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L'IMPORTANZA DELLA LETTURA




 





Giornata regionale della lettura: 29 ottobre

Il progetto LeggiAMO 0-18 è pronto alla nuova giornata regionale della lettura Un Libro Lungo Un Giorno (alla sua ottava edizione) che quest’anno è attesa per il prossimo venerdì 29 ottobre 2021: chi vuole partecipare (sia che proponga un evento pubblico o uno privato: è lo stesso! può annunciare quello che farà sul sito leggiamofvg.it, dove ci sono tutte le indicazioni per compilare la propria locandina  iscriversi.

Cosa è Un Libro Lungo Un Giorno 2021
Come ogni anno tutti (ma proprio tutti!) in regione sono invitati a condividere un gesto di lettura: in famiglia o in biblioteca, nei grandi palazzi e nelle piccole case, a scuola o in palestra, sul taxi o in negozio, nel bar o nelle case di riposo, al corso di ceramica o al supermercato, in ospedale o in ufficio, in piazza o in giardino, da soli, in due, tre o millemila (senza assembramenti, naturalmente!)

Se è vero che “Crescere come lettori è facile, se ci sono buoni esempi”, questa giornata vuol essere simbolicamente un’irrefrenabile diffusione proprio di buoni esempi e vuole aprire le porte sulla pratica quotidiana della lettura, che fa crescere tutti (bambini, ragazzi e adulti), specie se condivisa.

La giornata regionale sarà l’occasione per dare il via alla campagna “LeggiAMO a scuola!”, che ha visto la clamorosa adesione di oltre novecento classi delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo gradoIl 29 ottobre, tutte insieme, le classi dedicheranno un quarto d’ora della loro mattinata alla lettura.

La campagna “LeggiAMO a scuola!” è una campagna di sensibilizzazione che ribadisce la centralità della scuola nella diffusione della lettura: una pratica quotidiana che può innescare cambiamenti strutturali nella crescita delle persone e della società. Biblioteche pubbliche, scolastiche e docenti faciliteranno l’accesso a libri e riviste con particolare attenzione alla qualità e all’inclusività delle proposte.

Come si aderisce a Un Libro Lungo Un Giorno 2021
LeggiAMO 0-18 chiede a tutti di scegliere un libro, un luogo e un modo di leggerlo: a partire dal 14 ottobre, collegandosi a www.leggiamofvg.it sarà possibile segnalare il proprio evento, la propria idea, il proprio progetto tramite i materiali che saranno a disposizione sul sito, nell’area dedicata a Un Libro Lungo Un Giorno. La locandina dell’evento (pubblico o privato, dei singoli, delle famiglie, delle scuole, delle biblioteche,…) sarà pubblicata sul sito, così da conoscere in anticipo tutte le azioni che accadranno.

Venerdì 29 ottobre sarà poi richiesto a tutti di documentare il proprio momento di lettura con una foto, un video, un racconto, una registrazione audio e di mandare la testimonianza al progetto LeggiAMO, per mezzo di Facebook e Instagram o alla mail unlibrolungoungiorno@leggiamofvg.it. Tutto ciò che verrà raccolto (in qualsiasi forma!) verrà condiviso e andrà a comporre il bellissimo diario multimediale di Un Libro Lungo Un Giorno 2021, che racconterà le centinaia di azioni di lettura di tutta la regione e sarà a disposizione sui canali di LeggiAMO 0-18.

profili social del progetto, su cui sarà possibile segnalare i propri eventi, si trovano digitando @leggiamo018 su Facebook e Instagram; gli hashtag da usare per rendere riconoscibili le proprie azioni sono #unlibrolungoungiorno e #ullug.

Al centro della giornata ci saranno alcuni momenti istituzionali che saranno comunicati al più presto. Nel frattempo l’invito è di cominciare a pensare a quando, come, cosa e con chi si vuole leggere per Un Libro Lungo Un Giorno!

LeggiAMO 0-18 è il progetto regionale di promozione della lettura della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e ha come partner: CCM - Consorzio Culturale del Monfalconese (coordinatore del progetto), CSB - Centro per la Salute del Bambino Onlus, Damatrà Onlus,  AIB Associazione Italiana Biblioteche - Sezione FVG, Fondazione Radio Magica Onlus,  Associazione Culturale Pediatri, Ufficio Scolastico Regionale del Friuli Venezia Giulia.


