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16 gen 2021

Quelle bandiere sbeffeggiate


 Fu il tricolore della Francia rivoluzionaria ad ispirare bandiere semplicemente tricolori e sotto il potere francese, per rappresentare la repubblica Cisalpina, nel lontano 1797 prese forma la bandiera coi colori che oggi vediamo sventolare sui pennoni italiani. Fu un certo Giuseppe Compagnoni a suggerirne i colori. Il verde – che prese il posto del blu francese e che, tra l’altro, riproduceva il verde dei Visconti di Milano – avrebbe simboleggiato la natura e i diritti naturali, ossia libertà e uguaglianza, ma soprattutto il colore delle pianure italiane e del rigoglioso territorio nazionale. Il bianco come richiamo simbolico al biancore invernale dei rilievi montani al centro della bandiera, affiancato, sul battente, dal rosso a simboleggiare il sangue dei caduti per liberare l’Italia dagli invasori. Tuttavia il vessillo dell’Italia libera, nella sua semplice vivacità cromatica, si presta a svariate interpretazioni al di là del richiamo ai valori ereditati dalla rivoluzione francese.

Ecco, quindi, il ricco e variegato mondo che la bandiera nasconde dentro i suoi colori ed il messaggio che dovrebbe comunicare a chi vi guardasse come idealità per una nazione chiamata alla solidarietà, alla collaborazione, all’unità di valori, di intenti e di progetti di vita individuale e sociale.

È passata quasi sotto silenzio, quest’anno, la Giornata nazionale del Tricolore, indetta per il 7 gennaio, per celebrare il 224°anniversario della nascita del vessillo nazionale e, constatando il presente politico e sociale della «nazione», leggo più come un auspicio che come dato reale le parole del presidente Mattarella: «Il Tricolore, come forse mai accaduto di recente in maniera così intensa, ha saputo rappresentare la nostra identità, il sentimento di coesione di un popolo che vuole guardare avanti, senza dimenticare le sofferenze provocate dalla pandemia, ma con la volontà di ripartire».

Bandiere di ogni tipo in circolazione, troppo spesso una contro l’altra, in competizione se non in lotta tra loro; più disfide da ring, per ora incruente, che competizioni tra campioni per acclamare i migliori. Il simbolo d’unità nazionale per antonomasia esposto sui balconi più per sostenere la squadra di calcio nazionale che per acclamare chi

l’Italia la vuole unita, solidale, autrice e sostenitrice dei valori che la bandiera tricolore simboleggia.

La cosa che più mi colpisce e spaventa l’ho vista rappresentata nelle immagini sconvolgenti che ci sono giunte dai tanto celebrati Stati «uniti» d’America. Uniti da che cosa? In nome di quali principi, quali valori e intenti? Il simbolo a stelle e strisce, vessillo di libertà, democrazia, rispetto dei valori fondanti la grande nazione, sbandierato dai rivoltosi, ostentato su pettorine, cappelli, magliette e quant’altro, nel mentre si violentava, si umiliava, si distruggeva irridendo in modo blasfemo la concretezza dei luoghi dove quei valori trovavano la propria sede, forza e dignità. Campidoglio di Washington, sede del parlamento federale statunitense, dove una masnada di mentalmente e sentimentalmente plagiati sbeffeggiava il luogo dove si esercitano i diritti e i doveri simboleggiati dalla bandiera dell’Unione e dove la stessa bandiera veniva sventolata per svilirne e svuotarne del suo nobile contenuto ideale. E pensare che a fomentare questa discrasia, questa frattura si staglia contro un cielo plumbeo la figura del capo dello Stato, il garante dei valori rappresentati da Campidoglio e bandiera nazionale.

Non è la prima volta che proprio la bandiera, i suoi colori e i valori umani e civili che simboleggia viene usata per contraddire gli stessi.

Quante volte ho visto lungo le strade della Benečija, sui balconi e pennoni dei nostri paesi sventolare il tricolore con l’intento specifico e determinato di affermare un’appartenenza per escluderne un’altra. Come gridare: «Siamo italiani», ma non nel senso rappresentato dalla bandiera, la quale, interpretando la Costituzione non esclude, anzi tutela, il diverso per lingua o per altro. Esporla per affermare un nazionalismo discriminante e razzista. Quanti crimini e quante prevaricazioni nel nome di una bandiera usata come arma sguainata per dividere invece che mano tesa per chiamare a raccolta e favorire l’unità.https://www.dom.it/quelle-bandiere-sbeffeggiate_oskrunjene-zastave/?fbclid=IwAR3bJspzzYzGb3LY_9dz2XXYmqQfoEPfJRdaNTvMmJBXf7kLyZsGygl9j3g

 

2 commenti:

⚠️Gradisco commenti e critiche per la crescita del blog.
Generalmente rispondo ai commenti,ma seguendo parecchi blog non sempre ci riesco.
OLga 😻

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