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Questo blog parla delle minoranze linguistiche del Friuli:SLOVENA,FRIULANA eTEDESCA,articoli dei giornali della minoranza slovena,degli usi,costumi,eventi e tanto altro.Buona lettura.OLga

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12 gen 2023

Queste Valli sono al centro dell’Europa

 


L’intervento che la senatrice Tatjana Rojc ha tenuto venerdì 6 gennaio al 59º Dan emigranta.

 

Reka med rekami,
slana beseda,
žila sestradanih,
kvasnica gneva,
jutro odhoda,
vlak brez postaje,
Nediža,
Nediža.

Fiume tra i fiumi,
parola di sale,
di miseri vena,
fermento di rabbia,
all’alba il partire,
il treno scandisce
Nadissa,
Nadissa.

È sempre un’emozione tornare nelle valli della Benecia e ritrovare, di volta in volta, nuove idee, ritrovare gli stessi amici, acquisirne di nuovi. Le nostre Valli così splendide e così martoriate dalla povertà e dalla politica, da quei servizi deviati che incutevano paura, seminavano terrore e rispondevano spesso al nome di Gladio.
Una politica che oggi raramente investe per mantere vivo questo territorio, spopolato di proposito. Perché davano fastidio queste genti così tenaci, così ingegnose, così attaccate alle loro case, a quei paesi arroccati tra i boschi. Che parlavano lo sloveno con una loro cadenza particolare dove le parole stesse suonavano come una melodia. Una musica. E che molti oggi ancora non vogliono riconoscere come parlata dialettale di una lingua europea standardizzata da secoli, come testimoniano i manoscritti medievali di Castelmonte.

Tornavano per Natale, questi emigranti con i volti solcati dalle fatiche, per ritrovarsi in famiglia, rinnovare le tradizioni delle feste, sentire il profumo delle gubance, dei ciocchi che venivano accesi prima di Natale e mantenevano vivo il focolare fino all’Epifania, come per segnare il passaggio dal buio verso la luce. E poi, il 6 gennaio, prima di ripartire, ritrovavano la comunità, quella famiglia allargata che condivideva lo stesso destino, per l’ultimo ballo, il canto, le storie comuni, prima di ritornare alle terre lontane. Mantenendo viva questa lingua materna, vituperata e umiliata, che era, invece, per loro, il battito del cuore. Era lo sguardo delle madri e dei padri che li attendevano. I versi di Miroslav Košuta che ho voluto citare, ci ripropongono quel dolore scandito dallo scorrere del Natisone che chi vi parla ha voluto riprendere con la variante in latino usata da Plinio II, e simile allo sloveno. Il giorno dell’Epifania, una storia importante dunque: quella degli emigranti che, dopo le feste di Natale, si concedevano l’ultimo guizzo di allegria, prima di intraprendere, come ogni anno, il viaggio per terre lontane, magari per il Belgio, per le miniere come quella di Marcinelle. Per Paesi lontani, dove la fatica di guadagnarsi il pane, di sfamare le famiglie, di aiutare chi era rimasto, era infinita.
La presenza, lo scorso anno, del Presidente della Repubblica di Slovenia Borut Pahor, così come la visita del Sottosegretario Ivan Scalfarotto segnano indubbiamente il valore e l’attenzione dei nostri due Paesi nei confronti di questa terra e delle sue peculiarità. Come un albero rigoglioso la voce della Benecia e del Natisone, lo abbiamo sentito, appunto, nei versi di Miroslav Košuta, si propaga in qualcosa di incredibile, attraverso un nucleo incredibile in cui ogni costruzione, ogni pietra, ogni scalino sanno raccontare una propria storia.
Il suolo che attraversiamo noi europei esiste perché esistono luoghi come la Slavia veneta che rappresenta, con i suoi circoli, specie quello che porta il nome di monsignor Ivan Trinko, o l’Istituto per la cultura slovena, l’essenza della ricerca e della conferma di qualcosa che non possiamo dissipare: rappresentano il punto di riferimento, per chi sa che queste Valli – che tentano di ritrovare una propria autonomia economica anche attraverso la collaborazione con le genti di oltre-confine – hanno bisogno di sostegno. Sostegno significa, però, in questo caso una visione, un progetto politico che deve essere condiviso da Amministrazioni locali, Regione, Istituzioni statali e che determini finalmente lo sviluppo economico, sicuramente ecosostenibile, per dare forza a chi vuole tornare per ripopolare i paesi, le case, le attività. Il Dan emigranta – Giorno dell’emigrante, rappresenta da decenni un appuntamento irrinunciabile per chi intende riflettere in libertà. Queste Valli sono al centro dell’Europa, quell’Europa in cui sono il dialogo, la reciproca conoscenza, il rispetto a rappresentare la sua centralità. Ce lo ricorda dal 2001 la Legge 38 che tutela la comunità slovena in Italia e mette, finalmente, sullo stesso piano degli sloveni di Trieste e Gorizia anche quelli meno fortunati della provincia di Udine. Ce lo ricorda la nostra scuola bilingue di San Pietro al Natisone che è oggi un riferimento per molte famiglie slovene e italiane, nata dal coraggio dei Benečani e statalizzata proprio grazie alla Legge 38/2001. Ce lo ricordano le pagine del Novi Matajur e del Dom che leggo sempre con grande attenzione.
Questa terra dalla bellezza arcana che abbiamo a lungo abbandonato a se stessa, riprenda con forza la propria energia ancestrale, ne ribadisca l’importanza. Questa terra, terra di emigranti, saprà accogliere chi vorrà aiutarla, e noi ci impegneremo tutti in tal senso, per scrivere un capitolo nuovo all’ombra del Matajur.
Tatjana Rojc