Stanotte torna l'ora solare: lancette indietro di un'ora


Rimarrà in vigore fino domenica 27 marzo 2022

Stanotte torna l\u0027ora solare: lancette indietro di un\u0027ora

La notte tra sabato 30 e domenica 31 ottobre torna l'ora solareLancette indietro di un'ora, come stabilito da una direttiva del Parlamento europeo, così potremmo recuperare i 60 minuti di sonno persi a marzo scorso con l'inizio dell'ora legale. Si dormirà quindi un'ora in più. Il cambio d'orario è fissato alle 3 del mattino, ma i dispositivi elettronici connessi alla rete Internet o satellitare si aggiorneranno automaticamente.
Il cambio orario segna il vero ingresso nella stagione invernale e rimarrà in vigore fino a domenica 27 marzo 2022.

https://www.ilfriuli.it/articolo/tendenze/stanotte-torna-l-ora-solare-lancette-indietro-di-un-ora/13/254268

Io preferivo l'ora legale e voi?

Tradizioni slovene per Ognissanti

 

dal web

Non solo Halloween:tradizioni slovene per Ognissanti

Verso la fine di ottobre fanno la loro comparsa un po’ ovunque zucche, fantasmini, streghette e altri mostriciattoli, a ricordarci che sta arrivando Halloween. Oggi è una festa ormai diffusissima, importata come tante altre mode dagli Stati Uniti, di cui è evidente soprattutto il lato consumistico, oscurandone i significati originari che ne stanno alla base.
Eppure, qualche decennio fa, quando ero bambina io, di Halloween non si sentiva parlare. Ma tra il 31 ottobre e il primo novembre, con mia nonna, nata nel 1899, intagliavamo zucche per metterci dentro una candela e facevamo anche altre cose. Che cos’era? Un Halloween ante litteram o forse qualcos’altro, di cui oggi, purtroppo si sono perse le tracce?

Dai celti a papa Gregorio IV

La parola Halloween deriverebbe, secondo un’interpretazione, dallo scozzese “All Hallows’ Eve”, ossia “vigilia di tutti gli spiriti sacri”. La festività avrebbe le sue origini nella festa celtica di Samhain, che si svolgeva tra il 31 ottobre e il 1 novembre, data di passaggio dall’anno vecchio a quello nuovo, secondo il calendario celtico. Come accadde anche per altre ricorrenze, la Chiesa sovrappose alla festività pagana un’altra, cristiana, dedicata al culto di tutti i santi. In realtà, tale festività cristiana esisteva già, ma veniva celebrata in date diverse nei diversi Paesi. Nell’anno 827 papa Gregorio IV istituì ufficialmente la festa di Ognissanti, per celebrare tutti quei santi che, troppo numerosi, “non trovavano posto” negli altri giorni dell’anno, già occupati da santi più “celebri”.
L’origine esatta della festività pagana è ancora oggetto di discussione tra gli studiosi, tuttavia un aspetto è abbastanza evidente: gli spiriti che secondo la tradizione animistica pagana vagano nelle lunghe notti di novembre sono diventati nella tradizione cristiana le anime dei defunti nel Purgatorio che hanno bisogno delle preghiere e dei sacrifici dei viventi per liberarsi e raggiungere il Paradiso.

Le zucche di Vahti

Ma torniamo a mia nonna. Come dicevo, per Ognissanti, “Vsi sveti” in sloveno, intagliavamo assieme una zucca e ci mettevamo dentro una candela. Ma non per scopi decorativi: serviva per far luce alle anime del Purgatorio. Lo stesso scopo aveva una candela a olio, che mia nonna comprava appositamente solo per questa festività, e che doveva rimanere accesa per tutta la notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre. Nel dialetto della regione Primorska, la festa di Ognissanti viene chiamata “Vahti”, parola che deriva dal tedesco “Wacht”, cioè “guardia”. E in effetti, quella notte era un po’ come fare la guardia: si rimaneva svegli fin tardi a pregare il rosario, e poi, quando si andava a dormire, c’erano le candele a sostituirci nella veglia....continua
http://www.slovely.eu/2017/10/31/non-solo-halloween-tradizioni-slovene-per-ognissanti/

