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🌞Blog che parla del Friuli: in particolare delle minoranze linguistiche slovena,friulana e tedesca e non solo. ❤️ Sono figlia di madre slovena (Ljubljana) e di padre appartenente alla minoranza slovena della provincia di Udine🌞 (Benecia).Conosco abbastanza bene la lingua slovena.Sono orgogliosa delle mie origini.OLga

INNO SLOVENO

তততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততত INNO SLOVENO "Vivano tutti i popoli che anelano al giorno in cui la discordia verrà sradicata dal mondo ed in cui ogni nostro connazionale sarà libero, ed in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico!"❤️ FRANCE PREŠEREN poeta sloveno তততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততততত

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22 gen 2021

Nel laboratorio della ditta Zoic la ricostruzione dello scheletro di un triceratopo


Dopo il successo dell'esposizione al pubblico, lo scorso ottobre, dell'ultimo dinosauro preparato dalla Zoic - ditta triestina d’eccellenza mondiale nell’ambito della paleontologia, specializzata nell’estrazione e lavorazione dei resti fossili, anche di notevoli proporzioni – è adesso la volta di uno tra gli esemplari più grandi mai ritrovati di triceratopo, certamente il più famoso tra i “dinosauri cornuti”, tipica specie dell’attuale America del Nord, risalente al Cretaceo superiore (tra i 68 e i 95 milioni di anni fa).

Big John, questo il nome attribuito all’ultimo, enorme reperto arrivato tra le mani dei paleontologi triestini, ha un cranio stimato oltre due metri e mezzo di lunghezza per quasi due metri di larghezza. L’enorme bestione cornuto doveva essere la novità natalizia per gli amanti di questi fossili, con un’estrazione e preparazione presentata al pubblico a step in un entusiasmante work in progress allestito nel nuovo show room che la Zoic ha recentemente acquisito in via Flavia. Malgrado la pandemia, e le conseguenti restrizioni alle attività dal vivo, sarà comunque possibile seguire online la rinascita di questo animale fin dalle prime fasi, con la messa in linea da oggi di una serie di video sui canali social della ditta triestina: Youtube, Facebook e Instagram.

Big John è stato scavato in un giacimento fossilifero degli Stai Uniti ed è arrivato a Trieste a pezzi, ancora custodito negli speciali imballaggi fatti bi bende gessate. È ora necessario un lungo lavoro di apertura dei contenitori, pulizia delle ossa e restauro delle parti mancanti per poter procedere con il montaggio e veder così comparire uno dei più iconici dinosauri che mai abbiano popolato il nostro pianeta.

"Vogliamo offrire a Trieste un altro spettacolo indimenticabile", spiega il titolare della Zoic Flavio Bacchia. "Da sempre siamo impegnati a condividere con gli appassionati o i semplici curiosi la nostra peculiare attività e speriamo che anche questa volta ci sarà modo di mostrare il lavoro finito prima che 'Big John' si incammini per la sua destinazione finale, che con ogni probabilità sarà qualche famoso museo internazionale".

Si potranno così conoscere le tecniche di estrazione di fossili complessi, scoprire come vengono cavati, e quindi lavorati, passo passo prima di prendere nuovamente forma. Unica realtà italiana che lavora a questi livelli, si devono alle preparazioni del team triestino della Zoic - che vanta un’esperienza ormai riconosciuta a livello internazionale, dal Canada all’Australia, fino alla Russia, il Giappone e, naturalmente, l’Europa - numerosi degli esemplari custoditi in diverse collezioni, sia pubbliche che private, di tutto il mondo.

L’auspicio è quindi quello di accompagnare il pubblico con aggiornamenti video periodici che sveleranno le fasi più delicate e spettacolari della lavorazione e del montaggio dell’enorme reperto, fino ad arrivare in primavera alla possibilità di aprire le porte della nuova sede espositiva per far toccare letteralmente con mano il gigantesco dinosauro cornuto.

Giovanni da Udine: la prima retrospettiva sull’artista che lavorò con Raffaello e Michelangelo


 [vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]Chi abita a Udine conosce il suo nome sicuramente perché a lui è intitolato il teatro del capoluogo friulano, ma probabilmente in pochi saprebbero indicare le opere di questo poliedrico artista. Gli appassionati di storia e cultura locale sapranno sicuramente che a lui si deve la fontana di piazza San Giacomo, il cosiddetto salotto udinese e sapranno individuare la sua casa all’inizio di via Gemona.

