Che vergogna!!!
Danneggiata la segnaletica del Club alpino italiano (Cai) sul Matajur. Sui cartelli collocati in località Laze, a monte del rifugio Pelizzo, all’incrocio tra i sentieri 736, che porta in vetta, e 750, che porta alle malghe di Mersino, sono stati imbrattati i toponimi in sloveno. Il fatto è stato scoperto il 27 luglio e ne sono state informate le forze dell’ordine, in quanto è di rilevanza penale. Il precedente giudiziario più eclatante risale al 2014, quando il Tribunale di Trieste condannò a tre mesi e 15 giorni di reclusione con la condizionale due persone che due anni prima avevano imbrattato una tabella con i toponimi in sloveno a San Giovanni in Tuba nel comune di Duino-Aurisina. Il giudice applicò nei loro confronti il reato di discriminazione verso la minoranza slovena, oltre a quello di danneggiamento della proprieà. I due si avvalsero dei benefici del patteggiamento. Fu, quella, la prima volta che un tribunale italiano applicò la cosiddetta legge Mancino del 1993 per atti rivolti contro la minoranza slovena. È proprio la legge statale di tutela della minoranza slovena, la 38 del 2001, a stabilire che la convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale (legge 645/75) e il decreto in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa (legge 205/93) «si applicano anche ai fini di prevenzione e di repressione dei fenomeni di intolleranza e di violenza nei confronti degli appartenenti alle minoranze linguistiche» (art. 23). Tornando ai fatti del Matajur, ricordiamo che la segnaletica bilingue sui sentieri montani è stata collcata su iniziativa della Comunità montana in collaborazione con il Cai regionale. In loco viene curata dalle sezioni Casi di Cividale e Val Natisone, nonché dalla Planinska družina Benečije.
dal Dom
Olga, I'm very sorry.
RispondiEliminaOlga, I salute you and I wish you a good Wednesday!
I am so sorry, Olga!
RispondiElimina