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8 apr 2024

Pulizia etnica all'italiana

 

Partigiani Sloveni uccisi da soldati italiani

Tra il '42 ed il '43 il nostro esercito internò nel campo di Gonars migliaia di persone: quasi 500 morirono in pochi mesi. Il progetto: ripopolare il territorio sloveno con italiani. Un articolo di Alberto Bobbio pubblicato su Famiglia Cristiana


10/02/2004 -  Alberto Bobbio

E' una storia rimossa che emerge oggi, 65 anni dopo, con grande difficoltà dalle pieghe della memoria. E' la storia della pulizia etnica all'italiana, che ha lo stesso linguaggio, nasce dalle stesse intenzioni e procede con le stesse azioni dei signori della guerra nei Balcani dell'ultimo decennio del secolo appena passato. Cambiano i nomi, ma quello dell'alto commissario fascista di Lubiana, annessa al Regno d'Italia nel 1941, Emilio Grazioli, potrebbe essere equivalente a quelli di Milosevic o Karadzic, e a quelli dei generali Mario Robotti e Mario Roatta al generale serbo Ratko Mladic o al croato Ante Gotovina, criminali di guerra.

Ma nessun militare né civile italiano è mai stato processato da un tribunale. L'Italia si è assolta e l'amnistia del dopoguerra non ha permesso neppure di conservare la memoria giudiziaria dei fatti. Ora qualcosa lentamente riemerge e il difetto di conoscenza e di coscienza collettiva è tragico. Alessandra Kersevan, ex insegnante di scuola media in Friuli, ricercatrice a contratto in didattica delle lingue all'Universitа di Trieste, ha pubblicato, con il contributo del Comune di Gonars, uno straordinario studio sul campo di concentramento fascista di quel paese, ricostruendo tutta la storia della "pulizia etnica all'italiana" in Slovenia e in Croazia.

Spiega la Kersevan: "Ho lavorato per 15 anni negli archivi sloveni a Lubiana, all'archivio di Stato di Udine e in quelli dell'Esercito italiano a Roma. Gonars è una faccenda tutta italiana. Tra il 1942 e il '43 vennero internate migliaia di persone, rastrellate dall'Esercito italiano, donne, vecchi, bambini. Quasi 500 morirono in pochi mesi".

Ma Gonars, come le altre decine di campi di concentramento fascisti, rimase invisibile nell'Italia del dopoguerra. Spiega il professor Spartaco Capogreco, docente alla facoltà di Scienze politiche dell'Università della Calabria, il maggior esperto dei campi di concentramento fascisti, di cui a febbraio uscirа per Einaudi il volume I campi del Duce: "E' una storia di minimizzazioni e amnesie, che hanno offuscato gravi e precise responsabilità e che hanno contribuito all'affermazione di un pregiudizio, quello della naturale bontà del soldato italiano. Va anche rilevato il potente effetto assolutorio di Auschwitz nei confronti degli altri campi di concentramento. Ma ciò non giustifica l'oblio, né della politica di internamento fascista né della pulizia etnica all'italiana".

Nella notte tra il 22 e il 23 febbraio 1942, Roatta, Robotti e Grazioli fanno circondare Lubiana con reticolati di filo spinato: la cittа diventa così un immenso campo di concentramento. Robotti spiega al Duce il suo "metodo deciso": "Gli uomini sono nulla", e comunica la sua intenzione di "arrestare in blocco gli studenti di Lubiana". I rastrellamenti sono operati dai Granatieri di Sardegna. Il generale Orlando, comandante della divisione, prevede lo sgombero delle persone "prescindendo dalla loro colpevolezza".

Alla fine di giugno Orlando comunica che con l'arresto di "5.858 persone si è tolto dalla circolazione un quarto della popolazione civile di Lubiana". Scrive il tenente dei Carabinieri Giovanni De Filippis in un promemoria che Alessandra Kersevan ha rintracciato a Roma: "Continua caotico e disorientato il procedimento dei fermi... La popolazione vive in uno stato di vero incubo".

La filosofia della pulizia etnica era stata indicata nella circolare "3C" del generale Roatta: "Internamento di intere famiglie, uso di ostaggi, distruzione di abitati e confisca di beni".

"Internamento di massa"

Il 24 agosto 1942 Grazioli prospettava al ministero dell'Interno "l'internamento di massa della popolazione slovena" e la sua "sostituzione con la popolazione italiana". Robotti spiega ai comandanti: "Non importa se all'interrogatorio si ha la sensazione di persone innocue. Quindi sgombero totalitario. Dove passate, levatevi dai piedi tutta la gente che può spararci nella schiena. Non vi preoccupate dei disagi della popolazione. Questo stato di cose l'ha voluto lei, quindi paghi".continua https://www.balcanicaucaso.org/aree/Slovenia/Pulizia-etnica-all-italiana-25225

6 apr 2024

STORIA DELLE LINGUE SLAVE

Storia delle lingue slave, slavi, proto-slavi, slavi orientali, slavi occidentali, slavi meridionali, slavi ecclesiastici antichi, slavi sud-orientali, slavi sud-occidentali, lechitici, polabi, sorabi, pomeraniani, polacchi, ruteni, russi, ucraini, bielorussi , ruteno, serbo-croato, sloveno, bulgaro, slavo macedone
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4 apr 2024

Buona notte


                                                                          BUONA NOTTE

fonte https://ivcacek66.blogspot.com/2024/04/dobrou-noc.html

CANTO ALLA PATRIA/PESMI DOMOVINI


fonte fbTradotto dall'originale da Matjaž Mastnak , dallo sloveno Aleksandra Devetak