Ma quanti sanno che Raffaello volle Giovanni da Udine al suo fianco nella Loggia di Psiche alla Farnesina e nell’impresa delle Logge vaticane? O che Michelangelo lo teneva in alto conto? O che Clemente VII si affidò a lui per delicati interventi di restauro e decorazione sia a Roma che a Firenze?

A colmare queste eventuali lacune ci sarà la mostra nel Salone del Parlamento del Castello di Udine dal 12 dicembre 2020 al 14 marzo 2021 dal titolo Giovanni da Udine tra Raffaello e Michelangelo (1487 – 1561), promossa dal Comune di Udine e curata da Liliana Cargnelutti e Caterina Furlan. Si tratta della prima retrospettiva dedicata a Giovanni da Udine. Anche l’imponente scalinata a doppia rampa che conduce alla sede della mostra è stata progetta da Giovanni, stavolta in veste di architetto. A Udine è opera sua anche la Torre dell’Orologio.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”14419″ img_size=”full” add_caption=”yes”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Visita Ritagli di Viaggio per leggere tutto l'articolo

UDINE, Palazzo Dorta – Emersi i resti di una capanna protostorica


 Durante i lavori di restauro conservativo dello storico Palazzo Dorta a Udine, che a breve ritornerà a splendere dei fasti del passato su iniziativa dell’imprenditore Alessandro Salvatelli, sono emersi resti archeologici che vanno dall’epoca protostorica all’età moderna, rivelando novità di grande interesse storico. Tutte le opere di scavo si stanno svolgendo sotto la sorveglianza archeologica da parte della ditta Arxè s.n.c., a opera del dott. Giulio Simeoni, e la direzione scientifica del funzionario archeologo Giorgia Musina per la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia.

Dopo il ritrovamento avvenuto nel dicembre del 2019 di strutture murarie di epoca romana repubblicana (I sec. a.C. – I sec. d.C.), la scorsa settimana durante i lavori per l’apprestamento del garage interrato sono emersi nuovi resti relativi al già noto villaggio fortificato protostorico di II e I millennio a.C. Nell’area del garage inoltre, pur non essendo state rivenute finora evidenze riferibili alle fasi romane e medievali, è emerso in questi giorni anche un pozzo in muratura riferibile al periodo rinascimentale, di circa 1,5 metri di diametro.Un approfondimento stratigrafico, richiesto dalla Soprintendenza ABAP FVG e accordato dalla committenza, si è reso quindi necessario in virtù dell’eccezionalità delle evidenze emerse nel corso della sorveglianza. Sebbene, al momento, sia stato esposto solo parte di un pavimento in terra battuta con tracce di un probabile focolare e di elementi strutturali (come l’impronta di un travetto ligneo), è verosimile che l’insieme possa essere identificato con ciò che resta di una capanna, le cui eccezionali condizioni di conservazione rappresentano un unicum nel panorama cittadino.

Il deposito archeologico sta inoltre restituendo una discreta quantità di frammenti ceramici, alcuni dei quali testimoniano contatti ad ampio raggio con l’area centro-europea. Lo studio di questi reperti permetterà di precisare la datazione del contesto individuato. Al momento la struttura abitativa sembrerebbe databile all’Età del Bronzo Recente, tra 1300 e 1200 a.C.

“Come Sindaco di Udine e come friulano – ha commentato Pietro Fontanini – non posso che accogliere con soddisfazione la notizia di questo importante ritrovamento che non solo conferma la presenza sul nostro territorio, già dall’età del bronzo, di popolazioni altamente evolute, come testimonia la raffinatezza con cui sono realizzati i reperti ritrovati, ma ci rivela anche come già all’epoca la zona rappresentasse uno dei principali snodi commerciali a livello europeo. Ora non resta che sperare che i lavori ci restituiscano ulteriori sorprese”.

Grazie al generoso impegno della committenza, infatti, è prevista la prosecuzione degli scavi che potranno fornire nuovi elementi per la corretta interpretazione delle successioni stratigrafiche, significative per una maggiore comprensione dello sviluppo delle fasi di vita dell’abitato protostorico da cui ha avuto origine la città di Udine.