Dalla benzina al panettone: la crisi energetica e l'aumento dei prezzi di tutti i prodotti

dal web


Le spese sotto le festività potrebbero costare fino a 1,4 miliardi di euro in più rispetto al 2019

 Il rincaro dei costi energetici farà gravare sulle spese delle italiane e degli italiani un nuovo aumento dei prezzi in tutte le principali macro aree di consumo. Dalle tariffe di luce, gas e benzina ai prodotti alimentari, passando per  ristorazione fino ad arrivare ai viaggi, il periodo natalizio potrebbe costare quasi 1,4 miliardi di euro in più rispetto al 2019. L’allarme è stato lanciato dal Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti di utenti e consumatori (Codacons), che ha realizzato uno studio preliminare per verificare come l’aumento dei prezzi nel settore energetico si ripercuoterà sulle prossime festività.

Luce, gas e benzina

Già da ottobre le tariffe di luce e gas sono aumentate rispettivamente del 29,8% e del 14,4%. Secondo i dati dell’Agenzia di regolazione energia reti e ambiente (Arera), il costo annuale della bolletta elettrica raggiungerà i 631 euro, ovvero il 30% in più rispetto al 2020, mentre la bolletta del gas arriverà a 1130 euro all’ano, cioè il 15% in più dello scorso anno.Il costo della benzina è incrementato del 25,8% per quella verde e del 27,7% per il gasolio, portando i prezzi del carburante a 1,746 euro al litro per la prima e a 1,608 euro al litro per il secondo, ovvero ai massimi del 2014. Sul totale, scrive Carlo Rienzi presidente di Codacons, circa il 60% del costo della benzina è composto da 19 accise, tuttora attive, che vanno dal finanziamento per la guerra d’Etiopia, per la missione Onu in Libano del 1982, fino al finanziamento del cosiddetto bonus gestori del 2014. Secondo Codacons i rincari comporteranno una spesa maggiore per le famiglie pari a circa 430 euro all’anno in caso di automobile a benzina e di 419 per il diesel. Tra i carburanti sono aumentati anche Gpl e metano, arrivati a costare rispettivamente 0,826 euro al chilo e tra 1,538 e 1,884 euro al chilo.

...continua https://www.wired.it/article/aumento-prezzi-materie-prime-energia-benzina/

Il ricordo dei cari e le usanze - Spomin na rance in stare navade

 

Nelle Valli del Natisone un tempo era diffuso ovunque, nell’ultimo giorno di ottobre, l’uso che i bambini andasero di casa in casa a pregare per i defunti. I padroni di casa davano loro per riconoscenza dei panetti. L’usanza prende il nome dalla raccolta dei panetti, difatti viene chiamata «hliebce brat».
Nelle Valli del Natisone un tempo era diffuso ovunque, nell’ultimo giorno di ottobre, l’uso che i bambini andasero di casa in casa a pregare per i defunti. I padroni di casa davano loro per riconoscenza dei panetti. L’usanza prende il nome dalla raccolta dei panetti, difatti viene chiamata «hliebce brat».
Nell’ambito di questa tradizione, ancora viva nella vallata di San Leonardo, oggi i bimbi dopo le preghiere ricevono anche del denaro.
Bo šlo vbogime, v pomuoč misijonarjam patru Raza, v Indiji, an patru Francu Sardella v Tanzaniji, kar bojo na Liesah in par Hlocju zaslužil’ skoze staro navado »hliebce brat«.
Je tela tradicionalna navada, ki je bla zadnji dan otuberja ankrat arzširjena povsierode v Nediških dolinah. Otroc an veliki gredo molit po hišah za te rance in v zahvalo domačini so ankrat dal’ hliebce kruha, donas pa tudi denar.
Donas je še živa v Rečanski dolini, kjer jo v Lieški fari pejejo naprej tudi otroc katekizma. V Seuci se celuo tisti, ki na živjo vič gor, varnejo za telo parložnost, de bi odparli hišo in sparjel’ viernike. Takuo kažejo močnuo navezanost na navado, par keri skoze moliteu za te rance in šenk se zahvalijo tistim, ki so zazidal’ hiše in obdielal’ zemljo, pa tud’ prosijo Boga, naj da dobro lieto.
V pandiejak, 31. otuberja zvičer, bojo vasnjani šli pobierat hliebce tudi v Jesičju in v Jagnjedu, v Podutanski fari. Tudi v Kravarju spoštujejo telo lepo navado. Otroci in odrasli se zberejo popudan in grejo po hišah do vičernih ur.
Hliebce šele pobierajo v Gorenjem an Dolenjin Tarbiju, od kod otroci in te veliki grejo tudi po vaseh Gniduca, Polica dol do Sv. Lienarta.
Na dvojezičnin vartacu so v Sauodnji an v Špietru noni društva Srebrne kaplje otrokan pravli, de puno liet nazaj so zadnji dan otuberja po vaseh pobieral’ sierak an ga potle nesli u malne, de bi imiel’ moko doma. Potle se je pa začelo hliebce brat. Otrokam bojo dal’ žakjac z zarnami sierka an hliebcan.
V torak 1. in v sriedo 2. novemberja bojo Vahti. Zmisnili se bomo vsieh svetih an viernih duš v vicah, se pravi vsieh naših te rancih. Zatuo bomo šli na britofe, de bi zmolili, paržagali svečo in nesli rože na grobuove naših dragih, ki jih nie vič med nami. Hvaležni jim muoremo biti tudi zaki so nan zapustili jezik, kulturo in sviet, na katerim živimo.

