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Kries – la magia del falò di San Giovanni
La notte tra il 23 e il 24 giugno è nella tradizione di diverse popolazioni europee una notte magica: si celebra il solstizio d’estate, che la tradizione cristiana ha associato al culto di San Giovanni. “Šentjanževo” o “Noč svetega Ivana” (“notte di San Giovanni) è una festa ancora molto sentita in Slovenia, ma anche nei paesi oltre confine dove vive la minoranza slovena: così in Benečija (Slavia Veneta), dove durante questa magica notte in molti paesi vengono accesi grandi falò, chiamati “kries” (“kres” in sloveno).
Uno di questi paesi è Tribil Superiore – Gorenji Tarbij, la frazione più alta (650 m slm) del comune di Stregna – Sriednje, dove vivono circa 40 abitanti, e dove – così ci dice Erika Balus, che qui vive con la famiglia, sembra di stare in paradiso. Erika ci racconta del kries e di altre tradizioni legate alla notte di San Giovanni; tradizioni che si perdono nella notte dei tempi e che le sono state tramandate dalla nonna e dalla bisnonna, che a loro volta ripetevano antichi gesti, spesso senza saperne il significato più profondo, semplicemente perché “la notte di San Giovanni si fa così”.
I gesti antichi e i rituali iniziano già prima del grande evento del kries. A parte i preparativi veri e propri per il falò, come la raccolta di legna e ramaglie da ardere, il 23 giugno si raccolgono fiori ed erbe aromatiche, che secondo la tradizione in questo giorno raggiungono il culmine delle loro proprietà. I fiori vengono utilizzati per fare “križci” (croci) e “krancelni” (ghirlande), che, sapientemente intrecciati, verranno poi appesi alla porta d’ingresso delle case per proteggerle.
Le erbe aromatiche vengono fatte marinare nel vino, che viene benedetto e utilizzato come medicinale per tutte le malattie, “sia quelle note, che quelle ignote”. Ma le erbe aromatiche sono anche l’ingrediente principale delle “marve”, piatto particolarissimo e unico nel suo genere, senza il quale la festa di San Giovanni non è una vera festa.
La notte del solstizio d’estate è anche un’occasione unica per conoscere il futuro, sbirciando un albume d’uovo “cucinato” sotto i raggi della luna, o cancellare le rughe dal viso rotolandosi nella rugiada al mattino presto. O scoprire quali mesi saranno piovosi utilizzando 12 gherigli di noce. “Magie” che ci raccontano di un mondo contadino la cui vita era strettamente intrecciata con gli eventi della natura e le sue stagioni, gesti e tradizioni dietro a cui si celano antichissimi riti di cui sono giunte a noi solo tracce, sbiadite dalla patina dei secoli.
https://www.slovely.eu/2017/06/22/kries-la-magia-del-falo-di-san-giovanni/
21 giu 2022
I CARCIOFI
New European Bauhaus, premio al progetto su Topolò
L’associazione Robida con il progetto di Janja Šušnjar ‘Topolò/Topolove – Village as House’ ha vinto il primo premio del New European Bauhaus nella categoria che dà priorità ai luoghi e alle persone che ne hanno più bisogno. Ispirandosi all’approccio multidisciplinare proprio della scuola d’arte Bauhaus, nata in Germania nel 1919, il NEB si propone di coinvolgere architetti e scienziati, artisti e imprenditori, designer e semplici cittadini per lavorare insieme, formando una comunità coesa in cui non ci siano divisioni tra scienza, educazione, impegno civile, cultura e tecnologia.Ricevendo il premio lo scorso 11 giugno a Bruxelles, Janja ha detto:
“Innanzitutto ringrazio il luogo, il paese di Topolò, per la bellezza, le sfide e la generosità che ci hanno permesso di sognare. Ringrazio i miei cari amici dell’associazione Robida, che sono la prova vivente che tutto è possibile se lo si fa con amore e mente aperta. Per noi questa è la dimostrazione che scegliere un modo diverso di vivere insieme e rivivere il luogo abbandonato con la costante presenza non è un’idea astratta o utopistica. Vivere in un villaggio come fosse una casa è il nostro modo di cercare di rendere questo mondo un posto un po’ migliore. Quindi questo tipo di riconoscimento è un grande incoraggiamento e sostegno, non solo per noi, ma anche per chi un giorno vorrà condividere lo stesso sogno.”New European Bauhaus, premio al progetto su Topolò
MARTEDI' poesia
In un giorno d’estate
GIUSEPPE PICCOLI
SE TI CHINI
Se ti chini
sul mondo che si divide
del mezzogiorno
o della mezzanotte
in un giorno d’estate
vedrai e udrai
le foglie cantare
nate da te
dallo spirito dell’albero
con mille ciliegie
o le albicocche
e vedrai sentirai capirai
palpitare le ciocche di capelli
della tua bella
che non sa parlare.
E capirai sentirai
gli anelli dell’aria
di sé in stelle mutare.
(da Poesia, Crocetti, 213, Febbraio 2007)
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Con il solstizio oggi alle 11.14 inizia ufficialmente l’estate, stagione che si celebra con feste sia pagane sia religiose (San Giovanni Battista). Un’atmosfera di forza e di splendore – estate deriva etimologicamente da aestas, che in latino indica il calore bruciante – celebrata in questi versi dal travagliato poeta veronese Giuseppe Piccoli.
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FOTOGRAFIA © LC-CLICK/PIXABAY
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