I lavori di restauro conservativo in corso nello storico palazzo, ubicato ai piedi del Castello proprio all’angolo di vicolo Sottomonte con affaccio su piazza della Libertà, porteranno alla realizzazione di unità abitative di pregio in grado di coniugare il fascino del passato al comfort delle più moderne tecnologie dell’abitare...

continua un friulano

articolo tratto da http://vocedelnordest.it/

VACCINI IN RITARDO

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21 gen 2021

Quando potrò vaccinarmi?


vaccini
(foto: Getty Images)

I primi vaccini contro Covid-19 sono arrivati, verosimilmente se ne aggiungeranno altri, e la campagna vaccinale proseguirà nei prossimi mesi (non senza problemi, come emerso negli ultimi giorni). Sappiamo che la vaccinazione proseguirà a fasi, secondo una gerarchia di priorità che rispecchia il rischio di esposizione alla malattia e alla sue complicazioni, e che per questo comprende nella prima parte operatori socio-sanitari, residenti e personale delle Rsa. Le foto di medici e infermieri ben raccontano l’avvio della campagna vaccinale. A seguire sarà la volta degli anziani. Una fase che si appresta ufficialmente a iniziare a brevissimo: nel Lazio dal primo febbraio sarà la volta degli over 80, che potranno prenotarsi direttamente o attraverso il proprio medico di medicina generale attraverso il portale della regione Lazio. Allo stesso modo in Abruzzo, da lunedì, è possibile candidarsi per ricevere il vaccino, tanto per gli ultra-ottantenni che per le persone con disabilità e malattie croniche e invalidanti, o malattie rare. E anche il Piemonte dalla fine del mese comincerà con le vaccinazioni agli over 80. Un piano che potrebbe essere rivisto in ogni momento, alla luce delle disponibilità del vaccino, come dimostra il caso della Regione Lazio, che ha sospeso per ora la somministrazione delle prime dosi.

Vaccinazioni anti-Covid: a fasi per categorie di rischio

Le regioni, dunque, stanno procedendo secondo le linee dettate dal Piano vaccini anti-Covid, che definisce una priorità nella distribuzione dei primi vaccini, tenuto conto delle evidenze al momento disponibili che non assicurano la loro capacità di prevenire le infezioni, si legge nello stesso. Prima a chi rischia di più a causa della malattia, prima a chi deve curare la malattia, a garantire la tenuta del sistema sanitario, e poi al resto della popolazione. Rispondere dunque alla domanda “quando potrò vaccinarmi?” dipende in primo luogo dalla categoria a cui si appartiene, ma ovviamente anche dall’approvvigionamento del vaccini e dall’organizzazione della campagna sul territorio (e dalle  risposte da parte della popolazione).

Prima gli over-80, over-60 e personale dei servizi essenziali

Così, continuano a sfogliare il piano vaccini, il programma prevede che dopo gli ultra ottantenni, sarà la volta degli over 60 e delle persone con patologie, insegnati, lavoratori essenziali, o con una scala di priorità indicativamente scandita di trimestre in trimestre, fino a coinvolgere, da ultimo il resto della popolazione, intesa come quella non inclusa nelle categorie vaccinate in precedenza. Lo schema di vaccinazioni via via crescenti dipenderà strettamente dalla fornitura (e approvazione dei vaccini) e dall’allestimento progressivo di infrastrutture per le vaccinazioni, si sottolinea nel piano continua...https://www.wired.it/scienza/medicina/2021/01/21/vaccino-quando-vaccinazioni-covid/

Giornata mondiale dell’abbraccio

 

Oggi 21 gennaio è la giornata mondiale dell’abbraccio.E’ nata nel 1986 negli Stati Uniti per iniziativa del reverendo Kevin Zaborney . Fu scelto questo giorno, come giornata da dedicare agli abbracci, perchè aveva pensato che questo periodo, tra Natale e San Valentino era un periodo triste.


La magia di un abbraccio

“Quanti significati sono celati dietro un abbraccio?
Che cos’è un abbraccio se non comunicare, condividere
e infondere qualcosa di sé ad un’altra persona?
Un abbraccio è esprimere la propria esistenza
a chi ci sta accanto, qualsiasi cosa accada,
nella gioia e nel dolore.
Esistono molti tipi di abbracci,
ma i più veri ed i più profondi
sono quelli che trasmettono i nostri sentimenti.
A volte un abbraccio,
quando il respiro e il battito del cuore diventano tutt’uno,
fissa quell’istante magico nell’eterno.
Altre volte ancora un abbraccio, se silenzioso,
fa vibrare l’anima e rivela ciò che ancora non si sa
o si ha paura di sapere.
Ma il più delle volte un abbraccio
è staccare un pezzettino di sé
per donarlo all’altro
affinché possa continuare il proprio cammino meno solo”.