Fucilati di Cercivento: primo passo verso la riabilitazione


 Fucilati di Cercivento: primo passo verso la riabilitazione.

Dopo il disegno di legge della senatrice Tatjana Rojc recante “Disposizioni per la riabilitazione storica degli appartenenti alle Forze armate italiane condannati alla fucilazione dai tribunali militari di guerra nel corso della prima Guerra mondiale”, con l’apposizione, ieri, della lapide al Vittoriano è stato fatto un primo e significativo passo verso la riabilitazione di centinaia di ragazzi italiani fucilati ingiustamente ‘per mano amica’, per reati mai commessi. Il gesto altamente simbolico sta dando seguito a quanto disposto dalla Risoluzione della commissione Difesa del Senato approvata con il concorso di tutti i gruppi parlamentari il 10 marzo scorso.
Con il pensiero rivolto in primo luogo agli alpini fucilati in Friuli Venezia Giulia a Cercivento, ormai patrimonio memoriale delle nostre popolazioni e delle Istituzioni locali, dall'inizio della legislatura mi ero adoperata per far approvare una proposta di legge per dare a questi ragazzi il giusto merito e riconoscimento. Malgrado una larga convergenza, il dibattito in commissione Difesa non è stato facile e in più circostanze qualche esponente di destra ha tentato di affossare tutto l'impianto. Oggi abbiamo per la prima volta un atto formale del Senato che con deliberazione unanime rende onore a caduti e famiglie, i cui effetti mi attendo si riflettano sulla ricerca storica e sulla memoria dei territori./

L' autunno nei boschi

 


L’autunno nei boschi


MAURICE CARÊME

L’AUTUNNO

L'autunno nei boschi
suona l'armonica.
Che gioia nelle foglie!
Danzano al braccio
del vento che le porta via.
Dicono che sono morte,
ma nessuno ci crede.
L'autunno nei boschi
suona l'armonica.

(da La lanterna magica, 1947)

.

Maurice Carême è poeta dalle parole semplici ma non forzatamente facili, sorrette da una gioia di vivere che non manca però di una certa serietà riflessiva - questa attenzione all’elementarità deriva probabilmente al fatto che fino al 1943 insegnò alle scuole primarie. Dunque, così rappresenta la danza delle foglie d’autunno, il loro veleggiare e vorticare nei boschi, sospinte dal vento, così piene di vita nonostante si siano staccate dall’albero.