https://novimatajur.it/attualita/queste-valli-sono-al-centro-delleuropa.html

11 gen 2023

Buongiorno


 La temperatura si è notevolmente abbassata rispetto a giorni fa.Stamattina c'erano 0 gradi,dovrò mettere maglioni più pesanti.Beata la primavera e l'autunno!

Una donna

 Non importa l’aspetto di una donna, se la verità e l’onestà sono scritte sul suo viso, lei sarà bellissima.

(Eleanor Roosevelt)

Notte d'inverno

 Mulinava la neve su tutta la terra

in ogni dove,
una candela ardeva sul tavolo,
una candela ardeva.

Come d'estate a sciame i moscerini
volano sulla fiamma,
precipitavano i fiocchi dal cortile
sul riquadro della finestra:

La tormenta attaccava al vetro
cerchietti e strali.
Una candela ardeva sul tavolo,
una candela ardeva.


Sul soffitto rischiarato

si stendevano le ombre,
incroci di braccia, incroci di gambe,
incroci della sorte.

E due scarpette cadevano
con rumore sul pavimento,
e a lacrime la cera dal lucignolo
gocciolava sull'abito.

E tutto scompariva nella foschia nevosa
canuta e bianca.
Una candela ardeva sul tavolo,
una candela ardeva.

Sulla candela un soffio da un angolo
e l'ardore della tentazione
sollevava, quale angelo, due ali
in forma di croce.

La neve mulinò tutto il mese a febbraio,

e senza posa
una candela ardeva sul tavolo,
una candela ardeva.
1946
Boris Pasternak

10 gen 2023

Ancora aggressioni nei confronti del personale sanitario

 Ancora episodi di aggressione nei confronti del personale sanitario. Sabato 7 gennaio una dottoressa, medico specializzando di 28 anni in servizio alla guardia medica del Gervasutta di Udine, è stata aggredita nel piazzale esterno dell'ambulatorio.

A metterle le mani al collo un uomo che, in qualità di traduttore, aveva accompagnato un conoscente di nazionalità pakistana che necessitava di una medicazione a una gamba. Erano le 18 quando la dottoressa, in servizio con una collega 31enne, si è trovata di fronte i due uomini, uno dei quali presentava una vistosa fasciatura a una gamba, che nascondeva lesioni da ulcera. A fronte di quelle ferite, i due medici hanno consigliato al paziente di rivolgersi al Pronto soccorso dal momento che loro non avevano gli strumenti necessari per intervenire.

E' a quel punto che il clima ha iniziato a surriscaldarsi, con il traduttore che si è rivolto in modo minaccioso nei confronti del medico, chiedendo insistentemente che il ferito fosse curato. I due uomini sono stati invitati a uscire ed è proprio all'esterno che si è consumata l'aggressione, che non ha avuto conseguenze più gravi grazie all'intervento della collega. Nel frattempo erano stati allertati i Carabinieri, che hanno identificato l'aggressore, nei confronti del quale è stata sporta denuncia. La dottoressa aggredita è dovuta ricorrere alle cure ospedaliere.

Nei giorni scorsi, invece, a finire nel mirino era stato un infermiere, picchiato da un paziente al Centro di salute mentale di Trieste. Un utente, al quale era stato chiesto di attendere il passaggio di consegne tra turno uscente ed entrante prima di conferire con gli operatori, ha iniziato a dare in escandescenza e, subito dopo, a sferrare calci e pugni contro l’infermiere, che è dovuto ricorrere alle cure dei colleghi del Pronto Soccorso, dove, per fortuna, non sono state riscontrate fratture.