Pablo Neruda

https://librariacultura.altervista.org/la-magia-di-un-abbraccio-una-poesia-di-pablo-neruda/

IL CORONAVIRUS È IN GRADO DI INCORPORARE I GENI DEL PAZIENTE INFETTATO

 

https://ilventunesimosecolo.blogspot.com/2021/01/coronavirus-.html

 

Dal post Facebook del dott. Pietro Buffa

Come scrivo dal mese di marzo 2020, il beta-coronavirus sars-cov-2 esiste sotto forma di popolazioni di mutanti sparsi nel mondo. Proprio a causa della sua grande variabilità genetica, nuovi ceppi si formano continuamente e molti di questi destano preoccupazione per l’emergere di potenziali resistenze del virus verso i vaccini. Vaccini che ricordiamo, sono sviluppati sul ceppo sars-cov-2 iniziale (dell’anno scorso).
Sotto osservazione quindi la variante inglese, la variante sud-africana, ma anche la temuta variante brasiliana, una variante ad elevatissima contagiosità proprio in funzione del fatto che il virus sembrerebbe aver modificato la conformazione della proteina spike. Un evento che potrebbe portare gli anticorpi vaccinali a riconoscere questa proteina con minore efficacia. In Brasile si è osservato che chi ha già avuto un’infezione Covid non risulta più protetto contro questa variante. Le indagini sono in corso.
Ma c’è di più… una recente scoperta pubblicata sulla rivista “Viruses” sembrerebbe evidenziare un ulteriore e interessante comportamento dei coronavirus. Un comportamento mai evidenziato prima di adesso. Alcuni coronavirus hanno infatti dimostrato di essere in grado di incorporare al loro interno geni dell’organismo ospite infettato. Questo al fine di mimetizzarsi e rendere più difficile la loro individuazione da parte del sistema immunitario dell'ospite stesso (1). L’interessante scoperta arriva da un gruppo di ricerca italiano che ha coinvolto studiosi dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna (IZSLER) e dell'Università di Bologna. Uno studio preliminare che dimostra, per la prima volta, l’esistenza nei coronavirus di un meccanismo di auto-preservazione estremamente raffinato. Una scoperta che è arrivata studiando i coronavirus ritrovati in esemplari di ricci europei (Erinaceus europaeus), virus che appartengono allo stesso gruppo dei beta-coronavirus responsabili sia del COVID-19 che della MERS.
Star dietro a questi virus è molto complesso. Nonostante le nostre conoscenze scientifiche e la nostra "presunzione" nel credere che tutto sia specificato, ecco che la natura ci riserva sempre qualche sorpresa.
PB
-----------------------------
1- Luca De Sabato et al, Can Coronaviruses Steal Genes from the Host as Evidenced in Western European Hedgehogs by EriCoV Genetic Characterization?, Viruses, 2020.

NEVE SOTTILE

 

Nel cuore dell’inverno


YANG MU

NEVE SOTTILE

Ieri notte è tornata sfiorando i monti, silenziosa
credo fosse un pensiero perso da lungo tempo
sommerso nelle profondità morte di una valle
l'ho vista con i miei occhi spingere il cancello del giardino
avanzare in punta di piedi timorosa, esitare
proseguire, lasciare infine una traccia
nel cuore dell'inverno

1996

(da Poesia n. 338, Giugno 2018 - Traduzione di Rosa Lombardi)

.

Con delicatezza tipicamente orientale, il poeta taiwanese Yang Mu, descrive l’arrivo della prima neve d’inverno: ne fa una figura antropomorfica capace di insinuarsi leggera nel giardino per lasciarvi le sue inconfondibili impronte.

.

Neve

FOTOGRAFIA © FREE HD WALLPAPERS
https://cantosirene.blogspot.com/2018/12/nel-cuore-dellinverno.html

Progetto MADE - Malga and Alm Desired Experience

 