 Pesmi domovini

Canto alla patria
Sai, tu, dei luoghi, dov' è pura l'aria che respiri,
dove più dell'argento limpidi scorrono i fiumi,
dove l' erbe oscillano al vento soave della steppa,
e il ciliegio cresce, su , oltre la casa, verso il cielo,
dov'è il paese, stretto fra gli orti, nella valle,
e i frutti piegano i rami, fino a terra?
(...)
Za kraje veš, kjer vse v obilju diha,
kjer reke so čistejše od srebra,
kjer blagi vetrc stepske trave niha,
nad hišo sega višnja do neba,
kjer sred vrtov se stiska vas v dolini,
plodovi veje so do tal skrivili?
[...]
Aleksej Kostantinovič Tolstoj è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo russo. Fu cugino di secondo grado di Lev Nikolaevič Tolstoj.
5 settembre 1817, San Pietroburgo, Russia
10 ottobre 1875, Governatorato di Černigov
Tradotto dall'originale da Matjaž Mastnak , dallo sloveno Aleksandra Devetak
Potrebbe essere un'immagine raffigurante lago

All reaAleksandra Devetak, Vilma Cotič and 9 o

Ponte di Messina


 https://ceccodotti-2.blogspot.com/2024/04/ponte-sullo-stretto.html

In Italia ci sono tanti problemi:ci mancava solo il ponte!

vignetta di Altan

 

ALTAN

Figlio dell'antropologo friulano Carlo Tullio-Altan, comincia gli studi all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia[2], ma non li porta a termine, dedicandosi invece al cinema e alla televisione, nel ruolo di scenografo e sceneggiatore.[3][4] Nel 1970 si trasferisce a Rio de Janeiro[2] dove crea il suo primo fumetto per bambini pubblicato da un quotidiano locale. Nel 1974 inizia a collaborare come fumettista per alcuni giornali italiani:[5] sul mensile Linus esordisce il personaggio di Trino, un dio impreparato che si affanna nella creazione del mondo, e quello di Ada nel 1978.

Nel 1975, in coincidenza con il suo ritorno in Italia, crea la cagnolina Pimpa[2], uno dei suoi personaggi più riusciti e famosi, pubblicato inizialmente sul Corriere dei Piccoli[6], e che diverrà anche protagonista di alcune serie a cartoni animati (nel 1983 con la regia di Osvaldo Cavandoli e nel 1997 con la regia del napoletano Enzo D'Alò[2][7]) trasmesse non solo in Italia dalla Rai, ma anche in altri paesi europei, e vincitrici del premio "Cartoons on the Bay"[8]. Altan stesso ha poi diretto una terza serie che la Rai ha trasmesso nel marzo 2013 su Rai YoYo.[9] Oltre alla Pimpa ha realizzato altri personaggi per bambini come Kika e Kamillo Kromo. Quest'ultimo, pubblicato da Fonit Cetra, vinse vari premi ed ebbe dedicato un cortometraggio animato sempre con regia di Enzo D'Alò e con musiche di Beppe Crovella.

Altan ha creato anche storie a fumetti per un pubblico adulto come le storie dell'operaio metalmeccanico comunista Cipputi e celebri biografie in chiave satirica di personaggi famosi come Cristoforo ColomboGiacomo Casanova e Francesco d'Assisi.[10] Inoltre ha realizzato le vignette di alcuni libri scritti da Gianni Rodari.[11]

Decennale è la sua collaborazione con riviste come LinusL'EspressoPanorama e ultimamente con il quotidiano La Repubblica per il quale disegna vignette di satira politica.[12] In genere, nelle vignette satiriche di Altan vengono raffigurate persone comuni, mentre quasi mai si trovano personaggi politici,[senza fonte] tranne alcuni come Giovanni SpadoliniBettino Craxi e un uomo che ricorda Silvio Berlusconi ritratto con in mano una banana oppure più spesso nell'atto di puntare un ombrello contro il sedere di un uomo, gesto quest'ultimo ripreso più volte dal vignettista veneto. da wikipedia

3 apr 2024

FIESTE DE PATRIE DAL FRIUL


 Intal non de Trinitât sante e indivisibil. Indrì, re cul favôr pazient di Diu, [...] o regalìn e o trasferìn al patriarcje Siart, ai siei successôrs e ae Glesie di Aquilee, la contee dal Friûl e la vile clamade Lucinins, cun ducj i derits e i beneficis che al veve il cont Luduì inte istesse contee [...].*

Era il 3 aprile 1077 quando a Pavia l'imperatore Enrico IV, di ritorno dall'umiliazione subita a Canossa, sanciva la nascita della Patria del Friuli, come premio alla lealtà del Patriarca Sigeardo che, durante la guerra civile contro l'Imperatore, si era schierato a suo fianco.
Questa data è perciò considerata festa della Patria dei Friulani.

E in questa giornata così importante per il nostro popolo, vi proponiamo una serie di contributi tratti dalle principali riviste friulane, da poter consultare e scaricare liberamente.

Clicca qui per entrare nel percorso "3 di Avrîl, Fieste de Patrie dal Friûl"

 

*Testo tratto dal Diploma del Re di Germania Enrico IV di Franconia come atto di costituzione della Patria del Friuli

da Filolooca friulana

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Ivan Trinko

"O ti zemlja rodna, zemlja bedna, ki te milost božja, meni v last je dala" (I. Trinko) "O terra natia, terra misera, piccola, che la grazia divina, mi ha donato" (traduzione)

evidenzia

👉A Pordenone le ciliegie a prezzi proibitivi

 Ciliegie a 20 euro al chilo nel supermercato,non in giolleria.La raccolta è stata danneggiata da pioggia,freddo insetti.Le ciliegie proveng...

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