Il proverbio friulano della settimana






 Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei campi
“San Simon al jude, la ràve e ven madure, o madure o no madure, si la met sot siaradure” ovvero, a San Simone (il 28 ottobre) è tempo propizio, le rape sono mature, mature o non mature, le si mettono in serbo”

A Messa in ricordo dei nostri cari


 Ci avviciniamo alle ricorrenze di Ognissanti e della Commemorazione dei defunti, che sono molto sentite anche tra la gente di Slavia, Resia e Valcanale. In molti si recano in chiesa o sulle tombe dei propri cari, restituendo un po’ di vita anche a paesi quasi abbandonati. Ovviamente le funzioni religiosi si svolgeranno nel rispetto delle norme di contenimento della diffusione del Covid-19.

Nella Slavia, a Resia e in Valcanale in questo periodo dell’anno è uso rendere omaggio anche a personalità meritevoli della comunità slovena ormai defunte nonché a soldati e partigiani caduti in guerra.

Giovedì, 28 ottobre, una rappresentanza del Dom, dell’Associazione don Eugenio Blanchini e della sezione provinciale della Confederazione delle organizzazioni slovene-Sso si recherà a Drenchia/Dreka, per pregare e rendere omaggio sul monumento ai sacerdoti sloveni della Slavia eretto accanto alla chiesa di S. Maria Assunta. Il gesto vuole esprimere riconoscenza per l’opera che loro e i loro collaboratori hanno svolto in favore della nostra gente.

Anche in Valcanale, il 2 novembre, sarà reso omaggio agli esponenti meritevoli della comunità slovena ormai defunti. L’iniziativa è a cura dell’Associazione/Združenje don Mario Cernet.

Già sabato, 23 ottobre, i sindaci e altre autorità di Cividale e delle Valli del Natisone si sono recati all’ossario di Kobarid per rendere omaggio ai soldati caduti nella prima guerra mondiale. A organizzare la cerimonia, con alcune restrizioni a causa della situazione epidemiologica in Slovenia, è stato il consolato italiano di Capodistria/Koper.

Domenica, 31 ottobre, sarà reso un breve omaggio anche ai monumenti ai partigiani caduti nella seconda guerra mondiale e alle tombe di alcuni esponenti meritevoli della comunità slovena della Slavia.continua in lingua slovena

https://www.dom.it/k-masi-v-spomin-na-rajnike_a-messa-in-ricordo-dei-nostri-cari/?fbclid=IwAR25QUKpQ0Kbw9uwO-6D4GjReV2WugFatuX-N-GArbBkV7JOT0PJ0MQ6S6w


ANSA.it Friuli Venezia Giulia Covid: oggi in Fvg 261 nuovi contagi, un decesso

 




Covid: oggi in Fvg 261 nuovi contagi, un decesso In terapia intensiva 8 degenti, in altri reparti 58TRIESTE, 27 OTT - Oggi in Friuli Venezia Giulia su 23.044 test e tamponi sono state riscontrate 261 nuove positività al Covid 19, pari all'1,13%.

Nel dettaglio, su 5.086 tamponi molecolari sono stati rilevati 243 nuovi contagi con una percentuale di positività del 4,78%; su 17.958 test rapidi antigenici 18 casi (0,10%)

Oggi si registra un decesso (un uomo di 81 anni di Tolmezzo morto in ospedale a Udine); scendono a 8 (-1) le persone ricoverate in terapia intensiva mentre sono 58 (+8) i pazienti ospedalizzati in altri reparti. Lo comunica il vicegovernatore della Regione con delega alla Salute Riccardo Riccardi.
    I decessi complessivamente ammontano a 3.849: 842 a Trieste, 2.028 a Udine, 682 a Pordenone e 297 a Gorizia. I totalmente guariti sono 110.756, i clinicamente guariti 34 e 1.470 le persone in isolamento. Dall'inizio della pandemia in Friuli Venezia Giulia sono risultate positive complessivamente 116.175 persone (il totale dei casi è stato ridotto di una unità a seguito della revisione del test): 24.378 a Trieste, 53.051 a Udine, 23.198 a Pordenone, 13.927 a Gorizia e 1.621 da fuori regione.
    Tra i casi di oggi, per quanto riguarda il personale del Servizio sanitario regionale, sono state rilevate le seguenti positività: nell'Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi) un assistente amministrativo, un dirigente medico, un infermiere e un operatore socio sanitario; nell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (Asufc) un terapista, un tecnico di laboratorio e un infermiere; all'Irccs materno-infantile Burlo Garofolo di Trieste un infermiere e un ostetrica; al Cro di Aviano di un tecnico di radiologia. Infine, relativamente alle strutture residenziali per anziani, non sono stati registrati contagi tra gli ospiti, mentre sono state rilevate le positività di due operatori (Trieste e Gorizia). (ANSA).https://www.ansa.it/friuliveneziagiulia/notizie/2021/10/27/covid-oggi-in-fvg-261-nuovi-contagi-un-decesso_3dd1bef3-d9f3-4f00-b778-462dca4f2c4d.html

