto di Pordenone Domenico Lione.
"In queste ore - spiega Riccardi - siamo in contatto con l'amministrazione locale e la Prefettura per definire i dettagli dell'ordinanza con cui istituire la zona rossa nel comune pordenonese. La decisione di agire in questa direzione fa seguito ai dati epidemiologici pervenutici dal dipartimento di Prevenzione della Destra Tagliamento rilevati all'interno del territorio comunale. Al momento, i numeri ci dicono che le persone contagiate dal Coronavirus sono 23 sui 190 residenti, con rapporto di poco superiore al 12 per cento. Dei positivi, poi, nell'ultima settimana sono sei quelli ricoverati nelle strutture ospedaliere della regione".
"Vista quindi la situazione - conclude il vicegovernatore - oltre all'istituzione della zona rossa è stato disposto l'avvio di uno screening massivo della popolazione sul modello di quanto già fatto in altri comuni del Friuli Venezia Giulia. Il tamponamento di tutti i residenti nel territorio comunale partirà nella mattina di mercoledì 3 febbraio. Gli altri dettagli saranno resi noti dal Comune".https://www.ilfriuli.it/articolo/cronaca/troppi-contagi-scatta-la-zona-rossa-a-tramonti-di-sopra/2/235661
Covid-19 in Slovenia: tra le zone rimaste nere anche l’Alta Valle dell’Isonzo
Nelle nove regioni slovene considerate – in base ai dati della scorsa settimana – rosse, sono stati riaperti martedì 26 gennaio gli asili e sono tornate in aula – dopo circa tre mesi – le prime tre classi primarie. L’intervento ha interessato oltre 53.000 alunni e quasi 75.000 bambini. Riaperti anche musei, biblioteche, gallerie e piste da sci. Sono rimaste in nero e con le misure più severe questa settimana le regioni del Goriziano (con il Posočje), del Posavje e Sudorientale.
31 gen 2021
Un documentario sul santuario di Resia
Breve video-documentario sulla storia della Chiesa di Santa Maria Assunta, ora Chiesa Parrocchiale/Santuario, sita nel capoluogo Prato e che ospita la statua lignea dorata della Madonna di Resia, scolpita nel 1525 da Giacomo Martini. Chiesa molto cara a tutta la comunità
Nell’ottica della valorizzazione turistica delle peculiarità della comunità resiana, l’Ecomuseo Val Resia, dopo vari filmati in cui si presentavano i contenuti e le attività dei musei della valle, ha realizzato anche un video-documentario che illustra il Santuario di Santa Maria in Prato di Resia/Ravanca. Questo video, proposto sul canale YouTube dell’Ecomuseo e realizzato con la collaborazione della Parrocchia- Santuario di Santa Maria Assunta, ha l’intento di far conoscere la storia del sacro edificio invitando a visitarlo e a «leggerlo» con maggior consapevolezza.
Il filmato sull’antica chiesa plebanale della Val Resia illustra, oltre l’architettura della stessa, le molte opere d’arte in essa contenuta. In particolare si possono ammirare alcune preziose pale d’altare e otto statue, due marmoree e ben sei lignee. Tra queste ultime la più antica e la più importante è la statua della Madonna Assunta, scolpita nel 1535 da Giacomo Martini.
Questa visita virtuale propone, inoltre, un viaggio alla scoperta della devozione e della volontà di una comunità che nei secoli, con molta tenacia e fatica, ha reso questo santuario un gioiello artistico nel cuore di Resia. Infatti, questa chiesa, molto cara a tutta la comunità valligiana, è stata anche meta di pellegrinaggi votivi provenienti da diversi comuni limitrofi tra cui Venzone, Resiutta, Chiusaforte, Dogna, Moggio Udinese e Amaro già a partire dal 1467.
Non a caso il filmato è stato pubblicato per la prima volta il 20 gennaio, giorno in cui si celebra San Sebastiano, uno dei due santi collocati sull’altare maggiore della chiesa. A questo santo, come pure a San Rocco, i fedeli da secoli si rivolgono per invocare la protezione contro le epidemie.
Oggi, la chiesa-santuario rappresenta, tra l’altro, anche l’ottava tappa del Cammino Celeste/Iter Aquileiense, un itinerario di pellegrinaggio lungo 200 km attraverso strade e sentieri di montagna che, partendo dal santuario di Barbana o dalla basilica di Aquileia, conduce al Monte Lussari/ Svete Višarje diramandosi poi con altri due percorsi verso il santuario di Brezje in Slovenia e quello di Maria Sall/Gospa Sveta in Carinzia.
A ricordare questo, ben visibile all’esterno del santuario e anche dalla piazza principale del capoluogo di Resia, c’è la meridiana del Cammino Celeste realizzata e donata da Aurelio Pantanali nel 2019.
La realizzazione di questo video segue la stampa, avvenuta nel dicembre 2019, della guida al santuario di Resia Ta ravanška rumarska cirkuw po böžij poti/Il venerando santuario della Madonna Assunta di Resia lungo il Cammino celeste Iter Aquileiense – Štoria carkve anu racjuni po näs/Cenni storici e preghiere in resiano che venne realizzato dall’associazione culturale «Museo della gente della Val Resia» che ne curò i contenuti e fu interamente finanziata dell’associazione «don Eugenio Blanchini» di Cividale.