"Sono profondamente indignato per l'aggressione subita da una giovane medico specializzanda che presta servizio come guardia medica a Udine", commenta il vicepresidente del Fvg Riccardo Riccardi. "La violenza e l'intimidazione che ha dovuto affrontare sono inammissibili e non devono essere tollerate in nessuna forma. I medici sono al servizio della nostra comunità e meritano rispetto e gratitudine per il loro lavoro indispensabile. Prenderemo tutte le misure necessarie per assicurare la sicurezza dei nostri operatori sanitari. Condanno con forza questo comportamento riprovevole"...continua https://www.ilfriuli.it/articolo/cronaca/ancora-aggressioni-nei-confronti-del-personale-sanitario/2/276025

Malinconia

 


Manuel Machado (29.08.1874 - 19.01.1947)

Malinconia
A volte mi sento triste
come un vecchio pomeriggio autunnale;
senza saluti invernali,
così pieno di malinconica tristezza. . . .
I miei pensieri all'epoca
vagano per le tombe dei morti
intorno al cipresso e ai salici
che si inchinano al rotto... e mi ricordo
storie tristi, senza poesia... Storie
che quasi rendono i miei capelli bianchi.
Malinconia
A volte mi sento triste
come un vecchio pomeriggio autunno;
di saudità senza nome,
di dispiaceri malinconici così pieno...
Il mio pensiero, quindi,
vaga accanto alle tombe dei morti
e intorno ai cipressi e ai salici
che, abbattuti, si inchinano... E mi ricordo
di storie tristi, senza poesia... Storie
che hanno quasi bianchi i miei capelli.

9 gen 2023

proverbio friulano

 




Il proverbio friulano della settimana

di Vita nei Vita Nei Campi
“Dio vuardi di un bon zenâr par podè jemplà il granâr” - Dio ci guardi da un gennaio temperato se si vuole riempire il granaio

Citazione di Hesse.


 La felicità è amore, nient’altro. Felice è chi sa amare. – Hermann Hesse

8 gen 2023

Divja Slovenija (napovednik) - dokumentarec

Ducumentario la selvaggia Slovenia 

A conoscere la scuola plurilingue


 All’Istituto omnicomprensivo di Tarvisio/Trbiž sono, di fatto, già iniziati i preparativi in vista del prossimo anno scolastico, quando nei plessi scolastici farà ingresso la sperimentazione plurilingue ministeriale.

In vista delle preiscrizioni per il l’anno 2023-2024, con scadenza a fine gennaio, la dirigente scolastica, Doris Siega, ha programmato diversi incontri con le famiglie degli alunni. «Per il prossimo anno scolastico, attraverso il modulo on line sarà possibile scegliere se avvalersi anche della sperimentazione plurilingue o meno». La dirigente guarda con fiducia al riscontro da parte delle famiglie. «In un’ottica di continuità col percorso intrapreso dall’Istituto insieme al territorio e considerando la finora totale adesione delle famiglie al progetto plurilingue, confidiamo in una larga adesione alla sperimentazione ministeriale». La sperimentazione sarà attuata nelle scuole di ogni ordine e grado dell’Istituto, dalle scuole d’infanzia, alle primarie, alle secondarie di primo e secondo grado, con liceo sportivo e istituto tecnico turistico.

Anche nei prossimi anni scolastici, nota Siega, per i nuovi iscritti sarà possibile scegliere se avvalersi o meno della sperimentazione. Le classi in cui non sarà effettuata continueranno invece, a scalare, a usufruire del progetto plurilingue come attuato negli anni scolastici scorsi, ovvero nelle scuole d’infanzia e primarie, grazie ai fondi provenienti da aree interne. Espletate le pratiche di assunzione degli esperti, per l’anno scolastico 2022-2023 partirà al più tardi trascorse le vacanze di Natale.

Ricordiamo che anche secondo le direttive ministeriali in vigore dall’anno scolastico 2023-2024 la sperimentazione plurilingue sarà attuata per italiano, sloveno, tedesco e friulano nei plessi di Tarvisio e Ugovizza, mentre per tedesco e friulano a Pontebba e Chiusaforte. (L. L.) Continua in sloveno

https://www.dom.it/starsi-bodo-spoznali-vecjezicno-solo_a-conoscere-la-scuola-plurilingue/


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