Cambiamento climatico


Nei Vosgi diminuito di 7 volte il numero delle valanghe e accorciata la stagione valanghiva

[27 Ottobre 2021]

Le zone montane sono particolarmente colpite dal riscaldamento globale, ma gli impatti sulle valanghe sono ancora poco conosciuti. Lo studio “Upslope migration of snow avalanches in a warming climate”, pubblicato su PNAS da un team di ricercatori francesi di INRAE, Météo France, CNRS e delle un iversità di Grenoble Alpes, Genève e Haute-Alsace si è occupato dell’evoluzione dell’attività valanghiva  risalendo per quasi due secoli e mezzo nelle montagne dei Vosgi e mettendo insieme analisi delle fonti storiche e modellistica statistica e climatologia. I risultati dello studio dimostrano «Un aumento di quota delle valanghe che ora si verificano principalmente alle quote più elevate del massiccio». Questo aumento ha comportato una diminuzione di 7 volte del numero di valanghe, un accorciamento della stagione delle valanghe e una riduzione delle loro dimensioni rispetto alla fine della “Piccola Era Glaciale”.

I ricercatori francesi sottolineano che «E’ ormai assodato che il cambiamento climatico colpisce soprattutto le zone di montagna. Gli impatti sulla criosfera (neve, ghiaccio, permafrost) sono molto importanti e ben descritti per l’evoluzione dei ghiacciai e del manto nevoso. Tuttavia, le evoluzioni dell’attività valanghiva in risposta ai cambiamenti climatici sono ancora poco conosciute, a causa della mancanza di serie di osservazioni valanghive di durata sufficientemente lunga e di tecniche statistiche in grado di tenere conto dei numerosi bias insiti nelle poche serie esistenti. Questo è stato ricordato in particolare di recente nel rapporto speciale dell’IPCC sull’oceano e la criosfera, che include un capitolo specificamente dedicato alle aree montane. Il tema del rischio è cruciale data la pericolosità delle valanghe per l’uomo e le infrastrutture (edifici, reti di trasporto e comunicazione, ecc.)».

Per colmare queste lacune nella conoscenza,  il team di ricerca ha studiato l’evoluzione dell’attività valanghiva tra la fine del XVIII secolo e il 2014 nelle montagne dei Vosgi. Gli scienziati hanno utilizzato un approccio multidisciplinare innovativo che combina l’analisi del corpus delle fonti storiche (archivi scritti, documenti iconografici, testimonianze, ecc.), modelli statistici e climatologia e, grazie a questo lavoro, hanno potuto dimostrare che «L’aumento della temperatura di + 1,5° C nelle montagne dei Vosgi tra la metà del XIX secolo e l’inizio del XX secolo (fine di quella che viene chiamata la “Piccola Era Glaciale”) ha portato a una riduzione di 7 volte del numero medio di valanghe per inverno a livello del massiccio. La dimensione media delle valanghe è stata notevolmente ridotta – l’ultima valanga di dimensioni eccezionali è avvenuta nel 1952 – così come la durata della stagione durante la quale si sono verificate le valanghe (riduzione di 23 giorni in media)». L’analisi dell’evoluzione del manto nevoso ha dimostrato che  «Questi cambiamenti sono legati ad una netta riduzione, al termine della “Piccola Era Glaciale”, del manto nevoso alle basse e medie quote del massiccio. Di conseguenza, le valanghe sono ormai quasi scomparse da queste altitudini nelle montagne dei Vosgi. Oggi si verificano principalmente alle quote più elevate (zone di attivazione con quota minima intorno ai 1.200 m), anche se l’attività valanghiva è ancora un potenziale rischio in questo massiccio».