Tutti i filmati realizzati per l’Ecomuseo Val Resia da Christian Madotto sono visibili sul canale YouTube dell’Ecomuseo all’indirizzo ecomuseo val resia oppure direttamente alla pagina dedicata del sito. (Sandro Quaglia)
https://www.dom.it/ravansko-svetisce-v-dokumentarcu_un-documentario-sul-santuario-di-resia/
Citazione
La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare.
(Pietro Calamandrei)30 gen 2021
Poesia di Kosovel
Poeti sloveni del Litorale
29 gen 2021
Massimo Cacciari racconta Biagio Marin
immagine da wikipedia |
"Biagio Marin, un poeta di respiro europeo. Ma certamente influenzato dal rapporto con la sua terra, con Grado in particolare: d’altra parte città come Gorizia, Trieste, e il territorio che racchiudono sono da sempre un grande crocevia internazionale di culture, tradizioni, conflitti e soprattutto linguaggi". Parola del filosofo Massimo Cacciari, che di Biagio Marin custodisce un ricordo speciale legato agli incontri di fine anni Settanta, e alla confidenza a poco a poco acquisita con la “lingua” del grande autore gradese: "non semplicemente un dialetto, ma una rarefazione del linguaggio poetico". Proprio alla città di Marin e alla (ri)scoperta della sua straordinaria opera è dedicato il primo “Viaggio digitale” del format promosso da Fondazione Pordenonelegge insieme alla Regione Friuli Venezia Giulia e a PromoTurismoFVG: “Grado e l’azzurro vento di lontanìa di Biagio Marin” titola la breve ma intensa escursione in programma sabato 30 gennaio, dalle 10 su Facebook e Youtube di pordenonelegge - e successivamente sui canali di PromoTurismoFVG – nell’ambito del ciclo “Friuli Venezia Giulia terra di scrittori. Alla scoperta dei luoghi che li hanno ispirati”. Un progetto concepito per itinerari sul campo ma dalla primavera 2020 convertito in piccole full immersion online: per conservare il gusto del viaggio anche nei mesi di sospensione pandemica.
"Era già anziano, Biagio Marin, quando ci siamo conosciuti – spiega ancora Cacciari – eppure restituiva una sensazione di forza e “monumentalità”. Fu poeta coltissimo: aveva letto di tutto e con lui si poteva parlare dei presocratici e di Meister Eckhart, di Goethe, Novalis e Hölderlin. Nella sua poetica aleggia una compenetrazione ‘spinoziana’ della morte: una consapevolezza che aiuta a vivere ogni giorno nel pieno delle proprie forze, com’è evidente nelle poesie dedicate al figlio Falco. Così è anche per la sua lingua, che non è semplicemente il dialetto gradese, e non è la lingua della prosa: nei suoi versi confluisce quanto Marin aveva assimilato da altri linguaggi, da poeti di altre lingue, il risultato è del tutto peculiare, una lingua tutta sua, valorizzata da Pier Paolo Pasolini che volle inserirlo in una antologia poetica a inizio degli anni Cinquanta".
Con il nuovo viaggio digitale di Fondazione Pordenonelegge e PromoTurismoFVG ci addentreremo “per le stràe solesàe” di Marin: il dedalo natìo di calli e campielli dell’antico castrum, le basiliche, il battistero e il campanile accanto a quella che è oggi Piazza Biagio Marin, verso la panoramica “diga” sul Nord Adriatico e le distese sconfinate di sole e d’azzurro, la linea dell’orizzonte in cui si perdono cielo e mare, sino al banco sabbioso della Mula di Muggia. Ma Biagio Marin significa anche e soprattutto paesaggi ancestrali: le migliaia di terre emerse e barene della laguna, le silhouette dei casoni, i silenzi sospesi solcati dal volo dei gabbiani, i colori riflessi, la luce abbagliante del giorno e la dolcezza rasserenante dei tramonti. E poi il porto canale, gli spazi raccolti del rientro in paese: le barche e le reti dei pescatori che si allungano accanto alle imbarcazioni dei diportisti. La città antica, la spiaggia della Mitteleuropa che rende omaggio al poeta con il monumento per Biagio Marin nel Parco delle Rose: l’”isola d’oro” da cui si dipartono mille itinerari generati da quel "dosso di rena, lido stretto e falcato sul vertice di un delta, che un fiume di una volta ha dimenticato". Oggi è il Centro Studi Biagio Marin a custodire, valorizzare e perpetuare l’opera del grande autore gradese in cui, verso dopo verso, si specchiano la città e i suoi scenari.
Novità di questa nuova edizione, per ricordare il tema dell'accessibilità: i viaggi digitali saranno realizzati anche in LIS (Lingua Italiana dei segni). Gli itinerari si possono ritrovare sul canale Youtube di pordenonelegge e sul sito turismofvg.it
ultimi commenti 👁️🗨️
27 Feb: Cavaliere oscuro del web su problemi: “Nei giorni scorsi, usciva una pubblicità, evita di installare componenti di terze parti, spesso…”
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Ivan Trinko
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