da vita nei campi fb

di Simona Rainis
Un progetto di collaborazione transfrontaliero denominato MADE (Malga and Alm Desired Experience), che ha visto ERSA come Partner nell’ambito del Programma Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020, ed aveva come obiettivo principale lo sviluppo di un sistema transfrontaliero in grado di coinvolgere le malghe di FVG e Carinzia e i percorsi escursionistico-ciclabili nella natura delle due Regioni.
Alla base dell’idea progettuale c’era innanzitutto l’obiettivo di conservare e tutelare il patrimonio culturale e naturale, nonché le conoscenze dell'agricoltura tradizionale nella zona alpina, attraverso il rafforzamento dell'identità comune e l’ampliamento e destagionalizzazione della proposta turistica. In quest’ottica si è inteso coinvolgere e sostenere le produzioni locali, al fine di incrementare l'occupazione e potenziare la mobilità sostenibile tra le regioni confinanti.
Nel concreto, si inteso valorizzare le malghe, i pascoli e le strutture ricettive, dando particolare attenzione alla offerta gastronomica tipica, alla promozione congiunta e al miglioramento della percezione del contesto paesaggistico.
Con la presente iniziativa, si è voluto incentivare lo sviluppo del turismo, il cui potenziale non è ancora pienamente sfruttato, coinvolgendo gli alpeggi e collegandolo alla filiera dei prodotti locali di eccellenza. Le attività agricole alpine, connesse alle ricchezze naturali dell'area, sono state le protagoniste, in grado di favorire il miglioramento dell'attrattività di tale comparto dal punto di vista gastronomico, sportivo, del benessere e culturale. Si è quindi valorizzata un’offerta transfrontaliera sostenibile, volta alla promozione di un turismo alpino rispettoso dell’ambiente, all’interno di un territorio unico, inimitabile e soprattutto “senza frontiere”.
I risultati del progetto e le diverse iniziative condotte sono ampiamente illustrate nei siti istituzionali dell’Agenzia: www.ersa.fvg.it e www.malghefvg.it oppure nel sito appositamente creato: www.madeinalps.eu.

20 gen 2021

La comunione dei santi

 

Dalla comunità di Drenchia: «Caro don Marino siamo rimasti orfani. Senza la messa domenicale non ci possiamo trovare attorno alla mensa eucaristica. Ne soffriamo e preghiamo per il suo ritorno». Dal gruppo di San Pietro per la messa in sloveno del sabato sera: «Improvvisamente il vuoto. Niente più delle belle e sentite celebrazioni, ardentemente volute ed espressione di una libera scelta che ci rende felici». Ed infine dalla comunità delle Suore Dimesse di Udine: «Dopo più di vent’anni siamo senza la messa domenicale, un momento importante e gioioso, a seconda dei tempi liturgici. Speriamo di ricominciare».

Questi tre brevissimi messaggi, moltiplicati, mi hanno fatto sentire e vivere in modo mai provato la comunione dei Santi. Ciò che poteva essere solo una nozione, è diventata una esperienza vissuta. Mentre leggevo e rileggevo questi messaggi, un brivido mi percorreva: sentivo di non essere solo, ma di avere attorno a me le comunità ricordate. Le sento vive e mi ravvivano. Una cosa bellissima e straordinaria.

Dal 13 novembre fino al 6 dicembre la mia vita può essere espressa da una medaglia, col dritto e rovescio. Questo è stato particolarmente duro. Improvvisamente resto immobile, non posso

celebrare, se non concelebrare passivamente seduto. Lontano dalle comunità che raggiungevo da solo. Tutto mi è stato tolto in un giorno.

Ma c’è anche il dritto, per fortuna più ricco del rovescio. Mi ritrovo a Drenchia, il 1° novembre scorso, per i Santi. Celebriamo sul sagrato. Ho di fronte a me una parte della pianura friulana che si perde all’orizzonte con un pallido sole che illumina la scena. Penso in cuor mio: potrebbe essere l’ultima celebrazione e così è, ma essa continua ancora. Lo stesso vale per S. Pietro con l’immagine delle celebrazioni passate del Natale, con una chiesa che si riempie, senza che nessuno abbia fatto clamorosi annunci e la processione offertoriale – il nostrooufar – che si snoda al canto solenne del Te dan je vsega veseljà. Per concludere con le Dimesse, quella atmosfera mistica e raccolta della celebrazione che riempie l’anima.

Questa è l’esperienza mistica della comunione dei Santi che non vorrei perdere e anzi condividere con tutti coloro che si riuniscono nelle celebrazioni domenicali e superano la tristezza del momento.

Marino Qualizza

https://www.dom.it/la-comunione-dei-santi_obcestvo-svetnikov/

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29 Mar: Grazia su problemi: “Carissima Olga sono passata nel tuo nuovo blog su Altervista, volevo commentare ma non hai…”

18 Mar: Arthur su elisa bella ciao 25 aprile 2020: “A timeless song that resonates with history and hope.”

03 Mar: Giorgio Thieme su problemi: “Ho anch'io problemi di account non riesco più a pubblicare immagini ed ho perso la raccolta di…”

27 Feb: Cavaliere oscuro del web su problemi: “Nei giorni scorsi, usciva una pubblicità, evita di installare componenti di terze parti, spesso…”

26 Feb: Ирина Полещенко su problemi: “Olga, rielabori costantemente i tuoi blog. Puoi modificare i modelli, l'intestazione del blog,…”

27 Dic: Anonymous su dikle: “ciao”

Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

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