I ricercatori francesi concludono: «Questo studio suggerisce che nel tempo, in molte catene montuose, l’attività valanghiva sarà gradualmente limitata a quote sempre più elevate e che questo movimento sarà probabilmente accompagnato da una riduzione media della loro dimensione e durata della stagione in cui si verificano come futuri il riscaldamento riduce il manto nevoso. Più in generale, questi risultati mostrano che i massicci di media montagna possono fungere da sentinelle degli impatti del riscaldamento globale e quindi aiutare a progettare strategie di adattamento efficaci per tutte le aree montane».

https://greenreport.it/news/clima/cambiamento-climatico-in-montagna-le-valange-partono-de-sempre-piu-in-alto/
 

CASA/DOM di Ivan Trinko poesia

CASA/DOM 

Lassù,sulla cima maestosa

i monti nostri mi compaiono,Sloveni,

lì dietro,in piano,gorgogliano le acque,

ed in rigoglio vedo arbusti e campi.

La strirpe lì gioisce delle sue radici

in una primavera in fiore vivon lì

i miei fratelli e la fortuna lor soride

chè Madre Gloria fa di lor figli solerti.

O dole stirpe! Gioisci di quest'alba limpida,

ecco che il sol soave spunta,

inviato da Colui che ogni cosa smuove.

Secoli interi passati sconosciuti;

m or le nubi cedono al sereno,

son giunti tempi provvidi,è ora.

Ivan Trinko 


TRINKO Ivan – Zamejski, fautore della conservazione delle peculiarità etniche e culturali della Slavia Veneta, poeta, scrittore, traduttore, linguista, pittore, compositore, professore di filosofia, “padre degli sloveni della Benecia,” nato il 25 gennaio 1863 a Tercimonte nella famiglia  “pri Piernovih”, ivi morto il 26 giugno 1954.

Quarto di due figli e tre figlie (di cui Terezija fu religiosa a Brescia e vi morì). Il padre Anton (1826-1905), piccolo possidente, la madre Marija Golob (1828-1904), casalinga (vedi genealogia in Trinkov koledar 1973).

Frequentò la scuola in lingua italiana a Iellina sotto Tercimonte, sua maestra fu Roza Koren (1870-73), nativa delle Valli; su consiglio del cappellano Valentin Domenis il padre lo iscrisse alle elementari di Cividale (1873-75); già alla fine del primo anno si distinse tanto da meritarsi una medaglia d’oro. Dopo le elementari entrò nel Seminario Arcivescovile di Udine (1875), articolato in un ginnasio-liceo classico e in un seminario vero e proprio. Studente modello saltò la prima classe del liceo diplomandosi nel 1882. Compì gli studi seminariali in quattro anni e celebrò la Prima messa il 21 giugno 1886 a Tercimonte. Per l’occasione gli dedicarono e stamparono tre poesie. Già prima della consacrazione aveva prestato il servizio militare di leva di durata ridotta a Padova, poi rimase al Seminario di Udine sino al pensionamento nel 1942, poiché i suoi superiori gli avevano chiesto di proseguire gli studi e di ricoprire una cattedra d’insegnamento al Ginnasio arcivescovile.

Fu così che Trinko divenne prefetto seminariale, dedicandosi pure per tre anni agli studi di filosofia e delle lingue russa, polacca e ceca... continua https://www.kries.it/kd-ivan-trinko-2/mons-ivan-trinko/biografia/ivan-trinko-it/?lang=it

disegno a matita di Trinko
da https://www.kries.it/kd-ivan-trinko-2/mons-ivan-trinko/?lang=it


BENECIA

BUON POMERIGGIO DOMENICALE

 BUON POMERIGGIO



Oggi è domenica e leggo i miei giornale preferiti!

Il Matajur, oggi Novi Matajur ,è il giornale  che hanno diretto per 23 i miei genitori.Il 3 ottobre abbiamo festeggiato i suoi 70 anni.Oggi è diretto da Miha Obit,direttore e traduttore.

LUNGA VITA AL NOVI MATAJUR!